L'Ipertensione … quando il vulcano ribolle.
uesta affezione cardiocircolatoria se
non trattata adeguatamente può comportare lesioni vascolari al cuore,
al cervello, al rene e all’occhio. L’ipertensione tende ad aumentare
gradualmente e quasi sempre non ci sono
sintomi evidenti. Nella fase avanzata, invece, si esprime attraverso mal di testa, irrequietezza, eritrosi al viso ed insonnia.
Valori pressori troppo bassi, invece, provocano un’insufficiente ossigenazione
dei tessuti, con sintomi quali debolezza,
pallore, affaticabilità e capogiri. Chi non ha provveduto alla
soluzione della precitata sintomatologia vive in maniera alquanto pericolosa: nei vasi del cuore, della testa, dei reni, del bacino e
delle gambe ha inizio un processo degenerativo e, a volte, complicazioni
letali.
e
cause. Le cause di tale sintomo sono molteplici. Tra i fattori
scatenanti si possono enumerare: l’età (con l’età non si induriscono solo le pareti
dei vasi ma si indurisce anche la personalità: spariscono flessibilità ed
elasticità), l’obesità, le scorrette abitudini alimentari, eccesso di
grassi, zucchero e sale (il sodio fa aumentare la pressione mentre
il potassio, il calcio e il magnesio la fanno diminuire), la collera, le preoccupazioni, i dispiaceri, la
depressione mascherata, l’agitazione, lo stile di vita, l’ansia,
l’autocontrollo, l’ostilità (determina la contrazione dei vasi
sanguigni), la mancanza di esercizio fisico (oppure eccessivo), l’abuso di alcol e di fumo. La predisposizione familiare, come dimostrano alcuni studi
recenti, non basta da sola a determinare automaticamente la malattia.
olpisce soprattutto chi reprime le emozioni o chi è
detentore di un doloroso “segreto”, un senso di colpa o di rancore
(lotta
aperta tra ragione e passione). L’iperteso non solo evita i conflitti,
ma sposta la sua attenzione “astutamente” dalla situazione conflittuale su uno
stile di vita caratterizzato da dinamismo ed iperattività. In
breve, si rifugia nell’azione. Chi ha problemi di pressione alta tende a
reprimere slanci spontanei, congelare i sentimenti attraverso il ragionamento
e, soprattutto, con estrema destrezza non lascia trapelare le sue emozioni.
I familiari o gli amici solitamente lo descrivono come un
personaggio freddo e distaccato, incredibilmente padrone della situazione.
Spesso, però, dietro un’immagine di forte equilibrio si nascondono tratti di
personalità di insicurezza e di fragilità che tendono ad implodere dentro.
L’iperteso,
a livello sociale, appare di solito adeguatamente adattato ed inserito, in
realtà, però, non riesce a stabilire un accettabile rapporto con la propria
aggressività; in questo modo non riesce ad adattare né comportamenti di fuga,
né comportamenti di lotta.
volte gli ipertesi possono essere estroversi e
comunicativi, espressivi e ben disposti al dialogo, altre volte, invece, si
mostrano taciturni ed inquieti,
decisamente restii a parlare di loro. Entrambe le modalità comunicative
segnalano, comunque, una grande difficoltà: entrare
in “contatto” con l’altro. Non esistono momenti morti (inoperosi) nella giornata dell’iperteso
in quanto odia l’ozio ed è sempre pronto ad inventarsi qualcosa da fare: è
sempre in movimento pieno di impegni e, soprattutto, di doveri (attivismo
continuo: appaiono a loro agio solo quando sono in piena attività; è proprio
il momento del relax e dell’inattività a procurare dei problemi) ed è
tormentato e terrorizzato dall’imprevisto. Alcune
ricerche sperimentali hanno messo in evidenza che l’aumento della pressione non
si verifica soltanto quando ci si impegna fisicamente, ma anche quando si usa
la sola immaginazione.
valori pressori
aumentano già se una persona in colloquio ha il sentore di una situazione di
conflitto, e cala se il soggetto in questione comincia a parlare spontaneamente
del conflitto e verbalizza il suo problema. Se tale pressione
quindi aumenta con la sola immaginazione di una eventuale azione, senza
peraltro che questa azione solo pensata sia mai conclusa in attività motoria e
così scaricata, si arriva letteralmente ad una “pressione continua”. Il
soggetto, in questo caso specifico, produce con la sua immaginazione
un’eccitazione continuativa e il sistema sanguigno si concretizza nella sola aspettativa che si arrivi ad una trasformazione del pensiero in
azione. Se l’azione quindi manca, la persona sta sotto pressione (rimane sempre nelle vicinanze di una
situazione problematica senza arrivare ad una soluzione). Pur prendendo di
petto ogni iniziativa, difficilmente si lancia in attività sconsiderate, i suoi
progetti sono sempre concreti e realistici.
er queste
sue caratteristiche di “coscienziosità” e di grande autocontrollo a volte attrae
compagnie “scapestrate” (il nuovo impegno è proprio quello di rimediare ai danni degli
altri). La diffidenza nei confronti degli altri
(a volte anche di se stesso) lo spinge a non fidarsi e a non delegare eventuali compiti
e lavori. Qualora non fosse possibile seguire direttamente in
maniera rigorosa ma, soprattutto, a modo suo gli impegni assunti, può
estraniarsi completamente da tali incarichi. L’iperteso gestisce le proprie
emozioni (le nasconde)
in modo piuttosto curioso. A volte le negano sostenendo di star bene
anche quando in realtà sono in pessime condizioni altre volte, invece, non
essendo in grado di riconoscere il proprio stato emotivo, attribuiscono agli
altri la propria ansia.
nche l’attività sessuale
è vissuta - poiché ha difficoltà a
lasciarsi andare - in maniera
rigida, controllata e senza particolari eccessi, senza alcuna tenerezza; si
alza immediatamente dal letto per riprendere in mano la situazione e tornare
alla sua consueta iperattività “rassicurante”. Molti soggetti, inoltre, non
credendo nell’importanza dei fattori psicologici per migliorare la qualità
della vita, sono poco motivati a seguire un trattamento psicosomatico.
osa fare. L’alta pressione - oltre ad essere una “moda” fra le persone che godono di tutte le
comodità - è in
relazione, come abbiamo già visto, con la funzionalità cardiaca, la massa
sanguinea, la viscosità del sangue, l’ampiezza e la restrizione dei vasi.
Proprio per queste ragioni, il trattamento dovrebbe essere rivolto a “normalizzare”
la composizione del sangue (caricato di
sostanze estranee) con aria pura, buone digestioni, adeguata ed
attiva eliminazione cutanea, renale ed intestinale. Nel caso di ipertensione
labile e di crisi ipertensive, inoltre, i fattori psicologici,
dovrebbero essere l’oggetto di una particolare attenzione. Oltre alla
terapia tradizionale - che piace perché (si fa per dire)
non coinvolge l’aspetto emotivo
- eseguita mediante la somministrazione di farmaci appositi, è
possibile influenzare positivamente la pressione arteriosa mediante metodiche
terapeutiche distensive (ipnosi, training a.,
visualizzazione, ecc.) oppure tecniche psicologiche e corporee che
facilitano, a livello emotivo, una maggiore cedevolezza, malleabilità ed
elasticità nei rapporti e nell’affrontare le situazioni.
' risaputo
infatti che un semplice cambio di atteggiamento può permettere di “recuperare”
parecchi millimetri di mercurio nei valori pressori; in alcuni casi, questo
disturbo può scomparire completamente. Anche la respirazione
addominale, oltre ad eliminare le tossine - per
i grandi benefici di cui è portatrice, ripristinando l’ossigenazione di tutto
il corpo, sviluppando l’ampiezza della gabbia toracica - tonifica e
protegge tutto il sistema cardiocircolatorio. In particolare, è in grado di
limitare e controllare gli effetti dello stress prolungato aumentando, nel
contempo, la produzione di serotonina.
nche
l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel prevenire e “tagliare” la
pressione. Può essere veramente preziosa una dieta vegetariana a
base di frutta e verdure ricche di potassio, in quanto questa sostanza abbassa
la pressione e riduce l’incidenza di danni cardiaci. Di grande utilità anche
l’assunzione di crusca d’avena, aglio e cipolla, ma anche di integratori quali
gli acidi grassi omega-3, il magnesio (vitamine
A, C, E e selenio). Anche i massaggi, soprattutto quelli concentrati sulla
pancia, hanno indubbi effetti benefici sull’ossigenazione dell’apparato
circolatorio, portano ad un rilassamento
generale e, quindi, un miglioramento della circolazione sanguigna.
NB. Le informazioni e
le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono
in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso
ed indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi e terapia specifica.
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