La MEDICINA PSICOSOMATICA … e i suoi misteri.
LA SAGGEZZA del CORPO e della MENTE
Bisogna curare SEMPRE il malato non la malattia!!!
La malattia - in ogni caso - cerca sempre di guarire ... ascolta cosa dice il tuo corpo, le malattie hanno un significato evolutivo ... ci segnalano che qualcosa non va e cosa dobbiamo cambiare. Le metodiche terapeutiche psicosomatiche insegnano a prendersi cura di se stessi, allontanano il brusio dei pensieri, sospendono i giudizi ... aiutano a far silenzio dentro di sé.
Nessuno può trarci d'impaccio meglio di noi stessi!!!
on dobbiamo mai dimenticare che l’idea che abbiamo di noi stessi è stata forgiata attraverso i rapporti con le nostre figure di riferimento, ereditata dai nostri genitori e imposta dall’atmosfera sociale in cui siamo cresciuti: un modo di pensare complesso di eventi esterni attivato per controllarci nel bene e nel male, una fotocopia sbiadita delle aspettative altrui che, spesso, ostacola benessere e successo, rende difficile la scelta del proprio futuro.
… il corpo non solo avverte, ma protesta che stai “NASCONDENDO” emozioni, tensioni e stress … la sua “VOCE” ti rimette sulla strada giusta!!!
gni disturbo vuol dirti qualcosa, tenta di correggere un percorso, una direzione sbagliata che stavi, “sbadatamente”, per imboccare: riporta a riflettere sui tuoi bisogni più veri … ogni emozione trattenuta ti mette con le spalle al muro, ti isola dall’organismo che, astutamente, altro non può fare che rivolgersi, chiedere aiuto ai disturbi psicosomatici.
e si ha una semplice e sporadica cefalea, e si va dal medico di base è ovvio che ci si ritroverà con un flacone di pillole … è ciò che questa figura professionale deve fare, rientra nel suo ambito terapeutico. Se invece, quando si manifesta un qualsiasi malessere, attraverso i principi della psicosomatica può darsi che si è in grado di “occuparsi” da soli del piccolo fastidio cefalalgico (il "sostenitore" di questo approccio terapeutico con tale atteggiamento porterà equilibrio all'intero psicosoma; l'altro, invece, bloccherà il sintomo ma manterrà lo stesso squilibrio energetico). Se non ci si riesce, allora - senza indugiare - bisogno rivolgersi a chi è preposto a curare questa disfunzione. Ricordate, si ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Molti dei disturbi che ci affliggono in questo particolare periodo storico sono dovuti al fatto che il corpo “fraintende” certe condizioni ambientali e reagisce in maniera eccessiva. Spesso disturbi cardiaci, ulcere o pressione elevata insorgono per via di potenti risposte fisiologiche a pressioni esterne. E’ dunque importante comprendere che i meccanismi automatici di difesa del corpo e della mente non sono da biasimare per i problemi che suscitano. L’unità (mente – corpo) risponde semplicemente in base alle sue possibilità ed ai suoi meccanismi naturali. Sono i modi di reagire, le pressioni ambientali cui si è esposti e le richieste implicite in cui si vive che hanno reso i meccanismi fisiologici del corpo inappropriati. Se ci si ammala a causa di una reazione eccessiva dei meccanismi di difesa del corpo e della mente, è fondamentale esporsi il meno possibile allo stress oppure di cambiare atteggiamento nei confronti delle situazioni stressanti. Intervenire sui sintomi senza affrontare il problema di base è una soluzione, nella migliore delle ipotesi, riduttiva se non nociva. Sottoposti alle stesse tensioni e pressioni, alcuni sviluppano un’ulcera, altri invece un’elevata pressione. Di fronte agli stessi problemi, ad alcuni si sviluppa l’asma, ad altri un’erezione cutanea. L’origine di queste differenze sta nelle personalità individuali, che hanno un effetto considerevole sul tipo di disturbi cui un individuo è più predisposto. Chi riesce a riconoscere almeno alcune delle caratteristiche della propria personalità, è in grado di prevedere a quali problemi va incontro e può individuare, se particolarmente attento, le prime avvisaglie del pericolo. Se è stato costruito un “castello di sabbia” ed è stato guardato con occhio indagatore per individuare le prime crepe nella struttura portante e per proteggere i punti deboli, non si avrà difficoltà a capire che la conoscenza delle proprie difficoltà psicologiche ha un valore enorme quando si tratta di combattere lo stress e il malessere che ne consegue.
e si impara ad ascoltare il proprio corpo, si scopre - come d’incanto - che ha davvero molte cose da dire. Alcuni piccoli disturbi, che si trattano come fastidi, spesso frettolosamente in maniera drastica, sono in realtà precoci indicazioni di qualcosa che non va… non ci si rende conto della loro importanza o magari, essendo distratti, non ci si rende conto del fenomeno in atto.
disturbi si presentano se perdiamo di vista la nostra immagine più autentica, arrivano per aiutarci a mettere a fuoco e a comprendere che certi atteggiamenti, qualche rapporto e alcuni stili di vita non ci aiutano a vivere serenamente: ostacolano spontaneità e naturalezza … in breve, c’è un “nodo” da sciogliere … senza i nostri disagi, le nostre paure, quindi, non saremo in grado di riconoscere e collegarci con la nostra autenticità più genuina, i nostri veri e profondi desideri ... in breve, aiutano a percorrere la strada giusta.
iù la patologia è grave più siamo lontani da noi stessi. Un modo di raccontare, attraverso i sintomi, il vivere individuale ma anche collettivo di cui, spesso, il soggetto è completamente all’oscuro … allora, i dolori, i sensi di colpa, le delusioni, le paure, le insoddisfazioni, i rifiuti, le umiliazioni, gli abbandoni, i tradimenti, le ingiustizie, le ferite dell’anima, pian piano si fanno corpo ... si usa il corpo per esprimere il disagio interiore. Il corpo, quindi, si ammala nel tentativo generoso di tutelare il benessere psichico. A questo punto, corpo e mente possono esprimere contemporaneamente o separatamente, entrambi in modo originale, i medesimi contenuti a livello dello "schema corporeo". Tale fenomeno, quindi, non è altro che uno dei modi possibili di segnalare, attraverso il soma, alcuni contenuti inconsci. Ecco che l'individuo, improvvisamente, nei momenti di "debolezza" - con la sua vera storia intrecciata di ricordi e a momenti di sofferenza - grida e si fa sentire come può … ovviamente con il corpo. Non dicevano forse gli antichi romani "pars pro toto": in ogni parte ritroviamo il tutto! Il corpo, per quanto lo si voglia mascherare, non mente mai.
l suo colore, il tono, le sue posture, i movimenti, le varie tensioni e la vitalità rivelano il soggetto che vi sta dietro. Quando il corpo soffre significa che ci siamo smarriti … ci stiamo allontanando dai nostri veri bisogni e dalla vita. Un modo di pensare che ci blocca e ci "divide". Attraverso questi vissuti silenziosi, proprio come attraverso i sintomi delle malattie, parliamo di noi, dei nostri dolori cui non sappiamo mai come risolvere: storia emozionale, personalità e i sentimenti più profondi prendono "corpo". Disturbi che hanno un senso e che, spesso, possono indicare il percorso scelto dal soggetto stesso per uscire da un vicolo cieco o, magari, per risolvere un conflitto: la denuncia di un problema e, contemporaneamente, la proposta di soluzione. Quello che è davvero importante è imparare a decodificare questo singolare e sapiente linguaggio: capire il vero problema e superarlo. Un mondo emotivo quindi che cerca, attraverso il soma, il suo percorso, di richiamare consapevolmente la nostra attenzione spesso lontana e distratta dal vero ben - essere … un risveglio che permette, finalmente, di rimuovere gli ostacoli della vita, trovare nuovi equilibri e di diventare padroni di se stessi. In breve, prendersi cura dei propri bisogni più profondi... insomma farci guarire. Non deve MAI essere dimenticato che se si curano soltanto i sintomi fisici - isolati dall’interiorità del soggetto - diventeranno manifesti sintomi psichici invalidanti quali ansia o depressione.
olti disturbi, spesso, attraverso un loro preciso linguaggio, cercano di tutelarci da sconfitte, fallimenti, disagi e dolori ancora più intensi: una saggia protezione attraverso la “sofferenza” che stimola ad abbandonarsi al pulsare della vita… a non “spegnersi".
n po' di STORIA ... Ippocrate, il grande medico greco, elaborò l’idea dei quattro elementi primari: Fuoco, Aria, Terra e Acqua, che si manifestano nel corpo umano sotto forma di quattro “umori”. Il carattere corrisponde al tipo fisico, e i quattro umori associati agli elementi sono: melanconico (terra), flemmatico (acqua), sanguigno (aria) e collerico (fuoco). Choler in greco significa “bile”, e la persona collerica è vivace, frenetica, energica e ansiosa di fare. Se c’è un travaso di bile, il collerico è soggetto a scatti d’ira. La bile nera nasceva anche da incontri cattivi e sbagliati. I rimedi per la bile nera erano vivere alla luce del sole, mangiare leggero, movimento e conversare con la gente. La persona sanguigna ha un colorito fresco e spesso rossiccio, indice di una buona circolazione, quasi fosse governata dal vento e dall’aria. Il sanguigno è slanciato, snello, ben proporzionato e agile. Ha un passo lesto e danzante, con un che di arioso e allegro. E’ un gran chiacchierone, ma ciò che dice spesso è superficiale: la mente segue la lingua come una farfalla che svolazza da un fiore all’altro senza impollinare niente. Ama le novità e i cambiamenti; sotto questo aspetto, è il tipo meno abitudinario degli altri temperamenti. Promette qualsiasi cosa e se ne dimentica quasi subito. Vive nel presente ed è sempre alla ricerca di gratificazioni istantanee, ma difficilmente assimila le esperienze vissute. E’ intollerante, irresponsabile e tende a lasciare le cose a metà. Resiste a pressioni crescenti, ma poi reagisce all’improvviso con un’attività frenetica. I flemmatici sono placidi, metodici, imperturbabili, lenti nei movimenti, fluidi come un grande fiume ma, occasionalmente, possono ristagnare o rompere gli argini. Il flemmatico è di costituzione robusta, corpulento e a volte flaccido, è rilassato e pacato, conciso, logico, preciso ed affidabile nei rapporti. Sono soggetti con un’intensa vita interiore e rimangono calmi e imperturbabili qualunque cosa accada intorno a loro. Di buon umore, socializzano bene una volta superata la timidezza iniziale, sono fedeli, onesti e completano sempre ciò che hanno iniziato. Imparano lentamente ma ricordano tutto. Sono abitudinari, amano i riti, la routine e la vita regolata, con orari fissi per mangiare e dormire. Possono diventare apatici, ma sono i bambini più facile da educare. Il flemmatico solitamente resiste allo stress ma, quando è troppo, cerca di dominarsi e diventa inerte, ostinato e rigido. Il melanconico è concreto e con i piedi per terra, ma è anche connesso all’atrabile (bile nera), quindi tende al cattivo umore (all’ipocondria) e a richiudersi in se stesso, come fa la terra d’inverno. Il senso di pesantezza fisica e di quieta rassegnazione danno al melanconico l’aspetto di persone di un altro mondo. Sono chiusi, introspettivi, con un’aria triste e sconfortata.
oncentrati su se stessi, vivono nel passato, rimuginando su torti realmente subiti o immaginari. Lettori voraci, o maniaci dei videogiochi, alimentano la loro visione egocentrica del mondo con opprimenti fantasie in cui si vendicano di offese immaginarie. Questo soggetto, intellettuale e dotato di ricca immaginazione, tende a crogiolarsi nella sua depressione. E’ pronto a sacrificarsi per ogni causa che aumenti la sua autostima. Per lui, lo stress prolungato può trasformarsi in depressione, isolamento e immobilità. Il collerico e il flemmatico sono diametralmente opposti ed è raro che si trovino uniti in una stessa persona, il che vale anche per il sanguigno e il melanconico. I collerici - di corporatura normalmente massiccia, con il viso rubicondo - sono esagerati e irrequieti, energici, determinati, persuasivi e disinvolti. Sono nati per comandare e sono convinti di essere gli unici in grado di farlo. Si mostrano insofferenti con chi non è d’accordo con loro. Si prefiggono spesso obiettivi impossibili, non ammettono mai di avere torto e se la prendono con gli altri quando i loro folli programmi non si realizzano. Per loro, stare seduti in silenzio è una cosa del tutto innaturale. Sono abili nell’organizzare gli altri, ma poco attenti ai dettagli. Hanno modelli di comportamento eroici e possono essere degli amici generosi, ma spesso sono impulsivi e insensibili alle esigenze altrui. Il collerico reagisce subito ed eccessivamente allo stress diventando iperattivo e agitato.
IASSUMENDO.
Nella medicina antica, l’umore era la sostanza prevalente che
determinava la natura di fondo dell’individuo. Se ne identificavano
quattro: bile gialla, flegma, bile nera, sangue. Pur rilevando
l’assoluta varietà del genere umano per cui ogni individuo è
simile solo a se stesso, l’uomo, studiandosi, ha sempre tentato
d’individuare degli elementi comuni, delle costanti. Già
Ippocrate, nel V secolo a.C. divideva gli uomini in grassi e magri.
Tuttavia, la grande novità introdotta dal medico greco fu la teoria
dei quattro umori, secondo la quale gli individui potevano
raggrupparsi in virtù della sostanza umorale che prevaleva nel loro
corpo. L’idea fu entusiasticamente ripresa da Aristotele, oltre che
da Galeno, e ritornò all’Occidente europeo grazie alla mediazione
di Avicenna. La presenza dell’umore prevalente avrebbe influito
sulle fattezze e sul carattere dell’individuo, predisponendolo a
certe malattie piuttosto che ad altre. Malattie, perciò, in linea
teorica prevedibile e, sempre teoricamente, curabili con sostanze di
natura opposta a quella dell’umore prevalente: la flegma umida, per
esempio, doveva essere curata con sostanze secche. Bilioso o
collerico. E’ questo il temperamento della persona irascibile, che
dipende dall’abbondanza di bile nel corpo. A produrre il fluido
corporeo che caratterizza questo temperamento e a rendere abbondante
la presenza dell’umore è il cibo. La bile, secondo l’autore, è
rossa, dopo essersi formata nel fegato circola col sangue è passa
nella cistifellea. Di natura calda e secca, si presenta come la spuma
del sangue ed è di un colore rosso chiaro, leggera ed effervescente.
La parte della bile che passa nel sangue, infatti, ha due funzioni.
Da una parte favorisce il nutrimento di certi particolari organi,
come i polmoni, che hanno bisogno di bile rossa, e dall’altra,
rendendo il sangue più sottile, lo pone nelle condizioni di passare
per i capillari più piccoli. Anche la parte di bile che passa nella
cistifellea ha due funzioni.
e da una parte nutre la cistifellea e
le permette di eliminare le sostanze superflue, dall’altra agisce
sull’intestino, facilita l’evacuazione delle feci e l’espulsione
del siero dalle pareti intestinali, stimolando anche i muscoli
sfinterici e la peristalsi intestinale. Naturalmente queste teorie
sono una descrizione piuttosto confusa del nostro metabolismo, ma
servono a spiegare perché il collerico sia sempre rosso in viso,
perché tenda ad avere il respiro forte, a essere irascibile. Il
bilioso veniva messo in relazione col pianeta Marte, con la stagione
estiva, con la giovinezza, con il ferro, il fuoco e altri elementi
giustapposti per analogia. Flemmatico. Oggi il flemmatico è
aggettivo che si riferisce a una persona pacata, a volte fino
all’indolenza. Anticamente questo comportamento, era imputato alla
presenza consistente d’umor flemmatico. Flegma, o flemma, ha lo
stesso significato del termine “pituita”. Bisogna infatti sapere
che gli antichi medici pensavano che tale umore fosse il prodotto
della ghiandola pituitaria, meglio nota come ipofisi, ossia quella
che oggi sappiamo essere la “centralina” dell’attività
ormonale di tutto il corpo. a quel tempo, però, vista la sua
posizione sotto l’encefalo, incastonata nella sella turcica dello
sfenoide, a poca distanza dall’etmoide che chiude in alto la cavità
del naso, l’ipofisi era considerata la responsabile della
secrezione del muco. Muco che, in realtà, non risiede solo nel naso,
ma che compare nello stomaco, nell’intestino e, come mostrano
ampiamente le malattie delle vie aeree, nella gola, nei bronchi e nei
polmoni, insomma in tutto il corpo. quindi muco e flemma erano visti
come la stessa cosa. Considerato la natura fredda e umida, si pensava
che questo umore fosse sangue non del tutto maturato che nel corpo
aveva una consistente presenza, ma che a differenza di quello maturo
non aveva una sede precisa. La sua funzione era quella di nutrire gli
organi quando il sangue non era sufficiente, di temperarlo prima che
questo raggiungesse i tessuti linfatici e, visto che veniva confuso
per consistenza e trasparenza con il liquido sinoviale, di
lubrificare le ginocchia. Nonostante gli errori, così si spiegava il
respiro affannato del flemmatico, la predisposizione ai catarri, la
natura lenta, il suo aspetto esangue (più flemma che sangue …
pallido, smorto), il suo temperamento freddo. Nella ricorsa alle
analogie, il flemmatico era avvicinato all’inverno, al pianeta
Venere e all’acqua.
alinconico. E’ il più noto degli umori,
ancora molto attuale. Tuttavia, nell’antica medicina, quella
d’essere malinconico era considerata una condizione privilegiata,
proprio degli artisti e dei filosofi. E’ l’umor nero la sostanza
cui si deve imputare la costituzione del malinconico. Come quella
rossa è considerata la spuma del sangue, così la bile nera è
ritenuta dai medici galenici essere il sedimento del sangue buono che
si secca. Prodotta come l’altra dal fegato, segue due strade nella
distribuzione nel corpo. Una certa quantità di atrabile (umore) si
mescola al sangue, conferendogli forza, densità e consistenza, e va
a nutrire quelle parti del corpo che ne richiedono la presenza, come
le ossa. La rimanente finisce nella milza come scarto o, comunque,
eccesso, che solo la milza può utilizzare perché di essa si nutre.
Questa quantità sovrabbondante di sangue si dirige alla bocca dello
stomaco e, sebbene, lo tonifichi, lo irrita stimolando la sensazione
di fame. Naturalmente, si tratta di una fisiologia del tutto
arbitraria che, però, vuol provare a spiegare il comportamento
malinconico, non di rado affetto da gastrite e mal di stomaco, e a
dare ragione del suo aspetto ossuto e segaligno (magro, asciutto).
Sull’onda delle analogie, poi, il malinconico è posto in relazione
con la terra, fredda e secca come la bile nera, con la stagione
autunnale e con il pianeta Saturno. Sanguigno. Il sanguigno,
anche per il linguaggio comune, è un individuo istintivo e caldo,
passionale e generoso, che agisce prima di riflettere. Questo
atrabile (umore) costituisce il riferimento per gli altri tre umori.
Si spiega allora perché il flegma venga considerato sangue non
giunto a maturazione, perché la bile rossa o gialla sia la spuma del
sangue e quella nera, in sostanza, sangue secco. Addirittura, l’orina
viene considerata la parte acquosa del sangue che, se in eccesso, va
eliminata con la minzione. Ritenuto caldo e umido, di colore rosso e
dal sapore dolciastro, questo prezioso liquido è, di fatto, veduto
da Galeno come l’unico umore naturale, mentre gli altri sarebbero
superfluidità, ossia fluidi derivati dal sangue. Tuttavia, a
quest’ipotesi lo stesso Galeno risponde che se così fosse non ci
sarebbero differenze fra le varie componenti corporee, ossia le ossa
non sarebbero dure, il cervello molle, i polmoni spugnosi e così
via. Pertanto bisogna supporre che nel sangue scorrano anche minori
quantità degli altri umori. Muovendo, poi, dall’idea che
l’abbondanza di sangue corrisponda alla salute fisica e la sua
carenza alla debolezza, se ne deduce che il sanguigno è un individuo
di buona salute, dalla fisicità massiccia. Per le sue qualità il
sanguigno è avvicinato alla primavera, alla giovinezza, all’aria e
al pianeta Giove.
e
regole della medicina psicosomatica. Il
sintomo racconta la nostra vita: il modo di stare nella realtà, di
vivere le emozioni e di relazionarci … esprime qualcosa della
persona che ne soffre: parla di disagi, bisogni e contrarietà che a
livello consapevole, non riesce a manifestare o percepire … il
malessere ha sempre un senso … è una modalità espressiva in
codice, messaggi scritti con un linguaggio simbolico… un messaggio
che parla un linguaggio antico e indefinito, porta l’attenzione sul
problema e mette in contatto con il proprio corpo … se si trascurano
alcune problematiche esse si fanno corpo: una impressionante
corrispondenza tra funzioni fisiologiche e dimensione mentale …
l’atmosfera mentale in cui si è immersi può influenzare la
salute: ammalare o guarire … ricordiamolo, un’emozione trattenuta
- creando tensione - scoppierà primo o poi in una forma organica…
ascoltare (SENTIRE) di più il corpo senza mai rimuovere e coprire:
tono, energia, desideri e sintomi … se non si coglie il segnale del
malessere e non si prende in mano la situazione, sarà qualcun altro
a “mettere le cose a posto”: il corpo… ricorda, c’è sempre
una corrispondenza impressionante tra le funzioni corporee e quelle
della dimensione psichica/mentale… in realtà, il corpo usa le
malattie, e l’anima i turbamenti, per avvisare che abbiamo
intrapreso un percorso esistenziale pesante e pericoloso… i
sintomi, pertanto, non vanno mai ammutoliti ma ascoltati: sentire
quello che hanno da dire… il malessere arriva perché svolge una
funzione importantissima, vuole guarire: riportare sulla propria
strada unica e soggettiva … i disagi esprimono un’atmosfera
mentale, danno voce a “desideri” profondi che non sono riusciti a
trovare una corsia preferenziale per uscire … le emozioni per
potersi placare, devono scaricare la loro energia, fluire come un
fiume liberamente: altrimenti ci sarà una grande “esplosione”
nel corpo e nella mente, non bisogna mai negarle … comprimendole si
prepara la loro esplosione dirompente … sono il vero carburante
della felicità, ci rendono unici.
segnali fisici (stanchezza cronica, mal di fegato e stomaco,
oppressione al torace, crampi, vampate di calore, ulcera, cefalea,
mal di schiena) e psichici (frustrazione, attacchi di panico,
disistima, depressione) segnalano che si sta andando contro la
propria volontà: i SINTOMI indicano che siamo soffocati da obblighi
e rinunce: dispiaceri e dolori diventano malattie … spesso ciò che
la mente vuole il corpo nega: il corpo non si inganna mai, felicità,
benessere e stati interiori esprimono immediatamente le sue
preferenze … il corpo, poi, con i suoi disturbi si fa testimone di
tutte le sofferenze, di tutte le insoddisfazioni a cui spesso non si
riesce a dare una risposta: si fa carico di urlare il dolore rimasto
“imbavagliato … il corpo si ammala nel tentativo generoso di
salvaguardare il benessere psichico … le scelte di vita hanno sempre
conseguenze positive o negative sull’organismo … i disagi emotivi
e fisici se ne vanno quando non ci si fa manipolare oppure si sta
viaggiando su un percorso di vita desiderato.
e da una parte nutre la cistifellea e le permette di eliminare le sostanze superflue, dall’altra agisce sull’intestino, facilita l’evacuazione delle feci e l’espulsione del siero dalle pareti intestinali, stimolando anche i muscoli sfinterici e la peristalsi intestinale. Naturalmente queste teorie sono una descrizione piuttosto confusa del nostro metabolismo, ma servono a spiegare perché il collerico sia sempre rosso in viso, perché tenda ad avere il respiro forte, a essere irascibile. Il bilioso veniva messo in relazione col pianeta Marte, con la stagione estiva, con la giovinezza, con il ferro, il fuoco e altri elementi giustapposti per analogia. Flemmatico. Oggi il flemmatico è aggettivo che si riferisce a una persona pacata, a volte fino all’indolenza. Anticamente questo comportamento, era imputato alla presenza consistente d’umor flemmatico. Flegma, o flemma, ha lo stesso significato del termine “pituita”. Bisogna infatti sapere che gli antichi medici pensavano che tale umore fosse il prodotto della ghiandola pituitaria, meglio nota come ipofisi, ossia quella che oggi sappiamo essere la “centralina” dell’attività ormonale di tutto il corpo. a quel tempo, però, vista la sua posizione sotto l’encefalo, incastonata nella sella turcica dello sfenoide, a poca distanza dall’etmoide che chiude in alto la cavità del naso, l’ipofisi era considerata la responsabile della secrezione del muco. Muco che, in realtà, non risiede solo nel naso, ma che compare nello stomaco, nell’intestino e, come mostrano ampiamente le malattie delle vie aeree, nella gola, nei bronchi e nei polmoni, insomma in tutto il corpo. quindi muco e flemma erano visti come la stessa cosa. Considerato la natura fredda e umida, si pensava che questo umore fosse sangue non del tutto maturato che nel corpo aveva una consistente presenza, ma che a differenza di quello maturo non aveva una sede precisa. La sua funzione era quella di nutrire gli organi quando il sangue non era sufficiente, di temperarlo prima che questo raggiungesse i tessuti linfatici e, visto che veniva confuso per consistenza e trasparenza con il liquido sinoviale, di lubrificare le ginocchia. Nonostante gli errori, così si spiegava il respiro affannato del flemmatico, la predisposizione ai catarri, la natura lenta, il suo aspetto esangue (più flemma che sangue … pallido, smorto), il suo temperamento freddo. Nella ricorsa alle analogie, il flemmatico era avvicinato all’inverno, al pianeta Venere e all’acqua.
e regole della medicina psicosomatica. Il sintomo racconta la nostra vita: il modo di stare nella realtà, di vivere le emozioni e di relazionarci … esprime qualcosa della persona che ne soffre: parla di disagi, bisogni e contrarietà che a livello consapevole, non riesce a manifestare o percepire … il malessere ha sempre un senso … è una modalità espressiva in codice, messaggi scritti con un linguaggio simbolico… un messaggio che parla un linguaggio antico e indefinito, porta l’attenzione sul problema e mette in contatto con il proprio corpo … se si trascurano alcune problematiche esse si fanno corpo: una impressionante corrispondenza tra funzioni fisiologiche e dimensione mentale … l’atmosfera mentale in cui si è immersi può influenzare la salute: ammalare o guarire … ricordiamolo, un’emozione trattenuta - creando tensione - scoppierà primo o poi in una forma organica… ascoltare (SENTIRE) di più il corpo senza mai rimuovere e coprire: tono, energia, desideri e sintomi … se non si coglie il segnale del malessere e non si prende in mano la situazione, sarà qualcun altro a “mettere le cose a posto”: il corpo… ricorda, c’è sempre una corrispondenza impressionante tra le funzioni corporee e quelle della dimensione psichica/mentale… in realtà, il corpo usa le malattie, e l’anima i turbamenti, per avvisare che abbiamo intrapreso un percorso esistenziale pesante e pericoloso… i sintomi, pertanto, non vanno mai ammutoliti ma ascoltati: sentire quello che hanno da dire… il malessere arriva perché svolge una funzione importantissima, vuole guarire: riportare sulla propria strada unica e soggettiva … i disagi esprimono un’atmosfera mentale, danno voce a “desideri” profondi che non sono riusciti a trovare una corsia preferenziale per uscire … le emozioni per potersi placare, devono scaricare la loro energia, fluire come un fiume liberamente: altrimenti ci sarà una grande “esplosione” nel corpo e nella mente, non bisogna mai negarle … comprimendole si prepara la loro esplosione dirompente … sono il vero carburante della felicità, ci rendono unici.
e emozioni di rabbia, di contrarietà e di rancore trattenute si esprimono in cefalea, gastrite e crampi addominali; quelle relative a commozione, gioia ed entusiasmo si traducono in vertigini, tensione cervicale e cefalea; invece la paura, il pianto, l’imbarazzo e la tristezza parlano attraverso colite, nevralgie e rigidità muscolare; mentre il trattenere i sentimenti e il desiderio sessuale si esprimono in tachicardia, ansia e depressione … con la testa separata dal corpo si perde il contatto con le proprie potenzialità (cosa è meglio per se stessi), le risorse naturali rendendo così confuse e inefficaci le azioni quotidiane … il corpo è nostro alleato: dobbiamo ascoltarlo … il corpo non lascia in pace perché vuole comunicare qualcosa di estremamente importante.
a Medicina Psicosomatica “vede” la malattia come un segno di malessere ad altri livelli oltre a quello fisico. Secondo questa interpretazione vedremo che qualsiasi disagio ci induce a compiere un viaggio alla scoperta di noi stessi, il cui innegabile risultato sarà una trasformazione della nostra vita. Uno giustamente potrebbe chiedersi ma “Perché cambiare?”. La risposta è semplice: a volte per stare meglio, altre semplicemente perché - essendo di fronte ad un bivio - non si hanno alternative. Le idee sulle quali si basano le regole della Medicina Psicosomatica sono molto semplici. La prima è che tutto inizia dentro di noi. Ma cosa significa tutto ciò? Vuol dire che, se abbiamo qualcosa che non funziona bene nel corpo o nella vita, dobbiamo guardare dentro di noi, e non fuori, come invece ci ha propinato la nostra cultura. Per quanto sopra esposto, è evidente che ognuno – consapevolmente o no – è l’artefice della propria realtà. La crea con le decisioni che prende (da come vede il mondo e da come pensa il mondo veda lui), attimo per attimo, e se il risultato che ha ottenuto non gli piace, lo può cambiare. Un punto di vista simile può sicuramente intimorire (o colpevolizzare), poiché ci rendiamo conto che tutto dipende da noi ma, allo stesso tempo, questa consapevolezza ci permette di essere liberi di scegliere la vita migliore per noi (scegliere e decidere). Il sintomo ci aiuta nel nostro processo di comprensione, poiché è come un linguaggio in codice che, una volta decifrato, spiega ciò che ci sta capitando e mostra come ognuno di noi crea la propria realtà. Questo implica sia una grande responsabilità, perché non si può più attribuire (proiettare) la “colpa” a qualcosa che è fuori di noi, ma sia anche un’enorme libertà: quella di creare la vita che desideriamo. Un altro assunto importante dal quale parte la Medicina Psicosomatica è che dobbiamo imparare a vedere oltre il nostro corpo fisico, considerandoci esseri di energia. La domanda che sorge spontanea è: come procedere per cambiare il nostro punto di vista? Orientati, come siamo sempre stati, verso la dimensione materiale, abbiamo l’abitudine di considerare noi stessi come mere strutture biologiche: un insieme isolato di organi, muscoli, ossa e nervi; ma se osserviamo più da vicino la costituzione della materia, vediamo che possiamo considerarci come strutture energetiche (reazioni elettriche, bio – chimiche, ormonali). Nell’individuo sano l’energia fluisce liberamente. Se siamo in perfetta salute significa che il nostro psicosoma risponde con successo a ogni evento esterno, scegliendo ciò che funziona meglio per noi. uesta energia può essere percepita e vista da tutti noi, anche se nella nostra società abbiamo idee molto limitate al riguardo. Quando prendiamo determinate decisioni che non sono giuste per noi, creiamo una tensione a livello dello psicosoma e questa blocca il flusso dell’energia; il sistema energetico si conforma alla nuova configurazione in tensione e, se questo blocco ha un’intensità sufficiente e dura per un tempo abbastanza lungo, si manifesta un sintomo a livello fisico (contrazione, tensione, infiammazione e lesione). Quando guardiamo le cose da questa prospettiva, vediamo che non è il corpo fisico a creare il campo energetico, bensì il contrario. Pertanto, quello che vediamo nel corpo fisico è il risultato finale di un processo che inizia nella coscienza. Quindi, se qualcosa non funziona nel corpo bisogna vedere che cosa abbiamo immesso nella coscienza ed, eventualmente, cambiarlo. Se la decisione che abbiamo preso porta ad un risultato che non ci piace, cioè a manifestare una patologia, possiamo decidere di fare qualcosa di diverso e rilasciare il sintomo. Possiamo quindi sostenere, per questo orientamento scientifico, che tutti i sintomi non sono altro che il risultato di un’energia bloccata: quando sblocchiamo l’energia, prendendo decisioni diverse, riequilibriamo l’energia e il sintomo può scomparire (questo avviene anche nelle metodiche terapeutiche distensive). Il sintomo, dunque, è una specie di linguaggio in codice, serve soltanto a comunicarci un messaggio: significa che stiamo facendo qualcosa che non va bene per noi. Nel momento in cui nella coscienza cessa di esistere la condizione che ci faceva star male, il sintomo guarisce. Quando capiamo il messaggio che il corpo ci sta comunicando e facciamo ciò che è necessario per cambiare il modo di essere che ci crea squilibrio, risolviamo la situazione che non funziona per noi; allora, ritorniamo in armonia a tutti i livelli. a contrazione in una
parte specifica del nostro corpo si manifesta in una patologia
particolare, che è il riflesso della tensione presente in una
certa parte della nostra coscienza, in altre parole in una
determinata area della nostra vita … e il sintomo lo dice
chiaramente. E’ evidente che, seguendo questo filo di pensiero,
non ci può essere guarigione senza trasformazione. Possiamo,
ovviamente, continuare a non cambiare, oppure fare qualcosa di
diverso e allora avremo un esito differente. Non si tratto di
stabilire che cosa sia giusto o sbagliato in astratto ma,
semplicemente, che cosa funziona meglio per noi: se
scelgo di continuare in questa direzione, sto male, se prendo una
via diversa, sto bene. Vedere le cose in questa
prospettiva non significa addossarsi la colpa di avere creato il
sintomo, ma assumersi la responsabilità di avere preso decisioni
non adeguate per noi da un punto di vista energetico. Un certo
modo di essere crea un sintomo, un modo di essere differente lo
fa scomparire. Siamo noi che decidiamo come vogliamo essere. Noi
dirigiamo la nostra coscienza, che è energia, con i nostri
pensieri. Possiamo scegliere quelli più funzionali al nostro
scopo, che è quello di star bene, ma anche quello di essere
sempre più noi stessi e di vivere nella gioia. Questo significa
che, se siamo in grado di creare un blocco con una decisione che
non funziona per noi, siamo anche capaci di togliere il blocco
(da soli o con l’aiuto
di professionisti nei casi difficili). Questo processo può
avvenire in modo spontaneo, semplicemente perché ci rendiamo
conto di avere imboccato una strada sbagliata e lasciamo andare
ciò che ci provoca tensione: ritorniamo al nostro stato naturale
dell’equilibrio e facciamo ciò che è giusto per noi. A volte,
però, non è così semplice. Possiamo essere a tal punto
coinvolti emotivamente in una situazione da non riuscire a vedere
chiaramente ciò che è meglio per noi. O manifestiamo un sintomo
e non riusciamo a relazionarlo immediatamente a qualche evento
nella nostra vita. Allora conviene agire direttamente sul campo
energetico, riequilibrandolo. La Medicina
Psicosomatica fornisce tecniche di riequilibrio energetico
semplicissime, ma decisamente potenti, che permettono anche di
comprendere le ragioni per cui abbiamo perso il nostro
equilibrio. Ora che abbiamo capito il meccanismo che
crea il sintomo dal punto di vista energetico, come possiamo
individuare il “codice”, la “mappa” che ci indica la
correlazione tra una specifica patologia e la corrispondente
tensione che l’ha generata? In altre parole, quale aspetto
della nostra vita è teso quando, per esempio, ci viene il mal di
stomaco? La Medicina Psicosomatica è veramente molto precisa nel
fornirci la risposta, permettendoci di identificare la causa
energetica delle diverse patologie. Semplificando di molto è
come se il nostro corpo dicesse “C’è qualcosa che non va in
questa situazione. Non sei attento alle tue sensazioni. Sei
distratto, non stai ascoltando. Stai trascurando qualcosa che è
molto importante per te". he cos’è? Se
facciamo qualcosa che non funziona per noi, la tensione si
manifesta come blocco del flusso energetico. Il funzionamento
psicosomatico riflette le decisioni che prendiamo, a seconda di
come scegliamo di rispondere alle situazioni della nostra vita
nel momento in cui decidiamo che cosa pensare, che cosa sentire e
che filtro percettivo usare per guardare il mondo (disponibilità,
apertura, diffidenza, sospetto), apriamo e chiudiamo
(cerebrale, ormonale) una o più di queste “valvole”,
modificando il nostro assetto energetico. Tutto procede bene
finché le decisioni che prendiamo sono coerenti con ciò che
siamo (naturali, spontanei). Ma se non ci ascoltiamo, se neghiamo
la nostra vera natura, iniziano a sorgere i problemi. Può
accadere che per una decisione errata creiamo un blocco, una
tensione (troppa adrenalina nei muscoli e, quindi, contrazioni,
tensioni, infiammazioni), da quel momento in avanti la
nuova configurazione della nostra energia funzionerà come una
calamita, attirandoci esperienze che confermano la tensione
originaria. Ciò significa, per esempio, che se, dopo essere
stati abbandonati, abbiamo deciso di non meritare affetto, da
quel momento in poi la nostra energia bloccata costituirà una
specie di catalizzatore e attireremo soltanto persone che non ci
amano. Questo conformerà la nostra decisione primaria: il
blocco diventerà più solido e noi saremo sempre più
infelici. uesti blocchi, queste tensioni
interagiscono principalmente per mezzo del sistema endocrino e
quello nervoso. Quando c’è tensione in una certa parte della
nostra coscienza, lo stress è captato dai nervi e diffuso in
tutto l’organismo. In questo modo siamo in grado di leggere il
nostro corpo come la mappa della coscienza e, dunque, della
nostra vita. Possiamo dire che il nostro corpo ci fa vedere che
cosa non va nella nostra esistenza. Sappiamo che le tensioni del
corpo rappresentano stress nella coscienza; queste tensioni
nascono da decisioni prese in merito a qualcosa che ci è
capitato nel periodo in cui abbiamo sviluppato il sintomo. Una
determinata scelta crea tensione e, conseguentemente, il sintomo.
Una decisione diversa, come già accennato, ci permette di
rilasciare il sintomo, ritornando al nostro stato naturale
d’equilibrio e salute. Queste scelte a volte sono consapevoli
(per esempio: Faccio questo per fargli piacere, anche se a me non
va), altre apparentemente non lo sono. Uso il termine
“apparentemente” perché noi siamo sempre in grado di sapere
ciò che è giusto per noi, nel profondo; soltanto che ci capita
di “distrarci!”. Per riacquistare la salute, dobbiamo
intraprendere un lavoro personale di ricerca, comprendendo ciò
che stiamo facendo “contro di noi” e, soprattutto, dobbiamo
attuare una serie di cambiamenti nella nostra vita, lasciando
andare i modi d’ essere che creano tensione, ritrovando appunto
la nostra vera natura (so già la risposta di alcuni “fosse
facile”, è una situazione immodificabile; non è necessario
stravolgere sempre le cose, ma è importante avere la
consapevolezza della situazione e della frustrazione ad essa
connessa … quel continuo rimuginare che porta a stress e
blocchi). Si deve semplicemente tornare a essere se stessi. In questo cammino il sintomo è un nostro alleato e ci aiuta.… sottolineare la dimensione sociale dei comportamenti umani non dispensa dall’interrogarsi sulla maniera in cui queste esperienze vengono recepite e fissate nell’organismo.
e infiammazioni nell’organismo segnalano conflitti inconsci, disagi interiori non risolti vissuti, spesso, come estranei, opposti o pericolosi per il proprio equilibrio, vediamo il tema conflittuale e il processo infiammatorio ad esso collegato:• identità personale … il processo infiammatorio riguarderà le infezioni, intestino e tiroide;• rapporti interpersonali … si esprimeranno attraverso dermatiti, problemi allo stomaco, bronchiti;• potere decisionale … artrite, tendinite;• sfera morale … colite, artrosi, problemi agli occhi;• sentimenti di rabbia e aggressività … fegato, patologie autoimmuni, esofagite;• area indipendenza e autonomia … apparato respiratorio, tensioni muscolari.ICORDA,
per essere se stessi non è necessario sforzarsi, ma
semplicemente lasciarsi andare senza mettere in atto lotte
infinite che esauriscono completamente tutte le energie fisiche e
mentali, OSSERVA la tua interiorità, spalanca la finestra su te
stesso: opporsi a tutto ciò non può che generare sofferenza e
infelicità inutile, sii più CEDEVOLE, così non ti sfianchi in
una estenuante giostra emotiva e anche il corpo, finalmente, può
riprendersi il suo equilibrio.
RICORDA, affrontare la vita sempre con atteggiamento ansioso e insicuro, azzerare gli interessi e neutralizzare le spinte individuali può fare ammalare lentamente anche il corpo.
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Segnali PSICOSOMATICI
e si impara ad ascoltare il proprio corpo… avrà sicuramente molte cose da dire. Alcuni piccoli malesseri, che percepiamo come fastidiosi e che ci affrettiamo velocemente a curare, sono segnali - come più volte evidenziati in questa breve esposizione - di qualcosa che non va. Se sollevando qualcosa, ad esempio, si sente una fitta di dolore, deve essere considerato un avvertimento: se si insiste in tale situazione, si terminerà con uno strappo muscolare o, peggio, danneggiare un legamento. Se mentre si fanno piccoli lavoretti domestici la schiena comincia a far male, si tratta di un primo segnale. La maggior parte degli episodi di dolore va considerata in questa accezione. Più a lungo si ignora il dolore, connesso allo sforzo o allo stato emotivo, più è probabile andare incontro a un problema serio. Il vomito e la diarrea possono essere molto spiacevoli, ma sono meccanismi di difesa importanti, di cui il corpo e la mente si servono per scopi specifici. Se si esprime l’uno o l’altra, senza altri sintomi, la cosa più probabile è che si sia mandato giù qualcosa di “indigesto”.
... ci si ammala quando:
si ingigantiscono le cose;
si pensa troppo alle solite cose;
si pensa troppo e non si agisce mai;
si pensa che le cose non hanno soluzione.
… il disturbo spesso compare quando perdiamo il nostro sguardo limpido, originale, unico e curioso sul mondo.
NUOVI concetti e VECCHIE fantasticherie
LETTURA dei SINTOMI
APPARATO LOCOMOTORE
Quanto è difficile sostenere i carichi della vita!… conflitto tra dipendenza e autonomia oppure indecisione tra agire o non agire.
RTROSI CERVICALE. L’artrosico si presenta con un portamento fiero, un carattere forte e solido: sempre a testa alta anche quando non serve! … la colonna vertebrale sorregge e fa muovere nello spazio, ma quando c’è troppa rigidità (mentale) possono sorgere veri problemi … su di essa si caricano, senza una vera consapevolezza, tutti i “pesi” del quotidiano (fisici, psicologici, emotivi) … chi soffre spesso di questo malessere sono persone con un forte senso del dovere, che non delegano mai e che non danno spazio alle proprie esigenze personali. Tale fenomeno determina una contrazione muscolare che, se in maniera continuativa, infiamma i tessuti, danneggiandoli non poco.
ERTIGINI ... è un fenomeno “ambivalente” (in bilico tra sicurezza e terrore) legato all’ansia, ad una agitazione che non lascia tranquilli…tener duro o lasciarsi andare: terrorizzati però dalle conseguenze… c’è la convinzione che tutto sia sotto controllo, stabile e ben gestibile, ma più la visione delle cose è rigida e si è poco disponibili più gli “scossoni” saranno intensi… la testa gira e la vista si annebbia: ci dice FERMATI! … troppo impegnati a progettare e a costruire così il mondo emozionale e passionale SCALPITANO.
… le vertigini arrivano quando si teme, si è convinti di “inciampare” nelle brutte figure, di essere ridicoli o di perdere il controllo (la “TESTA”) sulle cose … più si reprime il mondo delle emozioni più si alimenta l’autocontrollo, rigidità e durezza con se stessi e gli altri … una grande ribellione del mondo emotivo… un grande interrogativo: tenere a freno la razionalità o lasciare andare gli istinti? … mettere in discussione tutto ciò che ostacola la libera espressione - non funzionale per il vero benessere - può diventare un antidoto contro i vari attacchi.
APPARATO DIGERENTE
on l’ulcera il soggetto - spesso ha una grande sete di successo ma anche con una grande fame di affetto e bisogno di attenzioni … vuole essere accudito - si infiamma facilmente … teme la dipendenza, brama in continuazione l’autonomia … ansia ed emozioni (rabbia, frustrazioni, insoddisfazioni) alterano notevolmente l’attività digestiva … non sempre è d’accordo con le cose che si buttano giù come ad esempio una situazione ambientale o un rapporto insostenibile: così, lo stomaco, si ribella con bruciori, crampi e nausea.
l mal di stomaco è la caratteristica principale, come detto più volte, di chi è abituato a tenere tutto sotto controllo, chiudersi in se stesso, a “mandar giù rospi” in gran quantità senza riuscire a digerirli: pensieri che trasformano il corpo in una polveriera ... un fenomeno legato completamente a emozioni represse e nascoste: sblocca i pensieri e vedrai che il “vulcano” non erutterà più ... rabbia e ansia sono sentimenti sempre connessi ai disturbi gastrici ... frustrazioni ed aggressività non espresse gonfiano e infiammano completamente lo stomaco.
PPARATO GASTROENTERICO … anche la psiche deve accogliere e “digerire” aspetti dell’ambiente circostante … i problemi cominciano a far sentire il loro peso sullo stomaco quando non ci si riesce più ad esprimere, manifestare le proprie contrarietà: a dire ciò che si pensa e si sente … la funzione del fegato non è solo filtrare e depurare il sangue ma anche “passare a setaccio” il vissuto quotidiano per avere più consapevolezza … senza piacere e passione l’intestino prima o poi “brontola”, fa di ”testa sua” … COLON IRRITABILE: … un mentale che non si riesce ad affrontare con serenità … un segnale che induce a prestare attenzione ai cambiamenti.
OLON IRRITABILE: la colite condiziona la vita, ovvero limita il raggio d’azione ... l’intestino sceglie, trasforma e assimila ...con i suoi segnali (tensioni, gonfiori, dolori) costringe l’individuo alla rinuncia e ad evitare di trovarsi in situazioni spiacevoli: così il corpo viene in soccorso fermando ogni possibilità di movimento ... è tutta una questione di ansia e paura: se non ci si sente adeguati o si teme un eventuale figuraccia (tutte cose che non si vogliono vedere e da eliminare il più in fretta possibile con una bella scarica diarroica) ecco che il corpo viene in qualche modo in aiuto obbligandoci a fermarci! ... ciò che a livello psichico si rimuove, si ripresenta nel corpo con gli “interessi”: reclamando più considerazione e dedizione ... è come se il corpo dicesse giù la maschera, esci da quel ruolo finto, stai interpretando un personaggio che non ti appartiene: sono troppe le rabbie che mandi giù ... la fitta ad esempio, rappresenta la risposta del corpo alla rabbia trattenuta… molto sensibile alle variazioni dell’umore.
utti i disturbi di stomaco hanno un legame diretto con la difficoltà ad accettare o di “digerire” una persona o un evento. Oppone resistenza alle idee nuove, soprattutto se non provengono da lui. Ha difficoltà ad adattarsi a qualcuno o a qualcosa che contraddice i suoi piani, le sue abitudine o il suo modo di vivere. Intestino tenue. Quando il problema riguarda questo organo, ci troviamo di fronte all’incapacità di trattenere e assorbire bene quello che vi è di positivo per noi negli eventi della vita quotidiana. La persona in questione si aggrappa ai dettagli, invece di vedere la situazione globalmente, dopodiché se solo una parte di quello che accade non le va bene, avrà tendenza a rifiutare il tutto. Per la minima cosa, teme di mancare del necessario. Intestino crasso. Ha che fare con la difficoltà di mollare la presa sulle vecchie idee, sulle vecchie convinzioni che non sono più necessarie oppure con il rifiutare troppo in fretta pensieri che potrebbero essere benefici. Spesso la persona in questione soffre per grosse contrarietà che trova impossibile da "digerire". Il suo problema intestinale è un importante messaggio perché impari di nuovo a nutrirsi dei "buoni" pensieri, invece che di paure o di elucubrazioni autosvalutanti.
Un po’ di … “FISICO”. Il sistema digestivo - attraverso enzimi che innescano una reazione chimica - riduce le molecole alimentari complesse in piccole unità semplici assorbibili e utilizzabili dall’organismo. Troppa “acidità” può facilitare o bloccare il rilascio dei vari enzimi (si producono ca. 8 lt. di succhi gastrici al dì). La digestione dei carboidrati inizia in bocca (ghiandole salivari: ptialina, che agisce solo in ambiente alcalino), mentre le proteine (le proteine sono come muri gli amminoacidi sono i mattoni) nello stomaco (acido cloridrico, zinco, pepsina), i grassi invece nel duodeno (enzimi rilasciati dal pancreas, cistifellea rilasciano sali alcalini: bile prodotta dal fegato rilasciata dalla cistifellea). Così le proteine vengono ridotte in amminoacidi, i carboidrati in zuccheri semplici e i grassi in glicerolo e acidi grassi … da qui “parte” l’assorbimento. Amminoacidi, zuccheri, acidi grassi, glicerolo, vitamine e minerali sono assorbiti nell’intestino tenue. L’acqua, il sodio e il potassio, invece, sono assorbiti nell’intestino crasso. Dopo l’assorbimento inizia la ricostruzione e la riparazione dell’organismo (anabolismo: energia prodotta dal catabolismo) e la produzione di energia per l’attività muscolare, cerebrale e digestiva (catabolismo: trasforma il cibo in energia, avvia i processi chimici).Tale processo (anabolismo – catabolismo) è noto come metabolismo (utilizzo dei vari nutrienti). Non dobbiamo dimenticare che i processi digestivi non partono nella bocca ma nella mente (brutta sorpresa per quelli tutti di un pezzo… ma tutto è verificabile). Già solo a vedere, sentire il profumo o semplicemente pensare a un bel panino succulento, si comincia a secernere i succhi gastrici che, come sopra esposto, aiutano a trasportare e a scomporre il cibo in questione.
SISTEMA ENDOCRINO
ancanza di organizzazione e creatività, difficoltà a gestire ed esprimere sentimenti (nei tempi desiderati), a divulgare le proprie idee, a prendersi cura di se stessi. Le ghiandole ci parlano di equilibrio, di aver perso il senso delle cose “dolci” della vita: gioia e piacere. Segnalano la difficoltà ad affrontare i fatti e gli imprevisti della vita.
n po’ di … “FISICO”. Ogni funzione dell’organismo come ad esempio respirare, digerire, parlare, correre sono tutti eventi rigorosamente controllati e coordinati … l’organismo perché funzioni bene deve essere tutto equilibrato e armonioso. Il controllo di queste straordinarie funzioni è compito di due sistemi: nervoso e endrocrino. Il sistema endocrino è composto da un insieme di ghiandole che secernono ormoni. Molti processi dell’organismo sono controllati da questi ormoni. Possono essere a base di proteine (insulina) oppure a base di grassi (cortisone). Questi due ormoni sono chiamati steroidi. Molti altri ormoni si controllano vicendevolmente secondo un meccanismo retroattivo (vedasi ipofisi). L’ipofisi anteriore (ghiandola principale che controlla altre) regola e stimola la funzione della tiroide, delle ghiandole surrenali (producono adrenalina e noradrenalina) e delle ghiandole sessuali. Produce i seguenti ormoni: TSH, adrenocorticotropico e gonadotropico. In risposta a questi ormoni, le ghiandole coinvolte producono (tiroide, surrenali e ghiandole sessuali): somatropina (ormone della crescita) tiroxina, cortisone, estrogeno e progesterone. (testosterone nell’uomo). Quando i livelli di ormoni prodotti da queste ghiandole aumenta, l’ipofisi interrompe la produzione dei suoi ormoni stimolanti. Mentre l’ipofisi posteriore produce un ormone antidiuretico indispensabile per regolarizzare l’equilibrio dei liquidi, aiutando i reni a trattenere i fluidi dell’organismo. La capacità dell’organismo di far fronte allo stress è sotto il controllo del sistema endocrino … il cervello stimola le ghiandole surrenali a produrre adrenalina (un ormone che permette di affrontare lo stress e le avversità della vita).
na eccessiva reazione allo stress debilita le ghiandole surrenali e crea uno stato di irritabilità, di impazienza, di irosità, mentre una stimolazione insufficiente determina stanchezza, scoraggiamento, tristezza, depressione, passività. Un ormone che aumenta il livello di zuccheri nel sangue costringendo il fegato a scomporre e a rilasciare gli zuccheri immagazzinati. Per portare velocemente lo zucchero nei muscoli striati, nelle cellule, anche la pressione e il ritmo cardiaco aumentano, e il respiro viene anch’esso stimolato per aumentare la quantità di ossigeno disponibile. La digestione si blocca (per avere più sangue nelle parti giuste) e il sangue diventa più denso per favorire la coagulazione in caso di ferite. Così viene indotta l’ipofisi a produrre maggiormente l’ormone che stimola la corteccia surrenale, la quale a sua volta immette nel circolo sanguigno ormoni (glicocorticoidi) che accelerano il metabolismo. Il rilascio di adrenalina e dei glicocorticoidi aumenta i livelli di zucchero nel sangue provocando nel pancreas la produzione di insulina (ormone che aiuta il trasporto dello zucchero nelle cellule). Quando i livelli di zucchero nel sangue sono bassi, l’ipotalamo nel cervello si stimola producendo la sensazione di fame. Il manganese è molto importante per il metabolismo del glucosio e dei grassi, e per la sintesi degli ormoni sessuali. E’ indispensabile per la sua funzione di neurotrasmettitore. La tiroide interviene nella regolarizzazione del livello di calcio nel sangue. Se i livelli di calcio sono troppo alti, la tiroide con un ormone blocca la sua mobilitazione dalle ossa. Il calcio, oltre alla sua fondamentale funzione sostenitrice del sistema osseo, è importante per la regolazione degli impulsi nervosi tra le cellule, per la coagulazione del sangue e per una buona contrazione muscolare (anche cardiaca). Per una sua corretta assimilazione il rapporto sinergico con il magnesio deve essere sempre 2 a 1 … non assimilato si deposita nei tessuti molli.
SISTEMA NERVOSO
l simpatico (adrenalina, noradrenalina: molecola dell’attacco o della fuga) ci stimola e ci eccita; il parasimpatico (produce l’ormone acetilcolina) ci tranquillizza, ci deprime: naturalmente l’uno bilancia l’altro. Sia il simpatico sia il parasimpatico sono collegati a tutti gli organi controllati dal sistema nervoso autonomo, a tutti, tranne che alle ghiandole surrenali. Soltanto il simpatico è connesso con le ghiandole surrenali. Così, quando l’adrenalina è immessa nel sistema circolatorio, e respiriamo più rapidamente, le nostre pulsazioni aumentano e anche la pressione del sangue: ci viene il collo rosso. Non possiamo dire a noi stessi: “adesso mi calmerò, perché non vale la pena arrabbiarsi”. Non possiamo estinguere il nostro stato di ira perché il parasimpatico, quello che deprime, non è connesso alle ghiandole surrenali. Il minerale potassio “controlla” il PSNS mentre il calcio (in caso di disfunzione può essere utile anche B1, B5, D, manganese e magnesio) “controlla” maggiormente il SNS.
APPARATO RESPIRATORIO
BRONCHITE: un messaggio che si fa carico di un conflitto interiore, di un timore … una “stizza” trattenuta … in breve dice: respira aria diversa… aria nuova, di prendere una boccata di ossigeno! … un suono che sostituisce la voce … un pensiero difficile da concretizzare con una frase.
APPARATO CUTANEO
a pelle, o cute, rappresenta il limite estremo che ci separa dal mondo esterno e, di fatto, è quello che mostriamo agli altri. La pelle svolge molteplici funzioni: elimina i prodotti di rifiuto inutili all’economia dell’organismo, mantiene stabile la temperatura corporea attraverso le ghiandole sudoripare, rappresenta la base del tatto con le terminazioni nervose. La pelle, in genere, è in rapporto con l’autovalorizzazione nei confronti dell’esterno. Trattandosi dell’involucro del corpo, rappresenta l’immagine che abbiamo di noi stessi. Qualsiasi problema cutaneo è connesso con un senso di vergogna nei confronti di se stessi. Le persone in questione prestano eccessivamente attenzione a ciò che gli altri possono pensare di loro, e ne prestano troppa anche al proprio giudizio. Non si consentono di essere appieno se stesse, e facilmente si autorifiutano. Spesso si sentono colpite nella loro integrità; sono persone molto sensibili a tutto quello che accade esternamente, che si lasciano troppo facilmente “toccare” dagli altri, e che hanno difficoltà ad amarsi per come sono. La pelle è un organo molto visibile tanto per se stessi tanto per gli altri; sicché più il problema è manifesto, più crea disagio, più indica che il proprio modo di pensare e le proprie credenze nei confronti di se stessi disturbano parecchio ed è urgente provvedere. Il messaggio dei problemi cutanei è importante: è quello di concedersi d’essere un essere umano, con le sue debolezze, i suoi limiti e le sue paure, senza credere, per questo, di non valere nulla.
PSORIASI … i sentimenti parlano, vogliono essere ascoltati: sono sempre tratti personali fragili e sensibili.
Prontuario del viandante errante
RIASSUNTOa visione psicosomatica del corpo e dei suoi meccanismi (fisiologici, mentali ed emotivi) è globale… per i più “sofisticati” olistica. Dice in realtà che non è possibile comprendere la complessità del fenomeno corporeo se non lo si esamina nella sua totalità: corpo e mente (unità organica, morale e spirituale). Questo orientamento scientifico non si limita alla eliminazione dei sintomi. Esso si pone come obiettivo di educare gli individui ad uno stile di vita armonioso con se stessi ed il mondo … un modo di vivere, di pensare e di agire in perfetto equilibrio. Insegna (a contare su se stessi) che col pensiero, con la volontà, con l’azione mentale cosciente si può lavorare alla costruzione della salute fisica, psichica e mentale. La psicosomatica fa ritornare verso il buonsenso perché orienta l’attenzione sulla logica realtà che l’uomo è una entità a sé: una unità inscindibile. Non si può, quindi, diagnosticare e curare, se l’esame dei vari sintomi non è abbinato alla comprensione delle condizioni generali dell’organismo, di quelle mentali ed emotive dell’individuo … senza mai trascurare il sociale. a mente e il corpo - le funzioni organiche e quelle psicologiche - sono un tutt’uno. Il buon funzionamento del corpo non è semplicemente connesso a reazioni biochimiche, ma è preceduto e seguito, a vari livelli, da un tipo di energia “invisibile” (non quantificabile completamente con la strumentazione attuale), che sfugge infatti alla rigida definizione teorica. Dall’ambito di tale energia vitale non vanno tolte le capacità mentali d’intervento e controllo di alcuni meccanismi corporei. Per i più scettici va ricordato che molte funzioni - come la digestione, il battito cardiaco, il controllo degli sfinteri … sono completamente influenzati dallo stato mentale e psicologico. Se l’equilibrio fisiologico raggiunge la sua massima espressione in qualsiasi condizione anche l’aspetto mentale e psicologico viene ad essere influenzato in maniera stabile e duratura. In tal modo, non si arriva a distinguere più l’attività della materia dall’energia vitale, il funzionamento dell’organo dall’energia che lo fa funzionare, lo stato fisiologico da quello psicologico. Questo fenomeno, molto profondo, destabilizzante e sconvolgente (per la scienza “arrogante”) è più che reale. Ad esempio, una condizione leggermente alcalina del sangue - con un pH 7,4 ca. - genera uno stato emotivo di gioia, gratitudine ed ottimismo, mentre uno stato acido del sangue - con un pH 6,8 ca. - causa uno stato emotivo di ira, rancore e pessimismo. Ippocrate dice più o meno: La persona intera ha un rapporto con ognuna delle sue parti ed ogni organo con la persona intera. E’ illogico curare, quindi, un organo e disinteressarsi dell’insieme. E’ l’insieme che conta di più. E’ il tutto che bisogna curare. Un organo malato ci segnala che tutto l’organismo è in “avaria” … non esiste malattia locale, ma malattia dell’organismo. a
malattia non è altro che uno sforzo dell’organismo per
liberarsi di certe sostanze morbose che ingombrano (tossine,
prodotti di rifiuto) … per ripristinare il suo vero stato di
salute. “Contrariare” questo processo di guarigione è
l’errore più grave che si possa commettere. Trattare un organo
separatamente può favorire (o si può investire su) un ulteriore
malessere; l’organo è parte integrante di un tutto, è il
tutto che è malato ancor prima che lo sia l’organo in
questione … è il tutto che deve
essere curato. Non bisogna mai dimenticare che
nell’organismo tutto è legato e che ogni apparato agisce sugli
altri. Nessuna patologia è strettamente connessa ad un solo
organo, ma quando una parte è malata, è tutto l’organismo che
è colpito e che bisogna curare … mai
fermarsi al sintomo! Per lavorare su una patologia
occorre molta pazienza, ma assumendosi la piena “responsabilità”
della propria salute sarà sorprendente scoprire la semplicità e
la validità dei vari meccanismi di guarigione totale … il
nostro benessere non dipende da nessun altro, solo da
noi. Dobbiamo avere sempre la consapevolezza delle
nostre condizioni fisiche, dei vari atteggiamenti mentali e delle
abitudini individuali per superare con successo certi momenti di
crisi… per raggiungere
consapevolmente salute e felicità. La prima mossa
che possiamo fare per acquistare una miglior consapevolezza di
noi stessi è capire che il nostro aspetto esterno, oltre a
parlare con un suo linguaggio specifico, è collegato con il
nostro stato interno. Una volta capita la connessione esterno e
interno del corpo - ovvero i messaggi dell’organismo - è
possibile comprendere la causa della nostra reale condizione e,
quindi, se siamo davvero “responsabili, cortesi, premurosi e
rispettosi” possiamo fare il necessario per porvi rimedio. La
conoscenza, comunque, per buona che sia, non vale nulla se non è
messa in pratica. Non rimandiamo all’indomani ciò che si deve
fare oggi … il
corpo vive il tempo presente. La nostra
salute e il nostro aspetto sono sempre in funzione dell’armonia
con noi stessi, il mondo e gli altri. Una mente calma e felice,
il tipo di esercizio e le varie attività messe in atto, il modo
di pensare, sono tutti fattori indispensabili che si combinano
per creare un flusso energetico armonioso, attivo e regolare,
buona salute generale e grande felicità. Ricordiamoci che nulla
succede per caso, isolatamente nel corpo, e quando qualcosa
appare sull’esterno è il risultato di qualcos’altro che sta
covando all’interno… da piccoli segnali come brufoli,
macchie, colore, rughe, escrescenze, irsutismo, callosità si può
arrivare al cancro. Quando qualcosa cambia all’interno, ciò
mette in moto immediatamente una reazione all’esterno. Se
sappiamo cosa cercare (leggere la reale condizione fisica),
possiamo capire che i segni visibili esterni stanno segnalando,
comunicando qualcosa sullo stato di salute … il
fenomeno interno viene perciò rivelato in superficie. . Le emozioni di rabbia, di contrarietà e di rancore trattenute si esprimono in cefalea, gastrite e crampi addominali; .Quelle relative a commozione, gioia ed entusiasmo si traducono in vertigini, tensione cervicale e cefalea; . Invece la paura, il pianto, l’imbarazzo e la tristezza parlano attraverso colite, nevralgie e rigidità muscolare; . Mentre il trattenere i sentimenti e il desiderio sessuale si esprimono in tachicardia, ansia e depressione… con la testa separata dal corpo si perde il contatto con le proprie potenzialità (cosa è meglio per se stessi), le risorse naturali rendendo così confuse e inefficaci le azioni quotidiane … il corpo è nostro alleato: dobbiamo ascoltarlo … il corpo non lascia in pace perché vuole comunicare qualcosa di estremamente importante. ono proprio i sensi di colpa, il senso di vuoto e di inutilità, il nascondere, l’autocritica, i dubbi, gli schemi mentali, il cercare le cause a tutti i costi per ogni cosa e i falsi giudizi che si hanno in testa a “soffocare”, a bloccare e a spegnere la VITA : una profonda insoddisfazione che fa guardare se stessi e gli altri con sospetto o come perfetti estranei … la vita non chiede mai che le si volti le spalle ma semplicemente di essere VISSUTA , di darle spazio, di non mettersi di “traverso” al suo continuo pulsare che “scorre” naturalmente. ... colpevolizzarsi significa ripetere continuamente quell’esperienza … non lottarci contro significa portare pace, armonia, equilibrio biochimico. |
BUONA LETTURA ... e felice dibattito!
NOTA dell’AUTORE
apita spesso a seguito di letture “illuminanti” - dopo aver letto una breve introduzione di un racconto entusiasmante, qualche riga di un articolo eccitante o poche pagine di un libro a dir poco originale - di rimanere per un attimo disorientati, aver voglia di gettare tutto a mare, di cambiare completamente la propria vita, annullare ogni cosa in maniera definitiva e davvero radicale … fare scelte e prendere decisioni, a volte, in maniera confusa per aderire ad aspettative altrui. NON LO FATE, NON FATEVI INFLUENZARE dalla prima impressione, di quanto è stato scritto (qui o da altre parti), prima di "agire" LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE e poi RILEGGETE ancora il contenuto di questo piccolo o grande lavoro (a voi il responso), solo dopo averlo ”metabolizzato” e “indossato” a pennello potete fare, o non fare, la vostra scelta: ma sempre libera, autonoma, equilibrata, lucida, oculata e responsabile.ICORDIAMOLO, le cose che ci fanno star bene sono - senza ombra di dubbio - quelle che nascono dentro di noi naturalmente e spontaneamente, prodotte sempre senza forzature non quelle prese in prestito da scritti o da influenze strane, sofisticate, artificiali.L’autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi solo a professionisti qualificati e accreditati in questo settore. |
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
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