Infelicità … negatività nei rapporti
olti dicono:
sarò felice solo e soltanto quando avrò la macchina nuova di moda in quel
momento, la compagna o l’amante ideale, quando incontrerò chi mi capirà
completamente, quando avrò più soldi nel portafogli, quando sarò più simpatico
e piacerò di più ai miei amici, quando sarò magro come un grissino … quando, quando e, ancora, quando, ma quando realmente?
In realtà, al di là della precarietà, di storie scricchiolanti, di uno stile di
vita deludente, di eventi particolarmente drammatici, fastidiosi e dolorosi che
la vita può riservare, essa è determinata da un modo di reagire, da un
procedimento mentale, da uno sguardo senza più stupore su quello che già
possediamo … se uno è sempre infelice è perché non “vede” o come dice la cultura
popolare perché si è inclini a vedere il bicchiere mezzo vuoto. E’
nella vita di tutti i giorni che l’individuo si sviluppa, cresce, arricchisce
le proprie conoscenze, impara a difendersi, ad attaccare, a decidere, a
progettare il futuro, impara a soffrire, a perdere, a essere pessimista, a far
fronte alle tante incombenze familiari e sociali. Tutto ciò, non
dimentichiamolo, nessuno è responsabile, ma è sempre il risultato di esperienze
passate (incontro – scontro) con il proprio ambiente. Questa o quella
personalità è frutto della nostra storia (reale o solo pensata), del nostro
processo evolutivo … siamo tutti, nel bene e nel male, dei “sopravvissuti” con “lividi”
e “cheloidi” più o meno profondi e dolorosi.
a felicità, infatti, non è la realizzazione di un progetto o di quello che avremo, ma un modo di essere in quel preciso istante, in quella realtà, senza caricarlo di eccessive aspettative e deludenti proiezioni. Collegare o legare eventi al passato genera confronti, rimpianti e rimorsi (depressione) mentre proiettarli nel futuro, proprio perché è un tempo carico di incognite, si crea uno stato costante di attesa, disagio, insoddisfazione, frustrazione, apprensione, timore che le cose prendano una piega indesiderata, paura di non essere all’altezza della prestazione, ansia rispetto all’obiettivo, sfiducia, tutti fattori che “inquinano” il terreno psichico, fino a percepirsi “indefiniti e provvisori”, in balia degli eventi … ovvero, quanto di più lontano ci sia dalla felicità. Se non ci attaccassimo alla sofferenza come un cordone ombelicale, l’infelicità sarebbe molto più fugace ed effimera. Tale stato lo manteniamo attivo attraverso strategie mentale, stili di vita e un preciso modo di pensare. La mente è come una spugna che assorbe ciò che pensiamo e lo trasforma in chimica, in scariche elettriche, ormoni, neurotrasmettitori, comandi che modificano il corpo. In molti individui, infatti, c’è una tendenza diffusa a lasciarsi “dominare” e influenzare perennemente da certi stati emotivi (rendere permanenti situazioni provvisorie): noia, malinconia, disorientamento, crisi … significa che i tratti depressivi hanno già bussato alla porta. Si gira in tondo avvitandosi su se stessi. Quando si è già in queste condizioni significa che la depressione ha preso completamente il controllo. Vivere perennemente in uno stato di infelicità, non solo si modifica la biochimica cerebrale ma si influenzano negativamente i rapporti sociali in generale: contagia sempre gli altri con pessimismo e conflittualità.
ualche segreto per vivere … felici (sono operazione che richiedono un continuo allenamento, dipende dall’attenzione con cui le realizziamo, le mettiamo in pratica).
. . Imparare ad apprezzarsi (essere tolleranti con se stessi);
. . Mantenere il controllo della propria vita;
. . Vivere il presente;
. . Trovare dei motivi di soddisfazione;
. . Fidarsi delle proprie intuizioni e lasciarsi trascinare dalle
sensazioni;
. . Rimanere sensuali e godere di qualche “vizio”;
. . Sapere conservare l’entusiasmo e, soprattutto, la curiosità;
. . Non
nutrire aspettative irrealistiche;
. . Gironzolare senza una meta precisa, con la
mente attiva e tutti i sensi vigili;
. . Concentrarsi sulle azioni, essere presenti
a se stessi, sentire;
. . Rallegrarsi delle proprie opere, dei propri lavori;
. . Osare in qualche trasgressione, in piccoli piaceri egoistici.
… mai dimenticare che sei unico e, soprattutto, creativo!!!
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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