mercoledì 28 marzo 2018

SOVRAPPESO... i bocconi amari della mente.



SOVRAPPESO ... togliamo i bocconi amari della mente



hi è alle prese con un problema vasto, complicato e spinoso come l’eccesso di peso, gli riesce più facile credere di essere vittima di sottili disfunzioni metaboliche o di misteriosi “marchi” genetici. Diventa un perfetto alibi convincersi - per sollevarsi da un fastidioso senso di colpa - di essere tormentati da fantomatiche, oscure, bizzarre e complesse intolleranze alimentari. Può, quindi, produrre un enorme sollievo credere di essere dominati da strane diavolerie connesse ad un “guasto” biologico o ad una alimentazione poco sana e corretta, anziché riflettere sulla propria esagerata avidità alimentare. La persona che è in soprappeso, proprio per il senso di insicurezza e di sfiducia che spesso accompagna questa condizione fisica, afferma compiaciuta che il suo stato dipende - quasi sicuramente - da complicati e reconditi “difetti” del sistema ghiandolare. Ma dopo svariate ed interminabili indagini cliniche (SEMPRE DA FARE) arriva la grande e inattesa “delusione”: non si è in balia di una sofisticata aberrazione biologica a cui non si può opporre alcuna resistenza. Il verdetto, in realtà, può disorientare ma è semplice, preciso ed univoco: vengono introdotte nell’organismo troppe calorie rispetto al normale fabbisogno quotidiano (dieta alquanto ipercalorica che peggiora lentamente il metabolismo). 

essun dubbio, chi vuole un ventre piatto, spostare l'ago della bilancia verso sinistra - eliminare il proprio grasso eccedente - deve cominciare a mangiare “bene” e, nel contempo, limitare l’ingestione di calorie. Questo squilibrio, tuttavia, non è da imputare sempre ad un eccessivo apporto calorico, occorre infatti prestare molta attenzione anche agli errori che portano a rallentare il metabolismo (errate combinazioni alimentari, eccessi … pochi sanno ad esempio che l'associazione latte - pesce è 'nociva'. L’aspetto negativo dell’associazione del latte e dei suoi derivati con le proteine animali sta nel fatto, che il latte, quando arriva nello stomaco,coagula ad opera del caglio in fiocchi e grumi, che hanno tendenza ad avvolgere le particelle di carne, isolandole dall'acido cloridrico, dal succogastrico) e, soprattutto, bisogna valutare le fatidiche ed indispensabili “uscite” ovvero la miracolosa e semplice attività fisica. Un altro aspetto fondamentale di questo fenomeno è che il cibo, oltre ad essere legato a quadri clinici specifici (vedasi bulimia, anoressia, ansia, depressione), può tenere sotto controllo i brutti pensieri, essere utilizzato come sfogo, rifugio, rassicurazione, automedicazione facilmente reperibile e a buon mercato. Non si deve mai dimenticare che il corpo è sempre espressione della personalità: se quest’ultima si “inquina” l’altro inevitabilmente si “appesantisce”. 

uando si è chiusi, avvitati su se stessi, spenti, statici, apatici, tristi e depressi, l’energia del corpo rallenta e ristagna (metabolismo lento). Attraverso il cibo è possibile ristabilire, spesso in modo sbagliato, un rapporto armonico con le condizioni psicologiche: anestetizza e calma non solo ogni “appetito”, ma anche quello sessuale (energia).


on è un mistero che nel rapporto tra cibo e sesso ci sia qualche affinità … vi siano importanti analogie. In realtà, si tratta di due funzioni fisiologiche, “attivate”, entrambe, da singolari appetiti, anche se con regole e meccanismi biologici diversi. Il desiderio di alimentarsi, che spinto agli estremi viene vissuto come fame, è una esigenza indispensabile per la sopravvivenza: una necessità vitale; l'altra, invece, intesa come capacità comunicativa, per quanto sia importante, non ha caratteristiche di “vita o di morte”. Molti, infatti, per motivi religiosi rinunciato a tale attività senza rischiare la vita (sublimano): fenomeno 'duro' ma non dannoso per la propria salute (tale rinuncia comunque crea sempre, se non vere e proprie disfunzioni sessuali, importanti cambiamenti ormonali). Mangiare assieme tuttavia è quasi sempre un atto privato; lo si fa con le persone care e con gli amici, ma quando si tratta di colazioni di lavoro il cibo passa in secondo piano … conta davvero poco

siste, poi, la categoria tutta singolare delle famose cenette a lume di candela per un incontro con sfumature erotiche. La pietanza non è di per sé al centro degli interessi romantici della coppia, semmai si apprezza “insieme” la qualità di un companatico; l'atmosfera poi della serata sotto le stelle - stimolata dalla confidenzialità del momento - “suggerisce” parole e atteggiamenti che faranno da preludio all'evento stesso, stimolerà la vera passione … la smania di fare l'amore. L'atto del mangiare, come è stato più volte sottolineato, segue regole psicologiche ormai note. Mangiamo di rabbia per profonda insoddisfazione e mangiamo di gusto a coronamento del piacere; non sono pochi quelli che freschi di matrimonio aumentano vistosamente di peso. Anche l'uomo, piuttosto narciso, sotto la pelle dura del macho, ha bisogno di rassicurazioni emotive. 

iene molto alla propria virilità, anche nei suoi aspetti meno evidenti, e sente il bisogno intimo che questa gli sia costantemente dimostrata e confermata. La prova incontrovertibile del proprio desiderio l'uomo ce l'ha attraverso l'erezione, mentre la donna, per certi versi, risulta più discreta. Soprattutto all'avvicinarsi di certe prove l'emozione cresce e con questa la paura di non essere all'altezza. Senza quel piccolo evento, che poi tanto piccolo non è, sarebbe vanificato addirittura l'atto finale. Può capitare a tutti di fare cilecca, vuoi per l'emozione, per la stanchezza o altro. Ma quale cibo sarebbe consigliato a chi cerca di dare una eccellente prova di sé in questo campo? Dovrebbe essere il momento buono dei cosiddetti cibi “afrodisiaci”, per chi ovviamente ci crede. Questi sarebbero sostanze vegetali o proteine animali che avrebbero, se ingerite con parsimonia, la qualità di accrescere lo stimolo sessuale. 

uesti fantomatici cibi - nella convinzione popolare - dovrebbero avere un'azione riflessa sulle mucose dei canali genitali, aumentando in proporzione alla quantità ingerita l'eccitazione in entrambi i soggetti e, nel contempo, la potenza sessuale nel maschio e della femmina agendo rispettivamente sui vari ormoni: testosterone e progesterone. Molti sono comunque i cibi, pur non avendo riscontro scientifico, segnalati come rimedi infallibili a livello erotico, dalla tradizione popolare scritta. C'è chi mangia in quantità industriale, prima di un incontro importante, tonnellate di frutti di mare e di gamberetti con discreti risultati semplicemente perché si è convinti che quel cibo sia veramente miracoloso … ma, per alcuni, è solo un'iniezione di autostima che fa aumentare la sicurezza, rende meno impacciati. Possono aiutare a fare bella figura, secondo alcuni detti, spezie e tartufo a volontà, il tutto annaffiato con vino bianco fresco.


’assunzione del cibo, comunque, in forma morbosa, non serve a mantenere in salute il corpo ma a “saziare” altri bisogni di natura emotiva: sicurezza, apparente tranquillità, compagnia e calore affettivo. Il cibo è un forte simbolo a cui è legato un valore sociale molto profondo che, nel tempo, può compensare e distrarre da mancanze o rimpianti esistenziali. Una consolazione facile ed immediata, davvero a basso costo dal punto di vista economico, ma con risvolti drammatici a livello psicosomatico. Gli alimenti, dunque, oltre a nutrire il corpo, veicolano infiniti altri significati: culturali, affettivi e psicologici. La cartina tornasole di quanto appena affermato è che quando si è completamenti presi dall'entusiasmo, gioia, passione, felicità e soddisfazione non si percepisce alcun stimolo della fame, si dimentica perfino il companatico ... di mangiare, perché si è già 'pieni' di felicità

ella mia attività capita spesso di incontrare persone che per anni patiscono la fame, si torturano e si sacrificano mangiando “crusca e fieno” solo per qualche etto in meno; persone avvilite, scoraggiate e deluse da lunghe ed interminabili diete senza risultati; poi, all'improvviso, ecco arriva il principe azzurro e di colpo ci si scioglie completamente; il calo ponderale senza tanta fatica è assicurato finché dura questa strana follia (come dice C. Baudelaire). L'innamoramento vale più di mille consigli e diete, più di cento luminari messi insieme. Il nostro metabolismo - se rispettato - è fantastico, davvero miracoloso … ci regala il benessere senza tanti sforzi. In pratica, se l’esistenza scorre senza passioni ed entusiasmi, immediatamente, la mente si getta a capofitto sul cibo per portare un po’ di calma, consolazione e un parziale senso di quiete. 

hi è calato in questa dimensione continua a subire la vita facendo cose poco stimolanti, a cui spesso non crede, tutte esperienze comunque per la maggior parte deludenti, monotone, ripetitive e sempre uguali: uno sforzo che, a lungo andare, “appesantisce”, “deforma”, rovina completamente il “profilo” e abbassa le difese immunitarie. Una personalità poco “incisiva” che non riconosce realisticamente il proprio valore, visibilmente disorientata, smarrita, imprigionata, irrequieta e fagocitata dalle sue stesse rinunce. Abbandonando completamente la strada della curiosità, della passione e del divertimento, si diventa piano piano sempre più estranei alla soddisfazione e al godimento: il cibo altro non è che un potente tappabuchi, viene usato come sostituto di attività entusiasmanti e piacevoli


uando il senso di deprivazione è diffuso - togliendo sempre più spazio alle necessità ed esigenze personali - la fame, come per incanto, si riaccende con smodata voracità. Alla fine della giornata, tirando le somme, la vita appare spenta, troppo addomesticata, statica, piatta, che non emoziona più; allora, sfiniti, ci si butta letteralmente su un colmo bicchiere di fresca e profumata “nutella”; una “fantastica” crema – gianduia che oltre a risolvere in maniera maldestra le difficoltà quotidiane, altera la “sagoma”, allontana sempre più da se stessi, fa perdere il controllo e crea profonda “dipendenza”.

i si riduce a prendere scorciatoie insolite, ad un vivere fatto di continue rinunce, frustrazioni e insoddisfazioni: se l’esistenza si “restringe” il corpo si “appesantisce” e si “gonfia” velocemente. Più si reprime quello che conta realmente nella vita, più ci si scatena a tavola attraverso piccole o grandi abbuffate. Dipendere dagli altri, non farsi valere, dire sempre sì, troppa disponibilità senza un vero tornaconto, creare a tutti i costi un mondo privo di problemi, eccessivamente conciliante per il quieto vivere (annullarsi e mettere la propria vita in mano ad altri): ecco i peggiori nemici che tolgono felicità, allontanano da se stessi, annullano l’autostima, fanno saltare i bottoni e allargare la cintura. Le cose invece che cancellano questa particolare dipendenza, sopprimendo completamente la fame nervosa, sono: entusiasmo, innamoramento, passione per il lavoro, per qualche hobby e per le novità, una sessualità “selvaggia”, viva, rispettosa e coinvolgente, una sana, sincera amicizia
un grave errore riversare i lamenti vari e le frustrazioni nel piatto, la felicità va sempre ricercata fuori dalla tavola perché il malcontento, a lungo andare, allarga e fa aumentare i buchi della cinghia. Per contrastare il “peso” bisogna cavalcare il piacere, risvegliare gusto, vivere nel tempo presente con passione e godere delle piccole cose che stanno attorno … e sono davvero tante se si cercano nella direzione giusta! Per raggiungere tale equilibrio psicosomatico sarà utile - da soli o con l’aiuto di un esperto - liberare la creatività e il proprio talento ma, soprattutto, togliere i “bocconi” amari dalla mente e “alimentarsi” delle piccole gioie quotidiane. Non ci sono dubbi, quando le situazioni assorbono completamente, ogni attimo diventa un’occasione speciale, si è felici, eccitati, soddisfatti, la dispensa rimane piena e il frigo perennemente chiuso.


a cos'è realmente la felicità? Questo stato d'animo momentaneo, assai bramato e spesso irraggiungibile? Semplicemente una condizione di grande beatitudine, un'emozione naturale, fondamentale per la vita. Un fenomeno che può esaltare e favorire le capacità umane: affinare risorse, competenze e abilità. La felicità pura può essere stimolata, sollecitata, sviluppata e sfruttata; diventare, quindi, un bene prezioso, una importante fonte di salute, un grande potere, una profonda saggezza ... un incalcolabile patrimonio umano. Parecchi desiderano conoscerla, molti la inseguono, in tanti cercano di conquistarla, solo alcuni la raggiungono, pochi però riescono a difenderla. Questa condizione di benessere non è in funzione di ciò che ci capita, delle cose che stanno intorno a noi, ma semplicemente come le vediamo, come le guardiamo. 

'infelicità, il più delle volte, la creiamo noi attraverso ricordi inutili, mettendo in atto procedimenti e schemi mentali rigidi, contorti ed inadeguati. Osservare le cose in maniera confusa, non liberamente, attraverso il “filtro opaco” della critica e del pregiudizio, si rischia di inciampare solo nell'infelicità; infatti, una mente spinta da falsi bisogni, da assurde ambizioni, poco lucida, ingabbiata, vincolata a rimpianti, a sensi di colpa e a dubbi, porta dritti dritti alla confusione, allo sfinimento, all'isolamento, al pessimismo e alla tristezza; impedisce la trasformazione delle idee in comportamenti e ostacola la creatività … toglie completamente spazio alle azioni felici. Un 'metabolismo mentale' che produce nel cervello solo zavorra, tossine, cose inutili“scarti” psichici, altro non può fare che boicottare e allontanare dalla felicità.

ono proprio i numerosi processi mentali che, pieni di “scorie”, ci rendono infelici. Mi raccontava Emanuela: “Questa mattina mi sono laureata, dovrei essere altrove, felice, al settimo cielo, invece sono qui, davanti a lei, vuota, stanca e avvilita come un cane”. In effetti, dopo sette anni di impegnativo e duro studio, al di là di come siano andate realmente le cose, doveva trovarsi in altri luoghi, a festeggiare - alzare il calice - con amici e le persone più care; godere comunque della realizzazione di un suo progetto, di un suo pur sempre reale successo personale. Invece era lì, confusa, attorcigliata, ripiegata su se stessa, con quel tormento intenso e continuo, quella diffusa malinconia che toglieva spazio ad un momento di grande gioia e leggerezza: l'appagamento di un suo desiderio in cantiere da parecchio tempo. Ma perché tutto questo malessere? 

manuela era avvelenata, prigioniera di un turbinio di pensieri negativi, immotivati e fuori tempo: senso di colpa, disistima, fallimento, convinzione di non valere niente, di non avere diritti; un trascinarsi e un vivere pieno di incertezze sul suo futuro professionale … proiettata continuamente in tempi inesistenti: passato e futuro (sensi di colpa = passato; ansia = futuro). Si è laureata non nei tempi prestabiliti come hanno fatto le sue amiche (questo, a suo dire, era dovuto alle sue poche risorse cognitive) e, quindi, aveva influito negativamente anche sul bilancio familiare (senso di colpa), quei voti poi non particolarmente brillanti e meritati (disistima), ed ecco il dubbio sulla scelta del piano di studio che la paralizzava (ansia). 


n rimuginare continuo che le ha impedito di godere appieno il presente, quel momento unico, importante e tutto suo, di meritato successo e di grande soddisfazione; era tormentata da una visione ristretta dei fatti, da dubbi e incertezze, da pensieri pesanti che la memoria aveva erroneamente deformato, convinta di non essere degna, di non meritare quel meraviglioso e grandioso traguardo. Un cervello così “oscurato”, non ha tante opzioni, “muore” ... altro non può fare che rinchiudere il soggetto nella gabbia del tormento e dell'infelicità. RICORDIAMOLO, la vita - pur non essendo perfetta - non è un'esperienza tragica, fatta solo di delusioni e sacrifici, un peso da portare sulle spalle, una continua sopportazione, ma anche una innegabile fonte di piacere se non ci facciamo avvelenare da certi modi di pensare distruttivi che remano contro le piccole gioie quotidiane: giudicarci, rimuginare, non accettarci … voler essere diversi da come si è.


olte sono le metodiche terapeutiche psicosomatiche utili per raggiungere armonia, equilibrio e forma. Ascoltare e osservare se stessi è sempre il primo passo. Conoscere poi il conflitto da cui scaturisce la fame nervosa risulta fondamentale non solo per affrontare il disagio psicologico ma anche per rendere più duraturi e stabili gli effetti di un eventuale contenimento (dieta). Si deve bruciare il grasso del girovita senza fatica, un obiettivo che va realizzato sempre senza ossessioni, sforzi e sacrifici vari. Queste ultime, infatti, sono tutte parole che evocano il senso di fatica, di tortura ed immergono completamente in un’atmosfera di cupo sacrificio, creando in tal modo sensi di colpa, inutile stress, frustrazione e disistima. Ma presi e dominati da questi sentimenti è davvero un combattimento ad armi pari? E' possibile uscirne vincitori contro quel piacevole “stordimento” post prandium? 

ome si può “competere” con questo 'mondo incantato' o, meglio, pensare di sostituire in maniera vincente l'estasi, l’effetto piacevole e “appagante” del cibo se si sceglie la strada del tormento corporale, se si è alle prese con un continuo sacrificio, si pratica la tortura e la privazione? Se si indossa il cilicio, si imbocca caparbiamente la carreggiata della testardaggine, del dovere e della rigidità, proprio per lo squilibrio ormonale che a livello corpo – mente si crea, non si arriverà mai a destinazione; si avrà a che fare con un percorso accidentato in cui sarà sempre più facile inciampare, cadere e rialzarsi, cadere nuovamente … un meccanismo infinito.


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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore informativo ed educativo, non prescrittivo.


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Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it



mercoledì 21 marzo 2018

Quella FAME irresistibile …




Quella  FAME  irresistibile  


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l famoso filosofo L. Feuerbach era solito dire che l'uomo  è ciò che mangia ovvero, in sintesi, al di là delle mode del momento, se mangia bene pensa altrettanto bene. Io, più modestamente, aggiungo: una mente felice crea un corpo felice (soddisfatto) e viceversa. Un principio, ancor oggi, di grande attualità, fondamentale per la nostra salute: al passo con la verità sia biologica, sia filosofica. Il cibo ed i riti ad esso legati mettono in stretta relazione coloro i quali li condividono e, soprattutto, confermano la loro immagine, identità, appartenenza a quel singolare gruppo e, allo stesso tempo, a quella specifica comunità. Il cibo è sempre stato, fin dalla notte dei tempi, uno dei maggiori aspetti di definizione di un gruppo sociale, i cui membri si riconoscono tra loro come tali dal modo in cui siedono a tavola, mangiano, da come si nutrono e da ciò che rifiutano. La letteratura, recente e passata, è ricca di aneddoti” sul cibo come specchio della nostra cultura e società.


el sesto canto della geniale Divina Commedia, Dante Alighieri, ad esempio, poco clemente con gli ingordi, posiziona nella terza cerchia dell’Inferno i peccatori di gola, costretti ad ingoiare la fanghiglia generata da una incessante pioggia fredda e nera. Qui le anime dei golosi giacciono a terra, con il viso nel fango, sono torturati da una pioggia incessante e dalle angherie del guardiano preposto a quel girone: il malefico e scontroso Cerbero. Costui è un personaggio demoniaco e crudele, dotato di tre teste canine, che senza ritegno graffia e fa a brandelli, con i suoi affilati artigli, le anime dei golosi. Virgilio riesce a tenere a bada Cerbero gettando, di tanto in tanto, del fango nelle sue tre fauci, e così Dante e il suo maestro possono transitare liberamente tra le anime sofferenti. Un’anima si alza dalla massa informe e fangosa e si rivolge a Dante; è Ciacco, un concittadino del poeta, probabilmente chiamato così a causa della sua ingordigia (pare sia un soprannome dispregiativo: "Ciacco dicono che è nome di porco, onde costui era così chiamato per la golosità sua")


ante lo interroga sul destino della loro città, continuamente divisa nella lotta fra Guelfi (dalla parte del Papa) e Ghibellini (a favore dell'Imperatore), e Ciacco profetizza lo scontro tra le due fazioni guelfe dei Bianchi e dei Neri, e il prevalere finale dei secondi. Il tema in discussione è allora quello politico: il dannato descrive con toni cupi e profetici il modo in cui i fiorentini "verranno al sangue", alludendo agli scontri tra fazioni del 1300-1301. Ciacco aggiunge poi che in città non c’è quasi presenza di persone meritevoli o che possano cambiare il triste destino di lotta interna, a causa delle "tre faville": superbia, invidia e avarizia (sembra proprio che sottolinei, descriva momenti, la realtà di questo nostro periodo storico singolare e difficile!). Dante allora gli chiede dove si trovino alcuni personaggi fiorentini illustri, e Ciacco risponde che questi (tra cui Farinata e Iacopo Rusticucci), colpevoli dei peccati più orribili, si trovano nei gironi più profondi dell’Inferno. Ciacco torna col viso nel fango, dopo aver chiesto a Dante di ricordarlo una volta fatto ritorno tra i vivi. Virgilio spiega al poeta che Ciacco non solleverà più su il viso dalla poltiglia in cui giacerà fino al Giorno del Giudizio, a seguito del quale i suoi affanni e il suo dolore cresceranno ulteriormente. Per farla breve, Dante chiama, 'profani' i dannati, i peccatori puniti nel terzo cerchio. La loro pena li ha privati dell’intelligenza umana, dei sentimenti e li ha ridotti alla stregua di bestie. 



e anime dei golosi, infatti, sono punite da una pioggia eterna mista di acqua putrida, sporca, grandine e neve, mentre un mostro a tre teste chiamato Cerbero fiera crudele e con tre gole controlla, grida, graffia e squarta i dannati prostrati nel fango con i suoi terribili artigli. Anche i golosi sottostanno alla legge del 'contrappasso' ('contra' e 'patior': soffrire il contrario): in vita non hanno saputo resistere al desiderio dei sensi ed ora sono condannati a subire le torture dei loro stessi vizi, a stare nel fango puzzolente. I golosi sono i dannati che durante la vita non hanno saputo resistere alle tentazioni della carne offerte dal piacere del cibo, non hanno saputo opporsi a questo ingannevole richiamo, far valere la loro volontà contro la mera manifestazione dei sensi, abbassandosi così al livello di animali selvaggi e crudeli. Allo stesso modo sono puniti per l’eternità: hanno amato il piacere dei sensi, tanto che ora da essi sono tormentati; li hanno tanto seguiti in vita e adesso essi trasmettono loro solo il disgusto della pioggia fetida che li colpisce. I golosi non sono stati in grado di controllare gli impulsi con l’intelligenza, e si ritrovano a giacere in un torpore senza vitalità, svuotati di ogni sentimento ed attributo umano. 


erbero è un mostro che Dante prende dalla mitologia, ma incarna le colpe dei dannati: il suo ventre largo e gonfio indica la fame insaziabile, la barba nera l’ingordigia bestiale senza freni, gli occhi rossi e gli artigli rivelano la violenta rapacità. I due protagonisti camminano sopra le anime - come segno di disprezzo nei loro confronti - e continuano il loro viaggio nell’oltretomba, arrivando alle porte del quarto girone, dove s’imbattono in Pluto, “il gran nemico”, demonio della ricchezza (nella mitologia greca e romana Pluto era la divinità della ricchezza, figlio di Iasione e Demetra, dea della prosperità. Era rappresentato cieco per sottolineare come non facesse differenze morali fra coloro cui elargiva i suoi doni). Dante lo pone, così, a guardia del girone dove sono puniti gli avari ed i prodighi. Un bellissimo poema da leggere assolutamente!!!


a condanna per questo desiderio di ingurgitare più di quanto l’individuo necessita, arriva anche dal cristianesimo. Tale ordine religioso includeva la “gola” fra i sette peccati capitali, ma poiché questa attività “peccaminosa” era legata al cibo, ciò la rendeva in qualche modo meno grave degli altri. Essendo però una passione per il piacere, un’incapacità di moderarsi nell’oralità, un esempio di sfrenatezza e di lascività, temeva potesse distogliere l’individuo dalle sue vere potenzialità di auto - realizzazione; fosse, in breve, un soggetto in balia degli eventi, eccessivamente sensibile, influenzabile e più vulnerabile alle tentazioni. Riteneva, in realtà, che tale abitudine potesse 'ingabbiare' la psiche e creasse confusione mentale all’individuo, esponendolo al vizio e lo lasciasse completamente in balia delle insidie esistenziali.


ornando ai tempi nostri, forse il motivo principale del soprappeso, metabolismo permettendo, è proprio l’opposto: la perdita del piacere, della gratificazione e della gioia di vivere. Il più delle volte ci rimpinziamo per compensare il bisogno costante di tenerezza, di protezione, di disistima, di incomprensione, di disperazione, per far tacere rabbia e delusione. Il corpo così, lentamente, “allargandosi” cerca di tappare quel vuoto emotivo fastidioso da sempre incolmabile. Sono i disagi esistenziali che creano i chili di troppo: la vita piatta e noiosa, le delusioni, l’insicurezza, l’insoddisfazione sessuale, l’incubo della vecchiaia, il peso del quotidiano, i drammi professionali e, soprattutto, le profonde inconsolabili “ferite al cuore”. La “lievitazione” corporea nasce, quasi sempre, dalla disperazione, dalla disistima, da una vita bloccata, spenta, poco appagante e gratificante; le emozioni “soffocate”, non lasciano scampo, si fanno “pesanti” come il piombo, “deformano” silenziosamente il corpo e la mente. Un’esistenza deludente che crea una inutile e ingombrante “zavorra”: lo stomaco si riempie se la vita è ferma, insulsa e vuota; il corpo si gonfia di illusioni e di desideri inappagati se non vive appieno il presente, se non lo si cura con attenzione, amorevolezza e piacere. 


scatenare un comportamento alimentare sbagliato e distruttivo può essere un evento sconvolgente carico di stress, come una relazione amorosa tormentata ed estenuante, il timore di prendere decisioni, la paura di affrontare i cambiamenti evolutivi o un’attività lavorativa non completamente soddisfacente. Se vuoi cambiare 'FORMA' devi invertire la rotta, spezzare la MONOTONIA e cambiare ABITUDINI; è questa la mossa vincente per perdere peso ... INIZIA subito, ma fallo solo per te. Abitudini mentali che portano direttamente a quella meta prestabilita e tanto temuta: al soprappeso; un fenomeno che altera i delicati equilibri fisiologici che 'controllano' il senso di fame e di sazietà. Il cibo allora ci viene in “aiuto”, placa i timori, gestisce l’ansia, scarica la rabbia da litigio, tiene a freno “altri appetiti” e, spesso, riempie il vuoto esistenziale: più ci riempiamo e più ci svuotiamo (senso di colpa). La fame compulsiva, ribelle, ostinata, subdola, gonfia e dilata lo stomaco ma non lo “riempie” perché il vuoto è completamente da un’altra parte: bisogna dare alla propria vita il “peso” giusto e il gusto della “leggerezza”. 


on è del companatico che siamo carenti: ci mancano i sogni, i desideri, gli obiettivi, le passioni e le novità … non c’è più avventura, abbiamo bisogno di “nutrirci” di nuovi stimoli, di cose diverse ed eccitanti. Non servono i sacrifici per mantenere un fisico statuario o bestiale come recita quella famosa canzone, ma una giusta carica. Al cibo è difficile rinunciarci perché, oltre ad essere un buon anestetico a portata di mano, a buon mercato, a km 0 come direbbero alcuni, è un ottimo tappabuchi relativamente poco costoso, facilmente raggiungibile e con effetto immediato: diventa una piccola ed irrinunciabile droga quotidiana. La fame nervosa non nasce mai dallo stomaco ma dalla mente: gli atteggiamenti mentali e gli stili di vita errati la fanno da padroni; uno stato d'animo che azzera le nostre aspettative di vita, condiziona e corrode, in profondità, la nostra salute. Un conflitto psichico spostato completamente sul cibo e sulla propria immagine in cui si annulla nel grasso la propria forza creatrice (la scena quotidiana è dominata da: depressione mascherata, ansia, disistima, compulsione, fobie). ATTENZIONE, si rischia di essere “ostaggio” del cibo quando: ci si lamenta in continuazione ma non si reagisce mai, si dipende emotivamente dagli altri, si scappa dalle responsabilità e si rimanda ogni cosa, si ha una cattiva considerazione di se stessi (non valere nulla, essere poco considerati, apprezzati), si cova rabbia senza esprimerla. 



n modo di pensare che rende tristi e, nel contempo, blocca le funzioni metaboliche. Per capovolgere e riprendere in mano la situazione non devi passare inosservato, ma farti sentire, metterti al centro della tua vita: fai piazza pulita dei giudizi di valore altrui e riscopri la voglia di vivere. RICORDA, non sono i soldi depositati in banca, la bella macchina, la bellezza statuaria o un fisico scultoreo che possono salvare il tuo metabolismo, ma la visione chiara e profonda che hai di te, lo sguardo attento e curioso delle cose che sono intorno a te: percezione di te stesso basata sull'autostima e fiducia nelle tue competenze. Se il tuo sguardo è avido di conoscenza, puoi costruire percorsi adeguati e reazioni positive: realizzare un personaggio felice e sicuro … se stai bene con te stesso, cancelli le tentazioni, salvi la linea e la mantieni nel tempo. 

olo se 'pensi magro', il tuo metabolismo partirà alla grande … decidi ORA, non domani (non proiettarti nel futuro … l'attesa crea tensione, agitazione e confusione). L'ansia così ti passerà accanto, ti sfiorerà solamente, non ti controllerà e non ti piloterà verso cibi sbagliati … se cominci ad alleggerire la mente NON dovrai più compensarti con la grande abbuffata notturna … ORA, se vuoi, tocca a te prendere in mano le redini e TRATTARE il tuo corpo con GIOIA e RISPETTO.


osa fare.
Il sovrappeso - uno dei problemi principali legati all'alimentazione - nonostante il disagio e la sofferenza che crea, non è compreso tra i disturbi mentali. Viene considerato, spesso, parafrasando il pensiero cattolico, un banale “peccatuccio” di gola, un semplice problema di insaziabile golosità non di competenza psichiatrica o psicologica e, quindi, chi è alle prese con la “sindrome dello yo yo”, se non presenta importanti problemi metabolici, viene abbandonato al suo destino, lasciato al “fai da te”, all'improvvisazione o all'automedicazione, con tutti i rischi connessi come, ad esempio, una cattiva alimentazione o l'impiego di “prodotti” non in maniera del tutto corretta: interazioni pericolose, controindicazioni e dosaggi esagerati. Le emozioni possono, comunque, secondo la visione di questo articolo, contribuire all'insorgenza di problemi di peso. Il non accettarsi, poi. per quello che si è realmente è una tra le cause principali: voler essere diversi, sempre perfetti, tutti di un pezzo, assomigliare a questo a quello,fare sempre di più … ma quanto di più? 


a che fatica! Al di là dei vari orientamenti scientifici, comunque, c'è sempre un profondo legame tra disagi psicologici, emozioni, metabolismo e secrezioni ormonali. Non tenendo in considerazione questi fattori è difficile mantenere, in maniere permanente, salute e una discreta linea. Così come alcune persone ricorrono agli alcolici o alle droghe quando sono turbate, altre affrontano le difficoltà mangiando quantità eccessive di cibo. Solitamente, però, non si diventa obesi a causa di problemi psicologici. A volte, tuttavia, è vero il contrario, poiché l'obesità può provocare disturbi emotivi, tra cui la depressione e ansia. Il sovrappeso aumenta inoltre il rischio di soffrire di vari disturbi fisici, per esempio ipertensione, ictus, ipercolesterolemia, cardiopatie, diabete, artrite. Il segreto principale per scacciare dalla mente i “bocconi amari” è favorire l’eccitazione, ovvero lasciarsi avvolgere dall'impulso amoroso, coltivare i propri desideri, risvegliare la gioia e riaccendere la passione per la vita (è risaputo da tempo che quando ci si innamora il cibo viene cancellato completamente dalla mente). I piccoli gesti quotidiani gioiosi, infatti, oltre ad innescare profondi cambiamenti interiori, rendono la mente calma, aperta, molto ricettiva, più riflessiva e libera. 

are le cose che piacciono, inoltre, senza vincolarsi ai modi di fare altrui, fa sentire bene, rende indipendenti, unici e allontana i sensi di colpa. Si può togliere cibo dalla dispensa solo se rompiamo le abitudini mentali che portano al soprappeso, se riscopriamo il piacere nei gesti quotidiani ed eliminiamo, il più possibile, tutte le fonti di tensioni inutili che condizionano la libertà, l’autonomia, la novità e l’entusiasmo; in questo modo la vita 'appesantita' e 'ristretta', pian piano, metterà le ali, prenderà il volo, ritrovando finalmente la sua “forma" leggera ed ideale. Attività fisica (sport vicino alle proprie esigenze, senza sforzi e fatiche), un’alimentazione sana, imparare a dire di no, inserire nella vita quotidiana azioni piacevoli, evitare di farsi assorbire da certe atmosfere svalutative e critiche inutili, meno rapporti “pesanti” e relazioni - gabbia, sono tutti ingredienti ed esercizi antifame indispensabili per innescare un potente e fantastico meccanismo dimagrante. Si dimagrisce perché dentro scatta qualcosa. La vita allora diventa “leggera”, “amica”, “attiva” e “movimentata”, ci si sente davvero più vivi che mai.



bbassare, inoltre, il livello di ansia e di stress non solo è indispensabile, ma sarà una mossa vincente:
  • Evitare di prendere troppi impegni;
  • Se ci sono problemi emotivi a volte non si è in grado di gestirli da soli, occorrono consigli;
  • Imparare a dire il proprio pensiero con le dovute maniere invece di tacere;
  • Stare a sentire che cosa hanno da dire gli altri sui propri modi di fare senza lasciarsi influenzare o condizionare;
  • Fare qualcosa di creativo e attività fisica in maniera continuativa all'aria aperta.

RICORDA, fastidio, insoddisfazione, dubbi, amarezza e stress sono tutti stati emotivi burrascosi che sono “affamati” di anestetici ATTENTO, il piacere e le piccole gioie che non si trovano nel quotidiano si cercano poi di sera o di notte fonda nel frigo, svuotando completamente la dispensa di nascosto come un ladruncolo qualsiasi.


 
CHILI di troppo non sono solo un problema sociale o sanitario, ma coinvolgono SEMPRE quel mondo emozionale che non si riesce MAI a manifestare liberamente e apertamente, esprimere spontaneamente e direttamente all’esterno. Uno strappo alla regola oggi, uno sgarro domani o la ”famosa” stramangiata dopodomani cercano di neutralizzare le arrabbiature e i dissidi quotidiani, addolcire una vita piena di sacrifici, contenere le autolimitazioni, le umiliazioni e di gestire le continue insoddisfazioni, smantellare quelle relazioni affettive deludenti, quel vissuto vuoto, quell'esistenza senza nessuna novità, sorpresa e passione, eliminare i ricordi ingombranti trasformati inesorabilmente in rimpianti. Il passo è davvero breve. Tutti momenti che caricano in maniera eccessiva mente - corpo, “appesantiscono” la voglia di vivere, annullano la “leggerezza” e la voglia di fare, prendono il posto ad un nuovo modo di essere ... sostituiscono quelle sensazioni di soddisfazione, contentezza e felicità. 


na difesa psicologica messa in atto per consolarci, ingoiare e sopportare tutte quelle esperienze noiose e ripetitive che non ci soddisfano più, per riempire il vuoto di una vita fredda priva di affetti veri e sinceri, per placare ansia e zittire la depressione, per mettere a tacere tutti quegli amori andati “persi”, per togliere quell’indigestione di frustrazioni, di mortificazioni e di delusioni ingurgitate ogni giorno, per tenere sotto controllo quella fastidiosa paura di fallire o quel senso diffuso di sconfitta, per placare quel timore di non essere capiti, compresi e accettati, per spazzar via quella drammatica sensazione quotidiana di non essere all’altezza nel gestire i vari incarichi o di non avere più il controllo delle situazioni, per liberare dai veleni emotivi quotidiani, per resettare quelle convinzioni balzane di valere meno, di inferiorità e di nullità; uscire da quel tunnel esistenziale pieno di limiti, apatico, monocolore e monocorde, resuscitare da una vita controllata e compressa, oramai “spolpata” nei rapporti, relazioni, sorrisi e piaceri; 


e gratificazioni negate e i desideri schiacciati vengono inutilmente imbavagliati dalla pancia “gonfia”, stanca e tormentata. Bloccando così le energie mentali, si entra in conflitto con la voglia di vivere che, non essendo più coinvolta perché messa sullo “sfondo”, vuole essere considerata, accudita, apprezzata, ascoltata, gratificata e saziata”: una situazione che urla trasformazione e 'leggerezza', invoca una nuova sensazione di “pienezza”, ma soprattutto, una vita soddisfacente, sana ed appagante. La chiave del successo di un fisico 'snello' e in 'linea' è AMARLO, COCCOLARLO, volergli BENE. RICORDA, attraverso l’esercizio fisico, il modo in cui rispondi allo stress e mangiando le cose giuste non solo rendi felice il tuo corpo, stimoli il metabolismo e liberi le emozioni che ti “appesantiscono”, ma ti depuri e liberi la tua vera creatività, smaltisci cellulite, elimini il “girovita”, fai emergere le tue energie più sane e profonde, rivitalizzi finalmente il corpo. 


Quando si è FELICI ci si sente davvero “forti” e “diversi”, non dovrebbe quindi sorprendere - soprattutto per alcune categorie di persone, ovvero gli innamorati che “vivono” solo di aria - che il mondo emozionale, in particolare i modi con cui si affrontano gli aspetti non razionali della vita, possano avere un “PESO” (impatto) enorme sul funzionamento del corpo. IMPARA ad “accudire” te stesso, METTITI sempre al primo posto e vedrai che la tua “zavorra” e i tuoi “pesi” si ridimensioneranno. Si perde peso quando si ricomincia a vivere. La strategia vincente per placare la fame è quella dell’equilibrio e del divertimento: non confondere mai il bisogno di nutrimento con il bisogno di affetto, di attenzione e di considerazione; un vuoto “affettivo” e “mentale” riempito di cibo è condannato al “silenzio”; il cibo - sostituendosi al piacere libidico - compensa la mancanza di erotismo. 


i dimagrisce in modo duraturo solo quando si è “leggeri”, messa al primo posto, in moto la vita. Piccole soddisfazioni e follie, interessi ed entusiasmo: se torna la gioia di vivere si perde peso. Si ingrassa invece quando si dipende da una mentalità rigida, ferma e statica. Le cose che ingrassano sono: noia, abitudine, routine, rassegnazione, illusioni, lamento, vittimismo; tutte cose che “minacciano” la silhouette e che non hanno niente a che fare con la nutrizione. Far fluire collera e sconforto aiuta a non compensare il malessere con il cibo, si libera lo stomaco dalla “furia” accumulata ... sfogarsi con la pagnotta si entra in contrasto con il sorriso naturale, la soddisfazione e la vera felicità.


osa fare per accelerare e migliorare il metabolismo. Naturalmente, va detto subito, fino allo sfinimento, che non è possibile cambiare i geni, però è possibile modificare il proprio modo di pensare o stile di vita per renderli meno scontrosi, bizzarri, disordinati, invadenti e problematici. RICORDIAMOLO, ancora una volta, la genetica popone e l'ambiente dispone! Mangiar troppo è uno dei problemi più difficili da affrontare. I fattori che spingono ad essere esagerati nel 'banchettare' sono complessi e il più delle volte sono di natura oscura ... inconscia. Comunque stiano le cose, le ragioni per cui si mangia troppo possono essere semplici, come pure assai complesse: mangiare è sempre una forma di consolazione emotiva; è un modo di sublimare le pulsioni sessuali; di 'punire' le figure di riferimento di torti reali o presunti; di festeggiare un evento lieto; è frutto della golosità suscitata in noi dall'aspetto, dal colore, dall'odore e dal sapore dei cibi; è una forma di reazione alle frustrazioni, alla paura, a un conflitto, alla noia, all'ansia, alla depressione; si mangia troppo per ragioni sociali; per edonismo; per abitudine; per attirare l'attenzione altrui insomma, per mille altre ragioni, oltre che, naturalmente, per fame. Se le ragioni per cui si mangia troppo sono tante, anche le metodiche terapeutiche attivate per risolvere il problema in questione possono essere altrettanto innumerevoli e, sopratutto, devono coinvolgere, sempre, ma sempre, l'intero organismo: corpo – mente … disagi psicologici, emozioni, metabolismo e secrezioni ormonali sono compagni inseparabili. 

n breve ciclo di incontri psicoterapeutici orientati al problem solving può essere d'aiuto quando la fame è scatenata in situazioni di ansia o di stress; in tali sedute si possono insegnare al soggetto, con problemi alimentari, tecniche alternative per fronteggiare confusione, inquietudine, agitazione e tensione, come il rilassamento progressivo e alcune tecniche ipnotiche. L'ipnosi è oggi una tecnica terapeutica di vasta e sperimentata efficacia; induce - sempre a livello cosciente - una particolare lucidità e uno stato ormonale che permette di influire, senza rischi, sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali del soggetto. L'uso selettivo di questa metodica terapeutica scientifica, come parte integrante della psicoterapia, ha probabilmente prodotto finora risultati davvero interessanti: migliori rispetto a qualsiasi altro approccio terapeutico nel trattamento delle dipendenze e della 'fame irresistibile'. I migliori successi registrati nella letteratura scientifica con questa metodica terapeutica, riguardano disturbi psicosomatici gastrointestinali, cardiovascolari, genito - urinari e allergici. Si tratta di una tecnica scientifica adatta - se condotta da persone qualificate e in maniera continuativa - a risolvere molti problemi: dall'alcolismo alla dipendenza dal fumo, dall'insonnia alle paure più comuni, dall'asma all'ipertensione, dall'emicrania alle disfunzioni sessuali, a un rapporto disturbato con il cibo. L'ipnosi non è solo un prezioso metodo d'indagine della personalità istintivo – affettiva, ma anche un importante strumento per portare un rapido, stabile equilibrio biochimico e ormonale all'intero organismo: mente - corpo.


a sola dieta comunque non è mai sufficiente per trovare il 'giusto' peso e mantenerlo nel tempo. Un metabolismo corretto, al di là dei vari orientamenti scientifici, necessita sempre di cibi giusti, vitamine e minerali. La vitamina idrosolubile B6 risulta indispensabile per produrre l'enzima pancreatico, fondamentale per una digestione calibrata. Aiuta a produrre e regolare gli ormoni sessuali; gestisce l'adrenalina e sollecita le sostanze del benessere a livello cerebrale (endorfine: sostanze prodotte dal cervello). Assieme alla vitamina C partecipa alla produzione della carnitina, una molecola (amminoacido) necessaria alla sintesi dei grassi e alla loro trasformazione in energia. La vitamina B6 e zinco insieme sono una coppia vincente (si trova nelle patate, banane, lenticchie, trota, spinaci, fegato di manzo, lievito di birra). La vitamina B3, oltre ad abbassare il colesterolo, serve a mantenere l'equilibrio degli zuccheri nel sangue (si trova nel tonno, noccioline, petto di pollo, fegato di manzo e in alcuni funghi)


er i suoi infiniti benefici è davvero superfluo parlare della vitamina C, che non deve mai mancare visto che non la produciamo e che si distrugge facilmente. E' il più importante fattore antiossidante idrosolubile dell'organismo. La sua presenza sostiene la produzione di ormoni tiroidei e di altri ormoni legati allo stress. Anche lei importante per la riduzione del colesterolo. Partecipa alla sintesi di importanti neurotrasmettitori che permettono agli impulsi cerebrali di verificarsi. Stimola l'assorbimento del ferro (si trova nei broccoli, papaia, cavolfiori, fragole, pompelmi, peperoncini, patate, kiwi, crescione, agrumi). Lo zinco è fondamentale per la produzione di energia, per l'azione ricostruttiva e rigenerante. E' di estremo rilievo per la sintesi degli ormoni sessuali, della tiroide, dell'ormone della crescita, dell'insulina e delle prostaglandine (acidi che regolarizzano alcune funzioni metaboliche). La carenza di zinco altera il senso del gusto e dell'odorato oltre all'appetito. Non aiuta certo a dimagrire, ma almeno a tenere sotto controllo un certo metabolismo (si trova nelle ostriche, lenticchie, crusca di frumento, fagioli bianchi, mais, uova, fegato di maiale, pane integrale, fiocchi d'avena). Il cloro, inoltre, migliora la tolleranza al glucosio. Partecipa al metabolismo dei grassi e delle proteine, e stimola la formazione dell'acido ribonucleico (RNA). Si trova nel pane integrale, nella carne di pollo, nel lievito di birra, crostacei, nelle alghe. E' un elemento essenziale per la formazione degli ormoni tiroidei.

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etula verrucosa (MG linfa) ha proprietà diuretiche e favorisce l'eliminazione di acidi urici, urea e colesterolo;
Betula pubiscens (MG amenti) esercita un'azione stimolate sulla tiroide e sulle ghiandole sessuali femminili e maschili;



agus sylvatica (MG) rinforza il sistema immunitario (utile dopo aver sperimentato profondi dispiaceri, difficili da superare), abbassa il colesterolo e stimola la diuresi;


icus carica (MG) ottimo riequilibratore dei ritmi biologici alterati da situazioni di stress; un buon rimedio per tutti quei problemi legati alla digestione: normalizza la produzione di succhi gastrici e la motilità intestinale (peristalsi);


raxinus excelsior (MG) eccellente drenante, utile per l'eliminazione dell'acido urico e con buone proprietà ipocolesterolemizzanti;


uniperus communis (MG) agisce sul fegato proteggendone le cellule e sostenendole dolcemente nelle loro funzioni principali;


ilia tomentosa (MG) importante perché agisce a livello corticolimbico (strutture neurologiche situate tra il tronco encefalico e la corteccia cerebrale: elabora stimoli sensoriali come il linguaggio, ragionamento logico, sentimenti, emozioni). Regola i rapporti tra questi due sistemi, riducendone i conflitti che sono spesso fonte di ansia e stress: un discreto calmante soprattutto per la muscolatura striata.


uando si decide di fare qualcosa di importante per se stessi, gestire, contenere, lavorare seriamente sul peso ponderale, non bisogna mai sottovalutare la “dieta vegetariana” (senza ovviamente estremismi); è importante partire sempre da qui, non per una moda o per sentito dire, ma semplicemente perché questo tipo di alimentazione disintossica, fa bene alla propria salute: ringiovanisce cuore e mente; liberarsi, per una decina di giorni, dalle proteine animali è fondamentale per prevenire malattie e, soprattutto, depurare e purificare l'organismo (la scienza medica sta confermando giorno dopo giorno questa posizione culturale … molti ricorderanno il recente rapporto OMS circa l'effetto della carne rossa trattata sull'organismo, il consumo eccessivo di carni lavorate in scatola: insaccati, grigliate, affumicate). Una settimana per disintossicare completamente gli organi emuntori - veri “spazzini” dei veleni metabolici - in modo tale da recuperare energia, riparare i tessuti danneggiati e rigenerarne dei nuovi. Una infinità di vantaggi per il corpo e la mente: ti sgonfi, ti assottigli, ti disinfiammi e ringiovanisci completamente la tua mente rendendola più attiva e lucida


n programma terapeutico che, fin dall'inizio, rende più vigorosi, scattanti, energici e vitali; il cervello più concentrato diventa più lucido ed efficiente, i reni si liberano dell'accumulo di acidi urici e dei vari fenomeni infiammatori, il fegato combatte completamente la steatosi e regolarizza la secrezione della bile, la pelle diventa più elastica mentre le articolazioni più forti, cuore e arterie attraverso il sangue irrorano con più vigore … l'intestino dimentica quella fastidiosa “durezza”: la stipsi.



NON UTILIZZARE QUESTE SOSTANZE SENZA UNA DIAGNOSI CORRETTA O IL PARERE DI UN PROFESSIONISTA QUALIFICATO. QUESTI ESEMPI RIENTRANO - COME TUTTI GLI ALTRI ARTICOLI PUBBLICATI - IN UN PROGRAMMA INFORMATIVO ED EDUCATIVO, NON PRESCRITTIVO. TALE DESCRIZIONE INFATTI E' RIVOLTA A STIMOLARE ULTERIORE CONOSCENZA, AD ESSERE - SE LO SI VUOLE - PIU' PREPARATI, CONSAPEVOLI, RESPONSABILI E, SOPRATTUTTO, ATTIVI NEL GESTIRE LA PROPRIA SALUTE … SAPERE COSA SI VUOLE E, SOPRATTUTTO, FAVORIRE IL DIALOGO CON LO SPECIALISTA IN MANIERA APPROPRIATA E PIU' VANTAGGIOSA PER ENTRAMBI.

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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore informativo ed educativo, non prescrittivo.

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