Quando una persona cara Soffre …
na moglie, un tempo particolarmente efficiente e dinamica, all’improvviso passa buona parte della sua giornata sul divano con le tende tirate, completamente al buio. Un figlio adolescente con una vita, a dir poco gioiosa, un bel giorno di colpo, si chiude nella sua camera perché, a suo dire, tutti lo deridono qualsiasi cosa faccia. Un avvocato famoso e con una carriera davvero brillante, tutto d’un tratto, si sente soffocare non appena vede l’ascensore o piccoli spazi architettonici. Una studentessa alla pari con gli esami universitari (forse una qualcosina in più), nel cuore della notte, si rimpinza di cioccolata, di patatine fritte e biscotti e poi vomita il tutto di proposito. Un marito attento e devoto alla famiglia si versa il primo “bicchierino” della giornata alla mattina sempre più presto. E ancora, la sorella maggiore che, presa da un interminabile pianto, descrive ansimante i devastanti attacchi di panico che le creano difficoltà a guidare, a recarsi al lavoro e persino uscire di casa. E’ veramente drammatico e sconvolgente, mi raccontano solitamente i familiari, vedere le persone care cambiare in modo così repentino sotto i propri occhi e struggersi continuamente per una “indefinita” sofferenza.
i fruga nei meandri della speranza e ci si affida a qualche miracolo estemporaneo per farle ritornare felici e in pieno benessere ma, purtroppo, non si sa mai quando. Si sospetta che ci siano problemi gravi proprio perché alcuni comportamenti e atteggiamenti appaiono incomprensibili e bizzarri, ma non si riesce a comprendere quali; si vuole prestare aiuto, ma non si sa come. Rendersi conto improvvisamente - anche se da un po’ di tempo si intuiva che qualcosa non andava per il verso giusto - che una persona cara soffre di un disagio emotivo crea malessere diffuso ed una profonda impotenza più di quanto si possa pensare per la diagnosi di una grave patologia organica, proprio perché tale malessere è qualcosa di vago e, a volte, la sua natura pare decisamente irrazionale: sembra veramente un dolore senza spiegazioni. A volte, purtroppo, quando si mette a fuoco questo disagio, scatta il senso di colpa, si cercano giustificazioni, ci si rimprovera e comincia a frullare per la mente, con una certa insistenza, dove è stato commesso l’errore e cosa si poteva fare per ostacolare o evitare lo sviluppo di tale sofferenza.
ppure i pregiudizi, la vergogna, i timori, le approssimazioni su tali malesseri sono davvero innumerevoli. E, forse, l’atteggiamento migliore per combatterli consiste proprio nell’essere informati (è un diritto!) sui sintomi, sulla diagnosi e sulle terapie: la condizione di salute dei pazienti, senza dubbio, migliora nettamente nel momento in cui comprendono cosa sta accadendo dentro di loro e, soprattutto, quando vengono messi al corrente delle metodiche terapeutiche disponibili, senza contare che i familiari, conoscendo in profondità la malattia possono aiutare, con il tempo necessario, i propri cari in modo efficace. Si possono determinare “stranezze” nel comportamento o nell’atteggiamento - sicuramente impercettibili all’inizio - che i familiari notano, ma erroneamente attribuiscono a stress, ad un recente insuccesso oppure ad una importante delusione.
n questo modo si evita di cronicizzare la patologia e, soprattutto, lo scoraggiamento di chi soffre perché, a lungo andare, a forza di continui tentativi terapeutici andati a vuoto, potrebbe pensare di essere veramente un caso grave oppure incurabile. E’ utile, inoltre, se non si accede immediatamente ad una terapia qualificata, seguire le seguenti regole: non cercare di gestire il disagio da soli e in continuo isolamento, non sommergere mai il partner di complementi e di osservazioni positive se non ci sono, incoraggiare il sofferente - nel limite del possibile - ad essere attivo, scindere tra la persona e il fenomeno patologico, non mascherare mai i propri sentimenti negativi, evitare il più possibile di cadere nel vortice del malessere … e, soprattutto, non aspettarsi mai una trasformazione improvvisa.
'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore.
NB. Le
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di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
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