Pelle … “specchio” dell'anima
a
pelle rappresenta il limite estremo del corpo umano: Io - Tu.
Ci separa dal mondo esterno e, di fatto, volenti o nolenti, è quello
che mostriamo agli altri. La pelle svolge molteplici funzioni:
elimina i prodotti di rifiuto inutili all’economia
dell’organismo, mantiene stabile la temperatura corporea attraverso
le ghiandole sudoripare, rappresenta la base del tatto con le sue
sofisticate terminazioni nervose. La pelle, in genere, è in
rapporto con l’autovalorizzazione nei confronti dell’esterno, è
il simbolo della nostra identità, ciò che mostriamo al mondo … ci
permette di conoscere le cose e di entrare in relazione con gli
altri. Trattandosi dell’involucro del corpo,
rappresenta l’immagine che abbiamo di noi stessi. Quando proviamo
disagio nei confronti dell'ambiente circostante o delle persone in
generale, la pelle “parla”, si fa sentire
attraverso un arrossamento, una secchezza, una lesione o un
indurimento. Questo sofisticato e prezioso tessuto, attraverso
l'interno e l'esterno, ben si adatta a comunicare disadattamento,
aggressività, insicurezza, frustrazione e difficoltà di rapporti.
La pelle, senza addentrarci nei disagi gravi come la patomimia
cutanea (autopunizione corporale: pizzicamento,
sfregamento, tagli, bruciature … veri e propri tratti psicotici),
attraverso le sue patologie, può venire infatti utilizzata come
difesa da interporre tra sé e gli altri. Il problema cutaneo,
spesso, non solo segnala che il nostro “confine”
col mondo non è più in equilibrio, ma è connesso anche con un
senso di vergogna nei confronti di se stessi. Le persone in
questione, infatti, prestano eccessivamente attenzione a ciò che gli
altri possono pensare di loro, e ne prestano troppa anche al proprio
giudizio; soggetti insicuri circa le loro capacità che, pur sapendo
di avere molte risorse, non riescono ad esprimerle come vorrebbero.
on si consentono di essere appieno se stesse, e facilmente si
autorifiutano. Spesso si sentono colpite nella loro integrità; sono
persone molto sensibili a tutto quello che accade esternamente e,
quindi, si lasciano troppo facilmente “toccare”
dagli altri. La pelle è un organo visibile tanto per se stessi tanto
per gli altri; sicché più il problema è manifesto, più crea
disagio, più indica che il proprio modo di pensare e le proprie
credenze nei confronti di se stessi disturbano parecchio ed è
urgente provvedere … “sentire” (più che capire)
cosa c'è che non va. Il messaggio dei problemi cutanei è
importante: concedersi d’essere un essere umano, con le sue
debolezze, i suoi limiti e le sue paure, senza credere, per
questo, di non valere nulla. La pelle è l'organo più
grande e completo del corpo umano: copre mediamente circa 17.000
centimetri quadrati. Quando alcuni organi - come reni,
vescica, polmoni e intestino - sono “affaticati” diventa un
prezioso 'assistente' nello scaricare le tossine, le impurità del
corpo … serve a regolare la temperatura ed è anche, come già
sottolineato più volte, un territorio di "confine", la
nostra "frontiera", il nostro "limite".
volge una funzione respiratoria molto importante, attraverso i
pori della pelle: assorbe ossigeno. E' quella parte del
corpo che non passa mai inosservata, bella o brutta che sia non
possiamo nasconderla e, quindi, la dobbiamo far vedere ... anche
'camuffata' si fa notare immediatamente … si
vedono subito l'invecchiamento e le sue affezioni. Uno dei
suoi compiti principali - oltre a tenere unito il corpo - è
quello protettivo: una barriera con il mondo esterno
(batterico, relazionale, emotivo) … una corazza
protettiva in grado di bloccare le “invasioni” emotive
pericolose. In realtà, ci permette di entrare in contatto
direttamente con il mondo circostante fisico e relazionale. Questo
“guscio” non solo ha il dono miracoloso di
autoripararsi, ma in esso sono "memorizzate"
anche tutte le nostre esperienze e le nostre emozioni più antiche: i
nostri “lividi” più profondi ... i conflitti più
reconditi (accettazioni, rifiuti, abbandoni) …
comprese le nostre proteste
silenziose. Senza dubbio è il nostro principale e più
interessante organo di contatto. I segnali così percepiti vengono
inviati, provocando in tal modo una sensazione, direttamente al
cervello (gradevole o sgradevole) … ci
informa delle "cose" con cui veniamo a contatto, anche
quelle che “irritano” e che fanno diventare la cute una perfetta
mappa, una insostituibile cartina geografica piena di "segni".
n tessuto che permette di riconoscere lo stato emotivo di ogni persona. La collera imbianca il volto, la vergogna rende bordeaux, il terrore sbianca come un lenzuolo e la rabbia colora di giallo ... verde di bile. Quando poi arriva un attacco di panico, per spegnere i “bollenti spiriti”, sudiamo abbondantemente (abbassa la temperatura). Il cambiamento cromatico permette di individuare lo stato di salute di una persona. Il rapporto, quindi, tra disagio emotivo e malattie della pelle è un fatto ormai accertato da vecchia data. Paura, collera e ansia possono determinare l'aumento di sudorazione (iperidrosi). Il sudore indotto dalle emozioni si concentra soprattutto sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sulle ascelle, mentre quello causato dal caldo interessa principalmente la fronte, il collo, il torso, le braccia e il dorso delle mani. In condizioni di stress prolungato, l'eccesso di sudorazione è spesso causa di rash cutanei, vesciche e infezioni che richiedono un trattamento con sostanze appropriate.
a depressione e l'ansia hanno l'impatto più forte sulle condizioni fisiche. Forti depressioni sono associate a colpi apoplettici e a certe condizioni dermatologiche come la psoriasi e l'acne. I modi di dire tipici sulla pelle sono davvero tanti e significativi; espressioni popolari che sottolineano questo fenomeno attraverso emozioni e stati d'animo sono: “Non sto più nella pelle, Cambiare pelle, E' una questione di pelle, Mettersi nella pelle di qualcuno, Avere i nervi a fior di pelle, Avere la pelle dura, Rischiare la pelle, Avere paura di rimetterci la pelle, Tenere alla propria pelle, Fare la pelle a qualcuno”. Ciò che osserviamo sulla pelle umana altro non è che la storia, il racconto di ogni individuo intriso di ricordi e di vissuti emotivi: fierezza, gioia, debolezza, vergogna e pene varie. Certi disturbi cutanei - restando sempre con i piedi per terra - non sono solo determinati dalle difficoltà emotive vissute nel presente, ma anche il segno di “sofferenze” sperimentate in passato con gli altri; un avvertimento delicato, ricco di indicazioni, a volte un po' irruento, ma sempre un segnale che stimola a prendersi cura di se stessi. La pelle, infatti, essendo il primo organo di contatto con il mondo esterno, costituisce una struttura privilegiata nella vita di relazione. E’ proprio in base a questi contatti primordiali che il bambino sviluppa la propria identità, la consapevolezza di esistere ... di essere accettato, rispettato e considerato … una persona importante, di grande prestigio, di valere.
isulta
fondamentale il rapporto con le prime figure di riferimento e con le
persone significative: la gravità della sintomatologia è
sempre condizionata dal tipo e dall’intensità del rapporto
affettivo. Una pelle calda avvicina mentre una cute
fredda allontana; la vita inizia così: con un gelo rifiutante
o con un tepore gradevole e accogliente. La patologia
cutanea insorge come espressione di emozioni trattenute o di impulsi
non soddisfatti. Riporta inesorabilmente a galla vecchi segreti e
temi emotivi conflittuali … un fenomeno che “sboccia” a
fior di pelle. Una lotta interiore che si fa sentire, si
disegna, si rende visibile nella cute. Il desiderio primario represso
(amore, accettazione, calore, tenerezza) agisce
sul meccanismo endocrino e il sistema nervoso vegetativo,
determinando a sua volta delle lesioni epidermiche. Facendo un
esempio concreto, un individuo poco amato nella prima infanzia (poco
toccato, coccolato, accarezzato … rifiutato) potrà
sviluppare in futuro l’eczema oppure se è stato privato
completamente di affetto, potrà manifestare la sua “cicatrice”
affettiva con la psoriasi … quando
nella fase evolutiva si incontra una
figura di riferimento dura,
fredda, insensibile e distaccata non ci sono molte scappatoie … a
volte la soluzione migliore è gettarsi nella “follia”!
I problemi cutanei - poiché coinvolgono un organo con un ruolo
sociale ben preciso - parleranno sempre della nostra realtà
interiore e delle relazioni con gli altri: contatti,
barriere, scambi, fragilità, pene, tenerezza, limitazioni,
separazioni, abbandoni, paure, allontanamento, libertà, narcisismo,
vulnerabilità, vergogna, verità, bugie, piacere, controllo,
isolamento. Il corpo diventa il palcoscenico dove
viene rappresentata questa sorta di dramma interiore e, la pelle,
come prima 'donna', scrive su di sé tutti i segreti
più reconditi … racconta la sua
storia, rivela profondi processi psichici e invisibili rapporti
emotivi (buoni
o cattivi).
OSA
FARE. L'intervento terapeutico non
dovrebbe mai ostacolare, bloccare l'espressione patologica, ma la
deve far vivere ed affrontare in maniera soggettiva e diversa:
placarla nella sua globalità e, soprattutto, nella sua grande
umanità. Risulta fondamentale allearsi con la propria vita affettiva
anziché subirla (istintualità, vitalità, passionalità):
mai soffocarla; lasciare “bruciare” la passione
invece della pelle. Spesso, infatti, c'è la tendenza a non
esprimere, a trattenere le proprie emozioni e reazioni perché si è
convinti che non verranno accettate dagli altri oppure si crede che
potrebbero essere troppo distruttive e negative. E' importante farsi
sentire, alzare la voce in modo da sbollire tutti i “pruriti”
relazionali, esprimere nel tempo presente irritazione e contrarietà,
purificare la mente da pensieri e tensioni … lascia che la
tua pelle si faccia portavoce della tua vera voglia di vivere.
l
disagio cutaneo può anche “denunciare” una intossicazione
alimentare. Combinazioni alimentari sbagliate, alterando il
metabolismo, possono indebolire il sistema immunitario. Il primo
passo, quindi, è quello di disintossicare l'organismo; assumere in
grandi quantità verdure, ortaggi e frutta. Eliminare invece tutti
gli alimenti che producono “calore”: grassi saturi animali e,
soprattutto, zuccheri semplici; un atto preventivo che deve sempre
essere preso in considerazione a prescindere dalla patologia in atto,
perché disintossica l'organismo, rinforza il sistema immunitario e
regola il metabolismo … va a smaltire tutte le tossine
accumulate nel tempo. Per rimuovere tutte le tossine dai
tessuti e convogliarle verso gli organi (emuntori) deputati
alla loro eliminazione (intestino, polmoni, reni, cute),
utilizzare: eucalipto, lavanda, menta, timo (polmoni),
bardana, calendula, amamelide, viola del pensiero (cute),
betulla, uva ursina, ginepro, zenzero (reni), fico,
lino, mirtillo, malva (intestino). La mossa vincente,
in ogni caso, è quella di depurare il fegato con: cardo mariano,
carciofo, tarassaco, rosmarino. Per
una pelle color pesca e lucida: Vitamina A, C, E, bioflavonoidi,
zinco, EPO, EPA.
nche l'oligoterapia che non deve mai essere considerata un semplice palliativo, affiancata da altre metodiche terapeutiche più specifiche, può aiutare ad affrontare certi “inestetismi”: Zinco – Rame, Manganese, Zolfo … Rame - Oro - Argento per tratti depressivi e sistema immunitario.
UESTA BREVE ESPOSIZIONE HA SCOPO SOLO INFORMATIVO E NON CURATIVO. IL FINE DI QUESTO LAVORO (come ogni articolo pubblicato) E’ QUELLO DI INFORMARE, “TOCCARE” QUANTE PIÙ’ MENTI POSSIBILI IN MODO TALE CHE OGNI SINGOLO INDIVIDUO POSSA ESSERE STIMOLATO AD APPROFONDIRE (se lo desidera) I VARI ARGOMENTI TRATTATI E, QUINDI, ESSERE IN GRADO DI FARE SCELTE IL PIÙ’ POSSIBILE MIRATE, RESPONSABILI E CONSAPEVOLI PER IL PROPRIO BENESSERE. RIFLETTERE, POTER SCEGLIERE E DECIDERE LIBERAMENTE … PER CRESCERE.
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