Tipi di depressione
a depressione, detta comunemente anche malinconia o male oscuro, può essere definita, in senso generale, come una caduta della vitalità, perdita di interesse nei confronti della vita, degli affetti, del lavoro e delle amicizie, modificazioni dell’appetito e del peso (in eccesso oppure in difetto), problemi di concentrazione e difficoltà nell’assumere decisioni e responsabilità, sensi di colpa e di inutilità, calo della sessualità, alterazione del ritmo del sonno e, in casi gravi, pensieri di morte e suicidio. Può manifestarsi con sintomi fisici: il disagio psichico si esprime attraverso un mal di testa, mal di schiena, disturbi del sonno, un disturbo gastroenterico, palpitazioni, affaticabilità, sbalzi pressori. In questo caso specifico la corretta individuazione clinica diventa particolarmente difficile. I disturbi depressivi sono reali, dolorosi e invalidanti quanto un qualsiasi problema fisico. Il cibo, gli amici, il sesso e gli altri aspetti piacevoli della vita non riescono più a risvegliare nessun interesse. Esistono inoltre forme particolari di depressione come quella a esordio nel postpartum in cui il fenomeno si colloca nelle prime settimane successive al parto e può esprimersi in maniera davvero drammatica (pensieri di suicido, infanticidio, delirio). In generale i sintomi comprendono malinconia, ridotta capacità di concentrazione, disturbi fisici, sensi di colpa e di inadeguatezza, agitazione, ansia, affaticamento, perdita di interesse anche nei confronti del bambino e comportamenti ossessivi, per esempio continuare a controllare se il bambino sta bene.
Sentimento di colpa … bisogno di punizione
sensi di profonda colpa sono spesso associati ad un irresistibile bisogno di punizione. Non sempre comunque risulta possibile fare una netta distinzione, differenziare tale sentimento dal bisogno di espiazione. Per un atto reprensibile che non dovrebbe “costare” più che una "piccola bacchettata mentale” sulla mano, si assiste alle volte a delle misure di punitive davvero emblematiche: totalmente sproporzionate. A questo riguardo è stato constatato, per quanto strano possa apparire agli occhi dei non addetti ai lavori, che esiste una frequenza davvero bizzarra di incidenti automobilistici che avvengono prima o dopo un incontro o visita ad un genitore in una casa di riposo. Al di là della perdita di concentrazione dovuta ad una naturale tensione emotiva o legittimo carico di stress, potrebbe anche trattarsi dell’espressione oggettiva di un bisogno inconscio. Nella mia attività di psicoterapeuta capita spesso di incontrare dei pazienti (depressi) che ‘resistono’ accanitamente ad ogni piccolo sollievo ai propri sintomi, che sembrano perdutamente legati alla sofferenza affettiva, e questo perché questa situazione assicura loro il ‘castigo’ che credono di meritare.
oncludendo … la
depressione è unno stato emotivo caratterizzato da flessione dell’energia
accompagnata da tristezza ... si manifesta con profonde modificazioni nel modo
di percepire, negli atteggiamenti, nel comportamento, nella personalità e,
soprattutto, nell’umore. In generale questo stato emotivo è sia fisico sia
mentale. Sul piano fisico provoca una diminuzione dell’attività, un grande
affaticamento, insonnia ed un rallentamento delle funzioni organiche
(stitichezza, perdita dell’appetito … o voracità).
ttività: è uno degli aspetti
della vita psichica, accanto all’affettività e all’intelligenza. Essa
presuppone un dispendio di energia e implica la misurazione del risultato
raggiunto. Base dell’attività è il riflesso, risposta automatica a uno stimolo
che giunge dall’esterno. Le attività riflesse possono quindi corrispondere a
una successione di automatismi, tra loro necessariamente collegatisi, senza
alcuna partecipazione della volontà; è questo il caso delle abitudini.
L’attività volontaria al contrario può sorgere spontaneamente, in mancanza di
qualsiasi stimolo esterno; essa presuppone perciò scelta, deliberazione,
controllo, dipende dalle funzioni superiori del cervello. Comunque l’attività
“volontaria” non è identificabile con l’intelligenza; per esempio, vi sono
degli individui capaci di calcoli prodigiosi pur essendo, come si dice, dei
minorati psichici.
ffaticamento: Stato di eccessiva fatica che rende troppo lento, o addirittura impossibile, il recupero delle forze. A lungo andare provoca dei disturbi psichici. L’affaticamento si manifesta quando un lavoro fisico o mentale supera per durata ed intensità i limiti della resistenza fisiologica. Le cause possono essere la fatica muscolare, la mancanza di sonno, un’alimentazione sbagliata, l’abuso di sostanze tossiche, i troppi obblighi sociali o intellettuali. Tali cause sono spesso aggravate da ansietà e tensione psichica, che contribuiscono a rendere più febbrile l’attività del soggetto affaticato. C’è tutta una psicologia del “lavoratore indefesso” che non si ferma mai, preso com’è nell’ingranaggio dell’ambizione, della creazione; il lavoro per lui, non è più un “mezzo per riuscire”, ma diventa uno “scopo in se stesso”. Se l’attività del soggetto affaticato non viene subito bloccata, sopraggiunge l’esaurimento, che rischia di menomare gravemente la salute fisica e psichica. I sintomi sono: incubi che si ripetono, fuga di idee, disturbi della memoria, perdita dell’attenzione. Nel bambino, invece, l’affaticamento scolastico è spesso il risultato di una errata distribuzione dei programmi e dell’eccessiva importanza data dell’emulazione, allo spirito competitivo, qualche volta nella smisurata ambizione dei genitori. Da se stesso il bambino non è portato ad affaticarsi; resiste con la pigrizia, la disattenzione, che sono naturali reazioni di autodifesa.
ncapacità di provare gioia, piacere,
coinvolgimento emotivo. Perdita completa di interesse per i rapporti sessuali:
primo sintomo a comparire e ultimo a lasciare la scena. Rallentamento motorio e
lentezza di pensiero: la caduta del rendimento lavorativo è garantita. Dal punto di vista psichico si nota una
diminuzione della capacità di attenzione, incapacità di ricordare. Il minimo
ostacolo sembra insormontabile. Alcuni soggetti predisposti hanno tendenza a
versare torrenti di lacrime senza alcun motivo reale. Inoltre è in casi di
grave depressione che si arriva al suicidio.
Stato
depressivo costituzionale: questi stati
sono durevoli. Di coloro che ne sono colpiti si dice che sono i “nati stanchi”,
che sono “incapaci di uno sforzo di volontà”.
olontà: tensione mentale
che spinge all’azione. Potere che l’uomo possiede di rappresentarsi uno scopo e
di realizzarlo o meno. La psicologia classica distingue quattro momenti
nell’atto volontario: l’ideazione, la
deliberazione, la decisione, l’esecuzione. Ma la natura stessa della
volontà sfugge all’analisi. Alcuni pensano che sia subordinata alla condotta
razionale; ma, di fronte ad una scelta tra due cose ugualmente allettanti, c’è
da chiedersi perché un individuo improvvisamente decida per una piuttosto che
per l’altra. Senza dubbio decide in base ad impulsi inconsci, quindi
irrazionali. In generale si ammette che la volontà esprima l’equilibrio tra la
pressione del dinamismo istintivo e le motivazioni dettate dalla ragione. La
volontà non è una forza, ma l’equilibrato adattamento delle forze. Mancanza di
volontà: l’abulico, che manca di volontà, è un individuo tormentato da tendenze
contraddittorie. La sua personalità, non completamente formata, non sa operare
la scelta giusta.
La sua
intelligenza può essere buona, ma è come ripiegata su se stessa. Nei casi
costituzionali, per fortuna molto rari, ogni incoraggiamento è inutile. Sono
degli abulici.
bulia: il soggetto
abulico è capace di rappresentarsi concettualmente ciò che intende fare e non
manifesta nessun’altra incapacità; tuttavia non riesce – o solo con molta
difficoltà – a passare dall’intenzione all’azione. L’abulia si accompagna anche
a numerose forme di malattia: melanconia, depressione, ossessione. Si può
lottare efficacemente contro le forme più leggere di abulia con una maggiore
responsabilità del soggetto, con l’esercizio sistematico della volontà. Nei
casi gravi buoni risultati si ottengono con una psicoterapia del profondo.
uttavia una educazione oculata, permetterà di lottare contro questa patologia che rischia di aggravarsi se l’ambiente familiare favorisce la pigrizia naturale del soggetto.
Depressione
reattiva: la prognosi per questo tipo di
depressione, dovuta a cause esterne, è meno grave. Una volta eliminata la causa
della depressione, il soggetto riprende la sua energia e la depressione
“scompare” le cause di depressioni passeggere sono, per esempio, dovute ad un
grande dispendio di energia fisica o
psichica. Il riposo, permette di ritrovare una vitalità normale. In caso di
affaticamento intellettuale, non è consigliabile il riposo a letto, ma
piuttosto un’attività fisica moderata, adatta alla costituzione del soggetto. Un
trauma affettivo troppo violento può avere lo stesso effetto
dell’affaticamento. In questo caso è ancor più consigliabile lo spostarsi in un
ambiente diverso, perché si evita di ritornare frequentemente sull’avvenimento
che ha causato il trauma. Il depresso è una persona bisognosa di affetto e a
volte i pensieri di morte ricorrenti ed espressi servono a cercare di ottenere
l’attenzione e l’appoggio dei familiari. In ogni caso le persone accanto devono
prestare la massima attenzione all’emergere, attraverso i più diversi segnali,
di questi propositi di morte che possono avere anche un esito letale. In
particolare si dovrà far capire al depresso che tali pensieri di morte che si
affollano nella sua mente non sono niente altro che il prodotto di tale
sofferenza che lo ha colpito.
’ importante sottolineare che questa sofferenza
come ha fatto la sua comparsa può anche andarsene: tornare a situazioni di
benessere. Non dobbiamo MAI dimenticare che lo stato d’animo di ogni individuo
è sempre determinato dai pensieri che si coltivano dentro. Essere allegri o
malinconici, felici o infelici, contratti o rilassati non dipende -
contrariamente ad una convinzione piuttosto diffusa - da fenomeni esterni, da contrattempi, dagli
imprevisti e dalle difficoltà in generale. Fondamentali sono i pensieri che
quelle situazioni o quegli eventi sollecitano.
Ogni intervento, quindi, sarà rivolto non solo a ricostruire a livello
di comportamento e autostima una personalità che può uscire profondamente
segnata dagli effetti di questo disturbo ma anche effettuare un’azione
preventiva rendendo più difficile in futuro
il verificarsi di ricadute … imparare a controllare i pensieri
“spazzatura” che affollano la mente.
Fai esercizio fisico, smettila di piangerti
addosso, di recitare il personaggio di sempre, di indossare ogni giorno la
stesa maschera … cambiala! … ricaricati attraverso un buon sonno ristoratore … basta
frequentare gli stessi luoghi, non pensare solo a te stesso, ma ogni tanto
allenati a pensare un po’ anche agli altri, non esagerare con cibo, alcol e
caffé.
… spesso passa
inosservata perché si mimetizza nella stanchezza (la giornata si riempie di
pensieri tristi, noia, fatica, apatia, disinteresse, sconforto… con i soliti
percorsi psichici il quotidiano si
colora di scarso entusiasmo e poca iniziativa) e nell’iperativismo (si ha
paura, di entrare in contatto con se stessi, le proprie angosce, di percepire
quel vuoto incolmabile… troppa ansia, tanta esuberanza, azioni del tutto
inutili, falsa vitalità e eccessiva allegria per essere vera ).
ICORDA, come la mucca caccia via istintivamente con la coda la mosca sulla sua schiena, anche tu hai il diritto di opporti a tutte quelle aspettative altrui che non ti appartengono e che spesso ti senti costretto a seguire, quei vincoli che non fanno per te … quelle cose che ti spingono a sacrificare le tue inclinazioni naturali, le tue vere esigenze: prenditi il tuo spazio, segui i tuoi progetti, le tue priorità, esprimi le tue passioni … la tua unicità (non è difficile, con l’allenamento emergerà un senso di soddisfazione, di piacere e di libertà).
… lo sapevate che
l’olio essenziale di Rosa, oltre a calmare, stimola in profondità le emozioni…
utile per “gestire” le arrabbiature (un paio di gocce in un fazzoletto,
aspirare l’aroma e via…), mentre l’olio essenziale di Neroli aiuta a far
emergere quel mondo emotivo che tendenzialmente si cerca di tenere ben nascosto
e che dire, in questo particolare stato di stanchezza, dell’olio essenziale di
Rosmarino che rende lucidi e più decisi, non meno importante è l’olio
essenziale di Melissa che stimola a ritrovare l’amore per la vita, poi c’è
l’olio essenziale di Mandarino che porta un senso di protezione e sposta
l’umore verso l’asse della serenità.
ICORDA, se non affronti i conflitti perché temi di perdere l’armonia, se inibisci continuamente l’aggressività perché ami i rapporti ‘troppo’ sereni, se continui a tacere e a sopportare ogni cosa per il quieto vivere “rischi” di inciampare nella depressione.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
Nessun commento:
Posta un commento