Il disagio emotivo …
nche il disagio emotivo ha i suoi “segnali”, meno evidenti però … sintomi che
possono in qualche modo creare confusione, perdita di lucidità o disorientare
completamente. E’ un fenomeno che non può essere segnalato da uno strumento
tecnologico più o meno sofisticato, evidenziato da un semplice termometro
oppure essere “calmato” attraverso i comuni rimedi farmaceutici. Possiamo,
però, imparare a riconoscere più prontamente tale malessere esaminandolo nelle
sue peculiari modalità espressive. Questo è lo scopo principale - come
più volte sottolineato - di questo articolo e dell’intero Blog.
Affronteremo tale sofferenza in termini di comportamenti e di atteggiamenti (sintomi esteriori), dei vari stati
d’animo che la favoriscono (turbamento
interiore), dei suoi modi espressivi e di come esordisce. Non illudetevi,
comunque, di stare al “sicuro”, nessuno può sentirsi al sicuro, completamente escluso,
di non essere coinvolto in qualche modo da questa sofferenza perché, pur ritenendoci
dei grandi “normali”, i disagi emotivi
in maniera diversa, più o meno leggera o più o meno marcata, non ci abbandonano
mai, ci sfiorano, ci accompagnato quotidianamente in ogni piccolo gesto o
modalità espressiva.
ì, è vero, la maggior parte di noi funziona nonostante il disagio emotivo. C’è mancanza di efficienza, c’è angoscia, depressione, ansietà e altre sofferenze profonde, ATTENZIONE, però, il più delle volte, procediamo attraverso la mediocrità della vita e qualche volta anche con “bizzarria”, con maggiore originalità, perché i nostri sforzi per spezzare questi meccanismi emotivi, possono trovare soluzioni che una persona “tranquilla” non prenderebbe mai in considerazione. Le persone alle prese con un disagio emotivo importante, come vedremo, conducono un’esistenza in eccesso o in difetto: ansiose e paurose, con difficoltà sessuali e con pochi legami, dominati dal servilismo, tendono a rifiutare e a criticare … non sono mai soddisfatte e, soprattutto, sono limitate nel campo del libero movimento.
Il primo evidente segnale di
disagio emotivo è l’indecisione e l’inattività. Non scoraggiatevi però,
tale fenomeno non è sempre causa di turbamento profondo, tutti noi, a volte,
siamo indecisi ... siamo tutti nel "mirino". Chi è costretto a vivere con un disagio emotivo, invece, è un
indeciso cronico. Non riesce proprio a prendere una decisione, ad agire. Il suo
cervello rimugina continuamente, le cellule nervose attivano i soliti circuiti
cerebrali, trasmettono i soliti neurotrasmettitori, gli stessi problemi per
giorni e giorni, per settimane e settimane, per mesi e mesi, e udite, udite, in
certi casi, per anni e anni. E’ completamente impantanato e travolto nel
dubbio.
a noi tutti dobbiamo affrontare decisioni nella nostra vita
quotidiana, piccole scelte e, occasionalmente, grandi scelte importanti
…lavorative, affettive o sociali. Qualche volta però le importanti decisioni
altro non sono che il frutto di tutto ciò che abbiamo covato in noi.
Naturalmente l’indecisione implica la tendenza a procrastinare (non solo a livello sociale, lavorativo e
familiare ma anche nella richiesta di una cura, di un trattamento appropriato),
cioè a differire la soluzione di determinati problemi o la soddisfazione dei
nostri bisogni … e tutto ciò
puntualmente, immancabilmente, crea frustrazioni. Continuiamo a sognare ad
occhi aperti, senza mai agire, e questo incrina la nostra lucidità, la nostra
concentrazione, la nostra capacità di operare e di essere attivi. In aggiunta a
tutto ciò c’è il senso di inadeguatezza
che deriva dal non poter soddisfare, né i nostri bisogni né risolvere i nostri
problemi. In questo modo diventiamo ostili e cominciamo a prendercela con la
gente circostante a causa del nostro senso di inadeguatezza. Ben presto passiamo più tempo pensando a ciò che ci manca
anziché apprezzare quel che di buono abbiamo. In questo modo,
lungo andare, “contaminiamo” tutte le nostre decisioni perché conosciamo
davvero poco il nostro modo di agire che, alla fine, non ci permette nemmeno di
rallegrarci dei suoi frutti. Il segnale più comune e diffuso è l’ansietà
o la paura. Questo stato d’animo deriva da un’altra condizione, da un
altro disagio emotivo: il senso di dipendenza. Cerchiamo l’aiuto della gente quando abbiamo paura.
e da “piccoli” siamo corsi via e abbiamo gridato, da “grandi” siamo più abili, ma la nostra risposta è essenzialmente la stessa … infantile. L’ostilità è un altro segnale di disagio emotivo. E’ molto comune nel nostro periodo storico perché viviamo in un clima altamente competitivo. Ognuno gareggia per qualcosa, anche per quello che non serve realmente … anche per essere superiori agli altri. Un individuo ostile è un arrabbiato cronico, costantemente critico con se stesso e verso gli altri. Non si rassegna al fatto che errare è umano, anzi RICORDIAMOLO, noi impariamo proprio per tentativi ed errori. Un altro segnale di disordine emotivo è l’insuccesso o lo scarso rendimento. Tutti siamo in qualche modo soggetti a limitazioni fisiche e mentali, a ingiustizie sociali, alla cattiva sorte. Ma se questa condizione permane, se non sfruttiamo una buona parte del nostro potenziale, dobbiamo rassegnarci a biasimare noi stessi. Ciò non riguarda solo la scuola e la carriera, ma tutti gli aspetti della vita.
Il senso di colpa - sensazione diffusa di aver violato una
regola o, nei casi più gravi, di aver commesso qualcosa di malvagio … determina
sempre, a seconda della sua gravità, le nostre scelte … con le sue azioni
autipunitive offusca la gioia di vivere - che è spesso il risultato
dell’ostilità e dell’insuccesso, è un altro segnale del disagio in questione (si trova in forma diversa sia nei disturbi
ossessivi sia nei tratti depressivi).
E’ un’emozione che può creare un senso di inadeguatezza e di fallimento ma
anche danni penosi a livello somatico. Le manifestazioni somatiche più evidenti
vanno dal semplice mal di pancia, al mal di testa, dalle vertigini alle
invalidanti reazioni cutanee (colite, artrite, alopecia, vitiligine,
menopausa precoce).
ttualmente il senso di colpa non è facilmente riconoscibile. La sua più comune ed evidente espressione è il costante chiedere scusa. La gente che soffre di senso di colpa fa continuamente l’inchino, chiede sempre scusa con “troppa” educazione e convinzione … non solo quando è necessario ma anche quando è fuori luogo. Inoltre il suo comportamento oscilla tra la dolcezza e la cattiveria … si aggancia sempre alle emozioni di rabbia e paura. Essendo un fenomeno legato alle norme sociali, deriva inequivocabilmente dallo stile educativo impartito: più è autoritario più il disagio è profondo.
n altro indizio, sempre relativo all’argomento trattato, è il rinchiudersi in se stessi. Ciò conduce
alla solitudine e all’alienazione. Dato che nell’essere soli c’è un’enorme
perdita del senso della prospettiva, l’isolarsi rende più facile che il disagio
emotivo si espanda ad altre attività, competenze o abilità. I sintomi
psicosomatici, in generale, determinano un’altra forma di sofferenza. Il nostro
corpo richiede la soddisfazione dei propri bisogni in una quantità di modi
superiore a quella che conosciamo. Alcuni di questi modi possono essere
misurati fisiologicamente. Le palme delle mani bagnate, detto “riflesso
psicogalvanico” sono un segno rilevatore. L’espressione del volto è eloquente.
Ci sono anche espressioni del nostro linguaggio che ricordano ciò. Ad esempio,
diciamo che qualcuno “storce le labbra per disprezzo”. La gente modifica
l’espressione del viso quando è arrabbiata. C’è anche la “debolezza organica”,
ossia alcune parti del corpo esprimono il turbamento del nostro stato emotivo.
r
alcuni è la pelle, per altri lo stomaco, per altri ancora la schiena … proprio
perché ognuno di noi ha atteggiamenti e modalità espressive uniche ed
irripetibili … secondo il suo specifico
vissuto evolutivo. Comuni espressioni di ansietà cronica, di paura, di
collera e di conflitto, coinvolgono disturbi psicosomatici quali l’ulcera, le
coliti, i mal di testa cronici e le allergie.
Ma il sintomo psicosomatico più frequente, che non sempre è riconosciuto come
tale, è la stanchezza. Ci sono molte ovvie, logiche ragioni per diagnosticare
la stanchezza come il risultato di un superlavoro. Ma il fatto è che la fatica
è anche indice di eccessiva resistenza, di risentimento, di indecisione. La più
comune e accettabile scusa per non fare qualcosa che non vogliamo fare è che
siamo troppo stanchi per farlo. Infine, ogni atteggiamento o azione eccessiva
sono una chiara espressione di inclinazione di un preciso quadro clinico. Il
fatto che l’azione sia approvata o disapprovata dalla società non è importante
… se è esagerata o sospetta. Ad esempio l’inattività, che è malvista nella
nostra cultura può essere un estremo di disagio emotivo; ma è così anche per il
suo opposto, esagerata attività, benché sia spesso più accettabile dal punto di
vista sociale. L’insuccesso è un segnale di complicazione e così la
sovraprestazione. Anche la socievolezza forzata è segno di disagio, e così la
solitudine. L’autocostrizione ad essere sempre tra la gente, l’incapacità di restare
soli, indicano una forte tendenza al rifiuto di sé.
ENSO DI COLPA. Colpevolizzarsi
significa ripetere continuamente quell’esperienza … non lottarci contro, invece,
significa portare pace, armonia, equilibrio biochimico.
l suo modo di pensare. Spesso c’è la convinzione che il disagio emotivo sia una specie di trauma nervoso. Questa definizione non solo non è corretta ma non è nemmeno appropriata. Tale descrizione risale a quando potevamo capire il disagio emotivo soltanto in termini fondamentalmente organici o in termini di improvvise manifestazioni traumatiche. Oggi sappiamo che i disagi emotivi si trovano a livello superficiale prima di esplodere in maniera drammatica. Un debole stato di salute fisica indica che il corpo non funziona a dovere. Un debole stato di salute emotiva indica una situazione simile con riferimento alla nostra personalità, alla nostra abituale maniera di adattarci … errori di interpretazione. Il disagio emotivo è, quindi, il male conseguente a una erronea disposizione d’animo … erronea nel senso che porta a un comportamento inadeguato. Comportamento che non è funzionale, che non ci dà quello che vogliamo. Questo comportamento non è semplicemente “bizzarro” e “sciocco”, è dannoso. Vestirsi con abiti stretti e infantili è “sciocco”, reagire ai nostri problemi in modo infantile è dannoso. Che cosa sono dunque alcuni di questi stati d’animo sbagliati, alcune di queste erronee interpretazioni? E come possono colpirci? Il più grave errore di interpretazione del nostro modo di pensare (pensiero) è che andiamo dietro ai nostri desideri piuttosto che alla realtà per dominare i nostri pensieri. Questo ha come risultato, naturalmente, un giudizio insufficiente. Ad esempio, un giovane si innamora perdutamente di ogni donna, ne è attirato e vuole sposarla.
orre dietro i propri desideri per condizionare la propria azione. Vuole sposarsi, vuole trovare la donna che vada bene per lui; ma piuttosto che valutare la situazione realisticamente, egli delinea questa ragazza di sogno nel mondo reale mediante l’intensità dei suoi desideri. Nel nostro modo di pensare anche noi interpretiamo erroneamente le conseguenze delle nostre azioni. Ad esempio comperiamo una costosa automobile pur non potendo permettercelo. Ci rendiamo conto che le spese devono essere proporzionate all’andamento degli affari, ma vogliamo quell’automobile; sentiamo di avere ragione e così saltiamo il fosso. E naturalmente non possiamo goderci l’automobile perché dopo pochi mesi il peso del debito è troppo forte. Non abbiamo visto con chiarezza le conseguenze del nostro comportamento. Con quel modo di pensare, comunque, avremo l’opportunità di commettere di nuovo, in altri settori o situazioni diverse, la stessa pazzia. Chi soffre di disagio emotivo ha la tendenza a ripetere i suoi errori. La gente non in balia a un disagio emotivo può fare sbagli in maggiore o minore numero di chi soffre, ma commette errori diversi, e ciò dimostra che ha risolto alcuni dei suoi problemi o che ha scontato ed è in grado di andare avanti. La gente che fa sempre lo stesso errore più e più volte mostra di essersi fermata ad un certo stadio dello sviluppo emotivo.
l suo modo di sentire.
Fortunatamente gli errori intellettuali di interpretazione sono corretti
facilmente con la psicoterapia. E’ cambiare i sentimenti del paziente che è
difficile. Il più importante errore interpretativo di chi soffre è quello di sottovalutarsi,
di punirsi, di trattarsi miseramente. Questo atteggiamento è il
risultato di una misera immagine di se stessi.
Una persona con una misera immagine di sé può veramente sembrare uno che
sta cercando di aumentare il proprio valore, ma il tentativo è male
indirizzato, superficiale, e indica che la persona non ha un concetto di sé
sufficientemente solido … davvero buono. Questo atteggiamento si estende
a tutte le relazioni sociali. Generalmente questo soggetto ha rapporti tesi con
i propri familiari. Interpreta erroneamente i loro sentimenti e i suoi. Ad
esempio sente che i suoi numerosi atti di gentilezza passano sotto silenzio, e
raramente trova sufficiente gentilezza nella gente che lo circonda. Con gli
amici è esigente, tende ad interpretare in modo erroneo ogni loro azione. E’ un
sensitivo che si lascia facilmente sconvolgere e influenzare. Si concentra
troppo su se stesso. Troppe delle sue frasi incominciano con il pronome “Io”;
non sa conversare … ma tende ad essere esibizionista. Il fatto è che non sa
sfuggire alla sua stessa prigione. Ciò che è al di fuori di lui non lo soddisfa
abbastanza, e questo lo turba. E così, piano piano, diventa insoddisfatto di sé
… se la prende con se stesso. Ma non dice: “Sono noioso”.
ice invece: “E’ noioso” o “Questo è noioso”
o “La situazione è noiosa”. Quindi questo soggetto interpreta erroneamente la
natura delle relazioni sociali. Egli vuole ciò che vuole, quando lo vuole …
ciò, a suo dire, è normale ... lo percepisce normale. Il suo errore di
interpretazione consiste nel non riuscire a capire che deve fare, che deve imparare
a sviluppare l’abilità che lo lega agli altri, che deve imparare a persuadere
la gente a soddisfare, i suoi desideri. Ma invece di fare lo sforzo di sviluppare
le relazioni del dare e avere, agisce come se scambiasse tutti per suo padre e
sua madre e se stesso per un bambino, e grida, grida ancora più forte: “Dammi
tutto, dammelo!” … il lettore avrà sicuramente intuito che le cose non
funzionano in questo modo … che non è una maniera appropriata per ottenere ciò
che si vuole … che la gente rifiuterà sempre un simile approccio. Nel complesso
i sentimenti dei soggetti con disagi emotivi tendono ad essere più negativi che
positivi. Tale fenomeno è caratterizzato da collera, ansietà, rifiuto e
pessimismo. E’ difficile trovare un individuo con disagio emotivo che sia
ottimista. Ovviamente non tutti i pessimisti sono controllati da sofferenza
emotiva, ma la maggior parte di costoro, purtroppo, hanno una disposizione
d’animo rivolta più a cogliere gli aspetti negativi della vita che positiva.
Chiunque sia cronicamente negativo, arrabbiato e pessimista, deve per forza
interpretare in modo errato le situazioni che affronta, perché la vita non è
conforme alle sue aspettative, ai suoi stati d’animo. Qualche volta questa
condizione emotiva ci appare monocolore, talvolta neutra, altre volte ancora
promettente. Se ci appare quasi sempre in un solo modo, c’è qualcosa di
sbagliato in noi.
i
sono quattro settori in cui si manifestano queste inclinazioni al disagio
emotivo. Nel considerare il bisogno di cura di una persona, gli
specialisti cercano di determinare in che misura l’individuo funzioni in questi
campi. Il primo è la vita di
famiglia. Collera cronica, ostilità e tensione continua in casa propria
indicano bisogno di aiuto. Il secondo campo
è il lavoro. Aggressione, senso di colpa, depressione, alienazione, possono far
perdere il contatto con la realtà, possono seriamente minare le capacità di una
persona nella realizzazione della sua attività lavorativa. Il terzo campo, lo svago, è spesso trascurato - oppure non vissuto
in maniera gratificante - pur essendo un importante contrappeso nella nostra
vita, perché un questa società altamente competitiva siamo sempre sotto
pressione per produrre e lavorare. Quindi lo svago deve essere dedicato a
soddisfare i nostri bisogni non avendo nulla a che fare con le pressioni che la
società esercita su di noi. Potrebbe esserci di aiuto il tirare fuori qualcosa
dalle nostre tendenze aggressive per soddisfare i nostri inesauditi bisogni di
amore. La gente che non ha vie di uscite rilassanti, interessi esterni, che non
ha altro che lavorare tutto il giorno e dormire
- bene che vada - tutta la notte, non può continuare a lavorare in mezzo
alle sue difficoltà e sofferenze emotive. Il
quarto, non meno importante, la vita sociale, urta gli altri tre campi e
oscura le loro possibilità e i loro espedienti, opportunità, efficacia.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
E
mail: bonipozzi@libero.it
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