APPARATO LOCOMOTORE


ermette - attraverso
l'espressività fisica e mentale - di affermarci, di muoverci nel
tempo e nello spazio ... di allontanarci anche da cose che non
piacciono più, ma anche il "limite" oltre al quale non è
possibile andare. Le ossa con i muscoli trasformano il pensiero in
azione, aiutano ad assumere il ruolo che ci compete. E' la struttura
portante non solo più dura, più rigida, più compatta dell'essere
vivente, ma anche fragile se non ci fossero le articolazioni: con le
245 ossa ca. collegate alle articolazioni mobili, garantisce
autonomia, resistenza, solidità, postura e motilità. Protegge e
impedisce di "crollare", sorregge, infatti, attraverso
l'irrigidimento dei muscoli delle spalle, anche dai "pesi"
schiaccianti e insopportabili della vita. Una
struttura che permette di posizionarci nel mondo, di sopportare
carichi ingenti, segnalando in tal modo solidità, sicurezza e
fiducia interiore: sia la nostra stabilità psichica sia la capacità
di piegarci e adattarci alle situazioni oppure sentirci bloccati nel
nostro desiderio d'azione. Una struttura che nasconde un mondo
psichico davvero insospettabile. Le ossa, a questo proposito, hanno
una profonda valenza psichica e alcuni detti popolari la confermano:
"Avere le ossa rotte, Devi ancora farti le
ossa, E' una situazione in cui si rischia di uscire con le ossa
rotte, Far economia fino all'oso, Essere bagnato fino al midollo, Ei,
tu posa l'osso, Ridursi pelle e ossa": locuzioni che ruotano
sempre attorno al tema della "paura! Un problema, dunque,
connesso al timore di non essere abbastanza "sostenuti. Un
vivere continuamente in uno stato di allerta e, quindi, di tensione,
una sensazione perenne di essere "attaccati" da qualcosa
... il tutto accompagnato da una forte e diffusa e costante
apprensione.
n corpo che essendo perennemente
pronto a scattare, sempre sulla difesa - sottoposto ai pesi delle
regole sociali, ai giudizi di valore, alle frustrazioni e alle
censure - perde inevitabilmente armonia e plasticità: la malattia
mette a fuoco l'esatta condizione interiore e la vera fluidità
mentale del soggetto in tempo reale; rigidità mentale, tormenti,
comportamenti, abitudini logorano e "appesantiscono" ossa e
articolazioni. Fenomeno perlopiù legato a soggetti con
disistima, che si autosvalutano e con la convinzione di non essere
abbastanza "solidi": fragilità ossea indica immaturità,
bisogno di sostegno; responsabilità, rassegnazione, schemi mentali
rigidi e pensieri ricorrenti confusi ci "bloccano": un
confitto tra l'ambiente circostante e le proprie convinzioni.
Quando siamo in tensione, fortemente turbati, impressionati dai
nostri atteggiamenti, dal nostro modo di reagire, scossi nelle
convinzioni più profonde, l'impalcatura ossea si fa sentire
attraverso un dolore o un disturbo; sotto il peso delle
responsabilità e dei doveri, la "sofferenza", allora,
creando "attrito" blocca il movimento; un movimento che si
fa pian piano più impacciato e rigido. La natura però, con il suo
linguaggio dice la sua: "blocca" il movimento; in quel
frangente, allora, chi era "tutto di un pezzo" è costretto
a "piegarsi" … a fermarsi!
'
una struttura, quindi, che riguarda l'identità, le convinzioni più
profonde, la flessibilità, essere malleabili dentro e fuori, la
relazione con il mondo o con qualcuno: i punti di riferimento e il
"sostegno". Quando ci si sente fragili e sulla difensiva è
perché si teme un “attacco”, di essere invasi, attaccati
all'improvviso ... mal di schiena, dolori articolari, piccole
contratture muscolari segnalano sempre una persistente “rigidità
difensiva”; i disturbi alle ossa deformano sempre la propria
immagine: stima di sé, sicurezza, libertà ed autonomia. Le tensioni
tensioni muscolari
segnalano, quindi, alcuni stati eccessivi e protratti nel tempo di
allerta, controllo e rigidità, mentre le nevralgie sono i traumi
negati, i pianti trattenuti e un eros bloccato; la sciatalgia,
invece, piega
chi si fa trovare sempre “tutto d’un pezzo”: dice smettila di
essere rigido e duro con te stesso!!! Ci troviamo di fronte ad una
perdita di dinamismo e motivazione, in breve, sentirsi obbligati!!!
o scheletro,
inoltre, oltre a partecipare al movimento, ad essere parte attiva
nelle decisioni, rappresenta le fondamenta, la base e la solidità di
ogni struttura vivente, un ponte mobile tra l'interiorità e la
libertà di ogni individuo: padroni del proprio destino. I muscoli
indicano lo sforzo, il riposo e la motivazione. Permette - attraverso
l'espressività fisica e mentale - di affermarci, di muoverci nel
tempo e nello spazio, di allontanarci anche da cose che non piacciono
più, ma anche il "limite" oltre al quale non è possibile
andare. Le ossa con i muscoli trasformano il pensiero in azione,
aiutano ad assumere il ruolo che ci compete. Protegge e impedisce di
"crollare".
a
muscolatura sotto ansia e stress modifica l'equilibrio di fondo
sottoponendo continuamente le strutture vertebrali a grosse tensioni.
Molti disturbi a carico dell'apparato muscolo - scheletrico, infatti,
segnalano un cattivo utilizzo delle proprie risorse e potenzialità
emotive; ingorghi emotivi che inesorabilmente limitano, ingabbiano,
bloccano e infiammano la struttura portante. L'articolazione sempre
più sotto pressione e con infinite contratture finisce per
deformarsi ... fino a consumarsi.
e
ossa ti chiedono di pagare il “conto” quando non sei per niente
spontaneo, lotti contro te stesso, rinunci alle passioni e alla
libertà di muoverti, così perdi "elasticità" e armonia,
a favore della staticità mentale (mi spezzo ma non mi piego!);
quando ogni gesto è incentrato sul sacrificio, sulla forza di
volontà e sul dovere, continuamente sotto esame e sempre in “gara”
si blocca il MECCANISMO anche quando è “lubrificato” con
farmaci! Non ascoltando i messaggi inviati dall'impalcatura dovrai
per forza rallentare o fermarti. Ricorda, tale struttura desidera
solo più rispetto e attenzione, il segnale in codice tradotto è:
non
stai entrando nel mondo con spontaneità e non accetti cambiamenti.
Il mal di schiena, ad esempio, tiene fermi, blocca anche le
trasgressioni!!! Ne sono coinvolti coloro che, in ogni momento e
situazione, sono sempre tutti d’un pezzo, governati dalla
testardaggine, da posizioni irremovibili, da una durezza e da una
fastidiosa rigidità in contrasto con questa grandiosa e complessa
struttura flessibile: non vuole altro che fluidità, apertura e, non
dimenticarlo mai, solo AMORE.
NB.
La struttura ossea, essendo la nostra parte più dura, rappresenta la
"forza", la fermezza e la durezza ... il comportamento
testardo e la rigidità di pensiero.
Chakra.
Le
patologie collegate all'apparato locomotore riguardano il primo C.
(sicurezza, voglia di vivere, madre) e al terzo C. quando si verifica
una infiammazione (riguarda la personalità, libertà e controllo,
essere se stessi).
Gli
arti inferiori
e
gambe sono le colonne del nostro corpo, ci permettono di spostarci,
di andare verso le cose e gli altri (incontri, contatti), ma anche di
allontanarci da situazioni temute. Il simbolismo legato a questo
distretto corporeo è molto forte: conflitti relazionali, sicurezza,
resistenza al cambiamento, paura nell'affrontare il futuro, di andare
avanti; il solo pensiero di agire sviluppa
ansia e blocca, si rimane fermi creando una forte tensione e
contrazione in tutta questa zona: conflitto di movimento.
L'anca, invece, indica il tradimento: essendo l'articolazione
primaria, fondamentale per gli arti inferiori, rappresenta l'armonia,
il nostro modo di passare all'azione, le nostre convinzioni e le
nostre indecisioni di fronte a delle scelte, ci mette in relazione
con il mondo circostante: la vita frena per paura di perdere libertà
e sicurezza. Il ginocchio indica l'umiltà, l'obbedienza,
l'accettazione, la sottomissione, la capacità di essere
"flessibili", di piegarsi, di sottomettersi, di accettare
osservazioni, suggerimenti e decisioni altrui, rifiuta i cambiamenti,
segnala alcuni modi di pensare e schemi mentali antichi, ostacola
l'evoluzione, teme il giudizio, l'opinione che hanno di lui. Soggetto
particolarmente orgoglioso e testardo nelle sue scelte che ritiene
sempre giuste: si spezza ma non si piega: difficoltà a piegarsi
davanti agli altri. I piedi sono legati alla nostra sicurezza,
stabilità, libertà e al rifiuto di andare avanti nella vita: paura
per il futuro e delle responsabilità, incertezza prodotta dalla sua
personalità o inculcata da altri, timore di perdere le proprie
posizioni materiali affermate e conosciute (lavoro, soldi); capacità
di affermare le proprie conquiste o le proprie opinioni, non si dice
forse: " stare sulle spine" o "tirarsi la zappa sui
piedi".
Chakra
Alluce:
1° Chakra (sicurezza: casa, lavoro, denaro). Pollice: 1° Chakra
(difficoltà a prendere ciò che si vuole). 2° dito del piede: 2°
Chakra (emozioni e sicurezza nella sessualità) Ernia al disco: 1°
Chakra (sicurezza). Indice: 2° Chakra.
e
unghie, sono strumenti sia di
aggressione sia di protezione; segnalano il reale stato di difesa del
soggetto. Quando sono troppo fragili significa che si è
particolarmente sensibili, indifesi e facilmente vulnerabili; se la
psoriasi attacca l’unghia è sensato pensare che si faccia carico
di un’aggressività repressa … paura della rabbia; problemi alle
unghie indicano sempre inquietudini interiori, un conflitto tra
impulsi aggressivi e, nel contempo, una forte spinta repressiva
legata al terrore di perdere il controllo e fare del male. Se
le unghie presentano striature longitudinali ci segnalano disturbi
intestinali, mentre una sua forma concava indica una carenza di
ferro, quella convessa, invece, indica qualche difficoltà
respiratoria.

rampi
alla gamba: rappresenta la possibilità di andare in qualsiasi
direzione. Segnalano attraverso la tensione e la rigidità una
forzatura, un andare, un seguire una direzione decisamente opposta a
quella desiderata: si è obbligati ad accettare cose nuove, vincoli
estranei al proprio modo di pensare.
uando
i disturbi colpiscono gli arti inferiori si esprimono disagi emotivi
ben precisi; in realtà, significa che ci sono conflitti che agiscono
sia sull’autonomia sia sulla “certezza” (confusione) nel
raggiungere progetti e obiettivi (affermazione, blocco, scappare,
avanzare, libertà).
Gli arti superiori
ARTROSI
CERVICALE: è una "malsana" tendenza a “piegare il capo”
di fronte a situazioni che nel tempo sono diventate insostenibili.

uesta
parte ci parla della nostra capacità d'azione: toccare, prendere,
respingere, stringere, trattenere, allontanare, difendere e
difenderci: distretto corporeo che ci consente di agire.
La
spalla, essendo anch'essa un'articolazione fondamentale del
braccio, segnala la nostra difficoltà ad agire: i freni dei nostri
sogni, desideri e affetti. Persona spesso troppo carica di
responsabilità, di obblighi che riguardano altri; un fardello, un
carico eccessivo che non le compete, insicurezza verso il futuro. Si
sente ostacolata ad andare nella direzione voluta, accogliere
qualcuno o un nuovo evento.
Le braccia.
Una tensione in questo distretto corporeo si riscontra generalmente
in chi ha difficoltà ad eseguire (ordini), accettare e fronteggiare
le situazioni della vita: difficoltà nel fare, nell'agire.
Aggressività trattenuta (battere i pugni sul tavolo).
Il
gomito, come il ginocchio,
permette la mobilità: piegarsi, cedere e allentare la presa,
difficoltà ad accettare un nuovo stile di vita, una nuova
situazione, un nuovo vissuto. Sono individui conservatori che
rifiutano di fare, di cambiar "direzione": non afferrano le
opportunità della vita, accettano solo a seguito di costrizione o
forzatura.
La mano. Ci parlerà del dare
e del ricevere con amore, del lavorare con passione, della nostra
creatività, dell'azione sul mondo esterno: cose, situazioni, persone
... tenere in pugno, dominare e possedere: "tenere in mano la
situazione".
Artrite.
alattia,
acuta o cronica, di natura infiammatoria di una o più articolazioni.
E' caratterizzata da rigidità, dolore, calore, gonfiore,
deformazione, arrossamento e difficoltà di movimento; segnala una
persona poco malleabile, "paralizzata" anche nelle
emozioni. Anche qui troviamo un personaggio che non si sente amato,
molto rigido, severo, critico e facile alla delusione; si sente
continuamente sfruttato, oppresso, indeciso, prigioniero,
"ingabbiato", impotente, privato della sua libertà.
Fenomeno legato alla rigidità mentale, al dubbio, alla delusione, al
risentimento, al senso di ribellione; teme la critica e, soprattutto,
l'autorità. Ma il corpo puntualmente segnala, insegna ad esprimersi,
a non smorzare le proprie emozioni per far piacere agli altri,
insomma, dire di no quando è il momento di dire no. 1° Chakra
(sicurezza economica e psicologica).
Artrosi.
alattia
cronica e degenerativa che colpisce le articolazioni: "consumazione"
della cartilagine. E' un disagio che di
solito si sviluppa in una persona con spirito critico, sempre sotto
sforzo, tendenzialmente triste e alla ricerca continua di perfezione.
Tende a proiettare sugli altri la colpa delle sue disgrazie. Si sente
spesso sminuito, criticato, denigrato, inferiore, svalutato
(da vecchia data) e lamenta di non ricevere il
sostegno necessario per occupare il suo posto nella vita.
Mosso sempre da tratti depressivi, da un forte senso di ingiustizia
prova risentimento e collera nei confronti delle persone circostanti
perché non riesce a cambiarle: la collera si trasforma in
infiammazione; un fenomeno che richiama la rigidità morale oltre che
corporea: caratteristica caratteriale che si riscontra facilmente
nell'artrosico. Allora, il corpo intelligente - gelante e
scrocchiante - attraverso le sue articolazioni, suggerisce di essere
più clementi ... più flessibili e accomodanti.
Lombaggine.
l
famoso "colpo della strega": tensione, forte dolore nella
parte bassa della schiena. Comunica spesso un senso di impotenza, di
ribellione nei confronti delle responsabilità materiali ...
difficoltà ad accettare i cambiamenti esistenziali che, in parte,
sconvolgono profondamente stili di vita, abitudini e punti di
riferimento (coppia, lavoro, famiglia) ... inflessibile, dubita delle
sue capacità.
Mal
di schiena

a
schiena si divide in cinque distretti: cervicale o nuca
(testardaggine, insicurezza, pericolo,
paura di perdere il controllo, di lasciarsi andare alle emozioni),
toracica o dorsale (difficoltà
relazionale, di godersi la vita, esprimere i propri bisogni,
responsabile della sofferenza altrui, timore di perdere la persona
con cui si ha un legame affettivo, assumersi delle responsabilità
eccessive), zona lombare (preoccupazione
eccessiva a livello materiale), sacrale
(trattenere odio, rancore)
e coccige (preoccuparsi per i propri
bisogni fondamentali: mangiare, lavoro, casa).
Anche questa struttura, come sopra indicato, esprime più
significati: rappresenta non solo la protezione, il sostegno e il
supporto del corpo umano ma anche il modo di porsi nella vita: il
dinamismo di ogni individuo. Può
anche segnalare - a seconda della regione coinvolta - l'esigenza o il
desiderio di essere abbastanza sostenuti sia a livello materiale sia
a livello psichico. Assumersi eccessive
responsabilità e pesi intollerabili (schiaccianti), troppo gravosi,
fardelli troppo pesanti da portare; impegni a volte non completamente
compatibili con la vera natura del soggetto. Appare, quindi, un
personaggio particolarmente attivo perché teme che prima o poi gli
venga a mancare "qualcosa"; il fare per lui diventa una
ragione di vita ma anche un modo diretto di far vedere agli altri la
sua immagine robusta, forte e potente. L'armonia e la flessibilità
di questa struttura è fondamentale per il buon "equilibrio"
della vita. Viene anch'essa "deteriorata" dalla paura di
perdere il controllo, dalla testardaggine, dalla solitudine,
dall'insicurezza affettiva, dall'impotenza, dall'eccessiva
preoccupazione, dal vissuto emotivo, dal mondo interiore
dell'individuo: atteggiamenti e comportamenti che rivelano sempre un
malessere diffuso di incertezza e insicurezza.
Cifosi.
Accentuazione della normale curvatura del tratto dorsale della
colonna vertebrale (arrotondamento,
gobba: piegarsi davanti all'autorità).
Fenomeno che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. Il
soggetto si sente schiacciato, ha l'impressione che la vita sia
davvero difficile, un grande fardello da portare avanti: un
futuro spaventoso e troppo pesante.
Lordosi.
Convessità della colonna vertebrale contraria alla cifosi; si crea
un incavo nella schiena (bacino in avanti e spalle indietro). Sono
delle persone che hanno fallimenti alle "spalle" e, in
passato, hanno vissuto situazioni in cui si sono sentite respinte e
rifiutate: sempre sul chi va là
nell'affrontare le situazioni. Poco disponibili, per le loro
esperienze passate, non sanno condividere con gli altri: una profonda
presunzione di realizzare ogni cosa da soli.

cogliosi.
E' una deviazione laterale della colonna vertebrale a forma di S. La
persona scoliotica fa fatica ad "allinearsi" alle regole
sociali e si valuta poco "solida" nel prendere decisioni;
un peso mentale eccessivo, sgradevole da sostenere, perde importanti
punti di riferimento. Il soggetto solitamente si fa carico spesso di
tensioni e problemi che non sono suoi, ma di altri; è dominato da
una forte tendenza all'altruismo che allontana dalle sue vere e
proprie necessità emotive.
La colonna vertebrale da sempre è considerata come una modalità
espressiva somatica della forza interiore che consente ad ognuno di
noi di "gestire" le diverse situazioni della vita, ovvero
la nostra capacità di sopportazione, di mantenere l'armonia e
l'equilibrio nonostante le varie difficoltà esistenziali. E'
su questo distretto corporeo che scarichiamo i pesi, non solo fisici
e psicologici, ma anche le responsabilità quotidiane.
Come è già stato più volte sottolineato, le persone più a rischio
sono quindi quelle che possiedono un enorme senso del dovere, quasi
portati al masochismo, che non concedono facilmente spazio ai propri
desideri esigenze personali. Ricorda,
troppe
RINUNCE fanno SOFFRIRE la schiena. Così
la rigidità diventa protagonista, fa lo sgambetto e,
silenziosamente, impone il proprio “controllo”, il suo “potere”
blocca il cammino; il blocco, allora, interrompe quei comportamenti
che nel tempo potrebbero danneggiare ulteriormente la salute perché,
come sappiamo, obbligano ad uno stile di vita non voluto, non in
sintonia che i veri desideri: il corpo non fa altro che reagire,
protestare se non si riesce ad esprimere le potenzialità in maniera
naturale, lineare e spontanea.
Mostrarsi
PERFETTO - troppo cortese, troppo educato, troppo gentile - accettare
ogni cosa per il timore di essere respinti, permette di sfuggire alla
critica ... ma che FATICA!!!
Un
aiuto “verde”.
Come sbloccare i dolori articolari e rimettersi in “piedi” con la
fitoterapia, gemmoterapia e oli essenziali: Fraxinus E. (gotta,
artrite) TM - Arpagophytum P. (infiammazioni) TM - Ribes N.
(infiammazioni) MG - Vitis V. (infiammazioni) MG - Juniperus C
(antireumatico) O.E. - Spiraea U (infiammazione) O.E.
Quando la schiena ci “volta le spalle”
na
scarsa autostima, troppa ansia e profonda tristezza, agendo sulla
postura, possono bloccare, contrarre e infiammare i tessuti
articolari; le ossa allora - gestite dai vari atteggiamenti - mettono
in guardia con disturbi specifici, segnalano una mente rigida e
inflessibile, troppi carichi e tanti sacrifici, censure, freni,
rinunce e parecchi desideri inascoltati, esposizione continua a
situazioni che logorano. Bisogna togliere i pesi dalle “spalle”,
reagire, essere più “mobili”, “elastici” e “armoniosi”,
trovare il piacere nel fare le cose; insomma, “leggerezza” e
motilità, per proteggere, dare forza e sollievo a tutto l’apparato
locomotore, per far star bene le ossa nel modo più semplice
possibile e del tutto naturale.
a
schiena è molto più dell’impalcatura che sorregge il nostro
corpo; ci sostiene, concretamente, anche in senso psicologico. Anche
se di primo acchito tale affermazione può disorientare, creare
perplessità a tutti coloro che guardano con sospetto la dimensione
emotiva, essa viene ampiamente confermata dallo stretto legame neuro
- fisiologico che esiste tra tensione emotiva e tensione muscolare.
E’
un albero - maestro che ci permette di mantenere la nostra
“posizione” nel mondo non solo a livello organico: consente di
andare verso le cose (disponibilità, flessibilità, armonia,
equilibrio).
Tutti gli elementi dell’apparato locomotore (ossa, muscoli,
articolazioni), sono in grado di adattarsi e coordinarsi
reciprocamente l’uno all’altro per consentirci di realizzare ciò
che decidiamo sia a livello meccanico (sdraiarsi, sedersi, correre)
sia a livello psichico (rabbia, insicurezza, rancore, paura). Se
osserviamo ad esempio l’effetto di un’umiliazione sul corpo, esso
si disporrà immediatamente in maniera diversa. La
testa china, le spalle abbassate, il collo rigido, la schiena
incurvata sono precisi segnali del nostro stato emotivo … racconta
il malessere che si agita dentro di noi.
Le
offese, in realtà, ci inducono a “ripiegarci”, per così dire,
su noi stessi.


e
articolazioni hanno dunque il compito di plasmare e dar voce a tutti
quei movimenti che rispecchiano la nostra personalità, le nostre
aspirazioni e i nostri conflitti.
I dolori articolari, quindi, non dipendono solo da stress di tipo
meccanico, dall’età, dal clima (freddo e umidità), da posture
errate e da abitudini alimentari scorrette, ma possono essere una
spia di un’evidente difficoltà dell’individuo. Sono tantissimi i
retroscena emotivi che giocano un ruolo determinante nel bloccare o
infiammare le articolazioni. I
disturbi alla schiena - a seconda della loro localizzazione e della
modalità con cui si presentano - raccontano i nostri conflitti, il
nostro modo di resistere alla vita e le nostre vere difficoltà:
apertura o chiusura con il resto del mondo.
Il
dolore localizzato nel tratto cervicale è presente in quei soggetti
che si sentono gravare sulle loro spalle responsabilità e pesi
intollerabili (fatiche, disagi, impegni).
Persone
schiacciate letteralmente dall’essersi assunte “impegni”,
troppo gravosi, non compatibili con la loro natura.
Con
questo atteggiamento, l’aggressività
trattenuta
nello sforzo di “adattarsi” alla richiesta del ruolo assunto,
viene bloccata nei muscoli delle spalle creando uno stato di continua
tensione.
Con
il movimento della spalla, inoltre, possiamo tenere a debita distanza
una persona o abbracciarla, salutarla, minacciarla oppure imporle un
comando … tutti gesti che ci mettono in relazione con gli altri.
La
metafora linguistica “farsi largo con i gomiti”, ci ricorda come
questo atteggiamento, tentando di delimitare uno spazio tutto nostro,
possa presentare anche aspetti aggressivi che se troppo accentuati
creano, con le continue tensioni muscolari, problemi in questo
distretto corporeo.
Se si cerca di sconfinare, andare oltre il nostro “spazio
d’azione”, questa articolazione può “fermarci” con il
sintomo “dolore”. Anche
un “polso troppo fermo” può bloccarsi nel gestire situazioni
difficili e complesse.


’anca
è uno snodo articolare molto importante che ci permette di avere una
camminata “ancheggiante” (richiamo sessuale), di spostarci in
maniera sicura, fluida e armoniosa … permette di procedere nella
direzione “giusta”, puntare diritti verso le aspirazioni e le
scelte esistenziali.
I
dolori che ne limitano l’oscillazione, i suoi movimenti, possono
anche essere l’espressione di paura verso una sessualità vissuta
in maniera controllata e soffocata. In realtà, se l’esperienza
sessuale è vissuta come un “territorio accidentato”, questo
sofisticato meccanismo potrà bloccarsi proteggendo il soggetto da
“movenze temute”.
Quando poi si arriva a un punto di tensione critico, ecco
intervenire, come d’incanto, il dolore o il blocco: chi voleva
essere tutto d’un pezzo, tener duro, non mollare mai, si deve
letteralmente “piegare”, chi voleva, invece, in maniera
conflittuale fuggire (cambiare) o trasgredire (nuovi incontri) ha la
scusa buona di non farlo. Un’autostima
fragile, il timore di lasciarsi andare, gli obblighi mal vissuti e le
continue paure provocano posture scorrette, si trasformano in
rigidità muscolare e influenzano il nostro modo di pensare.
In
compenso sono soggetti che si agitano molto ma si muovono poco.
Sentimenti, piaceri e desideri vengono prontamente censurati per uno
stile vita “impeccabile”: preferiscono sempre il dovere alle loro
grandi passioni.
La
“rigidità” è sempre un messaggio emotivo da non sottovalutare,
esprime la difficoltà a tener sotto controllo gli eventi e le
persone con cui si entra in contatto. Sono soggetti insicuri,
facilmente influenzabili perché vivono in funzione di conferme
esterne, sempre sotto esame, spaventati, ipercritici nei propri
confronti, si colpevolizzano anche per errori banali e stentano a
riconoscere i propri meriti: una lode improvvisa, per aver raggiunto
risultati positivi, può metterli in imbarazzo.

li individui più esposti ai disturbi osteo - articolari tendono ad
adeguarsi, seppur controvoglia, a esperienze vissute come
“problematiche”, reprimono gli slanci emotivi perché pensano che
una personalità forte (tutta di un pezzo, che si spezza ma non si
piega come le ossa) debba tenere “tutto dentro”, non accettano i
cambiamenti e fanno di tutto per sacrificarsi: nascondono i propri
desideri in nome di una identità imposta … salvano
l’immagine esteriore ma si dimenticano di se stessi.
Sono
dotati di grande potenzialità ma non riescono a “muoversi”
liberamente nelle proprie decisioni in quanto sono dominati da una
grande rigidità o coerenza morale. Dinamiche mentali che si
traducono in una pessima respirazione e in forti dolori a carico di
tutta la struttura muscolare.
La flessibilità e l’elasticità per chi ha dolori articolari sono
parole del tutto sconosciute. Sono sempre tesi, duri, contratti,
indecisi, incapaci di relazionarsi in maniera serena con il prossimo:
l’interrogativo che li mette alle “strette” è cedere o
forzarsi. Il corpo si paralizza, sembra chiudersi in una camicia di
forza. Dolori lancinanti alle articolazioni, tendini e legamenti
completamente “inceppati”. Il
segreto del buon funzionamento delle articolazioni dipende da buoni
“lubrificanti”: flessibilità, dolcezza e armonia, affrontare la
vita in modo più cedevole e morbido risana il corpo liberando la
mente. I
dolori articolari parlano, quindi, di un fare impacciato, indeciso,
non fluido e poco armonioso, di problemi relazionali e blocchi
emotivi profondi che non vengono mai considerati ed ascoltati, di
desideri importanti tenuti a debita distanza perché moralmente
considerati sconvenienti, di richieste eccessive che sovraccaricano
l’intera struttura, di rifiuti che avviliscono e bloccano il
movimento e l’espressività … segnalano la vera disponibilità
verso gli altri, la lentezza nel prendere decisioni, il bisogno di
affermazione, le varie responsabilità della vita, i conflitti
affettivi, gli stili di vita. Anche
quando la testa è troppo piena di pensieri pesanti e il cuore
bloccato, soffocato o vuoto - perdendo di vista il fuoco della
passione si “sente” davvero poco la vita - ci si confonde, si
diventa fragili, si perde l’equilibrio: si “gira” intorno al
mondo e a vuoto (cervicale “ballerina”… bisogna alleggerire le
tensioni che pesano sul collo) … la terra manca sotto i piedi
(vertigini).
’assunzione
di calcio
(latte) è indispensabile per la salute delle ossa ma se non è
associato al fosforo
(germe di grano), fondamentale per fissare tale minerale nella
struttura ossea, serve a ben poco: le ossa rimangono “fragili”.
Quello mi fa venir mal di TESTA
n
“lavoro” troppo di testa, una scelta di vita che porta
all’estremo l’attività razionale e l’ipercontrollo sono
atteggiamenti che “sfiancano” i piani alti, rendono incapaci a
rilassarsi; alla parte alta le viene proibito di entrare in contatto
con le parti basse, quelle “proibite”; un conflitto tra istinto e
ragione, una lotta tra doveri e sogni, un bisogno di fare chiarezza,
un eccessivo controllare: gestire pensieri, rapporti ed emozioni.

enso
sia capitato a tutti aver sentito dire questa espressione: “Quello
mi fa venir mal di testa”. La cosa può essere letteralmente vera
in quanto un’emicrania da tensione avviene quando si verifica una
contrazione piuttosto sostenuta della muscolatura scheletrica della
testa o del collo (trapezio). Il nome stesso indica la caratteristica
propria dell’emicrania, cioè il dolore che colpisce metà della
testa (il dolore pulsante, accompagna ipersensibilità a suoni e
luci, a volte nausea e vomito). I muscoli che si contraggono
continuamente riducono il rifornimento sanguigno, e con una quantità
insufficiente di sangue per soddisfare le sue necessità metaboliche.
Il muscolo fa incredibilmente male. Oggi
si sa che il sistema nervoso simpatico (eccita e stimola il
metabolismo, contrae) ha la funzione di far restringere i vasi,
mentre il parasimpatico (tranquillizza e deprime, rilassa) ha una
funzione vasodilatatrice.
In generale, questo tipo di mal di testa è assente al mattino e
cresce di intensità con l’aumentare della tensione della giornata.
Questo avviene perché la muscolatura scheletrica della testa e del
collo è sottoposta a contrazioni crescenti in molti individui quando
in loro cresce la tensione e l'apprensione. All’inizio c’è una
costrizione delle arterie che portano il sangue al cervello, in
seguito c’è la dilatazione delle arterie stesse. In alcune persone
l’attacco si manifesta, in maniera del tutto tipica, insieme, a
volte, con le regole mensili, in altre si manifesta in momenti
imprevedibili, alla fine settimana, quando c’è un carico eccessivo
di pensieri, di responsabilità e di preoccupazioni, durante una cena
con amici o durante i giorni in cui soffia il vento favonio. Se
qualcuno tra coloro con i quali si interagisce è suscettibile a tali
mal di testa da tensione, può essere utile comprendere la relazione
esistente tra pressione emozionale, tensione, apprensione, dolori
alla testa e al collo. Maggiore è la pressione emozionale e maggiore
sarà il dolore. Recenti
studi hanno messo in evidenza la componente psicosomatica di questo
malessere; il soggetto, in breve, dovrebbe fare l’esame di se
stesso, esaminare se non è per caso impaziente, si addossa un
eccessivo carico di lavoro e responsabilità (ciò lo rende teso e
irritabile), non riesce a distendersi a rilassarsi a lasciarsi
andare, non sa essere spontaneo e disinvolto (ha una sessualità
controllata o inibita), inflessibile, ambizioso, sensibile e teme le
critiche, vendicativo, perfezionistico, o avido di potere (tutti
atteggiamenti che irrigidiscono il tessuto muscolare).
Questo
malessere, pare, alcuni studi hanno confermato questa ipotesi, sia
connesso con stili di vita, schemi mentali o con situazioni emotive
sperimentate in passato in cui ci si è sentiti costretti e
minacciati (il corpo reagisce in base a quel che si pensa!).
l terrore (inconsapevole) di rivivere tale situazione può far
scaturire una tensione (contrazione muscolare) connessa a un pericolo
potenziale. Può
trattarsi della convinzione di subire un’influenza o di un abuso
oppure una sensazione diffusa di impotenza, di disistima. In questo
modo, ogni volta che ci si sente in qualche modo minacciati o
costretti a fare cose controvoglia ecco che il disturbo, con le sue
caratteristiche “costrittive”, si manifesta.
La nausea e il vomito, quando fanno da cornice, esprimono un secco
rifiuto e diniego della situazione. Nel trattare con la gente è
sempre costruttivo comprendere come l’altra persona può vivere una
certa situazione (senza farsi venire il complesso del messia!). Ciò
può aiutare ad alleviare la tensione per entrambi. Specialmente in
situazioni nelle quali ci si sente sotto accusa, o si sta giudicando
qualcun altro, è possibile alleviare le circostanze potenzialmente
stressanti comprendendo il significato semantico del messaggio che
viene comunicato. Siccome in ogni rapporto interpersonale un’alta
percentuale di quanto viene comunicato è non - verbale, alcune
nozioni su questo comportamento non verbale possono rivelarsi
essenziali se ci si propone di affrontare la gente in maniera
ragionevole e sistematica. Tutti, chi più chi meno, conoscono gli
indizi non - verbali. I diversi distretti corporei raccontano infatti
la nostra storia e la trama di questo racconto può essere colta solo
guardando le cose come una totalità (psicosomatica). Osservando il
corpo e le sue movenze possiamo imparare a conoscerci meglio e
comprendere che cosa, gesticolando, comunichiamo agli altri e che
tipi di messaggi i vari interlocutori ci inviano. Quando incontriamo
la gente infatti ne notiamo automaticamente l’espressione del
volto, l’atteggiamento fisico, e la maggiore o minor velocità del
discorso. Se correttamente codificato, tale linguaggio può risultare
molto eloquente e raccontare emozioni, stati d’animo, desideri.
Capirne
pertanto i meccanismi significa entrare in maggior sintonia con se
stessi e gli altri, per vivere meglio i rapporti con i colleghi,
amici, la famiglia.
Cosa
fare.
Dopo aver appurato dallo specialista qual è il tipo di mal di testa,
si attiverà un programma terapeutico ad orientamento psicosomatico;
tali metodiche terapeutiche saranno rivolte a stimolare l’individuo
ad esternare, in maniera sempre più spontanea e naturale, ciò che
di solito non si permette di fare nel proprio mondo. La
testa esprime un forte conflitto tra RAGIONE e ISTINTO: un ingorgo di
pensieri… se la “PERDI” e non reprimi il mondo emotivo fai
svanire ogni malanno, produci solo benessere.
Il
codice segreto del dolore alla testa:
1.
Martellante
o pulsante:
desideri o preoccupazioni che chiedono di essere ascoltati;
2.
Pesante:
pensieri, “stagnanti” che non portano a nessuna
consapevolezza;
3.
Cerchiata:
desideri, impulsi bloccati, che non si lasciano andare.
loccare
o non bloccare, trattenere o lasciare andare, soffocare o non
soffocare quelle “strane” emozioni spontanee e “libertine”,
lottare tra istinto e ragione, paura di non riuscire a controllarsi e
una gran voglia di “perdersi” nei propri desideri, ecco la
“miccia” che fa scoppiare la testa: non
si accettano in se stessi o negli altri sentimenti aggressivi o
erotici, non si sopportano atteggiamenti di rifiuto, di non
considerazione e di indifferenza
… il non voler cedere, sempre sull’attenti e troppo razionali, un
carico eccessivo di “pesi”, il non fidarsi, la paura di soffrire,
di mostrare le proprie “debolezze” e “fragilità”: tutte cose
difficili da accettare perché pensiamo possano contaminare
l’immagine “pura” e, per certi versi, rassicurante che vogliamo
mantenere a tutti i costi di noi … censura e ruoli troppo “stretti”
spengono la vita, bloccano vitalità e creatività, non rispettano i
propri modi di essere, fanno perdere di vista le proprie esigenze:
appesantiscono davvero la testa … smantellare l’iper -
razionalità è il primo gesto vincente per sbloccare una testa
“intasata” di pensieri e tossine psicofisiche. RIMETTI a posto le
cose, cambia “testa”, sbloccala dai troppi calcoli, svuotala dai
pensieri inutili, liberala dalla “morsa” dei ruoli imposti e
schemi mentali aridi, pesanti e innaturali, “puliscila” dalle
troppe domande e dai continui film mentali, “disintossicala” con
un sonno profondo, buona compagnia e svaghi giusti: se pensi
“leggero” fai volare la tua mente … NON cercare di
“raffreddarla” con divieti, forzature e auto repressione.


l
cervello pesa meno di un chilo e mezzo (2% della massa corporea di un
individuo di 75Kg), a tutt’oggi, è la struttura più complessa e
meno conosciuta del corpo umano. Il cervello (ca. 80%) è fatto di
acqua, strutture fisiche e biochimiche. Non è sicuramente - a
livello di dimensioni - un organo straordinario, ma lo è senza ombra
di dubbio in termini di potenza. Usa il 25% dell’ossigeno e dello
zucchero in circolo nell’organismo. Le strutture anatomiche
cerebrali si dividono in due tipi di funzioni: esecutiva (funzioni di
natura intellettuale) e rettiliana (emozioni). E’ dalla nascita che
si “decide” quale parte del cervello è opportuno sviluppare e
quale è meglio lasciar perdere (un
mondo ricco d’amore stimolerà l’emisfero destro … al
contrario, una vita piena di “calcoli”, l’emisfero sinistro).
Quindi, quanto più si usano certe aree cerebrali, tanto più si
svilupperanno quelle particolari terminazioni nervose (neuroni)
mentre è vero il contrario per quei neuroni che non si usano …
cerca, allora, attraverso nuove attività mentali di utilizzare
quella parte cerebrale che solitamente non usi, anche invertire
l’ordine degli interessi quotidiani. RICORDA, gli stimoli sempre
uguali lo rattrappiscono, cambia la routine quotidiana perché lo
danneggi: aumenteranno o diventeranno più forti e veloci neuroni e
dendriti. Il modo in cui stimoliamo il cervello, fin dalla tenera
età, l’allenamento di quella struttura neuronale, farà sviluppare
sana e forte quella zona nervosa particolarmente coinvolta (più
l’area è grande più verrà irrorata dal sangue, ossigenata)
… mentre le altre parti, meno irrorate dal sangue saranno più
“deboli”; le connessioni neuronali risulteranno meno sviluppate e
presenteranno difficoltà ad elaborare stimoli e informazioni …
GENETICA
o AMBIENTE?
… nessuno, a livello scientifico, è in grado di dare una risposta
univoca a questo grande quesito, ma è indubbio che da un certo tipo
di cultura e da una particolare struttura sociale si impara a far
lavorare di più o di meno quella particolare area cerebrale … il
cervello si “DETERIORA” dai tormenti continui, dalla perdita di
certezze, dai lutti e dai problemi finanziari … si RIGENERA
attraverso il buon cibo, l’attività fisica, i rapporti con la
gente, la meditazione, divertimento e grandi … grandi risate …
VITAMINE e INTEGRATORI che possono essere d’aiuto nella
funzionalità cerebrale (memoria, umore): vitamina Bc
(folati) che si trova nei fagioli rossi, germe di grano, negli
spinaci, carciofi, nei broccoli, nelle uova, nella soia e nel lievito
di birra, assieme alle vitamine B6
(pollo banane, patate, lenticchie, trota, spinaci, lievito di birra)
e B12
(salmone, uova, emmental, latte, fegato di manzo, tonno, crusca di
fiocchi d’avena, agnello) … lo proteggi mangiando anche mandorle,
salmone e miele … tutto ciò che utile alla circolazione sanguigna
e favorisce la salute delle arterie (vedasi apparato
cardiocircolatorio).
Oggi mi “SCOPPIA” il cervello

l
cervello è il centro di comando di tutte le attività cognitive,
motorie e psicoemotive. Una scatola magica, affascinante, delicata ma
potente, una macchina completa in ogni sua parte, per certi versi
ancora sconosciuta, in cui si decidono i vari processi organici e
psichici. Un ingranaggio perfetto, un condensato di energia (si parla
di 100 miliardi di neuroni), un organo misterioso, un indubbio
concentrato di capacità miracolose che, da secoli, affascina e
stupisce sia la scienza sia l’uomo comune. Le potenzialità di
questo organo sono davvero illimitate. E’ una struttura in continua
evoluzione, possiede una forza generativa davvero strabiliante:
silenziosamente, giorno dopo giorno,
riesce a plasmarsi, resistere, adattarsi, costruirsi e modificarsi.
Quando non è “contrariato” dai nostri errori esistenziali ci
rigenera e realizza la nostra vera natura. E’ il nostro cervello
che ci permette, se tenuto in debito conto, di vedere, sentire,
correre, annusare, fare sesso selvaggio, risolvere situazioni
problematiche, parlare, cantare, amare. In esso è scritto tutto, in
maniera indelebile, la nostra storia, i tratti della nostra
personalità più reconditi, la nostra capacità di reagire e,
soprattutto, filtrare gli stimoli ambientali. E’ in questo luogo
che dimora, spesso assopito, il talento e la creatività, si decide
la sopravvivenza, si “processa” ciò che si è appreso e si
“digerisce” la realtà. Per questo
motivo è un organo che per funzionare bene deve essere pulito,
malleabile, flessibile, lucido e libero da tutte quelle cianfrusaglie
che spengono le energie cerebrali, compromettono e mettono in
pericolo la sua corretta funzionalità.
Spesso, però, non lo rispettiamo affatto, lo riempiamo di parole
vuote ed inutili fino ad “intasarlo” completamente. Si
rigenera e si nutre, invece, attraverso sogni ad occhi aperti,
buonumore, soddisfazione, fantasia, sessualità, suggestioni,
passioni (aree cerebrali deputate al
piacere), ma rischia di invecchiare
velocemente, inquinarsi e di “seccarsi” quando lo priviamo di
veri nutrimenti, della felicità, lo occupiamo di ossessioni,
autocontrollo, scetticismo, autocritiche e rimuginazioni;
attivando, in tal modo, circuiti neuronali inutili e del tutto
“abusivi” si rischia parecchio non solo di salute, ma anche di
felicità e buon umore. A scanso di equivoci, comunque, è bene
ricordare che tale struttura può essere stimolata alla massima
potenza, non solo da condizioni favorevoli, ma anche da semplici
atteggiamenti e stati emotivi, se non eccessivi, come ansia, stress e
piccole preoccupazioni quotidiane.
hi
conduce una vita competitiva, ad esempio, oltre a tenere il cervello
allenato, svilupperà e potenzierà il lobo temporale destro, in
quanto lo usa più spesso e in modi diversi
(impatto benefico sui neurotrasmettitori). Mai portare avanti la
propria esistenza, comunque, con il pilota automatico cioè vivere
una vita ripetitiva, banale, noiosa, sempre uguale, perché
inevitabilmente si attiveranno le solite connessioni neuronali e le
stesse aree cerebrali favorendo, in tal modo, il declino della
funzionalità cerebrale. Se lo usiamo male, non possiamo ignorarlo,
immediatamente si fa sentire attraverso alcune precise funzioni
cognitive: memoria ballerina,
distrazioni improvvise, difficoltà di apprendimento, scarsa
concentrazione e perdita di lucidità.
Quando non dà il massimo, viene messo alle corde, all’angolo
perché bloccato dentro schemi contorti infiniti, intasato dai dubbi
e dalle paure, produce una infinità di “frutti nocivi” (danni
fisici): al bando, quindi, schemi fissi,
false mete, rimuginazioni, sensi di colpa e pseudo - valori.
Sarà davvero salutare, pertanto, far sfumare tutti quei pensieri
parassiti che a volte ci riempiono solo la testa in maniera
esagerata. Sono i modi d’essere dannosi infatti che, facendolo
funzionare a velocità ridotta, segnano il suo declino, modificano la
chimica cerebrale (flusso sanguigno), lo atrofizzano (neuroni,
sinapsi) e lo espongono ad alterazioni degenerative. Molte malattie
neurodegenerative, infatti, nonostante un netto miglioramento delle
condizioni di vita, da alcuni decenni, colpiscono sempre più una
popolazione meno senile perché, spesso, si usa male questa
meravigliosa massa cerebrale. Tra le patologie più diffuse e
devastanti troviamo il morbo di
Parkinson (persona rigida, trattenuta,
con la tendenza a controllare tutto, combattuta tra agire e non
agire), morbo di Alzheimer
(demenza che attacca alcune funzioni cognitive come ad esempio la
memoria); problemi vascolari e perdita di funzionalità dei neuroni;
il cervello si svuota ed annulla la spazzatura mentale, desidera
liberarsi dai vari obblighi, depressione, si cresce in un clima in
cui i propri modi di pensare e le proprie idee sono sempre peggiori
di quelle degli altri; persone incapaci di prendere il comando della
propria vita, obesità, difficoltà ad identificare i propri bisogni
autentici; più si “sfama” un’identità fasulla più quella
autentica chiede nutrimento. Per comprendere e realizzare quanto
sopra esposto non sempre è facile ed automatico; ogni
persona dovrebbe concentrarsi sulle proprie sensazioni, scavare,
perseverare, investire del tempo per se stessa e fare molta
attenzione a non impantanarsi in abitudini, luoghi comuni, atmosfere
stagnanti e schifezze mentali che inchiodano sempre al tappeto.


osa
fare. Come per ogni parte del corpo
anche per il cervello esiste la famosa locuzione: usalo
così non lo perderai, e diventerà grande e grosso.
Tenerlo attivo, con la stessa regolarità con cui si tiene in
allenamento ogni organo del corpo, non solo è un nostro diritto e
dovere ma, nel tempo, ci regalerà doni di inestimabile valore
(lucidità, giovinezza, leggerezza,
prontezza, felicità, equilibrio, mente pulita, creatività,
serenità, spontaneità). Il
rilassamento, inoltre, non solo ha un effetto benefico sul fisico, ma
aiuta a tenere in vita le cellule e a preservare tutte le funzioni
cognitive (memoria, parlare, ragionare,
ricordare, apprendere) legate alla
corteccia cerebrale (buona circolazione
sanguigna e corretta ossigenazione cerebrale)
riducendo, nel contempo, stress e ansia. Liberare e rilassare la
mente, dunque, ha un effetto positivo sulla salute cerebrale e
fisica. Nel progetto per mantenerlo giovane non deve mai mancare una
corretta alimentazione, cereali e legumi integrali sono i più
indicati (evitare i grassi saturi),
ridurre il più possibile lo stress (quello
nocivo) e soprattutto vivere in modo
naturale.
iccola
curiosità:
per verificare l’età del proprio cervello si deve chiudere gli
occhi e stare in piedi su una gamba sola, quanto più si riesce a
stare in piedi, senza perdere l’equilibrio, tanto più il cervello
è giovane!!! Ricorda,
per
essere lasciati in pace da un attacco fastidioso di cefalea bisogna
fare dei cambiamenti sia a livello mentale sia a livello psichico:
smettere
di riflettere e rimuginare continuamente, dare spazio alle emozioni,
guai trattenere la rabbia, allontanarsi dalle cose che non piacciono,
evitare il troppo controllo … per inginocchiare il “mostro”
funzionale bisogna avere un pensiero più cedevole, libero, creativo
e scorrevole.
ieni
presente che la cipolla e l’aglio (ricchi di zolfo) sono molto
importanti per eliminare i “veleni” accumulati nel tessuto
cerebrale; se vuoi mantenere “giovane” il cervello mangia
melanzane (piene di nasunina), se invece gli vuoi dare lucidità e
memoria prendi Omega 3 (noci, mandorle, semi di zucca e di girasole,
arachidi), se invece desideri renderlo più funzionante ti saranno
utili i legumi (fagioli, lenticchie, piselli, soia, ceci); per
“irrorarlo” di più usa i cereali integrali (farro, miglio,
segale), per tenerlo lucido, invece, i broccoli sono formidabili per
tale funzione.
CONCLUSIONI e piccole CURIOSITA’

a
struttura ossea è l’impalcatura fondamentale del corpo,
garantisce la postura e il movimento. La motilità, le tendenze a
spostarsi qua e là del bimbo, sono state spesso limitate da una
figura di riferimento apprensiva e restrittiva. Di conseguenza il
soggetto ha fortemente investito l’attività motoria, scaricando
tensioni e i suoi conflitti su tutto l’apparato locomotore. Il tono
muscolare risulta di norma aumentato, e aumenta sempre più in
seguito a conflitti. La limitazione delle attività motorie, gli
handicap che determinano, incidono inevitabilmente sulla sfera
psichica. In questi soggetti si riscontra un quadro clinico con
tendenze aggressive, mirante a dominare, a controllare l’ambiente
circostante, con tratti evidenti di natura ossessiva – compulsiva:
ricerca del dominio e della indipendenza.
Sia le attività motorie sia l’aggressività vengono inibite. Allo
stesso tempo, una personalità masochista dipendente induce questi
soggetti a sacrificarsi per gli altri. La comparsa del disturbo è
spesso collegata a un evento in contrasto con la loro possessività
oppure ad altre perdite e delusioni. Le ossa
rappresentano per analogia la rigidità, la solidità, il dovere, la
concretezza e la legge. Quando la
disistima prende il sopravvento anche loro tendono a sgretolarsi.
Proprio perché “sopportano” ogni cosa per tutta la vita; cattivo
utilizzo delle proprie capacità: eccessive tensioni, emozioni,
sentimenti che ogni individuo è costretto a portare; le ossa vanno
incontro a un continuo rimaneggiamento, modificando dinamicamente la
loro struttura, la loro composizione e la forma.
La rigidità della
nuca a livello cervicale, ad esempio, esprime spesso tensioni
emozionali, dal momento che la muscolatura para vertebrale ha un
ruolo nell’atteggiamento e nella gestualità dell’individuo. Le
vere cause di tale malessere si annidano, in certi contenuti emotivi,
in un modo di pensare e in ruoli fittizi che la quotidianità impone.
I fattori emotivi, infatti, possono svolgere un
ruolo sia nell’insorgenza sia nel decorso della patologia.
La maggior parte dei soggetti colpiti da
disturbi dell’apparato muscolo – scheletrico (situazione
infiammatoria generale) presenta prima della patologia un modo di
fare calmo e riservato: disponibilissimi verso gli altri
(umile malevolenza). L’elemento più evidente
è l’atteggiamento altruistico (anche di dipendenza) che, insieme
all’intraprendenza e alla buona energia cui dispongono, rende tali
soggetti eccellenti e, a dir poco, instancabili. Prestano però
pochissima attenzione alle loro condizione fisiche. Il loro
atteggiamento paziente e tranquillo contrasta con la sofferenza ben
visibile che provano (aggressività). I soggetti con dolori alle ossa
e articolazioni hanno, in generale, uno stile di vita piuttosto
rigido. La loro personalità tende al
perfezionismo e all’autocontrollo, negano a se stessi naturali
impulsi aggressivi e cercano di compensare i sentimenti di delusione
e di irritazione mantenendo una certa padronanza di se stessi.
Spesso il malessere emotivo - oltre alla rimozione degli impulsi
aggressivi - è ben visibile: ansia, umore
depresso e sintomi psicosomatici (cefalea, disturbi cardiaci e
gastrointestinali). Il conflitto emotivo, spesso, non viene percepito
dal soggetto ma viene espresso attraverso il linguaggio d’organo.
Come già accennato, hanno la tendenza a sacrificarsi, atteggiamento
questo di esagerata disponibilità che non appare per niente naturale
ma che sembra derivare da una qualche forma di compulsione. La
reazione aggressiva repressa si manifesta con un aumento della
tensione muscolare diffusa o localizzata. Il
fatto curioso è che il dolore, man mano che si riduce la tensione
emotiva, regredisce rapidamente.
ietro
il sintomo di mal di schiena, inoltre, apparentemente uniforme e
soggettivo, si annidano numerosi quadri clinici differenti. Il tratto
cervicale, ad esempio, sostiene la parte più alta del corpo: la
testa. Quando un soggetto non abbassa la testa o mantiene la testa a
posto significa che non cede davanti agli ostacoli o alle difficoltà.
Tali atteggiamenti associati ad altri fattori come ostinazione,
sforzo di volontà per andare avanti, attaccamento ad una situazione
possono dar luogo al malessere cervicale. Il
tratto toracico, invece, riflette prevalentemente l’umore di un
individuo. Sofferenza, disperazione e abbattimento possono pesare
sulle spalle di un uomo: la schiena lentamente si piega. Un difetto
posturale che nasce quando non si è in grado di affrontare
mentalmente le richieste interiori ed esteriori. Il dolore del tratto
lombare, invece, è frequentemente espressione diretta di tensione
mentale. Pur non essendo una caratteristica femminile, è
particolarmente comune nelle donne che compensano un sentimento di
inadeguatezza rispetto agli impegni familiari e professionali, con
l’attivazione di atteggiamenti posturali rigidi. Un fenomeno
comunque che si può riscontrare anche in donne che si sono arrese
restando schiacciate dal peso di una vita quotidiana che non sono più
in grado di gestire. Il dolore in questo tratto
può anche essere interpretato come modalità espressiva della
frustrazione derivante da aspettative non realizzate nei rapporti
interpersonali e dai conseguenti sentimenti di insoddisfazione.
Negli uomini questa affezione può essere interpretata come una sorta
di fallimento a livello lavorativo o nel ruolo maschile.
CUFENE.
Fischi, sibili e fruscii che impediscono di ascoltare gli
altri … una voce interiore inascoltata che cerca di farsi sentire,
di prendere in considerazione cose trascurate o banalizzate (o
coprire): dice ora senti me! Un fenomeno che si può presentare in un
momento di caos o di smarrimento esistenziale (spinge a prendere in
considerazione uno stato emotivo che da troppo tempo è stato coperto
o banalizzato) o di apparente benessere (ascoltare le proprie
esigenze da molto tempo inascoltate) … una forte tendenza alla
rimozione: l’ansia prende il sopravvento.
ERTIGINI.
Un conflitto tra spavalderia e paura di non farcela: di
“cadere a terra”; una grande paura di lasciarsi andare, non
vivere appieno le proprie emozioni, difficoltà ad essere se stessi:
l’istinto tira da una parte, la ragione dall’altra; trasmettere
un’immagine di sé decisa e sicura ma spesso si è travolti dal
terrore di perdere l’equilibrio; esprime profonda insicurezza e
indecisione, di grande instabilità: le certezze stanno vacillando,
vengono meno … non ci si abbandona abbastanza, un ruolo quotidiano
che non appaga e soffoca; reazionario e contemporaneamente attratto
dalla voglia di lasciarsi andare, di trasgredire: si temono però le
conseguenze; la testa gira per farti vivere: farti volare di nuovo,
se manca la terra sotto i piedi significa che è stato attivato un
forte autocontrollo: il mondo dei desideri completamente soffocato
toglie la terra sotto i piedi … occorre dare più spazio alla
flessibilità, spontaneità e ”trasgressione”; un equilibrio
vitale da “cambiare”: troppe regole che ingabbiano e impediscono
di allargare il proprio sguardo sul mondo … un forte timore di
“cadere” nel ridicolo o di perdere completamente il “controllo”
- prima o poi - inibisce le manifestazioni affettive. Le vertigini
arrivano quando la razionalità prevale sul mondo emotivo, un
malessere depositato nel corpo ma che ha origini diverse: la psiche …
si “installa” nel corpo - a seguito di scelte o modi di pensare -
ciò che non si tollera nell’ambiente circostante e dentro se
stessi … un corpo che non sta più al solito “gioco” e così le
vertigini vengono a sovvertire il modo di reagire; si presenta nel
momento in cui si “tradisce” la propria vera natura, piena di
obblighi e forzature: un ambiente con regole rigide ed inadatte alla
propria esistenza; un segnale interiore che fa girare la testa,
“suggerisce” di fermarsi, di guardare altrove: cercare
stimoli nuovi e un equilibrio più vantaggioso; tutto barcolla, le
finte certezze perdono consistenza: dice è proprio ora di cambiare!
RTROSI
CERVICALE. Stress, preoccupazioni e tensioni: un continuo
“peso” emotivo che contrae e infiamma… alla vita serve più
spina dorsale… testa alta, un super controllo emozionale (non
lasciar trasparire debolezze e emozioni) e un forte senso del dovere
“rompono” la schiena … una schiena che si è stancata di
ubbidire ciecamente (controllo, confronto - ciò che è, ciò che è
stato e ciò che dovrebbe essere - auto - critica) e che ha un
grande bisogno d’evasione più profonda (istinti, interessi e
passioni).
BRUXISMO …
è un modo “maldestro” di scaricare l’aggressività accumulata:
tensione che non si è riusciti ad esprimere nei gesti quotidiani.
EFALEA.
La paura più grande dei CEFALALGICI è quella di “perdere
la testa”, di lasciarsi andare, di essere travolti dalla passione …
tensioni che non si vogliono affrontare … dire o non dire ecco il
dilemma; si tende a reprimere la parte istintuale ed emotiva: non c’è
spazio per le sensazioni … tenendo tutto dentro, perché non si osa
dire, perché quella cosa è considerata sconveniente, si crea un
clima di tensione permanente … il corpo si chiude e si diventa
tutti di testa… si detestano gli imprevisti e le sorprese; una
buona attività sessuale (orgasmo), liberando le endorfine, migliora
la cefalea; quando coincide con il ciclo mestruale è l’espressione
di un femminile vissuto in maniera conflittuale, schiacciato dal
prevalere di una forte razionalità; una rabbia trattenuta in nome di
una razionalità che non accetta di “lasciarsi andare”, perdere
il controllo: gli impulsi vanno a sbattere nella testa senza riuscire
ad andare oltre … un bisogno di soffocare, di gestire razionalmente
sia i pensieri sia il mondo dell’affettività e degli istinti …
un ingorgo di pensieri continui e ridondanti che impediscono di
mollare la presa, lasciarsi andare, di abbandonarsi; dolore
occipitale: legato a troppa responsabilità; dolore frontale:
eccessivo utilizzo delle proprie capacità razionali; testa pesante,
troppi pensieri e preoccupazioni; dolore pulsante: un forte bisogno
di lasciare emergere i contenuti emotivi; fitte: incapacità di
lasciarsi andare, di distendersi. Il tutto "DENUNCIA"
troppe preoccupazioni ed eccessivi pensieri di cui continuamente ci
si fa carico … troppa “testa sulle spalle” al punto di farsi
carico di ogni responsabilità, anche di quelle che non ci competono:
gli impegni e i doveri degli altri perdendo di vista completamente se
stessi.
IBROMIALGIA.
Reumatismo extra - articolare che irrigidisce i muscoli; un
fenomeno caratterizzato da atteggiamenti, modi di pensare e idee ben
precise su come comportarsi: personaggi affidabili, efficienti,
disponibili e in ogni momento presenti; chiude il corpo in una rigida
e dolorosa armatura (ipertonia muscolare); pensieri, paure, sforzi e
preoccupazioni che non lasciano intravedere nessun momento di
rilassamento e di piacere, un corpo sempre più rigido e dolorante,
una fatica che immobilizza, fino a coinvolgere completamente lo
spazio di libero movimento, il “raggio d’azione”; una
condizione fisica che insiste per essere ascoltata … i muscoli sono
sempre in tensione e doloranti è come se tutto l’organismo fosse
sempre percorso dall’alta tensione; se le fibre striate sono
stimolate ad “attaccare”, senza mai poter raggiungere il suo
stato di riposo, alla fine della giornata ci si sente un fascio di
muscoli dolenti: stanchezza cronica … anche le articolazioni
(irrigidendosi) si fanno carico di trattenere l’impulso dirompente;
un atteggiamento inflessibile nei confronti della vita che si
imprigiona nel corpo contraendolo: la rigidità è un veleno che
inquina la mente; un dolore muscolare diffuso: “lega” le
articolazioni … fenomeno (prevalentemente femminile) caratterizzato
da un forte senso di sacrificio per gli altri che porta a tratti
depressivi e stanchezza) … ci si chiude in se stessi non solo
perché si vedono agguati ovunque e grandi nemici nascosti in ogni
angolo, ma anche perché in fondo in fondo si ha un grande timore di
esporsi: mostrare quello che si è realmente (bassa autostima); il
diffidente, con questo atteggiamento - sempre sulla difensiva,
imperturbabile, critico, cupo e irritabile - allontana e prende le
distanze da tutti: “vicini e lontani” (compreso se stesso). Sono
i danni della sfiducia e del pessimismo: spinge all’insicurezza, al
perfezionismo, cova invidia, frustrazione, produce delusione.
SCOGLIOSI.
Una imposizione, una eccessiva fatica che costringe la schiena
a prendere una direzione diversa … appena si esce dalla solita
strada - perché si è abituati ad un percorso (vita) tranquillo - la
schiena si “infiamma”!!!
ARTRITE
REUMATOIDE (infiammazione, deformità, alterazioni distruttive
articolari). Incapacità di muoversi e agire autonomamente: qualcosa
blocca e paralizza; segnala un forte bisogno di indipendenza, la
propria identità … l’incapacità di ribellarsi produce rigidità
e infiammazione alle articolazione: paralizzando il corpo; una
schiena rigida e poco flessibile desidera segnalare che non c’è
solo il dovere ma anche il piacere.
ABASIA
(difficoltà a camminare, mantenere la posizione eretta,
nonostante la massa muscolare sia integra) … qualcosa che paralizza
… grande ansietà - un mondo che fa paura - timore di proseguire il
cammino, di andare avanti, difficoltà ad impegnarsi nella vita.
TENDINITE
(impegni, legami, difficoltà ad accettare) … segnala
qualche perplessità sulla propria efficienza, essere bravi come si
vorrebbe … rabbia verso chi non ha dato nessun appoggio, coloro che
in qualche modo non ci hanno sostenuto o incoraggiato … rimanere
trattenuti, “legati” ad una situazione che viene vissuta come
estranea ai propri desideri.
TORCICOLLO.
Contrazione del tessuto muscolare che può segnalare
un’opposizione, una costrizione, un rifiuto nell’affrontare una
determinata situazione in quanto non si vuole assumere nessuna
posizione e nemmeno prendere decisioni in merito o perché l’azione
è vissuta con timore (conflitti relazionali, di coppia, familiari).
Artrite
reumatoide. Un blocco dell’energia creativa (implosione,
autolesione: l’energia è convogliata sulle articolazioni non più
libere di agire); un continuo frenarsi, timore di ferire gli altri,
una difficoltà di azione e di prendere in mano la propria vita,
realizzarsi, affermarsi; soggetto particolarmente con un forte senso
di colpa, permaloso, orgoglioso, critico e moralista. Un aiuto
naturale: Vitis vinifera MG. Pinus montana MG, Ribes nigrum Mg.
GOTTA
(smaltimento acido urico). Dolori articolari (nodi gottosi)
che prediligono alluci (personalità) e mani (dare e ricevere) …
covare rabbia per non sentirsi valorizzati e riconosciuti in quello
che si fa … relazioni conflittuali (familiari, sociali, coppia);
stato di frustrazione in cui risulta difficile esprimersi, non si
vede una via d’uscita: ci si trattiene per non “esplodere”, si
tende ad offrire un’immagine di sé forte, sicura ma sotto, sotto
c’è incertezza e molta sensibilità.

CIATICA.
Il nervo sciatico (nervo più lungo e grosso, in greco iskhion
significa anca), permette la mobilità, inizia nella zona lombare
(parte mediana della schiena, rappresenta il sostegno, appoggio,
mantiene eretti nelle avversità della vita), passa la natica, tutta
la gamba (segnala la capacità di proseguire, andare avanti) e
termina nel piede (il modo di procedere nella quotidianità, mezzo
per avanzare nella vita); poiché si deve osservare il corpo come
metafora per comprendere i suoi segnali, questo malessere segnala la
sensazione di essere intrappolati, indica il timore di andare verso,
di addentrarsi in situazioni nuove che creano incertezza, paura di
perdere qualcosa (lavoro, soldi, partner, sicurezza) … per
risolvere questa sofferenza bisogna innanzitutto comprendere il
significato dei segnali (dolori) inviatoci dai vari distretti
corporei (schiena, gluteo, coscia, polpaccio, piede).
ARTROSI.
Perdita di elasticità e slancio vitale, troppe regole rigide
(educative, religiose sociali); soggetti perennemente contratti sotto
il dominio dell’ansia, insicurezza e indecisione … atteggiamenti
mentali rigidi che illudono di ottenere sicurezza e stabilità (si
rinuncia a vivere); ridimensionarsi, riduzione dello spazio di libero
movimento (raggio d’azione esistenziale): una vita chiusa, metodica
e ripetitiva.
ERNIA
(organo uscito dalla sua cavità naturale: come se “scappasse”
dal suo spazio). Tutto diventa uno sforzo, ogni piccolo gesto è un
peso: difficoltà ad adattarsi, a “distribuire” i “pesi”
della vita (pressione esistenziale) … rapporti interpersonali
carichi di rancore, conflitti, dolore e spesso interrotti; esprime la
voglia di abbandonare, di rompere e di lasciare situazioni in cui ci
si sente intrappolati: un vivere in cella di isolamento.
Ernia
DEL DISCO (sporgenza di un disco intervertebrale dal suo
spazio naturale). Essere in qualche modo bloccati, prigionieri sia da
un punto di vista finanziario sia da un punto di vista relazionale
(familiare, lavorativo, morale) … segnala una mancanza di
disponibilità, una grande difficoltà a prendere decisioni, ad
adattarsi a nuove situazioni, ai cambiamenti (tenere duro a tutti i
costi!).
INFIAMMAZIONE
(tessuto aggredito dall’interno o dall’esterno). Un
conflitto interiore rifiutato perché risulta particolarmente
doloroso ma che limita l’azione … una battaglia inconscia il cui
campo d’azione è il corpo, fare o non fare determinate scelte,
paura, senso di colpa, indecisione e insicurezza nell’affrontare le
situazioni: difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti. Un aiuto
naturale: Betulla verrucosa MG.
LOMBOSCIATALGIA
(dolore nella parte mediana della schiena). Poca flessibilità
e adattabilità al cambiamento, eccessiva resistenza e molta
sopportazione … difficoltà a “sorreggere”, a sostenere, a
sopportare certe cose per un forte senso del dovere e spirito di
sacrificio (problematiche economiche, lavorative, familiari); troppe
responsabilità e sforzi eccessivi “bloccano”: abusare delle
proprie risorse. Un aiuto naturale: Pinus montana MG, Ribes nigrum
MG.
CRAMPO
muscolare. Segnala - a seconda della localizzazione che si
DEVE SEMPRE prendere in esame - paura e tensione interiore: voglia di
trattenere, aggrapparsi impulsivamente a qualcuno, a idee, a certe
situazioni; quando si verifica negli arti inferiori significa che è
difficile andare avanti, proseguire un programma, un progetto da
tempo in cantiere: parla di un percorso diverso da quello che si
desidera … i piedi, infatti, segnalano la fermezza, la direzione,
la stabilità: mantenere il proprio ruolo o posto (sociale,
lavorativo) … alle dita delle mani, invece, si vuole che tutto sia
preciso, perfetto.
CIFOSI
(curvatura eccessiva della colonna v. nel tratto dorsale). La
schiena è l’impalcatura portante, sorregge, porta in gira e
sorregge nel momento in cui ci si fa carico di qualcosa … una
curvatura esagerata segnala spesso un fardello troppo pesante da
portare … sentirsi in qualche modo schiacciati dal peso delle
responsabilità, di non riuscire a far fronte alle problematiche
quotidiane.
LORDOSI
(spalle indietro e bacino avanti). Può riguardare un vissuto
caratterizzato da svalutazioni, denigrazioni e rifiuti … soggetti
che vogliono fare tutto da soli e non accettano facilmente “appoggi”
dagli altri perché devono primo o poi ricambiare il favore oppure
pensano di non meritare di essere “sostenuti” … difficoltà di
affermarsi e sofferenza nell’affrontare le situazioni inevitabili.


e
DITA (mano). Pollice: spingere, appoggiare, apprezzare o disprezzare;
Indice: esprime l’autorità (connesso con l’intestino c.); Medio:
segnala le emozioni legate alla sfera sessuale e il piacere; Anulare:
unioni, legami, relazioni di coppia; Mignolo: riguarda la famiglia
(connesso con il Cuore). Le
dita - assieme alla mano - esprimono la “presa”, le relazioni, la
nostra capacità evolvere, di intervenire sul “mondo” e sulla
realtà: affermarsi, creare, toccare, plasmare, sentire, accarezzare,
prendere, respingere, bloccare, tenere “finalmente” in mano.
Quando
si è dominati dagli impegni e schiacciati dai doveri la vita
“scivola” lentamente dalle mani … così la mano, attraverso
l’infiammazione dei suoi nervi e tendini (tunnel carpale),
diventando sempre più “debole” nel gestire la realtà, segnala
un certo senso di impotenza ed esasperazione nell’aiutare, nel
fronteggiare, nel sostenere, nell’assistere qualcuno o qualcosa
(dolore), ma anche per allontanarsi emotivamente da quel soggetto che
non si accorge nemmeno del tentativo di aiuto (intorpidimento =
insensibilità). I
disturbi alle mani ti dicono che la vita ti passa acconto e che non
riesci ad afferrarla: sei sfiduciato, mortificato, non convinto del
tuo valore e delle tue vere potenzialità.
uando
si è “bloccati” è utile LUBRIFICARE gli "ingranaggi" con cibi
giusti e leggeri: frutta fresca (ananas, uva, fragola, ciliegia),
cereali integrali (orzo, mais, riso), frutta oleosa (noci, mandorle,
pinoli, pistacchi), salmone, sardine, verdure fresche (insalata,
spinaci, cicoria, cavoli, cetrioli, finocchio, zucchine) … da non
prendere MAI in considerazioni fritti e zuccheri semplici!
APEVATE
che le vitamine B3, B5 sono utili quando gli arti inferiori si addormentano o
bruciano, la B6 per il tunnel carpale, il Calcio per osteoporosi, il Magnesio per i tremori muscolari, il Potassio per i crampi, il Manganese per la formazione della cartilagine, il Rame per l'artrite, gli Omega 3 (EPA), e gli Omega 6 (EPO) sono favolosi per le ossa.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
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