Quelle strane Lamentele Fisiche …
olti individui che sperimentano in maniera continuativa lo stress tendono a “segnalarlo” attraverso sintomi fisici come mal di testa, mal di stomaco, mal di schiena, ipossia, vertigini e stanchezza. La semplicistica e frettolosa equazione “sintomo del corpo uguale problema fisico e sintomo emotivo uguale a problema psicologico” è decisamente riduttiva. Spesso i disturbi fisici si presentano in modo incostante: peggiorano nei momenti di particolare stress emotivo (come una crisi di lavoro oppure la rottura di una relazione importante). Poiché molte malattie si trovano a metà strada tra fisico e mentale, spesso vengono diagnosticate e trattate in modo del tutto inadeguato. E’ anche vero che oltre un certo limite, però, continuare a fare esami diagnostici, a volte invasivi, diventa inutile, eccessivamente costoso e pericoloso per il soggetto rispetto ai vantaggi che può offrire. Sia gli esami clinici sia le terapie comportano rischi ed effetti collaterali che a loro volta possono causare problemi anche più gravi di quelli che si sarebbero presentati evitando tali accanimenti. Si espongono ai rischi di ripetute, inutili, spesso costose procedure diagnostiche, nonché agli inconvenienti derivanti dall’assunzione di farmaci prescritti per alleviare i sintomi.
e ci si concentra intensamente sulle sensazioni del proprio corpo è possibile scoprire di averne molte di più di quanto si pensava e, in breve tempo, proprio perché viene amplificata a dismisura la percezione corporea, cresce la preoccupazione per il loro significato. La suggestionabilità, soprattutto per quanto riguarda i sintomi fisici, è chiaramente dimostrata dalla grande frequenza con cui si riscontrano effetti collaterali in soggetti ai quali è stato somministrato un placebo. Assumere la condizione di malato e affidarsi alle cure di uno specialista è fonte di supporto e rassicurazione. Nel tempo, però, focalizzarsi sui disturbi fisici per fronteggiare disagi di altra natura diventa poco conveniente e comporta notevoli svantaggi, perché il problema di base non viene risolto e sicuramente si ripresenterà, magari in forma ancora più virulenta. All’inizio, tutti coloro che ruotano attorno al soggetto sofferente, sono molto comprensivi ma la loro solerzia svanisce in fretta per lasciare spazio all’impazienza, alla frustrazione e, a lungo andare, all’ostilità. Dato che le migliori rassicurazioni spesso non sono sufficienti a persuadere questi individui che non hanno una patologia incurabile, essi diventano ansiosi. I sintomi della loro ansia (tachicardia, dolori diffusi, un vago senso di stanchezza, gastrite, eczema), connessi alla produzione eccessiva degli ormoni dello stress, rafforzano la loro convinzione che c’è qualcosa che non va. Più diventano ansiosi più il quadro dei sintomi che percepiscono si allarga, creando un circolo vizioso.
ueste persone soffrono sia a livello fisico sia a livello mentale, spesso sono depresse e ansiose, vanno incontro a problemi sul lavoro, nelle relazione affettive, coniugali e interpersonali. L’informazione per questi soggetti è di cruciale importanza in quanto possono comprendere che il loro malessere, pur essendo complesso, appartiene ad un quadro clinico specifico, che non è “pazzia” e che non porta a un progressivo deterioramento mentale o ad altre conseguenze estreme. E’ importante spiegare che esiste una relazione tra stress, disturbi fisici e disagi emotivi, si dovrebbe suggerire loro metodiche terapeutiche di controllo dello stress e comportamentali. Attraverso le varie conoscenze scientifiche, man mano che passa il tempo, l’attenzione del soggetto si sposta dai sintomi alle strategie concrete. L’obiettivo principale è quello di imparare - attraverso un programma regolare e graduale che consenta la riduzione della tendenza a farsi assorbire dalle preoccupazioni riguardanti la funzionalità del corpo - a controllare i sintomi e la paura, che compromettono la loro qualità di vita, e a non subirli passivamente.
Se soffri non rimandare,
non
rinviare un affettuoso e genuino sostegno: l’aiuto deve essere
chiesto quando
serve realmente!
… altrimenti puoi cronicizzare e soffrire inutilmente in
silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è
davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o
immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
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