APPARATO RESPIRATORIO
La vita è respiro


uesta
affermazione la troviamo anche nella Genesi: “E
lo spirito di Dio aleggiava sull’acqua”: così ebbe inizio la
vita. Dice ancora la Genesi: "Dio
disse, facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza ...
allora Sua Santità plasmò l'uomo con polvere e insufflò nelle sue
narici un alito di vita, così egli diventò un essere vivente".
La vita dell'essere umano è iniziata, quindi, dal "soffio"
di Dio. Ciò ovviamente, non per scomodare il buon Dio - che ha
sicuramente molte altre cose più importanti a cui pensare - ma per
sottolineare che il primo respiro determina la consapevolezza di
essere al mondo, segnala l’entrata sul palcoscenico della vita, di
essere vivi ... mentre l'ultimo respiro
spegne la vita. Il
respiro nasce con noi ... con la gioia - se non subito certamente più
tardi - di vivere. Dalla vita uterina
alla vita autonoma: il primo respiro a
volte può sembrare un dramma ... segna la separazione dalla madre …
si diventa autonomi!!! Attraverso il
processo della respirazione trasformiamo tutte le sostanze esterne
per vivere; uno scambio incessante con la vita. I polmoni forniscono
ossigeno a tutto il corpo ed eliminano l'anidride carbonica dal
sangue ... sono legati all'aria, quindi, al desiderio di vivere. Sono
resi vulnerabili da un vivere soffocante: pianto,
tristezza, depressione, scoraggiamento e disperazione.
E' in questa area che avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue
(sangue venoso in sangue arterioso).
ette in comunicazione il mondo
esterno al corpo con la parte interna, una continua relazione con
l’ambiente circostante: un orifizio
continuamente aperto verso l'esterno. Il
controllo della respirazione può essere modulato dalla volontà ma
anche in modo incosciente … va da solo, senza che qualcuno gli
presti attenzione. Questo fenomeno,
ripercuotendosi sulla respirazione e sugli scambi gassosi, riflette
problemi sia energetici sia relazionali.
Il respiro segnale il tipo di vissuto e
i tratti della personalità. Un
buon respiro garantisce l'elasticità, la sicurezza e la fiducia in
sé ... ritrovare fiducia nella propria vita. Polmoni e pelle -
respiro e tatto - sono entrambi organi che mettono in contatto con
l’esterno. Questi
organi rappresentano la vitalità, il bisogni di spazio di libero
movimento e la libertà. In realtà, il
loro linguaggio, il loro modo di comunicare, infatti, esprimono
sempre qualcosa che riguarda la relazione, il rapporto con l’ambiente
circostante e con gli altri. Le malattie
dell'apparato respiratorio segnalano la propria difficoltà, le
situazioni più o meno conflittuali con l'ambiente circostante (dare
e avere). Essendo un fenomeno collegato
al desiderio di vivere, quando si verificano problematiche polmonari
significa che qualcosa nella vita si è "spento" o sta
"soffocando"... sono persone spaventate dalla vita. Alcuni
detti popolari sono davvero significativi nel sottolineare come
l'apparato respiratorio possa segnalare molte emozioni: "Avere
il fiato corto, Una bellezza da togliere il fiato, Concedere un po'
di respiro, Mi manca l'aria, Non ho neppure tempo di respirare,
Quella cosa mi blocca il respiro, Sono rimasto senza fiato, Concedere
un po' di respiro". Tutte
espressioni che ci parlano di situazioni, di cose, di eventi, di
persone che ci mettono in difficoltà, a disagio. Il corpo, con il
suo disagio, ci dice di recuperare la nostra vitalità e di superare
il profondo scoraggiamento in atto ... in breve, è giunto il momento
di cominciare a sentire, riprendere contatto con la vita sociale,
provare nuovi desideri e gioia di vivere.
IL
Polmone … e le sue magie.
n
prezioso stato difensivo dell’organismo dalle infezioni
respiratorie. Da un punta di vista simbolico è legato alla mancanza
o alla perdita della capacità di difendere le proprie idee, i propri
desideri e i propri sentimenti da ingerenti “influenze” esterne
in cui non si è in grado di sottrarsi: una provvisoria perdita di
confini
uando
non si rispetta l’equilibrio energetico si creano alterazioni
organiche visibili attraverso malattie e invecchiamento veloce. Gli
squilibri energetici, inoltre, si riflettono sempre sul corpo in
certi punti e in zone dolorose, con eliminazioni mediante l’apparato
cutaneo
(sudorazione, foruncoli, pruriti, forfora) o
con macchie colorate su alcune parte del volto.
Una preziosa “indagine” che dà precise indicazioni sia sullo
stato di salute sia sull’intervento necessario per riequilibrare il
tutto e, quindi, evitare patologie più o meno serie. La
disfunzione energetica del polmone si manifesta con una profonda ruga
parallela al naso e che parte dagli zigomi (funzione energetica
ridotta). Intorno a questo grosso “solco” appare spesso acne o
qualche infezione.
Se non è ben visibile per evidenziarla basta lavarsi il viso con
l’acqua fredda e questa zona sarà segnata da una macchia bianca
(insufficiente ossigenazione). Evitare quindi le sostanze grasse,
perché la scarsità di ossigeno non riuscirà ad ossidare. Il tasso
di carbonio provocherà spasmi nervosi, mal di testa e uno stato di
profondo affaticamento. La funzione polmonare non è solo quella di
ossigenazione e respirazione, ma ha anche il compito di eliminare le
tossine del corpo, quando i reni e il fegato non sono in grado di
assicurare completamente (via secondaria di espulsione delle tossine
attraverso le mucose del naso e dei seni nasali).


polmoni allora avranno il compito di espellere le tossine non
eliminate, caricandosi eccessivamente di tensione potranno essere in
qualche modo danneggiati o irritati
(bronchiti, polmoniti, asma). Le tossine responsabili dell’asma, ad
esempio, sono il cloruro di sodio e i prodotti tossici dovuti
all’assunzione di farinacei (eliminare dall’alimentazione cibi a
base di cereali, latte, uova, cioccolato e pesci). Durante le sue
crisi è necessario eliminare completamente il sale, stimolare le
ghiandole surrenali e dare al fegato il minor lavoro possibile
(mangiare: ortaggi verdi, cetrioli, zucchine, meloni). I
raffreddori si verificano soprattutto in inverno, perché la pelle,
che ha anche le sue funzioni di escrezione e di respirazione, riduce
la sua attività.
Inoltre
si mangia di più, costringendo il fegato e i reni a una maggiore
attività, cosa che di conseguenza sollecita maggiormente i polmoni,
provocando infiammazioni con accumulo di catarro
(eliminare farinacei, zuccheri e grassi). I sapori hanno un grande
rilievo nell’alimentazione e nello stimolare energicamente gli
organi: determinano la formazione degli specifici succhi gastrici che
permettono la digestione e soprattutto l’assimilazione degli
alimenti. Per favorire un organo il sapore corrispondente dovrà
essere leggermente dominante nell’alimentazione (piccante
per il polmone).
Se al contrario, un sapore sarà in eccesso, l’organo al quale esso
corrisponde avrà un eccesso di energia e lederà tale organo …
quanto più si va alla ricerca di sapori forti tanto più l’organismo
è intossicato!
La genetica ci differenzia alla nascita con un aspetto morfologico e
una predisposizione al proprio ciclo distruttivo. Il
colore bianco a livello del viso è collegato con i polmoni
(energia dominante dei polmoni). Il
soggetto si presenterà con una morfologia longilinea e con il viso
magro. La tristezza dominerà il suo carattere, sarà molto istintivo
e con un andatura indolente. Avrà una predisposizione alle infezioni
cutanee e polmonari.
Nell’alimentazione,
un po’ piccante, si consiglia: cavolfiore, fragole, mele, melone,
ravanelli, sedano rapa (affezione polmonari);
aglio, alghe, cipolla, rapa, ravanelli (affezione ai bronchi); fico,
rapa (drenanti dei polmoni) … anche se è superfluo dire bisogna
eliminare le sigarette. La
sua massima espressione energetica è dalle 3 alle 4;
se è presente una disfunzione, l’organismo manifesterà, in questo
periodo della giornata, aggravamento dei sintomi. Per
dare sollievo a questo organo dovrà essere massaggiata la vertebra
dorsale D3 (eccessiva traspirazione del viso, dolori al gomito e alla
spalla, ossigenazione insufficiente, atonia e perdita sensibilità
del seno).
ASMA
'
una malattia infiammatoria - un malessere episodico spesso notturno -
con frequenza e intensità variabile, caratterizzata da crisi di
dispnea acuta durante l'espirazione difficile e faticosa, mentre la
fase di inspirazione risulta, il più delle volte, rapida e facile
... uno spasmo che ostacola l'emissione di
aria, il polmone rimane pieno (controllo, chiusura con
l'esterno). Al senso i soffocamento si accompagnano sempre dei sibili
allarmanti ... "fischia" per farsi
sentire, attirare quell'attenzione necessaria per vivere. Un
pianto che non può essere espresso con le lacrime, in quanto - non
esistendo più naturalezza e spontaneità - il canale emotivo è già
stato soppresso da tempo. Il soggetto è
calato in un'atmosfera relazionale carica di tensione o di delusione
... una camicia di forza in cui non solo si aspetta il rimprovero
(senso di colpa) ma, soprattutto, se esce dalle regole stabilite (da
altri) viene immediatamente sospesa ogni manifestazione d'amore.
Un rapporto ambivalente con una figura di riferimento iperprotettiva.
Ecco perché questi soggetti scelgono nella loro vita affettiva
partner che possano perpetrare, far rivivere, tali dinamiche emotive:
presenza stretta e costante, tolleranza e comprensione, assenza di
critiche e aspettative ... un rapporto in cui
non si sente amato e, spesso, ha paura di amare (amore
soffocato). Non si permettono di esprimere la
rabbia, il timore, le lacrime o la gioia. Sono spesso anime in pena,
solitarie dominate da troppa sensibilità. Le persone depresse hanno
un rischio più che doppio di ammalarsi di asma. Poiché riguarda la
vita di relazione e affettiva ci sarà tensione irrisolta al quarto
Chakra. La contrazione muscolare, invece, coinvolgerà il Chakra
relativo al controllo, ovvero il terzo Chakra.
a
persona che affronta una crisi asmatica segnala il timore che le
venga a mancare il nutrimento affettivo, vuole vivere un’atmosfera
carica di sentimenti e d’amore: spazio alle passioni! ... essendo
il respiro e le emozioni strettamente legati è come se annusasse
l’odore delle situazioni e, soprattutto, della persona con cui
vive. Il polmone parla in questo modo, segnala: avversione
per l'ambiente circostante, per richieste e pressioni, grande
difficoltà a gestire i rapporti e le situazioni insopportabili col
mondo esterno. Trattenersi
sempre, non fare uscire ciò che si è realmente … sono stati
banditi sogni e speranze … si è calati in un’atmosfera
irrespirabile. La respirazione simboleggia contemporaneamente la
possibilità di trattenere o di abbandonarsi al mondo: accogliere
e condividere qualcosa con gli altri … difficoltà di scambio tra
“interno” ed “esterno”.
ronchite,
un modo di “filtrare” la realtà esterna - piena di
insidie - spesso vissuta come troppo pericolosa e competitiva … una
strategia che permette di difendersi da disagi relazionali e
sensazioni spiacevoli: vietare in qualche modo
di far entrare un clima conflittuale o un’atmosfera spiacevole.
Un aiuto naturale: Alnus glutinosa MG.
sma,
guai alle scelte, decisioni e progetti autonomi! Si teme di
perdere la continuità degli affetti: la
sospensione dell’amore in un’atmosfera carica di tensione che fa
completamente “mancare l’aria”… si cresce in un
ambiente con una figura di riferimento che non comunica direttamente
la propria disapprovazione ma si presenta in maniera fredda, rigida,
intransigente e colma di aspettative … i
polmoni, attraverso l’asma, segnalano un forte timore - a seguito
di qualche decisione o eventuale scelta - di perdere gli affetti: un
fenomeno di natura conflittuale tra autonomia e paura di essere
“abbandonati”. Un aiuto naturale:
Ribes nigrum MG, Viburno lantana MG.
osse,
azione, volontaria o riflessa, per eliminare ciò che risulta
fastidioso: pensieri critici o negativi non
facile da esprimere (secca), contrarietà
(grassa) … bisogna essere più tolleranti!
aringite,
(riguarda la fonazione, l’esprimersi nelle relazioni
sociali) … indecisione, insicurezza, alterazione della capacità di
comunicare verbalmente, paura di dire qualcosa, di esprimersi (di non
essere ascoltati, di dar dispiacere, di essere giudicati, di essere
rifiutati … è meglio tenere le parole a
“bada” … dentro, non farle uscire!) … difficoltà ad
esprimere le proprie opinioni di fronte ad una persona che
rappresenta una autorità troppo “schiacciante” … ne consegue
così: blocco - risentimento = infiammazione. Un aiuto naturale:
Ribes nigrum MG. La faringite
(infiammazione faringe), poiché coinvolge la gola, cavità
che rappresenta la comunicazione e la possibilità di esprimersi,
segnala un’ostilità, un sentimento di rabbia inespresso, un
qualcosa che non passa, che non va davvero giù, non si è potuto
reagire o rispondere adeguatamente.
leurite (infiammazione della membrana che ricopre i polmoni: pleura); grande stress fisico di natura relazionale, professionale e sociale, senso di scontentezza, delusione e di inadeguatezza … fenomeno che limita, ostacola, toglie l’ossigeno ma anche vitalità: si spengono speranze, sogni e progetti. Un aiuto naturale: Aesculus hippocastanum MG.
olmonite,
persone sane che attraversano un momento di malessere
generale, un periodo di profondo scoraggiamento, non riescono ad
intravedere nessuna soluzione alle proprie difficoltà: sono
stanche di vivere … non si sentono ripagate per niente del loro
investimento affettivo, non hanno ricevuto i dovuti ringraziamenti o
considerazioni per questo si sentono abbattute e disperate, da qui
nasce il dilemma se continuare a “comunicare” o “chiudere”
invece i rapporti.
nfisema
polmonare (profonda dilatazione delle vie respiratorie): persone
che si sono trattenute, non hanno vissuto completamente la loro vita
per timore di deludere, temono di non essere degne … manca spazio,
manca l’aria nel rapporto di coppia, famigliare e lavorativo.
ngina
(infiammazione faringe) … parole trattenute, tenute dentro,
che rimangono bloccate in gola, che non si dicono per timore di
esprimere qualcosa di “troppo” (rabbia) … incapacità di mandar
giù, trangugiare qualcosa che fa provare collera, di esprimere
verbalmente i propri pensieri ribelli, quello che si sente, ma anche
di chiedere quello che spetta, di cui si ha bisogno.
Chakra.
l
naso riguarda il primo Chakra (sicurezza, fiducia, voglia di vivere),
gola, laringe e faringe sono aree connesse al quinto Chakra
(esprimersi, comunicare, farsi comprendere) mentre i bronchi e i
polmoni sono associati al quarto Chakra (relazioni, amare gli altri e
se stessi, dare, ricevere).
BALBUZIE
a
balbuzie è un’alterazione del linguaggio caratterizzata da
continue ripetizioni o da blocchi che determinano una particolare
rottura del ritmo e della melodia del discorso. Questa
disfunzione nel corso delle interazioni orali, è spesso accompagnata
a diversi movimenti motori: contrazioni del viso, tic o gesti
variabili più o meno stereotipi del viso, della mano, degli arti
inferiori e turbe respiratorie;
sono
spesso associate anche a manifestazioni emotive come ad esempio
arrossamenti, disagi, sudorazione delle mani.
Si devono tuttavia distinguere dalla balbuzie il farfugliamento e lo
sproloquio. Chi farfuglia ha un pensiero proporzionato al linguaggio
espresso, ma vuole formularlo troppo in fretta. Lo sproloquio invece
contiene frasi imperfette, incoerenti nella loro sintassi, con
rottura di costruzione e ripresa, ma senza alterazioni articolatorie.
La balbuzie essendo uno stato psicosomatico, dove il sintomo è
determinato insieme dal tipo di personalità e dalla difficoltà
funzionale specifica a livello della parola, non può essere
considerata fuori dal contesto comunicativo della realizzazione del
linguaggio. Se è vero che può manifestarsi dopo uno shock
emozionale, di solito il suo inizio, per lo più insidioso, si
colloca agli esordi dell’età scolare. In seguito si evolve in
maniera assai variabile, ed è influenzato dalle condizioni del
dialogo, dei suoi retroscena inconsci, dallo stato emozionale e
somatico del soggetto. Pur essendo un disturbo particolarmente
diffuso tra i bambini (più frequente nei maschi che nelle femmine),
la percentuale di balbuzienti nella popolazione adulta sarebbe di
circa 1%. Le diverse ricerche neurofisiologiche non hanno
evidenziato, se non in caso di patologia degenerativa, nessuna
anomalia funzionale, ciò è confermato anche dalla variabilità
della balbuzie da un giorno all’altro in base all’interlocutore,
alla condizione affettiva del soggetto stesso ed al contenuto del suo
discorso. Un gran numero di autori tendono attualmente a dare
importanza soprattutto, in questi disturbi della comunicazione, alle
caratteristiche del rapporto con l’adulto.
nsistono
sulla base ansiosa dell’adulto: ansioso o distante e poco caldo che
può suscitare nel bambino un’aggressività ed un’ansia che
sarebbero all’origine della balbuzie
(modificazione dinamica dell’apparato pallido - striato); adulti
che mancano di sicurezza e sono insoddisfatti, infantili e
narcisisti, in cui agli atteggiamenti sono sottesi sentimenti
complessi e contraddittori
(attaccamento possessivo, soffocante, che si alterna a rifiuto e
aggressione e che comporta una profonda insoddisfazione da entrambe
le parti). La balbuzie infatti viene particolarmente accentuata
quando la relazione interpersonale è in grado di scatenare
un’emozione e s’attenua, o magari sparisce completamente, quando
lo stato emozionale è tenuto sotto stretto controllo. Le alterazioni
psico - affettive del bambino balbuziente sono talmente significative
che nessuno può tentare di ignorarle. Alcuni
tratti di personalità, infatti, si ritrovano con un’elevata
frequenza: introversione ed ansia, passività e sottomissione,
aggressività ed impulsività in quasi tutte le descrizioni;
tale alterazione diviene più marcata e più intensa se il soggetto è
sotto stress e non riesce ad incanalare la sua aggressività
naturale. In
effetti, la genesi di questo fenomeno non può essere compresa al di
fuori del problema della comunicazione e della realizzazione del
linguaggio: le reazioni ansiose, ostili ed aggressive di fronte ad
altri sono così in grado di bloccare la spontaneità verbale e di
far emergere il sintomo.
Le persone che balbettano, da piccole, tendenzialmente avevano tanta
paura di chiedere ed esprimere i propri desideri; da adulti, invece,
hanno timore di chiunque rappresenti l’autorità, soprattutto
quando hanno necessità di esprimere quello che vogliono. Arrivato
all’età adulta, il balbuziente sviluppa spesso un forte timore di
balbettare che lo fa tartagliare ancora di più, cosa di cui si dovrà
tener conto nel programma terapeutico. Quando la balbuzie si
manifesta in una situazione specifica, in presenza di determinate
persone, oppure nel corso di una azione precisa, la prognosi è
sicuramente positiva. Non tutti i balbuzienti balbettano nella stessa
maniera e la balbuzie è differente a seconda delle situazioni. In
alcuni casi esistono situazioni elettive, quali la scuola o la
famiglia, e situazioni stressanti, determinate da personaggi
sconosciuti o temuti, dalla valorizzazione di pensieri pericolosi,
dall’ambiente circostante ansioso.
Al contrario, la balbuzie è minore quando il soggetto parla da solo,
quando canta o enumera operazioni aritmetiche imparate a memoria,
quando recita favole e poemi: tutto ciò che impegna dà impaccio,
tutto ciò che è automatico facilita; il balbuziente si trova a suo
agio nel parlare ad animali familiari e potrebbe facilmente parlare
ad esseri inanimati. Le emozioni agiscono su di lui come blocco
quando deve parlare, ma possono talvolta facilitarlo quando “perde
le staffe”. Cosa
fare.
Moltissimi metodi, a seconda dell’età del soggetto, sono stati
proposti per il trattamento di questo disagio: tecniche ortofoniche
dirette alla cura dei disturbi della parola e del linguaggio;
tecniche psicomotorie ed in particolare le metodiche di rilassamento;
metodo di decondizionamento e di desensibilizzazione. Il
trattamento deve comunque associare una rieducazione ortofonica con
una psicoterapia, la quale anche se non sopprime il sintomo, migliora
però il contesto psicologico.
Tecniche caratterizzate da una focalizzazione meno esclusiva sulla
parola, come il rilassamento o lo psicodramma possono essere di
grande utilità.
Un
breve ripasso

RONCHITE.
E'
un'infiammazione della mucosa dei bronchi (gonfiore e muco:
ostacolano l’entrata dell’aria). I bronchi avendo a che fare con
il nucleo familiare segnalano, con il disturbo, problematiche in tale
ambiente o in quello lavorativo (discussione, litigio, collera
inespressa verso il comportamento di un membro del proprio ambiente
familiare o lavorativo): un’atmosfera emozionale sgradevole ed
irritante. Individui che - oltre a non sentirsi liberi - evitano il
confronto, le competizioni e le sfide. A causa dei sensi di colpa non
riescono a manifestare una ferma opposizione: non osano, come si suol
dire, nemmeno a “fiatare”. E’ un modo di filtrare la realtà
esterna … un rifiuto a mandar dentro ciò che si vive come
spiacevole. E’ una condizione respiratoria legata al sentimento
d'amore: richiama il tema del dare e del ricevere … un modo di
tenere a debita distanza gli altri.
ISPNEA.
Sintomo
di una respirazione difficoltosa: fame d'aria. Fenomeno normale
quando si compie uno sforzo, diventa patologico se si presenta in
situazioni inaspettate (asma bronchiale, ischemia cardiaca,
broncopneumopatia cronica ostruttiva). Persone ansiose che temono
tutto ciò che le circonda.
ARINGITE. Infiammazione solitamente acuta della laringe... una comunicazione intensa ed alterata a livello verbale. Difficoltà, pur desiderandolo, ad esprimere le proprie opinioni e se stessi. La perdita di voce segnale una profonda paura, indecisione e insicurezza... parole che restano in gola.
LEURITE. Infiammazione della pleura (involucro che ricopre i polmoni) ... conflitto nel campo della comunicazione ... rapporti vissuti come inadeguati, difficili e, spesso, deludenti (partner, ambiente di lavoro, amici). Per una serie di eventi (interni o esterni) il soggetto ha dovuto ridimensionare le sue ambizioni e i suoi progetti ... ha spento i suoi sogni e le sue speranze future.
OLMONITE. E' un'infezione grave caratterizzata da infiammazione acuta (focolaio o generalizzata) che colpisce il polmone. Si presenta con temperature alte, tosse, stanchezza generale, dolori muscolari, mal di testa e dolori al torace. La comparsa della malattia può manifestarsi facilmente in soggetti scoraggiati, feriti nel loro intimo, stanchi di vivere o che stanno attraversando un momento di disperazione. Persona che sta vivendo in un ambiente (familiare, lavorativo) in cui ha dato tutto se stesso e che lo ricambia con un'aria "irrespirabile" e "velenosa". Segnala una potente "esplosione", una grande tensione interna, un forte conflitto relazionale in quanto non è stato - a livello affettivo o emotivo - capito e corrisposto.
OSSE
(funzionale). Espirazione
forzata e rumorosa... espulsione violenta di qualcosa di irritante.
Soggetti che hanno notevole difficoltà ad esprimere verbalmente
alcune cose. Parole bloccate, una stizza trattenuta verso fattori
irritanti o verso determinate persone ... un modo di farsi sentire,
segnalare la propria presenza con rabbia. La tosse secca (non si deve
espellere) è connessa al senso di critica e all'intolleranza, un
modo di esprimere il proprio disappunto. La tosse con muco, invece,
segnala il tentativo di allontanare da se stessi qualcosa di
invivibile: un vissuto soffocante e intrusivo. Una collera che spinge
fuori i torti subiti ... necessità di "sputar in faccia"
al mondo intero.
INITI E SINUSITI. Infiammazione temporanea o cronica della mucosa interna del naso ... prurito, ostruzioni, starnuti a ripetizione. Le funzioni del naso sono principalmente quelle di raccogliere l'aria necessaria per la respirazione e di concedere il lasciapassare agli odori, ma anche di "fiutare" le atmosfere esistenziali e relazionali (rancori, desideri, amarezze, sentimenti di vendetta)... "annusare" i pericoli e i timori di lasciar passare sottili messaggi di natura intima. In alcuni casi può richiamare l'attenzione su uno stato di grande nervosismo, un brusco mutamento dell'ambiente vissuto come oppressivo, i rapporti con gli altri non soddisfacenti, la paura della novità e l'ansia per il futuro. Una persona che di solito non ha una buona visione della vita: sempre alle prese con uno stato interiore di confusione e di disordine ... freddezza di sentimenti. 1° Chakra.
ALLERGIE
RESPIRATORIE … e
il suo linguaggio simbolico

er
comprendere simbolicamente le allergie respiratorie occorre
innanzitutto ricordare che i sintomi manifestati sono collegati alla
dimensione aerea. Infatti, chi esprime i propri disagi psicosomatici
- prevalentemente attraverso l’apparato respiratorio - sovente vive
calato in un mondo in cui tutto, dall’affettività al linguaggio,
dal mondo emozionale agli atti fisiologici, è
permeato da un che di aeriforme … ciò
risulta anche dal linguaggio, spesso ricco di espressioni quali “…
Qui c’è puzza di … che aria tira? ... Quella cosa mi ispira …”.
L’individuo
caratterizzato da disturbi asmatici e allergici vive inoltre in modo
particolarmente intenso e problematico l’ambito delle relazioni
interpersonali e con l’ambiente.
E questo è comprensibile tenendo presente che, fisiologicamente, la
comunicazione tra l’interno e l’esterno è espressa e
simboleggiata proprio dalla funzione respiratoria: l’aria
immessa nel proprio corpo e successivamente emessa nel mondo
rappresenta infatti una modalità di comunicazione tra noi stessi e
l’Universo, in un continuo processo di scambio.
Cosa
può significare dunque una risposta allergica che ostacola tale
scambio?
L’allergia, in quanto alterata reazione immunitaria a stimoli che
per la maggior parte delle persone risultano innocui, può essere
letta come un modo per manifestare l’intolleranza a qualcosa
proveniente dall’esterno. In questo senso l’individuo allergico
si caratterizza come “iper - difeso”: il
suo sistema immunitario entra in azione di fronte alla probabilità
di un contatto con sostanze che vengono vissute come pericolose.
Ma
da cosa si sente minacciato, in realtà, chi è colpito da questo
disturbo, che cosa rifiuta, cosa allontana da sé?
Si tratta in genere di sostanze che richiamano temi, eventi, nuclei
conflittuali spesso inconsapevoli, ma che per l’individuo allergico
risultano particolarmente significativi. La
primavera: il risveglio sessuale della Natura.
E’ noto che alcune tra le allergie respiratorie più comuni, ad
esempio, compaiono nella stagione primaverile, proprio nel momento in
cui la Vita torna a germogliare e a rinnovarsi; e sono in particolare
gli odori e le sostanze che circolano nell’aria i messaggeri più
diretti e importanti di questo risveglio carico di valenze
simboliche.
ra
queste assumono particolare rilevanza gli aspetti sessuali e
aggressivi, connotati tra l’altro in modo peculiare proprio dagli
odori stessi.
La tendenza dell’allergico di fronte a questi potenti e spesso
temibili stimoli è di inconsapevole insofferenza e resistenza, e si
può esprimere in particolare nei riguardi dei cambiamenti ciclici e
del risveglio delle energie vitali sopite, proprio con le tipiche
manifestazioni che interessano la funzione respiratoria. Le pulsioni
provenienti da questi ambiti vitali vengono infatti spesso vissute
dall’allergico come inconsciamente minacciose per il suo attuale
assetto emotivo, tanto da provocare l’energica attivazione delle
proprie difese, che può sfociare addirittura nella tipica
sintomatologia che investe naso, bronchi e congiuntive. L’allergico,
quindi, più che dalla sostanza allergizzante in sé, cerca di
difendersi da un elemento del vissuto soggettivo a cui questa è
assimilata, evocando una difesa che assume significati simbolici
differenti (si vedano “i diversi aspetti delle sostanze
allergizzanti”). Il polline, ad esempio, racchiude in sé tutto il
potenziale creativo, la carica libidica, in un certo senso sessuale,
dell’attimo fecondante. Asma:
il fiato diventa corto quando respiriamo “un’aria minacciosa”.
L’ambito
maggiormente in gioco in questo disturbo è quello delle relazioni
interpersonali, del rapporto con l’ambiente familiare, lavorativo,
sociale in cui ci si muove.
A
differenza della rinite, però, caratterizzata da una difesa nei
confronti dell’ambiente espressa prevalentemente alla superficie, e
quindi in qualche modo contingente, il conflitto appare qui più
profondo e durevole, investendo spesso ambiti affettivi primari: il
rapporto con la madre o le principali figure di riferimento.
E’ un tipo di allergia che fa di frequente la sua comparsa nei
primi anni di vita, a testimoniare il rifiuto o la difesa inconscia
nei confronti di legami affettivi vissuti come “a doppio taglio”,
dove cioè l’ambito vitale, simboleggiato dall’aria inspirata e
espirata, è sentito come soffocante e pericoloso, al punto che è
necessario “chiuderlo fuori”. Vediamo ora la personalità di chi
ne soffre. In molti casi può essere inconsapevolmente attribuita
all’ambiente una forte aggressività, minacciosità e un’invadenza
che rendono ragione del tentativo, da parte dell’organismo, di
ingaggiare una strenua difesa contro i presunti “invasori”, siano
essi reali, pollini, polveri e/o presenti come tali solo nel vissuto
soggettivo. L’aria intrappolata nei bronchi dallo spasmo asmatico
ha dentro di sé qualcosa di “nemico” (allergene): il
paradosso è che si tratta di un’aria-nemica di cui non si può
fare a meno per vivere.
E’ questo il conflitto fondamentale in cui molte volte si dibatte
chi è afflitto da questo disturbo, ovvero l’incapacità di
accettare la dipendenza da qualcosa che appare temibile e comunque
inaccettabile, anzi ostile. Anche
un semplice cambiamento di luogo fisico - da casa a scuola,
dall’ufficio all’aria aperta - può talvolta scatenare o
risolvere un attacco d’asma, anche su base allergica.
Questo è spiegabile tenendo conto delle valenze emotive e simboliche
legate all’aria respirata (atmosfera) in questo o quell’ambiente,
tra queste o quelle persone, in un certo clima affettivo e sociale.
Cosa
fare.
Aprire gradatamente la comunicazione, prendere confidenza e
approfondire gli spazi conoscitivi e relazionali può così
rappresentare l’atteggiamento vincente per evitare l’insorgenza o
l’estensione degli attacchi asmatici. L’asmatico
cerca di stare alla larga dai suoi sentimenti, in particolar modo
dalla rabbia:
una grande difficoltà ad esprimere le emozioni, tirar fuori la sua
aggressività, perché li considera troppo eccessivi, sempre
esagerati e particolarmente distruttivi … reazioni che crede
possano allontanare da lui tutte le persone con cui ha un rapporto
affettivo e, quindi, teme di perdere completamente il loro affetto …
la fame d’aria indica proprio il terrore di perdere l’amore …
CAMBIARE
aria con nuove esperienze e "personaggi" gradevoli, più
coinvolgenti e aperti a livello affettivo, dare spazio alle proprie
emozioni represse PUO’ essere la soluzione migliore.
Raffreddore … il naso si “chiude” per non lasciar
entrare odori “invadenti”.
a
respirazione e la percezione degli odori – veicolati attraverso
l’aria da particolari molecole, dette ferormoni – rappresentano
una fondamentale modalità, per il corpo e per la psiche, di entrare
in contatto con il mondo esterno; una modalità che nell’essere
umano è passata un po’ in secondo piano, almeno razionalmente,
rispetto alle altre, ma pur sempre presente e importante. Può però
accadere che durante questo scambio avvenga l’incontro con cose,
situazioni, persone vissute come ostili o fastidiose. Uno starnuto,
ovvero la violenta espulsione dell’aria dalle narici, può stare a
significare una situazione di rifiuto o di tolleranza ... starnuti o
una rinite allergica, dove l’edema della mucosa nasale blocca il
respiro e la percezione degli odori, può infatti manifestare il
tentativo di chiudere fuori una situazione o un’aria divenute
“irrespirabili”. Si tratta spesso di soggetti ipersensibili ai
mutamenti ambientali, che recepiscono immediatamente “l’aria che
tira”, specie sul versante dei rapporti interpersonali e affettivi.
Questa stessa ipersensibilità, d’altra parte, li rende più
vulnerabili e quindi maggiormente difesi nei confronti di quanto
viene da loro percepito. Questo atteggiamento può però portare a
disattendere o negare, ad esempio, le situazioni di conflitto, oppure
coinvolgimenti emotivi quali ad esempio l’innamoramento. Anche la
relativa facilità con cui i bambini e gli adolescenti, cioè
individui psicologicamente ancora poco definiti e non ancora ben
strutturati, vanno incontro alle allergie in genere può avere lo
stesso significato di rafforzare dei confini non ancora ben saldi.
Ovviamente, il contatto con l’allergene è l’evento scatenante
della sintomatologia. La natura della sostanza allergizzante può
però il più delle volte chiarire anche da che cosa, in realtà, ci
si sta difendendo (si veda più avanti “i diversi aspetti delle
sostanze allergizzanti”). E una volta allontanata la paura del
contatto con quella certa pulsione simboleggiata dall’allergene,
l’allergia stessa non ha più ragion d’essere. 1° Chakra (organo
colpito naso: olfatto).
Congiuntivite
… se blocchiamo la tristezza, gli occhi
“piangono” da soli.
olto
spesso alla rinite allergica si associano sintomi oculari di rossore
delle congiuntive, gonfiore alle palpebre, lacrimazione che
attribuiscono a chi ne è affetto, sembianze di uno che sta piangendo
sul serio. Ma che cosa si difende, lacrimando, l’occhio allergico?
Sentimenti come il dolore, la rabbia, la disperazione, la gioia
possono far piangere ma, quando sono temuti, le lacrime vengono
ricacciate indietro e le emozioni che le accompagna viene negata e
nascosta a se stessi e agli altri. Per riuscire allora a “buttar
fuori” quel particolare, sofferto stato d’animo, possono
intervenire anche in questo caso gli occhi, lacrimanti stavolta per
qualcosa (l’allergene) di concreto, ma comunque altrettanto
fastidioso e insidioso. Come per altre manifestazioni allergiche, il
problema principale è la difesa nei confronti di stimoli emozionali
vissuti come troppo coinvolgenti o preponderanti. In particolare, chi
soffre sovente di oculoriniti può esprimere con la sua
sintomatologia il bisogno di eliminare dalla propria vista o di
liberarsi il più velocemente possibile di situazioni, cose, persone
dalle quali si sente minacciato o emarginato. Se non si riesce a far
fronte a queste sorgenti di sofferenze e frustrazione, e viene
impedita l’espressione del proprio disagio, può subentrare insomma
questa lacrimazione “forzata”, che permette di manifestare in
modo innocente ad esempio il proprio vissuto depressivo, inerente una
perdita, una rinuncia, un “lutto” che ha investito in particolare
il proprio campo affettivo. Non sempre l’andamento della
sintomatologia oculare va di pari passo con quella complessiva
provocata dall’allergia: talvolta, infatti, gli occhi cominciano a
lacrimare prima ancora che il naso sia otturato o che si inizi a
starnutire. Può darsi infatti che la sola presenza o la vista
dell’allergene, prima ancora del contatto vero e proprio, possa
scatenare la lacrimazione. L’ideale prevenzione, in questo caso,
passa naturalmente dall’accettazione dei propri vissuti
“lacrimevoli” delle proprie parti deboli oscure.
diversi aspetti delle varie sostanze allergizzanti. Ecco allora che
un’allergia a una determinata sostanza (ad esempio, il polline) può
esprimere da un lato una conflittualità legata alla sessualità –
intesa in particolare come riproduzione – e contemporaneamente una
resistenza al rinnovamento interiore, al cambiamento sollecitato
dall’ambiente nel suo naturale ciclo vitale. Anche l’allergia ai
peli degli animali può indicare una difesa nei confronti della
sessualità, ma in questo caso si teme, maggiormente la sua quota
impulsiva, istintuale. Un’allergia ai peli di cavallo, per esempio
potrà essere rappresentativa di una paura legata all’istintività
propria della sessualità, mentre un’allergia ai peli del gatto
potrà indicare la presenza di difese nei confronti degli aspetti
femminili – di volta in volta passivi o aggressivi – della
stessa. Quando l’allergia si manifesta invece per i peli del cane
saranno senz’altro in gioco le componenti più aggressive della
sessualità. Diversamente, l’allergia alla polvere di casa può
esprimere una difesa contro lo sporco, contro ciò che l’ambiente
chiuso, casalingo o familiare, propone. Così come il naso
starnutisce, anche gli occhi esprimono una modalità difensiva
attraverso la loro particolare forma di allergia, la congiuntivite.
In questo caso, l’eccessiva lacrimazione e la produzione di
materiale di scarico testimoniano, simbolicamente, la presenza di un
dolore o di un sentimento di rabbia da cui l’individuo cerca di
difendersi.
CONCLUSIONI e piccole CURIOSITA’
a
funzione respiratoria viene attivata subito dopo la nascita,
assicurando in tal modo l’afflusso di ossigeno all’organismo …
si dà vita così a numerose modalità espressive umane: grido,
sorriso, riso, singhiozzo e, poi, finalmente la parola. Il primo
bisogno dopo la separazione dall’organismo materno ... il
primo grido che mette fine allo stato di apnea, la prima espressione
di vita indipendente.
E’ il primo scambio autonomo con il mondo esterno … il
primo nutrimento vitale che il mondo offre.
La sua regolazione dipende sempre dalle condizioni dell’organismo,
dal metabolismo e dai bisogni energetici. E’ strettamente legata
alle varie organizzazioni funzionali del sistema nervoso centrale…
ai vari stati psichici ed affettivi. La
respirazione riflette e rivela processi emotivi e affettivi, ed è un
indicatore più affidabile di qualsiasi altra funzione controllata
dal sistema autonomo.
La
sofferenza riduce la profondità del respiro, mentre la felicità la
fa aumentare… le persone ansiose hanno una respirazione corta,
superficiale e irregolare.
L’emozione
fa mancare il respiro o ansimare, l’angoscia soffoca, l’imprevisto
fa restare senza fiato, lo stato depressivo induce a sospirare,
mentre la serenità si accompagna a una respirazione tranquilla.
L’espirazione è un momento di riposo, l’inspirazione è un
movimento attivo.
Come accade con tutti i malesseri funzionali, i problemi respiratori
possono dunque accompagnare le emozioni, assumendo in tal modo un
carattere comunicativo. L’angoscia
può così esprimersi mediante l’iperpnea accompagnata da
agitazione. Durante una crisi d’angoscia infatti il soggetto
segnala sensazioni di soffocamento.
I
sospiri convulsi, la tosse nervosa, la bolla faringea sono associati
a stati affettivi, così come la sensazione di mancanza d’aria
esprime una paura specifica nel fobico. L’oppressione depressiva
mediante l’iperventilazione con stridore.
Certi disturbi respiratori, come ad esempio gli sbadigli
irrefrenabili, permettono di trasmettere contemporaneamente il
sentimento di noia e l’aggressività verso l’ambiente
circostante. Le
turbe funzionali possono organizzarsi in sindrome, e ne è un tipico
esempio il fenomeno di iperventilazione (si veda D.A.P.) crisi che
rivela la presenza di un disagio emotivo molto profondo,
un’organizzazione psichica comportante una tendenza
all’espressività mediante un linguaggio corporeo.
L’aspetto psicosomatico dell’iperventilazione, e del legame con
l’angoscia, è abbastanza evidente. In
certe patologie come ad esempio l’asma, il fiato diventa corto
durante certe relazioni interpersonali … quando l’ambiente
esterno familiare, lavorativo e sociale viene vissuto come invadente
o minaccioso.
Come la tosse secca e “stizzosa” che viene espressa in
determinate circostanze … quando si devono affrontare situazioni
nuove, parlare in pubblico, ci si sente particolarmente coinvolti. Un
modo di far sentire al mondo la propria presenza perché si ha
difficoltà ad esprimere la propria aggressività; in breve,
affermare la propria personalità, di essere disinvolti, autonomi e
spontanei. Correlazione
viso - apparato respiratorio.
Le
condizioni dei polmoni possono essere diagnosticate premendo un dito
nella zona situata al centro della gola, sotto le corde vocali: se
risulta dolente questi organi hanno iniziato ad accumulare tossine
che possono evolvere in qualcosa di più complicato.
I
polmoni, inoltre, si riflettono nelle guance, in particolar modo nel
colorito.
Le
guance diventato di colore rossastro quando essi sono infiammati.
Pustolette in questa zona segnalano la presenza di grassi o muco nei
polmoni. Mentre un pallore alle guance ci parla della debolezza di
tale organo.
Lo
sapevate che un buon respiro nasce dopo aver consumato un buon piatto
di riso, nutrienti con vitamina A, B, C, E … e per finire un buon
caffè (dilata i bronchi) … bandire,
però, le sostanze urticanti, carne rossa, cioccolato e latte.

TANCHEZZA.
Ripetitività, mancanza di stimoli e iniziative portate avanti
con infiniti sforzi di volontà: è questa la condizione che
solitamente predispone ad un crollo dell’energia vitale … la
mancanza di progetti e la vita che non attrae fa scivolare verso la
stanchezza … la vita diventa faticosa non perché facciamo troppe
cose e tutte faticose ma semplicemente perché quello che facciamo
sono tutte cose che non ci appartengono e starci dentro ci “stanca”
oltre misura: bisogna essere vivi! …
dai spazio agli interessi ed accendi la vita.
Si stimola, si mette in moto l’energia con un giusto atteggiamento,
un buon cibo: legumi, cereali integrali e frutta, e da non
dimenticare una corretta e continua attività fisica. Se si agisce
solo per l’approvazione altrui, spinti solo dal dovere, si è vinti
dalla stanchezza: spenti, senza interessi, appesantiti.
icorda,
le allergie che riguardano i polmoni sono reazioni improvvise ed
esagerate del sistema immunitario a sostanze che alla maggior parte
delle persone non lasciano alcun segno, non causano assolutamente
sintomi come:
•
Respiro
corto e affannoso, tosse;
•
Irritazione
agli occhi;
• Eruzioni cutanee;
•
Naso
chiusi oppure gocciolante.
’aria
non è importante solo perché avendo spento le candeline del tuo
compleanno ti rendi conto di aver passato un altro anno sereno, ma
soprattutto ti dà vita, puoi giocare e stuzzicare tuo figlio
soffiando aria nei suoi capelli oppure, nei giochi erotici,
sull’orecchio del tuo amore.
RINITE,
certi virus trovano facile accesso quando si è più stressati, ma è
anche un modo di “espellere” l’invasore: chiudere un po’ i
rapporti con il mondo.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dr. Claudio Tel. 349.1050551
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