giovedì 30 aprile 2015

-COPPIA. Infedeltà


INFEDELTA'


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he sia vera o immaginata, l’infedeltà è un demone che farà la sua apparizione e allora sì che saranno giorni bui e dolorosi. Queste parole, spesso, un po’ per paranoia, un po’ per scaramanzia e un po’ per scherzo, era l’augurio ai novelli sposi da parte di amici buontemponi. In pratica, si intendeva affermare che, volenti o nolenti, per quanto bene e passione ci fosse nella coppia, il “mostro” prima o poi avrebbe fatto la sua comparsa. E’ un tema che con l’avvicinarsi delle vacanze - fatte di notti trasgressive e galeotte - può terrorizzare non poche coppie. Anche se la religione condanna il tradimento (non desiderare la donna d’altri … non commettere adulterio)  e la morale, per non farsi mancare niente, lo mette all’indice, tale atto in amore è sempre di grande attualità e sempre più di moda. Il codice morale, quindi, pare non abbia nessuna presa sul tradimento. La scappatella non conosce limiti, avviene in ogni fascia sociale e culturale. Mille sono i desideri nascosti dietro questa figura “trasgressiva” e fantasiosa dell’amante. Non solo voglia di libertà e di nuovo, ma anche ritrovare le profonde passioni ormai dimenticate, le attenzioni perdute, verificare la propria virilità e l’indiscutibile avvenenza. 

alla notte dei tempi, in amore, si è infedeli e si continua ad essere infedeli. Pare che questa attività, secondo alcune ricerche accreditate, non risparmi nessuno. Sembra, infatti, sempre secondo questo sondaggio, che un’alta percentuale di persone, chi più chi meno, nel corso della loro vita, almeno una volta abbia inciampato in qualche scappatella. In passato il tradimento era forse più nascosto e peccaminoso, recentemente, invece, secondo la teoria della coppia aperta, viene interpretato come un segno di inequivocabile emancipazione personale. Un tempo per l’uomo tradire era indice di salute e, quindi, poteva vantarsene tranquillamente. Più trofei portava a casa più aumentava la sua virilità. Alla moglie, che scopriva l’inghippo, era solo concesso di perdonare e rimettere insieme la coppia. In un clima di questo tipo la donna che tradiva doveva essere solo cacciata. Solitamente era il maschio che veniva scoperto in flagranza mentre la donna, spesso, riusciva ad occultare in maniera veramente sapiente l’infedeltà.  Dirlo o non dirlo, sembra il titolo di una tragedia scespiriana. Il problema non è tanto confessarlo o meno, ma quello che potrebbe scatenare: accende sospetti, suscita gelosia, aggressioni brutali, l’orgoglio va in frantumi (se la coppia non ha più niente da condividere o spartire può anche andar bene). Difficilmente c’è un responsabile, l’infedeltà non è mai imputabile ad un solo partner, c’è qualcosa che non va nella coppia e il tradimento ha la funzione di preparare le basi per una revisione del rapporto … ricreare e dare una spinta, se questo è possibile, ad un nuovo e sereno menage (quanti rapporti funzionano meglio dopo il tradimento!). Se non esistono più stimoli soddisfacenti comincerà ad emergere un certo malessere aprendo, in tal modo, una profonda crisi devastante. Se si verifica la “scappatella” vuol dire che quel rapporto è privo di passione e non fa più perdere la testa. Quando in una coppia ci sono troppi tabù, la vita diventa una vera prigione: è inevitabile, quindi, che si desideri evadere!

on lo si può negare, essere traditi è davvero doloroso e destabilizza l’intera persona, ma è anche vero che spesso si rivela fondamentale nel processo di crescita e nell’evoluzione della coppia. I sensi di colpa, l’angoscia della perdita e dell’abbandono poi rendono la vita familiare un vero inferno. L’infedeltà pare che abbia, in qualche modo, una funzione terapeutica, fa bene alla salute: i malesseri generali scompaiono (mal di testa, mal di pancia, mal di schiena, quei tratti depressivi fastidiosi che da un po’ di tempo erano presenti), il cattivo umore lascia il posto all’entusiasmo e alla felicita, mentre l’ansia, di colpo, svanisce lasciando spazio alla voglia di fare. Uscire da quelle regole fastidiose ha, infatti, un valore terapeutico indiscutibile se le abitudini di coppia stanno spegnendo lentamente l’entusiasmo della vita. Il bisogno di tradire comunque è un tentativo di ritrovare le attenzioni che si sono affievolite nel tempo, per sentirsi compresi, per riaccendere la fantasia, per risvegliare l’eros che l’abitudine ha assopito e appiattito: permette di evadere dalla “routine affettiva” in cui, spesso, un rapporto di lunga durata ingabbia entrambi i partner.  Il bisogno di sentirsi femminili e affascinanti, di essere ricercati, questa è la vera molla che fa scattare l’infedeltà. 

utto ciò, dopo vari anni di convivenza, di solito le reciproche attenzioni diminuiscono, l’erotismo si anestetizza parzialmente e soprattutto la donna può percepire di non essere poi così tanto desiderata. La donna ferita nella sua vanità è spinta a provare a se stessa di avere ancora sex appeal, si apre quindi ad altri sguardi e lusinghe fino a che scatta e si concretizza la relazione extraconiugale. In questo modo, oltre ad evadere dal focolare domestico sempre uguale,  può trovare la conferma di non aver perso fascino, passione e seduttività. Per l’uomo, invece, la molla che fa scatenare  l’infedeltà, è spesso il desiderio di vedere riconfermata la sua potenza giovanile e la propria virilità, in modo tale che nessuna donna possa resistergli. Dovendo concludere questo articolo è importante precisare che nessuno ha il diritto di suggerire di tradire o di non tradire, quanto piuttosto di impegnarsi alla ricerca dei motivi che hanno spento e ingabbiato la grande passione amorosa. Inoltre, anche una forma di gelosia (ossessiva e morbosa)  può spingere uno dei partner ad “inciampare” in qualche scappatella. Una unione, infatti, basata sulla persecuzione, sul sospetto e sul controllo del partner, altro non porta che al tradimento… o avvelena irrimediabilmente, man mano che passa il tempo,  il rapporto di coppia.


  
TTENZIONE, in ogni rapporto è fondamentale essere lucidi, in grado di fare una netta distinzione tra l’amore costruito su uno scambio spontaneo, libero, naturale, vero e maturo, e un legame fondato sull’attaccamento e la dipendenza …  RICORDA, l’attaccamento - alimentato sempre da un certo grado di falsa tranquillità e una fuorviante comodità - non è un legame ‘sano’ ma un crogiolarsi su antichi ricordi, un rassegnarsi alla volontà altrui, un abbandonarsi alla forza distruttrice dell’abitudine, un lasciarsi inghiottire da un senso di inutilità, una minaccia alla propria creatività più autentica; un legame che nella coppia porta sacrifici, rabbia, ribellione, solitudine, insoddisfazione e sofferenza … con la sua illusione di garantire protezione e conforto crea risentimento sordo, dipendenza e finte certezze, rende i gesti scontati, annulla i progetti, facilita i compromessi, trascura se stessi, ruba la voglia di vivere, uccide la vitalità, impedisce di sperimentare cose nuove, di cambiare, di evolvere, costringe a rimanere ancorati al palo, imprigionati ad eventi passati, CARICA il presente di fardelli minacciosi, ingombranti ed inutili.





unziona o non funziona questa coppia?  Nel mio lavoro di psicoterapeuta capita spesso di sentir dire, dopo un tradimento o un forte disagio emotivo vissuto da uno dei partner nei confronti dell’altro, che quel legame di coppia, da tempo in “piedi”, era una “roccia”, una relazione più che mai serena e felice, un andazzo senza particolari “scossoni”, nulla riusciva a scuoterla e niente poteva scalfirla … nessuna spada di Damocle incombeva su quel rapporto perchè ritenuto “troppo” solido e stabile. Le frasi, infatti, sono sempre le stesse, non cambiano di una virgola: non riesco proprio a capacitarmi di questo colpo basso, comprendere questa insolita e bizzarra “sbandata”, rendermi conto di questa strana e improvvisa “scappatella” …  cosa mai avrà trovato in quella “cornacchia”, senza “parafanghi” e “paraurti” … mah, stento proprio a crederci … Ma le cose stanno proprio così, è tutto vero? … davvero non ci sono avvisaglie, messaggi ben precisi, piccoli segnali che mettono in evidenza un’esperienza troppo scontata, un’unione banale, stanca, logora, noiosa, incolore, prevedibile, abitudinaria, priva di entusiasmo e di creatività? 

urtroppo, a volte, quando si vive insieme da parecchio tempo, avvolti dall’abitudine e dalla routine quotidiana, certe cose si tralasciano, non si percepiscono più, non si vedono proprio … lo sguardo è orientato sempre altrove. Le “voglie” però rimangono e lentamente, primo o dopo, uno dei due, essendo “affamato” di novità, desideroso di nuove esperienze, si rivolge altrove …  cerca in altri “pascoli”.  Così la vita, procedendo su un binario a senso unico, con una coppia che offre poche possibilità di “distrarsi” e di evolvere, incontra inevitabilmente sul suo percorso intoppi, imprevisti e compromessi difficili da schivare, impossibile da digerire anche per i rapporti più consolidati. Il tradimento, compreso quello occasionale, è un gesto legato non solo ad una crisi più o meno evidente, che nasce da un’anomalia relazionale complessa, fa star male entrambi e segnala che la coppia ha perso la sua “luce”, il suo splendore, ma può anche decretare la sua fine ... un mostro che, per i più pessimisti, prima o poi farà la sua apparizione. Un dolore che, spesso, per alcuni, se si decide di restare insieme, dentro questa struttura per certi versi danneggiata, porta a vivere una profondo sofferenza, un rapporto dominato dal controllo, dalla sfiducia e dal dubbio per una eventuale terribile “trasgressione”  … reazioni tenute ferme lì, sempre pronte come arma di vendetta. La “vittima” impiegherà tutto il suo tempo disponibile per rendere la vita del “carnefice” un vero e proprio inferno; spinta poi dal desiderio di rivalsa, dalla sfiducia e dal tormento insanabile dovrà indossare gli abiti di un astuto agente 007. E così, un senso di malessere diffuso, di debolezza e di orgoglio possono entrare in scena … ma tu lo desideri ancora, lo ami veramente, la sua presenza è sempre gratificante? 

ICORDA, sono queste le cose importanti che danno energia alla coppia. Se la fiamma del desiderio non si è spenta, anche la coppia non è finita … tutto il resto è una inutile cianfrusaglia mentale. Un’altra circostanza che può mettere a dura prova la stabilità della coppia è il sentimento di gelosia. La gelosia in amore può avere un motivo reale o immaginario, cioè il rivale può esistere realmente o soltanto nell’immaginazione del geloso. Se la gelosia è immaginaria, rivela un disturbo della personalità che risale spesso a un complesso di inferiorità. Il geloso è un soggetto che fa di se stesso il centro del mondo, e nello stesso tempo è ansioso. Prima di tutto ama se stesso. Non necessariamente ama il partner (inconsciamente può anche detestarlo). Teme che venga negato il suo valore personale; spesso si inventa dei motivi per essere geloso. Le convenzioni gli offrono continui pretesti: passione o onore. Ma in realtà teme soprattutto di essere abbandonato. Non può liberarsi della gelosia se non uscendo da se stesso. Spesso capita che la gelosia sia il sintomo principale di un disagio emotivo, di struttura paranoica. Molti crimini passionali sono commessi, infatti, sono l’effetto di questo delirio. Difficilmente è un fenomeno utile all’unione perché oltre a ferire, ostacolare, soffocare, togliere le forze, allontanare dalla realtà, consuma inutilmente tutta l’energia e crea sempre un rapporto distruttivo. Solo quando si presenta in forma lieve può portare al rapporto, qualora fosse assopito e stanco, un po’ di vivacità,  più attenzione e cura per se stessi: essere più seducenti, soddisfatti e disponibili al cambiamento, al rinnovamento … al nuovo. Un altro elemento che può mettere alle strette il buon funzionamento della coppia è il timore di essere abbandonati. Se esiste questa paura vuol dire che il rapporto non è armonico: la relazione è sbilanciata. Lentamente prende corpo la convinzione malsana che una vita senza l’altro non può essere realizzata. Tutti coloro che vivono questo tipo di insicurezza - proprio perché temono la solitudine - sono sempre fisicamente tra i piedi e “troppo” attivi nel rapporto. Non lasciano spazio all’altro, impongono la loro presenza fino a diventare  possessivi ed invadenti … una relazione apparentemente carica di affetto ma che prepara lentamente il fallimento della storia.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
 E mail: bonipozzi@libero.it

-COPPIA. Le posizioni dell' amore


Le posizioni dell’ amore  trova quella che ti fa star bene.

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’atto sessuale per la razza umana non è circoscritto all’apparato genitale ma, dati gli indubitabili condizionamenti culturali e sociali cui è continuamente sottoposto, la sua  funzione investe sicuramente un ambito ben più vasto e complesso. La tendenza, infatti, a scoprire sempre nuove e diverse posizioni dell’atto sessuale non è prerogativa dell’attuale periodo culturale, è stata una costante nelle grandi civiltà (ellenica, latina, cinese, indiana).
Ci sono interessanti manuali antichi, preziosi vasi e fantastiche terracotte (fortunatamente scampati al moralismo del Rinascimento) con bizzarre raffigurazioni, il cui unico scopo era istruire uomini e donne ai piaceri legittimi del sesso. In realtà,  erano tutti insegnamenti che conducevano, attraverso il piacere, a riscoprire aspetti diversi del proprio carattere: attraverso la posizione comunichiamo sempre il nostro modo di scendere in campo nella vita (sicurezza, decisione, sospetto, autostima, disistima, incertezza, fierezza).  E’ molto probabile, quindi, che l’individuo attraverso svariate posture esprima, fin dalla notte dei tempi, non solo la sua vera personalità ma, in particolare, anche gli atteggiamenti mentali ed emotivi nei confronti del proprio partner: paura, diffidenza, titubanza, forza, decisione, timore, arroganza,  predominio, controllo, potenza, resa, aggressività. La posizione coitale, pertanto, segnala sempre, contrariamente a quello che si pensa, un diverso modo di vivere il rapporto con il proprio corpo e con l’altro.

gni cambiamento spontaneo della postura sessuale, inoltre, consente di superare inibizioni, accende la fantasia e migliora incredibilmente la salute; allontana dal rapporto di coppia quella drammatica routine (rapporto scontato, logoro, stantio) che è la principale nemica dell’amore. Quando adottiamo una particolare posizione ci caliamo inevitabilmente in una dimensione in cui spazio – tempo e gli aspetti psicofisici si impregnano di significati simbolici completamente differenti. Che un partner stia sopra o sotto, infatti, non è solo una caratteristica spaziale, ma cambia in profondità l’atteggiamento mentale e, soprattutto, la “forza” (la spinta energetica, la grinta). Così come stare sdraiati oppure in piedi, ad esempio, non coinvolge solo la “prestazione erotica” ma, indubbiamente, facilita (favorisce) una unione con significative differenze a livello di sensazioni e di ruolo (affettivo, dominante, insicuro, intimo, scatenato, passionale). In questi termini, il cambiamento di posizione, proprio perché fa bene all’amore e alla salute, diventa indispensabile in quanto dà spazio alla creatività e voce a tutte quelle parti della nostra personalità che se assopite renderebbero, nel tempo, il rapporto poco fantasioso, privo di vitalità, ripetitivo e completamente noioso.



ambiare posizione – in totale sintonia con la situazione ed il momento – alimenta il “fuoco” sessuale e può migliorare molti disturbi psicosomatici. In realtà, se la sessualità si modifica – eliminando  rigidità mentali e  fisiche – anche la salute può beneficiarne: i disturbi organici, senza alcun dubbio, migliorano. Purtroppo, le abitudini sessuali vengono abbandonate con estrema difficoltà perché quell’unica posizione adottata, essendo più “facile” e più “naturale” per il soggetto, consente a priori di prevedere con “certezza” i risultati raggiunti (avendo la convinzione di realizzare una buona prestazione si evita in tal modo di sviluppare l’ansia di prestazione) e, quindi, non viene messa in discussione la propria immagine, cosa che invece  accadrebbe se si intraprendessero nuovi “percorsi” sessuali che, oltre a  dare quella sensazione di incertezza, fanno emergere quelle parti della personalità soffocate (sacrificate)  di cui a volte non si conoscono concretamente i loro complessi significati emotivi, ovvero non si è in grado di prevedere le reazioni psicosomatiche, a volte devastanti, connesse alle nuove esperienze (sono queste le sensazioni che potrebbero destabilizzare, creare preoccupazione e disagio!).

olte posizioni, tuttavia, definite canoniche, vanno bene per tutte le occasioni (la fantasia  del momento suggerirà, in modo spontaneo, le varianti desiderate). La loro realizzazione, inoltre, è bene ricordare, dipende dall’età, dalle condizioni fisiche e, soprattutto, dalla “fame sessuale”. La confidenza (o l’armonia) che regna all’interno della coppia è sicuramente il solo viatico che consente di mettere in atto numerose posizioni purché, ovviamente, non vengano eseguite con lo spirito della solita “zuppa riscaldata”. Alcune posizioni, inoltre, possono donare all’uomo padronanza con il minimo sforzo, mentre per la donna un immenso e profondo piacere.


osizione: quale scegliere…  La posizione “more ferarum”  (da tergo: uomo in piedi o inginocchiato e la donna prona), molto vicina agli istinti e al mondo animale, non consente di vedere in viso il partner: la testa si abbassa e i genitali vengono “esibiti”, ovvero si alzano diventando un elemento particolarmente “forte” del rapporto. E’ una posizione che richiama un femminile completamente dipendente. Tale posizione può essere utile a tutti coloro che sono “trattenuti” (rigidi) e che esercitano un eccessivo controllo sulla propria istintualità. Quella del “missionario”, considerata più facile e naturale, sicuramente poco originale, è una posizione in cui si verifica un maggior scambio di affettività e pare possa facilitare un’eventuale gravidanza, in quanto favorisce spontaneamente la migrazione degli spermatozoi verso l’utero. Il partner è completamente avvolto (protetto) non solo dalle braccia, ma può completamente “saziarsi” di tenerezza, carezze  e baci. E’ quella più praticata e consente di rispettare in maniera naturale le esigenze della “prima volta (rende meno dolorosa la deflorazione). E’ una posizione particolarmente indicata per coloro che hanno difficoltà erettive (stringendo gli arti inferiori si riesce a trattenere e a stimolare maggiormente il partner). La posizione del “postino” (uomo in piedi  donna distesa) testimonia una sessualità improvvisata, caratterizzata dalla forza e dalla passione: infrange gli schemi ed esce dalle regole; è un maschile che irrompe su un femminile che si arrende piacevolmente. Non solo si crea un’atmosfera particolarmente travolgente e passionale ma consente al maschio di recuperare, all’interno del rapporto, un ruolo decisamente “attivo” mentre alla donna permette di riscoprire l’abbandono e la passività. 



arà particolarmente indicata a tutti coloro che hanno messo in discussione il proprio ruolo all’interno della coppia (virilità, passività) e per tutti quei “malesseri” caratterizzati da: rigidità, inflessibilità, indecisione, difficoltà ad esprimersi e per chi non oltrepassa mai i limiti e si tiene continuamente  (prudentemente) a freno. Quella della donna sopra è una posizione caratterizzata dal dominio femminile; si verifica un ribaltamento dei ruoli tradizionali: maschile attivo femminile passivo. E’ il mondo femminile a condurre il gioco: la donna non è  bloccata e si libera anche dai condizionamenti culturali. Con questa posizione si verifica una maggiore stimolazione clitoridea, consentendo  un piacere più completo,  e non viene favorito il concepimento.  E’ una posizione adatta a tutte le donne che hanno problemi di frigidità e per tutti quei soggetti iperattivi che non sanno accettare la passività. Può essere utile inoltre a tutti gli uomini che presentano il disagio di ejaculatio precox in quanto “rinunciando” al ruolo guida possono abbassare  notevolmente il livello d’ansia di prestazione. Sembra particolarmente utile per chi soffre di ipertensione.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi e terapia specifica.


Bonipozzi dott. Claudio - Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

martedì 21 aprile 2015

-ANSIA. Dormire bene si può.


Dormire bene,
                                    tra le braccia di Morfeo  si può.

l sonno è il più  prezioso piacere naturale che la vita possa offrire. I ritmi e la vita frenetica, indubbiamente, ne fanno uno dei malesseri caratteristici della nostra epoca. Oltre ad occupare, come si dice comunemente, circa un terzo della nostra vita, il dormire è un bisogno universale ed appartiene all’intero regno animale. Il sonno, pur essendo un benefico ristoratore delle nostre giornate, è ancora poco conosciuto e, soprattutto, viene prestata poca attenzione alle problematiche legate a questo fenomeno particolarmente invalidante. Il dormire non è una perdita di tempo come sostiene il proverbiale detto “Chi dorme non piglia pesci” ma consente, invece, di recuperare e rigenerare l’intera unità psicosomatica. Diventa indispensabile, quindi, comprendere non solo tutti i meccanismi fisiologici implicati nel sonno ma anche l’influsso che esso esercita sul resto delle attività quotidiane e sulla salute. Sono infatti notevoli e particolarmente significativi gli studi sui rischi legati alla mancanza di sonno: incidenti, insuccessi scolastici e professionali, sbalzi di umore, tensione, abbassamento in maniera significativa delle difese. Un sonno ristoratore è indispensabile per il normale funzionamento fisiologico e mentale; chi non dorme in maniera sufficiente ed in modo soddisfacente, manifesta irritabilità, difficoltà di concentrazione, vista offuscata, vuoti di memoria e ottiene scarsi risultati a livello cognitivo e di coordinazione. In casi estremi di deprivazione di sonno prolungato, si possono manifestare fenomeni psicotici più o meno gravi (allucinazioni, deliri). I disturbi del sonno notturno sono generalmente di quattro tipi: dormire troppo poco (insonnia), dormire troppo (ipersonnia), dormire nei momenti sbagliati o manifestare comportamenti strani durante il sonno (sonnambulismo). L’insonnia, inoltre, è presente nella maggior parte dei disturbi mentali.


er esempio, tutti coloro che manifestano tratti depressivi hanno difficoltà ad addormentarsi, si svegliano durante la notte o molto presto al mattino (a volte invece non si alzerebbero mai proprio perché conducono una vita poco “interessante”); chi invece ha un disturbo di ansia generalizzato ha notevole difficoltà ad addormentarsi e può svegliarsi nel cuore della notte preoccupato per il domani; nei disturbi schizofrenici viene scambiata la notte con il giorno. Quando è presente un malessere emotivo, dobbiamo tenere sotto il massimo controllo il sonno: può diventare un prezioso e valido indicatore dell’andamento della malattia. Un sonno interrotto e non continuativo non indica solamente una ricaduta ma che si ha ancora bisogno di aiuto o di supporto medico. E’ sempre importante, inoltre, verificare che tale fenomeno non sia causato da malattie organiche, come ad esempio problemi alla tiroide, alle ghiandole surrenali, scompenso metabolico o cardiaco, oppure semplici disturbi digestivi. Questo tormento senza fine, è sempre un segnale da non sottovalutare in quanto potrebbe rivelarsi un prezioso strumento attraverso il quale è possibile conoscersi meglio e, magari, comprendere che stiamo conducendo una vita stressata, in solitudine, monotona, ripetitiva, senza senso, piena di disagi… in pratica che non si è completamente soddisfatti e felici. L’insonnia, pertanto, in assenza di evidenti disturbi organici,  esprime sempre disagi e contenuti, a volte in maniera inconsapevole, diversi a seconda di come si manifesta. Le difficoltà di addormentamento indica che la persona non vuole “abbandonare” gli eventi della giornata appena trascorsa (l’attività mentale è caratterizzata da un continuo ed instancabile rimuginare). Il questo modo il pericolo maggiore è fare del letto un pensatoio; rimanere a letto  rimuginando sulla giornata appena trascorsa non solo si diventa irrequieti ma si ostacola il sonno benefico e ristoratore indispensabile per il giorno successivo. I risvegli notturni invece ci segnalano aspetti problematici che emergono violentemente alla coscienza (si cerca di evitare alcuni contenuti soffocandoli e reprimendoli): i contenuti cui l’insonne vuole evitare - non entrare in contatto - sono costituiti principalmente da decisioni da prendere, conflitti da risolvere, rifiuto del cambiamento, sentimenti di vendetta o di rabbia. Non dobbiamo mai dimenticare che tutte le preoccupazioni della giornata, dopo un buon riposo, saranno affrontate adeguatamente ed in maniera più efficiente: la fatica sfuma e torna la pace.  Mentre il risveglio precoce notturno segnala una profonda apprensione ad affrontare una nuova giornata. L’insonne pertanto si ritrova improvvisamente sveglio, con la mente più che mai attiva, concentrata soprattutto sugli impegni della giornata che ha davanti. Viene ipotizzata una vita quotidiana particolarmente stressante - oppure noiosa ed insignificante - e carica di impegni eccessivi o sgradevoli.


aura di non dormire. La presunta necessità di dover dormire otto ore o più è spesso causa di gravi ansie; sembra che la causa di questa singolare convinzione del magico numero ‘otto’ risalga a qualche secolo fa, quando il filosofo Maimonide decretò: “Il giorno e la notte fanno una somma di ventiquattro ore; all’uomo basta dormire un terzo’. Questa convinzione del sonno di otto ore è stata adottata da allora, a dispetto delle differenze individuali tra i dormienti. ‘ Otto ore per lavorare, otto ore per giocare e otto ore per dormire’. Il timore dell’insonnia ha accompagnato l’uomo così a lungo, che vi è persino un termine speciale per indicarlo: agripnofobia. Gli ambulatori dei medici di base sono strapieni di soggetti che lamentano tale tipo di preoccupazione. Essi sono il più delle volte soggetti ipocondriaci. La loro ansietà ruota attorno al sonno, essi credono che si per loro indispensabile dormire per poter sopravvivere e star bene. Alcuni arrivano persino a temere per la loro salute se non riescono a dormire quanto dicono gli altri. In questa categoria di individui fanno spicco anzitutto falsi insonni che lamentano - secondo il loro modo di valutare - di sentire suonare tutte le ore; la loro buona salute generale smentisce questa loro visione, perché non vi è alcun segnale fisiologico che possa affermare una vera e significativa insonnia in corso. Tali soggetti si sono creati un atteggiamento del quale si compiacciono, che mantengono peregrinando da un ambulatorio all’altro e che fanno accettare facilmente da un ambiente, innocentemente complice. A questi falsi insonni bisogna fare toccare con mano il loro errore e soprattutto guardarsi di alimentarlo con cure intempestive; tuttavia ci sono ‘falsi’ insonni che potrebbero essere ritenuti sinceri: sono coloro che al risveglio, hanno l’impressione di non essere riposati e che concludono di essere insonni (sono non ristoratore). Poi vi sono tutti i piccoli ansiosi, tutti i soggetti vittime di conflitti affettivi più o meno respinti o in preda a preoccupazioni lavorative, i cui affanni sono particolarmente molesti la notte. Del resto, la maggior parte di questi individui fa già abuso di qualche particolare sostanza presa dal ‘vicino di banco’. La maggior parte dei casi la vera responsabile di queste ansie è l’arrampicamento sociale; molti svolgono, a loro dire, un lavoro non adeguato alle loro capacità intellettive di versatilità ed intelligenza: essi obbediscono soltanto ad un innato istinto di vanità. E’ come, volendo paragonare l’essere umano a delle automobili, che una vettura cinquecento di cilindrata si mettesse a competere con una duemila. Non si può giudicare la normalità o la bontà del proprio sonno confrontandosi con un’altra persona; l’unico giudizio valido deve essere dedotto dal sonno di oggi con quello di ieri. Avere un sonno moderatamente agitato, o parlare e rigirarsi nel sonno non significa essere fuori dalla normalità; dormire cinque ore, quando un altro ne dorme otto, non significa soffrire d’insonnia. Perdere il sonno di tanto in tanto – cosa che del resto capita a tutti non deve mettere in allarme. E’ giusto, invece, cominciare a preoccuparsi quando il sonno si scosta in modo deciso e persistente dallo schema del passato, quando si perde la capacità di dormire per un periodo prolungato. Va precisato quindi che il sonno non è un fenomeno avulso dalla vita quotidiana, ma parte integrante dell’intero ritmo di una persona, della chimica del suo corpo, del suo atteggiamento mentale, delle sue esperienze, delle sue abitudini e del suo ambiente. La nostra identità rimane sempre con noi, nel sonno come nella veglia; dobbiamo quindi accettare le differenze individuali del tipo di sonno, come accettiamo le differenze fondamentali allo stato di veglia.


nsonnia da situazioni. Molte sono le situazioni che provocano stress o eccitazione - come ad esempio una cattiva notizia, un incidente, dopo una grave malattia o dopo una prima giornata lavorativa - determinando alterazioni biochimiche antagoniste del sonno. In ogni essere umano ci sono periodi di insonnia: essa colpisce generalmente chi ha perduto una persona cara, chi ha problemi economici, chi ha problemi affettivi, attori alla vigilia del debutto, studenti prima degli esami, lo sportivo alla vigilia di una prestazione importante, in prossimità di una convivenza o di un matrimonio. Gli avvenimenti che suscitano emozioni e causano una situazione biochimica contraria al buon sonno non sono sempre spiacevoli, anche se abitualmente considerati stressanti. Un esempio molto significativo è dato dal fatto che molti soggetti trascorrono delle notti insonni non appena venuti a conoscenza del lascito di una eredità o di una decisione positiva di carattere sentimentale da parte della persona amata.

tress e sonno. Si adotta la parola stress per indicare una nostra reazione, il più delle volte, a tutto ciò che ci disturba: lavoro non gradito, compagnie forzate, difficoltà familiari, economiche, di studio, sociali e politiche. Anche la noia può essere stressante quando ci infastidisce. Così pure gli stimoli emotivi provocati da una lettura, da un film, da una telefonata … tutte cose che scatenano ima pioggia di ormoni adrenalinici dal cervello e dai surreni atti a determinare ipertensione e a indurre il cuore ad un super consumo di ossigeno. Strettamente collegato a tutto ciò è anche la nostalgia del passato e l’ansia del futuro. L’uomo deve vivere, come più volte sottolineato nei vari articoli, più intensamente nel presente hic et nunc (qui e ora). Stressante è anche il fanatismo religioso, e come conseguenza, molte volte, ha mietuto diverse vittime: lo dimostra un gran numero di tentati suicidi legati ad esagerazioni religiose che frustrano eccessivamente il corpo per amore dell’anima. Anche lo spazio è fondamentale per la vita e la salute dell’uomo non meno di quanto lo siano cibo e ossigeno. Di regola, se due persone si parlano i loro volti non distano meno di qualche decimetro. In un locale affollato in cui le distanze sono minori, le persone si pongono automaticamente di sbieco per aumentare la distanza. Quando questo succede nell’alcova tra due persone si ha un forte senso di disagio, e quando i due conversano l’interlocutore fatalmente retrocede per ristabilire l’equilibrio della distanza. Questi semplici fatti suggeriscono l’esistenza di regole rigide che governano i rapporti spaziali tra due individui. Le regole della distanza esistono anche per gli animali. Essi se ‘compressi’ aumentano l’irritabilità e l’aggressività. Anche lo spazio fisico è da non sottovalutare perché non solo ostacola il libero movimento ma può diventare nel tempo motivo di forte stress.
                                            




ome trasformare l’insonnia in un gesto ‘produttivo’. Sovente, in particolar modo nella mia attività professionale, sento spesso dire: ‘Oggi, mi creda, è proprio il giorno buono, ho tutte le risorse necessarie per sconfiggere completamente il mostro’ … ovvero l’insonnia; come se un atteggiamento bellicoso e battagliero potesse veramente procurare il sonno. Se mai la domanda da porre ad un individuo avvilito e assalito dall’insonnia è come occupi il tempo che trascorre sveglio. Gli adolescenti sono dei veri maestri nell’impiegare saggiamente le ore insonni: essi rivivono fatti e scene lontane, progettano sogni per l’avvenire trasformando in un mondo ‘fiabesco’ ciò che la vita dell’uomo dovrebbe essere … NON pensano MAI, comunque, di essere sbagliati o malati. E’ noto di come grandi musicisti si siano serviti delle ore insonni per comporre i loro capolavori, per non parlare poi dei grandi strateghi, i quali, quasi tutti, sfruttavano la notte per i loro piani di battaglia. Non per niente molte guerre si sono risolte positivamente di notte … so già come risponderanno alcuni individui a questa mia breve introduzione. “Dice bene lei, ma io domattina devo lavorare, devo essere lucido, come faccio a ‘connettere’ se non sono riposato, ho delle responsabilità io …” … ma giunti a questo punto il lettore avrà già capito cosa fare … non è necessario combattere, imporre il proprio volere, il controllo a tutti costi su questo disturbo, ma lasciarsi andare, non opporre resistenza, cercare di capire questa inquietudine, cosa preoccupa realmente, cosa turba in questo particolare momento esistenziale senza legare tale fenomeno a patologie o a impotenze varie è, certamente, a livello biochimico la strategia migliore. Molti sono i rimedi, inoltre, le carte che possiamo giocare a nostro favore per raggiungere quella sicurezza emotiva indispensabile per dormire bene: ipnosi, psicoterapia, dieta, rolfing … imparare soprattutto a respirare in maniera adeguata, sviluppare un buon volume polmonare.




Risultati immagini per dormire nei dipintiCOSA FARE. La difficoltà maggiore nel trattamento dell’insonnia è che molto spesso ci sono troppe “opzioni terapeutiche” quanti sono di disturbi del sonno (dovuti a: situazione di stress emotivo, profonda preoccupazione, occasionale, abituale, senile tipica dell’anziano, climaterio, attività sessuale inappagante, associata a malattie fisiche o psichiche, sonno non completamente riposante, risvegli frequenti e brevi, uno più risvegli prolungati):  spesso la cura è, paradossalmente, peggiore della malattia. Quando i disturbi del sonno sono di ordine emotivo (stress, depressione, ansia) o dovuti a una grande fatica, spesso la soluzione va ricercata semplicemente nella rieducazione del corpo. Esistono comunque regole semplici - per alcuni apparentemente banali ma di grande ed indubbia rigorosità scientifica -  che possono favorire una buona igiene del riposo notturno: prendere l’abitudine di lasciarsi andare, senza credere di essere continuamente in battaglia, adottare orari regolari (l’insonnia si sconfigge con la costanza, la regolarità ed il rispetto dei ritmi sonno - veglia), dedicarsi prima di coricarsi ad attività particolarmente rilassanti, evitare attività ginniche e le abbuffate nelle ore serali), evitare i litigi, non lavorare in camera da letto, se non si riesce a dormire non ostinarsi a stare a letto. Chi dorme poco ha la tendenza a rimanere a lungo a letto con la speranza di addormentarsi, ma ottiene purtroppo l’effetto  contrario: il risultato è quello di ottenere un aumento dell’inquietudine, aggravando la situazione. Le notti diventano orge di pensieri negativi. Chi teme una disgrazia, chi vive nello spavento e aspetta una sventura, costruisce un quadro di pensieri, una tacita forza che per la legge dell’attrazione, raduna attorno a sé elementi nocivi e distruttori. Successo ed insuccesso derivano da una medesima legge.  E come diceva quel poeta: “L’aspettar d’un male è peggiore del mal presente”. Anche una corretta respirazione si è dimostrata utile nell’ “addormentare” l’insonnia. Anche un buon massaggio psicosomatico, a condizione beninteso di saperlo praticare, può avere un effetto rilassante, calmante, indispensabile per eliminare tutte le tensioni (rigidità fisiche e mentali, contrazioni) della giornata. Non esiste un massaggio psicosomatico universale per un problema come la “sofferenza”: di volta in volta dobbiamo individuare quali sono le zone interessate e adattare il massaggio alla specifica esigenza (alcune parti del corpo, sapientemente massaggiate,  stimolano il cervello ad immettere nel circolo sanguigno le “sostanze della tranquillità”). Tutte le metodiche terapeutiche, inoltre, rivolte al rilassamento sono parte integrante della ricerca di una condizione, di una forma di benessere di grande serenità. L’ipnosi è stata spesso considerata, anche dal mondo professionale, un oggetto misterioso e magico, comunque da sfuggire. La situazione ipnotica, al contrario, rappresenta il risultato di un apprendimento per evidenziare, rafforzare e utilizzare,  potenzialità personali che aiutano a vivere meglio.


Vademecum anti – insonnia

1. L’alcol non è uno scaccia pensieri quindi è inutile bere ‘per dimenticare’. Il giorno successivo avrai due problemi in più da affrontare: quello per il quale hai bevuto e quello relativo al vomito e al cerchio alla testa;

2. Niente droghe. L’avvelenamento da nicotina rende il corpo incapace di assorbire e impiegare la vitamina B, oltre che a distruggere la vitamina  C;

3. La stanza da letto deve essere ben arieggiata senza però correnti d’aria. Il colore delle pareti deve essere di un colore rilassante come ad esempio un azzurro tenue;

4. L’autosuggestione è decisamente efficace per l’insonne. Durante il giorno, di tanto in tanto, dovrai tenere nella mente la seguente frase: ‘Questa sera mi butterò sul letto e mi lascerò ‘andare’ completamente tra le lenzuola profumate, perché è questo che desidero’;

5. Assumere a letto posizione orizzontale con le gambe leggermente divaricate e braccia distese, mai pugni chiusi e braccia sotto la testa … evitare qualsiasi tipo di contrazione e tensione;

6. Prima di coricarsi  liberare il più possibile l’organismo da qualsiasi bisogno corporale;

7. Il fegato, inoltre, non ha bisogno di zuccheri semplici e grassi vari. Ricordati che la vita dipende dal fegato, e così pure il carattere, l’energia, la volontà (vedasi il significato simbolico di questo organo nella sezione specifica). Anche la pelle e i capelli dipendono dal buon funzionamento del fegato;

8. Evita il più possibile le arrabbiature, perché tale stato emotivo provoca la chiusura del canale che porta la bile all’intestino. La bile non può uscire, i cibi vengono digeriti male, compaiono macchie rosse e prurito … Morfeo, quindi, ti lascia completamente con gli occhi sbarrati;

9. Variare la cena, aiutare la ‘fucina’ intestinale con una bella camminata … aver cura dello stomaco diventa indispensabile per una buona riuscita del sonno;

10. Evitare il digiuno assoluto. Un pasto leggero concilia il sonno;

11. Certi stati emotivi come ad esempio agitazione, euforia, inquietudine, apatia, abulia e tratti depressivi non aiutano a lasciarsi andare tra le lenzuola;

12. Evitare il più possibile i rumori;

13. Se hai tendenza all’ulcera e alla dispepsia in generale, scegliti i cibi che provocano scarsa secrezione di acido cloridrico;

14. Evitare cibi troppo caldi, troppo freddi e, soprattutto, eccessivamente dolci;

15. Non mangiare se si è affaticati o emozionati;

16. I cibi presentati bene, la tavola bene imbandita, la buona compagnia favoriscono la secrezione dei succhi gastrici, ottimo presagio di un sonno tranquillo;

17. Ricordati che una delle maggiori cause dell’insonnia è l’invidia essa infatti attecchisce in quei soggetti che non hanno più il coraggio di battersi, non hanno più fiducia in sé e contemplano con amarezza i successi degli altri. Da questa impotente invidia dell’uomo avvilito, nascono scaltrezza, perfidia e vanagloria. Le loro notti diventano orge di pensieri negativi;

18. Chi teme una disgrazia, chi vive nello spavento d’un male e aspetta una sventura, costruisce un quadro di pensieri, una tacita forza che per la legge dell’attrazione, raduna attorno a sé elementi nocivi e distruttori. Successo e insuccesso derivano da una medesima legge: ‘L’aspettar d’un male è mal peggiore del mal presente’.


N.B.  Bisogna verificare sempre l’esistenza  di patologie organiche presenti in questo disturbo, come problemi tiroidei, sistema endocrino, ghiandole surrenali e digestivi.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute nel presente articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.329012 - 0532.476055
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