Quel fantastico mondo della Medicina Psicosomatica ...
APPARATO
UROGENITALE (Urinario)
na
struttura che condiziona il benessere psicofisico; le patologie
connesse a questo apparato segnalano la paura della malattia, della
violenza e dei cambiamenti ... difficoltà a "scaricare"
certi contenuti, vecchi ricordi ormai inadeguati, un tentativo di
trattenere emozioni e pensieri. Ricorda, quando i reni e vescica,
inciampano in qualche guaio, è l'intero organismo a rischiare
infiammazioni croniche; se questo apparato si ammala si perde
completamente l'equilibrio fisiologico in molti altri distretti: è
indispensabile per mantenere in equilibrio l'assetto delle sostanze
benefiche … è un grande ed indispensabile laboratorio, filtro del
nostro benessere, la cartina tornasole del nostro stato di salute.
Tale struttura ha il compito di filtrare il sangue e di produrre,
raccogliere ed eliminare le impurità: l'urina come prodotto di
scarto.


'
una struttura - composta da reni, vescica, ureteri e uretra - che ha
la funzione di filtrare, immagazzinare ed eliminare i liquidi nel
tempo presente: separa il “buono dal cattivo”; controlla anche le
ghiandole surrenali. Da
qui, attraverso la produzione di adrenalina, parte la gestione in
maniera vantaggiosa o meno dei nostri comportamenti e delle nostre
paure; lo stato ansioso precede - lo sappiamo per esperienza
personale - il bisogno di urinare: l'aggressività e il modo di
reagire in generale.
Il
rene è un organo di contatto; una comunicazione disturbata con il
partner, i figli e i genitori può portare ad una disfunzione in
questa struttura.
In
tale organo risiede una forza silenziosa che permette ad ogni
individuo - attraverso un abile "colpo di reni" - di
superare gli ostacoli quotidiani e di affrontare i periodi della vita
più duri.
Rischiano quando sono messe sulle spalle problematiche altrui. I reni
filtrano e selezionano ininterrottamente; filtrano ogni giorno 300
volte il sangue, controllano, riassorbono ed eliminano le scorie, i
veleni attraverso la vescica; una stazione di filtraggio e di
controllo del tasso di acidità: se
non funzionano, in breve tempo ci avveleniamo.
La vescica, invece, contiene la materia di scarto che deve essere
espulsa; pulizia delle scorie, ma anche eliminazione di contenuti
emotivi, di vecchi ricordi, ed è complementare all'organo rene:
riceve, controlla, trattiene e cede. Riguarda anche il lasciare
fluire la libido e la femminilità.
ichiama il senso di autonomia e
la volontà di controllare, si veda a tale proposito il significato
del controllo sfinterico del bimbo enuretico: una richiesta di
spazio, di attenzione e d'aiuto; contiene anche stati mentali molto
sottili come emozioni, pensieri, abbandoni, angosce e rifiuti, così
tutta questa eccessiva zavorra emotiva crea tensione e sfinimento. La
famiglia reni - vescica, quindi, veglia sull'equilibrio sanguigno,
regola il volume dei liquidi e della pressione arteriosa, filtrando
ed eliminando le tossine: purifica ed arricchisce il sangue.
Un loro cattivo funzionamento - portavoce di vari disagi - crea
ritenzione idrica o gonfiore; si
fa sentire attraverso dolori, bruciori, spasmi e infiammazioni.
Gli elementi psicologici connessi a questi organi, in base alle loro
funzioni, riguardano l'equilibrio emozionale. Le malattie urinarie
parlano di tensioni continue, conflitti precoci e drammatici. Il
soggetto che viene colpito da problemi renali segnala in generale la
sua incapacità di prendere decisioni, di passare ai fatti concreti,
all'azione: non si sente abbastanza forte ed è facilmente
influenzabile (ecco
perché si dice "dare un colpo di reni": una "spinta"
che permette di far trionfare o raggiungere un determinato
obiettivo).
Evidenzia
una forte gelosia, una profonda paura per la sopravvivenza, un
atteggiamento autoritario, critico, di rigore e severo nei confronti
degli altri; un senso diffuso di fallimento condiziona lo stato di
benessere del soggetto.
Percepiscono
da ogni parte una grande ingiustizia che li
rende
ancor più impotenti e privi di autorevolezza.
Calcoli
renali
ono
piccole aggregazioni di sali minerali che ostruiscono le vie
urinarie. In alcuni soggetti affetti da calcolosi urinaria, essa è
conseguenza di un difetto del metabolismo. Segnalano
troppe responsabilità che schiacciano e a cui non si riesce
ribellarsi. Se dici sempre sì, cerchi di essere in ogni situazione
troppo accomodante, favorisci atteggiamenti fissi, non sei più in
linea con te stesso, soffochi rancori e accumuli impotenza: rinunci
alla spontaneità!!!
n
passato che si fissa, si consolida e si calcifica: blocca il fluire
della vita. Sono formazioni dure, concentrazione di sali di
acido urico, che creano uno sbarramento dei liquidi: della vita;
elementi trattenuti non eliminati che assorbono le proprie emozioni.
Sentimenti di abbandono e di solitudine che
bloccano lo scorrere naturale della vita; difficoltà ad
adattarsi al mondo circostante con flessibilità. E' possibile che il
soggetto non riesca ad eliminare le cose che non servono più. Temi
trattenuti, rapporti e relazioni non lasciati andare per la loro
strada, che bloccato l'evoluzione. Abbiamo allora una persona con
pensieri "duri", che non si ascolta più, che non presta
attenzione ai suoi veri bisogni; un pianto antico trattenuto che
diventa "pietra". Le lacrime inibite,
non completamente espresse, fanno male e creano collera: così le
tensioni trattenute - quel fare severo e quegli atteggiamenti
inflessibili - si fanno roccia ... le emozioni intossicano e si
"solidificano". Un dolore che
non essendo stato compreso ed elaborato "pesa" e si
"pietrifica" ora, adesso, nel tempo presente.
Cistite.
E'
un bisogno continuo di urinare, accompagnato a volte da forti
bruciore, pancia gonfia, presenza di sangue nelle urine: sono i
sintomi classici di questa fastidiosa infiammazione delle vie
urinarie, di questo problema piuttosto doloroso generalmente
provocato dall'alterazione della flora batterica; i veri nemici non
sono solo batteri e le tossine, ma anche le emozioni più autentiche
“cristallizzate”, che non viviamo più sono determinanti: umori,
passioni, dolori sono bloccati, censurati, nemmeno una piccola
lacrima traspare. I segnali di intossicazione che attraverso il corpo
ci mettono in guardia sono i più svariati: mal di testa, stanchezza
improvvisa, insonnia, irritabilità, memoria ballerina, apatia,
contrazioni muscolari, edemi, scarsa energia, allergie, infezioni.
Chi soffre di tale malessere deve bere molta acqua, così da favorire
un flusso maggiore di urina all'interno dei condotti urinari, per cui
i vari batteri non riescono ad attecchirvi.


i
segnala un mandare giù che infiamma: un malessere bruciante e
silenzioso, un voler far finta di niente. Lasciare andare o
trattenere, istinto e razionalità, libertà e freni autoimposti,
ecco i veri problemi: una battaglia che rende un'esistenza
“infuocata”, una lotta che determina il “fuoco” della
cistite; un fenomeno che porta fuori, in modo piuttosto fastidioso,
un continuo bruciore, un pianto trattenuto: lacrime mai osate e
gestite attraverso una profonda razionalizzazione; un non lasciarsi
andare, una cedevolezza mancata, poca di fiducia in se stessi, troppi
blocchi rendono rigidi, fragili e insicuri.

nfiammazione
acuta o cronica della parete della vescica e delle vie aeree
inferiori. Una collera impulsiva ed eccessiva che brucia, coinvolge
questi soggetti; un timore di non essere rispettati nel proprio
ambiente (famiglia, denaro, ufficio) e, quindi, non liberi di agire
come si vuole; perdita di sicurezza, non lasciar accadere le cose in
maniera spontanea, voler mantenere lo status quo delle cose; non
si ha un atteggiamento arrendevole verso gli avvenimenti, difficoltà
a cambiare gli atteggiamenti: conflitto tra passività e controllo.
Per questi soggetti "morbidezza" significa fragilità,
debolezza e pericolo di esporsi alle manipolazioni altrui. Può
essere una questione di territorio o timore verso la figura di
riferimento: non osa opporsi a chi occupa troppo spazio. La
cistite si sviluppa quando vengono imbrigliate le forze vere, non
vissute completamente, non si lascia fluire il "fuoco" e la
sessualità, vissuta in modo conflittuale e faticoso: sensi di colpa
e comportamento aggressivo nei confronti del partner. La
patologia segnala che è giunto il momento di riprendersi il proprio
posto e le proprie responsabilità. 1° Chakra (sicurezza:
lavoro, denaro, casa), 2° Chakra (nega la paura).
ieni
nella giusta considerazione che la tavola fa bene alle vie urinarie,
vince la cistite e protegge i reni: mirtillo
rosso, carote, cavolo, zucchine, cetriolo, ciliegie,
mais, sedano. Attento,
però, controlla l’assunzione, proprio per il loro contenuto di
acido ossalico, di arancia, limone, cavolo, piselli e cioccolata.

L'ENURESI
… il controllo del territorio
ifficoltà
a rinunciare alle proprie abitudini: soggetti immaturi con il terrore
di diventare autonomi; le emozioni trattenute durante il giorno
possono finalmente esprimersi di notte quando le difese si abbassano,
il “controllo” diminuisce!!!
on
a caso, per gli animali la funzione biologica dell’urina è quella
di “marcare” il territorio, un chiaro ed evidente segnale per
dire agli intrusi: “fermo lì, qui sei
a casa mia”.
er
enuresi intendiamo l’emissione attiva completa e incontrollata di
urina dopo che sia stata raggiunta la maturità fisiologica in genere
acquisita tra i 3 e i 4 anni. Questa alterazione del controllo
sfinterico urinario può essere primaria
quando non si è verificata l’acquisizione della pulizia corporea
oppure secondaria qualora si manifesti
dopo - un periodo più o meno lungo - l’acquisizione del controllo
fisiologico. Il controllo sfinterico urinario è influenzato,
principalmente, da tre fattori: neurofisiologico,
culturale e relazionale.
eurofisiologico.
Esso è caratterizzato dal passaggio da un comportamento riflesso
automatico ad un comportamento volontario controllato. Nel neonato la
minzione è dapprima successiva alla replezione (riempimento della
vescica). Il controllo di questo sfintere viene acquisito
successivamente in modo progressivo. L’acquisizione, quindi, di un
vero controllo sfinterico non è possibile prima che la motricità
vescicale sia giunta a maturazione fisiologica, anche se un
condizionamento precoce può far credere ad un apparente pulizia.
ulturale.
Questo fattore non può essere dissociato dall’apprendimento della
pulizia. Prendendo in esame le varie culture, questo apprendimento si
svolge in un contesto più o meno rigido, determinando nel bambino
pressioni severe, inadeguate o, magari, troppo leggere (influenzando
la frequenza delle alterazioni legate a questa funzione).

elazionale.
Oltre alla maturazione neurofisiologica ed alla pressione culturale,
nella nostra società, dove la relazione madre bambino è
privilegiata e protetta, l’acquisizione della pulizia è, durante
il secondo e terzo anno, uno degli elementi di transazione nella
diade madre – bambino. L’urina
veicola un’intensa carica affettiva che può essere positiva o
negativa. L’acquisizione del controllo sfinterico si attua a
seguito del piacere provato prima per l’espulsione poi per la
ritenzione (ritenzione – espulsione):
la nuova padronanza sul proprio corpo procura
al bambino una felicità rinforzata dalla soddisfazione materna.
Questa dualità ritenzione – espulsione
può manifestarsi attraverso modalità aggressive, tutto ciò dipende
dal tipo di relazione tra madre e bambino che si svolge attorno al
controllo sfinterico: esigenza imperiosa della
madre che toglie al bambino una parte del suo corpo e riceve la sua
urina con maschera di “disgusto”; soddisfazione
di una madre nel vedere progredire e autonomizzarsi il suo bambino in
queste condotte quotidiane e ricevere la
sua urina con piacere. In questo modo si attua il passaggio
dell’esperienza ritenzione – espulsione alla modalità offerta –
rifiuto. Criteri diagnostici per l’enuresi secondo il DSM V.
ipetuta emissione di urina nel letto o nei
vestiti; Il comportamento è clinicamente significativo, come
manifestato o da una frequenza di 2 volte alla settimana per almeno 3
mesi consecutivi o dalla presenza di disagio clinicamente
significativo o compromissione dell’area sociale, scolastica o di
altre aree importanti del funzionamento; L’età cronologica è di
almeno 5 anni (per altri autori il riferimento è di 4 anni); Il
comportamento non è dovuto esclusivamente all’effetto fisiologico
diretto di una sostanza o di una condizione medica generale (diabete,
spina bifida). Generalmente l’enuresi è considerata un
sintomo benigno con tendenza a scomparire durante la pubertà
(periodo della vita compreso tra gli 11 e 15 anni). Alcuni
autori hanno suggerito una classificazione delle enuresi, a seconda
che siano legate a dei fattori organici o che siano funzionali.
Le prime comprendono le ostruzioni anatomiche,
la spina bifida, le infezioni, il diabete: in questo caso sarà
richiesto l’intervento medico o chirurgico. Le enuresi
funzionali, pur avendo un’origine multifattoriale sono legate a
fattori psicologici conflittuali. Questi ultimi restano i più
evidenti. Basti ricordare la frequente corrispondenza tra comparsa e
scomparsa dell’enuresi e quelle di un episodio che segna la vita
del bambino: separazione familiare, nascita di
un fratellino, entrata nella scuola, un educatore aggressivo e
violento, emozioni di qualsiasi natura. Questi fattori
psicologici possono agire sia a livello del bambino stesso, sia a
livello dell’ambiente familiare: in questo
caso è indicato l’approccio educativo e psicoterapeutico.
’incontinenza notturna è più frequente
della diurna, e comporta assai spesso l’instaurazione di rituali
d’ogni tipo in seno alla famiglia: i genitori si alzano parecchie
volte per far urinare il bambino, cosa che serve a ben poco, bensì a
rinforzare l’interesse familiare per il sintomo e a dar al bambino
gratificazioni di ogni genere (disturbare i genitori,
manipolazione). Esiste, inoltre, un gruppo di bambini, appartenenti
ad un quadro clinico depressivo mascherato, chiamato “enuretico
depressivo”, a causa dell’alta incidenza di incontinenza
vescicale e rettale. Questi bambini mostrano inoltre difficoltà
cognitive e isolamento sociale. Essi sembrano essere bambini
sfortunati e infelici, che a causa di una combinazione di fattori
sono neurologicamente immaturi ed hanno dei problemi di apprendimento
e di incontinenza. Tali bambini restano spesso invischiati in un
cronico braccio di ferro con i loro genitori, che aumenta le loro
frustrazioni, ma non sembrano depressi; piuttosto, essi sono sempre
arrabbiati e fanno ricorso a ritorsioni passivo – aggressive contro
le figure investite di autorità. Essi non hanno l’immagine
negativa di sé, il sentimento di impotenza e gli autorimproveri che
sembrano necessari per la diagnosi di depressione. Il trattamento,
per questo gruppo di bambini, è lungo e difficile. L’enuresi è
associata alla fase paradossale del sonno, allo stadio corrispondente
al sogno, oppure al passaggio dal sonno profondo a un sonno leggero.
Per quanto riguarda il sesso, la maggioranza degli autori segnala un
tasso di enuresi più alto nei maschi che nelle femmine (10% nei
maschi contro 9% nelle femmine). Alcuni studi hanno messo in
relazione l’enuresi e altri sintomi, quali le minzioni imperiose
diurne, l’enconpresi, il sonno profondo, l’immaturità affettiva
e i disturbi della parola.


erché
l’enuresi? Come è già stato accennato, verso i 4 anni la
maggior parte dei bambini ha imparato a “controllare” la vescica.
Di notte non si bagna più il letto. Nonostante tale controllo, un
certo numero di bambini – di intelligenza normale e a volte anche
superiore – continua a bagnare il letto ben oltre quella età.
Quando il bambino urina, ne trae un evidente piacere. Piacere
fisico: allentare la tensione della vescica, piacere del
“titillamento” derivante dallo scorrere dell’urina, calore
gradevole quando questa arriva a bagnare le natiche e la schiena.
Si tratta ovviamente di piaceri la cui
importanza e intensità vengono notevolmente sottovalutate dagli
adulti. Così, la soddisfazione di poter
in questo modo manifestare entusiasmo o dispiacere è un mezzo
primitivo ma tuttavia molto importante per esprimere le proprie
emozioni. E’ risaputo che i bambini – anche gli adulti –
possono esprimere in questo modo la paura: “farsela
sotto” è un’espressione comune che corrisponde ad alcuni fatti
reali. Certi bambini lo fanno anche per manifestare la loro
gioia. Espressione simbolica di gioia o di dispiacere, soddisfazione
reale dell’atto di urinare, sono la “valvola” di una tensione
psicologica: questi sono i significati della minzione nel bambino e
il cui significato è puramente affettivo. A volte il disturbo
esprime uno stato di conflittualità profonda. E’
frequente in soggetti immaturi che non vogliono rinunciare alle
abitudini infantili. Inoltre, in analogia con il “Regno
della Notte”, luogo in cui dominano gli istinti, l’enuresi
notturna consente alle emozioni trattenute di essere liberate.


’enuresi, infatti, può esprimere anche il desiderio del bambino
di prolungare il suo stato infantile. Rifiuto di crescere e di
conseguenza rifiuto di assumersi nuove responsabilità. Ha
paura di partire perdente in una “gara” con un bambino più
grande. Per attirare l’attenzione dei genitori, anche a rischio di
dare loro un dispiacere e di farsi punire, certi bambini vogliono
garantirsi una posizione a parte, privilegiata, nella quale saranno
certi di trovarsi al centro dell’interesse. Questo rifiuto di
crescere o meglio questo bisogno di “regredire” verso le prime
modalità infantili permette loro di raggiungere tale scopo. Un altro
caso è quello del bambino che ha paura di crescere perché teme
inconsciamente che i genitori vogliano abbandonarlo. Paura
irragionevole, ma frequente. L’enuresi
può anche essere una protesta, un modo attivo di palesare la propria
ostilità. Fin dalla più tenera età, i concetti di “sporco” e
di “pulito” vengono posti al bambino sotto forma di
contrapposizione. Bagnare il letto significa “sporcare”, il
bambino lo sa bene. L’enuresi assumerà allora il senso di una
protesta contro i genitori, contro l’ambiente circostante, contro
certe situazioni esistenziali ch’egli è costretto a condurre. Nel
rimanere sporco, il bambino procura ai genitori fastidio, li mette in
imbarazzo e in agitazione: è un modo di essere aggressivo.
on soltanto il bambino rimane “pupo”, ma
esprime anche il suo scontento: egli non osa farlo apertamente, ma lo
esprime inconsciamente. Egli si esprime senza ricorrere alle
raffinatezze del linguaggio parlato. Sarà forse una modalità
primitiva, infantile e inconscia di esprimersi forse, ma molto
eloquente. Le reazioni del bambino e della famiglia di fronte
all’enuresi sono varie. Il bambino considera talvolta che questo
sintomo è sgradevole e imbarazzante, ma spesso ha un atteggiamento
passivo. La famiglia può reagire in maniera estremamente tollerante
o estremamente severa, a volte anche brutale. Può anche essere una
punizione che il bambino infligge a se stesso. Con l’enuresi il
bambino confessa la propria incapacità, il proprio stato di
dipendenza, di inferiorità. In realtà, egli provoca le
punizioni e lo scontento dei genitori. E forse
li umilia, ma umilia soprattutto se stesso; e in tal modo confessa,
nel contempo, anche il suo fallimento, la sua incapacità di
crescere. In breve possiamo dire che i pensieri e i desideri che il
bambino ritiene essere inaccettabili e cattivi, quelle idee che, se
portate alla luce, potrebbero comportare gravi punizioni, anzi la
perdita dell’amore nutrito nei suoi confronti, devono scomparire
dalla consapevolezza (conscio). Essi continueranno però a vivere
ignorati nel suo inconscio; e quel inconscio possiede un suo
peculiare linguaggio, un vero e proprio linguaggio segreto che è
necessario tradurre per poterne comprendere il significato. Rimossi
nel profondo, quindi, inconfessati ma presenti, per esprimerli e per
tradurre i suoi timori, la sua angoscia, il suo senso di colpa, il
bambino disporrà solo del linguaggio simbolico, mascherato a un
punto tale che non solo i genitori non riusciranno a capirlo, ma di
cui egli stesso ignora, non riconoscerà il significato.
na
vasta letteratura scientifica sull’enuresi ha sottolineato che una
condotta incostante o disagi emotivi da parte dei genitori giocano un
ruolo sfavorevole nello stabilire il controllo sfinterico in età
normale, sia che si tratti di un atteggiamento troppo coercitivo che
spesso provoca nel bambino reazioni di rivolta e di difesa, sia, al
contrario, di un atteggiamento troppo permissivo che impedisce
l’organizzazione del controllo della minzione. Come hanno indicato
alcuni autori, genitori essi stessi enuretici possono avere un
atteggiamento di paura o di iperprotezione motivata dal ricordo della
loro umiliazione. L’atteggiamento inadeguato dei genitori verso
questo controllo si ritrova soprattutto nelle donne ossessive o
fobiche (paura dello sporco). Da un punto di vista più generale,
l’atteggiamento dei genitori comporta un modo particolare di
organizzazione dell’affettività del bambino, secondo che sia
iperprotettiva o, al contrario, crudele o rifiutante.
uali
sono i vantaggi? Nonostante quanto esposto, nell’enuresi non
tutto risulta negativo. Dall’enuresi, il bambino trae determinati
vantaggi che, per quanto siano inconsci, sono sicuramente reali. Il
bambino che attira su di sé l’attenzione e l’apprensione della
madre divenendo così il centro dell’interesse, trae indubbiamente
profitto dalla sua enuresi. Il bambino che a causa dell’enuresi
evita di fare “certe esperienze” che evita di essere separato dai
genitori, guadagna qualcosa. Anche quando non
“vuole crescere”, evita un certo numero di responsabilità, di
compiti e di doveri. Questi vantaggi
vengono definiti “benefici secondari”: essi infatti non si
trovano all’origine e non costituiscono la causa stesa
dell’enuresi, ma sono come dei “sottoprodotti”. Tali
“benefici secondari” fanno sì che il bambino possa aggrapparsi
all’enuresi e opporsi alla propria “guarigione” anche quando,
dopo un certo periodo di tempo, la causa fondamentale è scomparsa.
Per trattare il problema dell’enuresi è indispensabile conoscere
questi elementi. Le circostanze comunque sono sempre numerose:
inquietudine e curiosità sessuali, fallimenti scolastici, difficoltà
di adattamento all’ambiente, genitori nervosi e, soprattutto,
conflitti familiari. Le separazioni, i divorzi, rafforzano nel
bambino il senso di insicurezza. Tutte queste circostanze possono
essere altrettante cause.


osa
fare? I genitori sono sempre pronti a tutto: fino a minacciare
e a fare paura. A volte si arriva persino a contattare la
“fattucchiera”. Non è servito a nulla. Sono state ipotizzate
disfunzioni intestinali, malformazioni del pene, svegliarlo di notte,
iniezioni, pillole, diete, di farlo alzare a ore fisse. Invano.
Qualche volta si verifica un successo della durata di alcuni giorni o
di alcune settimane. Poi il grande lago, il diluvio riprende. Ma non
è certo in qualche ora che si può risolvere e riequilibrare
un’intera personalità, perché si tratta di “ricostruire”
tutto un insieme: in breve, quel famoso meccanismo del "dare"
e del "ricevere". L’enuresi è solo il segno, la parte
visibile di un iceberg che bisogna sciogliere. E’ importante,
quindi, dare fiducia al bambino. Creare un’atmosfera distesa,
libera, non permissiva, fiduciosa, sarà per lui la cosa più utile e
più importante per iniziare un “cambiamento di rotta”.
Ovviamente non deve sperimentare né vergogna, né paura. Al
contrario è importante fargli intravedere i vantaggi della
“guarigione”: i piccoli successi vanno sempre rinforzati
attraverso calorosi complimenti. Ridurre al minimo le circostanze che
potrebbero favorire la sua enuresi. Un’atmosfera familiare distesa,
senza una costante apprensione per la sua enuresi, riduce tanto la
tensione nervosa quanto i “benefici secondari”. Dovrebbe,
inoltre, essere maggiormente coinvolto nella vita familiare e non
tenerlo in disparte. La tolleranza e la malleabilità fanno parte
integrante del processo di guarigione. Ogni bambino ha diritto alla
propria libertà, a qualche insuccesso scolastico, a qualche
espressione di linguaggio un po’ “colorito”. Per nessuna
ragione non deve essere considerata la guarigione dell’enuresi come
una fine assoluta dei problemi.
’enuresi è
soltanto una spia dei problemi affettivi del bambino: sono quelli che
bisogna innanzitutto risolvere. L’enuresi è spesso legata a
sentimenti ed emozioni che, di giorno, non trovano la via per
esprimersi. Anche se il disturbo comune a tutte le enuresi è il
difetto del controllo della minzione, questo non vuol dire che
l’eziopatogenesi sia sempre la stessa. Quando si formula un
programma terapeutico, quindi, non si deve agire unicamente sul
sintomo, ma su una condotta di cui bisogna delucidare il contesto
psicofisico. Di fronte ai disordini psicologici primari o secondari,
è indispensabile prendere un certo atteggiamento psicologico sia di
fronte al bambino che nei confronti dei genitori. Dobbiamo sostenere
il bambino, rilassarlo e decolpevolizzarlo, farlo cooperare alle
attività terapeutiche, metterlo al corrente, come fanno certi
autori, del meccanismo funzionale della minzione. I genitori hanno
ugualmente bisogno di essere sostenuti, non colpevolizzati, per
meglio sopportare questa affezione spesso considerata come
vergognosa, devono essere informati della condotta più utile e
vantaggiosa a favorire l’educazione sfinterica, ed essere messi in
guardia contro l’utilizzazione del sintomo a fini aggressivi o di
una sorta tutela spesso cercati e subiti dal bambino. Così rischiano
di trasformare il sintomo – reazione in una condotta in cui il
bambino trova “benefici secondari”. In certi casi, questo
atteggiamento di sostegno non è sufficiente e deve essere presa in
considerazione una psicoterapia, le cui linee generali devono essere:
riduzione del problema conflittuale, evidenziazione dei benefici
secondari e offerta di compensazioni nell’ordine affettivo. Nel
caso di una personalità in evoluzione, l’enuresi è nello stesso
tempo agita e subita, beneficio e danno. E’ in questo stato di
ambivalenza che la terapia può, sia portando nuovi benefici, sia
creando nuove motivazioni, sia mettendo in attività sistemi organici
in stato di passività, aiutare il bambino a trovare una via d’uscita
e permettergli, da una parte, di offrirgli la guarigione, e
dall’altra, di uscire dalla malattia
che, nella nostra cultura, comporta per lui in fin dei conti più
inconvenienti che vantaggi.
RENI
… un perfetto impianto idro – dinamico.

'
l’organo che filtra, drena e regola il flusso delle acque; quando è
in avaria, non funziona correttamente comunica il suo disagio
attraverso il soprappeso, alitosi, dolori diffusi, gonfiori alle
caviglie e ritenzione idrica ... danni a carico del sistema
linfatico. Le cellule dei reni, dette nefroni, filtrano il sangue
portato dalle arterie renali; sintetizzano, inoltre, l'ormone
eritropoietina, che stimola la produzione di globuli rossi; ma i
loro miracoli non si fermano qui perché, a nostra insaputa, regolano
i livelli di acqua e sali minerali presenti nell'organismo; lavorano
per tenere sotto controllo la pressione e attraverso le urine
eliminano i liquidi pieni di tossine e acidi urici. Se funzionano
bene, in sinergia con altri organi, nel sangue non si accumulano i
veleni fisici ed emotivi, e l'organismo spegne spontaneamente le
varie infiammazioni. Ricorda, il corpo s'infiamma per difendersi
dagli “intrusi”, dai veleni vari. La sofferenza renale nasce
anche dall’incapacità di prendere le distanze dai ricordi
dolorosi, da quelli legati alla perdita di una persona importante. I
reni sono impegnati a mantenere costantemente il volume e il pH del
sangue, e ad equilibrare le concentrazioni dei vari soluti che
circolano all'interno del corpo. Gli eccessi di sostanze nel sangue
vengono compensati aumentando i fenomeni di escrezioni con le urine,
mentre le carenze vengono colmate riassorbendo quanto filtrato e
riducendo, nel contempo, l'eliminazione dell'urina. La quantità di
tale sostanza e il suo colore possono diventare un prezioso specchio
diagnostico.


l
lavoro di questi due organi è davvero notevole: possono filtrare
fino a 1.700 litri di liquidi nel giro di 24 h (pare che riposi solo
tre ore al giorno). In questi liquidi sono disciolte una
cinquantina di sostanze chimiche che i reni smistano, lasciando
passare gli elementi necessari ed eliminando le sostanze nocive; reni
filtrano i sali minerali. Questi organi rappresentano quindi una
barriera di difesa dell’organismo contro la propagazione delle
tossine in tutto il corpo. i surreni aiutano in modo consistente i
reni nel loro lavoro di ossigenazione, apportando l’eccedenza di
ossigeno necessario all’ossidazione della particelle da filtrare.
In caso di necessità - quando il sangue è carico di tossine -
possono costringere i reni a fungere da via ausiliaria fino al punto
di autodistruggersi e di innalzare la pressione sanguigna a un
livello tale da scatenare l’attacco cardiaco o la crisi del sistema
circolatorio. Nella loro funzione, sono
strettamente legati alla tiroide. Quando
la tiroide funziona troppo, i surreni secernano meno, quindi sono in
uno stato di debolezza, ed è tiroide che controlla i battiti
cardiaci. Possiamo quindi avere
un’aritmia se la secrezione tiroidea è in eccesso
(ipertiroidismo). E’ perciò evidente
l’importanza di una buona armonia della funzione renale per quanto
riguarda i disturbi cardiaci o circolatori. I reni hanno anche
il compito di mantenere nel sangue la percentuale di acqua
indispensabile. Quando il regime alimentare è
corretto, il fegato elimina le scorie metaboliche, ma se quest’organo
non è in grado di assicurare questo filtraggio, i reni lo
sostituiscono, in modo da eliminare l’eccedenza d’acqua nel
sangue. Se i reni sono affaticati e non
riescono a provvedere a questa eliminazione, il volume del sangue può
aumentare e creare un maggior lavoro al cuore che potrà subire seri
danni. I reni hanno anche un’importante responsabilità
genetica. Va collegato ad essi il ruolo di guardiani del patrimonio
genetico di ognuno. Immaginiamo che essi detengano l’originale di
tutta la nostra riproduzione cellulare. Questo originale ci sarà
utile in tutto il corso della nostra vita per riprodurre le
“fotocopie”, senza le quali le nostre cellule non potrebbero
riprodursi. Più si accelera l’usura dei
reni, più aumenta la cattiva qualità di queste fotocopie.
Teniamo presente che il corpo elimina ogni
giorno 250 grammi di cellule morte, il che significa che in un anno
il peso totale del corpo è rinnovato. Questo
ci fa capire l’enorme importanza dei reni, che vengono chiamati
anche “operatori ecologici” dell’organismo. La mancanza di
sonno, stress e la paura fanno male ai reni. Per quanto riguarda la
sua visualizzazione nel volto, il contorno dell’occhio dà
indicazioni precise sullo stato dei reni; se vi è gonfiore, si può
dedurre un’ipertonia dei reni. Se gli
occhi sono infossati con cerchi grigiastri, si tratterà invece di
un’ipotonia. Se vi è un doppio
gonfiore con le due borse una sopra l’altra, sarà un segno di un
prediabete o di un diabete. Una leggera
borsa vicino all’occhio, sulla palpebra inferiore denota l’attività
dei surreni ... gonfiore della caviglia nella parte interna con
dolori e circolazione difettosa. La
sintomatologia: diabete, turbe sessuali e mentali.
Alimentazione
dannosa: sale (il cloruro di sodio
disturba l’eliminazione dell’acido urico e aumenta i reumatismi),
zucchero.

e
vuoi mantenere in salute i reni bevi molta acqua, ma di quella
“buona”. Ricorda, non deve essere “dura”, deve contenere poco
calcio, un basso contenuto di sodio e, soprattutto deve avere una
buona percentuale di magnesio, il quale fa bene al cuore, muscoli e
al cervello; acque sbagliate e un eccessivo consumo di alcol possono
creare disturbi renali seri. Un rene ben funzionante permette agli
altri organi, pelle e cervello compresi, di rigenerarsi
continuamente: salvi ogni apparato vitale dal serie patologie …
potrai campare 100 anni!!! Ricorda, un organismo sempre infiammato
non solo si ammala più facilmente perché sfianca il sistema
immunitario, ma ti sottrae silenziosamente energie preziose e ti
invecchia prima del tempo.
iutano
i reni (le insalate amare bloccano gli ormoni che cronicizzano
l'infiammazione): avena, cicoria,
cocomero, dente di leone, mela, scorzonera, sedano, uva se non c’è
diabete (deficienza renale); ravanelli e
zucca (drenaggio renale); avena,
carciofi, pomodori, uva (uremia); cetrioli,
cipolla, fragole, rape crude, succo di fagiolini crudi, uva (acido
urico); limoni, mela, pomodoro, porro,
rapa, uva (calcoli renali) … le
insalate amare sono protettive, bloccano gli ormoni che cronicizzano
l'infiammazione; una dieta sbagliata ti
rende meno efficiente, attiva uno stato di allerta fisiologico e,
soprattutto, contribuisce a mantenere alto il livello infiammatorio …
aumentano i vari focolai irritanti già esistenti.
a
linfa di betulla, inoltre, rimuove le tossine che alcune sostanze
tossiche come ad esempio il sodio, i fosfati, urea e l'acido urico
intasano i reni; aiuta a sciogliere i calcoli e attenuare cefalee
dovuti all'eccesso di scorie e le artriti.
a
zona interessata al massaggio è la vertebra lombare 3 (L3: gambe che
si gonfiano, caviglie gonfie, stanchezza degli altri inferiori,
sciatica - dolore ai reni, astenia sessuale, cattiva circolazione
alle gambe). L’olio essenziale di timo è utilizzato per la
diuresi. Il sapore salato stimola i reni. La
sua massima espressione energetica va dalle ore 17 alle ore 19.
Ricorda, i reni soffrono quando recitiamo nel quotidiano un ruolo che non ci appartiene.

VESCICA

e
si osservano alcune persone durante il pasto si noterà che certe
sudano, mentre altre che hanno consumato gli stessi alimenti, non
sudano affatto. Questa via di eliminazione scelta dal corpo per
supplire a una diuresi insufficiente, è destinata a manifestare nel
tempo problemi gravi. L’acqua tossica carica
di ammoniaca, acido urico e altro, accelera l’invecchiamento
cellulare e compromette le difese naturali. Le
variazioni termiche, le estremità troppo calde o troppo fredde, con
traspirazione, facilitano gli edemi e in seguito la stasi sanguigna e
linfatica. Si sarà soggetti a dolori, artriti, artrosi. La
vescica e i reni, organo di eliminazione dei residui organici di cui
il principale è l’urea, possono provocare, quando questi residui
e, soprattutto, l’urea sono male eliminati, disturbi circolatori,
ipertensione, disturbi cerebrali e ovviamente la gotta. Un
eccesso di albumina nelle urine equivale alla presenza di uremia,
poiché i filtri dei reni fanno passare l’albumina contenuta nel
sangue e provocano cristalli e dei calcoli nei reni e nella vescica.
I segni premonitori di un eccesso di urea,
sono: colorito grigio piombo e pallido, indebolimento generale,
tenace mal di testa, ronzio alle orecchie, sonnolenza, bocca secca,
alito fetido con odore di ammoniaca, nausee, vomito, diarrea,
epistassi, offuscamento della vista, pruriti, sensazione di
intorpidimento alle dita.
a sua
disfunzione si presenta con rossori e forfora alla base delle
sopracciglia; con estensione alla fronte e al cuoio capelluto.
Possibile gonfiore sul lato esterno delle caviglie. Estremità troppo
fredde o troppo calde con sudorazione. Per
mantenere la sua efficienza si dovranno eliminare: alcol, bianco
d’uovo, caffè e latte, funghi, grassi animali, legumi, salumi.
Per stimolare la vescica: cavolfiore.
Contro la ritenzione idrica: succo
di fagiolini crudi e succo di pompelmo diluito in presenza di edemi.
La carota rinforza la vescica. Contro
i calcoli urinari: asparagi, limone, succo di rape. Cereali
specifici: miglio e mais. Purificanti e
diuretici: carciofi, soprattutto l’acqua di cottura delle foglie.
Migliora con il sapore salato. Il
massaggio per mantenere l’armonia e la salute della vescica avverrà
sulla vertebra sacrale 3 (S3: sciatica, astenia sessuale,
mestruazioni scarse e in ritardo, gambe e caviglie gonfie, dolore
alle caviglie e ai ginocchi). La sua
massima espressione energetica sarà tra ore l5 e le ore 17.
CONCLUSIONI
e piccole CURIOSITA’

eni
e vescica sono organi che devono essere “leggeri”, non
appesantiti, vanno ripuliti con la massima solerzia, almeno un paio
di volte all'anno, preferibilmente a marzo, dopo un inverno con una
alimentazione a base di cibi grassi: vanno liberati dagli scarti che
li indeboliscono.


’apparato
urinario - reni e vescica - filtra, immagazzina ed elimina le scorie
del metabolismo: purifica e trasforma il corpo. Controlla i liquidi
organici, estrae le tossine dal sangue e le trasforma in urina. I
reni e la vescica sono organi che hanno il compito di pulizia:
purificano l’intero l’organismo.
I reni filtrano e
regolano il livello dell’acqua, la vescica elimina i liquidi
organici carichi di tossine varie.
Le malattie di tale
sistema parlano di tensioni profonde: scelte, cambiamenti, decisioni,
relazioni e rapporti di coppia.
Indicano lo stato di
stabilità: trovare un giusto equilibrio tra fare, aggressività,
difesa, passività, riflessione, fuga.
Ci segnalano le
nostre paure di fronte a scelte che la vita impone: cose e obblighi
che spingono al cambiamento. Difficoltà di decidere liberamente
perché si è vincolati a certe abitudini o vecchi schemi di
pensiero. Soggetti
che hanno un cattivo rapporto con le emozioni: rabbia e ostilità
repressa. Tale
difficoltà a modificare certi atteggiamenti è spesso determinata da
paura, da un attaccamento a modi d’essere, a certe convinzioni che
rifiutano il nuovo.
I reni giocano un
ruolo fondamentale nel gestire stress e paure.
Essi, infatti,
secernano degli ormoni - adrenalina, noradrenalina e corticoidi -
fondamentali a livello del comportamento in quanto permettono di
lottare o fuggire da certe situazioni.
Le malattie delle
vescica, invece, segnalano una difficoltà ad eliminare certi ricordi
che intossicano la mente e non gratificano più.
Un grande
attaccamento ad atteggiamenti che creano tensione e sofferenza … la
capacità di delimitare il proprio territorio.
a vescica traduce
la paura di impotenza, dell’autorità, di perdere il controllo del
proprio spazio (emozioni e sentimenti legati a tutto ciò che è
personale, al proprio territorio).
La cistite, infatti,
rappresenta spesso un conflitto con il proprio partner.
Esprime una rabbia
(fuoco) verso chi occupa troppo spazio. Il soggetto, quindi, si sente
privato del proprio territorio, invaso e non rispettato nel proprio
spazio di libero movimento.
Correlazione viso -
apparato urinario.
La funzionalità dei
reni è visibile attraverso gli occhi e le orecchie. Se i reni sono
contratti come conseguenza di un’eccessiva assunzione di sodio (o
dopo un’intensa attività sessuale), spesso l’area sotto gli
occhi assume un colorito scuro.
Se sono presenti,
invece le famose “borse” (gonfiore) è possibile che tali organi
siano affaticati da super lavoro a causa di un eccessivo assorbimento
di liquidi. Questo
fenomeno è spesso accompagnato da una condizione in cui i reni sono
dilatati e saturi d’acqua. Delle pustolette in questa zona indicano
che i reni hanno cominciata ad accumulare grassi e muco. Un altro
punto di diagnosi dei reni è situato alla pianta di entrambi i
piedi.


l
compito principale dei reni, come abbiamo già visto, è quello di
garantire una continua e costante depurazione dei litri di sangue al
giorno che giungono a loro attraverso le arterie: purificarsi dai
veleni che assorbe dal mondo esterno. Questo sofisticato processo di
purificazione avviene in tre fasi: filtrazione, secrezione ed
escrezione. Durante la filtrazione questo apparato scinde le sostanze
buone presenti nel sangue - che successivamente saranno riassorbite -
da quelle tossiche. Tramite la secrezione, invece, le sostanze
dannose presenti nel sangue passano al rene. Se questo
disgraziatamente non avviene a causa di un affaticamento di questa
struttura, i tessuti cerebrali vengono appesantiti indirettamente: la
lucidità mentale è la prima a risentirne. Attenzione a quello che
“assumi” perché può gravare sui vari organi emuntori. Il
paracetamolo, infatti, danneggia non poco il fegato e il rene,
impedendo loro di svolgere le normali attività di purificazione
dalle scorie. Rispetta anche la tua attività mentale, il tuo
cervello, perché esso è responsabile dell'efficienza del nostro
sistema immunitario. Più siamo tesi, in conflitto, sulla difensiva
con l'ambiente circostante e più è facile ammalarsi. Non dovrebbe
apparire strano, proprio per esperienza diretta, che dopo un trauma
affettivo o dopo un periodo di intenso lavoro ci troviamo stanchi e
con fastidiosi acciacchi fisici.
er
i problemi alle vie urinarie può aiutare un succo di mirtillo
rosso. Per evitare, invece, accumuli eccessivi di veleni, ovvero
acidi urici e fosforo, che rischiano ovviamente di danneggiare i
reni, riduci al minimo caffè, carne rossa, burro e alcuni prodotti
ittici come acciughe e cozze, formaggi e, soprattutto, alcolici.
Ricorda che puoi assumere non più di un grammo per ogni chilo del
tuo peso, di proteine giornaliere.
alcoli
biliari. Mancanza
di libertà espressiva: rancore, paura e rigidità bloccano
completamente il soggetto; difficoltà a sfogarsi, a ribellarsi, ad
esprimere contrarietà e aggressività: un’energia che si accumula
… il tutto si pietrifica, cristalli solidi che si formano nella
cistifellea o nei dotti biliari; la bile si indurisce, diventa una
“roccia”, si fa pietra perché tutta la tensione rimane dentro;
la Colica, allora con il suo dolore dice che devi cambiare:
esprimerti ed essere più malleabile. Un aiuto naturale: Fraxinus
excelsior MG e Acer campestre MG.
alcoli
renali. Un
passato che non si riesce a togliere di torno, difficoltà a
distinguere le cose passate dal presente, ciò che e utile e quello
che non serve più; incapacità di far fluire la vita: troppa durezza
e rigidità nell’affrontare la realtà; il calcolo allora segnala
la necessità di flessibilità e malleabilità di atteggiamento;
testardaggine, rigidità, poca disponibilità e difficoltà di
adattamento bloccano il fluire della vita con la “roccia”. Un
aiuta naturale: Betulla verrucosa (linfa) MG.
istite.
Una
estenuante lotta per mantenere inalterate le situazioni, difficoltà
a cambiare atteggiamento; un conflitto profondo nel lasciar scorrere
il flusso degli eventi (lasciare o trattenere, controllo o
cedevolezza): un mentale che non cede e non si piega al cambiamento.
olecistite.
Un
accumulo di umiliazione, frustrazione, rabbia, rancore e
aggressività; fantasie di vendetta mai espresse, da sempre
trattenute per mantenere un’immagine affidabile, civile e perbene:
sempre supercontrollata; una energia aggressiva tenuta a bada magari
con grandi abbuffate! Un aiuto naturale: Rosnarinus officinalis MG,
Acer campestre MG, Fraxinus excelsior MG.
efrite.
(Glomerulonefrite: infiammazione del
rene). Reazione esagerata a certe aspettative: delusione, incapacità
di prendere decisioni, annientamento e senso di fallimento,
aspettative non soddisfatte; sensazione di non poter far fronte a
certe situazioni, che qualcosa considerata importante stia cedendo,
sprofondando, crollando e di non ricevere alcun sostegno dai propri
familiari nell’affrontare le cose; collera verso un personaggio che
ha generato uno stato conflittuale pericoloso per se stessi, per la
propria salute.
liguria
(scarsa emissione di urina). Sentimento di collera e rabbia
trattenuto mescolato a rassegnazione, difficoltà a delimitare e
difendere il proprio spazio.
ttenzione,
non solo la dieta giusta protegge la salute, ma
salva anche reni e vescica, porta in tavola, allora, alcuni alimenti
che rinforzano e disintossicano l'apparato urinario, come ad esempio
carota, cipolla e patate. Bere molto si depura l'organismo, i reni e
si eliminano i ristagni … si smaltiscono gli acidi urici, altre
scorie e tossine che causano reumatismi: facciamo una pulizia senza
soste per ridare ossigeno ai vari tessuti. Ricordati che i reni
filtrano il sangue eliminando con l'urina gli scarti metabolici.
Almeno una bella sudata al dì favorisce l'eliminazione di scorie
attraverso la pelle, sollevando in tal modo i reni da una certa dose
di lavoro.
a
carota grazie al suo elevato contenuto di carotene è in grado di
contrastare la formazione dei calcoli renali.
entre
la cipolla, attraverso la presenza di potassio e l'acido glicolico,
favorisce l'eliminazione di urea e cloruri attraverso la minzione,
prevenendo anche i calcoli; l'aglio, invece, è importante per
infiammazioni, contrasta l'ipertensione e combatte funghi e batteri …
protegge la funzionalità del sistema circolatorio, garantendo così
un'ossigenazione ottimale delle cellule cerebrali.
a
patata, inoltre, essendo ricca di potassio e vit. C è utile per
evitare la costruzione di calcoli renali.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
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