venerdì 10 luglio 2015

- DEPRESSIONE - ANSIA. Indecisione, disperazione

Indecisione… disperazione, depressione e ansia grave


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a sentimenti di impossibilità a nutrire speranze più moderati e cronici, col consueto accompagnamento di depressione e di ansia, possono essere meno evidenti. Essi possono durare da così tanto tempo da venire accettati come uno stile di vita; anzi, molte delle loro vittime non sospettano minimamente di essere depresse. L’origine della mancanza di speranza e della depressione si può trovare in uno stato cronico di delusione che fa seguito ad aspettative esorbitanti. Col termine “esorbitante” intendiamo dire “non conforme a ciò che in realtà può offrire” (irrealistico). Un successo, una vittoria negli studi o negli affari possono portare denaro, aprire porte o dare una  soddisfazione artistica. Ma se ci aspettiamo che queste cose ci diano salute eterna, immortalità o felicità garantita resteremo terribilmente delusi. Inoltre, un falso orgoglio predispone a cadute continue e a sentirsi privi di speranza.
Risultati immagini per depressione nei dipintiLe persone che hanno poca stima di sé sono sempre  più vulnerabili all’odio verso se stesse, e alla fine si accumula una grande quantità di rabbia verso di sé, verso quello che spesso viene sentito come un mondo che non si preoccupa di noi, e verso le persone con cui siamo in relazione. Ma per “andare avanti” e “far funzionare le cose”, spingiamo la maggior parte di questa rabbia al di fuori della coscienza: la comprimiamo. Una “compressione” praticata abitualmente è la causa principale della depressione cronica in cui tutti i sentimenti sono spesso stati sommersi. L’ansia si sviluppa simultaneamente perché questa rabbia repressa e non riconosciuta minaccia di affiorare alla coscienza per distruggere l’immagine piacevole di noi stessi che ci siamo costruita. Quale che sia l’origine specifica di tale condizione, riconoscerla è di importanza vitale perché essa è sempre rovinosa sia per il potere decisionale che per la salute mentale in generale. L’incapacità di prendere decisioni e i mediocri risultati delle false decisioni contribuiscono a incrementare l’impossibilità a nutrire speranze e gli altri sintomi che l’accompagnano, completando questo circolo vizioso. Quali sono i sintomi della depressione cronica  (…  spesso inconsapevole)?


entirsi impantanati: nessun posto in cui andare e nessun desiderio di andarci anche se ci fosse. Stanchezza cronica e insonnia. Vivere in “sordina”. Appetito scarso e peso cronicamente insufficiente.  Peso eccessivo e nutrizione compulsiva. Perdita della capacità di provare gioia e piacere. Formazione di relazioni distruttive. Non ottenere quasi mai le cose volute. Perdita di desiderio e soddisfazione sessuali. Auto deridersi e auto rimproverarsi. Vivere con lo sguardo rivolto al passato. Prevedere sempre dei disastri. Insoddisfazione cronica dei risultati ottenuti; perseguire troppi obiettivi. Stato cronico di noia. Sensi di colpa cronici. Predisposizione agli incidenti. Produttività sempre decrescente. Incapacità a spendere denaro per se stessi. Perdita del senso dell’umorismo. Preoccuparsi per malattie e la morte. 
Un sintomo particolarmente significativo in questo caso è la crescente incapacità a prendere decisioni effettive malgrado vengano compiuti grossi sforzi, a cui si accompagna generalmente una incapacità a portare a un compimento soddisfacente le azioni intraprese. 



Sentimento di colpa … bisogno di punizione


 sensi di profonda colpa sono spesso associati ad un irresistibile bisogno di punizione. Non sempre comunque risulta possibile fare una netta distinzione, differenziare tale sentimento dal bisogno di espiazione. Per un atto reprensibile che non dovrebbe “costare” più che una ‘piccola bacchettata mentale” sulla mano, si assiste alle volte a delle misure di punitive davvero emblematiche: totalmente sproporzionate. A questo riguardo è stato constatato, per quanto strano possa apparire agli occhi dei non addetti ai lavori, che esiste una frequenza davvero bizzarra di incidenti automobilistici che avvengono prima o dopo un incontro o visita ad un genitore in una casa di riposo. Al di là della perdita di concentrazione dovuta ad una naturale tensione emotiva o legittimo carico di stress, potrebbe anche trattarsi dell’espressione oggettiva di un bisogno inconscio. Nella mia attività di psicoterapeuta capita spesso di incontrare dei pazienti (depressi) che ‘resistono’ accanitamente ad ogni piccolo sollievo ai propri sintomi, che sembrano perdutamente legati alla sofferenza affettiva, e questo perché questa situazione assicura loro il ‘castigo’ che credono di meritare.





 

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COSA FARE.  Una volta che la difficoltà è venuta alla luce, qualsiasi cosa si possa fare per sollevare il morale va bene. Essere indulgenti con se stessi è di primaria importanza. Fare cose che erano piacevoli o che alla fine lo saranno senza badare a come ci si sente al momento è utile e altrettanto lo è fare nuove cose valide per se stessi. Anche aiutare qualcuno che soffre ci può giovare, perché in questo modo raduniamo le nostre risorse (… sono tante!). E qualsiasi piccola decisione, anche se porta ai successi più secondari, sarà di aiuto per cominciare a cambiare le cose. E’ estremamente importante capire che la mancanza cronica di speranza e la depressione non sono sintomi di “carattere debole”, o di “assenza di fibra morale” o di “fragilità di nervi”, ma di difficoltà sottostanti, che riguardano soprattutto la collera e l’ansia, per le quali la conoscenza di sé e l’indulgenza verso se stessi sono le medicine migliori. E’ importante non cercare di reagire a tutti i costi per dimostrare che si sta bene o per senso del dovere. Un consulto dallo specialista inoltre aiuta ad avere una giusta visione sul proprio stato psichico.

RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.




RICORDA, se non affronti i conflitti perché temi di perdere l’armonia, se inibisci continuamente l’aggressività perché ami i rapporti ‘troppo’ sereni, se continui a tacere e a sopportare ogni cosa per il quieto vivere “rischi” di inciampare nella depressione.




Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

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