Tensione …
elle nostre abitazioni è presente una costante
fonte di energia. Nei mesi freddi, proprio come in questo drammatico periodo
invernale per i più fortunati rispetto ad alcune regioni italiane, usiamo un
sistema di riscaldamento per stare, ovviamente, al caldo. Ogni tipo di energia,
però, risulta, indubbiamente costoso e quindi per essere sicuri di non sprecare
energia noi installiamo dei termostati e sigilliamo con cura tutte le finestre.
Ogni perdita nel sistema energetico viene riparata immediatamente per evitare,
appunto, sprechi, spese e, soprattutto, per evitare arrabbiature quando arriva
la bolletta da pagare.
emplificando, possiamo dire che il nostro organismo funziona in modo simile quando fabbrica l’energia e ne evita gli sprechi. Infatti, ci si sente stanchi e si ha bisogno di riposare quando si è lavorato troppo (… mentale o fisico) e si mangia quando si ha bisogno di più energia. Se un vaso sanguigno viene reciso, si rimargina da solo: il sangue si coagula per porre fine al fenomeno emorragico. Nonostante questi perfetti “meccanismi di difesa” esiste una causa insidiosa di perdita di energia che in molti casi prosegue senza una vera e propria consapevolezza, giorno dopo giorno, che è la tensione interna, presente in tutti noi in maniera in maniera maggiore o minore. Questa disfunzione (… tensione interna) è simile all’acqua corrente che fuoriesce dai nostri impianti idrici: se si tratta di un gocciolio o di una inondazione dipende da molti fattori. Le cause di questo spreco energetico, a livello psicosomatico, sono infinite. Solitamente in gergo tecnico usiamo chiamarle ansia, preoccupazioni, rabbia inespressa, autocommiserazione, vergogna e altro ancora (… l’elenco potrebbe essere interminabile, ma tutto questo può essere ricondotto essenzialmente, ad una modalità di reazione, di comportamento e di pensiero). Tutte queste emozioni, però, consumano una grossa quota delle nostre risorse energetiche naturali senza, ovviamente, alcuna utilità. Un esempio particolarmente significativo è quello di una coppia sposata da anni che litiga continuamente, lotta all’infinito e si accusa a vicenda delle difficoltà del matrimonio.
astano pochi minuti in compagnia di questa coppia per rendersi immediatamente conto che i continui insulti, le occhiatacce e le accuse consumano eccessivamente energia proprio come accade lasciando un rubinetto aperto per molto tempo. In queste situazioni, nelle quali si creano una inutile dispersione energetica, il prezzo del “combustibile” è ovviamente esagerato: insoddisfazione, solitudine, infelicità, risentimenti, depressione ed una infinita schiera di disagi psicosomatici. Considerando che le nostre energie servono a sconfiggere “attacchi” esterni (… esogeni), non dovrebbe sorprendere che ci ammaliamo se abbiamo sperperato l’energia in maniera “futile”, restando senza riserve (… si indebolisce il sistema immunitario) per respingere i batteri o i virus.
Il corpo ha molti sistemi di allarme, ma dobbiamo allenarci se vogliamo coglierne i segnali. La tensione muscolare è uno di questi meccanismi di allarme: pugni serrati, trapezio contratto, collo rigido (… per sgombrare il campo e semplificare lo stato patologico si dice spesso che è artrite cervicale), mal di testa, mascelle serrate, sopracciglia aggrottate e posizione rigida sono le sue caratteristiche e possono indicare che alcuni impulsi biochimici provocano una contrazione muscolare non necessaria. Esiste, inoltre, un gruppo di muscoli che la nostra volontà non controlla.
i trovano
negli organi interni, nelle ghiandole e nei visceri. I problemi nascono se
questi muscoli vengono continuamente esposti ad una energia eccessiva e
distruttiva, per esempio una pressione sanguigna troppo alta o dei disturbi
cardiaci e intestinali come diarrea e costipazione. Questa
energia sprecata non solo va persa, ma crea delle condizioni fisiche dannose.
Anche in questi casi, possiamo utilizzare queste “informazioni” come un indizio
che non tutto va bene e che siamo internamente tesi. Quando prendiamo coscienza
degli effetti collaterali di questa perdita energetica, possiamo ridurre
l’entità e gli effetti. Gli atteggiamenti mentali
svolgono un ruolo primario tanto nel provocare una perdita di energia, tanto
nel bloccarne l’acquisto (… sappiamo che un individuo incline al timore
vede ovunque cose spaventose o coglie soprattutto l’aspetto allarmante di una
situazione - creando ovviamente squilibrio psicosomatico - mentre un altro
fiducioso porterà solitamente equilibrio al proprio organismo). La gente sempre preoccupata, sempre nervosa,
spaventata, piena di risentimento, si procura dei sintomi dovuto allo sperpero
di energia vitale: torpore, immobilità, pessimismo, stanchezza,
mancanza di interesse, incapacità di concentrarsi, cattiva memoria, incapacità
di prendere decisioni, depressione. Le persone depresse presentano in
modo piuttosto marcato questo esaurimento delle energie.
ossono essere
paragonate a un giocattolo meccanico con le batterie scariche o un’automobile
senza carburante. Il loro volto, quando si supera un certo valore, è
privo di espressione, i movimenti sono lenti e ridotti al minimo, la voce bassa
e lamentosa, il sonno difficile. Si tratta di persone che non hanno interessi
o entusiasmo e sono comprensibilmente pessimiste su tutto. Una
persona che vive in un edificio in cui c’è una fuga di gas e non corre ai
ripari è sicuramente un irresponsabile. Altrettanto lo è (…
ovviamente non in senso moralistico) chi permette che la tensione interna lo derubi della
propria energia. Quando un individuo impara a conoscersi meglio, e
capisce i propri problemi e il ruolo svolto dallo stress, comincia a dire: “mi sento molto
meglio, sono meno stanco, sono diventato più ottimista (… quando si ha energia, forza si possono affrontare anche grandi problemi), osservo delle
cose che non sapevo nemmeno che esistesse (…
è il riemergere di risorse presenti in noi, tenute compresse da atteggiamenti,
stili di vita, ecc.). Tutto questo significa che il “rifornimento di energia” sta
producendo un quadro più allegro e spontaneo. Anche tenere le emozioni “sotto rigido controllo”
costituisce spesso uno spreco di energia.
on accettare un sentimento e “tenerlo sotto coperchio” richiede
molta energia. Col passare del tempo e l’aggiunta di ulteriori “ingredienti” nella
pentola a pressione, occorre ancora più energia per tenere ben chiuso il
coperchio. Imparare a sentirsi “liberi” (di poter
scegliere, di poter decidere …) di accettare ed esprimere le emozioni libera questa
energia, e ci permette di usarla in altre direzioni. Un’altra
grossa causa di perdite di energie è quando nel fondo della nostra mente una
parte di noi vorrebbe fare una cosa,
mentre l’altra ritiene che si dovrebbe fare diversamente. Il tiro alla fune
sempre presente al di fuori della coscienza (consapevolezza) consuma energia senza portare
da nessuna parte. Capire e risolvere il conflitto libera dell’energia
utilizzabile per scopi più fruttuosi e produttivi.
COSA
FARE. Vi sono una
infinità di modi per diminuire la tensione interna: imparare a rallentare, prendersi una buona fetta di tempo per
distendersi, imparare a rilassarsi attraverso l’immaginazione attiva, l’ipnosi
ed i massaggi psicosomatici. Inoltre, acquisire una vera e propria
comprensione dei conflitti interni ed ambientali costantemente attivi
permetterà di concentrarsi su punti problematici ed eventualmente risolverli o
se non altro integrarli con contenuti più vantaggiosi. Molte persone partono
inizialmente, per risolvere i loro conflitti, con le migliori intenzioni ma,
stranamente, subito dopo perdono interesse ed entusiasmo: i loro venti minuti di impegno “risolutivo”
si riducono ben presto a dieci minuti e alla fine vengono completamente
dimenticati finché il sintomo non fa di nuovo capolino.
anto la causa
che la soluzione, contrariamente a quello che si pensa, sono alla nostra
portata e sta solo a noi decidere di metterle in pratica (entrambi sono processi che ci portano alla conoscenza e
fare emergere potenziali fino ad allora ignorati).
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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