sabato 30 maggio 2015

-COPPIA. Sessualità.



SESSUALITA' … istruzione per l’uso


problemi sessuali sono i veri nemici della felicità. Calo del desiderio, frigidità, impotenza, rapporti dolorosi sono alcuni dei malesseri più comuni. Sofferenza che può diventare nel tempo causa di gravi problemi all’interno della coppia. Si dice che con l’arrivo dell’estate i sensi si risvegliano completamente. Si avvicinano le sospirate vacanze e la voglia di lasciarsi andare completamente si fa sempre più intensa. Alcuni ostacoli, però, sono lì, pronti in agguato: stress, routine, problemi familiari, cattiva comunicazione possono aver trasformato la vita intima in un vero inferno. Un approccio felice con una spontanea e naturale sessualità è l’unico scudo contro numerosi malesseri psicosomatici. Aumenta infatti le difese dell’organismo in quanto le endorfine che si liberano durante il rapporto sessuale contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario. Un rapporto sessuale soddisfacente, inoltre, fa bene al cuore, grazie alla produzione di adrenalina e noradrenalina, esercita un’azione cardiostimolante (ovviamente con il partner abituale: sono le ansie prestazionali il vero pericolo!). 

urante questa attività il cuore batte più forte e questo lo mantiene “allenato” migliorando anche la circolazione sanguigna. Recuperare un buon rapporto con la sessualità può essere di grande aiuto in caso di gravi disturbi dell’alimentazione, come ad esempio la bulimia. E’ risaputo inoltre che vivere il sesso in armonia riduce l’ansia, migliora il tono dell’umore e agisce positivamente sul sonno. Anche in questa situazione sono chiamate in causa le famose endorfine, sostanze prodotte dal cervello che agiscono sulla serenità, distensione muscolare e conciliano il sonno. Grazie alla “produzione” di queste sostanze durante l’attività sessuale, si migliora anche la cefalea perché, oltre a favorire la circolazione, aumenta la soglia del dolore. La sessualità è ricca di sfaccettature e lati oscuri, fatta comunque sempre di complessi e sottili equilibri. Per questo basta un nonnulla per rompere questo incantesimo. Stress, noia, pensieri fastidiosi, incomprensioni sono i nemici in attesa, pronti a colpire inesorabilmente. Se l’intesa con il partner non è più quella passione di un tempo e al solo pensiero di mettere in cantiere una benché minima attività sessuale con una certa persona produce solo la voglia di darsela a gambe elevate forse è arrivato il momento di affrontare la questione e di non trascurarla pensando che prima o poi passerà. 

are sesso significa comunicare qualcosa di sé e conoscere qualcosa dell’altro, caratteristiche che molto spesso non sono trasmissibili con nessun altro sistema. Dopo questo atto, due soggetti non restano mai gli stessi: non solo mantengono la memoria biochimica dell’incontro ma il contatto stesso li ha “cambiati”, rendendoli più ricchi e disponibili nei rapporti con gli altri. La sessualità è una cosa seria, ma la sua principale caratteristica è la spontaneità che oggi, purtroppo, è molto facile perdere. Per riappropriarsi di questa naturalezza a volte può bastare saper sdrammatizzare e ironizzare sul concetto di prestazione, sulle sporadiche défaillance, sui confronti temuti  (perché inutili) e sulla durata dell’atto. In questo modo - oltre ad evitare pensieri fastidiosi, ossessivi ed apprensivi che minano ovviamente l’esecuzione - l’attività sessuale potrà fluire in modo più autentico. Eliminare erotismo e passioni - diventare pantofolai anche in amore - vuol dire semplicemente condannarsi a una prigione asettica e invisibile.

Risultati immagini per coppia e sessualità nei dipintiI problemi di coppia negli ultimi tempi, secondo alcune fonti autorevoli, sono decisamente aumentati, soprattutto a causa del peggioramento dello stile di vita della nostra società. A volte ci si sente svogliati, i pensieri lasciano il posto a qualcosa che non ha niente a che vedere con questo atto piacevole e, ben presto, la passione diventa solo un lontano ricordo. La “svogliatezza” o meglio il calo del desiderio si verifica in periodi di stress prolungato, o di gravi difficoltà con il partner  (la solita solfa, la noia, l’abitudine, la difficoltà di rinnovarsi)

i si sente depressi, oppure si hanno sbalzi di umore, si teme di invecchiare in maniera repentina, ci si sente poco attraenti perché si è troppo impegnati e quindi si dedica poca attenzione a se stessi (essere trasandati e trascurati spegne l’eros). Oppure nella fantasia e nei sogni il sesso è eccitante e soddisfacente, ma nella realtà è deludente, la solita minestra riscaldata. Così, in breve, si cerca di evitarlo, prediligendo altre attività parallele come per esempio l’onanismo che ha però effetti fisiologici diversi dal vero rapporto sessuale. In tutte queste situazioni la frustrazione aumenta e con essa i sentimenti di rabbia, rancore, ostilità, forse il sesso è stato idealizzato e non è appagante come un tempo si sperava. A volte, invece, manca decisamente la confidenza con il partner e non si ha il coraggio di confidare all’altro quali sono i profondi desideri e le vere esigenze. Nel rapporto ci sono dei momenti in cui l’autostima viene fortemente messa in discussione: non solo quando i ruoli dei partner sono sbilanciati, ma anche quando uno dei due si sente trascurato o cala l’interesse erotico. 

uando non c’è più quel frizzo entusiasmante nell’atto sessuale, manca una salutare eccitazione, il legame dura ormai da tempo e non è più vivace come una volta, significa che qualcosa è andato perso, tutto questo soffoca e spegne in profondità il rapporto di coppia. Nella coppia questo malessere, a volte, non è di natura sessuale ma semplicemente carenza di erotismo nei suoi vari aspetti (curiosità, rinnovamento, gioco, routine). Quando certe difficoltà sono espresse verso il partner e non riguardano fantasie verso altre situazione erotiche o si pratica l’onanismo con profonda soddisfazione, indicano un’indisponibilità all’incontro intimo con quella persona specifica: troppi conflitti, troppi giudizi di valore, troppe critiche … e, col tempo, anche l’odore aiuta l’allontanamento. Questo significa che non c’è nessuna patologia in atto ma semplicemente qualcosa è cambiato nella complicità e nell’intesa. E’ bene ricordare comunque che se certe disfunzioni sessuali, come le rughe, aumentano con l’età,  non sempre in questo campo, è utile fare da soli. Se le cose non migliorano nel giro di qualche mese allora è meglio rivolgersi senza timori ad un andrologo oppure ad uno psicoterapeuta. Alcuni rimedi omeopatici, fitoterapici e infinite metodiche terapeutiche naturali (massaggio psicosomatico, moxa, alimentazione, rilassamento, ipnosi), inoltre, possono aiutare a riaccendere il fuoco dell’eros, migliorare l’intesa sessuale e creare l’atmosfera … giusta.

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NB. Le interpretazioni e le informazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso rivolgersi per qualsiasi diagnosi e terapia specifica. Il presente lavoro pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.329012 
E mail: bonipozzi@libero.it.

-IMPULSIVITA'


IMPULSIVITA' …  quando il controllo viene a mancare


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he cosa è.  Bisogno repentino, spesso incoercibile, di commettere atti irrazionali. L’impulsività è caratterizzata quindi da una attività incontrollata, spontanea e immediata con scarsa attenzione alle conseguenze. L’azione corrisponde alla scarica di una tensione affettiva collegata a una diminuzione del controllo che la coscienza dovrebbe esercitare su tale atto (si tende ad agire anziché accettare o esprimere le normali emozioni). Spesso le persone che soffrono di impulsività cedono ripetutamente ad una “forza” che le spinge a realizzare azioni dannose per sé e per gli altri. 

ono individui sottoposti a un crescente senso di tensione (eccitazione) a cui non sono in grado di opporsi o di resistere. Nel momento in cui si lasciano andare a questo impulso, sperimentano un misto di piacere, soddisfazione e sollievo; sensazioni emotive che, subito dopo, nella maggior parte dei casi, lasciano il posto a maggior sofferenza (senso di colpa o rimorso). Tale malessere viene esacerbato o aggravato in condizione di forte stress. Le “azioni” che tentato di arginare, contenere, evitare e alleviare pensieri (o sentimenti dolorosi) sono: cleptomania, spendere eccessivamente  (shopping patologico), piromania, gioco d’azzardo patologico, tricotillomania e automutilazione. 
1. Cleptomania. E’ la tendenza irresistibile ad impossessarsi di un oggetto (costrizione psicologica). Sono soggetti che rubano per il gusto di rubare in quanto il più delle volte potrebbero permettersi di comprare l’oggetto. Questa spinta morbosa si accompagna ad una incessante lotta ansiosa; l’azione connessa lascia uno stato momentaneo di sollievo mescolato ad un senso di colpa e profondo rimorso. Spesso i cleptomani soffrono di altri disagi emotivi come ansia generalizzata, depressione, anoressia e bulimia. Le più significative complicazioni di questo malessere sono di natura sociale, legale ed interpersonale (gli amici si allontanano  e per il datore di lavoro può essere un candidato non attendibile).
2. Spendere eccessivamente. L’attività dell’acquistare di tutto e di più senza alcun freno non riguarda solo una modalità di consumo, ma sicuramente una forma di vera e propria dipendenza connessa agli impulsi e alle insoddisfazioni della vita individuale e collettiva (allevia tristezza e senso di inferiorità). I soggetti che fanno spese eccessive, in qualche modo cercano di tenere sotto controllo, attraverso piccoli sprazzi di felicità, sentimenti dolorosi e di inutilità, ansia e depressione. 

l fatto curioso è che raramente comprano oggetti di cui hanno realmente bisogno; solitamente acquistano articoli voluttuari che esprimono le caratteristiche o le qualità che mancano a loro: potere, affetto, amore, autostima. E’ il caso di chiedere aiuto quando: si chiedono prestiti esagerati per soddisfare questa compulsione, si dedica sempre più tempo e impegno allo shopping, si trascurano le attività familiari, i debiti superano le entrate, si emettono assegni a vuoto e si comincia a rubare per far fronte ai debiti. Anche qui i rischi sono sempre di natura sociale, economica e interpersonale (perdita del lavoro, delle amicizie, rovina finanziaria).
Risultati immagini per impulsività nei dipinti3. Automutilazione. Tale azione ripetitiva è rivolta a  ferirsi o procurarsi dolore, attraverso tagli, bruciature, profondi graffi, pugni o schiaffi; il tutto, paradossalmente, per alleviare la tensione. Il fenomeno spesso insorge quando il soggetto è alle prese con un rifiuto oppure sottoposto a situazioni stressanti (la perdita di una persona cara, violenze subite, frustrazioni).
 4. Gioco d’azzardo patologico.  Si intende la persistente incapacità di padroneggiare l’impulso che spinge in maniera coercitiva al gioco.  E’ un modo per sfuggire, seppur in maniera patologica, ai problemi quotidiani, alleviare sensazioni di impotenza, colpa, ansia e depressione. Sembra che il giocatore non sia particolarmente interessato al denaro (se non quando è pieno di debiti) ma apprezzi più l’eccitazione e l’euforia che prova quando rischia e scommette. 

e “tocca il fondo” non gioca più con grande fervore ma solamente per paura e disperazione. In questo frangente l’uso eccessivo di alcol, fumo e droga contribuisce ad aggravare ulteriormente il quadro clinico psicosomatico (molti giocatori è risaputo muoiono per problemi cardiocircolatori).  Quando questi soggetti cominciano a perdere regolarmente, possono essere ossessionati dalla possibilità di riguadagnare quello che hanno perso: da qui la necessità di giocare somme di denaro sempre più ingenti per raggiungere il livello di eccitazione desiderato. In famiglia poi, oltre a mentire, non accorgersi dei propri figli, creare stress, esaurimento e sottrarre i soldi delle bollette, sono agitati, aggressivi  e particolarmente violenti; in ambito lavorativo non sono ben visti perché tendono a “prendere” e falsificare (non bisogna lasciarsi fuorviare dalla loro generosità quando vincono perché tale fenomeno è alquanto raro!). Il trattamento iniziale, analogamente alle altre forme di dipendenza, è orientato a contenere i livelli di stress, il recupero delle relazioni sociali, il reinserimento nel luogo di lavoro e, soprattutto, la prevenzione ad eventuali ricadute.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel.  0532.476055 –  0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

giovedì 21 maggio 2015

-COPPIA. Sessualità e cibo


Sessualità  e cibo


angiare, cibo, dieta, alimentazione corretta, apparire bene, stare in quella taglia, dimagrire, e ancora dimagrire … tenute insieme da un sottile filo, queste parole ci bombardano continuamente dai media senza scrupoli, sono argomenti dominanti dei nostri discorsi, soprattutto nell’avvicinarsi delle vacanze e della prova “costume da bagno”. Il cibo ha un forte impatto sessuale su mente e corpo: è un tranquillante naturale, produce endorfine, calma e distende (non è raro che quando manca il sesso ci si butti  sul cibo). Mangiare non è solo una necessità fisiologica, ma appaga i sensi, quindi porta piacere. Cibo e eros sono da sempre un binomio molto forte: chi è avanti con l’età, spesso tende a compensare una scarsa attività sessuale esagerando con il cibo (hanno la stessa localizzazione cerebrale, gli stessi ormoni). Sono parenti stretti, in quanto hanno molto in comune, anche se spesso la loro convivenza non è sempre la migliore: servono a socializzare, rappresentano dei piaceri intensi e, soprattutto,  sono a portata di mano (facilmente abbordabili).

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a cosa lega tra loro erotismo e alimentazione? Se prendiamo in esame la dipendenza alimentare come la bulimia, queste due realtà, tra loro, non sono poi così distanti. Il soggetto affetto da bulimia infatti è un po’ come un “ninfomane alimentare” e segnala come in queste situazioni estreme (patologia alimentare), la bocca e il cibo si carichino di valenze che vanno ben oltre la loro funzione naturale. L’attacco di fame di chi soffre di bulimia ha un forte significato simbolico: riempire un vuoto affettivo e placare l’ansia. Nell’adolescenza questi soggetti possono avere una sessualità inesistente, ma nell’età adulta l’eros può emergere in maniera frenetica e compulsiva simile, appunto, ad un attacco di fame. Il rapporto tra alimentazione e sessualità è stretto e profondo: sono le più importanti fonti energetiche alle quali l’individuo attinge. Anoressia (sessualità inesistente) e bulimia due manifestazioni estreme nel rapporto sbagliato con il cibo. 

a una parte il rifiuto totale, fino alla denutrizione e all’autosoppressione, dall’altra l’estrema difficoltà a controllarsi, il bisogno di ingozzarsi di qualsiasi cosa, salvo poi vomitare tutto per il terrore di ingrassare. In entrambe le situazioni, comunque, quello che il soggetto si nega è il piacere del proprio corpo, perché la conseguenza delle patologie alimentari si concretizza in un’immagine fisica che perde, per eccesso di magrezza o viceversa di adipe. In pratica, come la frigidità/ninfomania, così come la bulimia/anoressia. La bulimia pare infatti impersonare una figura arrendevole e oppressa, incapace di negare e di negarsi; l’anoressica al contrario, è una tragica immagine autosufficiente, che con il forte controllo di se stessa domina ogni tipo di necessità. In realtà, i problemi alimentari hanno come rovescio della medaglia i disturbi sessuali. Di tutto ciò, ovvero di questa confusione tra il mondo della sessualità e cibo, possiamo trovare conferme in altri campi. Il linguaggio parlato, i modi di dire,  ci aprono uno scenario davvero significativo in cui è possibile trovare associazioni importanti tra aspetti erotici e alimentari: “Ti mangerei di baci”, forse è l’espressione più comune. L’associazione inoltre tra prodotti alimentari e parti anatomiche collegate al sesso si perde nella notte dei tempi (frutto del fico: cacciata dal paradiso, stretta relazione tra cibo e sesso; uccelli, pisello, fava). Come dire che la libido che ci governa può rivelarsi un nutrimento importante al pari (se non più) di ciò che ingeriamo dalla bocca. Due modi di nutrirci dunque: uno transita attraverso la materia, l’altro scaturisce da una fonte più profonda di energia (endorfine).

er capire meglio questa affermazione è sufficiente riportare la propria memoria ai primi innamoramenti, che fanno sentire carichi di energia. Anche praticare il sesso in maniera soddisfacente riempie di felicità, voglia di vivere e, sicuramente, fa dimenticare la stanchezza quotidiana. Come nel cibo si è trascinati dal gusto o dominati dalle voglie, anche nel sesso c’è modo e modo di viverlo (a seconda del periodo storico: infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia): con irruenza, dolcezza, affettività, fretta, passività. Esiste una sessualità focosa in cui la parola d’ordine è tutto e subito. Un’irruenza esplosiva molto veloce che altrettanto in fretta svanisce. Questo soggetto, con tratti collerici, è incline ad eccessi di attività sessuale, salvo a trascorrere periodi di apparente apatia o totale indifferenza. L’immagine che evocano questi soggetti è quella di un rudimentale lanciafiamme, con i suoi bagliori improvvisi ma che cessano bruscamente.


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è poi una sessualità con tendenza a svolazzare da fiore in fiore, brucare continuamente in altri pascoli, ovvero un soggetto che ama spaziare in giro, soffermandosi solo il tempo necessario per concludere e riprendendo il volo non appena ha il sentore di un legame duraturo.
Anche il modo di alimentarsi può fornire alcuni elementi conoscitivi sulla sessualità di un soggetto. Mangiare in fretta, non assaporando e gustando il cibo, probabilmente  mostra la stessa modalità nell’attività amatoria (eiaculazione precoce). Chi invece assapora e si gusta il cibo evidenzia la stessa passione nel sesso, gode e si lascia avvolgere da tutte le sensazioni corporee senza censurare le emozioni che esse provocano. Un antico proverbio latino recita: “Senza Bacco (vino) e Cenere (cibo),  si raffredda Venere (amore)". E infine una piccola curiosità … Frullato energizzante” da assumere un paio d’ore prima dell’attività in questione: Frullare insieme un bicchiere di latte, un cucchiaio abbondante di germe di grano, una banana media e, senza esagerare, miele di acacia.






TTENZIONE, in ogni rapporto è fondamentale essere 'lucidi', in grado di fare una netta distinzione tra l’amore costruito su uno scambio spontaneo, libero, naturale, vero e maturo, e un legame fondato sull’attaccamento e la dipendenza …  RICORDA, l’attaccamento - alimentato sempre da un certo grado di falsa tranquillità e una fuorviante comodità - non è un legame ‘sano’ ma un crogiolarsi su antichi ricordi, un rassegnarsi alla volontà altrui, un abbandonarsi alla forza distruttrice dell’abitudine, un lasciarsi inghiottire da un senso di inutilità, una minaccia alla propria creatività più autentica; un legame che nella coppia porta sacrifici, rabbia, ribellione, solitudine, insoddisfazione e sofferenza … con la sua illusione di garantire protezione e conforto crea risentimento sordo, dipendenza e finte certezze, rende i gesti scontati, annulla i progetti, facilita i compromessi, trascura se stessi, ruba la voglia di vivere, uccide la vitalità, impedisce di sperimentare cose nuove, di cambiare, di evolvere, costringe a rimanere ancorati al palo, imprigionati ad eventi passati, CARICA il presente di fardelli minacciosi, ingombranti ed inutili.



NB. Le informazioni e le indicazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi e terapia specifica. Il presente lavoro pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
E mail: bonipozzi@libero.it

-DEPRESSIONE Tristezza..


TRISTEZZA … la grande oppressione

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a tristezza è uno stato d’animo variabile e davvero singolare: un grigiore malinconico paralizzante, una nube completamente scura che offusca e allontana anche i momenti più belli, una visione della vita in bianco e nero  che, lentamente, giorno dopo giorno, si impossessa dell’esistenza umana in maniera subdola, devastante e, il più delle volte, in forma stabile.
Una vita apparentemente senza senso, senza speranza, una sensazione di invisibilità, di impotenza, di trascuratezza, di grande rassegnazione e, soprattutto, segnata da una felicità incerta o piuttosto fugace. I riti forzati e le abitudine quotidiane, oltre a preparare un terreno per la disistima, spengono e pietrificano la mente tormentata. E’ una condizione di sofferenza, passeggera per i più fortunati, di grande prostrazione psicosomatica connessa a delusioni e a situazioni negative vissute sempre in tempo reale (la tristezza si affaccia quando la vita procede su un binario che non tiene conto delle esigenze reali… una  rinuncia a vivere). Il morale è completamente a terra, appesantito da continue rinunce e da un pensare negativo che, paradossalmente, diventa l’unico conforto: l’agire pessimistico è talmente radicato che non si intravede all’orizzonte nessuna via d’uscita a questo dolore prolungato. Lo stato di abbattimento affettivo, opprime profondamente l’esistenza e quei pochi comportamenti “finti” realizzati, in contrapposizione alla spontaneità, sono intrisi di insoddisfazione, stanchezza cronica e di profonda apatia.

ale sentimento, comunque, pur ostacolando le normali attività quotidiane, a differenza della depressione vera e propria che isola completamente il soggetto dal suo ambiente, non impedisce di vivere una vita più o meno normale: le cose sono realizzate con fatica, accompagnate sempre da un senso di infelicità, inutilità, amarezza e pessimismo. Un dramma che spesso emerge quando il vissuto è costellato da continue delusioni e, a livello sociale, ci si ostina a tenere in vita rapporti sbagliati, soffocanti che mortificano la propria personalità perché vissuti con un senso di estraneità e di distacco (dire sempre “sì” favorisce le relazioni malate); si è perso, da tempo, il piacere della relazione, dell’autonomia e il senso vero dell’autenticità. Si perde il comando della propria esistenza, si diventa gregari, non più protagonisti ma solo comparse della propria vita, lasciando in tal modo che il “personaggio fasullo” che si incarna decida e prenda il sopravento nella guida del proprio destino: lentamente, per il quieto vivere, per la paura di sbagliare, si sta rinunciando alla vita e ai propri desideri, lasciando il comando a quel “censore” interno che pilota i vari comportamenti, al proprio “stile di vita” o a un modello di vita rigido disegnato da altri.

uante idee e convinzioni, infatti, non ci appartengono in maniera genuina, ma piuttosto arrivano dall’interiorizzazione di dettami dell’infanzia. Quando finisce l’infanzia, però, questi dettami non sono “evaporati” ma inesorabilmente si sono concretizzati in stili di vita, modi di reagire e schemi mentali  (tratti che caratterizzano la personalità, unica ed irripetibile). La sofferenza di chi è triste è talmente evidente, palpabile e visibile che per i non addetti ai lavori, i termini “tristezza” e stato “depressivo” sono diventati praticamente sinonimi. Nonostante il soggetto abbia la sensazione di essere colpito pesantemente dal “malocchio”, di essere sfortunato, angosciato dal male e dall’ingiustizia, difficilmente manifesta in maniera spontanea un sentimento di rabbia o di frustrazione: non esprimersi mai e cancellare ogni negazione dal proprio linguaggio verbale indebolisce e fa ammalare (spegnendo la vita si tiene a bada anche la rabbia). La persona triste, paradossalmente, suscita facilmente negli altri grande ammirazione e particolare simpatia. 

iò è dovuto al fatto che essa, proprio perché difficilmente esprime sentimenti di rabbia e giudizi di valore, appare in ogni momento generosa, sensibile e comprensiva verso le manchevolezze altrui. Come la psicosomatica insegna, anche il sentimento di tristezza può influenzare il corpo (spia del malessere). Uno stato emotivo piuttosto intenso, infatti, se non ascoltato, può caricare di stress l’organismo e impedire, attraverso uno squilibrio bio – chimico, all’organismo di funzionare come dovrebbe realmente. Quando l’umore diventa ballerino, infatti, sarà il corpo a farne le spese attraverso: l’apparato muscolo – scheletrico (mal di schiena, cefalea), l’apparato cardiocircolatorio (tachicardia, ipertensione), l’apparato respiratorio (asma, raffreddori frequenti), il dolore allo stomaco (ulcera), il calo del desiderio sessuale (impotenza generale), il sistema immunitario (più esposti a malattie).


Risultati immagini per tristezza nei dipintiCOSA FARE. Il benessere (la voglia di vivere) si ritrova facendo leva su quel gigantesco serbatoio di risorse interiori che ognuno possiede e a cui, stranamente, non si presta mai abbastanza attenzione (si è incapaci di attingere): desiderio, passione, divertimento, piacere. Quando ci si sente sfortunati, spenti, colpiti da una perdita, delusi o vittime di una ingiustizia immotivata, lasciarsi coinvolgere in qualcosa che dia veramente una svolta e un senso alla vita è la prima strategia comportamentale da mettere in cantiere (da soli quando il fenomeno è leggero o, se si vuole, con uno psicoterapeuta quando la situazione è piuttosto significativa, confusa ed invalidante). Si ricorda, inoltre, che la condizione di tristezza non può essere cancellata magicamente con il “pensiero positivo” o con la “forza di volontà”, perché se il processo razionale è errato o disturbato anche il suo prodotto porta inevitabilmente a conclusioni fuorvianti e di sofferenza. Alla larga, quindi, dai saccenti improvvisati che con qualche suggerimento o metodica terapeutica estemporanea garantiscono, col rischio di cronicizzate il fenomeno e creare più danni, facili soluzioni.

arà inoltre fondamentale - proprio per evitare di intasare ulteriormente il cervello di inutili detriti e, quindi, riappropriarsi dell’immagine più autentica di se stessi – eliminare, attraverso interventi specifici, tutta quella zavorra mentale superflua come ad esempio le parole vuote che non dicono nulla e servono solo a riempire dei momenti esistenziali insignificanti, gli incontri banali e faticosi che non danno alcuna soddisfazione, gli impegni eccessivi ed inutili che portano dritti a frustrazioni continue. Attenzione anche alle abitudini, ai ruoli fissi e agli schemi mentali che calcificano il cervello e portano lentamente alla tristezza più profonda. Tutti atteggiamenti che non permettono al soggetto di cavalcare l’onda del benessere, di occupare uno spazio importante nel mondo esistenziale lasciando in esso un’impronta unica e speciale che fa sentire davvero bene…  colorare di piacere ogni momento della giornata: non più persona qualunque ma regista della propria vita.

RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
 
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