sabato 17 settembre 2016

Quella strana volta che non ce la si fa ...



Quella strana volta che non ce la si fa

        dai,  proviamoci domani



rriva un bel giorno in cui la coppia, anche se relativamente giovane, deve prendere in esame la ‘questione’ della  dèfaillance occasionale. Una situazione che, volenti o nolenti, escludendo cause organiche dovute a fumo, stress, alcolici e farmaci, condiziona sempre la personalità, la salute in generale e il modo di agire in entrambi i partner. Il più delle volte sono semplici fasi di transizione o piccoli cambiamenti relazionali (abitudine, competizione, dipendenza, noia) in cui però viene meno la capacità sessuale: sesso fluttuante che silenziosamente crea sempre aggressività, sfoghi d’ira, rabbia e profonda frustrazione. La collera manifestata o anche solo repressa è fortemente connessa all’impotenza. Quando scarseggiano i “proiettili” in canna, se ci si concentra sulla ‘cilecca’, la mente ossessivamente inchiodata su tale prestazione non riuscita, producendo continuamente ‘pensieri spazzatura’, consumando tutte le energie nell’avvitandosi su se stessa, non lascerà più scampo: diffusa insicurezza, vaghe paure e piccoli dubbi governeranno totalmente il soggetto.

hi ne è coinvolto in tale problema, invece di comprendere che è una situazione passeggera e risolvibile, teso come è fallirà nuovamente anche se si trova in un momento di discreto benessere fisico. Si sentirà o, più probabile, si convincerà di essere particolarmente ‘impotente’ senza nessuna ragione fisica oggettiva. In realtà, le possibili cause, quando c’è poco movimento nel letto, sono, in genere, legate a fattori di stress, di inadeguatezza e mancanza di spontaneità che, a loro volta, provocano un aumento di adrenalina, l’ormone dello stress (neurotrasmettitore liberato dalle ghiandole surrenali. Vedasi articoli relativi allo stress). Questa reazione, secrezione di adrenalina eccessiva, causa il restringimento (vaso costrizione) delle arterie che irrorano il pene e che dovrebbero assicurare l’erezione … rendere “magnifica” la prestazione. Tutto ciò che provoca un restringimento dei vasi sanguigni e riduce la riserva di ossigeno nel sangue - compreso il fumo - rende estremamente difficile conservare vigore e virilità.


MA quante VOLTE 


i sono individui che limitano di proposito la frequenza del ‘rapporto’ perché temono di “esaurirsi” o perché vogliono “risparmiarsi” per restare potenti e virili per chissà quale altra attività o per che cosa. Questo modo di pensare nasce a volte da culture e regole ‘imprecisate’ che impongono ritiri ed astinenze per determinate prove. Si è di fronte, in realtà, a pregiudizi. Un uomo sano può far regolarmente l’amore, con la frequenza desiderata possibile (ovviamente in funzione alle proprie capacità psicofisiche) senza temere l’impotenza. Sembra essere accertato infatti che l’unico modo per mantenere a lungo la vita sessuale è quello di continuare ad avere rapporti. 


o consentono appunto l’interesse, e l’attenzione al corpo, alla sessualità, alle relazioni affettive. La frequenza dei rapporti sessuali, comunque, è un problema comune a molte coppie. Il modo migliore per risolverlo è discuterlo insieme, sinceramente, rispettando esigenze, desideri e necessità reciproci. Quando un uomo e una donna sono in sintonia, hanno raggiunto una buona intesa, porsi la questione di “quante volte” al giorno, alla settimana, al mese “si deve” fare non ha proprio alcun senso.



TTENZIONE, però, non è soltanto un problema “idraulico” ma anche mentale: stile di vita, umore, desiderio e sicurezza ne sono gli ingredienti principali (una sconfitta -  delusione  in questa particolare e delicata attività, per alcuni soggetti, è più forte del testosterone!). Non dobbiamo dimenticare che passione, desiderio e attività sessuale sono il termometro che segnala lo stato di salute fisico e mentale del maschio. Un argomento che  non si vuole toccare, se ne parla quasi mai, spesso di sfuggita, poco spontaneamente perchè l’imbarazzo è altissimo: ci si gira intorno con tono flebile e con mezzi sorrisi incerti. E così, piano piano, i rapporti intimi, poiché generano insicurezza - tensione in uno dei partner e frustrazione - tristezza nell’altro,vengono messi all’ultimo posto dei bisogni di coppia. 

Risultati immagini per eros nella cultura classica


n fenomeno che alla fine, smantellando l’immagine irrealistica di ‘stallone instancabile’, produce collera, turbamento, spossatezza, lotta di potere, sensi di colpa, stress eccessivo e, soprattutto, determina nell’altro - che rimane a bocca asciutta - la sensazione di essere poco sensuale, per niente interessante,  quasi nulla attraente e importante. Per capirci bene è indispensabile partire dall’inizio, dalla “legge di attrazione”, ovvero le prime scelte sessuali. Le scelte sessuali, infatti, che ognuno di noi fa nel corso della propria vita sono determinate a livello culturale: le esperienze sociali e culturali precoci fanno sì che venga scelto un partner anziché un altro. In breve, tutto ciò che siamo stati seguiteremo ad esserlo! Una educazione bigotta o comunque severa, vissuta con vergogna e pregiudizi, può soffocare l’espressione naturale della sessualità, che si manifesta non solo attraverso poca spontaneità e qualche piccola défaillance, ma anche con comportamenti aberranti, e addirittura estremi come l’omicidio. Condizionamenti antichi, esperienze precoci ed altri fattori singolari facilitano l’attrazione ad un particolare partner, a volte dello stesso sesso. La coppia, infatti, non si sceglie mai a caso. Ci sono fenomeni inconsci che fanno sì che quelle due persone si incontrino e, avvenga o magari non avvenga il fatidico colpo di fulmine, si innamorino e si mettano insieme. All’interno di ciascuno di noi ci sono dei valori che ci attirano verso una persona anziché un’altra.


Quei buoni CATTIVI pensieri 


all’adolescenza alla vecchiaia, tutti, uomini e donne, hanno fantasie sessuali, quelli che in tempi passati erano definiti spesso “cattivi pensieri” o, meglio, “pensieri sporchi” da una certa cultura “bacchettona”. Oggi, invece, si riconosce la loro funzione positiva come parte fondamentale di ogni rapporto erotico per aumentare l’eccitazione, superare certe inibizioni, stimolare una vita di coppia piatta, sempre uguale, noiosa, monotona. Le fantasie sessuali sono l’afrodisiaco più naturale, più semplice ed efficace,  più a portata di mano e a buon mercato; possono migliorare l’intensità e la qualità del rapporto perché potenziano la risposta erotica sul piano psicologico e fisiologico. Un contributo lo danno anche i ricordi delle passate esperienze con la stessa persona o con altre. Le fantasie sessuali sono un mezzo di evasione dalla realtà, possono avere anche un aspetto creativo, ma di solito non inducono a mettere in atto il comportamento immaginato, specie se esso viene ritenuto o potrebbe essere realmente trasgressivo, deviante, perverso, immorale o delittuoso. Può accadere che questo comportamento venga ridimensionato per renderlo accettabile: esempio tipico, le fantasie di violenza inflitta (da parte dell’uomo) e subita (da parte della donna) che si riducono a un coito più eccitante, più focoso e allo scambio di frasi che fingono violenza più che attuarla. Le fantasie sessuali inducono l’erezione del pene nell’uomo e la lubrificazione della vagina nella donna. 

uelle dell’uomo sono per lo più immagini di coito, quello della donna per lo più storie di seduzione a contenuto spesso sentimentale. Dall’adolescenza in poi, le fantasie sessuali sono particolarmente coltivate nella masturbazione solitaria. I protagonisti delle fantasie femminili sono soprattutto un uomo sconosciuto o un attore, o un cantante oppure un anonimo del tutto immaginario, di solito idealizzati in modo “sognante”, senza rischi per la relazione amorosa esistente che può non soddisfare, e come evasione dalla monotonia quotidiana. Uomini e donne, spesso, per superare la monotonia e la routine, fantasticano anche di avere rapporti sessuali multipli, con più di un amante contemporaneamente.





ondamentali in questo processo sono i rapporti che il bimbo ha con la propria madre e la bimba con il proprio babbo (vedasi “Complesso di Edipo”): primo banco di prova in cui si forma la radice di quella scintilla che poi farà scattare il desiderio adulto verso l’altro. Ma è importante sottolineare che non si tratta sempre di affinità, perché anche il contrasto può essere determinante. Non è detto che un ragazzo che, ad esempio, abbia avuto una mamma bionda, si innamori delle bionde: potrebbe innamorarsi delle brune proprio per smentire di aver provato gli stessi sentimenti per la madre. Il colore bruno diventa così un elemento di attrazione perché di contrasto, ma che ha comunque origine nel rapporto con la madre. Il fisico gioca forse un certo ruolo nel cosiddetto colpo di fulmine, cioè nell’amore a prima vista ... l’immagine che abbiamo della donna in generale. 

i ricordo un mio paziente che durante una riunione scolastica della figlia si era scontrato più volte "tutte" le mamme, non per il loro contenuto mentale, ma perché erano troppo "vistose" ... troppo truccate e profumate! Il motivo era semplice, non corrispondevano alla sua immagine di donna; la sua era di casalinga, con grembiule, tenuta in ordine ma non “sofisticata” … tutta casa e famiglia! Ma sono proprio gli aspetti non solo non visibili, ma inconsci, a determinare l’attrazione reciproca, é questa una cosa che a volte si scopre molto tempo dopo, e non spesso, perché quasi sempre non se ne saprà niente per tutta la vita. quando, ad esempio dopo un certo numero di anni a due, il matrimonio va improvvisamente a rotoli, si capirà perché ci si era scelti. A volte è proprio il momento dell’incontro che si mettono in opera gli scenari futuri paradossali. Ricordo a tale proposito una coppia: lei vedova, quindi completamente libera, lui soggetto attempato, celibe e figlio unico che continua a vivere con sua madre. I due in realtà si frequentavano da sempre, avevano cioè un rapporto di tipo matrimoniale e alla fine decidono di sposarsi. Nello stesso giorno del matrimonio lui diventa completamente impotente. Evidentemente l’immagine femminile che fino a quel momento aveva funzionato, la partner soddisfacente da tutti i punti di vista, nel momento in cui assume un ruolo “diverso” (giuridico), di sposa, e quindi implicitamente della madre, fa emergere l’antico divieto: “la madre non si sposa”

videntemente qualcosa non ha retto (immagine che si ha della donna). E’ chiaro che in una coppia che vive su scelte inconsce e compromessi consci, soprattutto da parte dell’uomo con l’ovvia collusione della partner, tutto funziona finché la facciata resiste. Quando però qualche parte dell’apparato psichico sposta la base sulla quale il tutto si è retto, può avvenire il crollo. Ma forse, a ben guardare, il terremoto era anche fin troppo prevedibile. Se andassimo a vedere caso per caso, scopriremmo che ogni volta c’è stata una facciata che ha retto fino a un certo momento. Eventi esterni o altri motivi sopravvenuti hanno poi fatto in modo che si scoprisse una realtà che non era affatto visibile. La nascita di un figlio, ad esempio, è un evento che fissa irrevocabilmente i ruoli: da quel momento lei è senza dubbio una madre, lui senza dubbio un padre. E molte coppie non ce la fanno a sostenere compiti che - nonostante chiacchiere e promesse coscienti - non avevano messo in conto. E’ facile capire che non esiste crisi di una coppia che non sia determinata da entrambi i componenti, i quali, come furono complici nel trovarsi, lo sono poi nel lasciarsi. Un uomo, comunque, che non ha avuto la possibilità di formarsi su un valido modello maschile paterno, che ha avuto una madre frustrata e sola, avrà probabilmente difficoltà a riconoscere se stesso come maschio o continuerà a sentirsi insicuro come un bambino che teme sempre di essere “catturato” dal soffocante amore materno. Questa situazione potrà tradursi - a seconda della personalità dell’uomo e delle varie vicissitudini della sua vita - in un’impotenza più o meno radicale oppure anche nella scelta di una compagna modesta e inibita, la quale, non obbligandolo a troppi vivaci confronti, con se stesso e con la sessualità femminile, potrà consentirgli una facciata di tradizionale normalità monogama ed eterosessuale. Un altro caso potrebbe essere quello di una giovane donna, vivace e intelligente, che ha conquistato a fatica la sua autonomia intellettuale e la sua autostima nel mondo del lavoro, la quale può sentire a livelli profondi i suoi impulsi di passività e di regressione come una minaccia. 

a conseguenza di questo conflitto irrisolto potrà essere un comportamento apparentemente disinvolto e disinibito, con tanti “trofei” sessuali. Oppure al contrario, vivere un’ostinata frigidità. Infatti l’impossibilità di consentirsi un orgasmo esprime spesso la paura di “disintegrarsi” di non poter reggere lo sconvolgimento emotivo e la perdita di controllo che l’acme del piacere comporta. L’attrazione si caratterizza sempre in un aumento della pulsione, cioè nella produzione di ormoni (vedasi dopamina, feniletilamine, ossitocina, endorfine, FSH, androgeni, estrogeni, progesterone) i quali stimolando i centri di piacere, provocano benessere e portano il soggetto ‘su di giri’: un fenomeno che assicura l’aspetto gratificante della sessualità. Il gioco sessuale con il partner ha anche un grande effetto tranquillante sia a livello fisico sia sul piano mentale. Le endorfine, infatti, prodotte dall’apparato cerebrale, contribuiscono a fornire una base biologica a quel senso di piacere, passione e conforto. Proprio per questa situazione biologica naturale, l’erotismo divampando spontaneamente ci fa sentire vivi, provare attrazione anche per persone che, a livello razionale, riteniamo inadatte a noi per vari motivi culturali o sociali. RICORDA, l’orgasmo non deve essere un dovere, se proprio stasera non ci riesci, non insistere, provaci domani quando sarai più sereno e battagliero!
 

I motivi per  NON   FARCELA


 disturbi sessuali, possono derivare non solo da problemi fisiologici relativi alla sfera genitale, ma anche da fattori emotivi, relazionali che potremmo definire esterni: fattori sociali e psicologici. Le relazioni sociali di un soggetto coinvolgono tutti gli ambiti immaginabili, in primo piano quelli familiari, lavorativi, politici e religiosi. Ora, anche se il rapporto di coppia è sicuramente momento di relazione, è comprensibile che ad esso non si dedichi tutto il proprio tempo; così come è comprensibile che interessi e preoccupazioni possano essere indirizzati verso situazioni ed emergenze sociali più rilevanti e spesso in antitesi con la stessa vita di coppia. Gli studiosi, del resto, hanno sempre ribadito come sia importante che l’uomo abbia “la pancia piena”, viva in una “società libera e sicura”, sia dotato di un “lavoro stabile” e possa avere rapporti “liberi e sereni” con gli altri prima di pensare anche al “sesso”. In altre parole, se si è affamati, in un paese in guerra, disoccupati o perseguitati per ragioni di “diversità”, politiche o religiose, se si abita in una bidonville o si frequenta un dormitorio pubblico, allora rimane ben poca “carica lipidica” da investire nell’attività sessuale. In situazioni di emergenza, crisi e stress, quindi, la carica erotica viene dirottata in modo da favorire strategie esistenziali più proficue, significative ed importanti. Si può dire, così, che l’uomo sia meno propenso, psicologicamente e fisiologicamente, al rapporto sessuale e alla riproduzione qualora sia completamente controllato o dominato da fattori stressanti. La serenità e la dolcezza del rapporto sessuale possono essere insidiate, quindi, da una serie di fattori psicologici abbastanza comuni e altrettanto frequenti. E’ la cosiddetta impotenza psicogena, che può facilmente sfociare, se non ne vengono individuate e sradicate le cause con una certa solerzia, nell’impotenza cronica. 

asta poco, insomma, per minacciare la propria potenza erotica. Può trattarsi di problemi sul lavoro come di preoccupazioni legate al proprio benessere fisico. Ma anche di situazioni ricorrenti, i piccoli grandi stress di ogni giorno. Allora l’orgasmo scompare. Scompare lo stesso amore, perché ci sentiamo psicologicamente  fragili, “impotenti”, e tutti gli attributi fisici che dovrebbero funzionare alla perfezione durante l’atto sessuale fanno cilecca. Così, è un attimo. Ad esempio il solo pensiero di un problema economico - che in questo periodo storico non manca davvero - o di  una banale bega giuridica, possono trasformare la più eccitante ed erotica delle serate in un insulso, striminzito, insoddisfacente e frettoloso gesto sessuale … sempre ovviamente che l’appetito non sia completamente svanito. Secondo la mia esperienza da clinico, CREDETEMI, a volte, dopo queste esperienze, per risollevare l’autostima e gli organi genitali possono passare anche diversi mesi. Esiste anche l’impotenza paranoide, di chi si sente continuamente scrutato, osservato, ascoltato nei momenti di maggiore intimità, e ciò ovviamente può appartenere a un quadro clinico delicato, può essere una semplice impressione, senza un reale riscontro oggettivo. 

i rischia di  diventare ‘impotenti’ anche se a lungo andare non si ha un luogo intimo dove scambiare tenerezze con il proprio partner senza dover correre il rischio che figli o parenti irrompono nel momento più bello e eccitante della festa. Non dimentichiamo, come già più sottolineato, un altro tipo di difficoltà, ovvero quella parte di noi che può vedere nell’altro sesso l’immagine del proprio padre o della propria madre. In questo caso il rapporto sarà davvero difficile, drammatico e patologico, se è vissuto in modo incestuoso o se si avevano dei  rapporti difficili e conflittuali con il genitore di sesso opposto.




Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 
E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.