Disagi PSICOSESSUALI


ochi
disagi emotivi sono offuscati ed intrisi di toni moralistici come lo
sono i disturbi psicosessuali. Determinare tale “malessere”
implica definire una chiara norma per il comportamento sessuale.
Ma chi stabilirà queste regole? Chi dovrà essere il guardiano
morale del comportamento sessuale? Perché tanto accanimento verso la
sessualità che in realtà appartiene al mondo della normalità ...
degli istinti? Essendo la sessualità umana, non solo legata
alla procreazione, ma anche alla qualità della relazione e del
rapporto è bene precisare che non esistono comportamenti giusti in
assoluto. Si deve uscire dall’ottica di avere un’unica norma di
riferimento rispetto alla quale si è in buona salute oppure malati.
Non vi è esperienza sessuale fuori di noi a cui dobbiamo riferirci,
ma una sessualità dentro di noi, spontanea e naturale che si
sviluppa con trame diverse, attraverso percorsi di vita complessi; è
il senso che ognuno dà alla sua trama che è importante, noi
siamo ciò che sentiamo di essere, siamo come ci vediamo e non come
ci vedono gli altri; insomma, siamo belli se ci piacciamo e brutti se
siamo scontenti di noi stessi.
sistono, comunque, a livello
scientifico parametri che definiscono a grandi linee degli argini: al
di qua ci sono le carenze e dall’altra gli eccessi. Al
centro si apre un vasto territorio di modalità “adeguate” che
comprendono le infinite possibilità in termini di tempo, oggetto,
modo, luogo e finalità. Tra tutti gli istinti (mangiare, dormire,
bere), l’istinto sessuale è quello che subisce, nel corso della
sua evoluzione, i maggior rimaneggiamenti. La sessualità è,
infatti, un bisogno naturale come mangiare, bere e dormire.
Nell’animale l’istinto riproduttivo è il cardine per la
sopravvivenza della specie, per l’essere umano, invece, le cose
sono decisamente più complicate ed articolate in quanto può
rinunciare volontariamente al sesso in favore di una cultura che
prevede la sublimazione della propria parte istintuale (castità:
energia, comunque - se va bene - non spenta ma semplicemente
trasformata … incanalata verso il mondo produttivo). Questa
trasformazione è, quindi, frutto di condizionamenti familiari,
culturali e sociali. Tenendo conto di queste influenze è già
possibile affermare che il sesso non è soltanto “poesia biologica”
(per le finalità e per i motivi di questa iniziativa culturale non è
possibile approfondire questo argomento), ma è, indubbiamente, un
comportamento che coinvolge emozioni, sentimenti, paure,
trasformazioni e divieti (evoca frequentemente
il fantasma del peccato, della punizione e della colpa). In
questa attività ogni individuo mette a fuoco fattori fisici ed
emotivi, un insieme di ansia ed angoscia, ricordi ed emozioni che
ogni volta impegnano tutto il suo essere. E’ il risultato di un
lungo processo di crescita che inizia, contrariamente a quello che si
pensa, dal concepimento e continua nel corso dell’intero arco di
vita (menopausa e andropausa comprese).
ale esperienza è, quindi, carica di significati individuale e
sociali (sessualità proposta dai modelli culturali). E’ una
modalità soggettiva e “personale” con cui si entra in rapporto
con l’altro o gli altri. Uno studio completo della sessualità
dovrebbe considerare la neuroanatomia sessuale, la sessualità del
bambino e dell'adolescente, la psicologia sessuale, le anomalie e le
deviazioni della sessualità, la diagnosi e la cura delle
irregolarità sessuali, la psicologia e l'adattamento sessuale
normale. E' ben evidente che in questo breve articolo la maggior
parte degli aspetti della psicologia sessuale potrà soltanto venire
menzionata, non essendo possibile fare qui un'analisi
particolareggiata. Per arrivare a una conclusione concreta pratica mi
limiterò a:
1.
Definire il comportamento sessuale “normale” e individuare alcuni
dei metodi migliori per giungere a un massimo di soddisfazione nelle
relazioni sessuali normali;
2.
Definire il comportamento sessuale anormale e ricercare mezzi
suscettibili di prevenirlo o guarirlo.

rattiamo
dapprima la seconda questione perché spesso è più facile definire
l'anormalità che la normalità. Una volta definito esattamente quel
che è anormale si potrà stabilire, per eliminazione, quel che è
normale. In che cosa consiste dunque un
comportamento sessuale anormale, deviato o pervertito che sia?
Gli squilibri umani, sessuali o no, consistono soprattutto
nell'atteggiamento dell'individuo che attribuisce in modo formale e
arbitrario ad alcuni suoi desideri, ad alcune preferenze o attrazioni
il valore di un bisogno o di una necessità. Analogamente l'individuo
convinto a torto che le sue attività omosessuali, la sua propensione
al voyeurismo, le sue lievi tendenze al sadismo o ad ogni altro tipo
di attività sessuale particolare siano per lui un bisogno
irresistibile e che egli non possa vivere in pace o felice senza
consacrarvisi, cade nella perversione o nevrosi sessuale. In realtà
nessuna idea, nessun atto sessuale è una deviazione o una
perversione in sé. L'omosessualità, le attività eterosessuali non
coitali, le pratiche masochistiche e anche certi atti bizzarri come
bere l'urina del proprio partner non hanno necessariamente carattere
di deviazione a condizione che:
A.
Il soggetto immagini di compiere questi atti, ma se ne astenga per
validi ragioni;
B.
Il soggetto vi si dedichi soltanto occasionalmente in un desiderio di
mutare abitudini non irresistibili né autodistruttore.


n
una società come quella della Grecia antica, ad esempio, dove
l'omosessualità è ampiamente ammessa, non si desidera anormale
l'uomo che ha qualche relazione omosessuale. Tuttavia anche in una
società tanto liberale, se un uomo si dedica unicamente a pratiche
omosessuali, se è atterrito all'idea di rapporti eterosessuali, se
questi gli ripugnano in forma violenta, se egli poi perseguita altri
uomini senza riuscire a controllare la sua ossessione e a detrimento
degli altri aspetti importanti della sua vita, se inoltre la sua
omosessualità è fondata su un'avversione intensa e immotivata per
le donne, allora si deve senza dubbio considerarlo anormale o
nevrotico e qualificarlo come un pervertito sessuale. Il criterio di
deviazione sessuale dunque non va ricercato negli atti di un
individuo, ma nello spirito che li informa. Il mangiare, ad esempio,
è certo una delle attività normali dell'uomo, ma un individuo che
mangiasse soltanto arrosto di vitello, provasse disgusto per ogni
altro tipo di cibo e si sentisse indisposto o irritato anche quando
vedesse qualcuno ingurgitare altri alimenti, dovrebbe certo essere
giudicato un soggetto con problemi emotivi al più alto grado. Lo
stesso si dica per l'individuo che accentra il suo interesse in modo
rigido, irresistibile o angosciato su un qualunque degli atti
sessuali, anche il più normale di tutti, ma annettendovi
un'importanza feticistica. La maggior parte delle attività sessuali
umane, a cui nel corso della storia è stato attribuito un carattere
di perversione, sono in realtà comportamenti qualsiasi che hanno
suscitato però delle reazioni puritane in determinate epoche e in
certi paesi. Possono essere stati colpiti dall'interdetto sociale di
un gruppo, di una religione, di un legislatore pur rimanendo, dal
punto di vista psicologico, perfettamente normali. Le vere
perversioni, nell'accezione che si da a questo termine, si
definiscono in psicologia come atti di autodistruzione o di auto –
inibizione. La loro diagnosi è facile se si adotta nei loro
confronto un atteggiamento obiettivo e molto spesso esse sono
perfettamente curabili e guaribili. Nella nostra società le anomalie
sono molto diffuse.
nculcando nei giovani con un'educazione puritana
il timore di molte forme della sessualità, impedendo nel contempo a
loro stessi di cedere al fascino dell'eclettismo, spingendo gli
esseri civilizzati verso la nevrosi e l'inibizione, e rendendoli
incapaci di sopportare le frustrazioni quotidiane dell'esistenza, noi
li predisponiamo al feticismo e alla perversione. Una non certo
trascurabile minoranza, del resto, si rivela profondamente deviata.
La deviazione sessuale autentica non è e non dovrebbe essere
catalogata tra i delitti: è una vera e propria malattia e spesso
un'infermità. Considerata sotto questa luce, si può eliminare, come
ogni altro squilibrio emotivo, con una psicoterapia intensiva a
carattere attivo, direttivo e persuasivo. Apparirà ora a chi legge
che il comportamento sessuale normale comprende tutti gli atti che
non siano oggetto di fissazione, di feticismo, di esclusivismi, che
non presentino alcun carattere ossessivo e che non siano motivati da
paura o da ostilità ingiustificate. Un soggetto normale ed
equilibrato dovrebbe normalmente astenersi da ogni forma di
comportamento sessuale che abbia un carattere auto – distruttivo o
nocivo. Più esattamente egli dovrebbe considerare nociva o nevrotica
ogni partecipazione ad atti che:
1.
Determinino una lesione psichica, ad esempio, il masochismo sessuale
spinto all'estremo;
2.
Siano psicologicamente traumatizzanti o mutilanti come, ad esempio,
l'accettare di essere un partner passivo o sottomesso nel corso di
rapporti sia omo sia eterosessuali;
3.
Si rivelino relativamente insoddisfacenti e senza interesse: ne
costituisce un esempio il ricorso esclusivo alla masturbazione quando
c'è possibilità di relazioni eterosessuali;
4.
Siano causati da ansia, ostilità o da qualunque altro sentimento
nevrotico e non da una vera e propria scelta (voyeurismo);
5.
Contrastino desideri e bisogni non sessuali ma, nella considerazione
del soggetto, più importanti del piacere sessuale: ad esempio
l'adulterio commesso col rischio di distruggere una vita coniugale e
familiare armoniosa.
Per
farla breve, l'individuo che desideri provare un massimo di godimento
sessuale sano e completo, nel corso della sua esistenza, deve
attenersi alle seguenti regole:
A.
Oblio di tutte le norme considerate buone o auspicabili per gli
esseri umani in generale e accettazione senza riserve del principio
che esistono, tra gli uomini e le donne, innumerevoli differenze.
Ricerca obiettiva quindi delle proprie preferenze e piaceri sessuali
particolari;
B.
Reazione contro ogni puritanesimo o antisessualismo che risulti
dall'educazione ricevuta e riconoscimento del principio che un atto
sessuale non è mai immorale di per sé, né può essere di per sé
cattivo o perverso. Vi sono attività antisociali, altre senza
conseguenze e altre ancora poco attraenti o auto – distruttive.
Questa distinzione è una questione di scelta e di giudizio
individuale e non può essere stabilita con un cieco conformismo nei
confronti di imperativi religiosi o sociali;
C.
Nel campo della sessualità, esplorazione senza limiti di un terreno
vario, avventuroso, sempre nuovo e interessante. Questa ricerca può
concludersi con la selezione di determinate pratiche che procurino al
soggetto e al suo o ai suoi compagni sessuali il massimo godimento
possibile. Ma prima di limitare la propria scelta ci si conceda tutto
il tempo necessario per provare metodi diversi e di preferenza
differenti compagni;
D.
Rifiuto di considerare come acquisita l'associazione inestricabile
della sessualità con l'amore, con il matrimonio, con l'amicizia o
con qualunque altro legame sociale. Nello stesso tempo,
tranquillamente e in modo maturo, quest'individuo si sforzi di
armonizzare le sue relazioni sessuali col resto della sua esistenza
senza mai lasciarsene dominare. La sessualità può essere in sé
fonte di gioia e di meraviglia, ma poiché è anche parte integrante
di altre relazioni umane può procurare soddisfazioni più complete.
In questo campo non ci sono principi né immutabili né universali;
E.
Mantenimento assoluto della distinzione che intercorre tra le
relazioni sessuali e i rapporti sessuali. Anche se è una delle
principali maniere di raggiungere la piena soddisfazione sessuale, il
coito non deve essere considerato come l'unica. L'orgasmo comunque
raggiunto dà una sensazione di pienezza. E' vero che la copula tra
un uomo e una donna rappresenti per molti la forma più soddisfacente
di esperienza sessuale, ma non vi è certo nulla di odioso, di
immorale o di trascurabile nell'orgasmo ottenuto con la
masturbazione, con le carezze o con ogni altra forma di relazione
sessuale, che sia accompagnata o no dal coito.
ome
è stato sottolineato più volte, purché non sia intaccato da
feticismo esclusivo, irresistibile, né alterato da sentimenti di
timore o ostilità, purché sia liberamente accettato da un
partecipante consenziente, il comportamento sessuale si deve
considerare benefico, sano e morale.
Il
significato culturale della sessualità, comunque, è un fenomeno
particolarmente curioso in quanto si struttura attraverso due temi
fra loro contrapposti, ma sempre in stretta relazione: da
un lato l’istinto “libertino” e dall’altro, l’asservimento
ai modelli pubblici. Risulta innegabile, per quanto sopra
esposto, che la sessualità è un fenomeno complesso influenzato da
fattori biologici, psicologici e socio culturali (il comportamento
sessuale finale dipenderà dall’interazione di queste forze). Il
benessere sessuale, ovvero il sentirsi bene e
soddisfatti, è parte integrante della salute di ogni
individuo. In questi termini, il sentirsi bene coinvolge
inevitabilmente anche il vivere con piacere il mondo del pensare, del
fare e delle relazioni oggettuali. Significa riflettere sui propri
bisogni, desideri, sensazioni di poter vivere e coltivare sentimenti
di speranza, e fiducia nei confronti della vita. Se si tiene conto di
quanto fin qui esposto si comprende facilmente che la diagnosi di
questo comportamento, inteso come malessere che crea sofferenza per
se stessi e per gli altri, deve essere formulata da un professionista
competente e, soprattutto, scevro da pregiudizi; capita sovente,
infatti, che troppo zelo classificatorio induca, spesso, più
confusione che chiarezza (se non
colpevolizzazioni inutili ed assurde). A tale proposito un
orientamento diagnostico qualificato ci viene fornito dal DSM IV
(Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). In questo
manuale i disturbi psicosessuali sono divisi, sostanzialmente, in 3
gruppi: Disturbi dell’Identità, Parafilie e
Disfunzioni Psicosessuali.

… l’argine
degli eccessi

ISTURBI
DELL’IDENTITA’.
In questo
gruppo sono inclusi tutti i comportamenti caratterizzati dal fatto
che l’individuo si sente a disagio e in contrasto rispetto al
proprio sesso anatomico e mette in atto atteggiamenti generalmente
caratteristici dell’altro sesso.
ransessualismo.
E’ una persona che sotto l’aspetto biologico, anatomico e
fisiologico è un maschio o una femmina normali, ma nell’intimo ha
la convinzione di appartenere al sesso opposto. Perciò molti
transessuali, specialmente maschi, ricorrono ad interventi chirurgici
per mutare la loro identità fisica e anagrafica: un “cambiamento
di sesso”, più apparente che reale, sia perché l’appartenenza
al sesso è scritta in ogni cellula, sia perché non è possibile
conferire una vera funzionalità agli organi genitali costruiti dal
chirurgo. In questo comportamento è comune la depressione che non
deve mai essere sottovalutata in quanto può portare al suicidio.
Nella genesi di questo disturbo si riscontrano quasi sempre gravi
insufficienze parentali e soprattutto il rimpianto della madre di non
aver procreato un figlio del sesso opposto; è spesso proprio la
madre la prima a spingere il proprio figlio a travestirsi.
All'omosessualità e al travestitismo, manifestazioni comunque
costanti, i transessuali aggiungono un'insistenza tenace a volersi
far considerare dagli altri come appartenenti al sesso che
prediligono. Questa esigenza li porta spesso a farsi mettere in
“regola” chirurgicamente. Dal punto di vista morfologico si
tratta di soggetti perfettamente normali, salvo evidentemente il caso
in cui siano riusciti a farsi modificare. Assorbono a questo scopo
una gran quantità di ormoni sessuali contrari (spesso
clandestinamente, per cui le dosi ormonali restano allora senza
effetto). Oltre a questa trasformazione ormonale, operano volentieri
delle automutilazioni, forzando la mano al chirurgo: le donne si
feriscono o si bruciano il seno per ottenerne l'amputazione, gli
uomini provocano con la compressione del funicolo la necrosi del
testicolo, rendendo necessaria la castrazione. arafilie
(para:
deviazione - filia: oggetto da cui si è attratti). Esse sono
caratterizzate dalla comparsa di eccitazioni nei confronti di oggetti
o di situazioni erotiche che non rientrano nelle modalità normali di
eccitazione e di attività sessuale, e che possono interferire a vari
livelli sulla capacità di svolgere un’attività sessuale
reciprocamente affettuosa. In questo gruppo troviamo: Feticismo,
Travestimento, Zoofilia, Pedofilia, Esibizionismo, Voyeurismo,
Masochismo Sessuale e Sadismo Sessuale.
La parafilia consiste in una restrizione della vita amorosa: i
pervertiti soffrono a livello emotivo e si ostinano a restare in una
condizione di amore specifico infantile, rifiutando scientemente di
distaccarsi dai loro “oggetti” e dalla loro fantasia. I soggetti
che ne sono affetto, in particolar modo l'amore per i bambini, vivono
in un perpetuo conflitto con le leggi penali. La maggior parte si
accontenta con simulacri (donne vestite da bambine o uomini
abbigliati da marinaretti); il successo delle prostitute
ultraquarantenni, munite di trecce, cartella a tracolla e calzini
corti, è comune a tutti i paesi ed è segnalato in tutte le opere
specializzate.

eticismo.
E’ l’uso di oggetti inanimati (feticci) come metodo ripetutamente
prescelto o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale. E’
un bisogno irrinunciabile di vedere, manipolare, annusare un
determinato oggetto per ottenerne, appunto, gratificazione sessuale.
A
volte vengono privilegiate alcune parti del corpo come mano, piede,
gamba, orecchio, capelli, piuttosto che indumenti in contatto con
parti sessuali:
mutande,
reggiseno, calze, giarrettiere.
Il feticcio è, stranamente, ancora più potente ed attraente se è
stato rubato (il feticista può essere anche cleptomane). Lo si
ritrova sia nell'amore eterosessuale sia in quello omosessuale. Ogni
feticista ama l'oggetto del suo feticismo anche nel suo stesso corpo.
Il
feticista del piede è innamorato del proprio piede e prova piacere
nel guardarlo, il feticista della mano è fiero delle sue mani, sogna
di averle bellissime e le cura meticolosamente.
Nel feticismo l'attrazione del particolare va oltre: rende superfluo
l'oggetto sessuale nella sua totalità. Lo stesso feticcio può
servire anche da antifeticcio. Attraverso l'immaginazione feticistica
ciascuno evoca il proprio feticcio, con o senza atti sessuali,
generalmente masturbatori. L'attrazione di un particolare si spiega
con la fissazione di un'impressione infantile. La
predisposizione feticistica, come tutte le predisposizioni infantili,
è fatalmente vittima della repressione che comincia fin dalla tenera
età.
Ciò nonostante continua nel tempo in profondità, accantonata ma non
domata. I conflitti che ne risultano si manifestano nelle malattie
d'amore. Il feticista crede di poter irrobustire i suoi organi
genitali deficienti col godimento che si procura mediante il
feticcio. Elenchiamo
ora di seguito i feticismi più frequenti:
apelli:
si unisce spesso al feticismo della pelliccia; corti: favorisce la
componente omosessuale nella donna; calvizie: il contrario di
capelli. Interessa certe donne, forse a causa della leggenda secondo
la quale la calvizie sarebbe determinata da una vita amorosa intensa;
colore: l'apparente successo delle bionde è in rapporto con la
difesa contro la propria sessualità in atto presso la gente comune.
In realtà si preferiscono i capelli scuri, che si suppongono meglio
corrispondere a un temperamento ardente e sensuale. Anche il colore
scuro della pelle corrisponderebbe ad appetiti sessuali notevoli.
cchi:
il fattore forse più importante della selezione amorosa. Possono
costituire un elemento di attrazione sessuale anche malati, gli occhi
artificiali, gli occhi strabici. L'occhio è considerato una zona
erogena e può avere una funzione analoga a quella degli organi
genitali sul piano simbolico. I baci sugli occhi hanno un grande
ruolo in queste trasposizioni dal basso all'alto fino a produrre, per
alcuni, talvolta l'orgasmo.
aso:
alcuni autori hanno messo in relazione il rapporto tra il naso e le
funzioni sessuali. In certi casi patologici il naso diventa l'organo
genitale. Attraverso il naso si esercita uno dei principali fattori
erotici, l'odorato.
recchie:
la forma e la tessitura delle cartilagini hanno un ruolo importante,
dal quale deriva l'interesse per gli orecchini e le variazioni della
moda nello scoprire o nel ricoprire i lobi.
occa:
secondo la psicanalisi molte persone concentrano la loro sessualità
nella bocca, che ha un ruolo importante nella scelta sessuale, benché
l'apparenza (spesse, carnose, rovesciate, secondo molti simbolo di
forte sessualità) non corrisponda affatto alla realtà.
uca:
si associa di solito ai capelli. I piccoli morsi alla nuca sono una
pratica comune.
enti:
la loro grandezza, il loro colore, il prognatismo e il suo opposto, i
denti d'oro o quelli nei quali sono stati incastrati dei brillanti
possono divenire elementi feticistici, come anche l'assenza totale di
denti.
ano:
elemento decisivo della sessualità, anche se è falsato dalla sua
sopravvalutazione erotica.
olpacci,
gambe snelle, corte, cosce: fattori sessuali importanti,
rivelati soprattutto negli ultimi trent'anni grazie alla moda dei
vestiti corti, alle calze aderenti color carne. Il ruolo delle calze
aderenti si è esteso alla calzamaglia tutta di un pezzo, dopo la sua
versione che copriva la metà del corpo, adottata dalle ballerine. La
moda non ha esitato a lanciarla come una forma di abbigliamento, con
l'aggiunta facoltativa di una gonna corta.

iedi:
il feticismo del piede è il più diffuso e si complica di altri
fattori, come il feticismo della scarpa, il feticismo della zoppa, il
sentimento di umiliazione. Il feticista del piede crede di poter
irrobustire i suoi organi sessuali deficienti con il godimento
ricavato dal feticcio. Oltre ad altri significati, il piede della
donna rappresenta simbolicamente gli organi genitali del soggetto.
Proiettando i suoi organi sul piede femminile, il soggetto dona
simbolicamente la donna del suo pene e attraverso questo rapporto
simbolico cerca di ristabilire un rapporto con l'oggetto che gli
sfugge costantemente.
ellezza
o bruttezza: ambedue posseggono una forza di attrazione e dei
fattori stimolanti altrettanto imperiosi.
oce:
sonorità, timbro, potenza, profondità, accenti puri o rauchi
contribuiscono alla scelta erotica, nonché all'antipatia e
all'avversione istintiva.
dori:
stimolanti sessuali, possono a volte avere un ruolo afrodisiaco. Tra
gli odori, quelli degli escrementi hanno anche un ruolo importante
senza che occorra giungere alla coprofilia: il
disgusto che suscitano sembra essere determinato da un istinto di
difesa (coprofilia: perversione che conduce alcuni soggetti ad
amare o anche a mangiare le materie fecali o bere l'urina). Certi
soggetti si dedicano al cunnilinctus soltanto per l'odore vaginale
che conservano poi con sé per qualche ora; altri sono stimolati
dall'odore dei gabinetti, altri ancora raccolgono e collezionano
carta igienica.
ravestimento.
Generalmente è il vestirsi da donna con modalità ricorrente e
persistente da parte di un maschio eterosessuale. Tale manifestazione
è realizzata per creare in sé un eccitamento sessuale che porta a
un rapporto sessuale vero e proprio o alla masturbazione. E’,
inoltre, presente una profonda frustrazione quando si verificano
delle interferenze nella realizzazione del proprio travestimento.
oofilia.
Vengono utilizzati animali come metodo ripetutamente prescelto ed
esclusivo per il raggiungimento dell’eccitazione sessuale. In
pratica, l’atto o la fantasia di impegnarsi in qualche attività
sessuale con degli animali è il metodo dominante prescelto o
esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale. La zoofilia è,
in questo periodo storico, un comportamento alquanto insolito. Lo si
riscontrava soprattutto nelle campagne e in zone montane presso
contadini e pastori in contatto diuturno con i branchi e le mandrie,
per cui, tentati sessualmente dalle occasioni propizie e dalla lunga
solitudine, essi cedevano al rapporto “bestiale”. Nell’antichità
questa particolare attività non era considerata strana e neppure
impura, come testimoniano varie leggende indiane, egiziane, greche e
romane (agli invitati al banchetto, oltre al partner naturale, veniva
offerto, a seconda dei gusti dell’ospite, un animale).
edofilia.
Di
tutte la Parafilie, la pedofilia è quella che suscita e crea, a dir
poco, profondi sentimenti di disgusto. Nel gratificare i suoi
desideri sessuali, il pedofilo danneggia irrimediabilmente delle
creature innocenti. Questa inclinazione morbosa verso i bambini che
non hanno ancora raggiunto la pubertà, spesso si conclude
tragicamente, perché il pedofilo, si rivela in realtà, spesso, un
terribile criminale. Nella pratica clinica, si scopre che essi
presentano un profondo disturbo narcisistico della personalità con
gravi tratti antisociali. L’adescamento avviene, di solito,
attraverso l’elargizione di regali in oggetti o in denaro. Il
comportamento del pedofilo può assumere le forme più diverse, da
carezze alla violenza, fino all’uccisione.
sibizionismo.
E’ il gesto di esibire i genitali a qualche estraneo che non se lo
aspetta, allo scopo, naturalmente, di raggiungere l’eccitazione
sessuale, senza che vi sia il tentativo di compiere ulteriori
attività sessuali insieme all’estraneo coinvolto. E’ insolito
che l’esibizionista molesti con parole e con altri atti. Sembra
che l’atto di mostrare i suoi genitali permetta all’uomo, per
quanto curioso possa essere questo gesto, di riguadagnare un qualche
senso di valore e di identità maschile positiva.
Spesso rivelano una profonda insicurezza rispetto al loro senso di
mascolinità. Gli esibizionisti spesso sentono di non aver avuto
nessuna influenza sulle persone del nucleo familiare, e hanno
pertanto dovuto ricorrere a misure straordinarie per essere notati.
Ciascun atto esibizionistico, in chiave psicoanalitica, può pertanto
rappresentare un tentativo di rovesciare una situazione infantile
traumatica. Secondo alcuni studiosi, questa tendenza, infatti,
dipenderebbe, in un soggetto di intelligenza normale, dal desiderio
inconscio di negare il complesso di castrazione (Complesso
di castrazione:
paura della perdita del pene. L'angoscia di castrazione sarebbe non
soltanto il terrore cosciente che accidentalmente viene provocato nel
bambino da stupide minacce dei genitori causate dalla tendenza
naturale dei bambini a toccarsi o mostrare il loro sesso, ma
l'atteggiamento emotivo, fondamentale e permanente che si manifesta
in lui quando scopre la differenza dei due sessi. Nella bambina è
l'idea ripugnate che a lei non è stato dato il pene. Questa angoscia
può causare una ribellione inconscia del bambino verso il genitore
che lo provoca. Il complesso di castrazione è questa angoscia che
sopravvive oltre l'infanzia. Esso impedisce una normale evoluzione
affettiva dell'adolescente e può provocare dei disturbi come la
nevrosi ossessiva, l'impotenza, la frigidità o l'omosessualità. In
un minorato psichico, si tratta di una fissazione della sessualità
allo stadio narcisistico infantile - Narcisismo:
amore esclusivo di sé. E' una tappa normale dello sviluppo del
bambino. Ma crescendo il piccolo deve superare questo stadio e
cercare oggetti esterni da amare. L'adulto che è rimasto ad una
certa forma di narcisismo, dà un'importanza eccessiva alla sua
persona: passa il tempo a contemplarsi, a cercare di farsi amare. In
tal modo si spiegano le tendenze di un elegantone, di un Apollo e di
un patofobico continuamente concentrato su se stesso. In un senso
positivo, una certa misura di narcisismo spinge a mantenere
l'orgoglio, l'amore di sé).
oyeurismo.
Possiamo definirlo come l’altra faccia dell’esibizionismo; è il
gesto di stare a guardare persone ignare, di solito estranei, mentre
sono nude, o nell’atto di spogliarsi, oppure mentre sono impegnate
in qualche attività sessuale, il tutto come metodo ripetutamente
prescelto o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale.
Rischio e segretezza sono gli elementi necessari della gratificazione
che ottiene masturbandosi durante o subito dopo lo “spettacolo”
da lui osservato, senza che la donna o la coppia se ne rendano conto
o che siano d’accordo.
asochismo
sessuale.
Le fantasie legate a questo comportamento, per provare godimento
sessuale, sono: essere
legato, picchiato, violentato, oppure deriso ed umiliato
(gesti
di automutilazioni, quando sono presenti, hanno buona probabilità di
essere ripetuti).
Partecipa intenzionalmente a qualche attività nell’ambito della
quale ha patito profonde lesioni fisiche oppure la sua vita è stata
minacciata, allo scopo di produrre eccitazione sessuale, la quale si
è quindi realizzata. Di solito si fa frustare da una donna pagata
per questo, oppure chiede “punizioni” più sofisticate.
adismo
sessuale.
Sadico è chi, per avere soddisfazione sessuale, deve dare dolore e
umiliazione: infligge
torture dalle più semplici alle più complicate.
La sua vittima può essere non solo la donna, un uomo, un bambino, ma
anche un vecchio o un animale. Il suo scopo è sempre lo stesso: far
soffrire, talvolta fino alla morte.
Ma egli è un tormentatore più che un assassino, che si serve di
strumenti d’offesa accuratamente scelti (catene, fruste, uncini,
biglie e altri ancora).
L’argine
delle carenze ...
isfunzioni
psicosessuali.
La
maggior parte delle disfunzioni sessuali descritte nel DSM IV sono
categorizzate come disturbi (intesi come sintomi che si esprimono nel
somatico disturbando la sfera psichica e, quindi, la funzione
sessuale) del desiderio, dell’eccitamento o dell’orgasmo. Oggi
questi malesseri hanno maggior frequenza del raffreddore e un’alta
percentuale dei casi sono psicogeni, cioè conseguenza diretta di una
“immaturità” psicologica. Tabù vecchi e nuovi, paura ed
inibizioni, in queste manifestazioni, si sprecano. Queste difficoltà
sono legate alla relazione sessuale, la quale si esprime attraverso
la seguente sintomatologia: impotenza,
eiaculazione rapida, ritardata o impossibile
(uomo); anorgasmia, dispareunia (donna).
mpotenza.
La “serenità” del rapporto sessuale può essere insidiata da una
serie di fattori psicologici abbastanza comuni e altrettanto
frequenti. E’ la cosiddetta impotenza psicogena, che può
facilmente sfociare, se non ne vengono individuate e sradicate le
cause, nell’impotenza cronica (è
come se ci si “escludesse dal gioco” prima di iniziare per
timore di perdere … di fallire).
L’impotenza funzionale è, indubbiamente, in assenza di cause
organiche come malattie e malformazioni, vissuta in modo estremamente
drammatico e devastante perché l’attività sessuale è
considerata, da alcuni, come una forza, una fonte di sicurezza e
potenza maschile esclusiva. Questo disturbo (non - scambio con
l’esterno) può essere interpretato, da un punto di vista
psicosomatico, come un tentativo di tenere sotto controllo il più
possibile una situazione vissuta come pericolosa per l’equilibrio
psicofisico. Questo particolare “atteggiamento” lo possiamo
riscontrare anche in ambiti diversi da quello sessuale (lavorativo e
sociale). Il timore di fallire, di non essere all’altezza (timore
del giudizio) delle aspettative può essere alla base di questa sorta
di paralisi dell’istinto sessuale, dell’iniziativa e della
creatività. iaculazione
precoce.
Volgarmente detta “atto breve”, sintomo di un malessere
psicofisico che si manifesta, nei casi moderati, con un'eiaculazione
quasi immediata dopo i primi movimenti coitali, pur senza che si sia
raggiunta la massima tensione; nei casi acuti, l'eiaculazione si
produce alla più lieve eccitazione sessuale, prima ancora
dell'erezione. La psicanalisi ne ha indicato l'origine di solito
psichica, dovuta al predominio delle tendenze pregenitali sulle
tendenze genitali; una componente uretrale ad esempio dà
all'eiaculazione il senso di una minzione. A volte si tratta di un
violento complesso di Edipo implicante un'identificazione con la
madre anziché con il padre, che modifica tutto il simbolismo
sessuale: il pene prende il significato di un capezzolo, lo sperma
del latte. La maggior parte delle volte l'ejaculatio praecox è la
manifestazione di un'angoscia che si prova di fronte agli organi
sessuali femminili., ricordo della fantasia inconscia della “vagina
dentata” e variante dell'angoscia di castrazione. Nei casi acuti si
ritrovano anche degli elementi passivi femminili e di omosessualità
latente. E’
anch’essa una modalità difensiva maschile nei confronti di una
sessualità in qualche modo temuta. Il “tempismo” nell’intimo
incontro con il femminile, fino ad impedire un vero e proprio
contatto, può infatti avere un significato aggressivo nei confronti
della partner, che spesso viene percepita come troppo esigente e
competitiva, oppure può costituire una vera e proprio fuga per
sottrarsi all’angoscia legata al rapporto sessuale stesso. Sono
persone particolarmente ansiose con una mentalità, spesso,
spiccatamente razionale. norgasmia.
L’incapacità
o comunque la difficoltà a raggiungere l’orgasmo è la più
diffusa tra le disfunzioni sessuali femminili. Anche in questo caso,
la causa principale è da imputare ad un’educazione particolarmente
restrittiva. Un eccessivo autocontrollo non permette di lasciarsi
andare e, quindi, fidarsi dell’altro o delle emozioni che suscita
l’intimità. ispareunia.
In
questo disturbo i rapporti (in assenza di cause organiche) sono
difficoltosi e dolorosi. Spesso è una reazione di rifiuto, il più
delle volte consapevole, nei riguardi della sessualità. Questa
manifestazione è legata, in modo particolare, ad un partner e al suo
atteggiamento. La dispareunia o frigidità è detta anche
algopareunia o anestesia genitale. E' dovuta all'inerzia delle
funzioni genitali, che determina analogamente l'impotenza nell'uomo,
e all'impossibilità di ottenere l'orgasmo attraverso il coito
vaginale. A volte la donna sente dolore, durante l'amplesso, senza
che vi sia contrazione della vulva. Questo dolore può avere cause
diverse, la più banale delle quali è una differenza troppo
sensibile tra gli organi dei due partecipanti: poiché il dolore
toglie la possibilità dell'orgasmo, reagisce come una donna frigida,
ma in realtà essa si comporta come tale soltanto a causa della
sofferenza fisica. Nello stesso ordine di idee, anche la brutalità
del primo contatto può provocare una durevole anestesia genitale. A
volte la dispareunia è soltanto un sintomo di una malattia
del'ipofisi. Ma quando manca la sensazione di voluttà del coito si
deve vedere invece in questa anestesia sessuale il frutto di processi
psichici estremamente complessi. Le donne colpite da dispareunia
possono essere così classificate:
1.
Donne completamente frigide: ripugnanza o indifferenza, nessuna
voluttà iniziale, nessuna sensazione di orgasmo, nessuna
sensibilità genitale specifica;
2.
Donne relativamente frigide: desiderio debole, orgasmo raro e appena
sensibile;
3.
Donne sensibili alla passione ma frigide: nonostante il loro
desiderio, il piacere iniziale non riesce a portarle all'orgasmo e
possono anche soffrire, dopo un brevissimo momento di piacere, di
un'iperestesia tattile dolorosa o ansiosa.


el
suo narcisismo abituale per cui si vuole stimata e ammirata, la
donna è suscettibile, ma rimane passiva e deve sottomettersi
all'uomo, di cui ha percepito l'egoismo vanitoso e brutale. Deve
vincere numerosi ostacoli prima di conquistare il piacere
fisiologico: dominare i complessi infantili, rinunciare parzialmente
all'erotogenia delle zone superficiali, adottare un'erotogenia
simmetrica all'erotogenia maschile, il che assume l'importanza di
una trasformazione della funzione erogena degli organi stessi.
Questi fattori spiegano la complessità della funzione erotica nella
donna e i suoi cedimenti che arrivano alla dispareunia. Pur
rimanendo un fatto grave e diffuso, questa perturbazione varia
secondo l'ambiente, l'età, l'esperienza sessuale. La psicanalisi ha
consentito di esplorare con maggior profondità e rigore il
meccanismo di questo malessere sia fisico sia psichico. Nella
maggior parte dei casi la dispareunia si presenta allo psicanalista
sotto la forma di una voluttà iniziale, spesso anche acuta, che
però non arriva all'orgasmo. A volte il problema è dovuto a
un'attesa eccessiva, che ha disperso in qualche modo la
preparazione, il preludio a tale atto finendo necessariamente in una
delusione. Per lo più la coppia non tiene conto del fatto che la
parabola del piacere non segue un corso identico nei due sessi,
giacche nella donna si manifesta in tempi diversi. Evidentemente è
l'uomo che deve adattarsi alla donna e non viceversa, in questo modo
è più facile ritardare la sensazione di piacere anziché
affrettarla. A meno di anomalie anatomiche la donna che si comporta
da frigida potrebbe dunque arrivare all'orgasmo se soltanto trovasse
un partner capace di condurvela con il suo atteggiamento sia fisico
sia psichico. In caso contrario, l’intervento terapeutico elettivo
sarà volto a sciogliere le tensioni corporee attraverso metodiche
ipnotiche ed esercizi di rilassamento.


ome
abbiamo potuto vedere, in questa breve esposizione, il fenomeno
“sessuale” è più complicato di quanto generalmente
presupponiamo. Questo fenomeno, oltre ad essere intriso di paura, può
essere vissuto come una minaccia in quanto attraverso l’orgasmo si
scatena una forza istintuale che non possiamo “controllare”. La
capacità di auto controllarsi facilita notevolmente la vita sociale,
ma è anche al tempo stesso espressione di non spontaneità.
Autocontrollo significa che tutti gli impulsi “sgraditi” alla
comunità devono, in qualche modo, essere repressi. In questo modo
l’impulso diviene “invisibile” anche se resta da chiedersi che
cosa ne sarà dell’impulso “bloccato”. Dato che l’impulso per
sua natura tende alla realizzazione, esso tenderà a mostrarsi
nuovamente, e così l’essere umano deve costantemente investire
energia se vuole continuare a reprimere e a controllare l’impulso
represso (diventa evidente il motivo per cui si
ha paura della perdita del controllo). Se tutto ciò, infatti,
emergesse, la situazione diventerebbe sì “sincera”, ma
socialmente molto discutibile, “per questo è bene sapersi
controllare” anche quando non si è lesivi verso se stessi, la
società ed il partner. Mettendo in atto, pertanto, questa
particolare “difesa” sia l’uomo che la donna possono sviluppare
difficoltà e creare stati confusionali nella sfera sessuale.
Entrambi si trovano davanti a pretese assurde a causa dell’importanza
che il gruppo sociale di appartenenza dà alle prodezze sessuali
facendone un metro di riuscita personale come un indice di successo
(potenza) nelle relazioni sociali. Stimoli negativi, quindi, possono
influenzare, in maniera diversa, sia il maschio che la femmina:
nessun partner è immune. La maggior parte di tali disagi sono creati
anche da tensione, ansia e, molto frequentemente, dalla paura di
fallire e di essere rifiutati (o, ancor peggio, ridicolizzati). Il
rapporto sessuale è caratterizzato da sottili equilibri, basta poco
per rompere l’incantesimo: schemi mentali che
portano a cattivi pensieri, stress e, soprattutto, incomprensioni con
il partner (non si è più, in realtà, sulla stessa lunghezza
d’onda). Se si tiene conto di quanto sopra esposto appare
evidente che l’atto sessuale, ormai separato dalla procreazione,
assolve, fondamentalmente, il soddisfacimento di bisogni psicologici
la cui importanza assume un ruolo ben più rilevante del piacere
fisico nel quadro della qualità della relazione fra i partner. Il
territorio, su cui ci si esprime, deve essere uno spazio di gioco
creativo e di fantasia in cui l’impegno a trovare le reciproche
strade del “benessere” dovrà essere improntato sul divertimento
e non vissuto come imposizione o dovere. Il piacere del partner non
può costituire una preda da razziare, ma un dono che si è
liberamente offerto in cambio del nostro.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
Nessun commento:
Posta un commento