a cleptomania consiste nella
ripetuta incapacità di resistere all’impulso di impossessarsi di un oggetto
che, spesso, non se ne ha bisogno o non ha alcun valore. In generale, se
esaminiamo la motivazione più ovvia che spinge a rubare è un guadagno economico
di cospicua entità. In altri casi si ruba per motivi personali e meno pratici,
come per vendetta, per vincere una sfida o come rito di “iniziazione” per
essere ammessi o inseriti in un certo gruppo. Molti ladruncoli di negozio non
sono cleptomani, cercano la merce e non la semplice emozione di rubarla.
Gli individui affetti da questa
“dipendenza”, invece, sono indotti, quasi “costretti”; possono permettersi di acquistare l’oggetto
rubato … lo fanno per il brivido che deriva dall’atto del rubare in sé, per il
senso della liberazione della tensione
che ne segue. Si tratta di soddisfare un impulso al quale
è impossibile resistere, di provare quel “tremito” indotto dall’atto in sé e di
allentare la tensione, tanto più intensa quanto più si cerca di resisterle.
ompiuto il gesto e sedata la tensione, probabilmente il cleptomane butterà via
l’oggetto o lo restituirà al proprietario. Spesso, queste persone, infatti, nascondono
o regalano ciò che hanno sottratto. Il taccheggio sembra essere più comune tra
le donne. Studi recenti hanno evidenziato che le donne affette da depressione, da
disturbi d’ansia o da disturbi dell’alimentazione hanno maggiori probabilità di
soffrire di cleptomania.
Le cause. I bambini molto
piccoli non hanno il senso della proprietà e spesso si impossessano di cose che
li attraggono. Crescendo, i fanciulli riconoscono il proprio diritto, e più
tardi quello altrui, alla proprietà personale. I ragazzi che rubano
deliberatamente possono sentirsi privati dell’affetto di un genitore oppure
credono che un familiare abbia ricevuto ingiustamente più “cose” o più regali.
Prendendo ciò che vogliono, compensano una mancanza di attenzione oppure un
ipotetico favoritismo senza doversi rivolgere direttamente ai genitori. A
differenza di un piccolo che ruba un dolce per gustarselo di nascosto o di un
taccheggiatore che impegna i gioielli rubati, i cleptomani rubano per il gusto di rubare.
li adulti affetti da
cleptomania non rubano un oggetto perché lo desiderano, ma piuttosto perché
l’atto stesso di rubare, come sopra evidenziato, procura loro una sensazione di sollievo o conforto emotivo. Spesso i cleptomani soffrono di altri
disturbi emotivi, come depressione, ansia, anoressia, bulimia o piromania. Su alcune persone l’atto del rubare ha lo
stesso effetto - attraverso la produzione di serotonina - di un antidepressivo che compensa una perdita
reale o prevista. A volte tali gesti si
intensificano nei momenti di forte stress. In qualche caso è il sintomo di un
disturbo cerebrale: demenza.
ebbene non considerino consapevolmente le conseguenze del furto, sotto sotto desiderano essere sorpresi sul fatto e spesso cercano di attirare l’attenzione su di sé (non è sufficiente o pensano di non avere). Allo stesso tempo possono sentirsi depresse, ansiose o in colpa per la possibilità di essere colte sul fatto e per le ripercussioni che un arresto avrebbe sulla loro reputazione e sulla loro famiglia. I familiari dei soggetti adulti affetti da cleptomania possono non accorgersene del problema del loro caro finché costui non viene trovato a rubare. Tale scoperta può causare profondo imbarazzo e collera. Non riuscendo a capire il motivo per cui delle persone rubano cose voluttuarie, che possono permettersi, che non desiderano o di cui non hanno bisogno, i parenti di questi individui possono reagire con un atteggiamento perplesso e critico. Spesso un aiuto psicoterapico può aiutare a comprendere le origini del problema, ad affrontare direttamente le cause dello stress e dei conflitti all’interno di certe relazioni e a imparare modi più efficaci per comunicare tra loro.
uando chiedere aiuto. Poche persone chiedono aiuto per un problema
di cleptomania prima di essere scoperte. Tuttavia, se avete difficoltà a
resistere all’impulso di rubare, dovreste rispondere ai seguenti interrogativi:
- Rubate ripetutamente anche se non avete bisogno di quegli oggetti?
- Provate un senso di crescente tensione prima, durante o dopo il furto di un oggetto?
- Rubate per la conseguente sensazione di piacere o di sollievo e non per rabbia o per vendetta?
e avete risposto affermativamente a questi quesiti, è meglio rivolgersi ad uno specialista. Senza una terapia, i guai con la legge sono praticamente inevitabili. Prima di formulare una diagnosi di cleptomania, bisogna assicurarsi che l’atto di rubare non sia un disturbo di un quadro clinico molto più grave.
rischi. Le più importanti
complicazioni sono rappresentate dalle conseguenze legali, sociali e personali
dell’arresto. I familiari oltre ad essere adirati e sentirsi traditi minacciano
l’abbandono, mentre gli amici con la massima solerzia possono allontanarsi. I
datori di lavoro o i potenziali datori di lavoro possono valutare il soggetto
come un candidato non idoneo per quelle determinate mansioni.
oiché il successo
di ogni psicoterapia dipende sempre dalla motivazione del paziente, i soggetti
che hanno maggiori probabilità di trarre beneficio da questo metodo sono quelli
che provano sensi di colpa e vergogna e desiderano cambiare le cose. La
terapia comportamentale, che include la desensibilizzazione sistematica (controllare l’ansia crescente e la tensione
che precede l’impulso di rubare) e il
condizionamento avversativo può dare risultati positivi anche con soggetti non
particolarmente motivati.
… anche se non bisogna MAI
giustificare gesti di questo tipo, non scagliamo la prima pietra, sono pochi
coloro che non hanno mai rubato un oggetto nella loro vita, né hanno desiderato
farlo: AIUTIAMOLI, questo è un disagio emotivo!!!
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
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