- Le "SCELTE" giuste ...

nterrompere un rapporto in crisi o tenere duro? Coi familiari, essere
severi o tolleranti? Cambiare attività o “restare lì”? In amore, in
ufficio, con i figli, di fronte a situazioni più o meno complicate,
volenti o nolenti, scegliere tra diverse linee di condotta è
inevitabile. Nessuna persona, sana o bloccata che sia, può sottrarsi al
processo decisionale. Tutti i giorni la vita impone la necessità di
compiere delle scelte. La scelta, comunque la si veda, è sempre
espressione di libertà. Ogni decisione può risultare faticosa e
dolorosa: se si segue una possibilità, se ne deve abbandonare un’altra.
Di solito, quando il malessere controlla la vita, si sceglie la cosa
peggiore: rimandare… alle calende greche. Una vita “serena” non
presuppone la capacità di non sbagliare mai, ma quella di prendere una
strada anziché un’altra. In pratica, l’incapacità di scegliere non è
semplicemente una disinvolta e spassionata analisi delle alternative. E’
un fenomeno che coinvolge molto di più del proprio essere, il proprio
mondo emotivo; la propria capacità nel trovare delle soddisfazioni è in
gioco. Nei fatti l’immagine autentica di se stessi è in ballo. Si è
soddisfatti di se stessi quando si è fiduciosi, e ci si considera
deboli, impotenti, e minacciati quando il potere decisionale è
annullato.
pesso una quantità di seccature giunge ad infastidire il
soggetto quando è dominato da questo stato di indecisione: irritabilità,
insonnia e la semplice capacità di disfarsi di pochi problemi.
L’opposto dell’incertezza è l’assenza di paura. Fiducia, sicurezza,
certezza, convinzione non sono affatto associate con le condizione di
questo turbamento emotivo. E’ il peso dell’incertezza che deteriora il
proprio modo di vedere in alcune importanti biforcazioni della propria
strada. Quando l’incertezza è dominante viene ostacolata non solo la
crescita emotiva che porta ad innumerevoli insuccessi - soprattutto a
livello interpersonale - ma crea dei presupposti per una cattiva
condizione di salute psicosomatica. Spesso, la maggior parte delle
vittime coinvolte in questo fenomeno non è consapevole del “veleno” in
esso contenuto, anche se può essere cosciente della paralisi e dei
sintomi che ne derivano. Il soggetto è calato in una dimensione di
estraneità e di incertezza, ha la sensazione di essere fuori luogo, ma
soprattutto, di essere perennemente a disagio, in “prestito”, in
“affitto” in casa sua. Un atteggiamento di “stallo” determina sempre
sentimenti di impotenza, frustrazione, rabbia, amarezza e disperazione
senza rimedio. Certe scelte, senza rendersene conto, oltre a non far
dormire, possono complicare in maniera esagerata la vita (la morale
condiziona … mentre i preconcetti rallentano, bloccano, deviano). Ancor
più difficile è fare delle scelte solide e positive in uno stato di
disperazione, tensione o di grande agitazione.
i sono situazioni, poi,
in cui si deve agire con la massima solerzia
e con coraggio perché non c’è molto tempo, ma anche “riposarsi sopra”,
quando si devono prendere decisioni importanti, non è del tutto
sbagliato. Decisioni come ad esempio matrimonio, convivere o rompere un
rapporto devono essere sempre ponderate: l’arte di conoscere le persone e
se stessi in relazione con gli altri richiede più tempo e molta
attenzione (… soprattutto se si è confusi). Il successo in ogni settore
teso verso conquiste che partono da scelte libere - in linea con la
propria natura - che riflettono quello che l’individuo effettivamente è,
i suoi valori reali, è un buon punto di partenza per rendere la vita
più soddisfacente. Battaglie vinte in sintonia con la propria vera
natura sono un terreno fertile per giungere alla felicità e farsi una
“flebo” di autostima. Al contrario, conquiste derivanti puramente da un
atteggiamento di aggressività compulsiva (bisogno di dominare gli
altri), dall’obbedienza conformista ai dettami culturali e sociali, o da
un bisogno di trionfo vendicativo (sentimento di vendetta… la testa
piena di rancori rende confusi, produce incertezza e la sensazione di
sbagliare sempre tutto) lasciano un senso di vuoto, di sbandamento, di
tristezza e di povertà interiore, nonostante l’apparente grandezza della
conquista. Ma perché è così difficile decidere, trovare le risposte?
Sembra facile, ma come si fa a decidere? Quale “oracolo” ascoltare? Di
fronte a certe situazioni complicate qual è la vera strada? All’origine
di tale fenomeno ci possono essere molte cause come la paura di
sbagliare, una importante fragilità emotiva, la mancanza di fiducia e
conoscenza di se stessi, l’ansia, lo stress e, soprattutto, la bassa
autostima (quella purtroppo è come il prezzemolo, non manca mai!).
Queste condizioni emotive avvolgono e permeano quasi tutti gli aspetti
della vita, ma sono particolarmente deleteri nel processo decisionale.
ome per tutti i malesseri di natura psicosomatica, la diagnosi è di
primaria importanza, e questo è particolarmente valido nel caso
dell’indecisione. Conoscere, individuare e capire perché si rimane al
“palo” è fondamentale per vincere la battaglia contro l’indecisione e
realizzare se stessi; è del tutto impossibile, infatti, combattere un
nemico che non si vede e, ancor peggio, che non si conosce (non
comprendere le origini, le cause e le declinazioni concrete di un
fenomeno, non solo rende impotenti a livello risolutivo ma si amplifica
nel tempo la produzione e la dimensione).

COSA FARE. Saper fare delle
“buone” scelte può davvero cambiare la vita e farle sicuramente bene; è
una qualità che si impara nel tempo “allenandosi” ad evitare gli errori
più comuni. E’ molto importante - per ripulire il cervello da dubbi e
indecisioni - comprendere la differenza che esiste tra scelte false e
quelle vere. Ogni volta che ci si trova davanti ad una decisione,
piccola o grande che sia, e non si sa bene come affrontarla sarà
importante ridurre le parole e i pensieri: evitare la tentazione di
parlare con il primo che si incontra. Evitare, insomma, di addentrarsi
in un labirinto di dubbi e di pensieri: la mente nitida e leggera è
sempre più efficace.
n questo modo, “spurgando” il cervello da tutti
quei pensieri inutili, che non servono assolutamente a nulla (mettendo a
tacere interferenze interne ed esterne), la scelta giusta può prendere
forma. No diventare pesanti e lamentosi, parlare poco e con una persona
fidata (che sa ascoltare, non da consigli e non giudica… perché l’unica
cosa di cui si ha realmente bisogno è di fare chiarezza dentro se
stessi) è la cosa più saggia che si possa fare in questi frangenti. Per
rendersi, poi, più liberi, autonomi ed efficaci nel decidere ci vuole
sicuramente un buon addestramento. Molto spesso si fatica a fare scelte
giuste perché si è terrorizzati che possa spiacere a qualcun altro. In
questi particolari momenti risulta fondamentale rispolverare un “sano
egoismo”. Se non si è allenati a questo amore per se stessi, cioè la
capacità di tenere in primo piano le proprie esigenze, diventerà sempre
più difficile prendere decisione giuste ed in linea con la propria
natura. Si sarà sempre in balia dei giudizi della gente e non si sarà
mai in grado di dire di “no” a tutti coloro che sono abituati a
raggirare, a calpestare la libertà altrui o, ancor peggio, ad usare gli
altri. Uno sguardo, poi, distaccato e un po’ più neutro, da soli o con
l’aiuto di un esperto se il quadro clinico è complesso oppure quando
ostacola completamente la vita, aiuterà a purificare la mente, ad essere
più obiettivi, a ridurre l’ansia.
e sono ben chiari gli obiettivi si
riuscirà a prendere decisioni vincenti… favorire soluzioni nuove,
inaspettate e originali.
Riassumendo. Ma sempre, comunque … al di là di “Cosa fare” è
fondamentale fermarsi un attimo e con consapevolezza formulare questo
pensiero: “E adesso tocca proprio a me”. È un pensiero un po’ fantasioso
ma che porta al centro di se stessi. Una espressione che rappresenta la
propria unicità perché, non dimentichiamolo mai, la vita è nostra (non
degli altri), la felicità da conquistare dipende solo da noi. Saper fare
scelte giuste può davvero cambiare la vita e farle bene. Altro non è
che sapersi offrire il lato migliore delle cose, quindi una vita
migliore. E’ umano quando non riusciamo a levare un ragno dal buco, non
saper cosa fare, lasciarsi abbattere dallo sconforto, dal dubbio. Allora
ogni volta che si pone una difficoltà, piccola o grande che sia, e non
si sa come affrontarla è fondamentale ricordarsi di alcune strategie per
attivare strumenti semplici e concreti attraverso i quali ci si
avvicina in un modo nuovo al mondo delle soluzioni:
Ridurre parole e pensieri. Prima di tutto evitare di addentrarsi in un
labirinto di dubbi e pensieri. La mente leggera è decisamente più
risolutiva ed efficace. No a lamenti, parlare poco e solo con una
persona fidata, il cui ruolo è fare “da specchio”: mentre si parla, le
parole aiuteranno a rappresentare la situazione in ogni prospettiva. Non
è di un consiglio che si ha bisogno, ma di lasciar emergere le parole
evitando che i dubbi ridondino in testa.
iventare spettatori. Un’altra strategia efficace è quella di guardare
se stessi come uno spettatore e non come un attore sul palcoscenico. Per
fare la scelta giusta occorre per un po’… non decidere (a tutti i
costi). Si è più lucidi quando si osserva un evento senza essere
coinvolti in prima persona. Anche questa mossa sarà molto utile al
conseguimento del risultato finale.
Far parlare l’interiorità. Il terzo intervento colpisce il centro o,
meglio, per usare un semplice eufemismo va dritto al “cuore” del
problema. E’ il cuore, non la testa, che sa cosa serve alla propria
felicità, che conosce il percorso giusto, la propria autorealizzazione.
Il cuore, centro degli affetti, non può essere condizionato come la
mente, lui batte al suo ritmo e non si è in grado di modificarlo.
Pensare con il cuore significa far decidere a lui.
Nutrire la propria autostima. Per rendersi più liberi, più autonomi ed
efficaci nelle scelte ci vuole un po’ di allenamento. Spesso si è
disorientati perché si teme che qualcuno, in base ad una eventuale
scelta, possa essere ferito. In questi casi è utile riesumare un pizzico
di egoismo: è un’ottima mossa per formare e nutrire le proprie
decisioni rendendole sempre più lucide e autonome.
... è lo STUPORE che ci ricarica!!!
Accanto alla LIBERTA’, però,
ci
deve essere sempre la
RESPONSABILITA’,
non in senso moralistico ma semplicemente
imparare a decidere autonomamente, gestire il proprio benessere, essere attore
principale della propria evoluzione (non mettere in mano la propria vita a qualcuno
e qualcosa di esterno): la capacità di determinarsi … RICORDA, tutti
abbiamo delle
imperfezioni e ognuno, in maniera singolare,
possiede contemporaneamente - con
elementi più o meno
dominanti - diversi tratti di personalità, non è necessario
indossare l’abito in voga al momento, basta sfoggiare
quello che hai nel tuo
guardaroba, quello reale,
più semplice, naturale e pieno di risorse …
la CONSAPEVOLEZZA altro non è che essere
coscienti
delle cose che fanno sentire “sfasati” e quali, invece, nutrono l’autostima,
fanno sentire bene, stimolano ad incontrare il mondo …
ti aiutano a SEGUIRE, sempre, un ideale di
AUTONOMIA …
ICORDA, come
la mucca caccia via istintivamente con la coda la mosca sulla sua schiena,
anche tu hai il diritto di opporti a tutte quelle aspettative altrui che non ti
appartengono e che spesso ti senti costretto a seguire, quei vincoli che non fanno
per te … quelle cose che ti spingono a sacrificare le tue inclinazioni naturali,
le tue vere esigenze: prenditi il tuo spazio, segui i tuoi progetti, le tue
priorità, esprimi le tue passioni … la tua unicità (non è difficile, con
l’allenamento emergerà un senso di soddisfazione, di piacere e di libertà).
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – Tel. 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.