itigare sì litigare no: questo è il dilemma.
Molti temono che arrabbiarsi, perdere la pazienza, ‘esprimersi’ liberamente,
avere di tanto in tanto uno scatto di nervi, sfogarsi - senza perdere ovviamente il rispetto reciproco - possa minare un
rapporto d’amore da tempo consolidato o mettere in pericolo una profonda ed
inossidabile amicizia ... comunque la si
giri viene considerata, in tutti gli ambiente, un’azione sconveniente, incivile
o, bene che vada, il prodotto di una mente inferiore, sempre e sempre fuori
luogo; una certa cultura anacronistica e sofisticata, poi, arriva persino a
considerare questo gesto addirittura ‘demodè’, per niente in linea con il “bon
ton”. Tale modo di reagire non è genetico - non
dobbiamo dimenticarlo - ma il prodotto del periodo storico, dell’ambiente
sociale e culturale in cui si vive: una
modalità reattiva sempre coerente con l’educazione ricevuta, con l’immagine
sociale costruita .. non voler mostrare come si è realmente. Ma è davvero un male, come sostengono alcuni, manifestare
il proprio stato emotivo?
Io penso proprio di no!
Mettere sullo sfondo o
imbrigliare
le emozioni non solo
si crea una artificiosa calma piatta,
una serenità fasulla, un clima gelido, un’armonia
apparente, una routine banale, un distacco profondo un baratro tra se stessi
e gli altri,
ma anche una comunicazione falsata,
piena di rancori e sensi di colpa.
e blocchiamo l’aggressività e teniamo tutto dentro - perché temiamo di essere abbandonati, non essere considerati e poco amati se la liberiamo - ci si sente fuori posto, i gesti diventano goffi, si rimane prigionieri dei musi lunghi, dominati da un senso di rabbia, collera, sarcasmo, fastidio, scontentezza, insoddisfazione e malessere diffuso; il rancore, poi, in continua ‘gestazione’, non si dissolve, ma si trasforma in un sentimento di odio profondo. Lo sfogo, invece, con i toni giusti, senza andare oltre misura, quando non è invasivo e oltrepassa i confini altrui, è una reazione del momento, viene vissuto nel tempo presente, inizia e finisce immediatamente, subito dopo la “bufera”: risveglia il rapporto, lo rende più vero e vitale … non lascia mai segni nel corpo e nella mente. La discussione che inizia e finisce non solo libera dalle tensioni, facilita gli scambi e fa riflettere su opinioni e argomenti diversi, che altrimenti non sarebbero mai presi in considerazione ma, soprattutto, attraverso il dibattito animato, permette di formulare nuovi contenuti, farsi sentire e far conoscere le proprie posizioni ... solo in questo modo puoi percepire ogni cosa con lucidità, ascoltarti, scoprire cosa desideri veramente e cosa fa bene per te. Evitare a tutti i costi scontri e litigi, far finta di niente, convincersi che tutto va bene anche quando le cose sono di traverso, non vanno per il verso giusto, non solo si crea un rapporto scontato, banale, poco chiaro, senza entusiasmo, con poche sorprese e avaro di imprevisti eccitanti, ma azzera ogni forma di sana aggressività presente nel bagaglio emotivo di ciascun individuo.
e si sopprime ogni forma di affettività ed emotività non solo ci si oppone al piacere di fare di cose, si spegne una relazione spontanea, naturale, sana, sincera e produttiva, ma si mette a rischio anche, secondo alcuni studi recenti, il benessere psicofisico (lo stress, ormai lo sappiamo da tempo, distrugge le difese). Le donne che negano o soffocano i loro sentimenti come ad esempio collera, rancore e rabbia, pare si ammalino - alcune ricerche accreditate lo confermano - più facilmente di tumore al seno (vedasi ricerca anglosassone Faith Courtauld Study) … una questione, quindi, di felicità e armonia ma anche di salute. La rabbia trattenuta danneggia il benessere psicofisico, fa ‘parlare’ il corpo: l’apparato digerente, oltre ai muscoli e alle ossa, è l’organo che più di altri si fa carico di questo malessere … nella cultura popolare, ad esempio, quando non ci si sfoga, si trattiene la rabbia, non si dice forse: ‘Mandar giù bocconi amari, indigesti’, ‘Quello mi ha lasciato l’amaro in bocca’, ‘Non riesco proprio a digerire quel soggetto invadente’, ‘Mi è rimasto sullo stomaco’ … quando si trattengono le emozioni, anche i problemi polmonari, i disturbi come ipertensione, cefalea e insonnia “sguazzano”, si sentono a casa, è come invitarli a ‘nozze’, il corpo segnalando tale sofferenza, parla per noi. Sono tutti ‘segnali’ che hanno un inequivocabile tratto in comune, la tendenza a trattenere tutto dentro: sentimenti o emozioni (rancore, odio, rabbia, gioia, commozione, rifiuti, contrarietà). L’aggressività trattenuta, repressa o sublimata - col suo accumulo di tensione ed energia compressa - è davvero difficile nasconderla, prima o poi esplode rendendo il soggetto strano ed irriconoscibile: si diventa collerici, incapaci di gestire la gestualità e si perde completamente il controllo.
uando poi è subdola, cioè si manifesta nella vita quotidiana in maniera sottile e sarcastica, si può confondere con una falsa sicurezza ed esprimersi in una forma alquanto maldestra. Far uscire le emozioni, comunque, non significa aggredire, sfruttare i punti deboli del partner, ferire l’altro con critiche ed insulti - approfittarne per scaricare le proprie tensioni accumulate in altri ambienti - ma semplicemente essere presenti a se stessi, sentire, essere in contatto col proprio corpo e le proprie esigenze, avere la consapevolezza che quel rapporto non è perfetto e, quindi, urge “scuoterlo”. Arrabbiarsi senza esagerare - affrontare argomenti, fatti e problemi, senza farsi male - allontana i rancori, i musi lunghi, la stanchezza, libera la mente dal senso di oppressione e confusione e, soprattutto, aumenta le difese immunitarie: un efficace antidoto alle malattie; un litigio aperto e sincero, fatto bene, che permette di arrivare subito al dunque, non è mai un dramma, ma ripristina le energie assopite, risveglia i sentimenti addormentati, rende più fluida e creativa la comunicazione.
Il rapporto finisce non per le cose
dette,
ma perché è già compromesso (*) … quando si
esprimono sentimenti
che puntano a far male l’altro … per
tutte quelle cose nascoste,
lasciate lì a covare, mai dette,
soffocate e tantomeno accennate,
mai
espresse in maniera
spontanea e genuina.
spontanea e genuina.
(*)
E’ come
sostenere che il tradimento distrugge la coppia, niente di più sbagliato. Il
tradimento ‘attecchisce’ perché, il più delle volte, uno dei partner cerca qualcosa di stimolante,
altre emozioni che non si vivono più con l’altro .... il ‘diversivo’ erotico serve
perché il piacere è sopito, la coppia è già sfilacciata, al capolinea, non
esiste più quella passione che rende entusiasmante, vivace e frizzante il
rapporto.
E così un gesto che
apparentemente sembra nobile, di buon
senso, rivolto a salvare un “solido” rapporto - ma che è solo di facciata - altro non fa che trasformarsi in cattiva
comunicazione con profonde sfumature di odio, rabbia e rancore.
Un rapporto è messo in pericolo non perché esprimiamo le nostre emozioni nei
modi rispettosi dovuti, ma semplicemente perché è già compromesso da tempo lo stile
comunicativo: chiuso, spento,
inesistente, fatto di allusioni, punzecchiamenti inutili, sguardi nel vuoto, mezze
parole, attacchi gratuiti, risposte acide, timori, frecciate e obblighi. Quando
si è sfiniti, confusi o ancora sul ‘campo di battaglia’ bisogna fermarsi un
attimo, prendere tempo, mettersi comodi (il
respiro fluisce liberamente e porta l’energia necessaria), trovare la giusta
distanza, ritagliarsi il proprio spazio di libero movimento, vedere se le cose
sono state realmente “dette” con i dovuti modi, riflettere in solitudine per
decantare tensione e collera, verificare in silenzio se la bufera è superata e se
si sono eliminati completamente i ‘fumi’ e le ‘scorie’ del litigio … dopo la
tregua attendere qualche momento, respirare profondamente, verificare se la
pace è quella ‘giusta’ e può essere ‘duratura’ … aspettare poi il momento opportuno
prima di annusare la stessa aria di pace.
TTENZIONE, trattenersi troppo fa ammalare, bisogna cambiare atteggiamento, lasciati andare e cambia rotta quando ti accorgi che: agisci con troppo controllo e poca spontaneità sulle cose, non ti senti libero nei gesti e nel modo di esprimerti, trattieni parole e rabbia, razionalizzi ogni cosa a scapito delle emozioni, hai perso naturalezza nelle azioni, non hai mai niente da dire, non riesci mai ad affermarti, esprimere il tuo vero talento. Se ti trattieni e non ascolti i segnali del tuo corpo prima o poi coverai qualcosa dal tuo profondo: inizialmente sarà un senso di fastidio e stanchezza poi, nel tempo, tutto si trasforma in un invalidante malessere fisico o psichico.
Tel. 0532.476055
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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