mercoledì 29 novembre 2017

La pelle ... specchio della SAUTE.



LA  PELLE ...

specchio” della SALUTE


e malattie della pelle sono senza dubbio le più comuni e diffuse. La cute è il primo apparato “preposto” a manifestare il disagio nei bambini più piccoli e non potrebbe essere diversamente vista l’immaturità psichica che li espone ad un contatto più diretto e meno schermato con l’ambiente circostante. Pelle e mente: il connubio è perfetto, soprattutto quando abbiamo a che fare con disturbi cutanei. Le reazioni “a pelle” non sono però prerogativa dell’età evolutiva, si verificano in tutti quei momenti in cui la mente non riesce a contenere adeguatamente emozioni che sfuggono al controllo, ecco che, improvvisamente, i disturbi dermatologici si incaricano di far affiorare il malessere: di renderlo manifesto. La pelle non può essere considerata come un organo “superficiale”. Essa è davvero di più: rappresenta una dimensione dove i nostri modi d’essere si legano e si intrecciano con il mondo, dove il nostro essere, la nostra vita dialoga con l’esterno. Ecco perché la sfera cutanea va “letta” in più modi, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che l’affliggono. La pelle - come precitato nell'articolo della settimana scorsa - è l’organo più esteso del nostro corpo, eppure difficilmente le diamo importanza come il cuore, fegato, reni, polmoni

l rapporto che abbiamo con la pelle è del tutto esclusivo, nella nostra percezione non abbiamo la pelle ma “siamo” la nostra pelle. E non è un caso, se analizziamo infatti il valore funzionale e simbolico di questo apparato ci renderemo conto che esso è strettamente connesso alla nostra identità più profonda ma anche all’istintiva difesa della vita. Intanto, grazie alla sua elasticità che separa l’interno dall’esterno, protegge il corpo da traumi, pressioni, colpi. Inoltre, è una barriera che impedisce l’ingresso di agenti potenzialmente patogeni come batteri, sostanze acide e alcaline, radiazioni solari. Da questo punto di vista potremmo considerarla come una sorta di tuta protettiva che può arrivare a diventare, all’occorrenza, vera e propria corazza impenetrabile. Il limite dell’uomo è, quindi, la sua pelle. Essa dà la forma e sembianza a ogni essere vivente, non solo rendendo visibile all’esterno la forma del corpo, ma - attraverso i segni che porta con se - esprimendo l’individualità. E’ il tratto distintivo di ognuno di noi, poiché nessun altro può averne una identica (vedasi le impronte digitali). E’ l’involucro vivente che cresce e invecchia con la nostra persona, costantemente rinnovato, ma sempre uguale a se stesso. E’ la linea di demarcazione tra noi e l’universo stesso

i delimita e protegge, si costituisce come filtro e barriera permeabile contro gli agenti nocivi. In questo senso svolge un’importante funzione di limite e confine che consente alla persona di percepirsi come distinto e delimitato dal mondo. Contribuisce quindi a determinare la consapevolezza di sé, l’individualità, attraverso la consapevolezza di possedere un corpo. Tramite la pelle tocchiamo e siamo toccati, definiamo il nostro spazio e siamo definiti nello spazio. Ed è nel contatto tra pelle e pelle che prende origine il processo di delimitazione psichica. Ma non solo: la cute rappresenta inoltre un importante mezzo di comunicazione interpersonale. Attraverso la cute il corpo emana il suo odore, che ha un suo codice di riconoscimento e una sua marcatura in grado di influenzare il comportamento dell’altro e la relazione con esso (gli animali percepiscono l'adrenalina sulla pelle … “capiscono” chi ha paura e chi non ne ha). La pelle è da sempre vettore di simboli e idee, il cui fine è la comunicazione verso chi ci circonda. Può essere territorio di bellezza e di attrazione, di un messaggio particolare oppure anche di repulsione. Così, chi soffre di una patologia cutanea cerca di condividere il problema di cui è portatore, si sforza di portare in mezzo agli altri il vissuto interno che sottende la patologia ma contemporaneamente prova vergogna e disagio per la sua affezione. E’ in questo momento che la malattia diventa stigma, ovvero marchio che spesso va a bloccare l’emotività di chi ne soffre. E’ confine protettivo e territorio di scambio emozionale: ma anche spazio dove appaiono i disagi e le emozioni nascoste. Così la cute diventa autentica carta di identità del nostro vivere quotidiano.
a da dove nascono i disturbi cutanei? Perché una mente che non riesce a esprimersi invia i suoi segni proprio sulla pelle? In realtà, l’acne, la vitiligine, gli eczemi, la psoriasi 'vengono' per farci osservare emozioni che tratteniamo. Vediamo ora questi meccanismi, ovvero impariamo a leggere quanto sta scritto sulla "mappa" cutanea: le origini di natura psicosomatica dei disturbi che l’affliggono.

ulla pelle, quindi, si possono manifestano profondi segnali di disagio; malessere o benessere, i conflitti di svalutazione si fanno corpo, prendono forma in questo tessuto ... una carta geografica precisa, una mappa delle nostre difficoltà vissute con il mondo interno ed esterno.

Acne: “una forza infuocata affiora dal profondo”, bisogna prestare più attenzione all’eros e alla vita affettiva! ... quando si trova sul viso si vuole tenere a distanza qualcuno, se localizzato nella schiena (non si vede) si getta alle spalle un desiderio, sul petto, invece, c’è lotta tra pulsioni e sentimenti … NON schiacciare MAI i brufoli. Un aiuto naturale: Juglans regia MG, Ulmus campestre MG e Ribes nigrum MGlavorare SEMPRE su fegato e intestino….

Orticaria: (fenomeno cutaneo simile a punture di ortica, con prurito e bruciore)… soppressione dei propri desideri con l’obbligo di condividere o sopportare situazioni fastidiose ed esasperanti (relazioni, eventi), il tutto percepito come minaccia (forte prurito) … eccesso di energia: sessualità e sentimento di rabbia spingono (affiorano) per essere ascoltati.

Onissi: (unghia infiammata)l’unghia è un organo che rappresenta la difesa, la protezione … i soggetti che hanno problemi in questa formazione cornea sono particolarmente vulnerabili, deboli e fragili sul piano emotivo.

Cisti: (le interpretazioni psicosomatiche sono sempre in funzione dell’organo o del tessuto interessato: pelle, polmoni, cervello, ovaie, pancreas, ossa) ... una cavità che in generale racchiude dolore, sofferenza, vecchi risentimenti che bloccano … pelle: bisogno di affetto, di sicurezza, di nutrimento, di sentirsi accettati, desiderio di essere toccati.

Adenofibroma: (nodulo). Questa massa di piccoli nodi, spesso, fanno la loro comparsa a seguito di una ferita affettiva (abbandono, delusione, tradimento): sono veri i propri “grumi” di sofferenza, di tristezza, di preoccupazione, di profondo dolore. Ricordo con grande affetto il caso di Giorgia che dopo la perdita del figlio in tenera età ebbe un problema di questo tipo al seno … il tutto si risolse fortunatamente in 'qualche' mese.


loasma: (gravidico o nella menopausa: chiazze marroni sul torace, mani, viso, collo)… provare sentimenti di vergogna, sentirsi umiliati in situazioni particolari.

Blefarite: (palpebre: chiusura, vedere o non vedere; occhi: approvazione, disapprovazione, protezioni da stimoli esterni). Un’infiammazione del bordo delle palpebre dovuta alla collera relativa a quello che si ha davanti, al desiderio di non voler vedere certe cose (conflitto: vedere o non vedere, non voler affrontare la vita).

Patomimia cutanea: (sfregamento, pizzicamento, bruciature, morsi, tagli autoindotti) autopunizione, atto aggressivo sulla propria pelle… un fenomeno borderline (tratti psicotici marcati) con un Io particolarmente debole: al limite della nevrosi e della psicosi… comportamento infantile per avere più attenzione, essere più considerati e creare una reazione compassionevole sulle persone del proprio ambiente … uno strumento di difesa primitivo contro un’incalzante depressione mascherata.


czemi: un atteggiamento di estremo controllo (rabbia e aggressività) su emozioni giudicate poco presentabili; chi è sempre su di giri deve aspettarsi qualche disagio a livello dell’apparato cutaneo; la difficoltà di gestire l’aggressività può dar luogo a fastidiose dermatiti, eritemi o eczemi; segno che un 'fuoco' dirompente preme per uscire … se poi la vita di coppia è una “lotta continua”, questa seccatura a livello cutaneo, potrebbe favorire vaginite e uretrite: una battaglia rabbiosa che continua senza tregua tra le lenzuola. Un aiuto naturale: Cedro del Libano MG, Olmo MG, Ribes Nigrum MG (Eczema atopico); Cedro del Libano MG, Juglans regia MG (Eczema secco).


Psoriasi: Una pelle che si è trasformata in una grande corazza rigida e fragile che presenta difficoltà a portar fuori, a mediare tra interno ed esterno … un 'fuoco' (sangue) spento dal bianco delle squame. Non bisogna mai dimenticare che, al di là della disposizione genetica, lo stato d'animo e l'equilibrio emotivo influenzano fortemente la sintomatologia. Un aiuto naturale: Segale (MG), Cedro del Libano (MG), Juglans regia (MG) … fondamentale sarà, inoltre, da soli o con l'aiuto di un esperto, esternare in modo diretto i propri modi di pensare, compresi i rifiuti, contrarietà e, soprattutto, esprimere i conflitti.



ICORDA, se il mondo interiore è sofferente l’epidermide lo rivela con grande solerzia, si oppone - attraverso il suo prezioso ed enigmatico linguaggio - di essere "contaminata" da relazioni sbagliate, forzate e distorte: grida la sua disperazione, smaltisce le "tossine". Specchio visibile di emozioni a “fior di pelle”, limite e barriera per gli intrusi (confine tra il mondo interno e quello esterno) … riflette non solo il proprio stato di salute generale (dentro e fuori) ma - essendo direttamente connesso con il SN - è possibile leggerci emozioni, stati d’animo e le difficoltà relazionali … un malessere che si presenta violentemente ogniqualvolta il mondo ci ferisce … sulla pelle sono dipinte tutte le passioni troppo sacrificate, che in qualche modo non ci si concede. Esaminare attentamente il rapporto tra “malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei veleni, apparentemente non visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente.

OGNI disturbo vuol dirti qualcosa, tenta di correggere un percorso, una direzione sbagliata che stavi, “sbadatamente”, per imboccare: riporta a riflettere sui tuoi bisogni più veri; ogni emozione trattenuta ti mette con le spalle al muro, ti isola dall’organismo che, astutamente, altro non può fare che rivolgersi, chiedere aiuto ai disturbi psicosomatici.


IENI sempre presente, che una vita piena di disagi, di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni sono tutte condizioni esistenziali che non solo minacciano in profondità la propria identità più autentica, ma oscurano completamente il senso profondo della vita … fanno ammalare. Ogni cambiamento ringiovanisce ANCHE la PELLE, una nuova vita basata sulla passione e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche non solo ci allontana dallo stress ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura per la propria persona e aiuta ad esprimere tutte le emozioni represse … esprimere se stessi, la propria unicità.
Poco si parla dell’interiorità, delle risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita, certi atteggiamenti mentali e alcuni modi di vedere il mondo sulle somatizzazioni delle potenti difese che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie, da un senso di impotenza diffuso, da una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo fastidiosi protratti nel tempo.

TIENI PRESENTE che la pelle è una mappa che porta in sé infiniti segni misteriosi del profondo.

Anemia: il volto è biancastro, spento e smunto (scarso afflusso di sangue ossigenato). Problemi ai polmoni: il volto assume un colore bluastro (maggiormente evidenziato nelle labbra). Il volto assume un colorito rossastro quando si abusa di alcolici, con il diabete mellito e in caso di ipertiroidismo. La colorazione giallastra del viso segnala problemi di fegato, epatite o ostruzione delle vie biliari.




ICORDA, la pelle è lo specchio visibile delle emozioni a “fior di pelle”, limite e barriera per gli intrusi (confine tra il mondo interno e quello esterno)… riflette non solo il proprio stato di salute generale (dentro e fuori) ma - essendo direttamente connesso con il SN - è possibile leggerci emozioni, stati d’animo e le difficoltà relazionali … un malessere che si presenta violentemente ogniqualvolta il mondo ci ferisce … sulla pelle sono dipinte tutte le passioni troppo sacrificate, che in qualche modo non ci si concede ... la pelle, attraverso i suoi "segnali", dice tutto ciò che non si ha il coraggio di ammettere... esprime e fa sentire le sue risorse più preziose.


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QUESTA BREVE ESPOSIZIONE HA SCOPO SOLO INFORMATIVO E NON CURATIVO. IL FINE DI QUESTO LAVORO (come ogni articolo pubblicato) E’ QUELLO DI INFORMARE, “TOCCARE” QUANTE PIÙ’ MENTI POSSIBILI IN MODO TALE CHE OGNI SINGOLO INDIVIDUO POSSA ESSERE STIMOLATO AD APPROFONDIRE (se lo desidera) I VARI ARGOMENTI TRATTATI E, QUINDI, ESSERE IN GRADO DI FARE SCELTE IL PIÙPOSSIBILE MIRATE, RESPONSABILI E CONSAPEVOLI PER IL PROPRIO BENESSERE. RIFLETTERE, POTER SCEGLIERE E DECIDERE LIBERAMENTE … PER CRESCERE.


LA  CONSAPEVOLEZZA  E'  GIÀ  TERAPIA!!!


L'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore.

 
N.B. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo, pertanto, ha un valore educativo, non prescrittivo.


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mercoledì 22 novembre 2017

Pelle …specchio dell'anima

Pelle … specchio” dell'anima

(brevi frammenti di psicosomatica)




a pelle rappresenta il limite estremo del corpo umano: Io - Tu. Ci separa dal mondo esterno e, di fatto, volenti o nolenti, è quello che mostriamo agli altri. La pelle svolge molteplici funzioni: elimina i prodotti di rifiuto inutili all’economia dell’organismo, mantiene stabile la temperatura corporea attraverso le ghiandole sudoripare, rappresenta la base del tatto con le sue sofisticate terminazioni nervose. La pelle, in genere, è in rapporto con l’autovalorizzazione nei confronti dell’esterno, è il simbolo della nostra identità, ciò che mostriamo al mondo … ci permette di conoscere le cose e di entrare in relazione con gli altri. Trattandosi dell’involucro del corpo, rappresenta l’immagine che abbiamo di noi stessi. Quando proviamo disagio nei confronti dell'ambiente circostante o delle persone in generale, la pelle “parla”, si fa sentire attraverso un arrossamento, una secchezza, una lesione o un indurimento. Questo sofisticato e prezioso tessuto, attraverso l'interno e l'esterno, ben si adatta a comunicare disadattamento, aggressività, insicurezza, frustrazione e difficoltà di rapporti. La pelle, senza addentrarci nei disagi gravi come la patomimia cutanea (autopunizione corporale: pizzicamento, sfregamento, tagli, bruciature … veri e propri tratti psicotici), attraverso le sue patologie, può venire infatti utilizzata come difesa da interporre tra sé e gli altri. Il problema cutaneo, spesso, non solo segnala che il nostro “confine” col mondo non è più in equilibrio, ma è connesso anche con un senso di vergogna nei confronti di se stessi. Le persone in questione, infatti, prestano eccessivamente attenzione a ciò che gli altri possono pensare di loro, e ne prestano troppa anche al proprio giudizio; soggetti insicuri circa le loro capacità che, pur sapendo di avere molte risorse, non riescono ad esprimerle come vorrebbero. 

on si consentono di essere appieno se stesse, e facilmente si autorifiutano. Spesso si sentono colpite nella loro integrità; sono persone molto sensibili a tutto quello che accade esternamente e, quindi, si lasciano troppo facilmente “toccare” dagli altri. La pelle è un organo visibile tanto per se stessi tanto per gli altri; sicché più il problema è manifesto, più crea disagio, più indica che il proprio modo di pensare e le proprie credenze nei confronti di se stessi disturbano parecchio ed è urgente provvedere … “sentire” (più che capire) cosa c'è che non va. Il messaggio dei problemi cutanei è importante: concedersi d’essere un essere umano, con le sue debolezze, i suoi limiti e le sue paure, senza credere, per questo, di non valere nulla. La pelle è l'organo più grande e completo del corpo umano: copre mediamente circa 17.000 centimetri quadrati. Quando alcuni organi - come reni, vescica, polmoni e intestino - sono “affaticati” diventa un prezioso 'assistente' nello scaricare le tossine, le impurità del corpo … serve a regolare la temperatura ed è anche, come già sottolineato più volte, un territorio di "confine", la nostra "frontiera", il nostro "limite"

volge una funzione respiratoria molto importante, attraverso i pori della pelle: assorbe ossigeno. E' quella parte del corpo che non passa mai inosservata, bella o brutta che sia non possiamo nasconderla e, quindi, la dobbiamo far vedere ... anche 'camuffata' si fa notare immediatamente … si vedono subito l'invecchiamento e le sue affezioni. Uno dei suoi compiti principali - oltre a tenere unito il corpo - è quello protettivo: una barriera con il mondo esterno (batterico, relazionale, emotivo) … una corazza protettiva in grado di bloccare le “invasioni” emotive pericolose. In realtà, ci permette di entrare in contatto direttamente con il mondo circostante fisico e relazionale. Questo “guscio” non solo ha il dono miracoloso di autoripararsi, ma in esso sono "memorizzate" anche tutte le nostre esperienze e le nostre emozioni più antiche: i nostri “lividi” più profondi ... i conflitti più reconditi (accettazioni, rifiuti, abbandoni) … comprese le nostre proteste silenziose. Senza dubbio è il nostro principale e più interessante organo di contatto. I segnali così percepiti vengono inviati, provocando in tal modo una sensazione, direttamente al cervello (gradevole o sgradevole) … ci informa delle "cose" con cui veniamo a contatto, anche quelle che “irritano” e che fanno diventare la cute una perfetta mappa, una insostituibile cartina geografica piena di "segni"

n tessuto che permette di riconoscere lo stato emotivo di ogni persona. La collera imbianca il volto, la vergogna rende bordeaux, il terrore sbianca come un lenzuolo e la rabbia colora di giallo ... verde di bile. Quando poi arriva un attacco di panico, per spegnere i “bollenti spiriti”, sudiamo abbondantemente (abbassa la temperatura). Il cambiamento cromatico permette di individuare lo stato di salute di una persona. Il rapporto, quindi, tra disagio emotivo e malattie della pelle è un fatto ormai accertato da vecchia data. Paura, collera e ansia possono determinare l'aumento di sudorazione (iperidrosi). Il sudore indotto dalle emozioni si concentra soprattutto sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sulle ascelle, mentre quello causato dal caldo interessa principalmente la fronte, il collo, il torso, le braccia e il dorso delle mani. In condizioni di stress prolungato, l'eccesso di sudorazione è spesso causa di rash cutanei, vesciche e infezioni che richiedono un trattamento con sostanze appropriate. 


a depressione e l'ansia hanno l'impatto più forte sulle condizioni fisiche. Forti depressioni sono associate a colpi apoplettici e a certe condizioni dermatologiche come la psoriasi e l'acne. I modi di dire tipici sulla pelle sono davvero tanti e significativi; espressioni popolari che sottolineano questo fenomeno attraverso emozioni e stati d'animo sono: Non sto più nella pelle, Cambiare pelle, E' una questione di pelle, Mettersi nella pelle di qualcuno, Avere i nervi a fior di pelle, Avere la pelle dura, Rischiare la pelle, Avere paura di rimetterci la pelle, Tenere alla propria pelle, Fare la pelle a qualcuno”. Ciò che osserviamo sulla pelle umana altro non è che la storia, il racconto di ogni individuo intriso di ricordi e di vissuti emotivi: fierezza, gioia, debolezza, vergogna e pene varie. Certi disturbi cutanei - restando sempre con i piedi per terra - non sono solo determinati dalle difficoltà emotive vissute nel presente, ma anche il segno di “sofferenze” sperimentate in passato con gli altri; un avvertimento delicato, ricco di indicazioni, a volte un po' irruento, ma sempre un segnale che stimola a prendersi cura di se stessi. La pelle, infatti, essendo il primo organo di contatto con il mondo esterno, costituisce una struttura privilegiata nella vita di relazione. E’ proprio in base a questi contatti primordiali che il bambino sviluppa la propria identità, la consapevolezza di esistere ... di essere accettato, rispettato e considerato … una persona importante, di grande prestigio, di valere. 

isulta fondamentale il rapporto con le prime figure di riferimento e con le persone significative: la gravità della sintomatologia è sempre condizionata dal tipo e dall’intensità del rapporto affettivo. Una pelle calda avvicina mentre una cute fredda allontana; la vita inizia così: con un gelo rifiutante o con un tepore gradevole e accogliente. La patologia cutanea insorge come espressione di emozioni trattenute o di impulsi non soddisfatti. Riporta inesorabilmente a galla vecchi segreti e temi emotivi conflittuali … un fenomeno che “sboccia” a fior di pelle. Una lotta interiore che si fa sentire, si disegna, si rende visibile nella cute. Il desiderio primario represso (amore, accettazione, calore, tenerezza) agisce sul meccanismo endocrino e il sistema nervoso vegetativo, determinando a sua volta delle lesioni epidermiche. Facendo un esempio concreto, un individuo poco amato nella prima infanzia (poco toccato, coccolato, accarezzato … rifiutato) potrà sviluppare in futuro l’eczema oppure se è stato privato completamente di affetto, potrà manifestare la sua “cicatrice” affettiva con la psoriasi … quando nella fase evolutiva si incontra una figura di riferimento dura, fredda, insensibile e distaccata non ci sono molte scappatoie … a volte la soluzione migliore è gettarsi nella “follia”! I problemi cutanei - poiché coinvolgono un organo con un ruolo sociale ben preciso - parleranno sempre della nostra realtà interiore e delle relazioni con gli altri: contatti, barriere, scambi, fragilità, pene, tenerezza, limitazioni, separazioni, abbandoni, paure, allontanamento, libertà, narcisismo, vulnerabilità, vergogna, verità, bugie, piacere, controllo, isolamento. Il corpo diventa il palcoscenico dove viene rappresentata questa sorta di dramma interiore e, la pelle, come prima 'donna', scrive su di sé tutti i segreti più reconditi … racconta la sua storia, rivela profondi processi psichici e invisibili rapporti emotivi (buoni o cattivi).


OSA FARE. L'intervento terapeutico non dovrebbe mai ostacolare, bloccare l'espressione patologica, ma la deve far vivere ed affrontare in maniera soggettiva e diversa: placarla nella sua globalità e, soprattutto, nella sua grande umanità. Risulta fondamentale allearsi con la propria vita affettiva anziché subirla (istintualità, vitalità, passionalità): mai soffocarla; lasciare “bruciare” la passione invece della pelle. Spesso, infatti, c'è la tendenza a non esprimere, a trattenere le proprie emozioni e reazioni perché si è convinti che non verranno accettate dagli altri oppure si crede che potrebbero essere troppo distruttive e negative. E' importante farsi sentire, alzare la voce in modo da sbollire tutti i “pruriti” relazionali, esprimere nel tempo presente irritazione e contrarietà, purificare la mente da pensieri e tensioni … lascia che la tua pelle si faccia portavoce della tua vera voglia di vivere.


l disagio cutaneo può anche “denunciare” una intossicazione alimentare. Combinazioni alimentari sbagliate, alterando il metabolismo, possono indebolire il sistema immunitario. Il primo passo, quindi, è quello di disintossicare l'organismo; assumere in grandi quantità verdure, ortaggi e frutta. Eliminare invece tutti gli alimenti che producono “calore”: grassi saturi animali e, soprattutto, zuccheri semplici; un atto preventivo che deve sempre essere preso in considerazione a prescindere dalla patologia in atto, perché disintossica l'organismo, rinforza il sistema immunitario e regola il metabolismo … va a smaltire tutte le tossine accumulate nel tempo. Per rimuovere tutte le tossine dai tessuti e convogliarle verso gli organi (emuntori) deputati alla loro eliminazione (intestino, polmoni, reni, cute), utilizzare: eucalipto, lavanda, menta, timo (polmoni), bardana, calendula, amamelide, viola del pensiero (cute), betulla, uva ursina, ginepro, zenzero (reni), fico, lino, mirtillo, malva (intestino). La mossa vincente, in ogni caso, è quella di depurare il fegato con: cardo mariano, carciofo, tarassaco, rosmarino. Per una pelle color pesca e lucida: Vitamina A, C, E, bioflavonoidi, zinco, EPO, EPA.


nche l'oligoterapia che non deve mai essere considerata un semplice palliativo, affiancata da altre metodiche terapeutiche più specifiche, può aiutare ad affrontare certi “inestetismi”: Zinco – Rame, Manganese, Zolfo … Rame - Oro - Argento per tratti depressivi e sistema immunitario.
UESTA BREVE ESPOSIZIONE HA SCOPO SOLO INFORMATIVO E NON CURATIVO. IL FINE DI QUESTO LAVORO (come ogni articolo pubblicato) E’ QUELLO DI INFORMARE, “TOCCARE” QUANTE PIÙ’ MENTI POSSIBILI IN MODO TALE CHE OGNI SINGOLO INDIVIDUO POSSA ESSERE STIMOLATO AD APPROFONDIRE (se lo desidera) I VARI ARGOMENTI TRATTATI E, QUINDI, ESSERE IN GRADO DI FARE SCELTE IL PIÙ’ POSSIBILE MIRATE, RESPONSABILI E CONSAPEVOLI PER IL PROPRIO BENESSERE. RIFLETTERE, POTER SCEGLIERE E DECIDERE LIBERAMENTE … PER CRESCERE.

LA  CONSAPEVOLEZZA  E'  GIÀ  TERAPIA!!!
L'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore. 
N.B. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo, pertanto, ha un valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
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mercoledì 15 novembre 2017

Spazza via i brutti pensieri … è facile.





n questo momento di crisi, incertezza e smarrimento è facile incontrare persone che si perdono nel 'labirinto' della paura, delle lamentele e dell’inquietudine: le azioni diventano faticose, confuse e poco efficaci … dubbio, incertezza e indecisione dominano la scena esistenziale; uno stato d'animo che, come un vampiro, succhia qualunque energia e fiducia. Un modo di intendere la vita non proprio vantaggioso sia per corpo sia per la mente. Chi poi soffre di un malessere ansiogeno generalizzato è costretto a mettere sempre le 'mani avanti': vive in uno stato particolare di vigilanza, di allerta e profonda tensione; previsioni che creano disagio, apprensione e allarmismo, si pensa che possa capitare da un momento all'altro qualcosa di terribile, di drammatico, di irreparabile. Soffrono costantemente ed esageratamente di qualsiasi cosa; anche i fatti più banali e insignificanti destabilizzano … condizioni comunque create sempre da modi di pensare persistenti ed eccessivi. Sono dei "campioni" a produrre sintomi davvero originali, sia fisici sia psicologici ... temono di perdere nell'immediato il controllo emotivo.

amentano costantemente tensioni muscolari o cefalea. Possono entrare facilmente in iperventilazione con la sensazione sgradevole di soffocare ... hanno notevole difficoltà a prendere sonno di notte. La difficoltà respiratoria determina formicolii diffusi nelle estremità del corpo, con vertigini, sudorazione, palpitazioni, minzioni frequenti e secchezza della bocca. Difficilmente si trovano a proprio agio, rilassati nelle situazioni sociali e lavorative ... sono sempre irrequieti ed affaticati; nel tempo possono sviluppare un quadro clinico depressivo o diventare ipocondriaci. E' un malessere che compromette la qualità della vita, può minare la stabilità emotiva e i rapporti interpersonali sono spesso disastrosi. A volte si isolano completamente dall'ambiente lavorativo e familiare ... facilitando l'apertura in tal modo all'uso (abuso) di alcol, farmaci o di droghe, diventano improduttivi. Un copione psichico e fisico che non si discosta di molto dalle altre affezioni in cui domina l'ansia. Soggetti rassegnati, stanchi e svogliati che si fanno catturaredalla rabbia, dal rancore e dai sentimenti negativi. Molti sono gli argomenti e i timori reali che spesso - a ragione - oltre a causare una montagna di stress (senso di frustrazione), fanno arrabbiare, perdere lucidità e concentrazione. 

Ad ogni conversazione, gli animi si surriscaldano, ma poi, dopo il commiato, tutto passa, ogni cosa si risolve: non resta alcuna traccia emotiva del dibattito. Ma può anche accadere che la mente sotto la spinta di frustrazioni molto forti reagisca cedendo a pensieri bizzarri, a gesti “strani” o violenti che creano un senso di disagio diffuso, di tensione e di disperazione … i piccoli o grandi rancori si fanno sentire generando risentimento, confusione e un flusso d’ansia continuo. Capita a tutti di assistere al fallimento di un proprio progetto particolarmente desiderato e inseguito da tempo. E’ vero, si resta molto male ma prima o poi si riparte con forze inaspettate. Per alcune persone, invece, quel senso di fallimento non giunge dopo una situazione difficile o negativa, ma è presente da molto tempo prima.


n ciarpame mentale di nessun valore pratico e pensieri inutili dominavano già la loro vita: “Non valgo niente, Sono un fallito, Nessuno mi considera, Non so mai impormi, Sono timido, Faccio sempre gli stessi errori, Non so resistere alle tentazioni, Sono un incapace, Sono troppo fragile, Non ci riuscirò mai, Tutti mi fregano, Sono preda della sfortuna, Non combino mai niente di buono, Ormai è tardi per cambiare, Non sono all'altezza, Attiro sempre persone sbagliate …. Uno stato emotivo forte che rimanendo perennemente sullo sfondo esistenziale lacera, butta giù e sminuisce completamente ogni cosa perché mette in primo piano solo fallimenti, sconfitte, insuccessi o incapacità. Opinioni invadenti e ostinate che infondono nervosismo, impongono ruoli e comportamenti “innaturali”, il più delle volte per raggiungere mete che in fondo in fondo non interessano nemmeno, ma a cui si aspira per fare bella figura con gli altri. 

on è la mole di lavoro che crea un senso di vuoto e di stanchezza, ma il fatto che non si è in contatto diretto con se stessi, si è assenti completamente in ogni attività. Sembra sempre che si stia portando avanti progetti di altri (sociale, lavorativo, familiare) che non appartengono al soggetto, si stia vivendo la vita di qualcun altro: ecco perché la passione nel fare le cose spesso manca! Una convinzione profonda che ogni cosa non vada per il verso giusto, di essere sempre nel luogo e nel momento sbagliato, che la vita sia una valle di lacrime, triste e grigia, di non aver nessun valore, di non essere all’altezza dei vari compiti e di non meritare apprezzamenti … di sentirsi sempre sospesi, incompleti e senza pace ... sulla lama di un rasoio. Arrivano così, all’improvviso, pensieri terribili e bui che spaventano, e in quel preciso momento tutto si spegne: la vita diventa faticosa e non piace più, l’unica speranza - ogni sera prima di coricarsi - è che arrivi paradossalmente il “sonno” definitivo. Immersi in un’atmosfera mentale piena di costrizioni, di desideri inappagati, di aspettative deluse e di doveri imposti, prosciughiamo completamente tutta l’energia per gestire questo malessere invisibile e invadente: girando a vuoto si diventa ipersensibili, irritabili e insofferenti al punto che tutto infastidisce … diventano noiose persino le cose che un tempo piacevano, facevano divertire, rendevano vivaci, creativi ed attivi. Il confronto con gli altri è costante; una profonda sfiducia nelle proprie capacità operative relega il personaggio, ancor prima di entrare in scena, in una posizione di perdente … sempre dietro le quinte, con un ruolo di poco conto. Cambiare è davvero difficile se si pretende di partire da “fuori”, modificare solo l'ambiente esterno: “Starò bene solo quando diventerò più sicuro di me, Quando guadagnerò più soldi o andrò in pensione, Comprerò l’auto nuova, la casa o il vestito nuovo, Quando il partner cambierà, Quando avrò un taglio di capelli all’ultimo grido, Quando incontrerò la persona giusta, Quando avrò sistemato il matrimonio, Quando, e ancora Quando… MA QUANDO (la soluzione non viene mai dall'esterno ma dal modo con cui si guardano le cose)

e ci si fissa per troppo tempo su obiettivi e desideri che non si realizzano mai (fuori tempo, non reali perché passati o ancora da venire), si manda completamente in tilt la “centralina”, la cabina di comando: il cervello. Ripetendo sempre le stesse esperienze, le stesse situazioni e i soliti percorsi obbligati, tutto lo spazio mentale si ingombra. La mente per non impaludarsi deve scorrere e fluire liberamente, altrimenti è costretta a cercare spiegazioni nel passato e nel futuro (fuori tempo) … tiene in vita, con il suo cicaleccio, gli stessi problemi. Dominati dall’indecisione e dalla sensazione che non cambi mai niente, si creano le fondamenta della disistima e dell’infelicità (paura del fallimento, insicurezza, delusione, inadeguatezza ... tensione muscolare cronica, soprattutto cervicale, tensione psichica alternata a crolli di stanchezza e cali di umore); una percezione distorta che conduce direttamente allo sfinimento, all’astenia e alla depressione. La tendenza a ruminare pensieri immette direttamente su un percorso parallelo in cui non c’è spazio per la realtà, l’azione e la sorpresa (l'incontro con le cose, belle o brutte che siano, l'importante è farle accadere) … uno scenario sempre uguale che solo a tratti si anima (piccoli bagliori di felicità). Molto spesso ci si ritrova spompati, stanchi e privi di risorse, senza nemmeno sapere il perché … l’atmosfera mentale in cui si è calati, a lungo andare, influisce sulla chimica del cervello e, quindi, sulle condizioni fisiche. Quando si è ripetitivi e rigidi lo sguardo si riduce, e con esso il campo d’azione: gli orizzonti sfumano, le opportunità svaniscono e le soluzioni si restringono

oncentrarsi invece sulle proprie sensazioni, essere presenti a se stessi, senza farsi fagocitare di continuo dai “chiodi fissi, dal passato e dal futuro, si fa pulizia e si spazzano via le 'ragnatele' dalla mente. Non essendo più vincolati alle aspettative, non solo diminuisce la fatica e aumenta l’energia, ma si esce dalla crisi, si fa spazio alla lucidità e il senso di vitalità non tarderà ad arrivare. Cambiare visione, vedere in più direzioni - osservare se stessi senza giudizi e commenti - aiuta il cambiamento interiore e ad essere più aperti a possibilità sconosciute: spinge a progredire, a ricercare, a essere svegli e ricettivi … si sottrae la mente all’appiattimento e alla routine. La soluzione per superare i “brutti pensieri” consiste nel guardarsi dentro senza barare né fingere: solo così l’energia sprecata per gestire i troppi pensieri inutili sarà disponibile per il cervello che torna nuovo… con le mosse giuste è possibile rompere l’incantesimo. Se tale fenomeno, comunque, diventa serio da interferire con l'attività lavorativa e le relazioni sociali è opportuno chiedere SEMPRE l'intervento di un professionista qualificato.


ONCLUDENDO. Condizione indispensabile al buon esito di qualsiasi terapia (farmacologica o psicologica che sia) è la consapevolezza del proprio atteggiamento e comportamento, ma soprattutto essere motivati e veramente intenzionati a “cambiare”: voglia di conoscere e sperimentare altre modalità relazionali. L'approccio psicoterapico può essere d'aiuto, attraverso le varie metodiche terapeutiche dell'orientamento scientifico attivato, per ridurre l'intensità e la frequenza dello stato ansioso, aumentando la consapevolezza di quelle che sono le cause scatenanti. Imparare a riconoscere precocemente (gestire) i segnali di un attacco d'ansia può aiutare a mantenere un equilibrio ormonale all'interno dell'organismo e, quindi, limitare quel famoso meccanismo fisiologico che predispone o porta dritti dritti alla malattia: tensione, contrazione,infiammazione e lesione

a verbalizzazione della rabbia nelle fasi iniziali può far diminuire la pressione e la tensione prima che si raggiunga il punto di non ritorno (MAI sostare nel problema … o nella patologia in atto, perché quando ci si perde nella “palude” esistenziale non si vede niente altro che il buio, si rimane avvolti nel vortice dei perché e dei come ... si crea solo una vita monocolore). Distrarsi, prendere tempo, allontanarsi dall'oggetto – stimolo sono metodi semplici ma efficaci per acquisire maggiore autocontrollo; richiedono esercizio e impegno NON forza di volontà come molti vorrebbero far credere (vedasi il meccanismo fisiologico adrenalina: asse ipotalamo, ipofisi, surrene). Il rinforzo dell'autostima, inoltre, può aiutare a ricostruire il senso di fiducia in se stessi e dar padronanza e controllo; si avrà la piena consapevolezza della realtà, che la vita presenterà sempre momenti difficili, ma non si sarà mai sopraffatti dal timore di non essere in grado di affrontare questi momenti avversi, ma anzi di poterli padroneggiare o affrontare al momento opportuno (senza una inutile dispersione energetica e di adrenalina). Per finire, non bisogna dimenticare che molti soggetti che appartengono a questi quadri clinici sono anche depressi; in questi casi gli antidepressivi curano sia la depressione sia l'ansia. Se si hanno tratti depressivi (anche se tale condizione emotiva è chiaramente una conseguenza dell'ansia) è sensato seguire in prima battuta una terapia antidepressiva.

AI ATTENZIONE alla mente che vuole incasellare tutto, ai pensieri insistenti, ridondanti, sempre uguali e stancanti, che sostano, dimorano perennemente dentro; un fenomeno invadente che oltre ad influenzare lo “spazio” interno (stati emotivi, sensazioni), può spegnere completamente ogni risorsa vitale; una mente bloccata da “tarli” mentali (confronti, ripetitività, modi di dire, rigidità, luoghi comuni, vittimismo), oltre ad usare male le proprie risorse energetiche, gira a vuoto, ostacola la creatività e la vera unicità: smettendo di rimuginare si SBLOCCA la mente e la vitalità…

ICORDA, un’esistenza troppo abitudinaria e troppo spenta stimola le parti più profonde ad uscire e mettere tutto in discussione … una mente sconvolta e confusa da pensieri angoscianti che impediscono di conformarsi ad uno stile di vita sereno ... troppo “razionale”, molto diverso da quello che sono i propri desideri più veri: una mente che vuole essere ascoltata … rigidità e autocontrollo limitano lo spirito di adattamento e rendono la vita immobile…

SCOLTA il corpo che chiede più attenzione; a volte una forma di narcisismo ed egocentrismo non sono segnali di pericolo o patologici ma un corpo che chiama, vuole trasformarsi: chiede di vivere…

ICORDA, il massaggio psicosomatico non solo stimola e cura il corpo ma porta anche numerosi benefici alla mente: allontana ansia, depressione e stress, rinforza la circolazione sanguigna, aiuta le funzioni intestinali, fa diventare più armoniosi nei movimenti, migliora la cute, calma la tensione muscolare; con gli oli essenziali giusti è davvero un tocco di salute … gli oli essenziali parlano alla psiche e arrivano ad ogni organo ... sono in grado di sedare, in maniera semplice, attraverso il sistema olfattivo le turbe dell'umore.

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avanda (analgesico, antinfiammatorio, antisettico, antidepressivo, antispasmodico, cicatrizzante, antireumatico: può dar luogo a dermatiti allergiche e, in alcuni casi, alterare la produzione ormonale negli adolescenti “ginecomastia”) utile quando si è in balia dell'inquietudine, nervosismo diffuso, agitazione; Gelsomino (rilassante, antidepressivo, antisettico, sedativo, utile per l’eros), ansia connessa a stress e profonda stanchezza, confusione mentale, calo sessuale … utile quando sta arrivando una crisi; Neroli (arancio amaro) antidepressivo, neurotonico, antinfiammatorio, digestivo, stimolante de sistema immunitario. Da usare quando la tensione comincia di mattina. Per tutti gli stati d'ansia, vertigini, insonnia disturbi gastroenterici i natura emotiva … concilia il sonno; Rosmarino (antispastico, analgesico, antinfiammatorio: evitare in gravidanza e in soggetti epilettici); Sandalo (tonico, stimolante, decongestionante venoso e linfatico, decongestionante: può dar luogo a dermatite allergica); Salvia (antisettico, tonico: disturbi del sistema neurovegetativo: evitare in gravidanza, può indurre effetti narcotici e accentuare l'ebrezza); Arancio dolce (antispasmodico, calmante nervoso, antidepressivo, antisettico, tonico della circolazione sanguigna: evitare in caso di esposizione al sole).

Evitare gli zuccheri semplici perché causano picchi ansiosi!!!

QUESTA BREVE ESPOSIZIONE HA SCOPO SOLO INFORMATIVO E NON CURATIVO. IL FINE DI QUESTO LAVORO (come ogni articolo pubblicato) E’ QUELLO DI INFORMARE, “TOCCARE” QUANTE PIÙ’ MENTI POSSIBILI IN MODO TALE CHE OGNI SINGOLO INDIVIDUO POSSA ESSERE STIMOLATO AD APPROFONDIRE (se lo desidera) I VARI ARGOMENTI TRATTATI E, QUINDI, ESSERE IN GRADO DI FARE SCELTE IL PIÙ’ POSSIBILE MIRATE, RESPONSABILI E CONSAPEVOLI PER IL PROPRIO BENESSERE. RIFLETTERE, POTER SCEGLIERE E DECIDERE LIBERAMENTE … PER CRESCERE.

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LA  CONSAPEVOLEZZA  E'  GIÀ  TERAPIA!!!
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N.B. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo, pertanto, ha un valore educativo, non prescrittivo.

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