venerdì 27 marzo 2015

-ANSIA. Accompagnare il flusso degli eventi

ADATTAMENTO …  ovvero accompagnare il flusso degli eventi


Risultati immagini per adattamento nei dipinti

ell’accezione più generale, indica il processo attraverso cui una persona stabilisce un rapporto di equilibrio psicofisico, non forzato, con il proprio ambiente. Implica la capacità di autoregolazione di vissuti emotivi, di riconoscere gli ambiti più vantaggiosi e le modalità meno dolorose, per sé e per gli altri. Nella vita accadono, a volte, cose veramente impensabili (incidenti, licenziamenti, divorzi, bancarotta, delusioni, malattie, infortuni). Tutte queste esperienze mettono duramente alla prova chiunque le sperimenta. Di fronte a tali situazioni ogni individuo reagisce sempre secondo il suo bagaglio emotivo e in base alla sua personalità: può diventare triste, ansioso, depresso, crollare e non essere più in grado di affrontare le elementari incombenze della vita quotidiana oppure riprendersi come se nulla fosse accaduto. Molte altre persone, invece, particolarmente vulnerabili, trovano insostenibili anche problemi futili, banali e di minore entità. Questi individui non essendo in grado di adattarsi restano profondamente turbati e sono ostacolati nello svolgere addirittura le abituali attività della vita d’ogni giorno. La chiave per comprendere questa modalità reattiva non sta tanto nella natura del fenomeno stressante, quanto nel modo in cui gli individui reagiscono alle varie richieste della vita. Questa difficoltà ad adattarsi in maniera adeguata ai vari rapporti (anche relazionali) viene chiamata “Disturbo dell’adattamento”. 

er fare una diagnosi di “Disturbo di adattamento” la reazione negativa a una situazione stressante  deve sempre essere esagerata  e prolungata nel tempo; interferisce con la capacità di lavorare, di studiare, sviluppare rapporti soddisfacenti con gli altri o svolgere attività sociali significative. Ogni persona comunque può avere una certa difficoltà di adattabilità in particolari situazioni critiche della propria vita, ma è anche vero che si può essere molto più vulnerabili in determinati momenti esistenziali (esordisce più facilmente), per esempio quando ci si sposa, si va in pensione, la nascita di un figlio, la perdita del lavoro (situazioni evolutive che richiedono un adattamento radicale e veloce). Anche l’età, il sesso e le condizione di benessere psicosomatico hanno un ruolo importante. Gli adolescenti, molto più vulnerabili ai problemi che si protraggono, tendono ad esprimere le difficoltà di adattabilità attraverso atti di vandalismo e piccoli furti, marinando la scuola e, cosa molto più grave se non interpretata e gestita correttamente, assumendo comportamenti  antisociali decisamente pericolosi per loro e gli altri; se non ricevono un supporto adeguato molti adolescenti continuano a lottare contro vari problemi personali e, in certi casi, con disturbi mentali seri. 

li adulti invece che presentano tale malessere hanno maggiori probabilità di sviluppare un quadro clinico depressivo e ansiogeno (tra gli anziani si registra un aumento del rischio di suicidio). Tutte le reazioni manifestate nei confronti dell’agente stressante sono comprensibili per un breve periodo di tempo (casi passeggeri). Se diventano particolarmente intense e devastanti, durano per un periodo eccessivo da provocare un’indubbia sofferenza emotiva oppure interferiscono con lo svolgimento delle abituali attività quotidiane, è opportuno chiedere il sostegno di uno specialista. Gli stati emotive connessi al fenomeno di adattabilità possono variare da persona a persona (ansia, depressione, manifestazioni di sintomi fisici, comportamenti violenti, dipendenze: alcol, droga, ecc.). Nelle situazioni in cui l’ansia rappresenti il problema dominante, le persone con problemi di adattabilità si preoccupano, si sentono particolarmente nervose e inquiete quasi costantemente. Quando tale disturbo è accompagnato da tratti depressivi  (misto d’ansia e depressione)  predominano sentimenti - da non sottovalutare mai perché persistenti, penosi, dolorosi e autodistruttivi - di tristezza, senso di impotenza, disperazione e frequenti pianti copiosi. E’ importante, quindi, identificare e curare tale disturbo perché può consolidarsi e portare a disturbi mentali abbastanza significativi (non funziona purtroppo quel famoso ritornello “Tanto il tempo sistemerà tutto” oppure “Il tempo allevia tutte le sofferenze del mondo”!). 

Risultati immagini per adattamento nei dipintiCOSA FARE. Il trattamento di questo disturbo, è rivolto a contenere, arginare e alleviare la sintomatologia. Attraverso tale approccio si incoraggia il paziente a prendere coscienza dell’atteggiamento catastrofico e a considerarlo realisticamente (metterlo nella giusta prospettiva), cioè un’irrazionale drammatizzazione che ostacola il futuro e complica solo una situazione già difficile. Le tecniche di rilassamento e di ipnosi si rivelano particolarmente utili. Una buona salute psicosomatica, oltre a favorire una buona energia e prevenire i problemi, può potenziare sia la salute fisica sia la salute mentale. Tali strategie terapeutiche, perché funzionino, non devono essere attivate nei momenti di crisi o di sofferenza acuta, ma realizzate, giorno dopo giorno, in maniera continuativa, con impegno e costanza.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.476055 - 349.1050551 –  0532.476055 
E mail: bonipozzi@libero.it

domenica 22 marzo 2015

-COPPIA. Erotismo meglio del viagra.


EROTISMO  …  meglio del viagra.

Risultati immagini per erotismo nei dipinti


n buon rapporto con la sessualità è sempre garanzia di salute e di felicità: cura ogni malessere e allunga la vita. Vivere con naturalezza la dimensione erotica, senza nessuna forzatura, fa diminuire i livelli d’ansia, alza il tono dell’umore e combatte l’insonnia; uno tsunami che inonda di benessere l’intero psicosoma. Quando nella corteccia cerebrale (ipotalamo) si forma una potente immagine erotica, immediatamente, si diffondono, a cascata, dei salutari e potenti mediatori chimici in tutto l’organismo. Tutte le funzioni vitali del corpo, infatti, attraverso l’onda eccitatoria, sono coinvolte in maniera positiva, prevenendo in tal modo svariate patologie. Da questo stato di eccitazione cuore, pelle, reni, polmoni e ossa ne traggono giovamento tanto da consentirci di affermare che l’erotismo, rallentando l’orologio biologico, è un formidabile lasciapassare per la salute, un potente controveleno per la noia, l’apatia e malesseri vari: apre la via alla longevità. 


Se le “molecole dell’amore” fluiscono liberamente, senza luoghi comuni, sforzi, blocchi e inibizioni, il sistema immunitario si rinforza e il sangue si rigenera: ci si ammala di meno e si vive meglio. E’ molto comune, infatti, nella pratica clinica, trovare collegamenti tra patologie e rapporti disturbati con la sfera erotico - sessuale. In realtà, la vita, per chi ama, si fa più lunga perché la carica erotica incrementa la produzione di neurotrasmettitori (dopamina, endorfine, serotonina) i quali, oltre ad acquietare mente e corpo, combattono stress e i suoi risvolti negativi sulla salute (garanzia di benessere). Senza questa energia e questa singolare guardia del corpo la vita sfiorisce, viene azzerata la  vitalità, le giornate girano a vuoto, si colorano di grigio, diventano opache, trascorrono senza senso: la freschezza mentale si spegne, la lucidità si intorpidisce e la creatività svanisce. Una forza che se viene mossa da sentimenti di dolcezza e di tenerezza trasforma davvero le persone: si diventa euforici, aperti, disponibili, carichi di energia, forti, ottimisti … cancella l’ombrosità e fa perdere la testa: una perfetta fusione tra felicità e salute. 

e però tale vissuto emotivo viene trascurato, si esce dal vortice benefico della vita, si diventa improvvisamente depressi e, soprattutto, si ricorre, per sentirsi carichi e vitali, a surrogati come cibo spazzatura e stimolanti a dir poco nocivi (meccanismi compensatori superficiali). Se la sessualità abdica, la gola si impossessa della situazione rendendo il soggetto completamento schiavo dal cibo (chi è innamorato si dimentica di mangiare). Sono le forzature, le pressioni, le prestazioni impossibili, i confronti temuti, il sentirsi sempre sotto esame, i dubbi, l’insicurezza, l’atteggiamento mentale perdente, gli scrupoli, il timore di non riuscire, le inibizioni che, agendo sull’ipotalamo, creano impotenza, disturbi, sofferenza nel corpo e nella mente; un termometro che segnala non solo lo stato di salute della coppia ma anche eventuali problematiche individuali e relazionali. Sono gli l’atteggiamenti mentali errati che frenano o bloccano, fanno seccare l’istinto, il desiderio… spengono o ravvivano la fiamma della passione. 

Risultati immagini per erotismo nei dipintiSi può dire, quindi, senza timore di smentita, che sono le immagine forti, distorte, sbagliate, attivate nella massa cerebrale che, disorientando e spaventando, creano disfunzioni e impotenza. Ripristinare, pertanto, una funzionalità attraverso un sofisticato “propellente chimico”, oltre delegare e mettere in mano ad “altri” il timone dell’esistenza, spegne la carica vitale, il senso naturale della vita, la vera intimità fatta di emozioni, di gioco e di sensazioni. L’eros si accende col nuovo, la fantasia, il mistero, l’imprevisto, la vivacità, si spegne, invece, con il vecchio, l’abitudine, la tristezza, il banale. La via maestra, per tale risveglio, è sempre quella dei sensi: la vista eccita, il profumo inebria e il contatto elettrizza… questa è la vera pillola. L’atmosfera erotica, infatti, in assenza di evidenti fatti organici (diabete, disturbi vascolari, infezioni, malformazioni) apre al nuovo, alla creatività, risveglia i sensi assopiti, stimola e fa riesumare gesti antichi, dimenticati, perduti nel tempo (corteggiamento, innamoramento).

 volte la felicità sessuale svanisce, non perché si è impotenti, ma per motivi più semplici e naturali: un rapporto spento, logorato da snervanti abitudini coniugali, una relazione sbagliata, una sessualità a “comando”, con poca fantasia, stanca, senza preliminari, che non soddisfa più, che si trascina da tempo, caratterizzata solo da obblighi, doveri e da rigida programmazione… questi sono i veri nemici dell’eros. Si inciampa sulla chimica, infatti, quando l’eros è annoiato, non si ride più se non forzatamente, il desiderio si trova in una fase calante per la solita routine (sempre le stesse cose, gli stessi gesti, luoghi comuni, momenti sempre uguali), ci si sente fuori posto, non più coinvolti …  tutto si riduce a un mero atto meccanico. 

Risultati immagini per erotismo nei dipintiCOSA FARE. La prima cosa da fare è verificare che non ci sia un danno organico. La seconda mossa è chiedersi, magari con l’aiuto di uno specialista, se dietro a un calo di desiderio non esistano stati ansiosi e depressivi da tempo irrisolti. Poi, sempre con persone qualificate, riattivare l’energia vitale, mettere in atto quelle metodiche terapeutiche psicosomatiche, rivolte a risvegliare la spontaneità, riscoprire il mistero, facilitare l’improvvisazione, stimolare la creatività, riaccendere la fantasia; favorire autenticità, libertà e autonomia… dare spazio alla passione, alla vera e inconfondibile unicità erotica.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.329012 
E mail: bonipozzi@libero.it


giovedì 19 marzo 2015

- DEPRESSIONE. Quando un figlio ...



Quando il FIGLIO ha un disturbo depressivo

Risultati immagini per figlio depresso


na credenza piuttosto diffusa tra gli adulti, naturalmente erronea, è che l’adolescenza sia un mondo incantato, fiabesco, al riparo dalle insidie, in cui  regna la felicità più assoluta. Purtroppo le sfide tipiche di questo periodo evolutivo - gestire e imparare a controllare i propri impulsi, apprendere infinite norme elementari di vita, separarsi dai genitori, diventare autonomi, sviluppare rapporti interpersonali - non sono facili e qualsiasi adolescente, nel gestire questi momenti critici, può manifestare sofferenza e problemi comportamentali significativi (apatia, iperattività, distraibilità, irregolarità, timidezza, ostinazione, sensibilità). La tempestività nell’individuare tali difficoltà e, quindi, un trattamento appropriato è, come per l’adulto, fondamentale nel prevenire complicazioni future e nel supportare l’adolescente nel suo percorso difficile verso l’età adulta; come negli adulti anche nei giovani un trattamento adeguato migliora il decorso. Nei bambini i tratti depressivi possono interferire con lo sviluppo della personalità e l’acquisizione delle abilità sociali fondamentali. Gli eventi negativi e la profonda sofferenza in giovane età sono in grado di influire sull’autostima, sul concetto di sé in modo tale da rendere l’adolescente più vulnerabile nei confronti della depressione per tutta la vita. 


er i genitori e gli educatori, spesso, se non hanno un’esperienza e una conoscenza diretta del fenomeno, risulta difficile collocare la sintomatologia in un preciso periodo evolutivo oppure attribuirla ad un tratto depressivo patologico. Come capita agli adulti, anche gli adolescenti non sono immuni a sbalzi d’umore. Benché alcuni sintomi depressivi, come ad esempio sentirsi tristi, malinconici e giù di morale, siano piuttosto comuni nei giovani, il vero quadro clinico depressivo è più intenso, più persistente, decisamente più invalidante e, senza dubbio, molto più grave. Questa condizione clinica ha sue modalità espressive specifiche in base all’età evolutiva: un bambino della scuola materna può perdere interesse per l’attività ludica, diventare apatico e piangere con estrema facilità, un alunno della scuola elementare può isolarsi dai familiari e dagli amici, avere difficoltà scolastiche, essere sempre triste e demoralizzato; l’adolescente, invece è scontroso e polemico con gli adulti in genere (insegnanti, genitori), rifiuta responsabilità e compiti scolastici, trascura amicizie, diserta gli sport o altre attività che prediligeva. 


ra i più piccoli, i più significativi campanelli d’allarme che preannunciano i tratti depressivi sono gli eventi negativi della vita, quali il divorzio dei genitori, deprivazioni, violenze e lutti. Mentre tra i ragazzi più grandi esiste una diversa vulnerabilità altrettanto importante: quale la capacità cognitiva di gestire ed interpretare autonomamente ciò che accade. I soggetti che tendono a colpevolizzarsi perché si ritengono stupidi (collegano il proprio profitto scolastico non all’impegno scarso ma sempre alla loro mediocre capacità, anche quando hanno un’intelligenza molto profonda) o quelli pessimisti, convinti che il futuro riserverà loro solo esperienze negative, sono destinati a sviluppare depressione. Questi soggetti, a prescindere dall’età, sono particolarmente irritabili ed estremamente autocritici. Come avviene nel mondo degli adulti, le cause depressive nei giovani sono complesse e, soprattutto, ci sono fattori diversi che esercitano una certa influenza a seconda dell’età. A volte tale disagio si manifesta in seguito a uno stress prolungato, di estrema gravità o a una perdita traumatica, esperienze che non lasciano scampo, portano a profondi sentimenti di impotenza e disperazione. 

Risultati immagini per figlio depressoLa depressione si sviluppa comunque in coloro che, sin dalla più tenera età, sono stati sotto la dipendenza degli altri; in essi predominano i successi facili perché sono sempre sotto la completa protezione di figure di riferimento. E’ un insieme di sentimenti di tristezza, disperazione, perdita nel vero senso della parola del gusto di vivere.  I depressi tentano sempre di appoggiarsi agli altri e di forzarli a sottomettersi a loro, facendo delle allusioni esagerate riguardanti la loro personale incapacità.  E’ il caso di chiedere un aiuto qualificato per il ragazzo quando sono presenti, in maniera continuativa, i seguenti atteggiamenti o comportamenti: non ha più nessun interesse per le cose che un tempo preferiva, è sempre triste, demoralizzato, annoiato e irritabile, il peso corporeo è altalenante, agitato e irrequieto, si isola, il profitto a scuola è scadente, si finge malato per non andare a scuola o a qualche attività sportiva, polemizza su tutto, piange spesso per cose futili, dorme molto più del solito e si alza stanco, manifesta frequentemente sentimenti di disperazione. 

a psicoterapia individuale rappresenta il trattamento principale della depressione nei bambini e negli adolescenti. Tale metodica terapeutica mantiene un ruolo fondamentale nell’ambito della cura non solo perché aiuta i giovani ad affrontare le eventuali problematiche psicologiche che hanno contribuito a determinare la depressione, ma anche perché insegna loro ad elaborare varie strategie per far fronte al malessere in maniera efficace. Il segreto principale in questa sofferenza e in queste dinamiche conflittuali, è che lasciarsi andare passivamente agli eventi della vita non è necessario sforzarsi, ma per riprendere il comando, per risollevarsi ci vuole invece molto impegno: questa è la differenza essenziale fra vivere e sopravvivere.
RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

giovedì 12 marzo 2015

-COPPIA. Ecco come riaccendere il desiderio.


COPPIA  ecco come riaccendere il desiderio


Risultati immagini per erotismo nei dipinti


l desiderio sessuale non ha età, è un’energia vitale e multiforme che accompagna l’essere umano per tutto l’arco della vita. Il ruolo principale dell’eros non è solo quello di sentirsi belli, attraenti e interessanti per gli altri, ma anche quello di sviluppare una adeguata autostima: una perfetta fusione tra felicità e salute. Da sempre, però, le lamentele sono onnipresenti, compaiono sulla scena in maniera spesso silente, e rivestono diverse forme. L’erotismo e l’amore fisico col tempo possono perdere una certa intensità e interesse: una sessualità che si impoverisce gradatamente. I giochi erotici, man mano che passa il tempo, se persistono, diventano stereotipati e privi di emozioni. Con quella macchina sessuale tutto sarebbe possibile, ma il poco entusiasmo, la prevedibilità, la profonda svogliatezza e la scarsa voglia conducono i partner, il più delle volte, a cancellare la sessualità dal quotidiano. In questo modo l’eros rischia di perdersi e spegnersi completamente. 


er  riprendersi la gioia della felicità e godere dei suoi benefici - ovviamente senza insegnare niente a nessuno perché la vita sessuale si basa sempre su esperienze individuali che sfuggono completamente alla razionalità - occorre risvegliare la propria “natura”, ovvero quel mondo erotico soggettivo che abita dentro ogni persona (fantasia, magia erotica, immagini, suggestioni, mistero, desiderio). Se sotto la cenere cova ancora il fuoco passionale, per risvegliare l’eros assopito e ribaltare alcuni comportamenti soffocanti, non sono necessari grandi interventi ma piccoli e semplici aggiustamenti quotidiani. Un’attività sessuale povere o insoddisfacente non favorisce solo una vita infelice ma è un sintomo importante di malessere generale. Se la sessualità è stanca e demotivata, vuol dire semplicemente che l’energia vitale è in riserva, che l’eros non fa più “perdere la testa” e che non si è più in sintonia con il corpo (attraverso il corpo si sperimenta il piacere ma la mente può ostacolarlo).



no dei fattori che spegne lentamente la fiamma del desiderio è l’eccesso di familiarità. A forza di condividere ogni cosa, di non avere nemmeno un piccolo segreto, porta dritti a un rapporto simile a quello tra fratelli: finisce per diventare in qualche modo troppo “familiare”. Il segreto dell’attrazione e dell’erotismo è invece quello di vedere l’altro con occhi diversi: creare un’atmosfera fantasiosa e passionale. Anche l’assenza di conflitti e di litigi, spesso, non è indice di unione felice. Tale fenomeno, contrariamente a quello che si pensa, segnala la mancanza di intimità e, soprattutto, di coinvolgimento. 


rancori e i malumori, sempre presenti in qualsiasi menage, se esteriorizzati in tempo reale, permettono di chiarire i rapporti di coppia e di conseguenza, le ripicche espresse, difficilmente  tengono a distanza il partner sotto le lenzuola. Non è raro, infatti, che dopo un’animata discussione scatti una profonda eccitazione sessuale, libera, spontanea ed intensa. Un altro atteggiamento sbagliato, che potrebbe portare dritti a spegnere l’eros senza accorgersene, è proprio quello di ripetere e inseguire i rituali fissi. Gesti che accompagnano sempre svogliatezza e tolgono all’atto tutte le magie erotiche: lo stesso giorno, la stessa atmosfera, lo stesso abbigliamento, lo stesso ambiente e luogo. Tutto ciò può essere rassicurante per chi non vede di buon occhio la sessualità, ma l’abitudine rende il sesso piatto, privo di mistero, di fantasia e di spontaneità; in breve, sacrifica il vero piacere per un immagine troppo controllata e ripetitiva. Non essere mai se stessi, seguire dei ruoli ideali, delle mode porta inevitabilmente a snaturare la carica erotica. Assecondare continuamente il partner ed elargire eccessivamente una finta generosità fa covare un  profondo sentimento di ostilità. Ogni cosa deve essere condivisa perché in amore i troppi “sacrifici” portano a insoddisfazione e a insanabili conflitti


roprio perché la perfetta sintonia è irraggiungibile tra i due partner, l’atto della mediazione risulta fondamentale per la serenità della coppia. Tale intesa, tuttavia, non deve creare squilibri che soffocano spontaneità e desideri: se non si condividono certe fantasie bisogna imparare a dire di no. Spesso è radicata la convinzione, soprattutto nel maschio, che la sessualità  coincida e si esaurisca con la penetrazione. Niente di più sbagliato, l’eccitazione è molto più complessa. L’eros è un qualcosa di fenomenale, coinvolge tutti i sensi, scatta per sottili stimoli sublimali e amplifica tutte le sensazione: carezze, attesa, immaginazione, fantasia, complicità e giochi di sguardi preparano il terreno al massimo piacere. Un altro ostacolo è la pudicizia e la vergogna nei confronti del partner (timori di avere difetti fisici, chiusura verso toccamenti e atti). In questo caso è indispensabile ristabilire una buona confidenza col proprio corpo perché questi sentimenti oltre a costringere il soggetto a privarsi di alcune naturali e benefiche pratiche erotiche, segnalano una forma di inibizione invalidante che nasce da un profondo giudizio morale.


Risultati immagini per erotismo nei dipintiGiunti al termine, si può affermare, senza timore di smentita, che il sesso arricchisce e fa star bene. Questo è fondamentale per sentirsi realizzati, non solo nella coppia ma anche come individuo. Godere appieno la vita significa poter vivere l’orgasmo. Chi vive l’amore, sesso compreso, è più sereno (non ha mal di testa, come si diceva un tempo!), sa gioire dei propri successi e, perché no, anche di quelli altrui, vede le cose sotto un aspetto creativo ed evolutivo. Il sesso è un mezzo di incontro. Non si tratta semplicemente di toccare l’altro o di guardarlo, sentire l’odore e il caldo della sua pelle, scoprirne le forme nascoste e  il suo mistero. Si può toccare l’altro per farne una preda, catturarlo alle proprie voglie, si può frugare con mano fugace il corpo o sedurlo con ingegnosi indugi; si può spiarlo nella sua intimità, sorprenderlo, catturarlo. 


a i gesti dell’eros, nonostante una somiglianza apparente, hanno sempre una diversa eloquenza: al di là dell’aspetto fisico, come pura espressione carnale, sguardo, fantasia e carezza evocano una personalità che senza il corpo rimarrebbe spenta, inespressa. In questo incontro libero da pregiudizi e vincoli morali, il mondo di ciascuno diventa trasparente, si scioglie ogni barriera. In questo modo il piacere non è la semplice soddisfazione sessuale o, magari, chiusura egoistica su se stessi ma, piuttosto, espansione della personalità di ciascun protagonista. Quando la coppia soffre è utile chiedere aiuto a persone qualificate e abilitate per questo tipo di supporto… non siamo nati per soffrire!.



NB. E’ possibile richiedere direttamente all’autore dell’articolo, attraverso i recapiti sottoindicati, il test di compatibilità della coppia  (rapporto soddisfacente, accettazione da parte del partner, se  il rapporto mette ansia …)

Bonipozzi dott. Claudio Tel.349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

martedì 3 marzo 2015

-ADOLESCENZA. La tentazione estrema.


La tentazione estrema … il  suicidio adolescenziale

Risultati immagini per collera infantile nei dipinti



a seconda metà del ventesimo secolo vede svilupparsi, in tutti i paesi industrializzati e non, un fenomeno a dir poco inquietante: un numero sempre crescente di giovani mette la propria vita a repentaglio, e questo in proporzioni mai raggiunte. Tale gesto, in alcune aree geografiche supera gli incidenti stradali come numero di decessi annuali (gli incidenti stradali e il suicidio rappresentano oggi le due cause principali di morte giovanile). Questa situazione paradossale colpisce e disorienta tanto più in quanto contrasta nettamente e dolorosamente con la felice considerazione secondo cui, in questo “fantastico” periodo storico, il confort materiale e le aspettative di vita non hanno mai conosciuto un simile benessere (progresso). Ogni suicidio o tentato suicidio è sicuramente espressione di una vicenda drammatica che si concretizza sulla scena di una profonda disperazione interiore.


l dramma del suicidio adolescenziale, sempre complesso ed enigmatico, oltre a sfuggire in gran parte alla coscienza stessa del soggetto, si intreccia e si presta continuamente a svariate spiegazioni: fattori personali, familiari, malattia, precarietà delle condizioni sociali, perdite affettive, convinzione di essere trascurati o abbandonati, percezione di un’immagine alterata di sé nello sguardo altrui. Anche comportamenti patologici, però, rigorosamente connessi fra loro come etilismo, tossicomania, bulimia e anoressia, possono essere una ulteriore tentazione all’azione estrema. Nonostante vi siano diverse ipotesi interpretative, un’infinità di moventi possibili, rimane sempre, in ogni caso, impossibile identificare a posteriori una causa scatenante univoca. E’ bene comunque precisare, proprio per evitare preconcetti particolarmente diffusi, che nessun fenomeno sociale (o psichico) preso singolarmente (isolatamente) può rendere conto o spiegare completamente tale comportamento autosoppressivo.


nfatti, un evento doloroso può rappresentare, come in qualsiasi altra persona, un fattore scatenante o aggravante, ma mai la causa esclusiva di un gesto suicida. Ciò che deve essere preso in esame sono le dinamiche globali (specifiche di questa età non solo di sofferenza ma anche di sviluppo) di un mondo  psico – sociale pieno di conflitti ed in continua trasformazione. La cosa certa è che prima di passare all’atto, come ogni essere umano in pericolo, il giovane lancia segnali di sconforto (anche di rottura: fuga, nervosismo con esplosioni improvvise, insonnia, violenza, ubriachezza) difficile quasi sempre, purtroppo, da decodificare. Il segnale (non completamente esplicito, a volte veramente incomprensibile) è sempre mascherato perché  il giovane teme in maniera esagerata la critica, magari di non essere capito completamente da parte di un adulto e, quindi, deriso o addirittura di essere considerato pazzo. Lo sviluppo e l’estendersi, pertanto, di questi segnali indicano non la certezza ma, sicuramente, un alto rischio di passaggio all’atto. Sapere comunque che una certa inquietudine e profondi sconvolgimenti psicofisici danno vita ad una adolescenza movimentata non significa per questo che certe sofferenze non possano essere contenute, superate e risolte. 


ontrariamente a quello che si pensa, proprio perché è un processo evolutivo anche costruttivo e non solo di sofferenza, molti giovani in crisi riescono (a volte da soli, altre volte con i genitori oppure con un esperto che conosca perfettamente le dinamiche emotive dell’adolescente) ad uscire “rinforzati”  da tale situazione di smarrimento. Un altro aspetto significativo negli adolescenti che tentano il suicidio – pur essendo sempre un atto patologico – è quello di non appartenere ad un quadro clinico particolarmente grave. E’ raro, infatti, trovare la vera “follia psicotica”; è presente, sicuramente, un meccanismo psichico morboso privo, però, di analogie con il disturbo mentale. E’ indubbio, comunque, che molti di essi presentano - più frequentemente di quanto in genere non si pensi - disturbi accentuati di natura ansiosa e depressiva da richiedere, a volte, immediate cure specialistiche. Tali condizioni tuttavia, molto spesso, vengono sottovalutate (non sempre sono percepite come segnali d’allarme che precedono la crisi) ed etichettate grossolanamente come momenti passeggeri stressanti piuttosto che angosce e sentimenti depressivi profondi. Questo atteggiamento non solo è dannoso per la reale presa di coscienza di questo problema ma, soprattutto, perché esclude un adeguato e tempestivo consulto medico – psicologico.
Risultati immagini per collera infantile nei dipintiCOSA FARE. L’incomunicabilità, il malessere, l’estraneità del proprio corpo, i rapporti conflittuali in famiglia sono stati d’animo cui tutti gli adolescenti, in misura più o meno intensa, volenti o nolenti sperimentano, inevitabilmente, durante il loro percorso evolutivo. Ma in alcuni casi, purtroppo, la strada travagliata verso quella età definita “adulta” conosce anche comportamenti lesivi ed autolesivi, che vanno dalle fughe, le condotte violente, la tossicodipendenza fino alla tentazione estrema di togliersi la vita. Gli stessi adulti, il più delle volte assistono impotenti ed increduli a questi drammatici lenti naufragi, senza sapere come affrontare il problema che, per nessuna ragione, si dovrebbe drammatizzare ma nemmeno banalizzarlo. In questo modo è necessario mettere a fuoco (discutere) le dinamiche interpersonali senza eccessive ed inutili colpevolizzazioni: ascoltare senza esprimere giudizi di valore e nemmeno esercitare volontà di censura, ma nemmeno una eccessiva e distruttiva condiscendenza


n breve, valutare con estrema lucidità la possibilità di un intervento personale o la necessità di un intervento qualificato e specialistico. In presenza di manifestazioni particolarmente drammatiche, gli adulti non devono rimanere inerti. Nessun ragazzo in difficoltà sarà sorpreso (o rifiuterà) se gli si comunica l’inquietudine suscitata dal suo comportamento o dalle sue parole. Esplorare i fattori critici, le origini, evidenziare i segnali d’allarme che precedono le crisi, illustrare le tipiche reazioni dell’ambiente familiare non può far altro che stimolare nuovi modelli di relazione, instaurare un nuovo clima di confidenza comunicativa e salutare distanza. Una problematica complessa come quella del suicidio adolescenziale non può accontentarsi di risposte semplicistiche. Il compito principale, pertanto, sarà quello di “accompagnare” (condurre) l’adolescente a scoprire (cogliere) il significato della sua drammatica sofferenza: si possono trovare soluzioni solo su ciò che si è compreso. In questo modo, sapere di che cosa si soffre non soltanto placa l’angoscia che ne deriva, ma soprattutto fornisce efficaci alternative alla rassegnazione e alla disperazione.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
  E mail: bonipozzi@libero.it