Quel
fantastico mondo della Medicina Psicosomatica …
APPARATO RESPIRATORIO
vversione
per l'ambiente circostante ... richieste e pressioni, grande
difficoltà a gestire i rapporti e le situazioni insopportabili col
mondo esterno. Trattenersi
sempre, non fare uscire ciò che si è realmente … sono stati
banditi sogni e speranze … si è calati in un’atmosfera
irrespirabile. La respirazione simboleggia
contemporaneamente la possibilità di trattenere o di abbandonarsi al
mondo: accogliere e condividere qualcosa con gli altri … difficoltà
di scambio tra “interno” ed “esterno”.
Bronchite
… un modo di “filtrare” la realtà esterna - piena di
insidie - spesso vissuta come troppo pericolosa e competitiva… una
strategia che permette di difendersi da disagi relazionali e
sensazioni spiacevoli: vietare in qualche modo di far entrare un
clima conflittuale o un’atmosfera spiacevole… Un aiuto naturale:
Alnus glutinosa MG.
Asma
… guai alle scelte, decisioni e progetti autonomi! … si teme
di perdere la continuità degli affetti: la sospensione dell’amore
in un’atmosfera carica di tensione che fa completamente “mancare
l’aria”… si cresce in un ambiente con una figura di riferimento
che non comunica direttamente la propria disapprovazione ma si
presenta in maniera fredda, rigida, intransigente e colma di
aspettative … i polmoni, attraverso l’asma,
segnalano un forte timore - a seguito di qualche decisione o
eventuale scelta - di perdere gli affetti: un fenomeno di natura
conflittuale tra autonomia e paura di essere “abbandonati”.
Un
aiuto naturale: Ribes nigrum MG, Viburno lantana MG …
Tosse
… azione, volontaria o riflessa,
per eliminare ciò che risulta fastidioso: pensieri critici o
negativi non facile da esprimere (secca), contrarietà (grassa)…
bisogna essere più tolleranti!
Laringite
(riguarda la fonazione, l’esprimersi nelle relazioni sociali)…
indecisione, insicurezza, alterazione della capacità di comunicare
verbalmente, paura di dire qualcosa, di esprimersi (di non essere
ascoltati, di dar dispiacere, di essere giudicati, di essere
rifiutati… è meglio tenere le parole a “bada”… dentro!)…
difficoltà ad esprimere le proprie opinioni di fronte ad una persona
che rappresenta una autorità troppo “schiacciante” … ne
consegue così: blocco - risentimento = infiammazione … Un aiuto
naturale: Ribes nigrum.
Faringite
(infiammazione faringe), poiché coinvolge la gola, cavità che
rappresenta la comunicazione e la possibilità di esprimersi, segnala
un’ostilità, un sentimento di rabbia inespresso, un qualcosa che
non passa, che non va davvero giù, non si è potuto reagire o
rispondere adeguatamente.
Pleurite
(infiammazione della membrana che ricopre i polmoni: pleura) …
grande stress fisico di natura relazionale, professionale e sociale,
senso di scontentezza, delusione e di inadeguatezza … fenomeno che
limita, ostacola, toglie l’ossigeno ma anche vitalità: si spengono
speranze, sogni e progetti … Un aiuto naturale: Aesculus
hippocastanum MG.
Polmonite
… persone che attraversano un momento di malessere generale, un
periodo di profondo scoraggiamento, non riescono ad intravedere
nessuna soluzione alle proprie difficoltà: sono stanche di vivere …
non si sentono ripagate per niente del loro investimento affettivo,
non hanno ricevuto i dovuti ringraziamenti o considerazioni per
questo si sentono abbattute e disperate, da qui nasce il dilemma se
continuare a “comunicare” o “chiudere” invece i rapporti.
Enfisema
polmonare (profonda dilatazione delle vie respiratorie): persone
che si sono trattenute, non hanno vissuto completamente la loro vita
per timore di deludere, temono di non essere degne… manca spazio,
manca l’aria nel rapporto di coppia, famigliare e lavorativo.
Angina
(infiammazione faringe) … parole trattenute, tenute dentro, che
rimangono bloccate in gola, che non si dicono per timore di esprimere
qualcosa di “troppo” (rabbia) … incapacità di mandar giù,
trangugiare qualcosa che fa provare collera, di esprimere verbalmente
i propri pensieri ribelli, quello che si sente, ma anche di chiedere
quello che spetta, di cui si ha bisogno.
LA VITA E'
RESPIRO
uesta
affermazione la troviamo anche nella Genesi: “E lo spirito di
Dio aleggiava sull’acqua”: così ebbe inizio la vita. Dice
ancora la Genesi: "Dio disse, facciamo l'uomo a nostra
immagine, a nostra somiglianza... allora Sua Santità plasmò
l'uomo con polvere e insufflò nelle sue narici un alito di vita,
così egli diventò un essere vivente". La vita dell'essere
umano è iniziata, quindi, dal "soffio" di Dio. Ciò
ovviamente, non per scomodare il buon Dio che ha sicuramente
molte altre cose più importanti a cui pensare, ma per
sottolineare che il primo respiro determina la consapevolezza di
essere al mondo, segnala l’entrata sul palcoscenico della vita,
di essere vivi ... mentre l'ultimo respiro spegne la vita. Il
respiro nasce con noi ... con la gioia di vivere. Dalla vita
uterina alla vita autonoma: il primo respiro segna la separazione
dalla madre. Attraverso il processo della respirazione
trasformiamo tutte le sostanze esterne per vivere … uno scambio
incessante con la vita. I polmoni forniscono ossigeno a tutto il
corpo ed eliminano l'anidride carbonica dal sangue... sono legati
all'aria, quindi, al desiderio di vivere. Sono resi vulnerabili
da un vivere soffocante: pianto, tristezza, depressione,
scoraggiamento e disperazione. E' in questa area che avvengono
gli scambi gassosi fra aria e sangue (sangue venoso in sangue
arterioso). Mette in comunicazione il mondo esterno al corpo con
la parte interna, una continua relazione con l’ambiente
circostante: orifizio continuamente aperto verso l'esterno. Il
controllo della respirazione può essere modulato dalla volontà
ma anche in modo incosciente.
uesto fenomeno, ripercuotendosi
sulla respirazione e sugli scambi gassosi, riflette problemi sia
energetici sia relazionali. Il respiro segnale il tipo di vissuto
e i tratti della personalità. Un buon respiro garantisce
l'elasticità, la sicurezza e la fiducia in sé ... ritrovare
fiducia nella propria vita. Polmoni e pelle - respiro e tatto -
sono entrambi organi che mettono in contatto con l’esterno.
Questi organi rappresentano la vitalità, il bisogni di spazio di
libero movimento e la libertà. In realtà, il loro linguaggio,
il loro modo di comunicare, infatti, esprime sempre qualcosa che
riguarda la relazione, il rapporto con l’ambiente
circostante e con gli altri. Le malattie dell'apparato
respiratorio segnalano la propria difficoltà, le situazioni più
o meno conflittuali con l'ambiente circostante (dare e avere).
Essendo un fenomeno collegato al desiderio di vivere, quando si
verificano problematiche polmonari significa che qualcosa nella
vita si è "spento" o sta "soffocando" ...
sono persone spaventate dalla vita. Alcuni detti popolari sono
davvero significativi nel sottolineare come l'apparato
respiratorio possa segnalare molte emozioni: "Avere il fiato
corto, Una bellezza da togliere il fiato, Concedere un po' di
respiro, Mi manca l'aria, Non ho neppure tempo di respirare,
Quella cosa mi blocca il respiro, Sono rimasto senza fiato,
Concedere un po' di respiro". Tutte espressioni che ci
parlano di situazioni, di cose, di eventi, di persone che ci
mettono in difficoltà, a disagio. Il corpo, con il suo disagio,
ci dice di recuperare la nostra vitalità e di superare il
profondo scoraggiamento in atto ... in breve, è giunto il
momento di cominciare a sentire, riprendere contatto con la vita
sociale, provare nuovi desideri e gioia di vivere.
TANCHEZZA
… ripetitività, mancanza di stimoli e iniziative portate
avanti con infiniti sforzi di volontà: è questa la condizione
che solitamente predispone ad un crollo dell’energia vitale…
la mancanza di progetti e la vita che non attrae fa scivolare
verso la stanchezza … la vita diventa faticosa non perché
facciamo troppe cose e tutte faticose ma semplicemente perché
quello che facciamo sono cose che non ci appartengono e starci
dentro ci “stanca” oltre misura: bisogna essere vivi! … dai
spazio agli interessi ed accendi la vita … si stimola, si mette
in moto l’energia con un giusto atteggiamento, un buon cibo
(legumi, cereali integrali, frutta) e una corretta attività
fisica … se si agisce solo per l’approvazione altrui si è
vinti dalla stanchezza: spenti, senza interessi, appesantiti …
spinti solo dal dovere.
e
allergie che riguardano i polmoni sono reazioni improvvise ed
esagerate del sistema immunitario a sostanze che alla maggior
parte delle persone non lasciano alcun segno, non causano
assolutamente sintomi come: • Respiro corto e affannoso, tosse; • Irritazione agli occhi; • Eruzioni cutanee; • Naso chiuso oppure gocciolante.
… l’aria non è importante solo perché
avendo spento le candeline del tuo compleanno ti rendi conto di
aver passato un altro anno sereno, ma soprattutto ti dà vita,
puoi giocare e stuzzicare tuo figlio soffiando aria nei suoi
capelli oppure, nei giochi erotici, sull’orecchio del tuo
amore.
|
Chakra
l
naso riguarda il primo C. (sicurezza, fiducia, voglia di vivere),
gola, laringe e faringe sono aree connesse al quinto C. (esprimersi,
comunicare, farsi comprendere) mentre i bronchi e i polmoni sono
associati al quarto C. (relazioni, amare gli altri e se stessi, dare,
ricevere).
IL POLMONE …
e le sue magie.
o stato
difensivo dell’organismo dalle infezioni respiratorie è legato
alla mancanza o alla perdita della capacità di difendere le proprie
idee, i propri desideri e i propri sentimenti da ingerenti
“influenze” esterne in cui non si è in grado di sottrarsi: una
provvisoria perdita di confini … RINITE … certi virus trovano
facile accesso quando si è più stressati ma è anche un modo di
“espellere” l’invasore: chiudere un po’ i rapporti con il
mondo.
uando
non si rispetta l’equilibrio energetico, è già stato detto, si
creano alterazioni organiche visibili attraverso malattie e
invecchiamento veloce. Gli squilibri energetici, inoltre, si
riflettono sempre sul corpo in certi punti e in zone dolorose, con
eliminazioni mediante l’apparato cutaneo (sudorazione, foruncoli,
pruriti, forfora, ecc.) e con macchie colorate su alcune parte del
volto. Un “indagine” che dà precise indicazioni sia sullo stato
di salute sia l’intervento necessario per riequilibrare il tutto
(evitare malattie). La disfunzione energetica del polmone si
manifesta con una profonda ruga parallela al naso e che parte dagli
zigomi (funzione energetica ridotta). Intorno a questo grosso “solco”
appare spesso acne o qualche infezione. Se non è ben visibile per
evidenziarla basta lavarsi il viso con l’acqua fredda e questa zona
sarà segnata da una macchia bianca (insufficiente ossigenazione).
Evitare quindi le sostanze grasse, perché la scarsità di ossigeno
non riuscirà ad ossidare. Il tasso di carbonio provocherà spasmi
nervosi, mal di testa e uno stato di profondo affaticamento. La
funzione polmonare non è solo quella di ossigenazione e respirazione
ma ha anche il compito di eliminare le tossine del corpo, quando i
reni e il fegato non sono in grado di assicurare completamente (via
secondaria di espulsione delle tossine attraverso le mucose del naso
e dei seni nasali). I polmoni allora avranno il compito di espellere
le tossine non eliminate, caricandosi eccessivamente di tensione
potranno essere in qualche modo danneggiati o irritati (bronchiti,
polmoniti, asma).
e tossine responsabili dell’asma sono il cloruro
di sodio e i prodotti tossici dovuti all’assunzione di farinacei
(eliminare dall’alimentazione cibi a base di cereali, latte, uova,
cioccolato e pesci). Durante
le sue crisi è necessario eliminare completamente il sale, stimolare
le ghiandole surrenali e dare al fegato il minor lavoro possibile
(mangiare: ortaggi verdi, cetrioli, zucchine, meloni). I raffreddori
si verificano soprattutto in inverno, perché la pelle, che ha anche
le sue funzioni di escrezione e di respirazione, riduce la sua
attività. Inoltre si mangia di più, costringendo il fegato e i reni
a una maggiore attività, cosa che di conseguenza sollecita
maggiormente i polmoni, provocando infiammazioni con accumulo di
catarro (eliminare farinacei, zuccheri e grassi). I sapori hanno un
grande rilievo nell’alimentazione e nello stimolare energicamente
gli organi: determinano la formazione degli specifici succhi gastrici
che permettono la digestione e soprattutto l’assimilazione degli
alimenti. Per favorire un organo il sapore corrispondente dovrà
essere leggermente dominante nell’alimentazione (piccante per il
polmone). Se al contrario, un sapore sarà in eccesso, l’organo al
quale esso corrisponde avrà un eccesso di energia e lederà tale
organo… quanto più si va alla ricerca di sapori forti tanto più
l’organismo è intossicato!
a genetica ci differenzia alla nascita
con un aspetto morfologico e una predisposizione al proprio ciclo
distruttivo. Il colore bianco a livello del viso è collegato con i
polmoni (energia dominante dei polmoni). Il soggetto si presenterà
con una morfologia longilinea e con il viso magro. La tristezza
dominerà il suo carattere, sarà molto istintivo e con un andatura
indolente. Avrà una predisposizione alle infezioni cutanee e
polmonari. Nell’alimentazione, un po’ piccante, si consiglia:
cavolfiore, fragole, mele, melone, ravanelli, sedano rapa (affezione
polmonari); aglio, alghe, cipolla, rapa, ravanelli (affezione ai
bronchi); fico, rapa (drenanti dei polmoni) … da eliminare le
sigarette. La sua massima espressione energetica è dalle 3 alle 4;
se è presente una disfunzione, l’organismo manifesterà, in questo
periodo della giornata, aggravamento dei sintomi. Per dare sollievo a
questo organo dovrà essere massaggiata la vertebra dorsale D3
(eccessiva traspirazione del viso, dolori al gomito e alla spalla,
ossigenazione insufficiente, atonia e perdita sensibilità del seno).
ASMA
' una
malattia infiammatoria - un malessere episodico spesso notturno - con
frequenza e intensità variabile, caratterizzata da crisi di dispnea
acuta durante l'espirazione difficile e faticosa, mentre la fase di
inspirazione risulta, il più delle volte, rapida e facile ... uno
spasmo che ostacola l'emissione di aria, il polmone rimane pieno
(controllo, chiusura con l'esterno). Al senso i soffocamento si
accompagnano sempre dei sibili allarmanti ... "fischia" per
farsi sentire, attirare quell'attenzione necessaria per vivere. Un
pianto che non può essere espresso con le lacrime, in quanto - non
esistendo più naturalezza e spontaneità - il canale emotivo è già
stato soppresso da tempo. Il soggetto è calato in un'atmosfera
relazionale carica di tensione o di delusione ... una camicia di
forza in cui non solo si aspetta il rimprovero (senso di colpa) ma,
soprattutto, se esce dalle regole stabilite (da altri) viene
immediatamente sospesa ogni manifestazione d'amore. Un rapporto
ambivalente con una figura di riferimento iperprotettiva. Ecco perché
questi soggetti scelgono nella loro vita affettiva partner che
possano perpetrare (far rivivere) tali dinamiche emotive: presenza
stretta e costante, tolleranza e comprensione, assenza di critiche e
aspettative ... un rapporto in cui non si sente amato e, spesso, ha
paura di amare (amore soffocato). Non si permettono di esprimere la
rabbia, il timore, le lacrime o la gioia. Sono spesso anime in pena,
solitarie dominate da troppa sensibilità. Le persone depresse hanno
un rischio più che doppio di ammalarsi di asma. Poiché riguarda la
vita di relazione e affettiva ci sarà tensione irrisolta al quarto
C. La contrazione muscolare, invece, coinvolgerà il C. relativo al
controllo, ovvero il terzo C.
a
persona che affronta una crisi asmatica segnala il timore che le
venga a mancare il nutrimento affettivo, vuole vivere un’atmosfera
carica di sentimenti e d’amore: spazio alle passioni! ... essendo il
respiro e le emozioni strettamente legati è come se annusasse
l’odore delle situazioni e, soprattutto, della persona con cui
vive.
BALBUZIE
a
balbuzie è un’alterazione del linguaggio caratterizzata da
continue ripetizioni o da blocchi che determinano una particolare
rottura del ritmo e della melodia del discorso. Questa disfunzione
nel corso delle interazioni orali, è spesso accompagnata a diversi
movimenti motori: contrazioni del viso, tic o gesti variabili più o
meno stereotipi del viso, della mano, degli arti inferiori e turbe
respiratorie; sono spesso associate anche a manifestazioni emotive
come ad esempio arrossamenti, disagi, sudorazione delle mani, ecc. Si
devono tuttavia distinguere dalla balbuzie il farfugliamento e lo
sproloquio. Chi farfuglia ha un pensiero proporzionato al linguaggio
espresso, ma vuole formularlo troppo in fretta. Lo sproloquio invece
contiene frasi imperfette, incoerenti nella loro sintassi, con
rottura di costruzione e ripresa, ma senza alterazioni articolatorie.
La balbuzie essendo uno stato psicosomatico, dove il sintomo è
determinato insieme dal tipo di personalità e dalla difficoltà
funzionale specifico a livello della parola, non può essere
considerata fuori dal contesto comunicativo della realizzazione del
linguaggio. Se è vero che può manifestarsi dopo uno shock
emozionale, di solito il suo inizio, per lo più insidioso, si
colloca agli esordi dell’età scolare. In seguito si evolve in
maniera assai variabile, ed è influenzato dalle condizioni del
dialogo, dei suoi retroscena inconsci, dallo stato emozionale e
somatico del soggetto. Pur essendo un disturbo particolarmente
diffuso tra i bambini (più frequente nei maschi che nelle femmine),
la percentuale di balbuzienti nella popolazione adulta sarebbe di
circa 1%. Le diverse ricerche neurofisiologiche non hanno
evidenziato, se non in caso di patologia degenerativa, nessuna
anomalia funzionale, ciò è confermato anche dalla variabilità
della balbuzie da un giorno all’altro in base all’interlocutore,
alla condizione affettiva del soggetto stesso ed al contenuto del suo
discorso.
n gran numero di autori tendono attualmente a dare
importanza soprattutto, in questi disturbi della comunicazione, alle
caratteristiche del rapporto con l’adulto. Insistono sulla base
ansiosa dell’adulto: ansioso o distante e poco caldo che può
suscitare nel bambino un’aggressività ed un’ansia che sarebbero
all’origine della balbuzie (modificazione dinamica dell’apparato
pallido - striato); adulti che mancano di sicurezza e sono
insoddisfatti, infantili e narcisisti, in cui agli atteggiamenti sono
sottesi sentimenti complessi e contraddittori (attaccamento
possessivo, soffocante, che si alterna a rifiuto e aggressione e che
comporta una profonda insoddisfazione da entrambe le parti). La
balbuzie infatti viene particolarmente accentuata quando la relazione
interpersonale è in grado di scatenare un’emozione e s’attenua,
o magari sparisce completamente, quando lo stato emozionale è tenuto
sotto controllo. Le alterazioni psicoaffettive del bambino
balbuziente sono talmente significative che nessuno può tentare di
ignorarle. Alcuni tratti di personalità, infatti, si ritrovano con
un’elevata frequenza: introversione ed ansia, passività e
sottomissione, aggressività ed impulsività in quasi tutte le
descrizioni; tale alterazione diviene più marcata e più intensa se
il soggetto è sotto stress e non riesce ad incanalare la sua
aggressività naturale. In effetti, la genesi di questo fenomeno non
può essere compresa al di fuori del problema della comunicazione e
della realizzazione del linguaggio: le reazioni ansiose, ostili ed
aggressive di fronte ad altri sono così in grado di bloccare la
spontaneità verbale e di far emergere il sintomo.
e persone che
balbettano, da piccole, tendenzialmente avevano tanta paura di
chiedere ed esprimere i propri desideri; da adulti, invece, hanno
timore di chiunque rappresenti l’autorità, soprattutto quando
hanno necessità di esprimere quello che vogliono. Arrivato all’età
adulta, il balbuziente sviluppa spesso un forte timore di balbettare
che lo fa tartagliare ancora di più, cosa di cui si dovrà tener
conto nel programma terapeutico. Quando la balbuzie si manifesta in
una situazione specifica, in presenza di determinate persone, oppure
nel corso di una azione precisa, la prognosi è sicuramente positiva.
Non tutti i balbuzienti balbettano nella stessa maniera e la balbuzie
è differente a seconda delle situazioni. In alcuni casi esistono
situazioni elettive, quali la scuola o la famiglia, e situazioni
stressanti, determinate da personaggi sconosciuti o temuti, dalla
valorizzazione di pensieri pericolosi, dall’ambiente circostante
ansioso. Al contrario, la balbuzie è minore quando il soggetto parla
da solo, quando canta o enumera operazioni aritmetiche imparate a
memoria, quando recita favole e poemi: tutto ciò che impegna dà
impaccio, tutto ciò che è automatico facilita; il balbuziente si
trova a suo agio nel parlare ad animali familiari e potrebbe
facilmente parlare ad esseri inanimati. Le emozioni agiscono su di
lui come blocco quando deve parlare, ma possono talvolta facilitarlo
quando “perde le staffe”. Cosa fare. Moltissimi metodi, a seconda
dell’età del soggetto, sono stati proposti per il trattamento di
questo disagio: tecniche ortofoniche dirette alla cura dei disturbi
della parola e del linguaggio; tecniche psicomotorie ed in
particolare le metodiche di rilassamento; metodo di decondizionamento
e di desensibilizzazione. Il trattamento deve comunque associare una
rieducazione ortofonica con una psicoterapia, la quale anche se non
sopprime il sintomo, migliora però il contesto psicologico. Tecniche
caratterizzate da una focalizzazione meno esclusiva sulla parola,
come il rilassamento o lo psicodramma possono essere di grande
utilità.
BRONCHITE
'
un'infiammazione della mucosa dei bronchi (gonfiore e muco:
ostacolano l’entrata dell’aria). I bronchi avendo a che fare con
il nucleo familiare segnalano, con il disturbo, problematiche in tale
ambiente o in quello lavorativo (discussione, litigio, collera
inespressa verso il comportamento di un membro del proprio ambiente
familiare o lavorativo): un’atmosfera emozionale sgradevole ed
irritante. Individui che - oltre a non sentirsi liberi - evitano il
confronto, le competizioni e le sfide. A causa dei sensi di colpa non
riescono a manifestare una ferma opposizione: non osano, come si suol
dire, nemmeno a “fiatare”. E’ un modo di filtrare la realtà
esterna … un rifiuto a mandar dentro ciò che si vive come
spiacevole. E’ una condizione respiratoria legata al sentimento
d'amore: richiama il tema del dare e del ricevere … un modo di
tenere a debita distanza gli altri.
DISPNEA
intomo
di una respirazione difficoltosa: fame d'aria. Fenomeno normale
quando si compie uno sforzo, diventa patologico se si presenta in
situazioni inaspettate (asma bronchiale, ischemia cardiaca,
broncopneumopatia cronica ostruttiva). Persone ansiose che temono
tutto ciò che le circonda.
LARINGITE
nfiammazione
solitamente acuta della laringe... una comunicazione intensa ed
alterata a livello verbale. Difficoltà, pur desiderandolo, ad
esprimere le proprie opinioni e se stessi. La perdita di voce segnale
una profonda paura, indecisione e insicurezza ... parole che restano
in gola.
PLEURITE
nfiammazione
della pleura (involucro che ricopre i polmoni) ... conflitto nel campo
della comunicazione ... rapporti vissuti come inadeguati, difficili e,
spesso, deludenti (partner, ambiente di lavoro, amici). Per una serie
di eventi (interni o esterni) il soggetto ha dovuto ridimensionare le
sue ambizioni e i suoi progetti ... ha spento i suoi sogni e le sue
speranze future.
POLMONITE
'
un'infezione grave caratterizzata da infiammazione acuta (focolaio o
generalizzata) che colpisce il polmone. Si presenta con temperature
alte, tosse, stanchezza generale, dolori muscolari, mal di testa e
dolori al torace. La comparsa della malattia può manifestarsi
facilmente in soggetti scoraggiati, feriti nel loro intimo, stanchi
di vivere o che stanno attraversando un momento di disperazione.
Persona che sta vivendo in un ambiente (familiare, lavorativo) in cui
ha dato tutto se stesso e che lo ricambia con un'aria "irrespirabile"
e "velenosa". Segnala una potente "esplosione",
una grande tensione interna, un forte conflitto relazionale in quanto
non è stato - a livello affettivo o emotivo - capito e corrisposto.
RINITI E
SINUSITI
nfiammazione
temporanea o cronica della mucosa interna del naso ... prurito,
ostruzioni, starnuti a ripetizione. Le funzioni del naso sono
principalmente quelle di raccogliere l'aria necessaria per la
respirazione e di concedere il lasciapassare agli odori, ma anche di
"fiutare" le atmosfere esistenziali e relazionali (rancori,
desideri, amarezze, sentimenti di vendetta) ... "annusare" i
pericoli e i timori di lasciar passare sottili messaggi di natura
intima. In alcuni casi può richiamare l'attenzione su uno stato di
grande nervosismo, un brusco mutamento dell'ambiente vissuto come
oppressivo, i rapporti con gli altri non soddisfacenti, la paura
della novità e l'ansia per il futuro. Una persona che di solito non
ha una buona visione della vita: sempre alle prese con uno stato
interiore di confusione e di disordine ... freddezza di sentimenti.
1° Chakra.
TOSSE
(funzionale)
spirazione
forzata e rumorosa... espulsione violenta di qualcosa di irritante.
Soggetti che hanno notevole difficoltà ad esprimere verbalmente
alcune cose. Parole bloccate, una stizza trattenuta verso fattori
irritanti o verso determinate persone ... un modo di farsi sentire,
segnalare la propria presenza con rabbia. La tosse secca (non si deve
espellere) è connessa al senso di critica e all'intolleranza, un
modo di esprimere il proprio disappunto. La tosse con muco, invece,
segnala il tentativo di allontanare da se stessi qualcosa di
invivibile: un vissuto soffocante e intrusivo. Una collera che spinge
fuori i torti subiti ... necessità di "sputar in faccia"
al mondo intero.
ALLERGIE
RESPIRATORIE … e il suo linguaggio simbolico
er
comprendere simbolicamente le allergie respiratorie occorre
innanzitutto ricordare che i sintomi manifestati sono collegati
alla dimensione aerea. Infatti, chi esprime i propri disagi
psicosomatici prevalentemente attraverso l’apparato
respiratorio, sovente vive calato in un mondo in cui tutto,
dall’affettività al linguaggio, dal mondo emozionale agli atti
fisiologici, è permeato da un che di aeriforme. Ciò risulta
anche dal linguaggio, spesso ricco di espressioni quali “…
qui c’è puzza di … che aria tira?... quella cosa mi ispira
…” l’individuo caratterizzato da disturbi asmatici e
allergici vive inoltre in modo particolarmente intenso e
problematico l’ambito delle relazioni interpersonali e con
l’ambiente. E questo è comprensibile tenendo presente che,
fisiologicamente, la comunicazione tra l’interno e l’esterno
è espressa e simboleggiata proprio dalla funzione respiratoria:
l’aria immessa nel proprio corpo e successivamente emessa nel
mondo rappresenta infatti una modalità di comunicazione tra noi
stessi e l’Universo, in un continuo processo di scambio. Il
senso profondo dell’allergia. Cosa può significare dunque una
risposta allergica che ostacola tale scambio? L’allergia, in
quanto alterata reazione immunitaria a stimoli che per la maggior
parte delle persone risultano innocui, può essere letta come un
modo per manifestare l’intolleranza a qualcosa proveniente
dall’esterno. In questo senso l’individuo allergico si
caratterizza come “iperdifeso”: il suo sistema immunitario
entra in azione di fronte alla probabilità di un contatto con
sostanze che vengono vissute come pericolose. Ma da cosa si sente
minacciato, in realtà, chi è colpito da questo disturbo, che
cosa rifiuta, cosa allontana da sé? Si tratta in genere di
sostanze che richiamano temi, eventi, nuclei conflittuali spesso
inconsapevoli, ma che per l’individuo allergico risultano
particolarmente significativi.
a primavera: il risveglio
sessuale della Natura. E’ noto che alcune tra le allergie
respiratorie più comuni, ad esempio, compaiono nella stagione
primaverile, proprio nel momento in cui la Vita torna a
germogliare e a rinnovarsi; e sono in particolare gli odori e le
sostanze che circolano nell’aria i messaggeri più diretti e
importanti di questo risveglio carico di valenze simboliche. Tra
queste assumono particolare rilevanza gli aspetti sessuali e
aggressivi, connotati tra l’altro in modo peculiare proprio
dagli odori stessi. La tendenza dell’allergico di fronte a
questi potenti e spesso temibili stimoli è di inconsapevole
insofferenza e resistenza, e si può esprimere in particolare nei
riguardi dei cambiamenti ciclici e del risveglio delle energie
vitali sopite, proprio con le tipiche manifestazioni che
interessano la funzione respiratoria. Le pulsioni provenienti da
questi ambiti vitali vengono infatti spesso vissute
dall’allergico come inconsciamente minacciose per il suo
attuale assetto (emotivo), tanto da provocare l’energica
attivazione delle proprie difese, che può sfociare addirittura
nella tipica sintomatologia che investe naso, bronchi e
congiuntive. L’allergico, quindi, più che dalla sostanza
allergizzante in sé, cerca di difendersi da un elemento del
vissuto soggettivo a cui questa è assimilata, evocando una
difesa che assume significati simbolici differenti (si veda “i
diversi aspetti delle sostanze allergizzanti”).
l polline, ad
esempio, racchiude in sé tutto il potenziale creativo, la carica
lipidica, in un certo senso sessuale, dell’attimo fecondante.
Asma (il fiato diventa corto quando respiriamo “un’aria
minacciosa”). L’ambito maggiormente in gioco in questo
disturbo è quello delle relazioni interpersonali, del rapporto
con l’ambiente familiare, lavorativo, sociale in cui ci si
muove. A differenza della rinite, però, caratterizzata da una
difesa nei confronti dell’ambiente espressa prevalentemente
alla superficie, e quindi in qualche modo contingente, il
conflitto appare qui più profondo e durevole, investendo spesso
ambiti affettivi primari (il rapporto con la madre o le
principali figure di riferimento). E’ un tipo di allergia che
fa di frequente la sua comparsa nei primi anni di vita, a
testimoniare il rifiuto o la difesa inconscia nei confronti di
legami affettivi vissuti come “a doppio taglio”, dove cioè
l’ambito vitale (simboleggiato dall’aria inspirata e
espirata) è sentito come soffocante e pericoloso, al punto che è
necessario “chiuderlo fuori”. La personalità di chi ne
soffre. In molti casi può essere inconsapevolmente attribuita
all’ambiente una minacciosità e un’invadenza che rendono
ragione del tentativo, da parte dell’organismo, di ingaggiare
una strenua difesa contro i presunti “invasori”, siano essi
reali (pollini, polveri) e/o presenti come tali solo nel vissuto
soggettivo. L’aria intrappolata nei bronchi dallo spasmo
asmatico ha dentro di sé qualcosa di “nemico” (allergene):
il paradosso è che si tratta di un’aria-nemica di cui non si
può fare a meno per vivere. E’ questo il conflitto
fondamentale in cui molte volte si dibatte chi è afflitto da
questo disturbo, ovvero l’incapacità di accettare la
dipendenza da qualcosa che appare temibile e comunque
inaccettabile, anzi ostile. Anche un semplice cambiamento di
luogo fisico (da casa a scuola, dall’ufficio all’aria aperta)
può talvolta scatenare o risolvere un attacco d’asma, anche su
base allergica. Questo è spiegabile tenendo conto delle valenze
emotive e simboliche legate all’aria respirata (atmosfera) in
questo o quell’ambiente, tra queste o quelle persone, in un
certo clima affettivo e sociale. Cosa fare. Aprire gradatamente
la comunicazione, prendere confidenza e approfondire gli spazi
conoscitivi e relazionali può così rappresentare
l’atteggiamento vincente per evitare l’insorgenza o
l’estensione degli attacchi asmatici.
’asmatico cerca di stare
alla larga dai suoi sentimenti, in particolar modo dalla rabbia:
una grande difficoltà ad esprimere le emozioni, tirar fuori la
sua aggressività, perché li considera troppo eccessivi, sempre
esagerati e particolarmente distruttivi … reazioni che crede
possano allontanare da lui tutte le persone con cui ha un
rapporto affettivo e, quindi, teme di perdere completamente il
loro affetto… la fame d’aria indica proprio il terrore di
perdere l’amore … CAMBIARE aria con nuove esperienze e
"personaggi" gradevoli, più coinvolgenti e aperti a
livello affettivo, dare spazio alle proprie emozioni represse
PUO’ essere la soluzione migliore.
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Raffreddore
(il naso si
“chiude” per non lasciar entrare odori “invadenti”)
a
respirazione e la percezione degli odori – veicolati attraverso
l’aria da particolari molecole, dette ferormoni – rappresentano
una fondamentale modalità, per il corpo e per la psiche, di entrare
in contatto con il mondo esterno; una modalità che nell’essere
umano è passata un po’ in secondo piano, almeno razionalmente,
rispetto alle altre, ma pur sempre presente e importante. Può però
accadere che durante questo scambio avvenga l’incontro con cose,
situazioni, persone vissute come ostili o fastidiose. Uno starnuto,
ovvero la violenta espulsione dell’aria dalle narici, può stare a
significare una situazione di rifiuto o di tolleranza ... starnuti o
una rinite allergica, dove l’edema della mucosa nasale blocca il
respiro e la percezione degli odori, può infatti manifestare il
tentativo di chiudere fuori una situazione o un’aria divenute
“irrespirabili”. Si tratta spesso di soggetti ipersensibili ai
mutamenti ambientali, che recepiscono immediatamente “l’aria che
tira”, specie sul versante dei rapporti interpersonali e affettivi.
Questa stessa ipersensibilità, d’altra parte, li rende più
vulnerabili e quindi maggiormente difesi nei confronti di quanto
viene da loro percepito. Questo atteggiamento può però portare a
disattendere o negare, ad esempio, le situazioni di conflitto, oppure
coinvolgimenti emotivi quali ad esempio l’innamoramento. Anche la
relativa facilità con cui i bambini e gli adolescenti, cioè
individui psicologicamente ancora poco definiti e non ancora ben
strutturati, vanno incontro alle allergie in genere può avere lo
stesso significato di rafforzare dei confini non ancora ben saldi.
Ovviamente, il contatto con l’allergene è l’evento scatenante
della sintomatologia. La natura della sostanza allergizzante può
però il più delle volte chiarire anche da che cosa, in realtà, ci
si sta difendendo (si veda più avanti “i diversi aspetti delle
sostanze allergizzanti”). E una volta allontanata la paura del
contatto con quella certa pulsione simboleggiata dall’allergene,
l’allergia stessa non ha più ragion d’essere. 1° Chakra (organo
colpito naso: olfatto).
Congiuntivite
(se
blocchiamo la tristezza, gli occhi “piangono” da soli)
olto
spesso alla rinite allergica si associano sintomi oculari di rossore
delle congiuntive, gonfiore alle palpebre, lacrimazione che
attribuiscono a chi ne è affetto, sembianze di uno che sta piangendo
sul serio. Ma che cosa si difende, lacrimando, l’occhio allergico?
Sentimenti come il dolore, la rabbia, la disperazione, la gioia
possono far piangere ma, quando sono temuti, le lacrime vengono
ricacciate indietro e le emozioni che le accompagna viene negata e
nascosta a se stessi e agli altri. Per riuscire allora a “buttar
fuori” quel particolare, sofferto stato d’animo, possono
intervenire anche in questo caso gli occhi, lacrimanti stavolta per
qualcosa (l’allergene) di concreto, ma comunque altrettanto
fastidioso e insidioso. Come per altre manifestazioni allergiche, il
problema principale è la difesa nei confronti di stimoli emozionali
vissuti come troppo coinvolgenti o preponderanti. In particolare, chi
soffre sovente di oculoriniti può esprimere con la sua
sintomatologia il bisogno di eliminare dalla propria vista o di
liberarsi il più velocemente possibile di situazioni, cose, persone
dalle quali si sente minacciato o emarginato. Se non si riesce a far
fronte a queste sorgenti di sofferenze e frustrazione, e viene
impedita l’espressione del proprio disagio, può subentrare insomma
questa lacrimazione “forzata”, che permette di manifestare in
modo innocente ad esempio il proprio vissuto depressivo, inerente una
perdita, una rinuncia, un “lutto” che ha investito in particolare
il proprio campo affettivo. Non sempre l’andamento della
sintomatologia oculare va di pari passo con quella complessiva
provocata dall’allergia: talvolta, infatti, gli occhi cominciano a
lacrimare prima ancora che il naso sia otturato o che si inizi a
starnutire. Può darsi infatti che la sola presenza o la vista
dell’allergene, prima ancora del contatto vero e proprio, possa
scatenare la lacrimazione. L’ideale prevenzione, in questo caso,
passa naturalmente dall’accettazione dei propri vissuti
“lacrimevoli” delle proprie parti deboli oscure.
diversi aspetti delle varie sostanze allergizzanti. Ecco allora che
un’allergia a una determinata sostanza (ad esempio, il polline) può
esprimere da un lato una conflittualità legata alla sessualità –
intesa in particolare come riproduzione – e contemporaneamente una
resistenza al rinnovamento interiore, al cambiamento sollecitato
dall’ambiente nel suo naturale ciclo vitale. Anche l’allergia ai
peli degli animali può indicare una difesa nei confronti della
sessualità, ma in questo caso si teme, maggiormente la sua quota
impulsiva, istintuale. Un’allergia ai peli di cavallo, per esempio
potrà essere rappresentativa di una paura legata all’istintività
propria della sessualità, mentre un’allergia ai peli del gatto
potrà indicare la presenza di difese nei confronti degli aspetti
femminili – di volta in volta passivi o aggressivi – della
stessa. Quando l’allergia si manifesta invece per i peli del cane
saranno senz’altro in gioco le componenti più aggressive della
sessualità. Diversamente, l’allergia alla polvere di casa può
esprimere una difesa contro lo sporco, contro ciò che l’ambiente
chiuso, casalingo o familiare, propone. Così come il naso
starnutisce, anche gli occhi esprimono una modalità difensiva
attraverso la loro particolare forma di allergia, la congiuntivite.
In questo caso, l’eccessiva lacrimazione e la produzione di
materiale di scarico testimoniano, simbolicamente, la presenza di un
dolore o di un sentimento di rabbia da cui l’individuo cerca di
difendersi.
CONCLUSIONI e piccole
CURIOSITA’
a
funzione respiratoria viene attivata subito dopo la nascita,
assicurando in tal modo l’afflusso di ossigeno all’organismo …
si dà vita così a numerose modalità espressive umane (grido,
sorriso, riso, singhiozzo, parola). Il primo bisogno dopo la
separazione dall’organismo materno ... il primo grido che mette
fine allo stato di apnea, la prima espressione di vita
indipendente. E’ il primo scambio autonomo con il mondo
esterno… il primo nutrimento vitale che il mondo offre. La sua
regolazione dipende sempre dalle condizioni dell’organismo, dal
metabolismo e dai bisogni energetici. E’ strettamente legata
alle varie organizzazioni funzionali del sistema nervoso
centrale … ai vari stati psichici ed affettivi. La respirazione
riflette e rivela processi emotivi e affettivi, ed è un
indicatore più affidabile di qualsiasi altra funzione
controllata dal sistema autonomo. La sofferenza riduce la
profondità del respiro, mentre la felicità la fa aumentare…
le persone ansiose hanno una respirazione corta, superficiale e
irregolare. L’emozione fa mancare il respiro o ansimare,
l’angoscia soffoca, l’imprevisto fa restare senza fiato, lo
stato depressivo induce a sospirare, mentre la serenità si
accompagna a una respirazione tranquilla. L’espirazione è un
momento di riposo, l’inspirazione è un movimento attivo. Come
accade con tutti i malesseri funzionali, i problemi respiratori
possono dunque accompagnare le emozioni, assumendo in tal modo un
carattere comunicativo.
’angoscia può così esprimersi
mediante l’iperpnea accompagnata da agitazione. Durante una
crisi d’angoscia infatti il soggetto segnala sensazioni di
soffocamento. I sospiri convulsi, la tosse nervosa, la bolla
faringea sono associati a stati affettivi, così come la
sensazione di mancanza d’aria esprime una paura specifica nel
fobico. L’oppressione depressiva mediante l’iperventilazione
con stridore. Certi disturbi respiratori, come ad esempio gli
sbadigli irrefrenabili, permettono di trasmettere
contemporaneamente il sentimento di noia e l’aggressività
verso l’ambiente circostante. Le turbe funzionali possono
organizzarsi in sindrome, e ne è un tipico esempio il fenomeno
di iperventilazione (si veda D.A.P.) crisi che rivela la presenza
di un disagio emotivo molto profondo, un’organizzazione
psichica comportante una tendenza all’espressività mediante un
linguaggio corporeo. L’aspetto psicosomatico
dell’iperventilazione, e del legame con l’angoscia, è
abbastanza evidente. In certe patologie come ad esempio l’asma,
il fiato diventa corto durante certe relazioni interpersonali …
quando l’ambiente esterno (familiare, lavorativo, sociale)
viene vissuto come invadente o minaccioso. Come la tosse secca e
“stizzosa” che viene espressa in determinate circostanze…
quando si devono affrontare situazioni nuove, parlare in
pubblico, ci si sente particolarmente coinvolti. Un modo di far
sentire al mondo la propria presenza perché si ha difficoltà ad
esprimere la propria aggressività (affermare la propria
personalità, di essere disinvolti, autonomi e spontanei).
Correlazione viso - apparato respiratorio. Le condizioni dei
polmoni possono essere diagnosticate premendo un dito nella zona
situata al centro della gola, sotto le corde vocali: se risulta
dolente questi organi hanno iniziato ad accumulare tossine che
possono evolvere in qualcosa di più complicato. I polmoni,
inoltre, si riflettono nelle guance, in particolar modo nel
colorito. Le guance diventato di colore rossastro quando essi
sono infiammati. Pustolette in questa zona segnalano la presenza
di grassi o muco nei polmoni. Mentre un pallore alle guance ci
parla della debolezza di tale organo.
o
sapevate che un buon respiro nasce dopo aver consumato un buon
piatto di riso, nutrienti con vitamina A, B, C, E … e per
finire un buon caffè (dilata i bronchi) … bandire, però, le
sostanze urticanti, carne rossa, cioccolato, latte.
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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
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