venerdì 21 novembre 2014

-DIVORZIO...Quando i rapporti finiscono.



DIVORZIO  … quando i rapporti finiscono

 


rriva un bel giorno che vivere insieme diventa un inferno. Una unione che sembrava indistruttibile poco alla volta o all’improvviso salta, crolla come un gigante con i piedi d’argilla. I motivi possono essere tantissimi: tradimento, violenza, mancanza di entusiasmo e di passione, noia, incomprensione, difficoltà economiche, calo della libido. Il divorzio, anche se non fa più notizia, non riguarda esclusivamente il puro e semplice scioglimento del vincolo matrimoniale, ma coinvolge aspetti emotivi particolarmente dolorosi - difficili da gestire - quali ad esempio abbandono, distacco e separazione; l’addio innesca una infinità di problematiche psicologiche e pratiche (il tutto deve essere affrontato immediatamente).


a coppia è una struttura sociale, un legame affettivo, costituita da due soggetti di sesso diverso (coppia eterosessuale) o uguale (coppia omosessuale), può essere formata da due partner con personalità similare (speculare) oppure diversi tra loro (complementare) … nasce solitamente da passioni, dall’attrazione sessuale, dalla convenienza e da incontri casuali… con la nascita della coppia inizia la navigazione che può avvenire in un clima tempestoso, tranquillo, eccitante, stimolante, creativo, pieno di avversità … il rischio maggiore, in questa organizzazione, se spinta agli estremi, è quello di sviluppare forme di dipendenza e un forte sentimento di gelosia.

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"Divorziare in allegria" è sicuramente uno slogan per qualche commedia popolare e, comunque, stando ai dati oggettivi è sicuramente una locuzione decisamente anacronistica. In questo fenomeno, se si presta attenzione, la vera sofferenza non si concretizza automaticamente con la separazione, ma l’infelicità era già presente quando la coppia, a se stessa e agli altri, si sforzava di dire "E’ tutto normale, tutto funziona alla meraviglia… ma certamente, tutto come prima": il rapporto era già una prigione invisibile, un’atmosfera di perenne tensione, in breve un fenomeno di sofferenza per entrambi i coniugi.


a noia e l’abitudine sono fenomeni insidiosi che minano il legame a due perché rendono la vita piatta, annullano la sessualità, la novità è inesistente, i discorsi e le scelte, sempre più rari, diventano casi eccezionali … è un rapporto troppo prevedibili e scontato… manca di entusiasmo e di originalità… porta ad una vita sessuale modesta se non addirittura inesistente … così più la sessualità si intorpidisce più nella coppia si crea un profondo distacco che si acuisce a letto, rendendo tale gesto più frettoloso e sempre più insignificante il rapporto interpersonale.


on sempre la sofferenza è prerogativa per forza solo a chi sperimenta il sentimento di abbandono: anche chi lascia può portare il peso di questa rottura (senso di colpa, attaccarsi ai ricordi, cercare di mantenere a tutti i costi un rapporto di amicizia per rendere il distacco meno traumatico). La separazione porta sempre con sé tristezza, amarezza profonda, malinconia, dolore e perché no, anche paura. 


ivendo per molto tempo una vita di coppia si finisce per perdere di vista la propria individualità (perdita hobby, amici, interessi) e quando un membro della coppia si allontana ci si sente smarriti, come se si avesse perso una parte di se stessi (fenomeno ben evidenziato nella depressione). Il vero dolore comunque viene amplificato dalla resistenza, dallo sforzo di fare andare le cose diversamente, dal tentativo di cancellarlo: quando una storia è finita è finita. Non ci si rende conto che in questo modo la sofferenza la si fa diventare ancora più forte (tenere il cervello concentrato su quel unico pensiero non si fa altro che alimentarlo in maniera più virulenta).
Per far funzionare bene le cose si può iniziare da piccoli atteggiamenti, con azioni semplici che stimolano la libertà, l’autonomia e la libertà di entrambi… è importante non imporre ma proporre, evitare quindi scelte impositive.


l fingere un amore e un piacere che non si prova più è devastante ma soprattutto apre le porte silenziosamente alle malattie psicosomatiche. Se la storia è finita, è segno che la chimica, l’alchimia dell’amore si era spenta da tempo. Se non ci si sente più attratti da qualcuno e il suo odore dà persino fastidio non ci sono dubbi: è finita … probabilmente è davvero finita!. Inutile raccontarsi che ci si ama, che si è legati da tante cose: per quanto dorata sia una gabbia è sempre una gabbia. Quando si arriva a questo particolare rapporto, il divorzio - se veramente non si ha più niente da dire - diventa la soluzione ideale per porre fine definitivamente alla giostra di infelicità per uno o entrambi i partner. Se la convivenza è giunta a sfaldarsi, evidentemente significa che le cose non andavano poi così tanto bene: è il momento, l’occasione per uscire da una vita chiusa e asfittica.


on è raro che molte coppie, pur amandosi, sono incapaci di comunicare sessualmente, perché uno dei due o entrambi tengono ben nascosta quella che giudicano una zona d’ombra, qualcosa di cui "vergognarsi". Il sesso non è un giochetto di società, coinvolge cervello e psiche, e può capitare che qualcuno tema di consegnare all’altro quelli che egli giudica segreti da custodire gelosamente… Sensazioni considerate sconvenienti, desideri inconfessabili o altro che possa minare l’unione basata su un "grande" amore … con i piedi d’argilla. 



l rapporto di coppia. Molte relazioni sono felici, solo all’inizio. Ma succede raramente che tutto proceda senza intoppi, mentre la vita e le situazioni si evolvono: la forza di un rapporto dipende dalla capacità di adattamento dei due partner. Non è possibile affermare di conoscere il proprio partner fino al momento in cui le circostanze esistenziali ci mettono a confronto con le nostre risorse sia personali sia di coppia. Inoltre, bisogna precisare che la coppia "tipica" non esiste. Ognuno di noi è caratterizzato da possibilità e debolezza particolari, e il successo della coppia dipende molto dalla nostra capacità di riconoscerle e di trovare una conseguente forma di adattamento.


ai formulare critiche o rimostranze in pubblico… si crea esclusivamente disagio, rancore e, soprattutto, quando si discute non coinvolgere o cercare alleanze esterne: amici, figli, colleghi, genitori… come sono decisamente deleteri i racconti smargiassi di conoscenti un po’ più scafati, che presentano le varie problematiche serie e conflittuali attraverso una prospettiva da vero macho … oppure in forma decisamente banale … alla larga da costoro!


 
spettarsi che il nostro partner incarni l’immagine che gli abbiamo attribuito provoca grandi tensioni nella coppia. La fragilità e la fallibilità umana restringono la possibilità di trovare un partner "perfetto" o di esserlo noi stessi. Se riusciremo ad amare senza condizioni, ad accettare le debolezze del nostro partner (ovviamente quelle non lesive) e a concentrarci sulle sue qualità, più probabilità avremo di risolvere qualsiasi problema. Costruire e nutrire un rapporto che duri tutta la vita richiede molta consapevolezza di sé o molto impegno. La capacità di dare e quella di ricevere, l’impegno di pervenire a equi compromessi, permetteranno di evitare sensi di colpa e risentimenti che potrebbero rovinare o distruggere il rapporto. Nessun rapporto, nemmeno il più felice, è privo di conflitti. E’ possibile risolverli più facilmente se si svilupperà una buona capacità di comunicazione.


er poterlo fare si deve primo di tutto stabilire una solida base di comunicazione con il partner. E’ importante sentirsi liberi di esprimere le proprie preoccupazioni personali nel momento in cui sorgono, prima che si trasformino in problemi davvero importanti. Cercare di sviluppare un modo di pensare non pessimistico e, soprattutto, guardare realisticamente la situazione in maniera lucida prima che le discussioni comincino. Discutere le cose con calma. Cercare di usare empatia, capire il punto di vista del partner, in modo da facilitare la possibilità di un compromesso ragionevole. Non è soltanto ciò che si dice che influenza la capacità di comunicare: il tono di voce, l’espressione del viso (mutismi e silenzi esagerati e colpevolizzanti), i gesti e i movimenti costituiscono segnali non verbali e indizi che rivelano i veri sentimenti. Stare attenti con una certa sensibilità ai segnali di questo tipo trasmessi dal partner ed esprimersi con chiarezza, in modo da incoraggiare la comunicazione. Quando i problemi sembrano insormontabili, bisogna sempre ricordare che si ha sempre la possibilità di scelta tra azioni ed atteggiamenti che possono facilitare la gestione della situazione.

Risultati immagini per fobie straneConfidenza, armonia, sintonia, essere sulla stesa lunghezza d’onda sono gli elementi indispensabili per una piacevole e creativa vita sessuale. L’atto sessuale è una miniera inesauribile di sensazioni piacevoli, che troppe volte si trascurano, per ignoranza delle basilari conoscenze fisiologiche, pigrizia ed egoismo.


uando la coppia "scoppia". Amare significa avere fiducia l’uno dell’altra, senza dubbi di sorta. Se si concretizza il "tradimento" vuol dire che l’amore quello spontaneo e naturale è un lontano ricordo, sostituito dalla noia e banalità quotidiana. Attenti, quindi, alla noia, è un nemico subdolo, che apparentemente sembra non creare danni. Al contrario è in grado di corrodere anche le unioni più tenaci. L’abbandono, la fine di una storia, è doloroso per entrambi i membri della coppia. C’è chi accusa il colpo, reagendo smodatamente, con pianti, accuse e ritorsioni. 


hi se ne fa una ragione, cercando, in qualche modo, di capire dove ha sbagliato. Prima o dopo, il tradimento è, per alcuni, un "demone" che farà la sua apparizione nella coppia - qualche volta solo nell’immaginazione - e saranno giorni dolorosi, per chi lo attiva e per chi lo subisce. Ma anche indubbiamente per l’innocente sospettato. E’ un classico fulmine a ciel sereno, una volta scoperto (o semplicemente inventato) sarà guerra aperta all’interno della coppia. Non sempre pero il tradimento è motivo di sofferenza e battaglia. Esso, oltre a segnalare un profondo disagio, può diventare una grande opportunità di crescere in quanto, a volte, permette di riscoprire un vero piacere ormai sopito all’interno del rapporto. In questo modo tale "violazione" può diventare una sorta di scossone che fa riflettere e stimola la messa in discussione e la ripresa di un rapporto piuttosto impantanato nelle abitudini e nella ripetitività. Questo ovviamente non deve essere interpretato come istigazione al tradimento. Prima, infatti, di sperimentare nuove forme di emozioni, non più vissute con il partner, varrebbe la pena di tirarle fuori da se stessi, se ovviamente ci sono ancora, privilegiando così il proprio benessere.

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ademecum, per vivere "meglio" Ognuno di noi è unico ed irripetibile per cui risulta fondamentale evitare di cambiare il carattere e le abitudini del partner (per i propri vantaggi: tranquillità, sicurezza, routine) perché se ciò avvenisse si creerebbe una sorta di annullamento e, quindi, inevitabilmente, un rapporto falso ed innaturale: si farebbe ciò che vuole l’altro non quello che si desidera veramente; quando si mette in atto un atteggiamento di repressione si sviluppa, nell’altro, un senso di profonda ostilità e rabbia per la frustrazione subita. La sessualità inoltre essendo comunicazione e creatività è un fenomeno che rende il rapporto più fluido e più vivace. Si crea nel cervello una tempesta biochimica che genera sensazioni piacevoli, uno stato di grande benessere (neurotrasmettitori: dopamina, noradrenalina). Perché tutto ciò si realizzi è necessario che la dimensione erotica sia in continua trasformazione ovvero allontanare da tale attività l’abitudine, gli schemi ripetitivi… non farsi avvolgere dal fantasma della noia e della routine. Il rapporto sessuale va essenzialmente dosato e gustato. Evitare i condizionamenti esterni. Impedire che gli amici o familiari "saccentoni", sempre pronti ad elargire consigli a buon mercato, mettano le mani sulle faccende personali; il pericolo maggiore è quello di vincolarsi a modi e schemi mentali altrui, che non sono assolutamente nostri.


gni individuo, essendo unico ed irripetibile, sa come comportarsi, gli altri invece cercheranno di proporre modelli di comportamento propri, a volte validi in certe situazioni per loro, ma che potrebbero risultare inapplicabili e non funzionanti per altri soggetti. Forse sarebbe più appropriato informare tali signori con questa frase: "Non sforzativi ad elargire preziosi consigli, so sbagliare anche da solo"! La noia e l’abitudine, come più volte sottolineato, sono i nemici più temibili del rapporto a due perché ovviamente determina un’atmosfera che rende monocolore l’esistenza ed appiattisce completamente l’esistenza, la sessualità, gli obiettivi e la comunicazione. Quando un partner inoltre diventa particolarmente prevedibile - tutto di lui/lei è scontato - ovvero non esiste più la ricerca del nuovo e la fantasia, il rapporto, non c’è bisogno che lo dica io, comincia a perdere i pezzi o, meglio, a vacillare. Anche quando non si scherza più e il sorriso si spegne, si rende arido e poco creativo il rapporto viene relegato in una palude affettiva e in una sorta di immobilismo sentimentale. Una giusta e sana competizione, in certi casi, è il sale della vita ma quando il rapporto diventa una battaglia senza quartiere, indicano che i partner stanno vivendo la coppia come un momento "distruttivo" e non affettivo. In questi casi l’individualità tende a primeggiare, perdendo completamente di vista il significato sociale dell’interazione e il valore fondamentale comune del rapporto.

Risultati immagini per viso di donnaI disturbi del desiderio sessuale sono particolarmente complessi e, soprattutto, di non facile soluzione quando sono determinati da conflitti di coppia: spesso uno dei partner si oppone al trattamento … 

la "salute" sessuale non si basa comunque sul numero di " battute" pelviche.

E’ necessario mantenere, sempre nel rispetto della vita di coppia, degli interessi, degli spazi che siano esclusivamente individuali soprattutto se essi erano momenti di felicità anche prima di incontrare il proprio partner. Se si fa il contrario, rinunciando ai propri interessi perché in tal modo si è convinti di rafforzare il rapporto, è un rapporto incerto e insicuro: si è sicuramente sulla strada sbagliata. E’ fondamentale inoltre avere fantasia, mettersi in gioco continuamente, evitare schemi erotici ripetitivi e sempre uguali. E’ l’eros che rende la coppia nuova (non prevedibile) e la trasforma continuamente in modo veramente creativo.


I problemi di coppia, in assenza di disturbi organici, rappresentano la causa principale del calo sessuale, sebbene possano contribuirvi molti altri fattori, tra cui l’età, la personalità. Nella coppia il calo, come già accennato, può esprimere anche altre difficoltà, per esempio la perdita dell’erotismo nei genitali, senza fantasia, gioco e curiosità (l’eccitazione, l’entusiasmo della novità; la fantasia del primo incontro, ad esempio, tiene in vita la sessualità mentre banalità, noiosità, il sempre uguale e la routine spengono completamente l’eros).


CONCLUDENDO


l vincolo coniugale è stato descritto, paradossalmente, come una istituzione in cui chiunque si trovi all’esterno pare voglia entrare e da cui chiunque si trovi all’interno vuole decisamente uscire. Tutti i rapporti si trasformano con il passare del tempo. I vantaggi che derivano dal rafforzare o salvare un matrimonio, qualora ci sia ancora qualcosa da dire, sono numerosi. Statisticamente pare che le persone sposate vivono più a lungo, trovano un importante sostegno emotivo e, quindi, hanno meno probabilità di soffrire di depressione o di ansia rispetto alle persone divorziate, separate o non sposate. La famiglia è un sistema, una società in miniatura, molto complesso. Come tutte le strutture complesse, una famiglia può sviluppare ogni tipo di complicazione. La dinamica del rapporto a due è intricata e anche nel caso in cui sia possibile individuare in una persona la causa di un problema o di un conflitto, tutti i membri che vivono sotto lo steso tetto ne soffrono. Le famiglie "disfunzionali", ovvero quelle famiglie in cui si osserva l’assenza di una comunicazione positiva e sincera hanno bisogno di più tempo per la soluzione dei propri problemi ma soprattutto di un sostegno emotivo qualificato per superare almeno i momenti difficili iniziali.




TTENZIONE, in ogni rapporto è fondamentale essere lucidi, in grado di fare una netta distinzione tra l’amore costruito su uno scambio spontaneo, libero, naturale, vero e maturo, e un legame fondato sull’attaccamento e la dipendenza …  RICORDA, l’attaccamento - alimentato sempre da un certo grado di falsa tranquillità e una fuorviante comodità - non è un legame ‘sano’ ma un crogiolarsi su antichi ricordi, un rassegnarsi alla volontà altrui, un abbandonarsi alla forza distruttrice dell’abitudine, un lasciarsi inghiottire da un senso di inutilità, una minaccia alla propria creatività più autentica; un legame che nella coppia porta sacrifici, rabbia, ribellione, solitudine, insoddisfazione e sofferenza … con la sua illusione di garantire protezione e conforto crea risentimento sordo, dipendenza e finte certezze, rende i gesti scontati, annulla i progetti, facilita i compromessi, trascura se stessi, ruba la voglia di vivere, uccide la vitalità, impedisce di sperimentare cose nuove, di cambiare, di evolvere, costringe a rimanere ancorati al palo, imprigionati ad eventi passati, CARICA il presente di fardelli minacciosi, ingombranti ed inutili.





L TEST DELLA COPPIA
. Sottoporsi a questa esperienza significa conoscere, con un buon margine di certezza, se la vita a due mette ansia, se il rapporto è soddisfacente e, soprattutto, in che misura tale rapporto viene vissuto spontaneamente, a proprio agio, oppure se è basato essenzialmente su disturbi parassiti personali. Conoscere tale fenomeno, senza giudizi di valore, se è un rapporto soddisfacente o basato sulla difensiva, permette di mettere a fuoco tutti quegli atteggiamenti che ostacolano la stupenda avventura della vita di coppia. In tal modo è possibile, individuando le aree di maggiore conflittualità e valutando attentamente se esistono ancora i presupposti affettivi, rendere il rapporto - con strategie terapeutiche più appropriate - decisamente più vivo, eccitante e frizzante. 

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Non farti MAI influenzare da chi  vuole spegnere la tua vita, da chi vuole bloccare la tua voglia di vivere, da chi cerca di ostacolare la tua vera natura … fai attenzione ai loro TRUCCHI, alla loro INVADENZA - non aprire le porte alle personalità “estrose”, eccessivamente gentili ed assecondanti, ai perfetti incantatori di serpenti, ai MANIPOLATORI - non cadere nella loro trappola perché ti sfruttano, ti usano, ti obbligano a fare la “crocerossina”, ti mettono fuori gioco, ti confondono, ti fanno perdere la capacità nitida, lucida e serena di valutazione, ti sfiniscono, ti indeboliscono, ti succhiano completamente tutte le energie vitali, ti fanno sentire in colpa, ti convincono che senza di loro non fai molta strada: sei sempre un partner mignon, insicuro e bisognoso di cure … con la scusa di aiutarti e proteggerti ti ingabbiano, ti annullano: smantellano idee e progetti, creano dipendenza, rendono schiavi … prendi le distanze, ALLONTANATI, perché il loro punto “forza” si basa sul ricatto affettivo, in mano a loro diventi vulnerabile, ti convincono che vali poco senza la loro presenza, chiedono sacrifici inutili  e ti fanno AMMALARE! … è facile riconoscerli o smascherarli: appaiono pieni di sogni grandiosi e con grandi idee immaginarie, si presentano come superiori e altruisti, sono bravissimi ad illudere e “alleggerire” la vita pesante dell’interlocutore, molti, nel tempo, diventano potenti parassiti, sono astuti nel convincere, chi è al loro fianco, che è difettoso, altri, invece, sono dei veri campioni nel sedurre con mille lusinghe e infinite strategie fantasiose, bizzarre e inutili. 


na cosa è certa, sono bravissimi nell’individuare i punti deboli e amplificare le difficoltà altrui, usano gli altri per diventare più forti, sono davvero maestri nel compensare qualche estemporaneo vuoto emotivo;  se presti attenzione ti accorgi che il rapporto con loro è il peggior incubo della tua vita: sono noiosi, fastidiosi, invadenti, pedanti e soffocanti, alimentano continuamente rabbia e disagio, esasperano con il loro “saper tutto”  esci da questo MALEFICIO, rompi questo INCANTESIMO infantile, rispolverando gli aspetti piacevoli della tua vita, risvegliando la tua emotività, dando spazio alla tua autonomia, alle tue  scelte, ai tuoi entusiasmi, alle tue passioni e alle tue decisioni, SOLO così puoi delimitare il tuo territorio : all’inizio sarà faticoso ma pian piano, aumentando l’autostima e la tua sicurezza, non sarai più in balia di illusionisti ed oppressori che si rinforzano solo quando hanno una platea di fronte, finalmente allontanerai dal tuo raggio d’azione parassiti e “vampiri” emotivi, potrai sconfiggere questi stani personaggi che, anch’essi, purtroppo, per sopravvivere sono costretti a recitare questa “farsa” … solo così, tornando in possesso delle tue energie profonde e risorse più autentiche, sarai immune dalla loro influenza malefica, potrai uscire da questi labirinti, ragnatele e rapporti veramente malsani, eviterai sofferenze inutili e, soprattutto, cosa più importante MALATTIE  invalidanti.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

venerdì 14 novembre 2014

-DEPRESSIONE. Il male oscuro.

DEPRESSIONE … il male oscuro

Risultati immagini per depressione nei dipinti



on la parola depressione si intende, nell’uso comune, quel particolare stato dell’umore che con varie sfumature è detto anche tristezza, abbattimento, sconforto e disperazione. Essa è senza alcun dubbio un fenomeno universale e profondamente umano. Ogni individuo, in qualche momento della sua vita, dall’infanzia fino all’età più avanzata, può sentirsi triste, privo di slancio, incapace di provare piacere, portato a ritirarsi dai rapporti interpersonali. Questo particolare stato d’animo penoso può durare un tempo breve, spesso solo poche ore, quando tale situazione si dissolve, la persona incredibilmente si sente sollevata e avverte uno stato euforico. Quando siamo depressi tendiamo a darci tanto da fare senza concludere assolutamente nulla, posiamo molte ore seduti, fissando il vuoto: siamo stanchi, abbiamo voglia di dormire, non reagiamo alle sollecitazioni dell’ambiente esterno; non notiamo le cose che ci circondano. Agiamo come se il nostro corpo fosse anestetizzato. 


uò capitare a tutti, comunque, sporadicamente di sentirsi di umore triste, abbattuti e svogliati e non sapere il perché. Molto spesso però si è depressi per qualche motivo: la separazione da una persona cara, un insuccesso scolastico o professionale, la perdita del posto di lavoro, il distacco da un luogo familiare, la perdita della stima di se stessi, la perdita del ruolo sociale, il fallimento di un progetto che da tempo si è perseguitato. Tutti questi sono avvenimenti che provocano quella reazione che il linguaggio comune chiama dolore, tristezza, avvilimento e un profondo dispiacere. La solidarietà degli altri o la partecipazione alla vita sociale aiutano a superare più attivamente questi drammatici momenti. In genere chi ha una maggiore ricchezza di interessi nella vita riesce a trovare con maggiore facilità un compenso e a riprendersi più velocemente. Nell’epoca attuale la sofferenza depressiva è estremamente diffusa. Non sempre, fortunatamente, raggiunge le forme della depressione grave, si manifesta come disagio, malessere, incapacità di provare gioia: diventiamo apatici e indolenti, siamo incapaci di fare le cose elementari di cui ci rallegriamo. 


iamo sempre tristi e scoraggiati, ci mettiamo  persino a gridare senza motivo. Privarci continuamente di ogni cosa ci deprime. Possiamo sentirci tagliati fuori dalla possibilità di una soddisfazione, e più ci sentiamo calpestati meno facciamo per ottenerla. La noia che spesso è confusa con la fatica, conduce alla depressione. Presi da una trama di inattività e di noia, cominciamo a sentire che la vita sta passando su di noi. Prestiamo meno attenzione alle cose perché, nella nostra attività sempre uguale, si richiede meno attenzione. Cominciamo a perdere di vista ciò che potrebbe darci il sentimento di soddisfazione: e così la nostra depressione aumenta. Per individuare e comprendere questo quadro clinico è consigliabile prendere familiarità con alcuni elementi psichici, psicomotori e psicosomatici, di seguito elencati, connessi con tale malessere. Sintomi psichici: umore depresso, indecisione, inibizione del pensiero, apatia o irrequietezza, ansia, ideazione depressiva, perdita dei sentimenti, vuoti interiori. Sintomi psicomotori: inibizione psicomotoria (ipocinesi, ipomimia, inibizione dell’espressione vocale); oppure agitazione psicomotoria (irrequietezza fisica, comportamento coatto, attività non necessaria). Sintomi psicosomatici: perdita di vitalità (astenia, immobilismo); disturbi vegetativi in senso stretto (vertigini, aritmia cardiaca, bocca asciutta, stipsi, disturbi respiratori); disturbi vegetativi in senso ampio (disturbi del sonno, sensazioni dolorose, di pressione e di freddo, perdita dell’appetito, perdita di peso, disturbi mestruali, impotenza).


hi soffre di questi malesseri, inoltre, è tormentato continuamente da forti sensi di colpa (la sensazione di aver commesso qualcosa di grave o di sbagliato), si rimprovera costantemente di qualcosa e cerca continuamente di “rimettere” a posto tutte le cose (vive nel passato ed è incapace di futurizzarsi). In esso l’aggressività non è rivolta all’esterno, bensì verso se stesso. Il depresso, quindi, cerca di evitare tutto ciò di cui non ha l’approvazione generale e nasconde di conseguenza i propri impulsi aggressivi attraverso una condotta “impeccabile”. Esiste, inoltre, in questo disagio un problema invalidante: quello della responsabilità. La paura di assumersi delle responsabilità (non nel senso del merito o punizione, fortuna o sfortuna, giustizia ed ingiustizia, oppure della colpa, ma semplicemente di agire liberamente, di poter scegliere e decidere in maniera autonoma) si manifesta in particolar modo quando deve affrontare una nuova fase della propria vita. Tutto ciò crea dipendenza: devono inevitabilmente appoggiarsi su altre persone. Nel disagio depressivo si è profondamente dipendenti. 


uando costruiamo la nostra stima e la nostra sicurezza su dei riferimenti esterni (famiglia, lavoro, partner, ecc.) diventa particolarmente facile sperimentare esperienze depressive quando tutto ciò viene a mancare o viene modificato.  Perché il nostro senso di fallimento, la perdita di qualcuno o di qualcosa deve affliggerci così tanto? Perché non l’indifferenza o l’ira? Perché la perdita reale è la perdita di qualcosa dentro di noi, piuttosto che qualcosa intorno a noi. Una persona illustre scrisse “chi mi ruba la borsa ruba una sciocchezza, ma chi mi priva del mio nome fa qualcosa di molto spiacevole”. Ciò è quanto accade nella depressione. La perdita reale è quella della stima di se stessi. Con la perdita del denaro, del prestigio o di una opportunità, o in ogni caso in cui venga a mancare qualcosa di importante, ci sentiamo meno adeguati. Con la perdita di una persona cara, un’importante parte di noi se ne va a causa della nostra identificazione con quella persona. Il guaio sta nel fatto che la nostra depressione spesso è sproporzionata alla perdita che ci sembra di subire. Ciò induce a credere fermamente che la stima che avevamo di noi stessi, purtroppo, non era ben radicata. 


osa fare. Un rimedio immediato e utile è quello di eliminare i due maggiori fattori che ci rendono “predisposti” alla depressione, cioè il senso di privazione continua e il senso di colpa, di cui a volte non siamo consapevoli e che abbassano la stima di noi stessi. La prima cosa che possiamo fare è quella di impegnarsi per rimanere in buona salute fisica: il malessere fisico produce depressione. Conservarsi in buona salute richiede una corretta alimentazione e, soprattutto, un’attività fisica non necessariamente pesante, ma piuttosto continuativa e regolare: passeggiare, salire le scale, fare flessione, prendere lezioni di ballo, insomma, ogni cosa che implica l’uso attivo del nostro corpo (attraverso il movimento vengono attivate le endorfine: gli ormoni che hanno la funzione di sollevare l’umore e alleviare il dolore). Siamo in grado di “evitare” la depressione anche riconoscendo il valore della varietà. Se facciamo qualcosa in continuazione, la monotonia tende a tirarci giù di morale.

Risultati immagini per depressione nei dipintiMaggiore è la monotonia minore sono le richieste di attenzione. La prima legge dell’attenzione è il movimento. Ogni cambiamento allontana dalla monotonia, dalla noia. E’ importante introdurre qualcosa di diverso nella propria vita il più spesso possibile. E’ bene ricordare, inoltre, che una delle caratteristiche principali della depressione  è il non avere speranze. Dobbiamo fare piani a lungo e breve termine: possiamo progettare un viaggio anche se non abbiamo molte speranze di riuscire a farlo. Alla fine magari ci si rallegra semplicemente a leggere cose curiose sui diversi paesi che volevamo visitare. Ogni cosa che facciamo per migliorare la nostra abilità di andare d’accordo con la gente ci aiuta a prevenire la depressione perché diminuisce la nostra ostilità e il nostro senso di colpa.. la migliore via per migliorare la propria capacità di andare d’accordo con la gente è di partire dal principio che ciascuno ha qualcosa da offrire ed è compito nostro trovare che cosa ha di “speciale”. Un modo di sicuro successo per introdursi in ogni situazione sociale è di ascoltare gli altri. Se ascoltiamo attentamente una persona sufficientemente a lungo, essa ci dirà, e ogni altro cui capiti la stessa cosa, quanto siamo intelligenti e che contenuti interessanti manifestiamo. Il fatto è che impariamo dalle altre persone, anche dalle persone noiose. Ascoltare ci aiuta a mantenere flessibile il nostro punto di vista personale. 


e siamo scivolati in un momento di pessimismo non sprechiamo energie inutilmente: l’importante è abituarsi a compiere, al mattino, una piccola operazione che porti luce nella nostra giornata. Come è stato sottolineato più volte, tristezza, malinconia, senso di solitudine e stanchezza sono gli stati d’animo che più caratterizzano i periodi depressivi che spesso esprimono un bisogno di riflessione e di ripiegamento interiore. E’ come se l’individuo sentisse la necessità di fermarsi un attimo, cercando di raccogliere così l’energia per prepararsi allo slancio necessario per affrontare un momento di crescita e di cambiamento. Quando però la scarsa vitalità e la tendenza a lasciarsi trascinare dagli eventi si presentano costantemente, per lunghi periodi di tempo e senza alcuna motivazione apparente, ci troviamo di fronte a un campanello d’allarme da non sottovalutare. Sono questi i casi in cui si può parlare più precisamente di depressione, che può anche manifestarsi attraverso il corpo, ad esempio con disturbi infiammatori a carico dell’apparato respiratorio, alterati comportamenti alimentari, disturbi sessuali e turbe del sonno.
 
Se soffri non rimandare,
non rinviare un affettuoso e genuino sostegno: 
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente!
… altrimenti puoi cronicizzate e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.

RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.


RICORDA, se non affronti i conflitti perché temi di perdere l’armonia, se inibisci continuamente l’aggressività perché ami i rapporti ‘troppo’ sereni, se continui a tacere e a sopportare ogni cosa per il quieto vivere “rischi” di inciampare nella depressione.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
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