l respiro è, senza alcun dubbio,
la più importante funzione dell’organismo. Possiamo tranquillamente rinunciare,
per un periodo più o meno lungo, al cibo e ai liquidi, ma risulta impossibile
smettere di respirare per un tempo superiore a qualche minuto. Si può, quindi,
affermare che il respiro è la funzione corporea più importante dell’essere
umano. E’ risaputo - senza ricorrere a
concezioni filosofiche orientali - che una respirazione corretta influisce
positivamente sul sistema nervoso centrale e sulla lucidità di pensiero. In
caso contrario, purtroppo, un respiro “corto
e rapido” ci accorcia la vita e, soprattutto, rende l’organismo vulnerabile
a un gran numero di problemi (... e non
solo dell’apparato respiratorio).
Cos’è
l’iperventilazione.
onsiste nell’inspirare rapidamente ed espirare insufficientemente: si introduce cioè nell’organismo una maggior quantità di ossigeno. Significa, pertanto, inspirare ed espirare più aria del necessario.
I sintomi ...
A livello cardiaco:
palpitazioni, dolori al torace, battiti
irregolari;
A livello respiratorio: svenimenti, mal di testa, tosse, sbadigli (fame
d’aria);
A livello nervoso: fotofobia, ansia, attacchi di panico, vertigini;
A livello intestinale: flatulenza, eruttazione, dolori addominali;
A livello muscolare: contrazioni muscolari, crampi.
Come si sviluppa questo tipo di respiro
nche se l’iperventilazione è sicuramente
un metodo appreso nel tempo, molte sono, comunque, le esperienze che portano a
questa condizione. Tuttavia, essere
particolarmente ansiosi ci fa respirare più rapidamente. Tale reazione si
può notare più facilmente nelle condizioni di stress: lo schema respiratorio è una risposta diretta alla
situazione contingente. La persona cronicamente tesa mantiene questa modalità
respiratoria come risposta alla continua “paura” e, quindi, al timore di lasciarsi andare. Questi individui
sviluppano sintomi fisiologici, fanno aumentare l’ansia instaurando un
meccanismo vizioso in cui l’iperventilazione determinerà, inevitabilmente,
altra iperventilazione (...il
respiro corto e rapido provocato dal flusso adrenalinico può portare a
iperventilazione). Molto spesso, comunque, erroneamente, si dà per scontato
che l’ansia e la depressione
siano
le principali e uniche cause dell’iperventilazione. Al contrario, invece, un
qualsiasi cambiamento repentino di umore (rapporto interpersonale
conflittuale, la visione di uno spettacolo, gioia, ecc.) può esserne
frequentemente la causa.
Il parere della medicina psicosomatica
a funzione respiratoria si instaura subito dopo la nascita,
assicurando l’afflusso di ossigeno all’organismo. La regolazione di questa
funzione fondamentale è complessa, dipende dalle condizioni dell’organismo, dal
suo metabolismo e dai suoi bisogni energetici; è strettamente legata alle varie
organizzazioni funzionali del sistema nervoso
centrale, addirittura ai vari stati psichici. L’espirazione è un momento di
riposo, l’inspirazione un movimento attivo: gli
atleti inspirano per prepararsi all’azione. Numerosi modi di espressione umana si manifestano mediante
espirazione, come il grido, il sospiro, i singhiozzi, il riso, nonché - forma
più evoluta - la parola.
iassumendo possiamo dire che la respirazione è il primo
bisogno del bambino dopo la separazione dall’organismo materno. Il primo grido
che annuncia la fine dello stato di apnea esistente fino
alla nascita, rappresenta anche la prima espressione di vita indipendente.
Nell’organismo è permanentemente impressa l’equivalenza della respirazione
all’autonomia. In effetti la respirazione riflette e rivela processi emotivi e
affettivi, ed è un indicatore più affidabile di qualsiasi altra funzione
controllata dal sistema autonomo. La sofferenza riduce la profondità del respiro, mentre la felicità
la fa aumentare; le persone ansiose hanno una respirazione superficiale e
irregolare, e così via. Come accade, quindi, con tutti i sintomi funzionali, turbe
della respirazione possono, dunque, accompagnare le emozioni, assumendo nel
caso specifico un carattere di comunicazione. L’angoscia può così esprimersi
mediante l’iperpnea accompagnata da agitazione, l’oppressione depressiva mediante
l’iperventilazione con stridore. Ancora, durante una crisi d’angoscia l’individuo
accusa sensazioni di soffocamento. I respiri convulsi, la “tosse nervosa” (ricordo
ancora perfettamente questa particolare respirazione insistente e duratura di
Andrea quando si lasciò … si sentì tradito dalla fidanzata), la bolla
faringea sono associati a stati
affettivi, così come la sensazione di mancanza d’aria esprime una paura
specifica nel claustrofobico. Certi
disturbi respiratori, come per esempio gli sbadigli irrefrenabili, permettono
di trasmettere contemporaneamente il sentimento di noia e l’aggressività verso
l’ambiente circostante. L’aspetto psicosomatico delle sindromi di
iperventilazione e il loro legame con l’angoscia, secondo questo orientamento scientifico,
sono abbastanza manifesti e chiari.
Come migliorare questa condizione
Un po' di pratica
1. Mettere una mano sullo stomaco e l’altra sul petto. Quella
appoggiata sul petto dovrebbe rimanere ferma quanto più possibile; l’altra
mano, invece, andrà su e giù mentre si respira.
2. Espirare, senza forzatura, attraverso il
naso e durante queste operazioni lasciate scendere liberamente lo stomaco.
3. Inspirare attraverso il naso facendo sollevare lo stomaco.
Cercate di far sì che l’espirazione sia più lunga dell’inspirazione (allenarsi
ad effettuare tra gli otto e dodici respiri al minuto).
Alcuni esercizi ... per calmare il respiro
1^ Fase
- inspirazione, attraverso il naso, veloce
ma in modo delicato (contare mentalmente fino a 2 o 3);
- non si deve trattenere il respiro;
- non effettuare inspirazioni profonde.
2^ Fase
- l’espirazione avviene delicatamente;
- si conta mentalmente fino a 5 o 6 (allenarsi con questa
numerazione, dopo qualche tempo si può arrivare fino a 9 o 10);
- il respiro non va eliminato nè con
violenza nè con forza.
In
breve ... non smettiamo questo allenamento dopo
qualche giorno dicendo che non funziona: ci vuole tempo!!!
... altri
tipi di respirazione.
1. Il primo tipo di respirazione ha lo scopo
di eliminare l’anidride carbonica dai polmoni. Basta fare una leggera
inspirazione attraverso la bocca semiaperta e, quindi, espirare a fondo,
gonfiando leggermente le guance.
2. Il secondo tipo di respirazione, che costituisce il “motore” del rilassamento è piuttosto semplice;
lo scopo principale, infatti, è quello di calmare e distendere, aumentando nel
contempo le energie del proprio corpo. Inspirare a lungo attraverso il naso,
con la bocca chiusa, quindi espirare lungamente e leggermente attraverso la
bocca socchiusa.
3. Il
terzo tipo di respirazione ha essenzialmente lo scopo di calmare e “disintossicare”,
favorendo anche l’autocontrollo. Inspirare lentamente dal naso, tenendo la
bocca chiusa: l’inspirazione
dovrà durare circa due secondi. Nell’espirazione, invece, si
deve contrarre il diaframma e sollevare le costole, senza muovere né la testa né il collo, che devono rimanere ben diritti. Trattenere il respiro contando
mentalmente fino a otto, poi espirare
velocemente dalla bocca, come per spegnere una candela; mentre si espira
rilassare il diaframma ed abbassare le spalle il più possibile (questo esercizio può essere praticato quando si ha bisogno
di “recuperare” rapidamente).
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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