Medicina Psicosomatica
(Specializzazione quadriennale conseguita nel 1982 c/o l'Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano)
in
dall'antichità si è sempre saputo che i sentimenti e le emozioni
producevano una certa ripercussione sull'organismo. Questo
orientamento scientifico sostiene, quindi, che la malattia nasce dal
rapporto dell'individuo col suo ambiente, per cui vengono presi in
considerazione tanto l'aspetto psicofisico che gli aspetti
ambientali. La
medicina psicosomatica afferma, dunque, che l'emozione è spesso
determinante nell'eziologia della malattia.
Tuttavia, è bene ricordare che una particolare situazione ha un
preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto,
della sua storia e del suo sviluppo fisico e psichico (rapporto
cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva). Se
l'espressione motoria - verbale dell'aggressività o dell'angoscia -
è ostacolata, bloccata, le scariche del sistema nervoso centrale
verranno orientate verso il sistema vegetativo provocando disturbi
patologici nella funzionalità degli organi; caratteristica presente
e molto evidente anche nei quadri clinici depressivi.
. Alexander (1891-1964) psicoanalista statunitense di origine ungherese è stato il principale ideatore della medicina psicosomatica. Esso considerava la malattia come una funzione di parecchie variabili: ereditarietà, esperienze primordiali della prima infanzia, sonno, educazione, traumi affettivi e clima affettivo. In altri termini sostiene che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica propria. In questo modo si possono descrivere particolarità psicologiche dell'asmatico, dell'obeso, dell'ulceroso, del coronare, del colitico, dell'anoressico, del bulimico e di ben altri ancora, addirittura il tumore.
orpo
e anima, quindi, principio vitale comune a ogni essere vivente,
secondo questo orientamento scientifico non dovrebbero mai essere
divisi l’uno dall’altra. E' lecito sospettare che, in determinate
circostanze, alcuni fattori psichici, come sentimenti, stati d’animo
e passioni, possano avere anche una certa “responsabilità” nella
malattia … come
dire, c'è abbastanza fumo per sospettare un grande falò!!! Il
vissuto di ogni individuo è fondamentale per conoscere la malattia:
vivere ad esempio in un ambiente “freddo” ed ostile, avere una
madre (una figura di riferimento) “sbagliata”, gestire colpe che
tormentano, affrontare paure che ingabbiano, invidia che corrode,
orgoglio che svaluta all’infinito, sono tutte cose che possono
determinare modelli mentali che intralciano l'esistenza e fanno
soffrire;
vissuti che non solo producono la sensazione diffusa di non essere
amati, di non essere accettati, di non aver diritto a nessun
riconoscimento, ma si legano a malattie ben precise che remano contro
il benessere reale e la felicità quotidiana di ogni essere vivente.
ncora oggi, purtroppo, chi soffre di un disagio emotivo viene considerato un malato di serie “B”, spesso, nessuno gli crede, viene guardato con sospetto e colpevolizzato, escluso dalla vita reale, spesso considerato bugiardo, cattivo, meschino… così piano piano lo sguardo su di lui si trasforma in disprezzo e la sofferenza in vergogna: in breve una persona fastidiosa a cui sono attribuite intenzioni cattive e, quindi, il minimo che si possa fare è cacciarlo dal gruppo dei "veri" malati in modo tale che non possa più tormentare le persone "perbene" che stanno intorno. Il loro segnale è sempre categorico, invadente, preciso ed inequivocabile: noi siamo i migliori, tu inferiore, un incapace, non puoi competere con noi, non sei all'altezza … vai altrove, questo non è il tuo posto!!! Ricordiamolo bene, queste persone sono il “risultato” di dinamiche strane, di cose che si portano dentro senza averne la minima idea, non sono né diaboliche, né malvagie, né cattive, né subdole: soffrono soltanto in maniera esagerata. Un malato di questo tipo non deve mai essere neutralizzato, escluso e, tanto meno, abbandonato perché è "incapace" di vivere da solo se non con grande disagio e sofferenza: la sua vita, purtroppo, se la "distrugge" già da solo!!! RICORDA, nessuno ha colpa di essere nato a Ferrara anziché a Bologna, di essere un maschio o una femmina, di essere bianco o nero ... costretto, spesso, a vivere in un nido di "vespe”. Molti sono un pò “strani”, alcuni sono perennemente "sotto tiro", “tutti” siamo inclusi nella “blacklist”, ed è un’ottima cosa perché il mondo sarebbe davvero monotono, troppo monocolore, proprio fastidioso e noioso se non esistessero così tanti quadri clinici diversi, curiosi ed originali … SEMPRE se tali tratti, ovviamente, non sono lesivi o distruttivi verso se stessi o gli altri: influenzano negativamente la propria vita affettiva, lavorativa e relazionale, il modo in cui ci si rapporta con il resto del mondo.
ttribuire comunque un’eziologia psicosomatica alle malattie comuni (e non) incontra, spesso, nel pensiero comune, molte RESISTENZE e parecchia IRRITAZIONE: difficile accettare che siamo sempre noi a “generare” il male. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi emotivi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ - dovute appunto a tutte le sostanze "tossiche ingerite contro la nostra volontà - anche le cose più banali risultano difficili da neutralizzare. Bisogna curare SEMPRE il malato non la malattia!
a
malattia - in ogni caso - cerca sempre di rimediare, attivare
soluzioni: guarire; ascolta cosa dice il tuo corpo, le malattie hanno
un significato evolutivo, ci segnalano che qualcosa non va e cosa
dobbiamo cambiare. Le metodiche terapeutiche psicosomatiche insegnano
a prendersi cura di se stessi, allontanano il brusio dei pensieri
spazzatura e sospendono i giudizi di valore ... aiutano a fare
spazio, silenzio dentro di sé. Ricorda, nessuno può trarci
d'impaccio meglio di noi stessi!!!
e
facciamo attenzione ai piccoli segnali che il corpo ci invia, se
siamo ottimi osservatori di noi stessi - attraverso i cinque sensi:
vista, olfatto, tatto, gusto e udito - è possibile smantellare tutte
le barriere con il corpo e recuperare il vero contatto “mente e
cuore” - il contatto con il proprio corpo - così, oltre ad
anticipare l’insorgere di molte patologie, permette di fare scelte
libere, felici e giuste in qualsiasi settore della vita, possiamo
“sfruttare” questi segnali in qualcosa di più vantaggioso a
livello energetico, ovvero, attivare tutte quelle risorse sprecate
inutilmente, mettendole in tal modo al servizio, a vantaggio, a
favore del nostro benessere, prevenire pertanto parecchi disturbi,
ritrovare la nostra autentica identità, essere spontanei, vivere in
salute e in armonia con gli altri;
conoscere questo significa correggere tutti quegli atteggiamenti e
schemi mentali che rendono infelici e allontanano da se stessi:
trovare il vero equilibrio psicofisico. RICORDA, cercare il SENSO e
non la CAUSA è uno dei principi fondamentali della psicosomatica;
attraverso il corpo - movimento, posture, disturbi, espressione,
vestiario - comunichiamo agli altri, più o meno consapevolmente,
come ci sentiamo, come vorremmo essere o apparire: le nostre
convinzioni vere o finte che siano; gesti
che ci possono rendere naturali o falsare la nostra spontaneità, la
muscolatura, liscia o striata, infatti, percepisce sempre il clima,
l’atmosfera dell’ambiente in cui ci si trova e segnala
nell’istante qualsiasi giudizio di valore, ostilità, insicurezza,
competizione: il corpo realizza ciò che la mente declina;
ogni stato emotivo bloccato ci rende estranei all’organismo che
altro non può fare che chiedere “aiuto” attraverso il disagio
psicosomatico.
on TEMERE, il corpo non è mai un nemico o un estraneo, ma un alleato, ti dà ogni giorno “spie” specifiche sullo stato di benessere e di salute di tutti i tuoi organi: ascoltalo con più attenzione e conta su di lui, non far finta di niente: i disagi vanno sempre ascoltati perché parlano della nostra vita. Ricordiamolo ancora una volta, più ci abbandoniamo ad un fiume di parole inutili, più ci lasciamo andare a giudizi e all’autocritica, più ci riempiamo di falsi obiettivi e di percorsi insoddisfacenti, più ci facciamo domande banali, più ripensiamo ai vari eventi passati, più si inseguono progetti sbagliati, più annulliamo i nostri desideri per compiacere gli altri, più ci “torturiamo” e “lamentiamo” di quelle cose senza senso e PIU’ le esorcizziamo, le cronicizziamo, le facciamo diventare grandi e importanti, le teniamo lì dentro di noi come un vortice paralizzante: una forza completamente seppellita nei luoghi comuni imperanti che inquinano la mente, in balia di un copione prestabilito e della recita quotidiana, tutto si trasforma in abitudini per il quieto vivere, domina i movimenti, un’energia che non scorre più, lentamente soffoca, una sofferenza che con i suoi meccanismi biochimici esaurisce, blocca, appieda ma, soprattutto, si trasforma in disturbo, in sintomi inspiegabili che fanno soffrire; così la VITA, attraverso il dolore e la malattia, altro non può fare che gridare la sua disperazione, ci chiede con grande saggezza, attraverso il suo linguaggio specifico e i suoi messaggi espliciti, di essere ASCOLTATA: fermati lì, non ingorgare il cervello di “spazzatura”, di cose che non servono nella vita, osserva, smettila di dichiararti guerra e fare confronti, basta battaglie contro i mulini a vento, non attaccarti ad eventi passati, pregiudizi, rimpianti e false idee, evita di commentare e passare a setaccio ogni cosa della tua vita, non lasciarti consumare dai pensieri in percorsi tortuosi e angusti, ma dai SPAZIO alle emozioni, alle passioni, alla creatività e ai tuoi desideri, quelli che veramente contano ma che per qualche ragione nel tempo hai soffocato, che desideri solo per te.
gni essere umano, volente o nolente, è il risultato di circostanze personali genetiche, sociali, educative e culturali, possiede una storia che non è simile a nessun altro, anche se i percorsi umani evolutivi sono quasi identici; un tragitto soggettivo in cui impara a reagire alle situazioni in maniera davvero unico ed originale (vedasi meccanismi di difesa) … un passato che, nonostante le nostre buone intenzioni, non riesce proprio a dimenticarsi di NOI!!! Non dobbiamo mai dimenticare che l’idea che abbiamo di noi stessi è stata forgiata attraverso i rapporti con le nostre figure di riferimento, ereditata dai nostri genitori e imposta dall’atmosfera sociale in cui siamo cresciuti: un modo di pensare complesso di eventi esterni attivato per controllarci nel bene e nel male, una fotocopia sbiadita delle aspettative altrui che, spesso, ostacola benessere e successo, rende difficile la scelta del proprio futuro … il corpo allora non solo avverte, ma protesta che stai “NASCONDENDO” emozioni, tensioni e stress … la sua “VOCE” ti rimette sulla strada giusta. Ogni disturbo vuol dirti qualcosa, tenta di correggere un percorso, una direzione sbagliata che stavi, “sbadatamente”, per imboccare: riporta a riflettere sui tuoi bisogni più veri … ogni emozione trattenuta ti mette con le spalle al muro, ti isola dall’organismo che, astutamente, altro non può fare che rivolgersi, chiedere aiuto ai disturbi psicosomatici.
disturbi, dalla testa ai piedi, si fanno portavoce, ogni volta che
non li affrontiamo, dei legami sbagliati, delle cose che non vanno o
che vogliamo tenere lontano da noi, così la psiche trova finalmente
la sua voce: esprime il suo disappunto attraverso il corpo, ci dà
precise indicazioni sullo stato di salute degli organi. ATTENZIONE,
ti guida al benessere, segnala che bisogna dare spazio a qualche
cambiamento e alle emozioni censurate ogni giorno che ti isolano
dall’organismo: dice di cambiare qualcosa della tua vita, di
eliminare quel profondo ristagno emotivo ... come realizzare la tua
vera natura. RICORDA, il corpo non in linea con le emozioni è sempre
il messaggero di conflitti interiori, delle incomprensioni, delle
manipolazioni, della fragilità, dell’insicurezza, di tutte le cose
vitali inascoltate: in breve, che stai tradendo te stesso!
iunti
a questo punto è possibile "AZZARDARE", affermare con una
certa sicurezza che l’intero psicosoma è in grado di guarirsi, di
trarre profitto dall’esperienza, di migliorarsi e di proteggersi da
minacce di ogni genere. Di provvedere, quindi, a se stesso con
risorse spesso insospettate o non utilizzate nel modo giusto: un
valore inestimabile, straordinariamente superiore a quanto possiamo
davvero immaginare. Un’unità psicosomatica capace di
costruirsi e di ripararsi, distribuire risorse e attitudini in modo
tale da adattarsi perfettamente alle nuove situazioni e, nel
contempo, soddisfare le varie esigenze: i fatti
in sé sono innegabili (ricostruire pelle, ossa e circuiti distrutti,
creare nuovi collegamenti, modificare funzioni). Le metodiche
terapeutiche della medicina psicosomatica sono quelle che aiutano i
processi di autoguarigione naturale del corpo. Il corpo è dotato di
un vasto assortimento di meccanismi (omeostasi) capaci di proteggerci
dalle malattie e di accelerare la guarigione. Questi sono tanto
efficaci che, almeno nel 90% dei casi, si è perfettamente in grado
di guarire senza alcuna forma di assistenza particolare. Se siamo
coscienti dell’esistenza di questi meccanismi, disposti a
permettere al proprio corpo di ripararsi da sé e capace di mettere
in atto sistemi interni del corpo stesso, si sarà in grado di
superare malattie potenzialmente pericolose senza bisogno di alcuna
terapia particolare (purché ovviamente non abbia già devastato
l’involucro psicosomatico).
a cosa fondamentale è che l’individuo sia presente a se stesso, cosciente delle capacità di recupero del proprio corpo, che impari a usarle e che - contemporaneamente - impari a riconoscere quando occorre un aiuto professionale … bisogna allenarsi a sentire, sentire e sentire attraverso i propri recettori: i sensi. In quest’ultimo caso occorre rivolgersi sempre alla persona qualificata, senza MAI delegargli completamente la gestione del corpo, mantenendone invece personalmente il controllo. La medicina psicosomatica è una “filosofia”, una metodica terapeutica rivolta ad ottenere il meglio da entrambi i “mondi”: fisico ed emotivo. Intende orientare l’individuo a trarre beneficio dalla capacità che il corpo possiede di guarirsi. Facciamo un esempio. Se si ha una semplice e sporadica cefalea, e si va dal medico di base è ovvio che ci si ritroverà con un flacone di pillole; non può fare diversamente, è ciò che questa figura professionale deve fare, rientra nel suo ambito professionale. Se invece, quando si manifesta un qualsiasi malessere, attraverso i principi della psicosomatica può darsi che si è in grado di “occuparsi” da soli del piccolo fastidio cefalalgico; il "sostenitore" di questo approccio terapeutico, infatti, con tale atteggiamento porterà equilibrio - capendo il senso della contrazione - all'intero psicosoma; l'altro, invece, bloccherà il sintomo ma manterrà lo stesso squilibrio energetico.
e non ci si riesce, allora - senza indugiare - bisogno rivolgersi a chi è preposto a curare - se è possibile - questa disfunzione. Ricordate, si ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Molti dei disturbi che ci affliggono in questo particolare periodo storico sono dovuti al fatto che il corpo “fraintende” certe condizioni ambientali e reagisce in maniera eccessiva. Spesso disturbi cardiaci, ulcere o pressione elevata insorgono per via di potenti risposte fisiologiche a pressioni esterne (Covid, guerra, problemi economici e relazionali). E’ dunque importante comprendere che i meccanismi automatici di difesa del corpo e della mente non sono da biasimare per i problemi che suscitano. L’unità mente – corpo risponde semplicemente in base alle sue possibilità ed ai suoi meccanismi naturali. Sono i modi di reagire, le pressioni ambientali cui si è esposti e le richieste implicite in cui si vive che hanno reso i meccanismi fisiologici del corpo inappropriati. Se ci si ammala a causa di una reazione eccessiva dei meccanismi di difesa del corpo e della mente, è fondamentale esporsi il meno possibile allo stress oppure di cambiare atteggiamento nei confronti delle situazioni stressanti. Intervenire sui sintomi senza affrontare il problema di base è una soluzione, nella migliore delle ipotesi, riduttiva se non nociva. Sottoposti alle stesse tensioni e pressioni, alcuni sviluppano un’ulcera, altri invece un’elevata pressione.
i fronte agli stessi problemi, ad alcuni si sviluppa l’asma, ad altri un’erezione cutanea. L’origine di queste differenze sta nelle personalità individuali, che hanno un effetto considerevole sul tipo di disturbi cui un individuo è più predisposto. Chi riesce a riconoscere almeno alcune delle caratteristiche della propria personalità, è in grado di prevedere a quali problemi va incontro e può individuare, se particolarmente attento, le prime avvisaglie del pericolo. Se è stato costruito un “castello di sabbia” ed è stato guardato con occhio indagatore per individuare le prime crepe nella struttura portante e per proteggere i punti deboli, non si avrà difficoltà a capire che la conoscenza delle proprie difficoltà psicologiche ha un valore enorme quando si tratta di combattere lo stress e il malessere che ne consegue. Alcune patologie, infatti, hanno vecchie radici, si basano su “fondamenta” poco stabili, realizzate e costruite mattone su mattone nel tempo (personalità). Un piccolo assaggio: “””Gli asmatici, ad esempio, hanno qualcosa in comune: madri dominatrici e padri incapaci. Le madri sono solitamente iperprotettive e indulgenti (non severa, perdona facilmente). L’affanno respiratorio, sintomo precoce dell’asma, si nota solitamente più spesso nei figli unici, forse perché sono più esposti alle pressioni di questa particolare combinazione di genitori. Gli asmatici tendono ad essere bisognosi di aiuto, fatalisti e a non esprimere le proprie emozioni. Non si consentono di mostrare rabbia, il timore, le lacrime o la gioia. Sono solitamente anime solitarie, un po’ ipersensibili. Gli “ulcerosi” invece tendono a essere molto dipendenti dalla madre e a “reclamare” molto affetto. A volte sono incerti di fronte alla scelta fra dipendenza e indipendenza. Sono tendenzialmente ambiziosi e grandi lavoratori.
depressi, in cuor loro, tendono a sentirsi impotenti, inadeguati e incapaci in ogni cosa che toccano. Hanno generalmente un pessimo giudizio di sé e sono spesso intolleranti, dipendenti e privi di senso dell’umorismo. Dato il loro approccio alla vita quotidiana, trovano particolarmente difficile adattarsi a nuove circostanze e tendono ad ammalarsi particolarmente nei momenti di crisi. Per chi è aggressivo, impaziente, fortemente competitivo e avido di successo, il rischio maggiore può essere quello di essere ricoverato per problemi cardiocircolatori. Molti autori affermano che chi va soggetto ad attacchi cardiaci è in continua competizione con la figura paterna. L’individuo colpito da attacco cardiaco è generalmente maschio (forse ancora per poco) e vive costantemente sotto pressione. Di solito ha una forte spinta a competere e a raggiungere l’apice del successo. Lavora fino a tardi, trova difficile star fermo. È decisamente incapace di rilassarsi ed è perfezionista. Qualunque sia il grado di successo raggiunto, raramente è sufficiente a soddisfare le sue ambizioni. Naturalmente il senso di soddisfazione che prova non è determinato dal successo che ottiene, ma da quello che pensa di ottenere. Ci sono anche i soggetti predisposti alle malattie della pelle che tendono a essere sensibili e, come gli asmatici, a reprimere le emozioni. Quando sono presi dalla rabbia si tengono tutto dentro; quando hanno voglia di piangere si sforzano di far finta di nulla. Questi modi reattivi sono comuni fra tutti coloro che vanno soggetti ad allergie. Gli artritici tendono ad essere timidi, tesi, pavidi e insoddisfatti del proprio lavoro. Sono dei supervisori duri e severi. Spesso provengono da famiglie infelici e sovente uno dei genitori è duro, dominatore o perfino crudele. Benché spesso questi soggetti si costruiscano una facciata di forza, gli artritici sono particolarmente ossessionati da un senso di inferiorità. Amano obbedire e si sentono, per certi versi, impotenti. Anche gli artritici incontrano difficoltà nell’esprimere le proprie emozioni. L’individuo che va soggetto alla colite è frequentemente timido, dipendente, passivo e ansioso di piacere. E’ indeciso, immaturo e sempre estremamente preoccupato di evitare conflitti con gli altri. E’ generalmente brillante, sensibile ed emotivamente labile. Scoppia in lacrime facilmente. Coloro che soffrono di emicrania, invece, sono “dominati” da sensi di colpa. Si sforzano di fare ciò che è giusto e di soddisfare la propria severa coscienza. Sono perfezionisti, ambiziosi, ansiosi di offrire una buona immagine di sé e grandi lavoratori. Tendono ad essere puliti, ordinati, efficienti e sono particolarmente rispettosi per il prestigio e il successo. Spesso hanno scoppi d’ira, quando le cose non vanno per il verso giusto, ed è questo senso di frustrazione che dà luogo ai sintomi dell’emicrania.
e si impara ad ascoltare il proprio corpo, si scopre - come d’incanto - che ha davvero molte cose da dire. Alcuni piccoli disturbi, che si trattano come fastidi, spesso frettolosamente in maniera drastica, sono in realtà precoci indicazioni di qualcosa che non va … non ci si rende conto della loro importanza o magari, essendo distratti, non ci si rende conto del fenomeno in atto. I disturbi si presentano se perdiamo di vista la nostra immagine più autentica, arrivano per aiutarci a mettere a fuoco e a comprendere che certi atteggiamenti, qualche rapporto e alcuni stili di vita non ci aiutano a vivere serenamente: ostacolano spontaneità e naturalezza; in breve, c’è un “nodo” da sciogliere; senza i nostri disagi, le nostre paure, quindi, non saremo in grado di riconoscere e collegarci con la nostra autenticità più genuina, i nostri veri e profondi desideri: aiutano a percorrere la strada giusta.