APPARATO TEGUMENTARIO

a
pelle è l'organo più grande e completo del corpo umano: copre
mediamente circa 17.000 centimetri quadrati. Quando alcuni organi -
come reni, vescica, polmoni e intestino - sono “affaticati”
diventa un prezioso assistente nello scaricare le tossine, le
impurità del corpo; serve a regolare la
temperatura ed è anche il nostro "confine", la nostra
"frontiera", il nostro "limite". Svolge
una funzione respiratoria molto importante, attraverso i pori della
pelle, infatti, assorbe ossigeno. E' quella parte del corpo che non
passa mai inosservata, bella o brutta non possiamo nasconderla e,
quindi, la dobbiamo far vedere anche camuffata, si fa notare
immediatamente … si vedono subito
l'invecchiamento e le sue affezioni. Uno dei suoi compiti
principali - oltre a tenere unito il corpo - è quello protettivo:
una barriera con il mondo esterno (batterico, relazionale, emotivo).
In realtà, ci permette di entrare in contatto direttamente con il
mondo circostante fisico e relazionale. Questo “guscio” non solo
ha il dono miracoloso di auto - ripararsi ma in esso sono
"memorizzate" anche tutte le nostre esperienze e le nostre
emozioni più antiche: i conflitti più
reconditi (abbandoni, accettazioni e rifiuti). Senza dubbio è
il nostro principale e più interessante organo di contatto. I
segnali così percepiti vengono inviati, provocando in tal modo una
sensazione direttamente al cervello (gradevole o sgradevole). Ci
informa delle "cose" con cui veniamo a contatto, anche
quelle che “irritano” e che fanno diventare la cute una perfetta
mappa, una insostituibile cartina geografica piena di "segni".
Permette di riconoscere lo stato emotivo di ogni persona. La
collera imbianca il volto, la vergogna rende bordeaux, il terrore
sbianca come un lenzuolo e la rabbia colora di giallo ... verde di
bile. Quando poi arriva un attacco di panico sudiamo
abbondantemente … per spegnere i "bollenti
spiriti". Il cambiamento cromatico permette di
individuare lo stato di salute di una persona. Il rapporto, quindi,
tra disagio emotivo e malattie della pelle è un fatto ormai
accertato da vecchia data. I modi di dire sulla pelle sono davvero
tanti e significativi, sottolineano questo fenomeno attraverso
emozioni e stati d'animo: “Non sto più nella
pelle, Cambiare pelle, E' una questione di pelle, Mettersi nella
pelle di qualcuno, Avere i nervi a fior di pelle, Avere la pelle
dura, Rischiare la pelle, Avere paura di rimetterci la pelle, Tenere
alla propria pelle, Fare la pelle”. Ciò che osserviamo
sulla pelle umana altro non è che la storia, il racconto di ogni
individuo intriso di ricordi e di vissuti emotivi: fierezza,
debolezza, vergogna e pene varie. I disturbi cutanei, quindi, sono il
segno delle difficoltà sperimentate in passato con gli altri; un
avvertimento delicato, ricco di indicazioni, a volte un po' più
irruento, ma sempre un segnale che stimola a prendersi cura di se
stessi. La pelle essendo il primo organo di
contatto con il mondo esterno, costituisce una struttura privilegiata
nella vita di relazione. E’ proprio in base a questi
contatti primordiali che il bambino sviluppa la propria identità, la
consapevolezza di esistere ... di essere accettato e importante.


isulta fondamentale il rapporto con la madre e con le persone
significative: la gravità della sintomatologia
è sempre condizionata dal tipo e dall’intensità del rapporto
affettivo. La patologia cutanea insorge come espressione di
emozioni trattenute e di impulsi non soddisfatti. Riporta
inesorabilmente a galla vecchi vissuti emotivi conflittuali. Un tema
conflittuale interiore che si fa sentire, si disegna, si rende
visibile nella cute. Il desiderio primario represso (amore,
calore, tenerezza) agisce sul meccanismo endocrino e il
sistema nervoso vegetativo, determinando a sua volta delle lesioni
epidermiche. Facendo un esempio concreto, un individuo poco amato
nella prima infanzia (poco considerato,
toccato, coccolato, accarezzato) potrà sviluppare in futuro
l’eczema oppure se è stato privato completamente di affetto, potrà
manifestare la sua “cicatrice” affettiva con la psoriasi. I
problemi cutanei - poiché coinvolgono un organo con un ruolo sociale
ben preciso - parleranno sempre della nostra realtà interiore e
delle relazioni con gli altri: contatti,
barriera, scambi, fragilità, pene, tenerezza, limitazioni,
separazioni, paure, allontanamento, libertà, narcisismo,
vulnerabilità, vergogna, verità, bugie, piacere, controllo,
isolamento. Il corpo diventa il palcoscenico dove viene
rappresentata la nostra commedia, questa sorta di dramma interiore.
Racconta la
nostra storia, rivela profondi processi psichici e invisibili
rapporti emotivi.
L'intervento terapeutico non dovrebbe ostacolare, non
deve bloccare l'espressione patologica, ma la deve far vivere ed
affrontare in maniera soggettiva e diversa: placarla nella sua
globalità e, soprattutto, nella sua grande umanità.
disturbi della pelle sono collegati al terzo C. (energia,
forza, potere, riuscire, libertà, rabbia, essere se stessi) mentre
una cute che suda eccessivamente riguarderà il primo C. (sicurezza,
voglia di vivere).
Qui
si manifestano i conflitti di svalutazione ... una carta geografica
precisa, una mappa delle nostre difficoltà vissute con il mondo
interno ed esterno.
Acne:
“una forza infuocata affiora dal profondo”, bisogna prestare
più attenzione all’eros e alla vita affettiva! Quando si trova sul
viso si vuole tenere a distanza “qualcuno”, se localizzato nella
schiena si getta alle “spalle" (non si vede) un “desiderio”, sul
petto, invece, c’è lotta tra pulsioni e sentimenti …NON
schiacciare MAI i brufoli. Un aiuto naturale: Juglans regia MG, Ulmus
campestre MG e Ribes nigrum MG. Lavorare sempre su fegato e
intestino … pulire e disintossicare.
Orticaria,
fenomeno cutaneo simile a punture di ortica, con prurito e
bruciore; indica soppressione dei propri desideri con l’obbligo di
condividere o sopportare situazioni fastidiose ed esasperanti
(relazioni, eventi), il tutto percepito come minaccia (forte
prurito); eccesso di energia: sessualità e sentimento di rabbia
spingono, affiorano, per essere ascoltati.
Onissi
(unghia infiammata) … l’unghia è un organo che rappresenta
la difesa, la protezione… i soggetti che hanno problemi in questa
formazione cornea sono particolarmente vulnerabili, deboli e fragili
sul piano emotivo.
Cisti,
le interpretazioni psicosomatiche sono in funzione dell’organo
o del tessuto interessato: pelle, polmoni, cervello, ovaie, pancreas,
ossa … una cavità che in generale racchiude dolore, sofferenza,
vecchi risentimenti che bloccano; pelle: bisogno di affetto, di
sicurezza, di nutrimento, di sentirsi accettati, desiderio di essere
toccati.
Adenofibroma
(nodulo). Questa massa di piccoli nodi, spesso, fanno la loro
comparsa a seguito di una ferita affettiva (abbandono,
delusione, tradimento): sono veri i propri “grumi” di
sofferenza, di tristezza, di preoccupazione, di profondo dolore.
Cloasma
(gravidico o nella menopausa: chiazze
marroni sul torace, mani, viso, collo) … provare sentimenti
di vergogna, sentirsi umiliati in situazioni particolari.
Blefarite
(palpebre: chiusura, vedere o non
vedere; occhi: approvazione, disapprovazione, protezioni da stimoli
esterni). Un’infiammazione del bordo delle palpebre dovuta
alla collera relativa a quello che si ha davanti, al desiderio di non
voler vedere certe cose (conflitto: vedere o
non vedere, non voler affrontare la vita).
Patomimia
cutanea
(sfregamento,
pizzicamento, bruciature, morsi, tagli autoindotti) …
autopunizione,
atto aggressivo sulla propria pelle …
un fenomeno di personalità borderline con un Io particolarmente
debole: al
limite della nevrosi e della psicosi.
Comportamento infantile per avere più attenzione, essere più
considerati e creare una reazione compassionevole sulle persone del
proprio ambiente … uno strumento di difesa primitivo contro
un’incalzante depressione mascherata.

ellulite.
Infiammazione
sottocutanea ... il blocco della creatività e delle emozioni.
Persona che si svaluta sul piano estetico e che si lascia influenzare
facilmente. La cellulite si sviluppa lentamente a partire dalla
pubertà e negli adolescenti. All'inizio in forma leggera: lieve
ritenzione idrica nei tessuti sottocutanei e sensazioni di gonfiore.
I sistemi venoso e linfatico drenano con difficoltà i liquidi che
continuano a ristagnare. Il processo di smaltimento di grassi e
tossine diventa via più lento, difficoltoso. Così, la cellulite si
concentra in punti particolari. Circonda, pertanto, tutti i Meridiani
(Meridiani:
canali energetici che mettono in comunicazione le regione esterne del
corpo umano con i nostri organi e i visceri interni)
o, le più fortunate, il Meridiano. Quando si verifica una
disfunzione energetica, liquidi e tossine si accumulano. Anche il
fattore psichico può mantenere o aggravare uno stato celluitico.
Infatti, l'effetto ansiogeno causa uno squilibrio neurovegetativo che
si ripercuote sull'apparato digerente determinando varie disfunzioni
(biliare,
coliti, gastriti, stitichezza):
fermentazioni
e putrefazioni intestinali contribuiscono ad aggravare la situazione.
L'equilibrio psichico indubbiamente gioca un ruolo di primo piano
perché l'ansietà, come sappiamo, è la causa principale di alcune
forme di obesità e di cellulite. Gli stress psichici, alterando il
normale rapporto ipotalamo - ipofisarico, determinano un aumento
dell'appetito, da cui errori alimentari qualitativi e quantitativi
con tutte le negative conseguenze. Tipologie di cellulite (si veda
l'apparato corrispondente): di
origine epatica,
gastrointestinale
è determinata da accumuli di sostanze tossiche e da alterato
metabolismo dei lipidi (Meridiani coinvolti: fegato - cistifellea,
intestino crasso e tenue, stomaco). Di
origine pancreatica
per alterato metabolismo dei glucidi (Meridiano: milza - pancreas).
Quella di
origine endocrina,
corticosurrenale,
ovarica, tiroidea per stasi e rallentamento circolatorio e alterato
metabolismo linfatico, ormonale (Meridiano: circolazione - sesso).
Poi quella di
origine idrometabolica
per ritenzione idrica nei tessuti (Meridiani reni e vescica). Per
quanto sopra evidenziato appare evidente che l'approccio di tipo
esclusivamente cosmetico esterno, come pure il trattamento unicamente
interno, risulta insufficiente nella risoluzione del problema. Solo
dopo aver individuato la disfunzione specifica (Meridiano),
attraverso un approccio olistico, è possibile iniziare il
trattamento, eliminando le tossine e, nel contempo, ripristinare
l'energia.
ITILIGINE.
Patologia
caratterizzata da un’assenza più o meno diffusa della melanina
(sostanza che non solo colora ma protegge la pelle). E’ un problema
di depigmentazione cutanea, un danno prevalentemente estetico.
L’individuo cerca la propria identità attraverso la “ferita”
cutanea che, in realtà, diviene una specie di “firma”. Queste
macchie di colore biancastro, che variano per numero e per
dimensione, rivelano emozioni connesse ad esperienze di separazione
in cui il soggetto ha la convinzione di essere stato ingannato e
umiliato. C’è una grande difficoltà ad accettare la rottura di un
rapporto perché è vissuto come un rifiuto … qualcuno ha
imbrogliato o si è approfittato della buona fede del soggetto.
Alcuni studiosi hanno messo in evidenza il ruolo familiare nella
comparsa della vitiligine: una
figura paterna carente e assente nel processo educativo.
ATTENZIONE

l
colore della pelle non stabilisce soltanto l’appartenenza ad un
gruppo etnico ma indica sempre il vero stato di salute di ogni
individuo. La pelle, come
detto più volte, rappresenta le parti più profonde di ogni
organismo (specchio dell’anima): la condizione dell’intero
psicosoma … rivela la verità interiore!!! Quando gli organi
interni non funzionano correttamente, sulla pelle compaiono segnali
ben precisi: macchie,
segni, (grassa, umida, secca, ruvida, flaccida) e modificazioni
cromatiche. La cute rivela
sempre squilibri passati e presenti a carico degli organi interni: le
scorie tossiche esploderanno il più delle volte sul viso.
Reagisce rapidamente in maniera sorprendente ed immediata alle
condizioni interiori: è
il barometro della nostra esistenza.
Vediamo di seguito i colori che essa ci invia e come possiamo
leggerli, in modo tale da correggere alcuni comportamenti, se
necessario, per renderla sempre più radiosa, elastica, splendente e
luminosa. Una pelle di colore rosso
è sempre legata alla
circolazione. Segnala soprattutto disordini dell’apparato
cardiocircolatorio. Qualsiasi fenomeno che accelera l’attività
cardiaca - stato
di imbarazzo, spavento improvviso, attività fisica ed ilarità
- aumenta anche la circolazione periferica (espansione dei capillari)
provocando un cambiamento cutaneo. Anche un consumo di zuccheri
semplici, spezie, alcol e sostanze stimolanti possono determinare un
certo tipo di rossore. A livello emotivo segnala un considerevole
disordine nervoso e instabilità emotiva. Il colore giallastro
è connesso al
fegato e alla cistifellea (bile
e secrezione epatiche provocano questo colorito).
Un fenomeno che segnala anche disordini al pancreas, ai reni e al
sistema escretore in generale. L’ittero
(eccesso di bilirubina) è l’esempio più evidente di un disturbo
epatico che provoca la colorazione gialla della cute e delle sclere.
Tale colorito può essere causato dall’assunzione esagerata di
carne, uova, molluschi e pesce. Il soggetto risulta particolarmente
aggressivo … il colorito giallastro della pelle o l’urina molto
scura sono sintomi di danni epatici. Il
bianco diffuso nella cute, invece, segnala una contrazione dei
capillari sanguigni. Ha
un rapporto diretto con i polmoni e l’intestino crasso.
Può essere determinato dall’assunzione di troppi grassi o da
prodotti lattiero – caseari. Il pallore cutaneo mette in evidenza
una mentalità ostinata e gretta. … un
colorito grigiastro della pelle, invece, accompagnato da secchezza e
arrossamenti vari sono un segnale di tristezza, insofferenza,
scontentezza e invecchiamento precoce, mentre una cute luminosa
indica creatività e un vissuto in sintonia con le proprie emozioni
… Un colore bluastro
(tempie, naso e area
attorno agli occhi) indica un disordine allo stomaco, al fegato,
milza e pancreas (circolazione carente nel fegato e milza). Può
essere causato anche dall’assunzione di troppi zuccheri, farinacei,
alcol e sostanze stimolanti.
E’ un soggetto che si presenta il più delle volte di cattivo
umore, collerico e irascibile. Un colorito “scuro” (area sotto
gli occhi) segnala disordini renali (il sangue diventa più scuro),
intestinali e digestivi. Potrebbe risultare eccessivo il consumo di
frutta, carboidrati semplici e sostanze chimiche. Il soggetto
presenta attacchi di panico ed è controllato da tratti depressivi.
Il colore
verde è collegato alla decomposizione dei tessuti o delle cellule in
generale: cisti e tumori. Può essere un segnale di un consumo
eccessivo di proteine, grassi, zuccheri e sostanze chimiche.
E’ un soggetto che si relaziona con un atteggiamento insicuro e
arrogante. Come abbiamo potuto vedere, il modo di affrontare lo
stress e l’assunzione di cibi animali, seguiti da un consumo
eccessivo di zucchero, sono i veri responsabili dello stato segnalato
dalla pelle.
Freddo
(sensazione) … la tendenza alla freddolosità è collegata al
sentimento di solitudine, di essere stati abbandonati, di ritrovarsi
completamente soli … la sensazione di essere isolati, non percepire
o non essere più circondati da calore umano.
La
pelle è una mappa che porta in sé infiniti segni misteriosi del
profondo: Anemia: il volto è biancastro, spento e smunto (scarso
afflusso di sangue ossigenato).
Polmoni:
il volto assume un colore bluastro (maggiormente evidenziato nelle
labbra). Il volto assume un colorito rossastro quando si abusa di
alcolici, con il diabete mellito e in caso di ipertiroidismo. La
colorazione giallastra del viso segnala problemi di fegato, epatite o
ostruzione delle vie biliari.
Eczemi:
un atteggiamento di estremo controllo (rabbia e aggressività) su
emozioni giudicate poco “presentabili” … chi è sempre su di
giri deve aspettarsi qualche disagio a livello dell’apparato
cutaneo; la difficoltà di gestire l’aggressività può dar luogo a
fastidiose dermatiti, eritemi o eczemi: segno che un fuoco dirompente
preme per uscire … se poi la vita di coppia è una “lotta
continua”, questa seccatura a livello cutaneo, potrebbe favorire
vaginite e uretrite: una battaglia rabbiosa che continua senza tregua
tra le lenzuola.
Psoriasi. Una pelle che si è trasformata in una grande corazza rigida e
fragile che presenta difficoltà a portar fuori, a mediare tra
interno ed esterno… un fuoco (sangue) spento dal bianco delle
squame.
La
pelle, dunque, è uno specchio più che visibile di emozioni a “fior
di pelle”, limite e barriera per gli intrusi (confine tra il mondo
interno e quello esterno) … riflette non solo il proprio stato di
salute generale (dentro e fuori) ma - essendo direttamente connesso
con il SNC - è possibile leggerci emozioni, stati d’animo e le
difficoltà relazionali … un malessere che si presenta
violentemente ogniqualvolta il mondo ci ferisce … sulla pelle sono
dipinte tutte le passioni troppo sacrificate, che in qualche modo non
ci si concede.
e
malattie della pelle sono senza dubbio le più comuni e diffuse. La
cute è il primo apparato “preposto” a manifestare il disagio nei
bambini più piccoli e non potrebbe
essere
diversamente vista
l’immaturità psichica che li espone a un contatto più diretto e
meno schermato con l’ambiente circostante.
Pelle
e mente: il connubio è perfetto, soprattutto quando abbiamo a che
fare con disturbi cutanei. Le reazioni “a pelle” non sono però
prerogativa dell’età evolutiva, si verificano in tutti quei
momenti in cui la mente non riesce a contenere adeguatamente emozioni
che sfuggono al controllo, ecco che, improvvisamente, i disturbi
dermatologici si incaricano di far affiorare il malessere: di
renderlo manifesto. La pelle non può essere considerata come un
organo “superficiale”, essa è davvero di più: rappresenta
una dimensione dove i nostri modi d’essere si legano con il mondo,
dove il nostro essere, la nostra vita dialoga ininterrottamente con
l’esterno.
Ecco perché la sfera cutanea va “letta” in più modi, scoprendo
cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che
l’affliggono. La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo,
eppure difficilmente le diamo importanza come il cuore, fegato, reni,
polmoni. Il rapporto che abbiamo con la pelle è del tutto esclusivo,
nella nostra percezione non abbiamo la pelle ma “siamo” la nostra
pelle. E non è un caso, se analizziamo infatti il valore funzionale
e simbolico di questo apparato, ci renderemo conto non solo che essa
è strettamente connessa alla nostra identità più profonda, ma
anche all’istintiva difesa della vita. Intanto, grazie alla sua
elasticità che separa l’interno dall’esterno, protegge il corpo
da traumi, pressioni, colpi. Inoltre, è una barriera che impedisce
l’ingresso di agenti potenzialmente patogeni come batteri, sostanze
acide e alcaline, radiazioni solari. Da questo punto di vista
potremmo considerarla come una sorta di tuta protettiva che può
arrivare a diventare, all’occorrenza, una vera e propria corazza
impenetrabile. Il limite dell’uomo è, quindi, la sua pelle. Essa
dà la forma e sembianza a ogni essere vivente, non solo rendendo
visibile all’esterno la forma del corpo, ma - attraverso
i segni che porta con se
- esprimendo l’individualità. E’ il tratto distintivo di ognuno
di noi, poiché nessun altro può averne una identica. E’
l’involucro vivente che cresce e invecchia con la nostra persona,
costantemente rinnovato, ma sempre uguale a se stesso. E’ la linea
di demarcazione tra noi e l’universo stesso. Ci delimita e
protegge, si costituisce come filtro e barriera permeabile contro gli
agenti nocivi. In questo senso svolge un’importante funzione di
limite e confine che consente alla persona di percepirsi come
distinto e delimitato. Contribuisce quindi a determinare la
consapevolezza di sé, l’individualità, attraverso la
consapevolezza di possedere un corpo esclusivo. Tramite
la pelle tocchiamo e siamo toccati, definiamo il nostro spazio e
siamo definiti nello spazio.
Ed è nel contatto tra pelle e pelle che prende origine il processo
di delimitazione psichica.


a non solo: la
cute rappresenta inoltre un importante mezzo di comunicazione
interpersonale.
Attraverso la cute il corpo emana il suo odore, che ha un suo codice
di riconoscimento e una sua “marcatura” in grado di influenzare
il comportamento dell’altro e la relazione con esso. La pelle è da
sempre vettore di simboli e idee, il cui fine è la comunicazione
verso chi ci circonda. Può essere territorio di bellezza e di
attrazione, di un messaggio particolare oppure anche di “repulsione”.
Così, chi soffre di una patologia cutanea cerca di condividere il
problema di cui è portatore, si sforza di portare in mezzo agli
altri il vissuto interno che sottende la patologia ma
contemporaneamente prova vergogna e disagio per la sua affezione. E’
in questo momento che la malattia diventa “stigma”, ovvero
marchio che spesso va a bloccare l’emotività di chi ne soffre. E’
confine protettivo e
territorio
di scambio emozionale: ma anche spazio dove appaiono i disagi e le
emozioni nascoste. Così la cute diventa autentica carte di identità
del nostro vivere quotidiano. Ma
da dove nascono i disturbi cutanei?
Perché una mente che non riesce a esprimersi invia i suoi “segni”
proprio sulla pelle? In realtà,
l’acne, la vitiligine, gli eczemi, la psoriasi
vengono per farci osservare emozioni che tratteniamo. Vediamo ora
questi meccanismi, ovvero impariamo a leggere quanto “sta scritto”
sulla "mappa" cutanea: le origini psicosomatici dei
disturbi che l’affliggono. La
pelle, attraverso i suoi "segnali", dice tutto ciò che non
si ha il coraggio di ammettere ... esprime e fa sentire le sue
risorse più preziose!!! Per
problemi
alla pelle, un succo di: mela, ananas e uva può aiutare!!!
ECZEMA
... il dolore che scava

a
pelle delimita, separa, unisce, mette in contatto: termometro delle
passioni senza finzioni; i disturbi della pelle segnalano un
pericolo, rivelano conflitti profondi nei rapporti con gli altri: si
entra in “guerra”. Una spia, un mondo esterno (anche interno:
qualcosa che vuole emergere in superficie) vissuto come minaccioso
per i propri confini, la propria identità, la propria integrità …
un confine perennemente minacciato … testimonia quei contenuti
emotivi che non si vuol vedere. L’eczema
esprime sempre una battaglia interiore, un conflitto che brucia. I
sintomi, rossore e prurito, rimandano a un fuoco interno che tende a
distruggere un involucro vecchio: espressione
di una identità che vuole trasformarsi.
Chi ne soffre ha energie forti che vorrebbe esprimere in ambiti
diversi, ma paura, timidezza, sensi di colpa e fobie lo bloccano.
Nella fase acuta, cioè quando si avvertono maggiormente i disturbi
dell’eczema, compaiono vescicole sulla pelle, che possono rompersi
liberando il liquido chiaro. Successivamente, le vescicole si
trasformano in una crosticina. L’eczema provoca intenso prurito,
che può impedire il sonno. Nelle dermatiti da contatto le lesioni
compaiono per l’appunto nelle zone di contatto tra parti del corpo
e sostanze irritanti. Nell’eczema
atopico le parti del corpo più colpite sono il viso, il collo, la
pelle dei gomiti, delle ginocchia, dei polsi e delle caviglie.
Molto frequente nei bambini allergici, è espressione di una difesa
nei confronti di un mondo sentito pericoloso a causa della sua
progressiva artificialità: giochi in materiale sintetico, cibi dalla
provenienza incerta, aria sempre più inquinata. Come alterato è
anche lo stile di vita di molti genitori sempre di fretta e di corsa.
La caratteristica “migrante” di questo disturbo, che può
spostarsi in parti diverse del corpo, indica che la pelle del bimbo
si difende in zone che man mano rappresentano - in modo simbolico - i
punti più vulnerabili in quella precisa fase di sviluppo. La
dermatite seborroica, invece, che colpisce adolescenti e adulti di
mezza età, è proprio collegata a un conflitto con l’ambiente
esterno dovuto a discrepanze tra la capacità di
produrre
risultati da parte dell’individuo e le richieste della società.
Non è un caso che essa si manifesti soprattutto al cuoio capelluto,
cioè sulla testa (il luogo dei pensieri, del mondo razionale), in
persone fortemente stressate e che si “spremono” per impegni
professionali frenetici. La seborrea inoltre indica che il soggetto
non sta vivendo una quota importante della sua carica erotica,
costretta ad uscire in forma indiretta sotto forma di sebo. L’eczema
classico ha a che fare in modo prevalente con la difficoltà a
esprimere un fuoco creativo che, per quanto si cerchi di nasconderlo,
non può essere mai veramente domato. Una creatività intesa non solo
in senso artistico ovviamente, ma anche possibilità di portare la
propria impronta in ciò che si sta facendo. In molti casi la persona
“arde di interesse” per qualcosa o per qualcuno, ed è così
sensibile da “accendersi” per un non nulla … ma
non sente legittima la decisione di seguire questa via perché teme
che potrebbe portarla lontano dalle scelte e dallo stile di vita
consueti, a cui è legata per abitudine ma non per passione.
A un atteggiamento conciliante e comprensivo corrisponde
nell’interiorità un temperamento sanguigno che facilmente si
irrita: un filtro di autocontrollo molto forte inibisce le loro
reazioni, lasciando che affiorino sulla pelle. Una vita interiore
ricca e profonda ma che poco traspare all’esterno: per
chi soffre di eczema è difficile parlare di sé, sfogarsi per un
dolore o un’ingiustizia, raccontare o condividere. Ma
la loro tenuta ha un limite e spesso uno sfogo sulla pelle è
l’equivalente di una parole.
Chi
rischia di più
• Persone
che trattengono le proprie emozioni anche in contesti protetti in cui
potrebbero lasciarsi andare;
•
Persone ricche di passioni e di talento che però temono il giudizio
degli altri e che sono molto influenzabili dalle figure dotate di
autorità e autorevolezza;
•
Persone insicure riguardo alle proprie capacità, che tuttavia sanno
di avere, ma che non riescono a manifestare e utilizzare come è
nelle loro possibilità;
•
Persone timide e sensibili, poco propense a parlare delle cose
importante di sé.
a
pelle è un grande organo che non sa fingere e non dipende dalla
volontà … segnala al mondo circostante - sempre a modo suo - i
sentimenti, a volte i conflitti più profondi, quelli, in
particolare, che non si vogliono guardare in faccia direttamente …
delimita e nello stesso tempo contiene … le lesioni cutanee
raccontano e disegnano chi siamo veramente.
PSORIASI
La
pelle si “spacca” per far emergere quel mondo emozionale che, a
tutti i costi, si vuole occultare nella vita quotidiana … soggetti
prevalentemente con tratti depressivi e fobici.

a
psoriasi si manifesta con placche secche di forma e dimensioni
variabili, ricoperte
di
squame bianco e argento facilmente staccabili, al di sotto delle
quali è presente un eritema più o meno spiccato. Le alterazioni
descritte si generano per un difetto del turnover cellulare che da 28
giorni passa a soli 2 o 3 giorni: così
la pelle si squama e si stacca quasi fosse una pelle morta esprimendo
il bisogno di cambiare, ossia di rompere i limiti difensivi imposti e
lasciar emergere il nuovo, ciò che si nasconde nel profondo.
Ma tale desiderio è tutt’altro che sereno e lineare e
l’accatastarsi delle cellule morte rivela un profondo conflitto tra
un desiderio di rinnovamento e la paura di "perdersi". Ma
da cosa si difende il malato di psoriasi?
Dagli
istinti più sanguigni, dall’aggressività, dall’impulsività,
dalle passioni brucianti che rischiano di minare il suo bisogno di
ordine e di pulizia, il suo candore morale e la sua immagine.
Il rosso che si manifesta potrà essere espressione di una
aggressività non vissuta e di sensi di colpa di cui non è facile
liberarsi. Spesso la psoriasi si associa e si alterna a episodi
diarroici, veri tentativi di scarica liberatoria verso gli impulsi
inaccettabili. La
scelta della sede dove la psoriasi attacca è casuale o ha un senso?
Esaminando
attentamente la sua localizzazione scopriamo che ha la tendenza a
localizzarsi nelle pieghe delle giunture: gomiti
e ginocchia sono articolazioni che consentono di muoverci in maniera
autonoma, rappresentano da una parte la libertà di movimento e la
possibilità di difendersi ... servono, infatti, a parare i colpi
così come ad attaccare … farsi largo!!! Una
localizzazione alle giunture parla del timore dell’aggressività,
di subirla, come di manifestarla. Diverso è il caso delle mani:
lesione difficile da nascondere, quella che colpisce le mani è in
stretta relazione con la paura e il desiderio di entrare in contatto
con l’altro ma anche con l’emergere di una carica aggressiva, un
desiderio di “menar
le mani”, fortemente colpevolizzato e represso.
Una malattia da cui non si guarisce facilmente. Già nel modo di
presentarsi racconta il mondo interiore di chi ne soffre (rosso
sangue: aggressività non agita, le scaglie bianche è il tentativo
di purificarsi da elementi che si accumulano e fanno da corazza di
protezione).
Le
persone affette da questa patologia hanno in comune alcuni tratti
importanti:
• Per quanto possano sembrare
socievoli, non mettono mai in gioco, nella relazione, il loro nucleo
profondo: l’interlocutore, anche il partner, sente che “oltre un
certo punto” essi non permettono di entrare e che non si mettono
mai in gioco del tutto;
• Fanno fatica ad esprimere le emozioni
in modo diretto e lineare, e altrettanta ne fanno per accettare
dall’esterno senza mediazioni verbali che ne riducono l’intensità
e l’immediatezza;
• Si percepiscono fragili in alcuni ambiti
(soprattutto affettivi), e per non affrontare il problema si
dichiarano indipendenti, senza accorgersi di cadere spesso in un
atteggiamento di continua richiesta di supporto.
l
problema centrale dunque - la vulnerabilità - viene risolto eludendo
e lasciandolo immutata ogni cosa; il tutto, ovviamente, in modo
inconsapevole. Quando l’energia che si esprime nell’eritema viene
“coperta” dalla corazza, finisce per spingersi in profondità,
dove si trasforma in intensi episodi
di cefalea o di colite, a
testimonianza di come essa contenga un’energia incomprimibile che
cerca comunque di essere elaborata ed espressa. L’estensione della
psoriasi è in proporzione alla insicurezza che la persona sente di
avere: tentare
di eliminare drasticamente il sintomo (psoriasi), quando è esteso, è
pericoloso e mette a rischio di forti disagi psichici (ansia,
depressione e, spesso, episodi psicotici), perché la malattia è,
evidentemente, l’unico modo che la persona ha trovato per stare in
equilibrio con il mondo. Va quindi sempre rispettato!!! La
psoriasi esprime, in ultima analisi, un problema di identità. Chi
soffre di psoriasi si muove a disagio nell’ambito emotivo, mentre
si trova molto a suo agio in quello razionale. Discreti e riservati,
lasciano trapelare poco i loro sentimenti, e si "lasciano"
ferire facilmente dagli altri. L’intimità emotiva è difficile da
raggiungere anche se spesso è fortemente desiderata. Si aspettano
tanto da se stessi e dagli altri e reagiscono male quando rimangono
delusi. Nell'ambito evolutivo, di frequente, si registra la presenza
di genitori poco espansivi, piuttosto esigenti e moralmente rigidi,
più attenti al versante disciplinare che a quello emotivo. La
lontananza affettiva talvolta dipende anche dall’assenza vera e
propria che induce a vissuti di abbandono e di rabbia impotente.
Le
infiammazioni nell’organismo segnalano conflitti inconsci, disagi
interiori non risolti, vissuti, spesso, come estranei, opposti o
pericolosi per il proprio equilibrio. Vediamo, di seguito, il tema
conflittuale e il processo infiammatorio ad esso collegato:
• identità
personale … il processo infiammatorio riguarderà le infezioni,
intestino e tiroide;
•
rapporti
interpersonali … si esprimeranno attraverso dermatiti, problemi
allo stomaco, bronchiti;
•
potere
decisionale … artrite, tendinite;
•
sfera
morale … colite, artrosi, problemi agli occhi;
•
sentimenti
di rabbia e aggressività … fegato, patologie autoimmuni,
esofagite;
•
area
indipendenza e autonomia … apparato respiratorio, tensioni
muscolari.
icorda,
una visione diversa verso se stessi evita al corpo di farsi carico di
tutte quelle cose che non vanno o che, con un grande sforzo di
volontà, si vuole dare intendere agli altri, costi quel che costi,
di essere nella “norma”, la somatizzazione, quindi, arriva per
segnalare che in quel personaggio finto, partorito da una mente
fissa, rigida e sempre uguale non c’è felicità, che dietro quella
maschera non si poi a proprio agio, non si vive bene, non si è
contenti, ma che bisogna cambiare qualcosa: chiede di dare una svolta
alla propria esistenza, si è saturi dell’attuale stile di vita.
Non
guardare dalla parte opposta, cambia lo sguardo sui tuoi vissuti
senza troppo giudicarli … essere troppo severo!!!
SAPEVATE
che la vitamina D e gli omega 6 (EPO) possono aiutare nei casi di
PSORIASI.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dr. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
Nessun commento:
Posta un commento