Aggressività ... un pò di psicosomatica
e buone maniere ci consigliano di reprimerla, la società ci impone di controllarla: succede così che, dell’aggressività, conosciamo esclusivamente l’aspetto negativo mentre è utilissimo entrare in contatto con gli aspetti costruttivi di questa emozione. Un atteggiamento che spesso si accompagna a malesseri generalizzati o a sintomi specifici è la tendenza a trattenere i moti di rabbia e di aggressività che gli eventi quotidiani possono fare insorgere.
olti individui di fronte alle urla e ai rimproveri del
capoufficio, durante una vivace discussione con la partner o in risposta alle
pressanti richieste di un amico, anziché “sbottare”,
seguendo un naturale impulso, finiscono col permettersi solo una conciliante
mediazione. Ci sono anche circostanze in cui è difficile dare libero
sfogo alla propria ribellione perché non si riesce a individuare un preciso
bersaglio verso cui dirigere la rabbia. Pensiamo ad esempio, a situazioni oggi
piuttosto attuali: quando dobbiamo
versare una tassa non prevista o quando rimaniamo vittime di un furto o di un
atto vandalico. Disappunto e collera incominciano a ribollire dentro di noi
e, il più delle volte, le imprecazioni non sono sufficienti a scaricare in modo
esauriente la tensione. Ecco allora che una cefalea martellante piuttosto che i
crampi muscolari o, ancora, bruciore di stomaco e prurito alle mani sono gli
unici modi per dare libero sfogo all’aggressività che, come tutte le componenti
emotive dell’uomo, deve comunque trovare una propria modalità espressiva.
... lasciateci gridare che qualcosa non va!
uante
volte vorremmo esplodere urlare, arrabbiarci rispetto agli eventi che il
quotidiano ci rovescia addosso, ci impone e ci fa subire? Spesso però chi ci sta intorno o addirittura una vocina interiore ci
frenano con una domanda: “Sì questo non va, ma tu cosa faresti? Come lo risolveresti? Se non hai la risposta ingoia e taci!”. A questo blocco
dell’aggressività, all’impossibilità di fornire nell’immediato proposte
alternative e costruttive a ciò che non va, alcuni studiosi hanno scritto: “... il nostro
risentimento, la nostra rabbia prendiamola sul serio, ma non costringiamoci ad
avere delle risposte. Non cerchiamo di rimpiazzare la confusa frustrazione che
proviamo, quel senso di subire, impotenti, una violenza, elaborando una
protesta razionale. Le risposte verranno, se verranno, quando verranno. Prima
protestiamo!
Per la maggior parte dei problemi politici io non so cosa si dovrebbe fare, ma
le mie viscere (la
mia anima, il mio cuore, la mia pelle, i miei occhi) rabbrividiscono, hanno
la pelle d’oca. Quello che sta
succedendo qui non va, semplicemente non va".
... come si esprime nel corpo.
efalea martellante ... quando l’aggressività batte in testa. Il mal di testa, se caratterizzato
da forti pulsazioni, esprime il tentativo di bloccare lo slancio aggressivo che
non si riesce a liberare, forse perché vissuto come dirompente e difficile da
gestire. In questo caso, il controllo dell’aggressività
si traduce in una vaso costrizione che ostacola il libero fluire del sangue, che simbolicamente rappresenta le
emozioni dell’uomo. Allo stesso tempo, però, le pulsazioni martellanti
sottolineano la necessità di affrontare la situazione.
rampi muscolari ... lo sforzo di tenersi a
freno.
Tutti conosciamo gli effetti di un crampo: dolore e
impossibilità a muovere il muscolo
colpito. Quando la
carica aggressiva è tale da aver timore di ciò che si può compiere possono
insorgere “paralizzanti” crampi muscolari o blocchi
articolari che impediscono l’azione tanto temuta. In questo modo, viene a
essere compromessa la funzione motoria che presiede allo spostamento, alla
possibilità di “andare
verso l’altro”, che
rappresenta la componente più autentica dell’aggressività come l’etimologia
della parola stessa suggerisce (dal latino adgredior).
czema alle mani ... prudono dalla voglia
di usarle. Alle mani
che prudono viene associato, nel linguaggio popolare, il
desiderio di sfogare un moto di rabbia. E se il desiderio non viene
soddisfatto, proprio su questa zona del corpo deputata al contatto con gli
altri possono comparire macchie eritematose e pruriginose, che testimoniano il
fuoco inespresso. Inoltre, nell’atto di continuare a grattarsi è possibile
riconoscere componenti autoaggressive e autopunitive per queste fantasie
inconsce vissute come pericolose.
Aggressività repressa ...
i rimedi naturali
Fitoterapia
· Coloro che soffrono di cefalea martellante da “ingorgo” mentale possono
assumere tra i rimedi di Bach, White Chestnut, il rimedio floreale che allontana rimuginazioni e i
pensieri ricorrenti. Allo stesso scopo possono essere utilizzate tre gocce di
Olio essenziale di Menta da massaggiare lievemente sulle tempie.
· Nel caso dei disturbi gastrici (gastrite, ulcera
gastroduodenale) è invece indicato Holly, il rimedio di Bach particolarmente indicato a chi si “rode dentro” Per lenire il bruciore
e i dolori di stomaco sono senz’altro utili la Liquirizia (un uso prolungare è
da evitare in caso di ipertensione arteriosa), emolliente, sotto forma di polvere da
stemperare nella quantità di un cucchiaino in poca acqua, oppure come decotto
della radice, o l’Equiseto, cicatrizzante, anch’esso sotto forma di
decotto.
· Per disturbi quali il prurito e l’eczema alle mani, può
dare sollievo un delicato massaggio con una pomata all’ossido di zinco in cui stemperare alcune
gocce di Olio essenziale di limone, lavanda o menta.
· Crampi e blocchi muscolari traggono beneficio da un
massaggio più profondo da effettuare con una miscela di olio di germe di grano o di
sesamo cui
aggiungere, per ogni 100 ml d’olio, 25 gg. d’olio essenziale di rosmarino (quest’ultimo non può
essere usato in soggetti con disturbi epilettici) o cannella (questo
ha un effetto riscaldante).
Omeopatia
rimedi che possono essere utili quando la “rabbia repressa” si manifesta a livello fisico
sono Natrum Muriaticum,
Colocynthis e Phosphorus.
· Se l’incapacità di esprimere l’aggressività si tramuta in
una cefalea
martellante,
si può trovare sollievo da Natrum Muriaticum. La rimuginazione costante è una degli
aspetti peculiari del tipo Natrum: egli passa il suo tempo a
ripensare a quello che è accaduto, gli sgarbi (veri o presunti) che ha subito,
a come vendicarsi... ma poi non mette mai in pratica i suoi pensieri, che
finiscono per “ingorgare” la sua mente.
· Phosphorus è il rimedia da utilizzare quando invece prevalgono
disturbi quali crampi
muscolari
ed eczema alle mani, specie se ci
troviamo di fronte a delle lesioni cutanee che facilmente sanguinano, sia in
modo spontaneo sia dopo grattamento.
· Quando è soprattutto lo stomaco che “soffre” (gastriti
o bruciori),
si farà ricorso a Colocynthis. Una caratteristica tipica dei dolori di stomaco che
trovano sollievo da Colocynthis è il miglioramento allorché il soggetto si siede e abbraccia le ginocchia.
... esprimerla in modo naturale!
’ambiente.
Il timore che
le proprie reazioni aggressive abbiano degli effetti dirompenti su chi lo
circonda spinge l’individuo a trattenere dentro di se parole e pensieri o a bloccare gesti e slanci che esprimerebbero la
sua rabbia interiore. L’ambiente più favorevole per facilitare l’espressione
dell’aggressività, almeno in una prima fase, sarà un angolo della propria casa,
un ambiente circoscritto che lo tuteli dalla paura della sua carica aggressiva.
’immaginario. Con un cuscino sotto la testa e uno sotto le
ginocchia leggermente flesse, sdraiatevi su una coperta distesa per terra e
orientate la mente sui punti di contatto
del corpo con il pavimento. Fate qualche respiro profondo e lasciate che piano piano si formi nella
vostra mente l’immagine di una collina ricoperta di prati verdi che si
rincorrono e da ammassi di pietre ... Immaginate
ora che un lieve sussulto faccia
rotolare giù dalla collina alcuni massi e che un altro sussulto, questa volta un pò più forte,
produca alcune spaccature nel terreno. Piano piano la collina si trasforma
in un accumulo di pietre e di zolle di
terra. Ma, osservando più attentamente, ecco che tra le
macerie si intravede qualcosa che luccica … tra le spaccature del terreno e sotto i massi rotolati si nascondono gioielli antichi e pietre preziose. Ora, lasciate
quindi sfumare piano piano le immagini, cercando di conservare dentro di voi
quella del tesoro ... un tesoro che solo una forza profonda ha potuto far
venire alla luce.
L’operazione simbolica ...
n preda
ad un attacco di rabbia, è certamente capitato a tutti, almeno una volta nella
vita, desiderare di lanciare un vaso o un piatto contro una parete (o contro
qualcuno). Chi lo ha
fatto realmente, ricorderà il momento
successivo in cui meno
irritati e più riflessivi ci si appresta a raccoglierne i cocci e si cerca di
rimetterli insieme E’ proprio quello che bisognerebbe
compiere tutti i giorni per esprimere la rabbia: distruggere ... ma dopo ricostruire.
Per abituarvi
gradualmente a vivere questa emozione non è necessario prendersela con i vasi o
i piatti di casa: può
essere sufficiente un foglio di carta bianco. Fatelo a pezzetti: quanti ne volete, della dimensione
e della forma che desiderate. A ogni strappo, se vi va sentire meglio, urlate
la vostra rabbia. Dopo di che recuperate i pezzi che più vi piacciono e provate a ricostruire con essi immagini e forme
nuove di vostro gradimento, seguendo ciò che l’istinto e la fantasia
suggeriscono … non è un passatempo per bambini ’infelici’, per quanto banale possa sembrare funziona, se ci concentriamo su questa operazione
funziona davvero … in questo modo il
cervello attiva nuovi percorsi
neuronali.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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