Panico
nei bambini ... un modo per chiedere aiuto
ell'infanzia
è un fenomeno molto raro, perché i piccoli a differenza degli adulti,
non sono dotati di strumenti cognitivi per inquadrare razionalmente il
conflitto interiore che genera il panico in età matura. Ma anche se non
sa cronicizzare il suo malessere, il bimbo può comunque, attraverso
comportamenti e segnali fisici - cui dobbiamo prestare SEMPRE la massima
attenzione - esprimere le sue paure e chiedere in maniera più o meno
evidente attenzione ed aiuto. Ad esempio, il pianto disperato di un
neonato che sta poco in braccio ai genitori, non va sottovalutato (alla
larga da coloro che sostengono che coccolare e accarezzare si creano
bimbi deboli e pieni di capricci... senz'altro più sicuri e autonomi).
Allo stesso modo non deve essere trascurato il pianto violento e
singhiozzante di bambini più grandi, che per piangere si nascondono
dietro una tenda o dentro un mobile, alla ricerca di protezione. Altro
fenomeno da non trascurare è il repentino cambiamento di carattere di un
bimbo di natura solare, che diventa inspiegabilmente violento o
reattivo; oppure la "paralisi" motoria - accompagnata da sudore,
mutismo, pallore - che irrigidisce il bambino che prova paura. Può anche
predisporre al panico la "figura di riferimento" che ha lo stesso
problema: un genitore apprensivo e spaventato può "contaminare" con le
sue ansie persino il feto che porta nell'utero attraverso la produzione
ormonale eccessiva (adrenalina) ... il bambino nel tempo assorbe le
paure altrui e le fa proprie. Non dobbiamo mai dimenticare che da
piccoli, vivendo in un mondo di adulti, abbiamo fatto tutti l'esperienza
di non avere alcuna autorità, di essere ignorati e di sentirci meno
importanti di altri ... la nostra felicità parte da qui, dal superamento
di queste esperienze senza esserne "schiacciati".
olo se riusciremo a giungere ad uno stato di serena tranquillità, assaporeremo la felicità della nostra vita quotidiana, anche nei suoi più semplici aspetti, e sentiremo che dentro di noi qualcosa sta cambiando: affiorano altre idee, altre intenzioni, altre possibilità, un altro modo di affrontare la vita. Nell'infanzia le fobie infantili più frequenti sono: terrore del buio, timore di essere abbandonati, ansia del confronto con i coetanei nelle situazioni collettive (gioco, sport, scuola) ... se si incoraggia il bimbo a parlare della sua fobia, se la butta fuori attraverso la parola, si calmerà all'istante. Nel processo evolutivo, il ragazzino può sviluppare il terrore di non crescere dal punto di vista fisico, di non saper padroneggiare i suoi impulsi sessuali, di non essere riconosciuto e accettato dal gruppo di coetanei. I sintomi da "mal di scuola".
olite: paura di situazioni e persone; mal di stomaco: tensione emotiva, si sente solo; mal di testa: conflitto e sofferenza non "metabolizzati"; disturbi cutanei: fragile e attaccabile, soprattutto nel rapporto con gli educatori e i compagni ... è vulnerabile allo stress e alle critiche. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e capiti nei lori conflitti e disagi, senza essere gravati da quelli degli adulti. Impariamo ad ascoltarli, a consolarli e a comunicare loro con affetto (sempre in maniera naturale e spontanea, mai per compensare carenze o sensi di colpa) ... cresceranno sereni.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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