mercoledì 1 febbraio 2017

Iperventilazione ...



Iperventilazione

l respiro è, senza alcun dubbio, la più importante funzione dell’organismo. Possiamo tranquillamente rinunciare, per un periodo più o meno lungo, al cibo e ai liquidi, ma risulta impossibile smettere di respirare per un tempo superiore a qualche minuto. Si può, quindi, affermare che il respiro è la funzione corporea più importante dell’essere umano. E’ risaputo - senza ricorrere a concezioni filosofiche orientali - che una respirazione corretta influisce positivamente sul sistema nervoso centrale e sulla lucidità di pensiero. In caso contrario, purtroppo, un respiro corto e rapido” ci accorcia la vita e, soprattutto, rende l’organismo vulnerabile a un gran numero di problemi (... e non solo  dell’apparato respiratorio).

Cos’è l’iperventilazione. 


onsiste nell’inspirare rapidamente ed espirare insufficientemente: si introduce cioè nell’organismo una maggior quantità di ossigeno. Significa, pertanto, inspirare ed espirare più aria del necessario.

I sintomi ...

A livello cardiaco: palpitazioni, dolori al torace, battiti irregolari;

A livello respiratorio: svenimenti, mal di testa, tosse, sbadigli (fame d’aria);

A livello nervoso: fotofobia, ansia, attacchi di panico, vertigini;

A livello intestinale: flatulenza, eruttazione, dolori addominali;

A livello muscolare: contrazioni muscolari, crampi.


Come si sviluppa questo tipo di respiro

nche se l’iperventilazione è sicuramente un metodo appreso nel tempo, molte sono, comunque, le esperienze che portano a questa condizione. Tuttavia, essere particolarmente ansiosi ci fa respirare più rapidamente. Tale reazione si può notare più facilmente nelle condizioni di stress: lo schema respiratorio è una risposta diretta alla situazione contingente. La persona cronicamente tesa mantiene questa modalità respiratoria come risposta alla continua “paura” e, quindi, al timore di lasciarsi andare. Questi individui sviluppano sintomi fisiologici, fanno aumentare l’ansia instaurando un meccanismo vizioso in cui l’iperventilazione determinerà, inevitabilmente, altra iperventilazione (...il respiro corto e rapido provocato dal flusso adrenalinico può portare a iperventilazione). Molto spesso, comunque, erroneamente, si dà per scontato che l’ansia e la depressione siano le principali e uniche cause dell’iperventilazione. Al contrario, invece, un qualsiasi cambiamento repentino di umore (rapporto interpersonale  conflittuale, la visione di uno spettacolo, gioia, ecc.) può esserne frequentemente la causa.


Il parere della  medicina  psicosomatica

a funzione respiratoria si instaura subito dopo la nascita, assicurando l’afflusso di ossigeno all’organismo. La regolazione di questa funzione fondamentale è complessa, dipende dalle condizioni dell’organismo, dal suo metabolismo e dai suoi bisogni energetici; è strettamente legata alle varie organizzazioni funzionali del sistema nervoso centrale, addirittura ai vari stati psichici. L’espirazione è un momento di riposo, l’inspirazione un movimento attivo: gli atleti inspirano per prepararsi all’azione. Numerosi modi di espressione umana si manifestano mediante espirazione, come il grido, il sospiro, i singhiozzi, il riso, nonché - forma più evoluta -  la parola.

iassumendo possiamo dire che la respirazione è il primo bisogno del bambino dopo la separazione dall’organismo materno. Il primo grido che annuncia la fine dello stato di apnea esistente fino alla nascita, rappresenta anche la prima espressione di vita indipendente. Nell’organismo è permanentemente impressa l’equivalenza della respirazione all’autonomia. In effetti la respirazione riflette e rivela processi emotivi e affettivi, ed è un indicatore più affidabile di qualsiasi altra funzione controllata dal sistema autonomo. La sofferenza riduce la profondità del respiro, mentre la felicità la fa aumentare; le persone ansiose hanno una respirazione superficiale e irregolare, e così via. Come accade, quindi, con tutti i sintomi funzionali, turbe della respirazione possono, dunque, accompagnare le emozioni, assumendo nel caso specifico un carattere di comunicazione. L’angoscia può così esprimersi mediante l’iperpnea accompagnata da agitazione, l’oppressione depressiva mediante l’iperventilazione con stridore. Ancora, durante una crisi d’angoscia l’individuo accusa sensazioni di soffocamento. I respiri convulsi, la tosse nervosa (ricordo ancora perfettamente questa particolare respirazione insistente e duratura di Andrea quando si lasciò … si sentì tradito dalla fidanzata), la bolla faringea sono associati a stati affettivi, così come la sensazione di mancanza d’aria esprime una paura specifica nel claustrofobico. Certi disturbi respiratori, come per esempio gli sbadigli irrefrenabili, permettono di trasmettere contemporaneamente il sentimento di noia e l’aggressività verso l’ambiente circostante. L’aspetto psicosomatico delle sindromi di iperventilazione e il loro legame con l’angoscia, secondo questo orientamento scientifico, sono abbastanza manifesti e chiari.

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Come migliorare questa condizione

importante riconoscere, dopo attenta  diagnosi, l’esistenza di questo fenomeno respiratorio e sapere che esso può contribuire a mantenere in vita sintomi (come abbiamo visto) particolarmente sgradevoli. Lo stato ansiogeno e la tensione si possono modificare attraverso  specifiche metodiche terapeutiche distensive. E’ importante dedicare ogni giorno del tempo ad addestrarsi nella nuova modalità respiratoria in modo sempre più  rilassato. Avere consapevolezza della postura, dello schema respiratorio è sicuramente il primo passo importante per rieducarlo e migliorarlo. La prima regola è quella di respirare lentamente, con calma e senza forzare (mai respirare profondamente - introducendo troppo ossigeno -  è probabile che ci si senta storditi o che il cuore inizi a battere più veloce … perché non si è abituati a quel volume polmonare); in questo modo si agirà sul sistema nervoso e si acquieterà la mente da eventuali disagi.

Un  po'  di   pratica

1.  Mettere una mano sullo stomaco e l’altra sul petto. Quella appoggiata sul petto dovrebbe rimanere ferma quanto più possibile; l’altra mano, invece, andrà su e giù mentre si respira.

2.    Espirare, senza forzatura, attraverso il naso e durante queste operazioni lasciate scendere liberamente lo stomaco.


3. Inspirare attraverso il naso facendo sollevare lo stomaco. Cercate di far sì che l’espirazione sia più lunga dell’inspirazione (allenarsi ad effettuare tra gli otto e dodici respiri al minuto).

Alcuni esercizi ... per calmare il respiro


1^ Fase

-  inspirazione, attraverso il naso, veloce ma in modo delicato (contare mentalmente fino a 2 o 3);

-      non si deve trattenere il respiro;

-      non effettuare inspirazioni profonde.

2^ Fase

-      l’espirazione avviene delicatamente;

-  si conta mentalmente fino a 5 o 6 (allenarsi con questa numerazione, dopo qualche tempo si può arrivare fino a 9 o 10);

-      il respiro non va eliminato nè con violenza nè con forza.


In breve ...  non smettiamo questo allenamento dopo qualche giorno dicendo che non funziona: ci vuole tempo!!!

... altri tipi di respirazione.

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1.   Il primo tipo di respirazione ha lo scopo di eliminare l’anidride carbonica dai polmoni. Basta fare una leggera inspirazione attraverso la bocca semiaperta e, quindi, espirare a fondo, gonfiando leggermente le guance.

2Il secondo tipo di respirazione, che costituisce il “motore” del rilassamento è piuttosto semplice; lo scopo principale, infatti, è quello di calmare e distendere, aumentando nel contempo le energie del proprio corpo. Inspirare a lungo attraverso il naso, con la bocca chiusa, quindi espirare lungamente e leggermente attraverso la bocca socchiusa.

3. Il terzo tipo di respirazione ha essenzialmente lo scopo di calmare e “disintossicare”, favorendo anche l’autocontrollo. Inspirare lentamente dal naso, tenendo la bocca chiusa: l’inspirazione dovrà durare circa due secondi. Nell’espirazione, invece, si deve contrarre il diaframma e sollevare le costole, senza muovere né la testa né il collo, che devono rimanere ben diritti. Trattenere il respiro contando mentalmente  fino a otto, poi espirare velocemente dalla bocca, come per spegnere una candela; mentre si espira rilassare il diaframma ed abbassare le spalle il più possibile (questo esercizio può essere praticato quando si ha bisogno di “recuperare” rapidamente).


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
 E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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