venerdì 12 dicembre 2014

-ANSIA. Vincere i disagi quotidiani.


Vincere i più comuni

DISAGI    QUOTIDIANI




n questo periodo storico, caratterizzato da una profonda crisi economica e segnato da un indiscutibile declino dei valori tradizionali, le sensazioni negative che rendono spiacevole la vita sono all’ordine del giorno. Tutto cambia con estrema rapidità. Le convinzioni, i modi di pensare, il senso di precarietà, i fenomeni in costume, l’amore, l’aggressività, determinano una cultura imprevedibile, confusa e provvisoria sul domani. Si diventa sempre più vulnerabili alle novità della vita. La realtà circostante si colora intensamente di sensazioni negative e di avvenimenti spiacevoli. 


ale fenomeno tocca, in modo differente, ogni individuo. Ed ecco, all’improvviso, comparire una serie di scomodi e sgradevoli compagni di viaggio: la paura di perdere quello che si è conquistato nel tempo, rende la vita sempre più invivibile, l’ansia per un futuro incerto rende apprensivi e fa girare a vuoto, un senso di impotenza per il timore di non riuscire cambiare le cose fa sentire inadeguati e a corto di energia,  la rabbia, che aumenta per le ingiustizie subite, si fa sempre più distruttiva, l’insicurezza, rigorosamente collegata a tratti depressivi, fa scivolare sempre più in uno stato di buio assoluto e di totale apatia. La paura è una sensazione piuttosto diffusa in certi momenti di crisi. 


opo tanti sforzi per raggiungere una tranquillità economica e sociale, ecco che si rischia di perdere improvvisamente tutte quelle condizioni di benessere acquisite nel tempo. La paura è un modo fisiologico di reagire alle novità o a tutto ciò che turba l’equilibrio. Quando la convinzione di aver perso l’appoggio esterno, che caratterizzava e sosteneva la propria esistenza, si fa sempre più dilagante, si crea una condizione che finisce per annichilire l’individuo che si trova immobile, disorientato e terrorizzato di fronte a qualunque cosa possa riservargli il futuro. Queste paure, secondo la medicina psicosomatica, possono esprimersi a livello somatico attraverso vari disturbi come: calcoli renali, pollachiuria, colite e incubi notturni.

Risultati immagini per disagi quotidiani nei dipintiCOSA FARE. Alcune strategie terapeutiche cognitive, basate sulla concretezza e sulla realtà, aiutano ad allontanare i timori e i fantasmi del futuro. L’ansia, invece, è la paura senza oggetto specifico. Si vive nella dolorosa attesa di un pericolo indefinito ed imprevedibile. E’ caratterizzata da un’inspiegabile ed immotivata frenesia: il soggetto si sente un po’ strano, il cuore batte velocemente, la gola è contratta, manca il respiro e, all’improvviso, si trova madido di sudore. E’ un fenomeno di grande agitazione che, oltre a scatenare un grande timore per la propria salute, si insinua nella quotidianità producendo stanchezza e malesseri diffusi. Anche in questa condizione emotiva ci si sente ingabbiati, i ritmi naturali vengono completamente sconvolti e possono comparire: palpitazioni, insonnia, sudorazioni, eiaculazione precoce, dispareunia e disturbi alimentari. 


on semplici esercizi distensivi psicosomatici è possibile ritrovare il ritmo giusto e la propria serenità. Il senso di impotenza emerge quando la persona, di fronte anche ad un problema di poco conto, è bloccata dalla convinzione di non potercela fare o di non avere sufficienti energie per terminare un progetto che, improvvisamente, appare inaffrontabile: tutto sembra impossibile a realizzarsi. La paralisi è totale: amarezza e delusione aumentano in maniera esagerata, e ben presto il senso di impotenza lascia il posto ad un’amara rassegnazione; in questa condizione prende corpo la convinzione che la vita non riservi più nulla di interessante. Questa sensazione si esprime nel corpo attraverso: aritmia cardiaca, impotenza e frigidità, perdita di capelli e astenia.  Poiché sono sensazioni difficili da sradicare sarà utile suddividere tutti gli impegni della vita quotidiana in piccole tappe in modo tale da ottenere non solo un risultato immediato e, quindi, la conferma delle potenzialità, ma soprattutto ritrovare, man mano che si raggiungono i risultati,  l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità. 


n altro atteggiamento che spesso si accompagna a sofferenza piuttosto diffusa è la tendenza a frenare o soffocare l’espressione di rabbia che le varie situazioni quotidiane possono fare insorgere. Alcuni ambienti sociali suggeriscono di reprimerla e di controllarla dando, in tal modo, un volto negativo e non costruttivo dell’aggressività. Molte persone, infatti, anziché “sbottare” di fronte a situazioni ingiuste ingoiano completamente la rabbia e il risentimento. Questi sentimenti, però, non essendo completamente “neutralizzati”, continuano a ribollire determinando nel soggetto una forte tensione invalidante. Ecco allora che, continuando ad accumulare rabbia senza sapere come esprimerla, il corpo prenderà in consegna tale disagio emotivo. Per dare libero sfogo all’aggressività il corpo avrà una propria modalità espressiva specifica: cefalea martellante, crampi muscolari, gastrite, esofagite da reflusso, eczema alle mani. 


er questa emozione l’intervento terapeutico principale sarà quello di sciogliere completamente le tensioni e decomprimere tutti gli organi troppo sollecitati da istanze aggressive non adeguatamente espresse. Attraverso alcune metodiche terapeutiche immaginative sarà possibile entrare in contatto con gli aspetti più costruttivi del sentimento di rabbia. L’insicurezza è una condizione psicologica che si manifesta col timore che “manchi la terra sotto i piedi”. Le preoccupazioni, i timori e i vari malesseri generalizzati, quando il futuro appare incerto, sono più che “giustificati”: ci si sente smarriti, sfiduciati ed insicuri. Si ha la sensazione che da un momento all’altro alcuni eventi della vita possano sovvertire in maniera drammatica il corso della vita. Non avendo più nessun punto rassicurante si è completamente in balia degli eventi e, quindi, presi dal dubbio si è incapaci di fare scelte adeguate. Una condizione, questa,  che si accompagna spesso ad alcuni sintomi che traducono nel corpo questo stato di preoccupante insicurezza: vertigini, bulimia, cefalea, disturbi oculari.  Per questo disturbo esistenziale saranno utili tutte quelle metodiche terapeutiche rivolte a migliorare le condizioni di autostima.


Se soffri non rimandare, 
non rinviare un affettuoso e genuino sostegno:
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente! 
… altrimenti puoi cronicizzare e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente 'inchiodato' al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.




ICORDA, cerca di essere un po’ più egoista, prendi tutto ciò che puoi dalla tua vita, senza naturalmente essere lesivo verso altri … cerca di essere naturale, spontaneo e senza maschera, evita di vivere in funzione di qualcosa o di qualcuno perché primo o poi paghi ‘dazio’, PRENDI fin che puoi, divertiti, mangia cibi “buoni”, gustati  se lo desideri in compagnia o da solo, a cena o in un momento di relax, un buon bicchiere di vino o qualunque cosa che ti piaccia veramente … cerca di essere orgoglioso del tuo corpo, riconosci il suo valore gratificandolo con calorosi contatti, piacevoli sapori, gradevoli suoni, eccitanti visioni e intensi profumi … non smettere mai di “studiare”, INFORMATI continuamente, SAPPILO, noi impariamo anche dalle persone antipatiche ed odiose, prendi da loro quello che ti fa star bene e ricambiale con la tua naturalezza e spontaneità senza esprimere giudizi di valore verso te stesso o verso di loro … goditi le cose intorno, gustale lentamente attraverso i tuoi sensi … NON TEMERE, sono le sensazioni che ti mettono sulla strada giusta, ti permettono di scegliere, di sentirti bene e in solida salute: di vivere più a lungo.

non lasciarti sfuggire niente, INVESTI sulla tua felicità personale, sulla salute, sul lavoro e, perché no, anche su una buona situazione finanziaria che meglio si confà col tuo stile di vita … partecipa attivamente al tuo benessere, NON lasciare la gestione della tua vita in mano alla ‘fortuna’ o alle ‘stelle’, NON avere paura, affronta anche le cose difficili, non temere le sfide complesse e sottili, perché nel tuo arsenale fisiologico hai parecchie armi potenti e complesse in grado di rispondere con saggezza al nemico, alla fine, altro non scoprirai che possiedi buoni contenuti mentali e, con stupore, una grande intelligenza e una fervida immaginazione (l’insicuro impiegherà un po’ di più di tempo a conoscere queste sue preziose e latenti qualità, ma con un costante allenamento raggiungerà il traguardo) … non lasciare MAI il compito di ‘aggiustare’ la tua esistenza  ad altri …la posta in gioco è davvero alta: la tua felicità! RICORDA, con un discreto divertimento, una giusta attenzione e una buona concentrazione non solo puoi raggiunge la massima efficienza, ma è anche possibile far pendere la bilancia verso di te, con le mosse giuste, CREDIMI, NON è difficile influenzare le avversità a tuo vantaggio.





NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dr. Claudio Tel. 349.1050551 
 E mail: bonipozzi@libero.it

lunedì 1 dicembre 2014

-ANSIA. Un continuo allarme.


Il   'Tedio' della vita …


ansia è una condizione interiore di allarme, tensione, incertezza, irrequietezza, paura che si può esprimere attraverso il panico, tachicardia e tremore diffuso.
E’ uno stato emotivo caratterizzato dal timore, reale o immaginario, per un evento futuro, interpretato come spiacevole o pericoloso: timore che qualcosa di inquietante o di avverso stia per accadere. Di solito il soggetto esibisce un’espressione timida e rinunciataria, un atteggiamento completamente privo di speranza, una gestualità, a dir poco, goffa e impacciata. Improvvisamente è preso da inquietudine, si trova in balia di una mente confusa e sotto la tirannia dell’insonnia. Assale a tradimento e si agita all’interno del corpo e della mente. Un eccitazione esagerata in cui l’individuo si adatta più lentamente agli eventi della vita. Si diventa particolarmente introversi e sempre orientati a prefigurare il peggio: tutto diventa negativo e catastrofico. Nel quadro clinico ansiogeno troviamo la compresenza di sintomi psichici e fisici. E’ uno stato d’animo connaturale, molto comune e familiare alla maggior parte degli esseri umani. 


uò presentarsi con intensità diverse, da un momentaneo lieve disagio ad una paura intensa di minaccia incombente. Spesso tutto ciò produce molto disagio, degenera in un meccanismo incontrollabile, porta confusione ai pensieri e può trasformarsi in una angusta prigione emotiva. Può essere, a seconda delle situazioni, stimolante o paralizzante, può modificare le difese attive o invece segnalare il sorgere di un profondo disordine psichico. L’ansia, quella normale, è considerata una reazione dell’organismo che si prepara a fronteggiare, attraverso una produzione adeguata di sostanze chimiche presenti nel sistema nervoso (adrenalina e cortisolo: ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali), un problema o un pericolo (evento reale). 
Risultati immagini per noia nei dipintiQuella patologica, invece, è uno stato di tensione che perdura nel tempo anche quando la situazione problematica non è più presente: ha un effetto limitante sulle capacità intellettive e comportamentali. In questa situazione specifica l’unica cosa che si desidera è sfuggire al pericolo che incombe. A volte inizia in modo graduale con un po’di tensione, strano nervosismo, eccessiva preoccupazione per se stessi e gli altri, improvvisi e ingiustificati pianti: si è in balia al senso di impotenza e di agitazione diffusa. La classificazione del malessere ansiogeno viene effettuato attraverso la natura dei sintomi e, soprattutto, la presenza o meno di una causa scatenante. Nella diagnosi risulta fondamentale distinguere l’attacco d’ansia improvviso e devastante (attacco di panico), dall’ansia scaturita da uno specifico oggetto o da una precisa situazione (fobia), dallo stato d’ansia intenso, diffuso e continuativo (ansia generalizzata).


n segnale inequivocabile dell’ansia è il famoso “nodo alla gola”. Questo sintomo si manifesta attraverso la raccapricciante sensazione fisica di soffocamento (contrazione, secchezza, difficoltà di deglutizione). C’è sempre una stretta relazione tra stato d’animo e condizione fisiologica (patologie dell’apparato gastroenterico, dell’apparato respiratorio, dell’apparato cardiocircolatorio). I valori pressori, la funzione respiratoria, il battito cardiaco, la temperatura della pelle sono tutti fenomeni influenzati dallo stato mentale. I sintomi fisici più evidenti quando il soggetto è preso da un attacco d’ansia sono: palpitazioni, dolore pulsante o trafittivo, sensazione di costrizione e difficoltà di respirare, spasmi ai muscoli del collo, mal di schiena, sudorazione, stordimento, gonfiori, nausea. Se ci si concentra un attimo su alcune esperienze della vita si scopre che non sono poi rari questi segnali fisiologici correlati con il nervosismo, come ad esempio i crampi allo stomaco prima di una prova importante oppure di un incontro galante (bruciore di stomaco, scariche diarroiche). 





e persone che sono cresciute in un clima di paura, di rimprovero o di violenza sono molto spesso quelle che, con grande astuzia e sofferenza, hanno imparato ad usare meglio i “Meccanismi di difesa” (del controllo) per sopravvivere. Tuttavia, quando una situazione sfugge loro di mano, perché si sentono minacciate nella salute, nelle relazioni affettive o nella sicurezza materiale, ecco che sono in preda all’ansia.





Risultati immagini per ansia nei dipintiCOSA FARE. Tale disagio - proprio perché compromette la qualità della vita e può evolvere verso quadri clinici più seri - non deve mai essere affrontato alla leggera. Se il disturbo non viene riconosciuto in tempo, valutata la sua gravità con tempestività e trattato correttamente può protrarsi in maniera invalidante per lunghi periodi, acutizzandosi poi nei momenti in cui l’individuo è sottoposto a maggiore stress: il soggetto diserta il lavoro, annulla completamente ogni attività sociale e si isola dagli altri. Chiudersi in se stessi è il pericolo maggiore per chi soffre di ansia. Le persone affette da sintomi connessi alla condizione ansiogena o da un vero e proprio disturbo d’ansia traggono notevole beneficio da tutte quelle metodiche terapeutiche che aiutano a rilassarsi, le portano ad esprimere le proprie sensazioni (scaricare tutte quelle sostanze chimiche accumulate nell’esperienza ansiogena) ed insegnano delle tecniche pratiche con cui reagire a questa condizione, spesso, debilitante. 


ttraverso tali esperienze terapeutiche si liberano dal peso di questo continuo e pressante malessere. La spiegazione dei meccanismi fisiologici coinvolti nella manifestazione ansiogena è sempre fondamentale, non solo a livello di rassicurazione, per eliminare quelle “convinzioni” che causano apprensione e preoccupazione, ma anche nella gestione della sintomatologia in atto. E’ possibile, infatti, con le opportune informazioni imparare ad alleviare e controllare i sintomi che creano questa profonda sofferenza esistenziale che schiaccia la mente e agita il corpo.

Se soffri non rimandare,
 non rinviare un affettuoso e genuino sostegno:
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente!
… altrimenti puoi cronicizzare e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio - Tel. 349.1050551  -  0532.476055
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venerdì 21 novembre 2014

-DIVORZIO...Quando i rapporti finiscono.



DIVORZIO  … quando i rapporti finiscono

 


rriva un bel giorno che vivere insieme diventa un inferno. Una unione che sembrava indistruttibile poco alla volta o all’improvviso salta, crolla come un gigante con i piedi d’argilla. I motivi possono essere tantissimi: tradimento, violenza, mancanza di entusiasmo e di passione, noia, incomprensione, difficoltà economiche, calo della libido. Il divorzio, anche se non fa più notizia, non riguarda esclusivamente il puro e semplice scioglimento del vincolo matrimoniale, ma coinvolge aspetti emotivi particolarmente dolorosi - difficili da gestire - quali ad esempio abbandono, distacco e separazione; l’addio innesca una infinità di problematiche psicologiche e pratiche (il tutto deve essere affrontato immediatamente).


a coppia è una struttura sociale, un legame affettivo, costituita da due soggetti di sesso diverso (coppia eterosessuale) o uguale (coppia omosessuale), può essere formata da due partner con personalità similare (speculare) oppure diversi tra loro (complementare) … nasce solitamente da passioni, dall’attrazione sessuale, dalla convenienza e da incontri casuali… con la nascita della coppia inizia la navigazione che può avvenire in un clima tempestoso, tranquillo, eccitante, stimolante, creativo, pieno di avversità … il rischio maggiore, in questa organizzazione, se spinta agli estremi, è quello di sviluppare forme di dipendenza e un forte sentimento di gelosia.

Risultati immagini per separazioni e figli
"Divorziare in allegria" è sicuramente uno slogan per qualche commedia popolare e, comunque, stando ai dati oggettivi è sicuramente una locuzione decisamente anacronistica. In questo fenomeno, se si presta attenzione, la vera sofferenza non si concretizza automaticamente con la separazione, ma l’infelicità era già presente quando la coppia, a se stessa e agli altri, si sforzava di dire "E’ tutto normale, tutto funziona alla meraviglia… ma certamente, tutto come prima": il rapporto era già una prigione invisibile, un’atmosfera di perenne tensione, in breve un fenomeno di sofferenza per entrambi i coniugi.


a noia e l’abitudine sono fenomeni insidiosi che minano il legame a due perché rendono la vita piatta, annullano la sessualità, la novità è inesistente, i discorsi e le scelte, sempre più rari, diventano casi eccezionali … è un rapporto troppo prevedibili e scontato… manca di entusiasmo e di originalità… porta ad una vita sessuale modesta se non addirittura inesistente … così più la sessualità si intorpidisce più nella coppia si crea un profondo distacco che si acuisce a letto, rendendo tale gesto più frettoloso e sempre più insignificante il rapporto interpersonale.


on sempre la sofferenza è prerogativa per forza solo a chi sperimenta il sentimento di abbandono: anche chi lascia può portare il peso di questa rottura (senso di colpa, attaccarsi ai ricordi, cercare di mantenere a tutti i costi un rapporto di amicizia per rendere il distacco meno traumatico). La separazione porta sempre con sé tristezza, amarezza profonda, malinconia, dolore e perché no, anche paura. 


ivendo per molto tempo una vita di coppia si finisce per perdere di vista la propria individualità (perdita hobby, amici, interessi) e quando un membro della coppia si allontana ci si sente smarriti, come se si avesse perso una parte di se stessi (fenomeno ben evidenziato nella depressione). Il vero dolore comunque viene amplificato dalla resistenza, dallo sforzo di fare andare le cose diversamente, dal tentativo di cancellarlo: quando una storia è finita è finita. Non ci si rende conto che in questo modo la sofferenza la si fa diventare ancora più forte (tenere il cervello concentrato su quel unico pensiero non si fa altro che alimentarlo in maniera più virulenta).
Per far funzionare bene le cose si può iniziare da piccoli atteggiamenti, con azioni semplici che stimolano la libertà, l’autonomia e la libertà di entrambi… è importante non imporre ma proporre, evitare quindi scelte impositive.


l fingere un amore e un piacere che non si prova più è devastante ma soprattutto apre le porte silenziosamente alle malattie psicosomatiche. Se la storia è finita, è segno che la chimica, l’alchimia dell’amore si era spenta da tempo. Se non ci si sente più attratti da qualcuno e il suo odore dà persino fastidio non ci sono dubbi: è finita … probabilmente è davvero finita!. Inutile raccontarsi che ci si ama, che si è legati da tante cose: per quanto dorata sia una gabbia è sempre una gabbia. Quando si arriva a questo particolare rapporto, il divorzio - se veramente non si ha più niente da dire - diventa la soluzione ideale per porre fine definitivamente alla giostra di infelicità per uno o entrambi i partner. Se la convivenza è giunta a sfaldarsi, evidentemente significa che le cose non andavano poi così tanto bene: è il momento, l’occasione per uscire da una vita chiusa e asfittica.


on è raro che molte coppie, pur amandosi, sono incapaci di comunicare sessualmente, perché uno dei due o entrambi tengono ben nascosta quella che giudicano una zona d’ombra, qualcosa di cui "vergognarsi". Il sesso non è un giochetto di società, coinvolge cervello e psiche, e può capitare che qualcuno tema di consegnare all’altro quelli che egli giudica segreti da custodire gelosamente… Sensazioni considerate sconvenienti, desideri inconfessabili o altro che possa minare l’unione basata su un "grande" amore … con i piedi d’argilla. 



l rapporto di coppia. Molte relazioni sono felici, solo all’inizio. Ma succede raramente che tutto proceda senza intoppi, mentre la vita e le situazioni si evolvono: la forza di un rapporto dipende dalla capacità di adattamento dei due partner. Non è possibile affermare di conoscere il proprio partner fino al momento in cui le circostanze esistenziali ci mettono a confronto con le nostre risorse sia personali sia di coppia. Inoltre, bisogna precisare che la coppia "tipica" non esiste. Ognuno di noi è caratterizzato da possibilità e debolezza particolari, e il successo della coppia dipende molto dalla nostra capacità di riconoscerle e di trovare una conseguente forma di adattamento.


ai formulare critiche o rimostranze in pubblico… si crea esclusivamente disagio, rancore e, soprattutto, quando si discute non coinvolgere o cercare alleanze esterne: amici, figli, colleghi, genitori… come sono decisamente deleteri i racconti smargiassi di conoscenti un po’ più scafati, che presentano le varie problematiche serie e conflittuali attraverso una prospettiva da vero macho … oppure in forma decisamente banale … alla larga da costoro!


 
spettarsi che il nostro partner incarni l’immagine che gli abbiamo attribuito provoca grandi tensioni nella coppia. La fragilità e la fallibilità umana restringono la possibilità di trovare un partner "perfetto" o di esserlo noi stessi. Se riusciremo ad amare senza condizioni, ad accettare le debolezze del nostro partner (ovviamente quelle non lesive) e a concentrarci sulle sue qualità, più probabilità avremo di risolvere qualsiasi problema. Costruire e nutrire un rapporto che duri tutta la vita richiede molta consapevolezza di sé o molto impegno. La capacità di dare e quella di ricevere, l’impegno di pervenire a equi compromessi, permetteranno di evitare sensi di colpa e risentimenti che potrebbero rovinare o distruggere il rapporto. Nessun rapporto, nemmeno il più felice, è privo di conflitti. E’ possibile risolverli più facilmente se si svilupperà una buona capacità di comunicazione.


er poterlo fare si deve primo di tutto stabilire una solida base di comunicazione con il partner. E’ importante sentirsi liberi di esprimere le proprie preoccupazioni personali nel momento in cui sorgono, prima che si trasformino in problemi davvero importanti. Cercare di sviluppare un modo di pensare non pessimistico e, soprattutto, guardare realisticamente la situazione in maniera lucida prima che le discussioni comincino. Discutere le cose con calma. Cercare di usare empatia, capire il punto di vista del partner, in modo da facilitare la possibilità di un compromesso ragionevole. Non è soltanto ciò che si dice che influenza la capacità di comunicare: il tono di voce, l’espressione del viso (mutismi e silenzi esagerati e colpevolizzanti), i gesti e i movimenti costituiscono segnali non verbali e indizi che rivelano i veri sentimenti. Stare attenti con una certa sensibilità ai segnali di questo tipo trasmessi dal partner ed esprimersi con chiarezza, in modo da incoraggiare la comunicazione. Quando i problemi sembrano insormontabili, bisogna sempre ricordare che si ha sempre la possibilità di scelta tra azioni ed atteggiamenti che possono facilitare la gestione della situazione.

Risultati immagini per fobie straneConfidenza, armonia, sintonia, essere sulla stesa lunghezza d’onda sono gli elementi indispensabili per una piacevole e creativa vita sessuale. L’atto sessuale è una miniera inesauribile di sensazioni piacevoli, che troppe volte si trascurano, per ignoranza delle basilari conoscenze fisiologiche, pigrizia ed egoismo.


uando la coppia "scoppia". Amare significa avere fiducia l’uno dell’altra, senza dubbi di sorta. Se si concretizza il "tradimento" vuol dire che l’amore quello spontaneo e naturale è un lontano ricordo, sostituito dalla noia e banalità quotidiana. Attenti, quindi, alla noia, è un nemico subdolo, che apparentemente sembra non creare danni. Al contrario è in grado di corrodere anche le unioni più tenaci. L’abbandono, la fine di una storia, è doloroso per entrambi i membri della coppia. C’è chi accusa il colpo, reagendo smodatamente, con pianti, accuse e ritorsioni. 


hi se ne fa una ragione, cercando, in qualche modo, di capire dove ha sbagliato. Prima o dopo, il tradimento è, per alcuni, un "demone" che farà la sua apparizione nella coppia - qualche volta solo nell’immaginazione - e saranno giorni dolorosi, per chi lo attiva e per chi lo subisce. Ma anche indubbiamente per l’innocente sospettato. E’ un classico fulmine a ciel sereno, una volta scoperto (o semplicemente inventato) sarà guerra aperta all’interno della coppia. Non sempre pero il tradimento è motivo di sofferenza e battaglia. Esso, oltre a segnalare un profondo disagio, può diventare una grande opportunità di crescere in quanto, a volte, permette di riscoprire un vero piacere ormai sopito all’interno del rapporto. In questo modo tale "violazione" può diventare una sorta di scossone che fa riflettere e stimola la messa in discussione e la ripresa di un rapporto piuttosto impantanato nelle abitudini e nella ripetitività. Questo ovviamente non deve essere interpretato come istigazione al tradimento. Prima, infatti, di sperimentare nuove forme di emozioni, non più vissute con il partner, varrebbe la pena di tirarle fuori da se stessi, se ovviamente ci sono ancora, privilegiando così il proprio benessere.

Risultati immagini per matrimoni nella cultura classica


ademecum, per vivere "meglio" Ognuno di noi è unico ed irripetibile per cui risulta fondamentale evitare di cambiare il carattere e le abitudini del partner (per i propri vantaggi: tranquillità, sicurezza, routine) perché se ciò avvenisse si creerebbe una sorta di annullamento e, quindi, inevitabilmente, un rapporto falso ed innaturale: si farebbe ciò che vuole l’altro non quello che si desidera veramente; quando si mette in atto un atteggiamento di repressione si sviluppa, nell’altro, un senso di profonda ostilità e rabbia per la frustrazione subita. La sessualità inoltre essendo comunicazione e creatività è un fenomeno che rende il rapporto più fluido e più vivace. Si crea nel cervello una tempesta biochimica che genera sensazioni piacevoli, uno stato di grande benessere (neurotrasmettitori: dopamina, noradrenalina). Perché tutto ciò si realizzi è necessario che la dimensione erotica sia in continua trasformazione ovvero allontanare da tale attività l’abitudine, gli schemi ripetitivi… non farsi avvolgere dal fantasma della noia e della routine. Il rapporto sessuale va essenzialmente dosato e gustato. Evitare i condizionamenti esterni. Impedire che gli amici o familiari "saccentoni", sempre pronti ad elargire consigli a buon mercato, mettano le mani sulle faccende personali; il pericolo maggiore è quello di vincolarsi a modi e schemi mentali altrui, che non sono assolutamente nostri.


gni individuo, essendo unico ed irripetibile, sa come comportarsi, gli altri invece cercheranno di proporre modelli di comportamento propri, a volte validi in certe situazioni per loro, ma che potrebbero risultare inapplicabili e non funzionanti per altri soggetti. Forse sarebbe più appropriato informare tali signori con questa frase: "Non sforzativi ad elargire preziosi consigli, so sbagliare anche da solo"! La noia e l’abitudine, come più volte sottolineato, sono i nemici più temibili del rapporto a due perché ovviamente determina un’atmosfera che rende monocolore l’esistenza ed appiattisce completamente l’esistenza, la sessualità, gli obiettivi e la comunicazione. Quando un partner inoltre diventa particolarmente prevedibile - tutto di lui/lei è scontato - ovvero non esiste più la ricerca del nuovo e la fantasia, il rapporto, non c’è bisogno che lo dica io, comincia a perdere i pezzi o, meglio, a vacillare. Anche quando non si scherza più e il sorriso si spegne, si rende arido e poco creativo il rapporto viene relegato in una palude affettiva e in una sorta di immobilismo sentimentale. Una giusta e sana competizione, in certi casi, è il sale della vita ma quando il rapporto diventa una battaglia senza quartiere, indicano che i partner stanno vivendo la coppia come un momento "distruttivo" e non affettivo. In questi casi l’individualità tende a primeggiare, perdendo completamente di vista il significato sociale dell’interazione e il valore fondamentale comune del rapporto.

Risultati immagini per viso di donnaI disturbi del desiderio sessuale sono particolarmente complessi e, soprattutto, di non facile soluzione quando sono determinati da conflitti di coppia: spesso uno dei partner si oppone al trattamento … 

la "salute" sessuale non si basa comunque sul numero di " battute" pelviche.

E’ necessario mantenere, sempre nel rispetto della vita di coppia, degli interessi, degli spazi che siano esclusivamente individuali soprattutto se essi erano momenti di felicità anche prima di incontrare il proprio partner. Se si fa il contrario, rinunciando ai propri interessi perché in tal modo si è convinti di rafforzare il rapporto, è un rapporto incerto e insicuro: si è sicuramente sulla strada sbagliata. E’ fondamentale inoltre avere fantasia, mettersi in gioco continuamente, evitare schemi erotici ripetitivi e sempre uguali. E’ l’eros che rende la coppia nuova (non prevedibile) e la trasforma continuamente in modo veramente creativo.


I problemi di coppia, in assenza di disturbi organici, rappresentano la causa principale del calo sessuale, sebbene possano contribuirvi molti altri fattori, tra cui l’età, la personalità. Nella coppia il calo, come già accennato, può esprimere anche altre difficoltà, per esempio la perdita dell’erotismo nei genitali, senza fantasia, gioco e curiosità (l’eccitazione, l’entusiasmo della novità; la fantasia del primo incontro, ad esempio, tiene in vita la sessualità mentre banalità, noiosità, il sempre uguale e la routine spengono completamente l’eros).


CONCLUDENDO


l vincolo coniugale è stato descritto, paradossalmente, come una istituzione in cui chiunque si trovi all’esterno pare voglia entrare e da cui chiunque si trovi all’interno vuole decisamente uscire. Tutti i rapporti si trasformano con il passare del tempo. I vantaggi che derivano dal rafforzare o salvare un matrimonio, qualora ci sia ancora qualcosa da dire, sono numerosi. Statisticamente pare che le persone sposate vivono più a lungo, trovano un importante sostegno emotivo e, quindi, hanno meno probabilità di soffrire di depressione o di ansia rispetto alle persone divorziate, separate o non sposate. La famiglia è un sistema, una società in miniatura, molto complesso. Come tutte le strutture complesse, una famiglia può sviluppare ogni tipo di complicazione. La dinamica del rapporto a due è intricata e anche nel caso in cui sia possibile individuare in una persona la causa di un problema o di un conflitto, tutti i membri che vivono sotto lo steso tetto ne soffrono. Le famiglie "disfunzionali", ovvero quelle famiglie in cui si osserva l’assenza di una comunicazione positiva e sincera hanno bisogno di più tempo per la soluzione dei propri problemi ma soprattutto di un sostegno emotivo qualificato per superare almeno i momenti difficili iniziali.




TTENZIONE, in ogni rapporto è fondamentale essere lucidi, in grado di fare una netta distinzione tra l’amore costruito su uno scambio spontaneo, libero, naturale, vero e maturo, e un legame fondato sull’attaccamento e la dipendenza …  RICORDA, l’attaccamento - alimentato sempre da un certo grado di falsa tranquillità e una fuorviante comodità - non è un legame ‘sano’ ma un crogiolarsi su antichi ricordi, un rassegnarsi alla volontà altrui, un abbandonarsi alla forza distruttrice dell’abitudine, un lasciarsi inghiottire da un senso di inutilità, una minaccia alla propria creatività più autentica; un legame che nella coppia porta sacrifici, rabbia, ribellione, solitudine, insoddisfazione e sofferenza … con la sua illusione di garantire protezione e conforto crea risentimento sordo, dipendenza e finte certezze, rende i gesti scontati, annulla i progetti, facilita i compromessi, trascura se stessi, ruba la voglia di vivere, uccide la vitalità, impedisce di sperimentare cose nuove, di cambiare, di evolvere, costringe a rimanere ancorati al palo, imprigionati ad eventi passati, CARICA il presente di fardelli minacciosi, ingombranti ed inutili.





L TEST DELLA COPPIA
. Sottoporsi a questa esperienza significa conoscere, con un buon margine di certezza, se la vita a due mette ansia, se il rapporto è soddisfacente e, soprattutto, in che misura tale rapporto viene vissuto spontaneamente, a proprio agio, oppure se è basato essenzialmente su disturbi parassiti personali. Conoscere tale fenomeno, senza giudizi di valore, se è un rapporto soddisfacente o basato sulla difensiva, permette di mettere a fuoco tutti quegli atteggiamenti che ostacolano la stupenda avventura della vita di coppia. In tal modo è possibile, individuando le aree di maggiore conflittualità e valutando attentamente se esistono ancora i presupposti affettivi, rendere il rapporto - con strategie terapeutiche più appropriate - decisamente più vivo, eccitante e frizzante. 

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Non farti MAI influenzare da chi  vuole spegnere la tua vita, da chi vuole bloccare la tua voglia di vivere, da chi cerca di ostacolare la tua vera natura … fai attenzione ai loro TRUCCHI, alla loro INVADENZA - non aprire le porte alle personalità “estrose”, eccessivamente gentili ed assecondanti, ai perfetti incantatori di serpenti, ai MANIPOLATORI - non cadere nella loro trappola perché ti sfruttano, ti usano, ti obbligano a fare la “crocerossina”, ti mettono fuori gioco, ti confondono, ti fanno perdere la capacità nitida, lucida e serena di valutazione, ti sfiniscono, ti indeboliscono, ti succhiano completamente tutte le energie vitali, ti fanno sentire in colpa, ti convincono che senza di loro non fai molta strada: sei sempre un partner mignon, insicuro e bisognoso di cure … con la scusa di aiutarti e proteggerti ti ingabbiano, ti annullano: smantellano idee e progetti, creano dipendenza, rendono schiavi … prendi le distanze, ALLONTANATI, perché il loro punto “forza” si basa sul ricatto affettivo, in mano a loro diventi vulnerabile, ti convincono che vali poco senza la loro presenza, chiedono sacrifici inutili  e ti fanno AMMALARE! … è facile riconoscerli o smascherarli: appaiono pieni di sogni grandiosi e con grandi idee immaginarie, si presentano come superiori e altruisti, sono bravissimi ad illudere e “alleggerire” la vita pesante dell’interlocutore, molti, nel tempo, diventano potenti parassiti, sono astuti nel convincere, chi è al loro fianco, che è difettoso, altri, invece, sono dei veri campioni nel sedurre con mille lusinghe e infinite strategie fantasiose, bizzarre e inutili. 


na cosa è certa, sono bravissimi nell’individuare i punti deboli e amplificare le difficoltà altrui, usano gli altri per diventare più forti, sono davvero maestri nel compensare qualche estemporaneo vuoto emotivo;  se presti attenzione ti accorgi che il rapporto con loro è il peggior incubo della tua vita: sono noiosi, fastidiosi, invadenti, pedanti e soffocanti, alimentano continuamente rabbia e disagio, esasperano con il loro “saper tutto”  esci da questo MALEFICIO, rompi questo INCANTESIMO infantile, rispolverando gli aspetti piacevoli della tua vita, risvegliando la tua emotività, dando spazio alla tua autonomia, alle tue  scelte, ai tuoi entusiasmi, alle tue passioni e alle tue decisioni, SOLO così puoi delimitare il tuo territorio : all’inizio sarà faticoso ma pian piano, aumentando l’autostima e la tua sicurezza, non sarai più in balia di illusionisti ed oppressori che si rinforzano solo quando hanno una platea di fronte, finalmente allontanerai dal tuo raggio d’azione parassiti e “vampiri” emotivi, potrai sconfiggere questi stani personaggi che, anch’essi, purtroppo, per sopravvivere sono costretti a recitare questa “farsa” … solo così, tornando in possesso delle tue energie profonde e risorse più autentiche, sarai immune dalla loro influenza malefica, potrai uscire da questi labirinti, ragnatele e rapporti veramente malsani, eviterai sofferenze inutili e, soprattutto, cosa più importante MALATTIE  invalidanti.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
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