La
“vera” stretta di
MANO
…
ochi sanno, infatti, che impressione suscitano in uno
sconosciuto, pur essendo consapevoli che i primi attimi dell’incontro possono
determinare il successo o il fallimento di un affare o del rapporto stesso. Se
siete particolarmente interessati a questo linguaggio corporeo, allenatevi, con
amici e colleghi, a sperimentare le varie strette di mano: in questo modo
imparerete a usare quella giusta in ogni occasione. Di solito, comunque, la
presa ideale è quella in cui i palmi sono verticali e la stretta viene effettuata
in maniera identica. RICORDATE, il gesto della stretta di mano non serve solo a trasmettere fiducia e per salutare, al
momento dell’incontro o del congedo, ma anche per suggellare un accordo e,
quindi, deve essere sempre caloroso e amichevole il più possibile. La
temperatura della mano tende ad essere maggiore o minore durante tre stati
emozionali: RABBIA, ANSIETA’ e DEPRESSIONE. La temperatura della mano aumenta e
diventa anche molto calda durante fasi di risentimento e durante periodi di
confort e soddisfazione personale (iperidrosi). Così, stringendo le mani di
qualcuno è possibile ottenere un’idea generale sul fatto che il soggetto si
trovi in una condizione più o meno confortevole rispetto al suo interlocutore,
e forse anche alcune indicazioni sulle sensazioni interiori del soggetto in
questione. La chiave è costituita dalla differenza relativa nella temperatura
della mano paragonata alla propria. osì, una mano leggermente più fredda della
propria non implica (sempre) che l’individuo di fronte sia estremamente più
ansioso o infastidito della nostra presenza, ma piuttosto che vorrebbe a tutti
i costi passare come piacevole e gradevole (perché molto teso). Nello stesso
modo, una mano un po’ più calda non significa (sempre) che quella persona ce
l’abbia con l’interlocutore. Più probabilmente l’individuo si sente a suo agio
con il personaggio dell’incontro. Quando si incontrano strette di mano troppo
calde o troppo fredde, bisogna aspettarsi, comunque, qualche brusco e
passeggero sbalzo emotivo. Supponiamo di intervistare un individuo per
proporgli un lavoro. Stringendogli la mano prima dell’inizio del colloquio, si
potrà notare se la mano è più fredda e, quindi, si potrà dedurre che chi è di
fronte si sta “sforzando” (teso,
contratto) per fare bella figura … per piacere. Se l’incontro si è svolto in un
clima amichevole e la sua mano è ancora fredda alla conclusione dell’incontro
stesso, si potrà dedurre che chi sta di fronte vuole sempre piacere ed ha
intenzione di accettare il lavoro. Se la sua mano è invece più calda
dell’esaminatore, è possibile che chi è di fronte non sia più interessato alla
cosa. uesto tipo di relazione interpersonale è semplice, e costituisce un
indizio non – verbale abbastanza sicuro; può costituire uno strumento inestimabile
per un commerciante nel discutere quello che chiede. Sarà sempre più facile
effettuare una vendita con qualcuno che ha le mani fredde, in relazione alle
proprie. Di qualcuno che le ha calde. Analogamente, un uomo alla ricerca di una
conquista sessuale troverà più facile
sedurre un partner con mani fredde anziché uno con mani calde. Per esempio,
contrariamente alle apparenze, è ben raro che la donna propensa ai flirt, dalle
mani calde sia quella che accetterà l’offerta di un incontro notturno a casa
sua o dello spasimante. Un tentativo del genere riuscirà più probabilmente con
la donna “tranquilla e normale” che ha le mani fredde. Come regola generale,
nelle interazioni amorose e affettive, la mano di una donna sarà più fredda di
quella dell’uomo … secondo un mio punto di vista ancora per poco, perché in
questo periodo storico sono i “maschietti” ad essere sempre più contratti e a
disagio in presenza femminile. La distanza che si mantiene con l’interlocutore
mentre si discutono certi problemi è un altro indice delle condizioni emotive.
La maggior parte della gente si sente a disagio quando qualcuno si tiene a una
distanza molto maggiore o minore della propria. osì la distanza citata,
intorno al metro, è la distanza ottimale per una buona comunicazione. Se si sa
che qualcuno è depresso o dipendente, però, è meglio fermarsi ad una distanza
massima di mezzo metro, perché un individuo depresso o dipendente è acutamente
consapevole solo dello spazio che circonda immediatamente il suo corpo, e non
fa molta attenzione alle cose che accadono oltre tale distanza (spazio corporeo
ridotto), d’altra parte, se si incontra un individuo timido, a disagio, ostile,
o sospettoso, sarà più facile comunicare se si rimane a una distanza compresa
tra il metro e mezzo ed i due metri (spazio corporeo espanso). Le persone
sospettose hanno uno spazio corporeo che supera i quattro metri. Quando
qualcuno gli si avvicina a più di un metro e mezzo sentono lo stesso disagio di
uno che ha l’interlocutore a una distanza meno di un metro (lo vivono come invadente).
Stringere la mano al primo incontro è un’usanza tradizionalmente accettata, ma
vi sono circostanze in cui farlo è inopportuno. Considerato che la stretta di
mano è un segno di fiducia e di benvenuto, prima di “esporsi” è opportuno porsi
alcune domande: sono benvenuto?, questa persona è contenta di incontrarmi o la
sto forzando in qualche modo? venditori sanno che porgere la mano a un
cliente a cui fanno visita senza preavviso o invito può avere un effetto
negativo, dato che questi può non ritenerli benvenuti e sentirsi costretto a
stringerla. In tali circostanze è saggio attendere che sia il cliente a fare la
mossa e, se non accade, salutarlo con un lieve cenno del capo. In alcuni Paesi
stringere le mani a una donna non è ancora una pratica del tutto accettata: in
molti Paesi mussulmani è considerato un gesto di maleducazione (vedasi il
recente incontro con il Presidente dell’Iran e i rappresentanti del governo
italiano ... anno 2016); in questo caso è auspicabile ricorrere al cenno del capo.
E’ stato tuttavia rilevato che le donne che porgono per prime la mano con
decisione sono considerate, in numerose nazioni, più aperte e fanno una
migliore impressione. Nell’antica Roma due individui importanti si salutavano
con quello che potrebbe essere paragonato al moderno braccio di ferro (anche
per verificare se sotto la tunica si nascondeva un’arma). e uno era più forte
dell’altro, poneva la mano sopra quella dell’altro nella posizione della
cosiddetta mano dominante. Immaginate di incontrare una persona sconosciuta. Vi
salutate con una stretta di mano e, inconsciamente, il gesto trasmette uno dei
seguenti atteggiamenti:
- Predominio: “Vuole prevaricare, devo essere cauto”;
- Sottomissione: “Posso prevaricare. Questa persona
farà quello che voglio”;
- Uguaglianza: “Con questa persona mi sento a mio
agio”.
ali atteggiamenti vengono
trasmessi e percepiti in modo inconscio ma possono avere un’influenza immediata
sull’esito dell’incontro. Il senso di dominio viene trasmesso tenendo la mano
in modo tale che il palmo sia rivolto verso il basso. Questo non deve essere
necessariamente orientato verso il pavimento, ma verso la mano dell’altro. Il
gesto comunica la volontà di gestire l’incontro. In quella che è l’esatto
opposto della stretta dominante la mano viene tesa con il palmo verso l’alto,
concedendo simbolicamente il predominio all’altro. Il che può essere efficace
se si vuole concedere all’altro il controllo o comunicargli che è lui a gestire
la situazione, come quando ci si appresta a porgere le scuse. Quando due
persone dominanti si stringono la mano, si verifica una lotta simbolica di
potere visto che tutte e due cercano di voltare il palmo dell’altro nella
posizione sottomessa. e consegue una
stretta “a morsa”, in cui entrambi i palmi restano verticali. Questo genera una
sensazione di parità e di reciproco rispetto perché nessuno dei due dimostra di
voler cedere di fronte all’altro. La posizione del palmo verso il basso è la
più aggressiva di tutte le strette perché lascia poche possibilità all’altro di
stabilire un rapporto paritario. E’ la stretta tipica delle persone dominanti,
prepotenti: sono sempre loro a porgere la mano e, tenendo il braccio rigido col
palmo rivolto verso il basso, costringono l’interlocutore ad assumere una
posizione sottomessa … se vi capita
questo, portate immediatamente il palmo della mano nella posizione verticale!!!
RICORDA, questi tipi di osservazioni sono
utili per trattare con gli altri e non per etichettare o trarre “diagnosi”
affrettate, ma sono solo piccoli “graffi” sulla superficie degli indizi non –
verbali.
cco alcuni esempi pratici di
come gli “impostori” usano le mani per comunicare il “bene” o il “male” a
proprio vantaggio:
- Una stretta di mano da pesce morto, molle o
indecisa, (ovviamente se non ci sono problemi agli arti: ferite, artrite,
ecc.) segnala un carattere debole e mancanza di interesse;
- Il bambino piccolo che si copre la bocca con le
mani sa di aver detto una bugia oppure se tiene i palmi dietro la schiena segnala
che sta nascondendo qualcosa;
- I palmi rivolti verso l’interlocutore comunicano il
desiderio di essere franchi, onesti e sinceri;
- Il palmo verso l’alto indica sottomissione, verso
il basso trasmette autorità, mentre il palmo chiuso con l’indice puntato
suscita sentimenti negativi e aggressivi;
- L’indice ed il pollice uniti a forma di “zero”
mentre si parla in pubblico NON intimorisce la platea;
- Nella stretta di mano tenere il palmo rivolto verso
il basso segnala un desiderio di dominio, prevaricazione e controllo; se
invece il palmo è rivolto verso l’alto si vuole concedere
all’interlocutore la possibilità di gestire l’incontro;
- Una mano fredda e appiccicaticcia (quando si è tesi
il sangue defluisce copiosamente nei muscoli per agire) segnala un
interlocutore ansioso … TIENI presente che i palmi delle mani hanno più
ghiandole sudorifere di qualsiasi altra parte del corpo: per questo il
sudore è più abbondante (iperidrosi);
- La stretta troppo forte, spesso usata da chi si
sente debole cerca che cerca di mettersi in una posizione di vantaggio, denota
un desiderio dominante e di controllo oppure cercare di mettere
l’interlocutore al proprio posto;
- Una stretta della punta delle dita, oltre a
segnalare una certa insicurezza di se stessi e il non coinvolgimento,
indica che si vuole tenere l’altro a debita distanza ;
- La presa a braccio rigido comunica aggressività e
desiderio di difendere il proprio spazio di libero movimento;
- La presa a “strappi” (tirare avanti e indietro): si
cerca di far perdere all’altro l’equilibrio … della situazione;
- Nel dare la mano se ci si mette a sinistra la
posizione risulta più vantaggiosa nel controllare la situazione: il lato
segnala debolezza (dx) o maggior potere (sx);
- Sfregare i palmi, a seconda della velocità
(ovviamente se l’ambiente non è freddo), annuncia un’aspettativa
allettante un beneficio;
- Le mani giunte, a seconda della loro posizione,
denotano un atteggiamento controllato, ansioso o negativo; può essere un
segno di frustrazione: si
soffoca uno stato emotivo o si teme
di perdere il controllo della situazione (se le mani sono tenute in alto);
- Le dita delle mani premute contro quelle dell’altra
a formare una specie di guglia comunica un certo grado di superiorità nei
confronti dell’interlocutore;
- Una mano sopra l’altra su cui viene appoggiato il
mento (piatto) è un gesto usato nel corteggiamento per attirare l’altro,
si offre il viso perché lo si ammiri;
- I pollici che sporgono dalle tasche (giacca,
giubbotto, pantaloni), ben in vista, vengono usati per comunicare
superiorità, predominio, sicurezza, capacità di farsi valere e a volte
aggressività … il pollice può anche essere utilizzato come gesto di
sprezzo, di chiusura o di derisione. I pollici vengono usati da sempre
come segno di potere e di autorità. Ai tempi degli antichi romani il
pollice sollevato indicava la salvezza per uno schiavo, il pollice verso
il basso, la morte;
- Le dita in bocca indica bisogno di rassicurazione;
- Grattarsi il collo segnala incertezza;
- La mano sostiene la testa quando la situazione è
noiosa;
- La mano chiusa appoggiata al mento o alla guancia
si è in fase di riflessione o di valutazione;
- La doppia presa (una mano tra due) fa aumentare il
controllo, limita, immobilizza l’altro; proprio perché aumenta il contatto fisico, se con
l’interlocutore non c’è un legame emotivo particolare è meglio usare la
stretta con una sola mano.
e mani sono sempre davanti a
noi, segnali del nostro stato emozionale e dei mostri atteggiamenti. Molti
segnali del linguaggio – non verbale
sono difficili da apprendere, a differenza dei gesti con le mani, che possono
essere studiati e corretti fino a ottenere una buona padronanza. Quando si
imparerà a leggere la gestualità delle mani, si apparirà più decisi e sicuri …
si potrà vincere più partite a “dama”.
Molle e fredda: riservatezza, preoccupazione, chiusura … non
fidarsi e sottrarsi agli obblighi sociali.
Poche dita:
personaggio superficiale ma che si crede molto importante.
Solo punta: può segnalare prudenza, paura ma anche, con le sua dita ossute, un
personaggio avaro.
Dorso: in alto dominio, in basso dipendenza.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551– 0532.476055