domenica 1 luglio 2018

Salviamo il cuore da affanno, aritmia, batticuore, palpitazione, tachicardia e …


Salviamo il cuore 
da affanno, aritmia, batticuore, palpitazione, tachicardia e …

in dall'antichità il  cuore era considerato il centro delle emozioni, la sede indiscussa delle passioni e dell'amore: un prezioso punto di raccolta e di smistamento della vita  affettiva. Alcune culture, ancora oggi, lo definiscono l'alfiere degli stati d'animo più misteriosi e reconditi dell'essere umano. Secondo l'antica medicina greca, invece, chi non riusciva ad esprimere il proprio mondo emozionale rischiava - a suo dire - davvero parecchio: di soffrire o, nei peggiori dei casi, di ammalarsi seriamente. Non a caso il famoso Uomo di Latta, personaggio della meravigliosa fiaba “Il Mago di Oz” - dopo averlo perso a seguito di un maleficio inflittogli dalla strega dell'Est - lo reclamava intensamente come simbolo di bontà, felicità, amore, forza e coraggio. Desiderava ritornare ad assaporare la sua vita intensamente, nella sua interezza, lasciarsi andare a quei momenti di profonda eccitazione: coinvolgere ed avvolgere completamente da quei meravigliosi stati d'animo sperimentati in passato con la sua bellissima amata del Munchkins


oleva semplicemente un cuore vivace, colorato, rosso, pulsante ed eccitato come una volta, quando il sangue gli scorreva intensamente nelle sue vene con tanta passione, tenerezza e sensibilità. Dialogando con i compagni di viaggio (Dorothy, Spaventapasseri e il Leone codardo) era solito lamentarsi delle sue carenze passionali, delle sue infelici condizioni affettive, del suo misero e mediocre stato emotivo, sottolineare ed affermare che per uno come lui - uomo di “metallo” - il destino è già scritto da tempo, già segnato, ne sono certo … non c'è possibilità di appello che tenga, continuava a dire! La vita per me non potrà mai diventare una storia a lieto fine perché il mio mondo affettivo, completamente “arruginito”, sarà come un bosco in pieno inverno, bloccato, completamente ghiacciato, arido, gelato per l'eternità. In realtà, dice che il lieto fine non può esistere per un uomo senza cuore e, quindi, senza sentimenti; non potrà mai abbandonarsi alla spensieratezza dell'età, alla leggerezza della vita, alla passione e alla 'follia' dell'amore. Capisco il vostro tentativo di sollevarmi, di “rincuorarmi”, ma pensate davvero che, in questa condizione, possano esistere ancora, dentro di me, lacrime da versare? Così l'uomo di latta si strugge perché, senza eccitazione e passione, si sente perso, confuso e vuoto; sospira pensando a quante belle cose potrebbe fare se solo avesse una minima parte di quel suo vecchio cuore tanto agognato e pulsante, potesse dimostrare e trasmettere ancora una volta affetto alla sua dolce amata. 


l cuore del 'Boscaiolo (Uomo) di Latta' è, secondo la mia visione, simbolo della competenza emotiva”, quell’insieme di abilità che mettono in risalto la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di motivare se stessi e di gestire positivamente le proprie emozioni, sia interiormente, sia nelle relazioni sociali. Ai fanciulli, ad esempio, molto più semplici, diretti ed istintivi degli 'attempati', questo fenomeno appare più genuino, semplice, chiaro, naturale e spontaneo: loro sì che in questo campo la sanno davvero lunga, non hanno perplessità, esitazione, ostacoli e freni. Quando sono alle prese con le prime esplosioni ormonali - i primi innamoramenti - lasciano il loro inconfondibile segno, un loro profondo messaggio, la loro inequivocabile impronta, il loro marchio indelebile, mettono nero su bianco, scrivono questa frenesia, tormento, pena e “strazio” d'amore su ogni cosa, senza nessun ritegno e paura: riempiono il diario scolastico di fiamme, di cuori stilizzati, colorati e pulsanti; se nutrono una vera passione, una profonda simpatia verso un compagno non disegnano uno stomaco, un intestino o un polmone accanto al nome dell'innamorato, ma un cuore vivo, rosso e ben infiammato, trafitto dalle frecce con le punte d'oro di Cupido … ricco, appunto, di ardore, calore, gioia e sentimento. Con grande semplicità, in quell'atmosfera di profondo entusiasmo ed eccitazione, loro sì che lo sanno “far battere bene e a tempo”, senza esitazione e nessuna remora … quello vero però! 

olo recentemente alcune scuole di pensiero si sono interessate - con metodo scientifico - a questa condizione, ad approfondire la complessità della dimensione emotiva nella crescita e nell'evoluzione dell’essere umano, rilevando quanto essa sia importante per un sano e completo sviluppo dell'organismo (fisico - psichico). Oggi si riconosce alle emozioni un impatto significativo non solo su tutto il corpo, ma anche sul comportamento umano … la formazione della personalità … di un quadro clinico più o meno complesso; un fenomeno capace di influire significativamente sull'intero metabolismo e su tutti i meccanismi di apprendimento, sia a livello sociale sia sulle funzioni cognitive. Chi è alle prese con un “petto lacerato”, spezzato dall'emozione, che ha sofferto di problemi di cuore (mal d'amore), spesso per paura di ricaderci rinuncia ad ogni eventuale esperienza affettiva, di lasciarsi avvolgere e coinvolgere dalle emozioni di ogni giorno: niente di più sbagliato, perché il cuore è ben più del simbolo della vita - è la vita - si nutre della vita e di ciò che essa offre. Il cuore - se non è tormenato da pensieri contorti e bizzarri - ha fame di cose “buone” (nuove), si ciba di più affetti e si sazia solo di passioni: ecco i veri e profondi segreti di questo organo, davvero grandioso in ogni suo aspetto. ATTENTO, però, questo organo non si alimenta di costrizioni, rinunce e divieti, ma di eterna “leggerezza” … e, per i più audaci, di qualche “capriccio”. 



ICORDA, più si introducono cose belle nella vita, più si solleva lo spirito!!! Il cuore si 'ammala' per troppe limitazioni, eccessive forzature ed esagerate censure, per tutto ciò che non si dice mai apertamente! Silvia, ad esempio, delusa e sfiduciata da un rapporto oramai logoro e al capolinea, finito in malomodo, per mesi e mesi mi raccontava - tra lacrime e singhiozzi - che non si sarebbe mai più lasciata coinvolgere dalle sciocchezze di questa pulsione, ingabbiare da questa debolezza, mai più esposta a questa perdita di tempo, a questi sentimenti infantili, inutili e fuorvianti, lo giuro fin da ora, manterrò per sempre questa promessa: mai più, nessuno farà breccia nel mio cuore. Ma non più tardi di un semestre, appena messo un po' di ordine nella sua mente, sgombrate le cianfrusaglie inutili, fatto un po' di spazio dentro se stessa, il suo cuore si scaldò, letteralmente prese fuoco, si infiammò, cominciò a battere più forte di prima, con più energia, entusiasmo, gioia e passione; lasciò aperta finalmente la saracinesca del suo cuore, fece posto ad un'altra relazione importante: al suo amato Giulio che ancora oggi, dopo tanto tempo, frequenta con assiduità e con grande trasporto affettivo. 


ASTA confronti, ogni esperienza è unica, non si ripeterà mai nello stesso modo, ogni evento è sempre, comunque, completamente diverso da quello precedente, perché siamo in continua evoluzione sia fisica sia psichica … ogni attimo trascorso, seppur impercettibile, è diverso da quello precedente per aspetto e per contenuto. Aprendo il suo cuore a nuovi entusiasmi, senza timore di ripetere ancora quella brutta esperienza, si innamorò nuovamente in modo del tutto naturale e spontaneo: con molte cose da raccontare e, soprattutto, pronta a ricevere e da dare ancora; ogni suo eventuale incontro amoroso, per mesi e mesi, era boicottato ed ostacolato da disistima, da un modo di pensare “bizzarro”, continui lamenti e da ragionamenti contorti: ”A questa età nessuno mi vorrà più, Non me ne va mai bene una, Non valgo nulla, Sono invecchiata, Non sono più quella di prima, Sono fuori dal giro oramai da troppo tempo, Non sopporto questa nuova generazione, non mi ci trovo proprio” … vittima - a suo dire - di trame avverse. E così, alla fine, con poche pretese, non mettendo in cantiere progetti grandiosi e aspettative fiabesche, superando alcuni blocchi mentali, ha potuto vivere questo nuovo incontro nel tempo presente, con grande gioia e piacere, riscoprendo attrazioni magiche ed eccitazioni travolgenti ... attualmente, vive ogni attimo con entusiasmo, minuto dopo minuto con bramosia, ora dopo ora con profonda eccitazione. 


risaputo da tempo - anche per esperienza diretta - che l'episodio emotivo singolo o protratto nel tempo modifica l'attività cardiaca e vi introduce condizioni speciali a cui corrispondono modificazioni circolatorie. Non bisogna dimenticare che quando si esercita un costante e minuzioso controllo su ogni evento della vita, si sviluppa un'attività mentale parallela, la quale - col suo continuo rimuginare - oltre ad 'avvitare' su se stessi, crea tensione in tutto l'organismo: a lungo andare può mettere in crisi un intero sistema, alterare la pressione, creare seri danni alla salute. Si rischia parecchio quando si scappa dalle passioni vere e forti! Anche le cose non dette, tutto ciò con cui non siamo d'accordo - accettato per il quieto vivere - fanno male, creano compromessi pericolosi, portano a ribollire, conducono dritti, dritti ad esagerati e mai espressi scatti d'ira; meglio esprimere in ogni circostanza il proprio carico emotivo o disagio senza timori: liberarsi dai fardelli silenziosi fa buon “sangue. Basta un minimo di affaticamento mentale o un ancor più blando stimolo emotivo, quale uno spavento provocato per burla, per registrare evidenti e significative variazioni della funzionalità cardiocircolatoria. Esiste sempre una netta correlazione tra la frequenza cardiaca e lo stato ansiogeno … SEMPRE! … la 'giustizia' è uguale per tutti, sia per i detrattori sia per i sostenitori di questo pensiero. E' stato dimostrato che violente emozioni negative hanno un chiaro effetto psicosomaticamente patogeno su questo organo fino alle estreme conseguenze. I rapporti tra emozioni e funzione cardiaca sono, ad ognuno di noi, talmente evidenti da costituire l'esempio più banale e più superficiale dei meccanismi psicosomatici: la tachicardia da spavento (vedasi anche ipertensione arteriosa). Un cuore negato e pietrificato - con pochi sentimenti ed emozioni - si ammala modificando il suo “ritmo”; un cuore “frettoloso”, invece, che non si innamora, che non si lascia andare e che non conosce il piacere blocca le pulsioni: il libero fluire delle passioni e dell’erotismo.


MPARIAMO ad ascoltarlo, ogni alterazione cardiaca segnala un modo di essere che, quasi sempre, non ci appartiene. La pressione arteriosa, infatti, regolata dal sistema nervoso simpatico, aumenta quando l'organismo reagisce a particolari situazioni ambientali ostili, assumendo un atteggiamento di lotta o comunque di contrasto attivo (il sistema nervoso periferico, simpatico, ha una funzione stimolante, eccitante, contraente). La dominanza del sistema nervoso simpatico - SNS - è legata all'ansia cronica, allo stress e al temperamento collerico (SNS: mette in circolo le catecolamine da parte della midollare del surrene; la noradrenalina e l'adrenalina nel circolo sanguigno determinano numerosi effetti tra cui la liberazione di CRH da parte dell'ipotalamo. Il CRH determina il rilascio di ACTH da parte dell'adenoipofisi che stimola la zona fascicolata a mettere in circolo cortisolo, ormone essenziale per l'adattamento allo stress). Il controllo parasimpatico (SNP), invece, è caratteristico dei soggetti aperti, calmi e disposti a cedere, è importante che ognuno di noi abbia piena consapevolezza di questi fattori a prescindere dal livello di colesterolo che si ha nel sangue. Per questi motivi, piuttosto validi, lo stato emotivo viene, come più volte evidenziato, associato al cuore; alcuni quando sperimentano forti emozioni avvertono un vero e proprio dolore o quantomeno un disagio allo sterno. E' innegabile, pertanto, che i sentimenti interagiscono con il cuore attraverso complessi sistemi di comunicazione nervosi ed ormonali che possono anche influire sulle condizioni delle arterie coronarie.


er sostenere, ad esempio, una discussione animata, durante una situazione che tiene in angoscia o in allarme - di fronte ad un evento che mette in pericolo il prestigio che l'individuo nel tempo ha saputo conquistarsi nel proprio ambiente - l'organismo immediatamente si attiva attraverso i suoi neurotrasmettitori rilasciati nel circolo sanguigno (adrenalina, noradrenalina, cortisolo; alcuni diranno: uffa, ancora con questa storia; certo, ad ognuno il suo lamento, ma rimane pur sempre il nostro grandioso, meraviglioso e impareggiabile sistema neuroendocrino, e non possiamo cambiarlo con due giri di mestolo … dobbiamo coccolarlo, viziarlo, rispettarlo e amarlo non “boicottarlo” … non si merita disattenzione, ma attenta considerazione attimo dopo attimo … altrimenti distrugge silenziosamente il sistema immunitario), si mette automaticamente al servizio dello psichismo e si prepara, con i propri 'strumenti' a disposizione, ad una grande battaglia: lotta, fuga o congelamento (legge dello stress) … fattori che condizionano sempre la salute del cuore. Tale reazione ipertensiva è normale finché, come tutte le reazioni, si esaurisce senza danno: si conclude con una soddisfazione o viene sfogata la tensione accumulata (si interrompe la reazione ormonale e chimica … spesso, però, ciò non avviene immediatamente, le catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina) rimangono nei muscoli e nel circolo sanguigno per molto tempo con tutte le alterazioni del caso; alcuni, spesso, mi dicono “Sa dottore, lei a volte non me la racconta mica giusta perchè da stamatina ho il cuore che scalpita e le posso giurare che sono calmissimo”, cosa c'entrano allora queste sostanze? … oramai la 'risposta - domanda' dovrebbe essere chiara a molti: questa notte cosa le è successo o il giorno prima si ricorda cosa bolliva in pentola?). Chi è alle prese con tormenti silenziosi, continua a mandare giù bocconi amari, fa finta di farsi scivolare addosso le contrarietà e invece le somatizza, rischia davvero parecchio: diventa, a sua insaputa, il futuro candidato alle malattie cardiovascolari. 



ICORDA, ogni giorno accumuliamo pressioni mentali ed emotive, zavorre e pesi mentali che, volenti o nolenti, non riusciamo a gestire, a “buttar fuori” e che, purtroppo, si riversano sul cuore e sull'intero apparato cardiocircolatorio. L'iperteso non solo si priva di piccole emozioni quotidiane, ma è costantemente su di giri, in allarme, inflessibile, permaloso, rancoroso, pronto cioè in ogni momento a manifestare la sua aggressività, per imporsi su eventi e persone: un personaggio apparentemente “impeccabile”, che offre un'immagine esagerata di 'perfezione', ma che sotto, sotto, nasconde insicurezza e fragilità … come dire, il suo umore può cambiare velocemente come il cielo di Edimburgo! Odia completamente le sorprese e gli imprevisti perché rappresentano un attentato ai suoi schemi mentali lineari e ben ordinati, e al suo perenne autocontrollo, rischia di aprire una falla emotiva difficile da “chiudere”; le emozioni infatti sono vissute in maniera pericolosa, come una perdita di equilibrio e di stabilità … pare che la terra gli manchi sotto i piedi. Sembra una pentola a pressione, che bolle perennemente, continuamente sotto tensione, un vulcano nella sua piena attività: non è difficile associare immagini così intense a tale disturbo, che comporta spesso disagi fastidiosi quali vampate di calore, ronzii auricolari, cefalea, agitazione psichica e motoria … se non vuoi esplodere libera le emozioni, lasciati andare, sfogati finalmente … sempre però nel rispetto degli altri, ma veramente! Un personaggio che lotta non tanto verso pressioni ambientali, ma piuttosto sente il bisogno di difendersi dalla sua aggressività pulsionale (rabbia, sessualità, collera, paura). Con troppo autocontrollo le emozioni non circolano più … se 'abbattiamo' controllo, rigidità e tensioni ritroveremo ogni giorno la pressione 'giusta'. Un soggetto che per mascherare la sua fragilità diventa frenetico ed iperattivo; uno stile di vita eccessivamente convulso, continuamente su di giri; una tendenza all'azione che segnala da una parte un profondo senso del dovere e dall'altra un tentativo di allontanarsi dai conflitti emotivi … non lasciarsi coinvolgere mai da ansie pericolose che potrebbero compromettere il suo equilibrio



I RICORDA, ancora una volta, che questi atteggiamenti non devono mai essere osservati attraverso la lente del giudizio di valore, vissuti come patologie o difetti, tantomeno additati come qualcosa di riprovevole, ma visti semplicemente come meccanismi di difesa, strategie utilizzate per interpretare e gestire la realtà, per 'salvarsi' dai pericoli del mondo circostante ... come modalità reattiva anche se poco vantaggiosa per l'equilibrio psicofisico e i rapporti sociali. La famiglia e i valori tradizionali sono, inoltre, vissuti sempre come 'rassicuranti', da una parte rappresentano un binario sicuro da seguire, ma dall'altro un limite, se non un vero e proprio ostacolo, una sorta di obbligo e di dovere morale che condizionano pesantemente ogni scelta e decisione. Prigioniero di tradizioni e valori (vincoli e certezze che, a suo dire, non vanno mai messi in discussione … anche quando sono “nocivi” o difficili da gestire), offre un'immagine perenne di 'impeccabilità', sempre vigile, non si fida di nessuno, controlla apertamente tutte le reazioni e tutti i programmi di chi vive sotto la sua “protezione”, esige in maniera esagerata il massimo rispetto … guai sgarrare o perdersi in leggerezze; non sopporta di essere messo da parte, trascurato o dimenticatoper lui conta più l'apparenza che la sostanza; è inoltre eternamente in battaglia, in contrasto tra l'affettività esteriore e quella interiore (gentilezza, cortesia, affetto esagerato); frenato dalle convenienze ogni impulso istintivo, l'affetto per i propri cari viene identificato con la cura dell'esteriorità e dei propri successi professionali (indossa vestiti di buona stoffa e fattura più per far “colpo” che per comodità o godere di un tessuto pratico, fresco e comodo). Ne deriva un tale inaridimento dell'affettività che è capace, da solo, di compromettere la serenità di una coabitazione e della stessa vita familiare.


a supervalutazione di se stesso e la convinzione di strafare in buona fede perché tutti vedano i suoi sacrifici, sono elementi che non gli fanno ammettere né che possa sbagliare né che possa essere frainteso, trascurato o disubbidito (ATTENZIONE, il fenomeno deve essere visto come modalità difensiva e non come atteggiamento fanfaronesco!); egli è convinto che quando qualcuno non esegue alla lettera i suoi ordini o i suoi consigli è un ingrato, un inconsapevole o uno che lo fa apposta … rema contro, diventa un potenziale nemico! Persona caratterizzata da iperemotività, sempre alle prese con la gestione di un carico emotivo molto forte: si mette sempre sotto pressione. Una figura sempre ipercontrollata, che nega il suo reale stato emozionale, gestendolo con un attivismo continuo e frenetico (un rimuginare continuo … pensa ancor prima di sentire). Rievoca ferite affettive non metabolizzate, non risolte ... emozioni negative di lunga data, legate a sentimenti di rabbia, collera e paura … non riesce proprio a lasciare il passato nel passato! La paura continua di lasciarsi andare, di commuoversi e di entrare in contatto con l'interiorità cronicizzata, aumenta il fenomeno della tensione e della contrazione: indurisce le arterie. Un cuore estraneo alle emozioni che non è in grado di “assorbire”, tanto meno di adattarsi e, quindi, di fronte a situazioni estreme, altro non può fare che alzare la voce: aritmia e tachicardia sono le prime cose a portata di 'cuore'! Un “atleta” perennemente in “pista” che non riesce proprio a star zitto, a mettersi in disparte: vuol dire sempre la sua … a volte anche l'ultima! RICORDA, per avere un quadro ipertensivo non basta sperimentare singoli episodi di frustrazione delle istanze aggressive: bisogna che tale tendenza psichica divenga un tratto permanente, stabile e rigido della personalità. Solo in quel momento avremo la vera e propria 'somatizzazione' cioè una modificazione energetica e ormonale a carico del corpo che però non si è ancora trasformata in un'alterazione di organi o apparati; il rischio che ciò accada è statisticamente elevato. Se quei tratti di personalità e il suo correlato somatico permangono, è possibile passare allo stadio successivo: lo sviluppo di quelle malattie per le quali l'ipertensione è “fattore di rischio” (infarto, ictus).


ale fenomeno può essere interpretato nel seguente modo: vi è una funzione normale e sana, che appartiene al patrimonio espressivo ed assertivo di ogni individuo e, quindi, anche al suo psichismo sano, che a seguito di vicende esistenziali e relazionali, non ha potuto esprimersi normalmente dando luogo ad azioni e comportamenti conseguenti. In questo modo, quindi, un sistema di motivazioni o alcune strategie psicologiche non possono essere “spente” improvvisamente; se non vengono espresse sanamente, esse prenderanno la strada di una manifestazione patologica, dando luogo a sintomi psichici (ansia o depressione) oppure, a livello più profondo di negazione, “scaricato” sotto forma di un sintomo corporeo, che però nella forma del suo manifestarsi a livello somatico richiamerà analogicamente la motivazione psicologica che non ha avuto il suo corso naturale, la sua normale espressione fisiologica … squilibrio psicosomatico che, più frequentemente, innesca anche l'aumento della pressione sanguigna. La terapia medica dell'ipertensione da sola, se non si prendono in considerazione gli aspetti emotivi, non può bastare. Se non viene gettato uno sguardo anche sui tratti psicologici in atto e sulle situazioni relazionali conflittuali o frustranti che si sono scaricate nel sintomo ipertensione, due pericoli sono in agguato. Il primo elemento è che la terapia farmacologica non funzioni adeguatamente ed eluda il suo vero scopo di controllare gli allarmanti valori di pressione arteriosa. Il secondo rischio è che si sia abbassata la pressione, ma il soggetto sviluppi dei sintomi di natura psichica, come ad esempio una depressione: il sintomo è stato eliminato, ma la motivazione psicologica che rimaneva nascosta dietro di esso non è stata in alcun modo compresa o soddisfatta; in questa prospettiva avremo un ex iperteso che non corre più il rischio di infarto o ictus, ma si trova stanco, deluso, insoddisfatto, astenico e irritabile … in balia ad una devastante depressione.


'ipertensione, quindi, potrà essere espressione di una forte repressione aggressiva o di desideri rimossi, ma anche un segnale della presenza di un'intensità di tali motivazioni, così forte da mettere a dura prova le risorse profonde del futuro paziente. Il corpo allora con il suo singolare tam tam si fa sentire, dice: calmati, rallenta, fermati e critica di meno. Un soggetto che dal punto di vista sociale appare di solito adeguatamente adattato e ben inserito, a dire il vero, in alcuni ambienti lavorativi è particolarmente ricercato per la sua affidabilità; in realtà, però, il più delle volte, non riesce a stabilire un accettabile rapporto con la propria aggressività; in tal modo non riesce ad adottare né comportamenti di fuga, né comportamenti di lotta (vedasi meccanismo sistema nervoso periferico simpatico - parasimpatico). 


n blocco cronico dei sentimenti ostili, che affonda le sue radici in una cattiva gestione e in un cattivo vissuto delle esperienze aggressive “passate” (dell'infanzia). E' chiaro, quindi, che se un conflitto psichico blocca l'azione, ovvero la corrente di attivazione (chimica, ormonale), impedendo a questa di accedere a una dimensione comportamentale, l'iperattivazione simpatica (adrenalina, cortisolo) si troverà così in un vicolo cieco. Il risultato non potrà che essere una somatizzazione del conflitto stesso, che avrà come esito l'aumento della pressione arteriosa. Saper comprendere i propri stati emotivi e comunicarli agli altri, saper riconoscere ed identificarsi negli stati emotivi delle persone con cui interagiamo, saper accettare e gestire in modo efficace le emozioni avverse è un’insieme di abilità fondamentali ed indispensabili non soltanto nei vari rapporti, nella vita professionale e sociale, ma anche per la salute in generale. Ritornando a noi, possiamo dire che il cuore è un organo che, in realtà, “pulsa”, agisce come una pompa instancabile; più che battere, si restringe e si dilata, un incessante movimento di contrazione (sistole) e rilasciamento (diastole); rappresenta l'elemento principale del nostro impianto idraulico, ci accompagna e segnala sempre con molta discrezione la sua presenza (carenze, eccessi, passione, gioia, collera). A volte diventa un importante campanello di allarme che avverte dei pericoli per il corpo provenienti sia dall'esterno sia dall'interno (rifiuti tossici, alimentazione, stile di vita, schemi mentali): un muscolo intelligente che si restringe o si dilata, sente e registra ogni cosa. Il sangue nell'apparato cardiocircolatorio è spinto dal cuore. Lo stesso sangue viene spinto dal cuore nell'albero arterioso che lo porta in periferia per nutrire ed ossigenare gli organi e i tessuti, poi ritorna al cuore attraverso la rete venosa. 


erché il circolo sanguigno possa mantenersi è necessario che vi sia nell'albero circolatorio un'adeguata pressione. Una pressione troppo bassa provoca un'insufficiente ossigenazione dei tessuti, con sintomi quali debolezza, pallore, affaticabilità, capogiri. Una pressione troppo alta, invece, può dare qualche volta dei sintomi disturbanti (cefalea, ronzii alle orecchie, epistassi), ma ATTENZIONE, più frequentemente non dà alcun sintomo e viene “scoperto” nel corso di un banale esame medico, eseguito per altri motivi, durante il quale la misurazione della pressione rivela valori superiori alla media. Una pressione troppo alta sottopone il cuore e l'albero vascolare ad uno sforzo eccessivo e può portare, nel tempo, a patologie diverse come infarto, ictus, malattie a carico del rene, retina ed altri organi importanti. L'ipertensione arteriosa non è dunque, a rigore, una vera e propria malattia, quanto un fattore di rischio per altre patologie. Il cuore, essendo un muscolo involontario, funziona al di fuori della nostra consapevolezza. Tale fenomeno - lo sanno bene gli ansiosi durante un importante squilibrio neurovegetativo - può spiegare e chiarire l'influenza di semplici stati emozionali sul ritmo cardiaco: rallentare o diventare frenetico, essere in balia delle emozioni, ma anche un organo che si allarga e si gonfia dalla gioia. La parete delle arterie, infatti, è composta da tre importanti tipi di tessuti. La parte più interna è a contatto con il sangue e non deve creare attrito, deve essere scivolosa perché il sangue possa scorrere velocemente, la parte intermedia invece è un tessuto muscolare ed è collegato con quello che succede soprattutto nella “testa”: si contrae quando si è depressi o ansiosi e si apre quando si fa attività ginnica per permettere il passaggio di una quantità maggiore di sangue, per rifornire direttamente organi e muscoli di ossigeno


a parte esterna tiene unita l'arteria e la protegge dall'esterno. Considerando la vasta e complessa rete nervosa del cuore, è stata dimostrata scientificamente - attraverso studi recentissimi ed accreditati - una stretta correlazione tra attività cardiaca ed esperienza emotiva: una stretta correlazione fra salute e stili di vita. I tratti caratteristici di quando il muscolo si "arrabbia" sono: aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione sanguigna, vertigini, sensazione di debolezza, abbondante sudorazione. Sappiamo da tempo che un'emozione "mal controllata" può radicarsi in qualsiasi parte del corpo, ma quando essa ristagna nel cuore significa che tale fenomeno coinvolge la nostra identità, va in profondità, tocca l'interiorità e la gioia di vivere; non esistono piaceri - se non quelli estremi o eccessivi - che indeboliscono le energie del cuore, anzi la felicità rende tale organo piuttosto brillante, vivace e, soprattutto, giovane: un impianto idraulico che tiene accesa la vita. Se "raffreddiamo" invece lo stato affettivo anche il sangue, in balia dei neurotrasmettitori ed ormoni si altera, non circola più come si deve. Il distacco esagerato dalla sfera affettiva è dunque indice di poco equilibrio esistenziale; l'atmosfera emotiva e i rapporti familiari in cui si è immersi giocano sempre un ruolo fondamentale su questo muscolo intelligente (la coppia felice, che coltiva le proprie passioni in maniera libera, autonoma, naturale e spontanea, pare sia meno a rischio … si ammala anche di meno)


l soggetto rigido, inflessibile, tutto di un pezzo, non solo tende a bloccare le emozioni ma gli risulta difficile anche gestire il proprio mondo affettivo. Se si coltivano stati emotivi negativi, prima o poi, questi saranno distribuiti all'interno del corpo nello stesso modo. Tale mondo affettivo, allora, altro non può fare che esprimersi attraverso l'azione, la fuga da un qualcosa che nemmeno il soggetto sa: sempre di corsa, non si ferma nemmeno per un attimo; ma la paura di restare un momento da soli - faccia a faccia con emozioni e sentimenti - prima o poi bussa alla porta per incassare i 'sospesi'. Il cuore segnala, quindi, un modo di essere, esprime i desideri e i progetti di ogni persona. Con il cuore a 'posto' si vive in piena armonia, nella gioia e nell'amore. Anche nei detti popolari troviamo tantissimi riferimenti e modi di pensare legati più all'aspetto emotivo che a quello fisico: "Ascoltare la voce del cuore, Sentirsi stringere il cuore, Avere il cuore in gola, Sentire un tuffo nel cuore, Quella vicenda mi sta molto a cuore, Prendersi a cuore qualcosa, Quell'individuo ha il cuore di pietra, Un uomo senza cuore, Sentirsi allargare il cuore, Fare un gesto di tutto cuore, Togliersi un peso dal cuore, Rubare il cuore di qualcuno, Il cuore che si stringe d'angoscia". Quando il cuore si "arrabbia" significa che ci sono difficoltà a gestire sentimenti ed emozioni; uno stato emotivo che ha la tendenza a prendere il sopravvento e, quindi, gestire e condizionare l'esistenza; un corpo che non solo segnala - attraverso il suo linguaggio sottile - la tendenza a tenersi tutto dentro, ma anche la voglia di farsi "sentire": una lotta continua contro la routine che "spegne" e toglie il "ritmo" giusto. Quando la lotta, infatti, si colora di tinte troppo accese, cioè si ricorre a emozioni forti per sentirsi vivi, il ritmo del cuore finisce per perdere il suo equilibrio: il cuore "esplode". Forti stati emotivi improvvisi sono nocivi per il cuore, al punto da determinare un invecchiamento fisico (ecco perchè il cardiologo suggerisce, dopo un infarto, di fare sesso non con partner occasionali ma con quello abituale … se fatto con “gentilezza” diventa un buon allenamento che non presenta rischi). Tali condizioni emotive possono determinare un aumento della pressione, come pure condizionare il regolare funzionamento del meccanismo di riparazione e far restringere i vasi sanguigni, rendendo problematico il passaggio della quantità di sangue necessaria (sfrega, sfrega, prima o poi ...)


no stato emotivo più passivo e continuativo, infatti, come la depressione, è associato solitamente a malattie cardiache (facilita l'aggregazione delle piastrine, esponendo il soggetto a formazione di trombi nelle arterie). In effetti, le persone con tratti depressivi a lungo termine corrono il rischio di avere un attacco di cuore maggiore rispetto a coloro che non sono depressi; un senso di impotenza prolungato indebolisce il sistema immunitario e fa invecchiare più velocemente. Lo stesso fenomeno che porta all'occlusione delle coronarie si può manifestare con le arterie che portano il sangue agli arti inferiori. Il risultato? Dolori alle gambe quando si cammina. Le patologie cardiovascolari oggi, ormai detto in tutte le salse, sono le più diffuse: il 50% delle persone muore in seguito a infarto, arteriosclerosi, congestione, trombosi (fonti OMS). Le cause fisiche, psichiche o alimentari, e spesso tutte e tre insieme, solo l’origine di queste malattie. Abbiamo una buona circolazione attraverso le vene, i capillari e le arterie, quando il sangue spinto attraverso il cuore porta gli “elementi” necessari alla nostra vita e drena le scorie dei vari metabolismi. Tra le cause fisiche delle malattie vascolari vi sono le aggressioni permanenti (stress), la perdita di equilibrio tra i cicli naturali e la nostra vita, la mancanza d’esercizio giornaliero o gli esercizi troppo violenti a carattere episodico, gli ambienti inquinati e gli squilibri sessuali (difetto/eccesso … non si rischia con il partner storico ma con quelli occasionali, nuovi … quando non si è proprio in forma può essere pericoloso). 


on dovrebbe più meravigliare, quindi, che le emozioni, in particolare il modo in cui si affrontano gli aspetti non razionali della propria esistenza, possano avere un impatto più o meno violento sul funzionamento del corpo. Fare o non fare, soffocare o esprimere le emozioni, tenere a freno o in bella vista la lingua… ma quanto è difficile lasciarsi andare e far “circolare” ogni cosa! Lasciare libero sfogo al malumore e all’ira, il bon ton, le regole sociali però impongono freno e autocontrollo (si vedano i vincoli, le regole e le tradizioni familiari). Essere flessibili, lasciarsi andare, ecco il vero segreto del cuore: è lui che tiene accesa la vita. E’ indispensabile ascoltarlo perché, come già sottolineato più volte, una sua alterazione segnala un modo di essere che non ci appartiene.

La tachicardia colpisce chi scappa dalle passioni forti. Se il suo “pulsare” si fa troppo protagonista può stressarsi e ammalarsi all’improvviso. E così sembra tutto a posto, ma all’improvviso una leggera emicrania, formicolio al braccio sx e il viso completamente rosso segnalano una brusca impennata dei valori pressori, una chiara reazione ipertensiva. Quando l’autocontrollo batte l’istinto, la parte più vitale (sangue) che scorre nell’organismo si ribella: sale immediatamente alla testa. Silenziosa e quasi invisibile, l’ipertensione, esprime il tentativo di controllare, resistere e mantenersi lucidi rispetto all’irruzione di impulsi violenti che potrebbero sconvolgere completamente il soggetto; controllare quei sentimenti legati alla sessualità o all'affettività vissute come potenzialmente pericolose o trasgressive – da tenere sotto stretto controllo – comunque da allontanare il prima possibile dalla coscienza. 


on dobbiamo dimenticare che la frequenza dei battiti cardiaci aumenta in seguito ad angoscia e ad uno stato di rabbia. I parametri cardiovascolari sono influenzati anche da: anticipazione di argomenti conflittuali e stress psicologico. Nella nostra cultura il cuore assume un ruolo privilegiato: rappresenta, come è stato sottolineato in premessa, il lato affettivo dell’uomo, è l’organo dei sentimenti … se non vengono espressi si ammala. L’emozione può essere, secondo i vari casi, più o meno accantonata e i sintomi possono acquisire un più o meno marcato valore di espressione simbolica (linguaggio del corpo). Questi individui possono essere paragonati a un vulcano ribollente prima dell’eruzione che, però, non si verifica mai. Poiché si infiammano facilmente e si sentono particolarmente vulnerabili, cercheranno di evitare i conflitti aggressivi rifiutandosi di prenderne atto. La personalità di questi soggetti, con queste caratteristiche, viene fatta risalire al periodo evolutivo denominato stadio anale: impulsi aggressivi da un lato e sentimento di dipendenza dall’altro. Sono caratterizzati da una grave inibizione emotiva che spesso li spinge ad apparire molto arrendevoli, calmi e perfino imperturbabili agli occhi degli altri. Il quadro completo della personalità, comunque, contiene un’ostilità nascosta e rimossa che prima o poi viene alla luce rivelando occasionali scoppi di aggressività.


ngina pectoris. Apporto insufficiente di ossigeno al miocardio durante uno sforzo fisico o una situazione di stress ... senso di soffocamento, di pesantezza e di dolore acuto che si irradia in tutto il braccio (schiena, collo, mascella). Sono soggetti privi di energia, angosciati al solo pensiero di dover fare qualcosa o di perdere ciò che hanno ... di sottoporsi a sforzi voluti da altri. Segnala una certa rigidità sul modo di vedere le cose, due stili di vita opposti che si scontrano: un alternarsi di freddezza - durezza da una parte e affettività - emotività dall'altra ... il mondo degli affetti circola a singhiozzo, ecco allora la tensione cardiaca, uno spasmo doloroso che all'improvviso ribalta la situazione.


nfarto.
Mancanza di irrorazione sanguigna al muscolo cardiaco (trombosi, un coagulo che ostruisce un'arteria indurita). Tratti socio - psicologici intrecciandosi con fattori fisici come colesterolo, diabete, fumo, obesità, scarso esercizio aumentano il rischio di infarto. Anche questa patologia ruota attorno al tema della difficoltà a vivere le emozioni e gli affetti: un cuore per certi versi 'inaridito'. L'ostilità come l'amore sono sentimenti non accettati e, quindi, il soggetto avendo ristretto le proprie emozioni “obbliga” il sangue a passare in canali troppo angusti (vedasi i tre strati dell'arteria in particolare la parte interna chiamato intima). Le persone a rischio di infarto non godono certamente di equilibrio psicologico, hanno sviluppato nel tempo uno stile di vita rigido, un atteggiamento di eccessivo adattamento a una società sempre più concentrata sull'efficienza (si ricorda che questi atteggiamenti non vanno interpretati come “difetti”, ma modi di agire - imparati nel tempo - che pur essendo “infelici” aiutano ad affrontare e superare ogni momento del giorno i problemi della vita). Individui incapaci di mettere in funzione gli aspetti gioiosi della loro vita ... quando la vita si 'spegne' anche il cuore 'muore'. I sintomi cardiaci costringono l'uomo a dare di nuovo ascolto all'interiorità, al proprio cuore dimenticato e sacrificato al mito del successo, del calcolo, dell'attività lavorativa. Se sei aggressivo, particolarmente impaziente, fortemente competitivo e avido di popolarità, hai probabilità decisamente elevate di essere ricoverato in un'unità coronarica. I dati sono chiari e precisi: gli individui depressi che vengono colpiti di infarto hanno un più alto rischio di morte rispetto a quelli non depressi. 



TTENZIONE, quando faccio un'affermazione, non deve mai essere presa per “oro colato” o “una lingua valida per tutti”, ma un qualcosa che domina la maggioranza dei casi e che, soprattutto, ha sempre numerose eccezioni. Ogni quadro clinico, infatti, essendo 'frammisto', tutti i suoi vari contenuti emotivi ed affettivi interagiscono tra di loro dando vita ad un vivace dibattito interno, ad una vera e propria “associazione a delinquere”. Tutte cose che non rimangono chiuse in loro stesse, ma agiscono continuamente l'una sull'altra, si alleano, litigano fra di loro, è un continuo interagire e battibeccare. Elementi che agiscono e reagiscono continuamente fra di loro. E' la drammaticità della vita umana, dove il desiderio di guadagno, ad esempio, lotta con la pigrizia, il desiderio sessuale con la paura della malattia, in un continuo azzuffarsi a seconda dei vari sentimenti e atteggiamenti in dotazione. Per comprendere tutto ciò, basta pensare un attimo a come uscire una sera con amici: parte subito la confusione, se non un vero proprio stato di panico; ci sono subito quattro o cinque parti, dentro di noi, che si scontrano per imporre il loro punto di vista e magari due si alleano contro una terza che rema contro ad una prima decisione, magari, più soddisfacente … questo solo per una banale uscita tra amici, provate a pensare cosa può accadere per fenomeni sociali e lavorativi più complessi!


pertensione (pressione alta). Viene definita in base a dei parametri standard che riguardano la pressione arteriosa misurata. Forza con cui il sangue viene spinto attraverso i vasi. L'aspetto negativo è che agisce silenziosamente, senza allarmi: espone, oltre a mettere in pericolo occhi e reni, ictus, arteriosclerosi e infarto. Viene considerato iperteso il soggetto che, con più misurazioni nell'arco della giornata, mostra valori superiori a 140 mmHg di pressione sistolica (massima) e a 90 mmHg di pressione
diastolica (minima). Bisogna però tener conto di fattori individuali che possono modificare questi parametri. Innanzitutto, l'età (120 – 80: ottimale; 130 – 60 “normale”; 130,139 – 85,89 “alta”)


li anziani di solito hanno valori superiori a questi perché la pressione aumenta con il passare dell'età (invecchiamento arterie, metabolismo). La probabilità di manifestare problemi di ipertensione dipendono, il più delle volte, dalla risposta individuale alle quotidiane fonti di stress. L'ansia e l'ira scatenano spesso la classica “risposta allo stress” che mette in circolo una quantità eccessiva di ormoni surrenali, che a sua volta aumenta la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Tale problema può causare palpitazioni e vertigini, e un'alta percentuale dei soggetti che soffrono di attacchi di panico ne è affetto per un insieme di stati emotivi complessi; l'ipertensione è sinonimo di emozioni mal vissute, l'imprevisto, il cambiamento e un modo di pensare diverso dal suo lo rendono teso ed irrequieto. Una persona combattuta tra durezza e fragilità: cerca di gestire, di controllare ogni situazione le si presenti ... odia, a dir poco, il cambiamento improvviso. La pressione alta è la spia di un modo di vivere in bianco e nero, senza più sfumature, di un cuore spento, freddo, che fatica a “scaldare”di chi si spegne giorno dopo giorno. Molti farmaci utilizzati comunque possono dare origine a depressione e la soluzione ottimale sarebbe che cardiologi e “professionisti della mente” - finalmente - collaborassero per individuare e mettere in atto, di volta in volta, un adeguato intervento terapeutico per trattare efficacemente sia i sintomi fisici sia quelli psicologici di ciascun paziente. 


a massima si ha quando i ventricoli si contraggono e danno la massima spinta al sangue (fase di sistole). Il sangue, infatti, viene spinto nelle arterie ed esercita la massima pressione contro le loro pareti. I campanelli d'allarme sono: vertigini, visioni nere con puntini, ronzii alle orecchie, stanchezza, impotenza, mal di testa. La cura dell'ipertensione, comunque, inizia anche a tavola. Una corretta alimentazione è determinante, quando si parla di pressione alta. Sono importanti i cibi ricchi di potassio (antagonista del sodio). Verdure a foglia verde a volontà: rucola, spinaci, cavoletti di Bruxelles, carciofi, finocchi, lattuga, pomodori; banane, kiwi, albicoccheuna buona flora batterica regolarizza la pressione (assumere fermenti lattici senza esagerare).


potensione. Diminuzione della pressione arteriosa. In molti casi è un soggetto passivo, disfattista, debole e triste: si sente continuamente sopraffatto dalle vicende quotidiane; batte la fiacca, con una testa vuota e in balia delle vertigini, svolazza leggera, con scarsa concentrazione. Ha la sensazione di essere sempre un perdente, di essere sconfitto in anticipo ... i "battiti" della vita sono deboli. Fragili e delicati “perdono la testa” al primo sbalzo d'umore, alla minima emozione. Poiché si scoraggia sempre e si arrende troppo facilmente di fronte agli avvenimenti della vita, crede che la partita sia persa ancora prima di cominciare. Convinto di essere un incapace e di non poter reggere la "pressione" esistenziale affronta la vita con uno stile di vita da “perdente”. La minima si verifica quando il cuore ha esaurito la spinta, gli atri e i ventricoli si rilassano (fase diastole). Il sangue viene richiamato nel cuore e le pareti dei vasi si rilassano. Cibi da evitare: carota, finocchio, sedano (soprattutto se si hanno problemi renali), prezzemolo, aglio e cipolla. Da preferire, invece, carne rossa (con cautela), spremute di agrumi, sostanze nervine, polline, germe di grano e lievito di birra.



lebite. Fenomeno infiammatorio in cui è presente un coagulo nella parete venosa. Indica una situazione di incertezza, di gioia bloccata che ristagna ... non c'è più la voglia di continuare. Una vita monocolore senza alcun momento di felicità. In generale, sono persone tormentate, deluse, agitate, orgogliose, senza passione e gioia. Il fatto di attribuire sempre l'infelicità e la gioia bloccata agli altri determina uno stato di collera e di frustrazione ... un senso di impotenza e forzatura ad accettare le cose a cui la vena, per sua natura, si “ribella” per questo non cedereobbliga in qualche modo la persona a fermarsi, ad essere più cedevole.


achicardia. Accelerazione del ritmo del battito cardiaco. Fenomeno presente in persone tormentate da emozioni che premono per riaffiorare ... un mondo affettivo nascosto e trattenuto che ha voglia di farsi sentire attraverso il cuore in gola. Sono soggetti caratterizzati da una grave inibizione emotiva che spesso li fa apparire molto arrendevoli e calmi ma con un'ostilità nascosta che viene alla luce attraverso scoppi di aggressività.


rombosi. Formazione di un coagulo nell'apparato circolatorio. Un fenomeno che colpisce soggetti che vivono in solitudine; non sentendosi apprezzati come persone di valore si chiudono completamente ... hanno spento il piacere e bloccato la gioia di vivere.



EGENDA. Pressione max: forza con cui il sangue spinge sulle pareti delle arterie (sistole); pressione min: momento in cui il cuore si rilassa (diastole); arteriosclerosi: indurimento delle arterie (ispessimento e perdita di elasticità); aritmia: anomalia del ritmo e della frequenza del battito del cuore; cardiopalmo: sensazione soggettiva spiacevole che riguarda il battito del cuore (irregolarità, rallentamento, accelerazione); infarto: lesione cellulare irreversibile e circoscritta cui va incontro un tessuto, un organo o una parte di questi per insufficiente irrorazione sanguigna (ischemia). Gli organi facilmente suscettibili a questo fenomeno sono: cuore, rene, cervello, intestino, polmoni; ictus (emorragico, ischemico): diminuzione del normale apporto di sangue in un certo distretto dell’organismo. Vene: distributore di energia (conducono il sangue - deossigenato - dai tessuti al cuore, poi viene inviato ai polmoni per pulirlo dall’anidride carbonica), arterie (trasportano il sangue espulso dal cuore ai tessuti) un problema alle vene segnala la perdita di gioia e entusiasmo, non si vive nell’armonia desiderata … essere bloccati, stare fermi, non essere in grado di far fronte alle difficoltà … aspettative deluse, perché magari si attendeva un riconoscimento diverso in base a quello che si è dato o fatto.


siste, inoltre, una correlazione tra l’ansia e il metabolismo dei lipidi, persino del tasso di colesterolo. Le abitudine alimentari rispecchiano, in generale, i bisogni affettivi e l’attuale stato di salute mentale di ogni soggetto. Ricordiamo che spesso il cibo è identificato con l’amore … c’è una certa verità nel detto “La via che porta al cuore di un uomo, passa prima attraverso lo stomaco”. Diciamo anche di essere “affamati d’amore” e la bocca è per tutta la vita un mezzo per esprimere tenerezza, dolcezza e amore. Questo legame tra affettività e cibo, che lo si voglia o no, risale ad esperienze e a una fase precoce dell’essere umano (modo di pensare, schemi mentali, modalità reattive). Alimentazione a base di cereali e legumi, attività fisica, una buona dose di buonumore quotidiano salvano il sistema cardiocircolatorio. Alla tavola, comunque, quando si arriva ad una certa età, ci si deve avvicinare sempre con “criterio”; oltre a non penalizzare e a rendere più piacevole la vita, può aiutarci a tenere bassa la pressione, soprattutto, se si consumano elementi diversi, senza esagerare, ma giusti come: molta frutta (mele, banane, melone, pompelmi), verdure (cavoli, broccoli, zucca, asparagi, aglio), carni magre (pollo e tacchino) e pesce (orata, trota iridea, branzino, salmone,) … e inserire legumi più volte la settimana (regolarizzano il pH) … il tè verde, inoltre, pare abbia un buon effetto protettivo, oltre per la pressione e l’arteriosclerosi, anche per l’intero apparato cardiocircolatorio. NIENTE insaccati e carni trattate… attenzione alle calorie e al sale (senza bandirlo completamente)! Aiutarsi, inoltre, con piccoli e frequenti pasti leggeri quotidiani. SAPEVATE che per mantenere stabile il colesterolo HDL (buono) e contrastare il colesterolo LDL (cattivo) è “sufficiente” sedersi a tavola e mangiare cereali integrali (fare un pieno di: zinco, rame, manganese, selenio, magnesio, fosforo, Vit. E e quelle del gruppo B) e legumi (ricchi di: ferro, Vit. C e del gruppo B) da non dimenticate MAI il movimento!


e cose nocive: grassi saturi, le attività sportive troppo violente, sale. Alimenti consigliati: aglio, limone, ortiche, prezzemolo, segale (disturbi circolazione); cipolle, sedano - rapa, uva (cuore affaticato); se il sangue diventa troppo acido gli scambi non avvengono più in modo perfetto e si sviluppa gonfiore. Per renderlo più alcalino: cipolle, fragole, pesche, pomodori, uva; aglio limone, pere, prezzemolo, ribes nero, riso non brillato, segale (ipertensione); asparagi, carciofi, limoni, ravanelli, sedano - rapa, zucca (depurazione). E’ la secrezione della ghiandola tiroidea che controlla il ritmo dei battiti del cuore. In caso di eccesso di questa secrezione si avrà tachicardia. Sapendo poi che uno degli effetti dell’aceto è quello di assorbire il fosforo e stimolare la tiroide, è facile intuire le conseguenze di una forte assunzione di esso. Nell’alimentazione, sappiamo che alcuni grassi animali sono all’origine delle malattie cardiovascolari. Gli acidi grassi saturi non si sciolgono e, se mescolati al colesterolo, si fissano sulle pareti arteriose, e possono arrivare addirittura a ostruire le arterie. I kg superflui sono dovuti ad uno squilibrio alimentare, alcol e tabacco, soprattutto quando è accompagnato da una elevata percentuale di colesterolo. 


iguardo al consumo di grassi e di olio, dobbiamo tener presente che normalmente essi non rappresentano un pericolo per il cuore (se contenuti), perché il corpo li tiene come riserva sotto forma di grasso (importante per la formazione delle sinapsi cerebrali). I disturbi intervengono solo quando i grassi sono in eccesso, non sono naturali o sono alterati dal riscaldamento (olio scaldato troppo a lungo, carni cotte con il burro). Il colesterolo è necessario alla lubrificazione delle arterie e protegge le cellule delle pareti vascolari. Quando le cellule sono consumate, vengono rigettate con il loro colesterolo nella circolazione e altre cellule riassorbono il colesterolo del sangue fresco. Quando questo processo naturale viene turbato, la distruzione delle cellule arteriose è più rapida della costruzione di nuove cellule. 


osì, la concentrazione del colesterolo aumenta nel sangue e si verifica una vera ipercolesterolemia. La presenza di colesterolo, solo i grassi alterati e in eccesso sono nocivi; questo rende difficile la fabbricazione di un colesterolo di qualità accettabile, e nuoce alla buona lubrificazione delle arterie, cosa che accelera l’usura delle cellule. Il sangue ha bisogno di alcuni periodi di depurazione durante l’anno. E’, dunque, necessario, attraverso periodi di depurazione, lasciare il tempo all'organismo e al sangue di purificarsi per evitare incidenti circolatori (il fegato va costantemente disintossicato); in questo caso nulla può sostituire un’alimentazione specifica.

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ome si visualizzano i disturbi cardiocircolatori: viso congestionato, rossori pronunciati al di sopra della sopracciglia, lobi degli orecchi rossi e gonfi, traspirazione sottolabiale, viso caldo e umido (tachicardia); colorazione bianca al di sopra delle sopracciglia e delle labbra (bradicardia). Correlazione viso - apparato cardiocircolatorio. Le condizioni del cuore sono rispecchiate nell'intero volto. Se il viso si colora di rosso o risulta gonfio, significa che anche il cuore è dilatato e ingrossato. Se invece ha un colore pallido vuol dire che la circolazione in tale organo è scarsa (non sufficientemente irrorato). Un volto con pelle grassa e untuosa può significare che il cuore è avvolto da depositi adiposi. La punta del naso indica anche le condizioni del sistema circolatorio e in particolare del cuore: le parti sx e dx del naso corrispondono rispettivamente il lato sx e dx del cuore. 


e il lato sx del naso è più duro del dx, a causa di depositi adiposi, ciò significa che anche nel lato sx del cuore le tossine sono presenti in maniera maggiore. Un naso molto ingrossato segnala che il cuore è ingrossato, mentre un naso “sodo” rivela delle condizioni di sovraffaticamento cardiaco con conseguenti irregolarità a livello pressorio. Anche una piccola “fessura” al centro della punta del naso può segnalare un soffio al cuore (indica che il lato sx e quello dx del cuore non si sono mai saldati correttamente, con la conseguente irregolarità del suo battito). Il punto al centro dello sterno e la gabbia toracica può essere utilizzato per controllare lo stato del cuore: se alla pressione si avverte dolore significa che l’organo è ingrossato. Il suo momento energetico più espressivo è dalle ore 11 alle ore 13. Il massaggio per mantenere l’armonia e la salute del cuore avverrà sulla vertebra dorsale 5 (D5: utile per cattiva circolazione, dolori alle articolazioni della spalla e del gomito, congestione del volto).

Qualsiasi trattamento che si intende mettere in atto deve sempre essere preceduto - per mantenere un certo benessere, ricaricarsi di energia e, quindi, sfruttare al massimo l'organismo - da un profondo lavoro di disintossicazione, soprattutto a livello di fegato e reni: sentirsi meglio liberando il corpo dal sovraccarico di scarti metabolici nocivi. Se ci sono troppe scorie e stress in circolo, il corpo inizia a perdere vitalità. Se il cuore pompa 5 lt al minuto, fegato e reni in certi momenti dell'anno (appena usciti dall'inverno) sono al culmine della loro carica energetica e svolgono con grande forza e slancio la loro funzione di filtraggio del sangue. 



on è un allarmismo, ma le tossine oggigiorno si trovano purtroppo ovunque:
cibi scorretti, acqua e aria inquinate, nuova tecnologia, medicinali tossici e, persino, negli atteggiamenti; non vanno mai sottovalutati gli stress fisici, psicoemotivi e la scarsa attività fisica che comporta, ovviamente, una bassa ossigenazione dell'organismo. Quando i nostri organi emuntori sono intossicati lo comunicano, se non subito più tardi, attraverso un cattivo funzionamento del processo di eliminazione dei 'rifiuti', con segnali spesso davvero inequivocabili: problemi pressori, stanchezza, vista annebbiata, tosse, alito cattivo, irrigidimenti, indebolimento delle articolazioni e dei muscoli, stipsi, acne, obesità, cefalea, mancanza di energia, insonnia, disturbi sessuali e dell'umore (depressione e stress la fanno sempre da padrone); non meno importanti sono i sintomi di 'intossicazione' mentali – emotivi: confusione, perdita di lucidità, scarsa memoria, indecisione e mancanza di vitalità. Un accumulo eccessivo di tossine non solo può portare ad un cattivo funzionamento degli organi emuntori (fegato, polmoni, cute, intestini e reni), ma avvelena, silenziosamente, il sangue e fa ammalare l'intero organismo. 

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e tossine non eliminate si accumulano giorno dopo giorno in profondità. La maggior parte degli stati infiammatori e delle infezioni drenano tossine dalle cellule e dagli spazi intercellulari. Se l'organismo non riesce a produrre le malattie acute perché continuamente soffocate da sostanze o terapie soppressive - tutto ciò facilitato da un orgnismo indebolito e, quindi, incapace di liberarsi dal nemico - si possono far strada malattie croniche piuttosto serie. Ecco alcuni suggerimenti utili per attivare un “programma di disintossicazione” alla portata di tutti e, soprattutto, per rinnovarsi in profondità: mantenersi il più possibile in salute. La strategia 'dietetica', comunque, tendente al controllo delle tossine e dei grassi nel sangue (colesterolo e trigliceridi) e della pressione arteriosa, viene applicata come prevenzione dalla cardiologia già dai lontani anni settanta. E con successo direi, poiché le morti per malattie cardiovascolari che in quegli anni erano il flagello del mondo occidentale - pur occupando sempre i primi posti nelle statistiche - oggi sono in netta discesa. 


l ragionamento che sta alla base di questa indicazione dietetica, come parte integrante della terapia farmacologica, senza passare per 'pizzicagnoli' o loschi visionari, si basa innanzitutto sul ruolo del colesterolo nella genesi dell'aterosclerosi e sull'efficacia degli acidi grassi polinsaturi nel mantenere integre le membrane cellulari, che sono delicatissime strutture sede di molecole (enzimi, minerali) le quali attivano e partecipano a numerosissimi processi vitali fondamentali. Non bisogna mai ignorare questa preziosa affermazione, soprattutto quando si raggiunge un'età avanzata: “Che il cibo sia la nostra medicina e la medicina il nostro cibo”. Occuparsi delle questioni nutrizionali non deve mai essere una noia mortale, ma una grande felicità, la prima mossa davvero importante verso l'equilibrio e la salute dell'intero organismo: il cibo è una vera medicina. Non si è irrispettosi o superficiali affermare che la maggior parte delle malattie croniche mostrano un nesso evidente con le abitudini alimentari, i dati lo confermano senza sconfinare nella ciarlataneria o mendicare ricerche o dati negli Stati Uniti … possiamo tranquillamente guardare in casa nostra! 


no dei modi più indicati per favorire la guarigione, in maniera continuativa, rimane sempre una dieta disintossicante destinata a purificare l'organismo e a ristabilire l'equilibrio nutrizionale necessario alla salute ottimale. Non è solo il grasso a causare problemi. Viviamo in una cultura che ci propina continuamente falsi “idoli”, in cui le proteine ci fanno crescere forti e sani, così mangiamo enorme quantità di carne rossa (perché fa buon sangue come il vino … si diceva ai miei tempi) e beviamo intere damigiane di latte, con tutti i suoi derivati. Solo ora, però, vediamo lo spaventoso aumento di malattie come artrosi, artrite (si può curare tranquillamente con l'alimentazione corretta), cancro (additivi e conservanti che non scherzano) e diabete (l'alimentazione infantile può aver giocato un ruolo importante).


angiare correttamente significa seguire una dieta ricca di agenti antiossidanti (composto che previene il danno prodotto dall'ossidazione o dai radicali liberi), di vitamine e minerali che aiutano a proteggere contro i danni dell'ossidazione. Il nostro organismo ha bisogno di ossigeno per funzionare bene, ma troppo ossigeno può essere dannoso alle cellule; un fenomeno che conduce a un prematuro invecchiamento e a un indebolimento dell'immunità naturale dell'organismo. Quando si parla di antiossidanti, ci si riferisce soprattutto alle vitamine, C (si trova: broccoli, papaia, cavolfiori, arance fragole, pompelmi, peperoncino, patate, kiwi) ed E (si trova: semi girasole, germe di grano, salmone, uova, olio di cartamo), al betacarotene (si trova: spinaci, zucca, albicocche, peperoni, patate dolci, alga spirulina, melone, broccoli, cavoli, cachi e asparagi. e al selenio (si trova: tonno, aringhe, sardine, salmone, fagioli bianchi, fegato di manzo, maiale e vitello)


er il sistema immunitario invece sono importanti: zinco (si trova: ostriche, lenticchie, frumento integrale, mais, fiocchi d'avena, uova, pane integrale, fegato maiale e vitello) vitamina B6 (si trova: patate, banane, lenticchie, lievito di birra, trota, spinaci), acido folico (si trova: germe di grano, fagioli rossi, crusca di grano, spinaci, broccoli, uova, soia, lievito di birra), magnesio (si trova: farina di soia, riso, orzo integrale, crusca di grano, noci, nocciole, mandorle, spinaci) e rame (si trova: ostriche, lenticchie, piselli, fagioli, nocciole, noci, mandorle, emmenthal, albicocche, prugne, pesche, pollo, agnello). Per i disturbi della circolazione la cosa più importante è quella di abbassare i valori dei lipidi e del colesterolo nel sangue con l'aiuto di acidi grassi insaturi (si presentano sotto forma di oli vegetali liquidi: importanti per la respirazione degli organi e il trasporto dell'ossigeno, mentre gli acidi grassi saturi si trovano solitamente nel grasso animale e si presenta in forma solida) e vitamina E, entrambi contenuti negli oli vegetali spremuti a freddo, in germi di grano e in tutti i semi. 


olto bene la linoleina nell'olio di girasole, un cosiddetto acido grasso essenziale di cui abbiamo estremo bisogno, ma che possiamo assumere solo con l'alimentazione. La linoleina mantiene morbido il colesterolo e provvede ad immetterlo nelle cellule evitando così che si accumuli in modo pericoloso nel sangue. In questo modo si evita un'arteriosclerosi, un restringimento delle arterie (spesso causa di disturbi della circolazione)


noltre è assolutamente necessario passare a una dieta a base di prodotti integrali. I disturbi della circolazione sono segnali premonitori che devono essere recepiti con grande serietà! Colesterolo alto: Vit. B3, B5, EPO/EPA; disturbi cardio – circolatori: Vit. Del gruppo B, E, magnesio, EPA. Per prevenire una scarsa irrorazione sanguigna è opportuno mangiare tutti i giorni frutta di colore blu o rossa, agrumi, mele e albicocche (attenzione alla quantità perché sono particolarmente caloriche). Per l'ipertensione si consiglia di ridurre, oltre ad evitare pasti abbondanti, grassi fermentati o fusi (burro, formaggi), carne rossa e i suoi derivati (insaccati), e sostanze nervine (cioccolato, caffè, tè … eliminarle completamente qualora ci siano complicazioni cardiache). Inserire o preferire pasta e riso integrale, carni bianche, pesce di acqua dolce. L'aggiunta di aglio e cipolla è sempre gradita e opportuna. Brodo di verdure senza sale, ottime le spremute di agrumi e i frutti di bosco per il contenuto di Vit. C.


NON UTILIZZARE QUESTE SOSTANZE SENZA UNA DIAGNOSI PRECISA O IL PARERE DI UN PROFESSIONISTA QUALIFICATO. QUESTI ESEMPI RIENTRANO - COME TUTTI GLI ALTRI ARTICOLI PUBBLICATI - IN UN PROGRAMMA INFORMATIVO ED EDUCATIVO, NON PRESCRITTIVO. TALE ELENCO, INFATTI, PER NIENTE ESAUSTIVO, E' RIVOLTO A STIMOLARE ULTERIORE CONOSCENZA, AD ESSERE - SE LO SI VUOLE - PIU' PREPARATI, CONSAPEVOLI, RESPONSABILI E, SOPRATTUTTO, ATTIVI NEL GESTIRE LA PROPRIA SALUTE … SAPERE COSA SI VUOLE E, SOPRATTUTTO, FAVORIRE IL DIALOGO CON LO SPECIALISTA IN MANIERA APPROPRIATA E PIU' VANTAGGIOSA POSSIBILE PER ENTRAMBI.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore informativo ed educativo, non prescrittivo.

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