Il MALESSERE alloggia sempre ai “piani alti”…
nche mente e corpo ne risentono, non c’è che l’imbarazzo della scelta, si va dall’insonnia ai dolori alla testa e alla schiena, al mal di stomaco fino allo scatenarsi dell’agitazione, dell’aggressività, della depressione. Più si rimane in questa condizione psicosomatica più si producono effetti negativi a livello sociale, comunicativo e lavorativo: uno stato che fa davvero male alla salute. Cala la vitalità, l’attenzione diventa ballerina, la concentrazione e l’efficienza svaniscono completamente, aumentano le probabilità di errori ed incidenti, si incrinano i rapporti con amici, colleghi e clienti. Gli “sforzi”, inoltre, determinano, nell’unità psicosomatica, un accumulo di energia, che se compressa, non eliminata, aggredisce l’organismo nei punti più deboli; l’ansia si concentra in un punto preciso segnalando che qualcosa non va per il verso giusto.
ario si sente “preso proprio per il collo”! Ernesto, invece, oltre a chiedere troppo a se stesso, sempre all’erta e super preciso, impegnato a dimostrare in ogni momento della giornata di essere in gamba, convinto anche di non essere in grado di gestire, integrare e assimilare i cambiamenti repentini, non riesce proprio a mandare giù i “bocconi” amari, a “digerire” tutte le cose con cui quotidianamente viene in contatto. Vorrebbe gridare, far esplodere la sua rabbia, ma preso dalla paura costringe il suo “laboratorio” ad un super lavoro, ad un continuo “ruminare” su cose che non soddisfano: lo stomaco entra in tensione … controllato da una potente morsa autodistruttiva. Paola, con la sua pancia gonfia - sempre sulla difensiva, pronta a isolarsi, a razionalizzare o a giudicare gli altri - vive il proprio ambiente come invasivo o particolarmente ostile: la paura di cambiare la “blocca” e la disarma. Ha chiuso per questo, da tempo, la sua disponibilità emotiva col mondo: un “trattenersi” mascherato di socievolezza forzata. Non riesce più a “scaricare”, perché è legata troppo al passato (depressione), a un modo di vivere non più vantaggioso, vincolata alle vecchie convinzioni e credenze… non lascia andare nulla.
uesta incapacità di prendere le dovute distanze dalle situazione stantie, stimola eccessive preoccupazioni, gelosia, pensieri bui e terrore di essere umiliata. E’ necessario ritrovare il gusto di vivere, il piacere di lasciarsi andare, aprirsi e comunicare… spontaneamente però. In realtà, il cosiddetto “intestino pigro, sedentario” necessita di una autonomia diversa, una mentalità larga … urla incessantemente “largo al nuovo”! Ma ecco che, improvvisamente, si alterna un’altra dittatura: la colite. Paola si alza al mattino dominata dalla paura dell’insuccesso, frastornata da spaventose responsabilità, terrorizzata di essere giudicata negativamente durante gli impegni quotidiani. Ha bisogno di affetto e tanto, tanto calore, ma per averlo è convinta che prima deve “purificarsi”… così, di corsa, deve “liberarsi” da questo senso di oppressione, dai desideri di vendetta, dai sentimenti che covano in profondità, nelle “parti basse”: rancore, rabbia, invidia. Non dimentichiamo Carlo che, con il suo cuore al galoppo, teme l’infarto da un momento all’altro. Una sensazione che, a suo dire, toglie letteralmente il fiato e rallenta in modo preoccupante il suo iperattivisto. Sempre di corsa, mai fermo, la sua vita è completamente sommersa da un ritmo frenetico e stressante. Sa fare più cose contemporaneamente ma non ha mai tempo per se stesso, non riesce proprio a vivere un ritmo lento. Il mondo affettivo, per lui, è davvero un optional: preferisce incanalare la propria energia sull’azione, sull’attività fisica convulsa. L’emozione, però, si fa sentire, il battito raggiunge la gola come se volesse dar voce ai sentimenti nascosti e trattenuti … come se chiedesse davvero più “cuore”.
e persone che
sono cresciute in un clima di paura, di rimprovero o di violenza sono molto
spesso quelle che, con grande astuzia e sofferenza, hanno imparato ad usare
meglio i “Meccanismi di difesa” (del controllo) per sopravvivere. Tuttavia,
quando una situazione sfugge loro di mano, perché si sentono minacciate nella
salute, nelle relazioni affettive o nella sicurezza materiale, ecco che sono in
preda all’ansia.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel.349.1050551– 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
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