sabato 15 luglio 2017

Fai volare l'Autostima ... portala





Fai volare  l' AUTOSTIMA ...
portala sempre con te al lago, al mare o ai monti 
 

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utti al mare, tutti al mare a mostrar le ... così recitava una famosa canzone estiva di qualche anno fa. Ma è proprio vero che la vacanza è il momento più bello e felice dell'anno? Secondo il punto di vista di Paola, Eleonora, Elisabetta, Maria, Claudia, Donatella, Enrico, Fabio, Marco, Francesco, Gabriele, Maurizio e Enzo - in terapia da un po' di tempo - sembrerebbe proprio di no, anzi per loro è il periodo in assoluto più snervante e stressante di tutto anno. 

ome è possibile tutto ciò? Dopo undici mesi di stress, faticoso lavoro, perché è così difficile godersi un giusto e meritato riposo? La “colpa” è che spesso non riusciamo a staccarci dagli atteggiamenti quotidiani, lasciarci andare ai cambiamenti ed abbandonarci al nuovo ... siamo ripetitivi, incapaci - se non terrorizzati al solo pensiero - di gustarci l'imprevisto. Enzo, infatti, il più rigido, inflessibile e perfezionista della comitiva, con una vita piena di doveri e pochi piaceri, sempre attivo e perennemente in tensione, alla mia domanda diretta, formulata a seguito della sua affermazione, più volte espressa, di non aver nessun desiderio e voglia di voler andare in vacanza “Ma non le potrebbe essere d'aiuto fermarsi un attimo, andare via, staccare un momento, cambiare aria, conoscere cose nuove … caricare le “batterie”?” non solo non sa rispondere, ma manifesta un profondo imbarazzo. Dopo un po', riprendendosi, decide di prendere in mano la situazione con un tono di voce incerto: “Ma cosa vuole non sono mica un bambino, non ho più la spensieratezza di quando ero fanciullo ... sa, in questo momento ho molte cose da fare, tante responsabilità, io”. Incalzandolo nuovamente: “Ha conosciuto da bambino, quindi, la magia della vacanza, ricorda alcuni momenti di felicità, euforia e spensieratezza vissuti in quei periodi?”

ah, proprio non so, non mi viene in mente nulla. Dai suoi racconti sembra che non sia mai andato in villeggiatura o non si sia mai divertito come i ragazzini fanno, di diritto, in queste fantastiche occasioni. Le vacanze per lui, secondo i pochi ricordi, erano solo ed esclusivamente momenti pieni di obblighi e di costrizioni: poco bagno e niente sole perché fanno male, guai andare fuori dal seminato, solo lunghe e noiose letture perché, altrimenti, si rischiava a settembre di non essere al passo con gli altri … in compenso, tante richieste, molti impegni e infiniti comandi. Enzo, allo stato attuale, non smentisce questa sua “impronta” monotona e coercitiva del passato: carente di entusiasmo, scarsa di fantasia e colma di doveri. Un personaggio poco disponibile, dominato da un continuo bisogno di controllare e vigilare, con mentalità rigida, una sorprendente mancanza di spontaneità, attaccato alle abitudini, che odia l'avventura, la sorpresa, la magia della vacanza, la spensieratezza, la libertà ... rifiuta la spontaneità, la naturalezza, di essere se stesso



ancellare ogni cosa dalla sera all'indomani per lui è davvero impossibile, sconvolgente … non riesce proprio a familiarizzare con i posti nuovi, i cambiamenti e le novità. Preferisce non andare in vacanza perché odia la passività e i cambiamenti … e come dice lui, è inammissibile stare, a questa età, con le mani in mano. Si sente più al sicuro vivendo le stesse cose giorno dopo giorno, un quotidiano ripetitivo, sempre uguale, senza novità e particolari scossoni, tutto deve essere ai suoi occhi prevedibile … un vivere in cui prevale la banalità, la noia profonda e l'insulsa routine quotidiana. La 'voglia' di vacanza comunque, a suo dire, non manca, ma a certe condizioni però: basta che il tutto sia programmato da tempo e a puntino, con razionalizzazione e giusta attenzione; guai inciampare in imprevisti che possano stravolgere le abitudini e gli schemi mentali consolidati da tempo. Ogni anno, infatti, così racconta, il copione si ripete. Con tanta forza di volontà e poco entusiasmo si dà un sacco di obiettivi: inizia qualche mese prima ad esaminare i dettagli di un viaggio ipotetico o programmare nei minimi particolari un posto di villeggiatura “impossibile” … ogni cosa deve essere studiata sempre alla perfezione altrimenti si rischia il panico … lo dice con occhi sbarrati (un disagio ansiogeno a lui particolarmente noto) … la parola d'ordine è una sola, CONTROLLO. 


inalmente, dopo correzioni su correzioni, arriva il fatidico momento della partenza. Ma nulla è pronto, niente appare come ipotizzato: sono vissute, ancora una volta, le sue aspettative in maniera deludente. E così si ritrova fino all'ultimo momento confuso, stremato, svogliato e, soprattutto, con la voglia di cambiare tutto ...solo  il programma vacanziero però: Enzo non ha proprio voglia di partire. In quei mesi di preparativi snervanti, pieni di stress e forzature varie non ha trovato nulla che potesse interessarlo o entusiasmarlo; non si è divertito nemmeno un attimo nel ricercare e scoprire su internet cose “nuove” e meravigliose circa quei luoghi sconosciuti e bellissimi; l'unico suo obiettivo rassicurante era quello di infilare in “valigia” i soliti condizionamenti, gli stessi atteggiamenti mentali sbagliati e, soprattutto, imbrigliare la sua fantasia … tutti stati emotivi che annebbiano e intasano i pensieri, annullano la creatività, ostacolano la possibilità di vivere la vacanza in modo unico, naturale, gioioso, felice e in piena libertà senza preconcetti. 


aola, invece, ha scelto un clima vacanziero decisamente diverso, scritto da altri; genitori, lago, mare o montagna, tutto già stabilito … da una dipendenza affettiva. Il suo atteggiamento, comunque, non è un fenomeno recente o attuale: é sempre stata una campionessa nell'assecondare le opinioni altrui e una fantastica equilibrista nel nascondere i suoi veri interessi ... le sue esigenze più profonde. Ha difficoltà a prendere posizioni non solo per le vacanze, ma anche in ogni settore del vivere quotidiano … non dice mai la sua per timore di perdere l'attenzione, considerazione e l'approvazione altrui. Nonostante abbia in “valigia” qualche piccola “preferenza” circa dove andare e cosa fare, si lascia sempre convincere dal copione scritto da altri, preferisce demandare le sue scelte: prima l'amica, poi il fidanzato e ora il marito. Una dipendenza che avvelena, impoverisce completamente la sua esistenza. Paola non si ribella mai, sembra incapace di prendere decisioni in maniera autonoma, da sola e di assumersi, come la vita chiede, anche la più banale responsabilità … un continuo girare a vuoto tra ansie ed aspettative. 


ppare sottomessa, remissiva, costantemente bisognosa di consigli e rassicurazioni, riluttante ad esprimere le sue opinioni per paura di entrare in conflitto, di essere in disaccordo con gli altri … a volte, ma raramente e solo di sfuggita, veloce come un colpo di ferula, accenna una piccola insoddisfazione, una breve opposizione. Prigioniera delle sue convinzioni si autocensura (cosa penseranno di me; non sarò mai in grado di fare le cose che fanno loro; e se poi si arrabbiano?). La sua postura non passa inosservata, ripiegata su se stessa, è davvero inconfondibile; chiusa, schiva, inibita, si sente costantemente in pericolo e indifesa quando è sola … vorrebbe essere trasparente, invisibile. E cosi Paola per paura di creare conflitti e scontri anche banali non solo evita di esporsi nelle scelte, ma ha “costruito”, nel tempo, rapporti difficili e relazioni superficiali che nascondono una vita piena di sofferenza, disagi e frustrazioni; non dice mai la sua per timore di perdere l'amore, ma nel contempo “autorizza” gli altri a spegnere la sua identità, a “calpestarla” in ogni momento e luogo … anche in vacanza.
Risultati immagini per vacanza lago,  sole, mare e ombrelloniCome abbiamo potuto vedere dai due esempi sopra indicati, anche in vacanza, se siamo sfiduciati, pessimisti, delusi e remissivi, sempre con lo sguardo fugace, anziché ricaricarci e fare il pieno di benessere, rischiamo di spegnere ogni vigore, la forza vitale, la gioia e cancellare la voglia di vivere. E’ abbastanza comune - quando si perde l'autonomia, l’entusiasmo e la voglia di fare - sentirsi degli stracci, scarichi, preoccupati, spenti, svogliati, stonati, stanchi, maldestri, privi di iniziativa, inadeguati anche nelle piccole azioni quotidiane; ogni gesto diventa sciapo e sgradevole, proprio come una pietanza più volte riscaldata. Si rimane fermi al palo avviliti e sfiniti … una vita fredda e buia, piena di strazianti lamenti e di continue rinunce. 

a sensazione di inadeguatezza paralizza anche la cosa più desiderata e sognata da lungo tempo la meritata VACANZA. Non si vede l’ora di mollare tutto, di andarsene, ma prima di partire si è già in tensione perché si teme che qualche evento disturbante possa portare cambiamenti repentini alla routine, agli schemi di sempre e smantellare le vecchie abitudini (vedasi la storia Enzo) … e allora - proprio perché siamo dei campioni a rovinarci da soli – eccoci qua, pronti ad accendere il semaforo rosso a tutte le passioni e voglie estive … che sono tante, ma tante, credetemi! La paura di cambiare ci allarma e ci blocca; non ci distoglie da questa fastidiosa situazione nemmeno un gesto gentile o uno sguardo ammiccante di una graziosa fanciulla gentile, formosa e disponibile … niente riesce ad accendere la passione, non ci schioda nemmeno un vero e proprio colpo di fulmine! E’ l’entusiasmo invece che ci rende unici e speciali, ci illumina lo sguardo, ci rende lucidi e le cose più semplici se non facili, ci fa scendere dal letto con il piede giusto, ci sveglia contenti al mattino con la voglia di fare, ci rende attivi e leggeri … è un patrimonio interiore davvero ineguagliabile che, oltre ad annullare le delusioni dell'intero anno, rende ricettivi, lucidi, intuitivi e pieni di idee. 

uando, invece, puntiamo su cose che non ci interessano davvero è facile spegnere l’entusiasmo e riportare alla luce antiche delusione paralizzanti… e così la DEPRESSIONE in punta di piedi finisce per rovinare tutto. E’ un dramma perdere la fiducia in se stessi perché ci si sente disarmati, deboli, estranei, smarriti, in pericolo, completamente in balia di un mondo circostante ormai ostile, minaccioso e incomprensibile. Sensazioni penose in cui non ci sopportiamo, non ci stimiamo, non ci piacciamo e, soprattutto, non crediamo più nelle nostre vere risorse e capacità (che sono sempre tante anche se non ne abbiano, il più delle volte, la consapevolezza!). Sono tutte cose che, lentamente, minano la sicurezza e trasformano le persone in svogliate, rinunciatarie, prive di energia e di interessi… la sfiducia ci mette all’angolo, alle corde, al tappeto, completamente in ginocchio anche in vacanza.



a è proprio grazie alla vacanza in modo “spensierato”, “stile liberty”, che possiamo goderci la vita … ritrovare la vera 'natura', il piacere, infuocarci ai sorrisi e stupirci del nuovo, dell’insolito, portare l’armonia e la voglia di vivere alle nostre giornate … vivere finalmente la magia dell'estate. La vacanza è il periodo dell’anno in cui dovrebbe essere più facile “spassarsela”, liberarsi della zavorra invernale e, se si è ben predisposti, tutto può diventare possibile: il brivido, l’originalità, la conoscenza, il divertimento, il gioco … ogni piccola cosa nuova può arricchire la vita rendendola piena e ancora, ancora, ANCORA, più completa. Se ci allontaniamo dai percorsi obbligati, dai cliché mentali triti e ritriti, pieni di noia, di impegni e doveri, sempre accompagnati da stanchezza, svogliatezza, noia e da profonda insoddisfazione, possiamo mettere le ali ai nostri pensieri, ai nostri veri desideri e rendere la vacanza piena di vitalità. Proprio così, non aver timore: “Fai volare l'Autostima, portala sempre con te al lago, al mare o ai monti”. Il cambiamento di abitudini, di schemi mentali e stili di vita, infatti, oltre a portarci lontani da stress, sofferenze, malattie e disturbi vari - attivando i “mediatori chimici del benessere”, le famose molecole del piacere - crea uno stato di felicità, di profonda armonia e di intenso piacere. Urge, allora, “spezzare” quei percorsi obbligati, quei programmi forzati e “rinsecchiti” con i quali non si era mai d’accordo … quando ci si chiude in se stessi non si vede nient’altro, il mondo diventa freddo e monocolore (vedasi la storia di Paola).


olo diventando “ingordi” di esperienze, “famelici” di sguardi e “bramosi” di nuove esperienze si possono riaccendere le antiche voglie e passioni; sono questi gli stimoli che fanno incontrare sempre qualcosa di nuovo e aiutano a lasciare a casa dubbi, insicurezze e incertezze. Solo aprendo la nostra mente a cose nuove, a nuovi ambienti, alle novità, agli incontri e smontando parecchie convinzioni ormai stantie, possiamo ritrovare entusiasmo, fantasia, creatività, voglia di vivere, scacciare lo stress, la noia e rinforzare in profondità le difese immunitarie … con uno sguardo più aperto e curioso si riparte alla grande, ma alla GRANDE davvero! Per ricevere, quindi, il massimo benessere anche in vacanza dobbiamo abbandonare i luoghi comuni ma, soprattutto, lasciarci influenzare dal nuovo, allontanarci dalla vita piatta, insulsa e noiosa … il cervello “felice”, attivando nuovi circuiti mentali, sprizza salute da ogni parte. Le vacanze non si giudicano mai, si vivono così come sono, intensamente: se afferri al volo tutte le occasioni di piacere, ti riappropri della tua vera identità (non si è per nulla lesivi verso altri e, soprattutto, non si fa nulla di strano perché è la “naturalezza” che fa il suo corso) … avrai sicuramente delle sorprese meravigliose ed eccitanti. 


asciati guidare, “infiammare”, dalle azioni spontanee, e dalle persone che ti danno piacere. Attenzione però a non lasciarsi influenzare da quei luoghi comuni, da quelle mode assurde che sole, mare, cibo, riposo e sonno sono già tutto. Il corpo e la mente, non abituati alla “stasi”, se abbandonati a queste condizioni di “stallo”, rischiano a dir poco il “collasso” e, ancora, il troppo cibo ingurgitato, per il solo gusto di riempire i “vuoti“ emotivi, in assenza completamente di movimento, si andrà a stratificare in un grasso che richiederà mesi, se non anni, per essere “bruciato”. Mai fermare il corso della vita, al cervello servono sempre nuovi stimoli per ritrovare l’entusiasmo, la passione, la “grinta”, l’eccitazione e l’energia … lasciati guidare liberamente dal momento, lasciati spingere e portare al largo dalle passioni. Non preoccuparti di quello che pensano gli altri e, soprattutto, quando ti spogli non confrontarti con il contesto sociale del momento, con un corpo da top model, con il vestito che fa difetto sui fianchi, concentrati, invece, sul tuo pareo… quello più bello, vivace e colorato che hai. Quando partiamo per una breve o lunga vacanza che sia, dobbiamo mettere sempre in “valigia” piccole cose: autonomia (ricorrere sempre agli altri espropria dalla propria identità … ci si spegne), generosità (si esce dai dubbi e dalla meschinità) eros (diventare “selvaggi” fa sentire vivi e ricarica di energia, è il modo giusto per ritrovare fiducia in se stessi, attivare ormoni e neuroni cerebrali … la vera autostima)

uai ai paragoni e confronti estemporanei, e mai cercare di raggiungere obiettivi a tutti i costi perché, senza volerlo, oltre a rubare la gioia del presente, ostacoliamo il fluire continuo dell’esperienza e della vitalità. E’ invece fondamentale godere quello che la vacanza ci offre in quel preciso momento, in quel prezioso e forse indimenticabile istante… se desideri fare una cosa è il momento di buttarti nell’onda travolgente del momento presente, non rovinarti questa fantastica “stagione”, le tue preziose vacanze! 



ivere il tempo presente è sempre la cosa migliore: se si guarda indietro si obbliga la mente a rimanere dentro a una piccola cornice, la si costringe a vivere dentro uno spazio angusto, controllata da certe convinzioni e rimpianti … dolori, drammi e sofferenze passate, sconfitte subite, situazioni che non esistono più, sono già passate ma che bloccano, disperdono e tolgono energia al proprio benessere naturale… afferra il presente e affidati al domani il meno possibile . “Orazio”

 
Risultati immagini per vacanza lago,  sole, mare e ombrelloniAndiamo Enzo, coraggio, non fermarti sulla battigia entra in acqua, abbandonati, lasciati andare, avvolgere e completamente coinvolgere, vai in profondità e scopri finalmente quel meraviglioso mondo unico ed irripetibile, quell'incessante mutevolezza del vivere

 ... e tu Paola, forza, non esitare, corri nella pineta e arriva al mare, non avere timore, buttati nell'acqua sicura, generosa e protettiva, scegli la direzione che più ti piace e, finalmente, senza cercare consensi, cavalca l'onda della tua vera vita.




Corso   di   Autostima


Settembre – Ottobre – Novembre – Dicembre 2017 


er autostima si intende la capacità di intraprendere un buon rapporto con se stessi e con gli altri. Con una sana autostima si possono affrontare gli impegni quotidiani con grande lucidità, sicurezza e fiducia. Con una scarsa o incerta valutazione delle proprie competenze - in altre parole con una autostima insufficiente - l'individuo dubita di riuscire a far fronte ai vari impegni della vita, anche i più banali. Convinto di non essere mai all'altezza della situazione - si tratti di lavoro, di rapporto di coppia o di colleghi - è insoddisfatto anche di ciò che può aver realizzato, magari con grande creatività e talento. Un povero concetto di se stessi può condure ad un certo numero di disagi esistenziali e problemi di salute. Vuoto interiore, inadeguatezza e incomprensioni sono condizioni che nel tempo non solo diventano croniche ma fanno anche ammalare. Quando si ha un alto livello di autostima, invece, ci si sente particolarmente bene (attivi, energici, lucidi), si ha la convinzione di controllare la propria esistenza, si è flessibili ma, soprattutto, si è in grado di prendere decisioni (sedersi al posto di guida, qualunque sia la strada) e decidere dove si vuole andare). Il Corso si propone di fornire semplici regole pratiche, immediatamente utilizzabili, che permettono di raggiungere e di sviluppare "equilibrio", armonia, rispetto di sé e, soprattutto, consapevolezza del proprio talento e del proprio valore autentico... quindi, non più vittime delle circostanze ma, se lo si desidera, artefici, della propria vita.

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Programma


Incontro

Concezioni neurofisiologiche dei disagi emotivi. Stress come riconoscerlo: somatizzazioni. Il mal-essere quotidiano. L'approccio psicosomatico. Il dolore protratto nel tempo porta dritti alla disistima. Il cibo.  Stai nel presente. Mettiti il vestito più bello. L'operazione del piccolo digiuno. Le emozioni possono cambiare. Guai auto – definirsi.

Incontro.

Passato e futuro: tempi da "eliminare". Il presente. Via i sensi di colpa. Consigli non si chiedono e non si danno. Non pretendiamo che gli altri cambino. Alla larga da lamenti e consigli. No ostinarsi a voler cambiare gli altri. Allontanati dai lamenti, evita i consigli. Liberati dal sentimento di colpa. Attenzione alle relazioni pericolose.

Incontro

Basta con i perché. Il silenzio: No alle autodefinizioni. Le sensazioni di benessere. Vivere in due … dalla parte di lei/lui. Pronto soccorso per la coppia. Le relazioni pericolose. Amore e autostima. Vivere insieme. Comunicare in maniera giusta. Come superare una separazione, in divorzio … la fine dell'amore.

Sede: FERRARA


Inizio corso settembre ....

Gruppo: max 10 persone per corso

Orario: dalle 20,30 alle 23,30 (mercoledì o giovedì a seconda delle esigenze dei corsisti)

Informazioni   ed   iscrizioni

 bonipozzi@libero.it

 349.1050551

Il corso incoraggia semplicemente ad avere più fiducia in se stessi, a fare cose per sé, a decidere, a fare scelte in modo autonomo e cosciente … lavorare sul sentimento di autosvalutazione che porta dritti, dritti al senso di debolezza e fallimento.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
 E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

lunedì 3 luglio 2017

Alcol ... "largo" ai giovani.

Alcol... "largo ai giovani.

Alcol  … "largo" ai giovani                    

alcol è la sostanza psicoattiva più antica del mondo. Ancora prima di inventare la ruota i nostri antenati conoscevano già i suoi effetti ‘afrodisiaci’ e, soprattutto, i suoi poteri ‘curativi’. Con Dioniso - Dio greco del vino e dell’estasi - a tale nettare veniva riconosciuto un valore spirituale molto importante al punto da farne il centro di cerimonie e riti di iniziazione sociale presso alcuni popoli e civiltà di tutto il mondo. Anche il patriarca biblico Noè, nonostante la sua proverbiale rettitudine, fu tra i primi ad essere catturato da questa sostanza inebriante … vittima di un bere smodato. Si racconta, infatti, che dopo il diluvio universale, piantò un butto di vite e, più tardi, ne apprezzò le sue caratteristiche organolettiche fino a perdere completamente la tramontana … si abbandonò liberamente, senza alcun ritegno, ad una sbronza solenne. Nel rituale eucaristico, inoltre, troviamo il pane e il vino: mangiare la ‘carne’ e bere il ‘sangue’ di Gesù, se ben ricordo, significa credere, contemplare, espiare e assimilare tale divinità (trascendere, diventare una parte di). Tornando ai nostri tempi, l’alcol è una bevanda molto ricercata, piuttosto diffusa, facilmente reperibile e, soprattutto, poco costosa. I “maratoneti” dell’alcol sono un target importante per l’economia: più bevono e più riempiono le borse… di altri, a volte senza scrupoli. Molti individui riescono ad apprezzare questa bevanda e godere del suo effetto piacevole senza diventarne dipendenti. Altri, invece, da occasionali diventano abituali e, quando la dipendenza si sviluppa, ogni momento della giornata ruota attorno alla ricerca di questa sostanza; non appena l’effetto di una ‘dose’ svanisce inizia la frenesia, l’attesa spasmodica della successiva. 

nche se spesso l’alcol dà la sensazione illusoria di forza, gioia, euforia, coraggio e felicità, non si possono giustificare, in nessun caso, i calicini ‘buoni’ e i calicini ‘cattivi’, ma considerare tale abitudine come una vera e propria dipendenza patologica che cerca di compensare o nascondere profondi sentimenti di tristezza, paura, insicurezza e disistima. Reggere la solitudine è il peso esistenziale che solitamente si cerca di spartire con un calice in più, soprattutto quando il tutto è ‘condito’ da pensieri negativi su se stessi: autoaccuse, fallimenti, senso di inadeguatezza. Proprio per la capacità di ‘spegnere’ i pensieri nefasti, l’alcol sembra diventare - soprattutto tra i giovani - la scorciatoia più rapida e sicura per la felicità. L’abuso di alcol non deve mai essere banalizzato, ridicolizzato e sottovalutato perché, nel tempo, produce sintomi psicosomatici davvero invalidanti i cui effetti negativi coinvolgono, oltre al consumatore, l’intera società: interferisce con la capacità di giudizio, porta a risultati scolastici scadenti, aumenta i rischi di incidenti e spinge a fare cose che per nulla al mondo - nei momenti di sobrietà - si oserebbe mettere in atto. Il soggetto che si “sballa” non solo presenta caratteristiche fisiologiche evidenti come stanchezza, febbre, avitaminosi, infiammazioni, impotenza, calo della libido, palpebre gonfie, occhi rossi, sclera opaca, pelle che cambia colore, disidratazione, disturbi del sonno e inappetenza, ma anche un profondo malessere psicologico e cognitivo: diventa strano, lunatico, confuso, disorientato, la memoria diventa ballerina, passa di colpo dall’allegria alla tristezza, i tratti depressivi, poi, sono sempre più lunghi e frequenti, emergono collere improvvise che possono evolvere, a seconda della situazione, in aggressività verbale, in atti gravi di bullismo o di crudeltà inaudita. L’eccessivo consumo di alcol, a lungo andare, non solo influisce negativamente su quasi tutti gli organi del corpo, tra cui il cervello, l’apparato digerente, il cuore, i muscoli, il sangue e gli ormoni, ma permette alla mente di “andare oltre”: dare libero sfogo agli istinti rompendo gli argini del controllo.

Risultati immagini per alcolismoL’alcol - proprio perché consente di oltrepassare, con estrema facilità, i confini della razionalità … illude di eliminare inibizioni, neutralizzare resistenze psicologiche, anestetizzare la tristezza e migliorare alcune prestazioni - sta diventando da alcuni decenni il protagonista indiscusso del sabato sera dei ragazzini. Una esperienza che inizia quasi per gioco, in modo divertente con gli happy hour per passare drasticamente allo “sballo concentrato”: stordimento, annullamento e perdita di controllo … un mezzo rapido per alterare la realtà. L’aspetto drammatico di questo fenomeno - piccolo o grande che sia - è che viene sempre vissuto come normale, naturale, non trasgressivo e per nulla rischioso per la salute. Chi beve, infatti, oltre a nascondere il vero problema, non ha mai la corretta valutazione della sua condizione psicosomatica, la reale consapevolezza della tragedia che può nascondersi dietro questo disagio medico, psicologico e sociale: ecco perché alcune metodiche terapeutiche, spesso, tardano a decollare, falliscono o non danno i risultati sperati; alcuni atteggiamenti come spinta, motivazione, coinvolgimento e interesse - sempre fondamentali per uscire dalla palude depressiva - mancano del tutto nel rapporto terapeutico. Trangugiare a ripetizione strani, bizzarri, variopinti, grotteschi e abbondanti “beveroni” è diventato un facile esercizio che permette di socializzare velocemente (scioglie rapidamente la lingua … quando non inciampa nel palato), un motivo di vanto, una nuova moda stravagante ed eccitante, un biglietto da visita per entrare a far parte del gruppo … condividere e sostenere i principi che si è dato.

 giovani in gruppo, d’altra parte, con quel fare del ‘tutto o niente’, con la loro incontrollabile frenesia, l’esuberante bagaglio ormonale e l’incredibile ‘onnipotenza’ diventano dei piccoli Hulk, forti, astuti e abili nel trovare facili scorciatoie, nel far fronte ai vari mal – esseri quotidiani, combattere la solitudine, neutralizzare le frustrazioni, affrontare le delusioni e gestire gli insuccessi scolastici. L’alcol, allora, si presenta come un piccolo salvagente in un grande mare burrascoso pieno di guai e violenti scontri sociali; una sostanza che dà apparentemente sollievo, piacere immediato, imbavaglia la noia, aiuta a trascorrere un po’ di tempo in pace, fa sentire più leggeri e, soprattutto, cancella i pensieri scomodi. Una strategia esistenziale che, pur essendo ingannevole, ‘aiuta’ a convivere con un futuro incerto, ad affrontare un mondo confuso, a reggere i sogni infranti, a sopportare le lunghe attese, a gestire le sconfitte e le profonde delusioni. MAI delegare all’alcol la risoluzione dei problemi perché fa perdere il controllo, toglie la possibilità di scegliere e di decidere: uccide la conversazione, isola dal mondo, mette in pericolo lo studio e i rapporti sociali. Quando si mette in mano la propria vita ad “altri”, si rimane intrappolati nell’infelicità, si perde immediatamente l’autonomia, la libertà e, soprattutto, la propria unicità. NON è MAI uno strumento di felicità, anzi, è il contrario, perché distrae dai veri conflitti irrisolti da cui si fugge bevendo … guai a bere per dimenticare, per non sentirsi giù, per essere più virili, per mascherare la solitudine o la paura. Il guaio è che chi abusa di questa sostanza si sente invulnerabile, crede di essere in grado di gestire ogni situazione drammatica, di poter smettere quando vuole, ma, purtroppo, non funziona così; se l’alcol entra con forza nella vita quotidiana in maniera compulsiva, la capacità di controllo diventa solo un’illusione, sia per grandi sia per piccini. In questa fase evolutiva turbolenta, i giovani per essere accettati e garantirsi il plauso degli altri devono farsi notare, fare qualche ‘goliardata’, pagare un pedaggio … uniformarsi alle linee di tendenza del gruppo.

n gruppo ‘sano’ dà la possibilità, al suo adepto, non solo di esprimere liberamente e senza giudizio di valore le sue potenzialità, ma gli offre anche sostegno, stimoli, coraggio, sicurezza e protezione che difficilmente trova in altri “luoghi”: un tipo di rapporto che spesso scarseggia nel nucleo familiare da cui lentamente si allontana perché non si sente più a “casa” sua. Con la sua vivacità e caparbietà - non essendo ancora un abile navigatore nel grande mare burrascoso della vita - vive le dinamiche familiari, il più delle volte, in maniera piuttosto aggressiva e conflittuale: scontri, sarcasmo, dileggio, malintesi, consigli banali ed inutili sono all’ordine del giorno. E’ da questa atmosfera vissuta, a suo dire, come pesante, irrespirabile e colma di incomprensioni, che vuole fuggire: neutralizzare questo clima, costi quel che costi, con tutti i mezzi possibili, con ogni cosa a portata di mano, fino allo stordimento ed allo ‘sballo’ totale. E’ un periodo della vita in cui soffia forte il vento dei cambiamenti, si ha l’aspetto fisico di adulto ma l’esperienza è scarsa, spesso inadeguata o insufficiente per navigare nel mare agitato degli adulti: molto cammino si deve ancora fare per conoscere i ‘tranelli’ del mondo … le tentazioni e i trabocchetti sono davvero tanti in questa incerta e confusa fase evolutiva. Ci sono molti pericoli, ma non è vero che essa possa ‘sconvolgere’ completamente la personalità: non fa altro che mettere il fanciullo di fronte a nuove situazioni e a nuove sfide (le ‘fondamenta’ dovrebbero già essere state realizzate da tempo). La storia di ognuno di noi non si esaurisce nelle vicende individuali, ma riflette quelle della famiglia, del gruppo, della società: individuo e ambiente sono in intima e continua influenza reciproca. 

er aiutarlo ad affrontare la vita, favorire un terreno fertile, autonomo e sereno bisogna sapergli dire, se necessario, anche di NO, ma sempre con rispetto e dovute spiegazioni, MAI canzonare; trovare quelle formule “appropriate” per aiutarlo a incanalare e gestire la sua ribellione esplosiva in modo più creativo; creare quei rapporti sereni e rispettosi in cui possa sviluppare, con il giusto senso critico, fiducia in se stesso e negli altri; stimolarlo ad essere autonomo, dandogli la possibilità di scegliere, decidere e affrontare i problemi quotidiani con le sue vere risorse, in piena libertà, in modo tale che possa sperimentare direttamente, come la vita chiede, benessere oppure malessere, conoscere la vittoria ma anche la sconfitta, ma soprattutto saperlo ASCOLTARE, ASCOLTARE e ASCOLTARE ancora. NO solo beni materiali e voluttuari, ma CONDIVISIONE e VICINANZA. Ricordiamolo che questi fanciulli - anche se sono dei veri campioni nel provocare e bravi acrobati nel manipolare - non sono demoni, desiderano l’indipendenza ma nel contempo la temono, vogliono solo sperimentare la vita autonomamente, con le loro reali capacità, verificare fino a che punto possono spingersi, conoscere quali sono i limiti e le loro risorse.
Risultati immagini per binge drinkingSono alla ricerca continua di un loro specifico assetto psicosomatico per affrontare la vita adulta da soli, desiderosi di scoprire e conoscere il mondo senza compromessi … in modo più spontaneo e naturale. Non dimentichiamo, però, che sono spaventati, ancora ‘inesperti’ e, quindi, prepariamoci ad accoglierli quando sono in difficoltà, nei momenti del bisogno, quando chiedono aiuto e sostegno … no permissivismo, ma comprensione e fermezza, MAI derisione … un gesto prezioso che darà più solidità e fiducia in se stessi. Il fanciullo percepisce che si sta avvicinando sulla sua strada un momento complicato, davvero cruciale e possono manifestarsi nel suo stile di vita errori che fino ad allora erano passati inosservati: erano già presenti, però, e un occhio ‘clinico’ esperto avrebbe potuto vederli da sempre e forse iniziare a fare già ‘prevenzione’ ... promuovere salute e benessere, aiutarli - senza essere troppo ‘invadenti’ - a superare i vari ostacoli. Adesso, pero, sono più evidenti, aumentano di importanza e non possono essere ignorati. Il consumo eccessivo di alcolici (binge drinking), ovvero la grande “abbuffata alcolica”, è un modo estemporaneo per raffreddare questo continuo ribollire, per zittire i vari malesseri esistenziali, per placare i tormenti quotidiani, per annullare un futuro inquietante, per cancellare i pensieri ossessivi, confusi, pieni di incertezza e di paura che esplodono, improvvisamente per un nonnulla, in questo periodo davvero singolare, complesso e conflittuale.  

osa fare. Negare di avere un problema rappresenta, sicuramente, il principale sintomo di questa singolare dipendenza. Il trattamento non è mai facile, lineare, semplice e veloce, ma sempre in salita: richiede pazienza, fermezza e competenze specifiche. Un fenomeno la cui prognosi è in funzione del soggetto, della terapia e di alcuni fattori, spesso, cronici: stato di salute, età, durata, consapevolezza, motivazione e, soprattutto, l’ambiente che può diventare un prezioso stimolo per un cambiamento risolutivo senza inciampare nelle ricadute. L’efficacia, comunque, di un trattamento non può mai prescindere dal riconoscimento, da parte del soggetto, di avere qualche difficoltà legata all’uso esagerato di alcol, da una forte motivazione al cambiamento e dal desiderio autentico di troncare con questo comportamento compulsivo distruttivo. Spesso, chi ha questa dipendenza, purtroppo, è l’ultima persona a riconoscerla: prenderà in considerazione un eventuale ‘aiuto’ solo dopo essere stato messo di fronte a prove inconfutabili, alla consapevolezza di un vivere fatto di stenti, disastroso, incerto e infelice ... quando toccherà il ‘fondo’ con mano.

oiché l’alcolismo è spesso un problema relazionale non può mancare un sostegno alla “famiglia”, non solo per comprendere le relazioni e i conflitti tra i vari membri, ma anche per aiutarla riprendersi dai ‘danni’, dalla disistima e dai profondi sensi di colpa. Accanto alla terapia tradizionale l’autoterapia è fondamentale non solo per camminare senza la ‘stampella alcolica’, ma per cercare nuovi affetti, interessi e sviluppare aspettative più realistiche. Una prima mossa è quella di concentrarsi sulla disintossicazione: una sana alimentazione e un corretto stile di vita permetteranno di eliminare lentamente tutti i veleni. L’esercizio fisico, inoltre, deve essere preso sempre in considerazione e portato avanti con una certa costanza e continuità perché può dare - con la sua naturale produzione ormonale di endorfine - grande giovamento: allevia la tensione, favorisce un’immagine di sé migliore e attenua decisamente i tratti depressivi. Le tecniche distensive come ipnosi, yoga, massaggio psicosomatico e touch of health, oltre a ridurre lo stress, alleviare il tormento e dare lucidità, possono facilitare stili di vita più vantaggiosi, ridare energia, favorire nuovi incontri e, soprattutto, aiutare a tenere a bada una eventuale ricaduta … gestire la tentazione del bicchierino facile. 

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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.