Il quieto vivere … nuoce alla COPPIA
“pro
bono pacis”
n
famiglia, è noto a tutti, si sta benissimo oppure malissimo. Si sa,
da tempo, che in tale struttura, spesso, sono presenti i nostri
peggiori conflitti. Tale divergenza può essere affrontata di petto,
a viso aperto oppure - come fa l'astuto maggiordomo Petch con la
polvere - nascosta sotto il tappeto. Molte persone, spesso,
confondono le relazioni felici con quelle tranquille. Il timore di
battibecchi non fa bene alla coppia perché, a lungo andare,
addormenta il rapporto nelle “buone
maniere”.
Per alcuni, non c’è niente di meglio che condividere - a
casa o in ufficio
- gli stessi principi, le stesse cose, lo stesso orientamento
politico, gli stessi gusti; quella sensazione - magari
più vagheggiata che reale
- di pace, di sicurezza e di protezione che si può ricavare da una
qualsiasi relazione “normale” ... libera,
spontanea e aperta.
Rinunciare ad esprimersi in maniera chiara, decisa e diretta, evitare
volutamente screzi e litigi, oltre ad ostacolare la propria naturale
evoluzione, rende insoddisfatti e dipendenti dagli altri. Una sana
divergenza di punti di vista, invece, stimola e porta vivacità in
ogni rapporto. Il confronto aperto, chiaro e dirsi ciò che si pensa
nel modo giusto - senza
far degenerare la discussione in un litigio sterile, violento e
selvaggio
- favorisce la conoscenza reciproca, può portare alla luce un
dissidio che si covava da tempo, rimette in discussione le proprie
priorità e fa emergere importanti esigenze nascoste che, se non
direttamente espresse, potrebbero venire oscurate o, peggio ancora,
ignorate (dal
“buonismo” a tutti i costi!).
na buona discussione civile è sempre una scossa benefica: rompe
i blocchi mentali, rigenera una mente troppo fredda, statica e banale
… rimette
in moto la vita.
Diminuendo i propri spazi di libertà e di autonomia ci si allontana
da se stessi e si entra, inevitabilmente, nel tunnel della
confusione, del malinteso, dell’insicurezza, dell’infelicità e
della sfiducia in se stessi ... si
perde completamente lucidità.
Se ci si adatta ai modi di fare e alle esigenze di chi sta accanto,
se ci si lascia controllare dal timore di ferire, di perdere tutto e
dalla paura di restare soli, si VOLTA
le spalle a se stessi, si perdono di vista le cose più preziose
dell’esistenza umana: naturalezza,
talento, creatività e unicità.
Quando si trasforma il quotidiano in un palcoscenico in cui si recita
la parte del manichino o della comparsa, con il solito ruolo di
contorno, e si rinuncia a ciò che si desidera veramente, la SALUTE
è
a rischio: il
corpo “tradisce”, inciampa, prima
la schiena poi la pancia
… ma
proprio perché non vogliamo farci mancare nulla anche testa e le
difese immunitarie si fanno sentire.
Il ruolo “subordinato”
trasforma lentamente il soggetto in un essere debole, inutile, vuoto,
goffo e inadeguato.
na maschera grottesca che, oltre a “manipolare” le relazioni e soffocare ogni desiderio, nasconde una profonda e devastante aggressività rimossa. In questo modo, con l’accumulo di tensione, rancore e rabbia che acceca - spesso compressi da obblighi e da comandi non rispettosi - si rischia di annullarsi, di esplodere in questioni futili o di poco conto, sulle persone più vicine che non centrano assolutamente niente … un fenomeno gestito da modelli mentali rigidi che spengono la gioia di vivere, fanno tacere i veri desideri e spingono a svuotare di nascosto la dispensa o il frigo ogni sera. Da ciò non derivano unioni solidi e felici, ma nascono discordie e contrasti insanabili: cresce per compensazione - se non si vuole “esplodere” - una gran voglia di “trasgredire” (innescando così - per i più sensibili - un ennesimo senso di colpa). Se ci si ostina, inoltre, ad adeguarsi ad uno stile di vita altrui, diventerà sempre più faticoso capire il proprio ruolo, la propria identità, quel che si è in realtà e cosa si desidera veramente per il proprio benessere … un modo di fare, uno stile di vita perdente che, nel tempo, cronicizza! Si finisce in una recita continua: “Va tutto bene, sono felice, una vita perfetta, tutto procede per il verso giusto, sorrido, tutto ok - tutto ok (come recita quel famoso ritornello) … quando invece non se ne può più e nulla è perfetto! Così la vita noiosa e prevedibile, senza passione non scuote più, brucia i “sogni” e fa ammalare … il corpo modificandosi dice no, si ribella (ipotalamo e ipofisi materializzano, attraverso gli ormoni, il rancore represso … la solita zuppa: contrazione, infiammazione e lesione ... di nuovo bloccato a letto, come mai?). Lentamente la situazione sfugge al controllo e si deteriora: testa pesante, riflessi rallentati, poca memoria e umore incerto… avvolti in una specie di ottundimento emotivo niente INTERESSA e nulla ATTRAE.
e giornate sono abbastanza scontate e tendono a somigliarsi tutte.
Dove è finito quel desiderio straordinario di avventura,
quell’intensa smania di vivere e tutte quelle meravigliose
iniziative che un tempo davano quella benefica scossa, facevano
battere il cuore, rapivano, sorprendevano, sbalordivano, stupivano,
riempivano la giornata di cose 'solo' belle? Mah! E così, piano
piano ci si ritrova in silenzio a giustificare, a dire che sono tutte
cose di altri tempi, già passate e superate. Cosa vuole mai dottore, così
mi raccontava Stefano nei nostri incontri settimanali, sono tutte
cose da fanciulli, da irresponsabili, spinte dalla superficialità e
dettate dalla stupidità, appartengono ad un mondo antico, ad un
periodo della vita di grande "spensieratezza": alla
irragionevolezza giovanile.
Adesso la vita è più seria, più impegnativa, non bisogna mica
scherzare, si hanno altre responsabilità, altri doveri (parole
sue) …
nessuno
dice il contrario, ma
il
disagio, il tormento e il malessere, però, sono galantuomini, si
fanno sentire, aumentano, bussano con insistenza e con una certa
sfrontatezza alla porta della vita, sono sentimenti più che reali.
’ una sofferenza che arriva non perché sei “sbagliato”
ma semplicemente perché quella “fanciullezza”
negata si fa sentire in profondità, vuole tornare in campo, non vuole più stare in panchina a guardare …
ma
divertirsi
e
giocare
con la vita, essere parte attiva.
Viene per distruggere quei vissuti che ormai sono diventati una
gabbia, un vestito elegante, un accessorio "griffato", ma troppo
“STRETTO”
e, soprattutto, per portare via da quella palude biochimica cerebrale
in cui ci si è impantanati: nuovi
“volti” che premono, vogliono fasi sentire, spingono ad entrare in scena.
Chi è calato in una dimensione di “spontaneità”
- moderni studi di psiconeuroendocrinologia (PNEI)
e psiconeuroimmunologia (PNI)
lo confermano - percepisce più intensamente le sensazioni corporee
che danno benessere e felicità, sperimenta uno stato di maggior
consapevolezza delle proprie capacità … più
lucido e meno influenzato dalla fatica psicofisica e dallo stress.
Il quieto vivere obbligato, spesso subìto, come abbiamo visto,
diminuisce la fiducia in se stessi e la possibilità di esprimersi
liberamente … pian
piano porta l’autostima su un binario morto.
Un gesto privo di libertà e di autonomia che allontana da ciò che
si prova davvero.
a mancanza di conflitti, per alcuni, non è mai un
segnale di un’unione perfetta, ma solo una modalità reattiva
spinta dalla paura di deludere, di ferire o di far “scappare”
il partner (vedasi
il Disturbo Dipendente di Personalità).
Un’azione che non ha niente a che fare con la spontaneità e la
naturalezza del vivere insieme: la
sola finalità è quella di farsi accettare, far bella figura e
sentirsi più “bravi” … rimanere
inchiodati, vincolati a quei vissuti banali e noiosi anche se creano un senso di
desolazione, di estraneità e di lontananza da se stessi ... è davvero difficile cambiare!!! Un atteggiamento rivolto più a soddisfare un bisogno di consenso che
una reale volontà di dare un’impronta genuina alla propria
esistenza e spessore al rapporto. Sembra proprio che la vittima,
spesso intimidita, non riesca ad allontanarsi dal carnefice; pare sia
fissata, concentrata sul bisogno di piacere, di essere accettata e
al tempo stesso terrorizzata dal rifiuto e dal disprezzo: senza
l'energia necessaria e la giusta fiducia in se stessa non riesce a
prendere le dovute distanze, ad allontanarsi e a trionfare sul
dittatore.
Una strana, bizzarra e curiosa “intimità” mescolata ad un senso
di gratitudine (bisogno
di attenzione, considerazione)
e profonda ansia (timore
di essere abbandonati, respinti, rifiutati)
che si trasforma rapidamente in umiliazione quotidiana lasciando,
nella vittima, profondi e ben visibili cheloidi emotivi.
uando si
chiude la vita nel recinto del “buonismo”,
i disturbi come ansia, desolazione, amarezza, tristezza, depressione,
rabbia, panico, ossessioni e paure, fanno visita per aprire dei
varchi in un’esistenza cieca, spenta e bloccata. Un fenomeno più
vasto che va ascoltato, interpretato e capito per ritrovare un
benessere psicofisico generale e inaspettato … l’emozione
allora si trasforma in consapevolezza e guida l’armonia interiore.
Riconoscere e prestare attenzione ai propri bisogni e desideri, con
il rispetto che meritano, ricorrendo all’aiuto di un esperto
qualificato quando si è disorientati e “storditi”,
è sempre un investimento benefico; una
medicina salutare
che giova al benessere materiale e spirituale
...
si
diventa così, se lo si vuole, dei veri protagonisti, si vive senza
mai rinunciare al proprio ruolo reale, ad essere felici … se ne
esce più rafforzati.
i dice che “l'amore non è bello se non è litigarello”, ma non è necessario seguire questa locuzione alla lettera, cercando il capro espiatorio, la lite a tutti i costi al solo scopo di creare una tensione che è possibile scaricare in altre “attività” o comunque in una pace rituale. Evitare di litigare per stupidaggini, comunque, fa bene alla coppia e può favorire un rapporto vivo e frizzante ... diversamente si rovina la giornata, se non la vita, per NULLA.
ttenzione
ai rapporti colmi solo di lamenti e insistenti piagnucolii: piangersi
addosso continuamente si rischia di creare una “coppia sfortunata”
… ingessata e tormentata. L’errore imperdonabile nel rapporto è
quello del confronto, del paragone e, soprattutto, di far rivivere un
amore idealizzato. Alla larga dalla minestra “riscaldata”:
può avere un buon sapore ma ha perso le sue vere caratteristiche
“organolettiche” … manca il gusto del nuovo, della
prima volta e, soprattutto della novità. Il quieto vivere -
prodotto da abitudini, luoghi comuni e modi di fare - non solo
favorisce un equilibrio fermo, passivo, statico ed immobile, ma
condiziona sempre la creatività, blocca energie preziose e grandi
risorse interiori: tutto diventa scontato, ci si allontana dalla
passione, dai piccoli piaceri: si scivola lontano
dalla vita. Lo stare zitti e tutti buoni, per non
scontentare nessuno, per il timore di perdere stima ed affetto di
coloro che sono a fianco, non significa vivere una valida storia di
amicizia o “prova d’amore”, ma solo rapporti
striminziti, dipendenti, trattenuti e sofferenti.
on
farti MAI influenzare da chi vuole spegnere il tuo
entusiasmo, la tua vita, da chi vuole bloccare la tua voglia di
vivere, da chi cerca di ostacolare la tua vera natura. Fai attenzione
ai loro TRUCCHI, alla loro INVADENZA - non aprire le
porte alle personalità “estrose”, eccessivamente gentili ed
assecondanti, ai perfetti incantatori di serpenti, ai MANIPOLATORI
- non cadere nella loro trappola perché ti sfruttano, ti usano, ti
obbligano a fare la “crocerossina”, ti mettono
fuori gioco, ti confondono, ti fanno perdere la capacità nitida,
lucida e serena di valutazione, ti sfiniscono, ti indeboliscono, ti
succhiano completamente tutte le energie vitali, ti fanno sentire in
colpa, ti convincono che senza di loro non sai fare nulla, non fai
molta strada: sei sempre un partner mignon, insicuro e
bisognoso di cure … sono dei veri vampiri. ATTENTO,
con la scusa di aiutarti e proteggerti ti ingabbiano, ti annullano:
smantellano idee e progetti, creano dipendenza, rendono schiavi.
Prendi le distanze,
ALLONTANATI,
perché il loro punto “forza”
si basa sul ricatto affettivo; in mano a loro diventi vulnerabile, ti
convincono che vali poco senza la loro presenza, chiedono sacrifici
inutili e ti fanno AMMALARE!
' facile riconoscerli o smascherarli: appaiono
pieni di sogni grandiosi e con grandi idee immaginarie, si presentano
come superiori, altruisti e con una buona fluidità verbale, sono
bravissimi ad illudere e “alleggerire”
la vita pesante dell’interlocutore; molti, nel tempo, diventano
potenti parassiti, sono astuti nel convincere, chi è al loro fianco,
che è difettoso, che è
uno sbaglio ... un errore di fabbrica.
Altri, invece, sono dei veri campioni nel sedurre con mille lusinghe
e infinite strategie fantasiose, bizzarre e inutili. Una
cosa è certa, sono bravissimi nell’individuare i punti deboli e
amplificare le difficoltà altrui, usano gli altri per diventare più
forti, sono davvero maestri nel compensare qualche estemporaneo vuoto
emotivo. Se presti attenzione ti accorgi che il
rapporto con loro è il peggior investimento della tua vita, l'incubo
più grande della tua vita: sono noiosi,
fastidiosi, invadenti, pedanti e soffocanti, alimentano continuamente
rabbia e disagio, esasperano con il loro “saper tutto” ...
incoraggiano la dipendenza e
promuovono il senso di colpa.
aper riconoscere, con
una certa solerzia, la singolare astuzia, l'ingegno “meschino” e
le sofisticate strategie che questi personaggi usano per controllare
gli altri, permette di capire non solo l'altro, ma anche di che pasta
siamo fatti noi: se siamo di quelli che
crollano “sotto pressione” o di quelli che, invece, sanno
affermarsi … saper
reagire con fermezza oppure
allontanarsi con grande destrezza dai birbaccioni (la
consapevolezza permette di fare delle scelte, di decidere in maniera
libera ed autonoma).
sci da questo MALEFICIO,
rompi questo INCANTESIMO
infantile, rispolverando gli aspetti piacevoli della tua vita,
risvegliando la tua emotività, dando spazio alla tua autonomia, alle
tue scelte, ai tuoi entusiasmi, alle tue passioni e alle tue
decisioni, SOLO così puoi
delimitare il tuo spazio soggettivo, il tuo vero recinto, il tuo
territorio personale: all’inizio sarà
faticoso, anzi molto faticoso perché non si è abituati ad
esprimersi, ma pian piano, aumentando l’autostima e la tua
sicurezza, non sarai più in balia di illusionisti ed oppressori che
si rinforzano solo quando hanno una platea di fronte;
ma poi, finalmente, allontanerai dal tuo raggio d’azione
parassiti e “vampiri” emotivi, potrai sconfiggere questi strani,
curiosi e bizzarri personaggi che, anch’essi, purtroppo, per
sopravvivere sono costretti a recitare questa “farsa”, questo
strano copione … solo così, tornando
in possesso delle tue energie profonde e risorse più autentiche,
sarai immune dalla loro influenza malefica, potrai uscire da questi
intricati labirinti, fitte ragnatele e rapporti veramente malsani,
eviterai sofferenze inutili e, soprattutto, cosa più importante
MALATTIE invalidanti; esprimendoti liberamente, comunque, non solo
rompi questo meccanismo perverso di dominatori e soggiogati, non solo
fai del bene a te, ma potrai aiutare l'altro ad essere se stesso, più
naturale.
OMUNICARE
BENE RENDE IL RAPPORTO MIGLIORE E PIU' SODDISFACENTE.
Le
parole sono importanti diceva quel famoso regista (Film:
Palombella rossa di N. Moretti. Chi
parla
male,
pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole
sono importanti! … le
parole dette con superficialità, aggiungo io, possono far bene ma
anche molto male),
non solo nei rapporti interpersonali, ma anche, soprattutto, nel
rapporto di coppia. Anche il continuo tormentare, punzecchiare con
battute al vetriolo, taglienti come una lama di coltello da
macellaio, non sono da meno, sono modalità comunicative che
nuocciono e fanno andare alla deriva lentamente il rapporto. Certe
parole usate in maniera inopportuna - come
quelle non dette fanno male dentro
- possono diventare velenose, scatenare un senso di vuoto diffuso,
profonde insoddisfazioni, confusione, malumore e far esplodere litigi
inutili.
ossono diventare un pretesto per aggredire, isolare e
allontanare le persone, soprattutto, quando certe frasi sono
concentrate sul vittimismo, sul sacrificio e sulle lamentele continue
oppure possono spegnere completamente il rapporto quando le usiamo
per colpevolizzare o accusare l’altro. Anche le opinioni espresse
attraverso un’impronta apparentemente positiva possono diventare
disastrose, far vacillare anche la relazione più solida, rendere
infelici e malati, come ad esempio l’uso di certe espressioni
apparentemente innocue:
insieme siamo una forza invidiabile, una coppia PERFETTA,
solida a qualsiasi “bufera”, andiamo sempre d’amore e
d’accordo, in ogni momento della giornata siamo sempre lì,
instancabilmente, a tubare cipicip, cipicip e ancora cipicip; per
mettere in piedi questo rapporto ho lasciato tutto, ho rinunciato a
ogni cosa, persino cambiato lavoro e città, ed ora tu non puoi
mandare a ramengo tutto quello che ho fatto, i miei sacrifici, il MIO
GRANDE
investimento (calcolatore).
utte
parole piene di amarezza, rabbia e livore che rendono gli animi tesi
ed esplosivi anziché placarli; modi di pensare carichi solo di
aspettative, di rinunce e di sacrifici (sempre
in funzione di … mai in maniera spontanea, naturale, libera, leale)
…
ma
la coppia si nutre davvero di questo?
TUTTE
le cose che spengono, svalorizzano, inibiscono la coppia, vanno
affrontate e dette … dirle
ovviamente, nel rispetto dell’altro e con le dovute maniere …
solo in questo modo ciascun membro potrà evolversi e occuparsi
autonomamente dei propri bisogni … risvegliare passione, creatività
e talento … tutti elementi indispensabili al funzionamento della
coppia libera che sa amarsi, scegliere e decidere senza influenze
esterne.
Un
continuo tormento, un profondo malessere e diffusa tensione, inoltre,
fanno del male solo all’amore; vivere
continuamente per l’altro si perde se stessi … un
amore finito, se si cerca di riesumarlo, procura soltanto guai se non
ha qualcosa di vivace e frizzante da proporre … “rispolverare”
e “nutrire” quotidianamente il rapporto, non chiudere il partner
in gabbia, essere aperti ai brividi, all’avventura e
all’innamoramento permanente, rende la coppia solida e felice
… RICORDA,
l’amore, con i suoi mediatori chimici
dopamina e serotonina,
apre la mente e rende felici solitudine e
senso di colpa, invece, fanno sbandare, portano spesso a scegliere
“cose” non in linea con se stessi.
NB.
Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio
medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per
qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto
ha un valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
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