venerdì 15 agosto 2025

 


Ipertensione un killer silenzioso e misterioso. Patologie cardiovascolari e dintorni … un personaggio sotto pressione.


ntroduzione. L'apparato cardiocircolatorio è, secondo la medicina psicosomatica, il centro degli affetti; il sangue diventa l'interprete delle nostre emozioni più profonde e sconvolgenti ...una forza vitale incessante ed ineguagliabile che circola, “liberamente”, nel nostro organismo. Si ricorda che il flusso sanguigno non solo rimane scorrevole fino a che non ci sono depositi o accumuli lipidici nelle arterie, ma anche quando sono presenti forti tensioni emotive: possono creare “ostruzioni” nel lume di ogni organo cavo ... rendono rigide le pareti ed i vasi arteriosi!!! Per la medicina antica era la sede dei sentimenti, luogo delle passioni e degli affetti; parla di un “flusso”, accompagnato da un vivace mondo affettivo che, oltre a nutrire ogni organo del corpo, vuole finalmente farsi sentire … uscire dall'anonimato!!! L'iperteso può essere associato ad una pentola a pressione; essendo un “vulcano in continua eruzione” i suoi valori saranno tendenzialmente alti e, spesso, silenziosi. Uno stato psicofisico in cui l'individuo può sentirsi continuamente tenuto a bada, sotto controllo da forze esterne; una tensione esasperata creata da un ambiente poco “rispettoso” e, spesso, eccessivamente esigente che chiede, senza sosta, “perfezione” o prestazioni eccellenti, sempre di prima "qualità" … di andare al “massimo”!!! La stessa reazione fisiologica si verifica quando il soggetto non è in grado di fronteggiare tali richieste e vuol dimostrare l'opposto, anche se raggiungere, oggettivamente, quei precisi obiettivi è inutile o tempo sprecato; improvvisamente si trova sotto pressione e, nel contempo, nulla deve trapelare dalle sue parole e dalla sua gestualità (persona sempre impeccabile, studente che deve fare una interrogazione talmente sorprendente da impressionare docenti e genitori, un funzionario che deve gestire con molta calma una riunione importante e conflittuale … un primo incontro amoroso ... fenomeni psicofisici che segnalano sempre una tensione esasperata). La psicosomatica non è una “diavoleria” moderna, tantomeno una specializzazione medica recente, ma un meraviglioso ed innovativo strumento terapeutico per tutte quelle patologie provocate o aggravate da situazioni emotive; fondamentale non solo per interpretare correttamente quel sofisticato, continuo ed incessante dialogo tra mente – corpo, ma anche per raggiungere una veloce, permanente e completa guarigione. La visione psicosomatica del corpo e dei suoi meccanismi connessi è sempre globale; un sistema visto nella sua interezza e mai come la somma di singole parti … è lo studio e la ricerca della connessione tra danno fisico e la sua possibile causa di natura psicologica (rapporto fisiologico, emotivo e sociale) … tale metodica, per i lettori più “sofisticati”, è conosciuta, da tempo, come approccio olistico (stato di salute nella sua globalità ... corpo e mente diventa un legame indissolubile). Dice in realtà che non è possibile comprendere la complessità del fenomeno corporeo se non lo si esamina nella sua totalità: unità organica, psichica, sociale ed emotiva. Questo orientamento scientifico non si limita alla eliminazione dei sintomi, ma a portare equilibrio all'intero psicosoma: un ritorno alla vera e completa armonia … il tutto, in pieno accordo con le proprie esigenze e necessità emotive!!! Essa si pone come obiettivo di educare l'individuo all'autoconsapevolezza, ad uno stile di vita armonioso con se stesso ed il mondo circostante … un modo di vivere, di pensare e di agire in perfetto equilibrio con se stessi e gli altri!!! Insegna che col pensiero, con l'impegno, la volontà, con l’azione mentale cosciente, si può - se non si bara - lavorare alla costruzione della propria salute fisica, psichica ed emotiva in maniera globale e permanente … in breve, ad essere anche autonomi, autodeterminati e, soprattutto, contare su se stessi. Nessuno può trarci d'impaccio meglio di noi stessi!!! Queste metodiche terapeutiche psicosomatiche insegnano, quindi, a prendersi cura di se stessi, allontanano il brusio dei pensieri e sospendono i giudizi di valore ... aiutano a far silenzio dentro di sé!!! La psicosomatica fa ritornare verso il buonsenso perché orienta l’attenzione sulla logica realtà che l’uomo è una entità a sé: una unità inscindibile. Non si può curare, quindi, un individuo in maniera globale se l'esame non è abbinato alla comprensione delle condizioni generali dell'intero organismo: sintomi fisici, mentali ed emotivi dell’individuo … senza mai trascurare, ovviamente, le condizioni sociali. 



orpo e psiche è, quindi, un principio vitale comune ad ogni essere vivente e, quindi, secondo l'orientamento scientifico psicosomatico, non dovrebbero mai essere divisi l’uno dall’altra. E' lecito sospettare che, in determinate circostanze, alcuni fattori psichici, come sentimenti, stati d’animo e passioni, possano avere anche una certa “responsabilità” nella malattia … come dire, c'è abbastanza fumo per sospettare un discreto falò. Il vissuto di ogni individuo è fondamentale per conoscere la malattia: vivere ad esempio in un ambiente “freddo” ed ostile, avere una figura di riferimento non proprio a modo, gestire colpe che incessantemente tormentano, affrontare paure che ingabbiano completamente, invidia che corrode, orgoglio che svaluta all’infinito sono tutte cose che possono determinare modelli mentali che intralciano l'esistenza, fanno soffrire e “fallire” … vissuti che non solo producono la sensazione diffusa di non essere amati, di non essere accettati, di non aver diritto a nessun riconoscimento, ma si legano a malattie ben precise che remano contro il benessere reale e la felicità quotidiana di ogni essere vivente. Ancora oggi, purtroppo, chi soffre di un disagio emotivo viene considerato un malato di serie “B”, nessuno gli crede, viene guardato con sospetto e colpevolizzato, escluso dalla vita reale, spesso considerato bugiardo, cattivo, meschino … così piano piano lo sguardo su di lui si trasforma in disprezzo e la sofferenza in vergogna: in breve una persona fastidiosa a cui sono attribuite intenzioni cattive e, quindi, il minimo che si possa fare è cacciarlo dal gruppo dei "veri" malati in modo tale che non possa più tormentare le persone "perbene" che stanno intorno. Ricordiamolo bene e ancora una volta che queste persone sono il “risultato” di dinamiche complesse, di relazioni strane e complicate; cose che si portano dentro da tempo senza averne la minima idea e consapevolezza; non sono né diaboliche, né malvagie, né cattive, né subdole: soffrono soltanto in maniera esagerata perché non sono considerati e non ricevono la giusta attenzione ... amore!!! Un malato di questo tipo non deve mai essere neutralizzato, escluso e, tanto meno, abbandonato perché è "incapace" di vivere da solo se non con grande disagio e sofferenza: la sua vita, purtroppo, se la "distrugge" già da solo!!! Attenzione, però, deve essere rispettato è verissimo, ma mai autorizzato a controllare tutto e tutti … travisare e accettare ogni sua richiesta, mai cadere nell'errore che tutto gli è dovuto … lasciarsi andare ad un facile e pericoloso permissivismo non lo si aiuta sicuramente!!! Lo sappiamo da tempo che attribuire un’eziologia psicosomatica alle malattie comuni incontra, spesso, nel pensiero comune, molte RESISTENZE e parecchia IRRITAZIONE: difficile accettare che siamo sempre noi a generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose “tossiche” che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi emotivi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e nervoso, e quindi con difese ‘basse’ anche le cose più banali risultano difficili da gestire o neutralizzare. Molte malattie sono, senza ombra di dubbio, influenzate oppure determinate da eventi conflittuali emotivi. Ogni patologia, grave o lieve, acuta o cronica, rappresenta sempre un “blocco”, una alterazione sull'intera struttura psicosomatica, una condizione morbosa e singolare a lento decorso: bisogna “riparare” il danno immediatamente, prima che si trasformi in una malattia cronica invalidante. E' comunque un “mal essere” diffuso che influisce direttamente sul sistema nervoso centrale (SNC); un fenomeno che non solo provoca una forte inquietudine interna, ma ostacola completamente anche la normale omeostasi e la funzione dei vari organi strettamente connessi tra loro (le terminazioni nervose comunicando tra loro attraverso i neurotrasmettitori, dopamina e serotonina, concretizzano in maniera positiva o negativa ogni condizione o forma fisica). Non c’è bisogno di scomodare qualche illustre luminare per comprendere la “psicosomatica”, basta una semplice “dose” di attenzione ed empirismo; semplicemente osservare e, ancora, osservare scrupolosamente alcune reazioni psicofisiche; considerare attentamente i vari rapporti fisici e mentali, la stabilità tra benessere organico (circolazione sanguigna, idratazione, stress, luminosità, vista, sonno, astenia, alimentazione, attività fisica ...) ed equilibrio psichico (emozioni, attenzione, agitazione, apatia, perdita di interesse ed entusiasmo …). Tieni presente che nessuno ha l'esclusiva di questo meccanismo fisiologico complesso!!! Lo stato di benessere o di “mal essere” dipende sempre, infatti, da ambiti diversi: fisici e mentali. Se una persona, ad esempio, si spaventa diventa pallida, in certe situazioni, poi, le viene la pelle d’oca (riflesso pilomotore), eccitandosi comincia a sudare, quando è terrorizzata le si può “fermare” il cuore … credetemi, non sono un menagramo, ma tutto, purtroppo, può accadere!!! Le emozioni possono, infatti, manifestarsi in due modi: con un comportamento esteriore (lacrime, grida, stato di agitazione ...) oppure influenzando gli organi emuntori attraverso spasmi e secrezioni ghiandolari. I sintomi fisici sono sempre soggettivi, saranno mascherati, ma non mentono mai, parlano in modo chiaro, con il loro linguaggio specifico e, soprattutto, per analogia; una testa pesante, ad esempio, può segnalare un irritante “sovraccarico” funzionale, ma di che cosa? … di pensieri spazzatura, troppe “responsabilità” magari di altri … di impegni che non hanno niente a che fare con il vero altruismo, ma che riguardano solo il senso del dovere o semplicemente obblighi morali fastidiosi ed irrazionali; attenti, però, abbiamo a che fare con un “cervello che piange”, chiede comprensione ed indulgenza: vuole liberarsi da certi vincoli, riprendersi il suo spazio emozionale, realizzare i propri sogni e progetti, tenuti nell'armadio da troppo tempo; in breve, abbiamo a che fare con esigenze razionali esagerate che non perdono mai l'occasione di censurare quel mondo emozionale vissuto come invadente e pericoloso … ma che è, nonostante tutto, il sale della vita, sempre fantastico!!! Le emozioni di rabbia, di contrarietà e di rancore trattenute, si esprimono in cefalea, gastrite e crampi addominali; quelle relative a commozione, gioia ed entusiasmo si traducono in vertigini, tensione diffusa e cervicale; 
quante volte ci sentiamo dire per un piccolo e leggero dolorino al trapezio - collo: “Beh caro mio, abiti a Ferrara, nella nebbia, con tutta quella umidità vuoi proprio solo tu non avere l'artrosi cervicale? … invece è, spesso, tutt'altra cosa!!! 



l tessuto muscolare è - con tutte le sue specifiche e sofisticate terminazioni nervose - legato ad altri tipi di tensione: “testardaggine”, prendersi troppe responsabilità, voler controllare ogni cosa, non lasciarsi andare alle emozioni … portare il “peso” del mondo sulle proprie spalle (per questa analogia, vedasi il mito greco di Atlante); al contrario, la paura, il pianto, l’imbarazzo e la tristezza parlano per mezzo della colite, nevralgia e rigidità muscolare; i sentimenti e i desideri sessuali trattenuti, sono segnalati, invece, attraverso tachicardia, ansia e depressione. Il sangue, dunque, si fa portavoce dei vari “disagi” della vita ... compresi rifiuti, fallimenti e continue delusioni: diventa un potente ed instancabile veicolo delle emozioni seminate puntualmente in tutto il corpo. Con la testa divisa, separata dal corpo, si diventa “difficili” ed oppositivi, si perde il contatto con le proprie potenzialità: cosa è meglio per se stessi e cosa fare attraverso azioni concrete … con “ricaduta”, ovviamente, anche sull'umore di chi sta intorno; una “spartizione” impropria che, a lungo andare, ostacola le normali funzioni fisiologiche: anche le più banali e semplici sono compromesse, creano disfunzione e contrasto. L'intero psicosoma ha un proprio equilibrio unico e speciale; le nostre cellule contengono una saggezza millenaria: dobbiamo ascoltarle attentamente e attivamente; il corpo, quando insistiamo su cose sbagliate, non ci lascia in “pace” perché vuole “correggerci”, comunicare qualcosa di estremamente importante per il nostro benessere presente e futuro: indica la strada giusta e migliore … di riprenderci quello che ci spetta realmente: armonia, naturalezza e il giusto equilibrio!!! Continua … Questo articolo rientra, come tutti gli altri finora pubblicati, in un programma informativo ed educativo, non prescrittivo; è rivolto alla persona curiosa che vuole liberamente approfondire i vari argomenti, di volta in volta, proposti. Tale narrazione, infatti, per niente esaustiva, vuole stimolare la ricerca e ulteriore conoscenza; ad essere – se lo si vuole – più preparati, consapevoli, responsabili per il proprio benessere, e soprattutto, attivi nel gestire la propria salute … riflettere e decidere liberamente … sapere cosa si vuole realmente e favorire, nel contempo, il dialogo con lo specialista in maniera appropriata e più vantaggiosa possibile per entrambi. Se il segnale fisico diventa fastidioso, insistente e continuo, significa che qualcosa nell'organismo non funziona più per il verso giusto; è probabile che si sia verificata una disfunzione non solo in quella struttura bersaglio, ma si stiano avviando anche dei “danni” significativi e in maniera sistemica, in altri meccanismi fisiologici fondamentali; una struttura che appare, al momento, solo “infiammata” perché reagisce ad una carenza o un moderato eccesso bio – chimico; “bypassata” dalle trasformazioni energetiche, risulta inadeguata alle sue funzioni; isolata e completamente “indifesa”, in quel preciso contesto, aumenta la sua “vulnerabilità”: non più in perfetta sinergia con altri apparati neurologici collegati tra loro; un fenomeno che se persevera nel tempo crea squilibrio e ostacola la normale omeostasi dell'intero organismo; con tale risposta, ovvero la mancata “collaborazione” e la perdita di alcune funzioni fisiologiche, avremo, in quell'organo “tormentato” e nei vari tessuti nervosi coinvolti, prima tensione, poi contrazione, in seguito infiammazione ed, infine, lesione. I disturbi psicosomatici si verificano soprattutto in quei soggetti che non esteriorizzano le loro emozioni. Da un punto di vista clinico avremo due tipologie di personaggi che prendono le distanze dalle proprie sensazioni corporee: anaffettivi (incapacità di provare emozioni … sperimentano poco o nulla) e alessitimici (difficoltà a distinguere e riconoscere gli stati emotivi dai fenomeni fisiologici … non sanno esprimere i propri sentimenti). Essi, non potendo scaricarsi direttamente, coinvolgono il corpo per contenere e gestire ogni situazione difficile e conflittuale; la tensione, quindi, prodotta attraverso una carente o eccessiva produzione ormonale, modifica - a livello strutturale e funzionale - quell'organo preso di mira; indebolito, aumenta il rischio di un aggravamento del problema fisico già in “cantiere” magari da tempo … una evidente recrudescenza di patologie croniche già esistenti. Anche il tempo che passa è poco “galantuomo”, non ci aiuta proprio per niente: danneggia il “motore” ed indebolisce la mente. L'età anagrafica rende, infatti, con il suo cambiamento ormonale, più vulnerabili, fragili, sensibili e scontrosi; ci si trova lì, a singhiozzare silenziosamente, in disparte e senza un motivo apparente. La sensazione di essere fraintesi e per nulla capiti, non solo fa tabula rasa attorno, ma aumenta la tensione, le incomprensioni, il senso di inutilità, la tristezza e la solitudine: rende l'aria irrespirabile, dentro, fuori e in ogni luogo … si rimane da soli, con pensieri fissi ed ipercritici, tormentati da fastidiosi e ripetitivi tarli mentali … quel poco pubblico rimasto, sempre più distratto, si fa critico, diventa un giudice severo e per nulla disponibile. 



'è deserto intorno, nessuno con cui dialogare o condividere piccole esperienze quotidiane; ci si ritrova improvvisamente soli ed impauriti, catapultati su quel palco in cui viene messo in scena, ogni giorno, un modo di fare e di essere sempre più banale, mediocre e privo di interessi … gesti che allontanano, fanno inciampare il cuore, rendono difficili e conflittuali i pochi rapporti rimasti … i progetti calano, le rare uscite sono controllate da un uno stato mentale paranoide, dalla mania di persecuzione, da sospetti e diffidenza verso gli altri; i piaceri scarseggiano, le sensazioni svaniscono, i pensieri cupi, pessimistici e negativi aumentano: la vita sfiorisce, tutto si fa buio e si trasforma in un tragico immobilismo. Anche il passato ci travolge con pensieri insofferenti e mai spenti, che tormentano attraverso interrogativi inutili ed assurdi: “Dovevo comportami diversamente … fare scelte diverse, concrete, sincere, essere più disponibile … prendere decisioni importanti, essere più flessibile, comprensivo e meno testardo … perché ho fatto quello, forse se agivo in maniera diversa le cose sarebbero cambiate … ora sarei più felice” …: niente più consola, il tormento continua e la “pentola” non smette mai di bollire … ma davvero si può cambiare il passato? Il futuro, invece viene cancellato da un presente spento e banale ... e per non farci mancare nulla, anche l'umore si fa altalenante, ballerino, complicato e capriccioso … improvvisamente si entra nel tunnel maniaco – depressivo. Tali ancoraggi assurdi e zavorra emotiva sgradevole, oltre a rallentare il percorso evolutivo, creano il vuoto interiore, distruggono speranze, progetti e spengono la voglia di fare: il mal vivere si fa corpo … si è messi all'angolo, il cuore inciampa e lo si sente in gola: vuole farsi “sentire”!!! Tanto per fare un piccolo anticipo, sembra che alcune tipologie di ipertensione siano causate dalla “collera” repressa per lungo tempo; questa “condizione” clinica - caratterizzata dalla presenza della pressione elevata nel sangue e nelle arterie - verrà manifestata attraverso atteggiamenti, più o meno marcati e apparentemente tranquilli: silenzio, negazione, pensiero critico, indifferenza, meticolosità, calunnia e opposizione ... mettersi di traverso su ogni cosa, anche a livello collaborativo … un “trattenersi” continuo e senza limiti!!! Non dobbiamo mai dimenticare le varie “sorelle” di questo stato psicofisico, ovvero le tipologie più comuni dell'ipertensione e relative personalità: ipotensione (personaggi piuttosto delicati e fragili, perdono facilmente la testa anche alla minima e banale emozione … sono continuamente alle prese con fantasie difficili da governare … le cose impreviste fanno battere la fiacca, perdere la testa), ipercontrollo (sono dei campioni nell'autocontrollo, fermi, irremovibili, supervisori, testardi, non si lasciano andare per nessuna ragione) e iperattività (individui sempre attivi, pieni di energia, non riescono a stare un attimo fermi). Tipologie di ipertesi: da Ipertensione e da ipercontrollo. La maggior parte delle loro problematiche segnalano, spesso, stili di vita caratterizzati da troppo autocontrollo ed eccessivi divieti; sono abili nel gestire e tenere sotto controllo in maniera continuativa il mondo emozionale, impulsi e sensazioni corporee vissute come invadenti; sentimenti ed istinti come sessualità, rabbia, aggressività ed entusiasmo sono azzittiti, tenuti in sordina, sottotono smorzato … difficilmente manifestano le emozioni temute … un fenomeno che sommato all'età anagrafica diventa, per il corpo, una bomba ad orologeria distruttiva … una vita rovente e sulle spine; i sentimenti, quelli autentici, non circolano più, sono stagnanti, tenuti sotto controllo ... bloccati perché sono vissuti come insopportabili, ingovernabili o troppo “pericolosi” nel gestirli … meglio stare alla larga dalla sfera affettiva, dalle passioni invadenti e, soprattutto, guai trasgredire!!! La vera difficoltà è quella di apparire spontanei, lasciarsi andare e sentirsi in prestito in ogni luogo; nonostante sia un personaggio attivo, indaffarato, rapido ed efficiente, appare tranquillo, calmo, posato, dotato di un savoir – faire incredibile (non si infiamma e non perde mai la testa … sempre, però, sul chi va là … un vulcano in continua eruzione) … perennemente dotato di eccessivo controllo, i segnali evidenti di tensione saranno “mascherati”: palpitazioni, vertigini o qualche cefalea … per l'iperattivo, inoltre, dopo una forte delusione oppure una violenta discussione improvvisa, può inviare altri segnali “silenziosi”: manifestare eritrosi al viso, fastidiosi ronzii auricolari, epistassi, disturbi visivi, irrequietezza sia fisica sia psichica. Una mente eccessivamente rigida, che non si ferma mai, si oppone alla spontaneità e naturalezza nel gestire relazioni e situazioni: non ce la fa a lasciar “andare” ciò che è immodificabile … proprio non ne vuol sapere di lasciar scorrere la vita!!! Più passa il tempo e più sono smarriti, disorientati, stanno sempre in uno stato di massima all'erta, sono dominati da un profondo timore dell'imprevisto e di perdere di punto in bianco il controllo; una grande difficoltà ad esprimere felicità, gioia ed affetto. Ricordiamolo ancora una volta che Il corpo sa tante cose, non mente mai, segnala continuamente le nostre condizioni sia fisiche sia mentali; non si sbianca forse per paura o si arrossisce per imbarazzo ed ira? Il cuore è il motore che mette in circolo il fuoco della vita e della creatività (emozioni) … quando perde il suo ritmo significa che la vitalità è stata imprigionata, soffocata o bloccata da regole rigide autoimposte, batte più velocemente solo per ribellarsi dai vincoli e doveri assurdi … cerca solo di trovare il suo spazio, la sua vera dimensione: spontaneità, indipendenza, gioia e libertà … uscire dalla gabbia che, nel tempo, si è creato!!!


icorda, un cuore negato e pietrificato - con pochi sentimenti ed emozioni - si ammala modificando il suo “ritmo”; anche un cuore “frettoloso”, che non si innamora, che non si lascia andare e che non conosce il piacere, blocca le pulsioni. Quando l'emotività fluisce liberamente anche il sangue, senza ostacoli, scorre meglio e diventa leggero ... rimane fluido, slanciato e, perché no, ci “sorride”!!! Questo articolo rientra, come tutti gli altri finora pubblicati, in un programma informativo ed educativo, non prescrittivo; è rivolto alla persona curiosa che vuole liberamente approfondire i vari argomenti, di volta in volta, proposti. Tale narrazione, infatti, per niente esaustiva, vuole stimolare la ricerca e ulteriore conoscenza; ad essere – se lo si vuole – più preparati, consapevoli, responsabili per il proprio benessere, e soprattutto, attivi nel gestire la propria salute … riflettere e decidere liberamente … sapere cosa si vuole realmente e favorire, nel contempo, il dialogo con lo specialista in maniera appropriata e più vantaggiosa possibile per entrambi. Da tempo si ha, dunque, la consapevolezza e la certezza dell’influenza dei fattori emozionali sull’organismo; un perfetto meccanismo di autoregolazione fisiologico in grado di prevenire squilibri e promuovere, nell'immediato, una completa armonia dell'intera struttura psicosomatica; il “progetto” fisiologico è quello di portare una meravigliosa intesa e “convivenza” funzionale tra le varie parti: mette d'accordo sia il corpo sia la mente; nessuno primeggia, non c'è “malcontento” e si collabora con i mezzi che si hanno a disposizione, aiutando o compensando gli eccessi o i “difetti” segnalati da “vicini” più o meno in difficoltà; attraverso tale “capacità” fisiologica naturale, viene conservato, nel fisico e nella psiche, un ineguagliabile equilibrio sistemico e dinamico. Ogni malattia è un fenomeno profondo che coinvolge non soltanto l'organo “bersaglio” o l'apparato in difficoltà, ma tutta la persona: atteggiamento psichico, interazione sociale e dinamiche lavorative … un feedback continuo che influenza direttamente - in eccesso o in difetto - la struttura psicosomatica nel tempo presente: aiuta, per i professionisti più “attenti”, ad interpretare il “danno” in atto o, cosa più importante, anticiparlo. Questa visione unitaria, è un modo di pensare, una cultura e un insegnamento che viene da molto lontano. Una saggia tendenza antica - ma ancora oggi di grande attualità per alcuni studi scientifici all'avanguardia - che considera l’uomo nella sua totalità: una meravigliosa struttura nella quale nessuna parte può trovarsi isolata o esclusa da altre precise ed indispensabili funzioni. La pratica medica, già al tempo di Ippocrate, nonostante fosse esercitata esclusivamente da sacerdoti, spesso più “pizzicagnoli” che uomini di scienza, da stregoni estemporanei e da guaritori improvvisati, aveva una chiara visione olistica del corpo umano e, soprattutto, considerava tale struttura una unità funzionale inscindibile … un qualcosa di indivisibile e, soprattutto, in totale sinergia tra le varie parti: strutture con informazioni correlate e precisi vincoli funzionali. Era ben noto alla medicina antica, infatti, che se si procurava benessere all'individuo (gioia, piacere, soddisfazione), anche a quello più "ignorante", la salute migliorava velocemente. In realtà, avevano già capito che il fattore umano giocava un ruolo fondamentale nella soluzione di qualsiasi problema fisico; l'importanza dei fattori emotivi, delle relazioni umane e sociali sia nell'ammalarsi sia nel guarire erano sempre in primo piano!!! La gioia faceva ingrassare mentre uno stato di tristezza, portava dritti al dimagrimento … ogni interazione con il sentimento di gioia aumenta, in ogni individuo, ancora oggi, non solo il suo benessere, ma anche tutto ciò che realizza diventa meno impegnativo, più facile, scorrevole e ben fatto. Erano profondamente convinti che il malato per riprendersi in mano la propria salute (vita) doveva stare con gli amici, mangiare bene e bere sempre vino di buona qualità e, ovviamente, nella “giusta” quantità: mai irritarlo o annoiarlo … esprimersi sì, ma sempre con rispetto e frasi giuste, mai ossessionarlo e recargli fastidio … era fondamentale coinvolgerlo in qualsiasi attività o relazione. Diversamente, il disagio emotivo poteva avere il sopravento, provocare importanti e profonde modificazioni fisiologiche. Questo tipo di saggezza è, ora ed allora, un meccanismo "scientifico" piuttosto facile, per chiunque, da verificare e conoscere con la massima precisione; infatti, se abbiamo paura non sentiamo altro che un corpo teso, impaurito e contratto, se invece siamo felici percepiamo un corpo leggero, gioioso, elettrizzante e ben funzionante … in breve, con una grande voglia di fare, di collaborare e di aprirsi agli altri. Attraverso una attenta e scrupolosa osservazione diretta avevano compreso che ogni esperienza violenta e sgradevole rendeva la qualità della vita non solo negativa, ma paralizzante e, a lungo andare, davvero invalidante. Tutto era delineato e ben chiaro - seppur in maniera grossolana - che i fattori emozionali e gli eventi esistenziali, particolarmente infausti, erano determinanti sulla salute e, quindi, potevano tradursi facilmente in ogni forma corporea morbosa (avevano una visione unitaria, “olistica” della malattia). Due mondi non in contrapposizione tra loro, ma che esprimono la stessa realtà con modalità diverse: uno mentale e uno fisico. Lo scopo principale della terapia era proprio quello di ristabilire l'equilibrio e il benessere in modo naturale … riportare l'armonia nell'intero organismo. 



enomeno che viene descritto sapientemente, molto tempo più tardi, da C.G.Jung con il concetto di sincronicità: ciò che avviene nel corpo si verifica, nello stesso tempo, anche a livello psichico e viceversa, con un atteggiamento mentale simile al malessere organico in atto. Il corpo è un evento sincronico in cui si considera l’uomo come espressione della simultaneità psicofisica (mente – corpo interagiscono tra loro, senza sosta, nel bene e nel male). Se ad esempio soffriamo di gastrite non solo ci brucia lo stomaco (per la troppa rabbia … producendo acido cloridrico anche quando non ci sono proteine da metabolizzare), ma avremo a livello psichico, comportamenti e atteggiamenti mentali di natura “corrosiva” e di non disponibilità ad “accogliere” il mondo (pensieri che “sgretolano” il corpo e la mente) … i detti popolari ci possono aiutare ancora una volta a definire questo concetto, non si dice forse: “Quella persona non riesco proprio a digerirla” ... in quello stato la si rifiuta e non si accetta nulla da lei ... incapacità di condividere ed elaborare un'esperienza … oppure, ingoiare quel rospo, significa sopportare, subire situazioni e cose … e, ancora, quei personaggi mi stanno proprio sullo stomaco. L’attenzione, quindi, é sempre focalizzata non solo sul disagio fisico, ma anche su elementi come atteggiamento, “temperamento” e “costituzione”. Fin dall'antichità il cuore era, quindi, considerato il centro dell'amore, degli affetti, dell'emozione e della passione: la centralina inequivocabile dei sentimenti. Anche la medicina orientale ha attribuito a quest'organo, da tempo, oltre alla sua preziosa funzione fisica, le stesse analogie ... le sue componenti emotive sono connesse al mondo degli affetti: amare se stessi e gli altri, dare e ricevere, dinamiche relazionali; un prezioso campanello di allarme che segnala i pericoli per il corpo … attento a tutto ciò che proviene “esageratamente” sia dall'esterno sia dall'interno (alimentazione, passione, gioia, collera, stress): un organo intelligente che sente, registra e segnala ogni cosa. Il cuore, essendo un muscolo involontario, funziona al di fuori della nostra consapevolezza. Tale fenomeno - lo sanno bene gli ansiosi durante un importante squilibrio neurovegetativo - può spiegare e chiarire l'influenza di semplici stati emozionali sul ritmo cardiaco: rallentare o diventare frenetico ... essere in balia delle emozioni!!! Tornando ai nostri tempi, considerando la vasta e complessa rete nervosa del cuore, è stata dimostrata - attraverso studi recentissimi ed accreditati - una importante correlazione tra attività cardiaca ed esperienza emotiva: una stretta correlazione fra salute e stili di vita. I tratti caratteristici di quando il muscolo si "arrabbia" e “urla” a squarciagola sono: aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione sanguigna, vertigini, epistassi, sensazione di debolezza e abbondante sudorazione. Sappiamo da tempo che un'emozione "mal controllata" può radicarsi in qualsiasi parte del corpo, ma quando essa ristagna nel cuore significa che tale fenomeno coinvolge la nostra identità, va in profondità, tocca l'interiorità e la gioia di vivere. Ricorda, pochi piaceri e scarse soddisfazioni indeboliscono le energie del cuore. Se "raffreddiamo" lo stato affettivo anche il sangue non circola più come si deve … rimane viscoso e “gelato”. Il distacco esagerato dalla sfera affettiva è, dunque, indice di poco equilibrio esistenziale; l'atmosfera emotiva e rapporti familiari, infatti, in cui si è immersi, giocano un ruolo fondamentale su questo muscolo più che saggio ed intelligente. Il soggetto non solo tende a bloccare le emozioni a svantaggio di un istinto fin troppo “calpestato”, ma gli risulta difficile anche gestire il proprio mondo affettivo. Se si “coltivano” stati emotivi negativi, prima o poi, si paga “dazio” … questi saranno distribuiti all'interno del corpo nello stesso modo … i blocchi e le rinunce determinano, silenziosamente, come è già stato sottolineato più volte, tensione, contrazione, infiammazione e lesione. 


ale mondo affettivo, allora, altro non può fare che esprimersi attraverso l'azione, la frenesia, sempre di corsa, non ci si ferma nemmeno per un attimo … si fa sentire, vuole dare il giusto spazio ai sentimenti buoni, alle emozioni, all'inconscio e ai sogni, spesso lasciati a tacere, nell'ombra; la paura di restare un momento da soli - con emozioni e sentimenti sempre più invadenti e temuti - bussa alla porta. Il cuore esprime sempre i desideri e i progetti di ogni persona. Quando il cuore è “generoso”, “altruista”, “collaborativo”, “disponibile” nel donare e nel ricevere, si vive in piena armonia con se stessi e gli altri; uno stile di vita che trasforma ed aiuta a costruire rapporti particolarmente genuini ed autentici: a buttare dalla finestra, finalmente, regole, convinzioni, credenze che ostacolano e soffocano completamente l'esistenza; si ha sempre un organo in ordine, attivo, attento e vitale che “sparge” e “semina” - continuamente, senza remora, nel tessuto nervoso, attraverso gli ormoni della felicità - euforia, eccitazione e profondo benessere; tolgono la sensazione di fatica, sollecitano relazioni sane e, soprattutto, predispongono ad una buona autostima … attivano e mettono in campo le nostre risorse più preziose!!! Tanto per intenderci, distribuisce molecole importanti in ogni angolo del corpo, in particolar modo “regala” quelle del benessere psicologico con solerzia, naturalezza e spontaneità; queste sostanze non solo rafforzano il corpo e l'anima, rendono i rapporti più sereni e, soprattutto, riducono l'ansia e lo stress, ma fanno aumentare anche il senso di fiducia in se stessi e negli altri (serotonina, dopamina e ossitocina … ormoni che possiamo stimolare anche attraverso una corretta alimentazione, esercizio fisico moderato, ipnosi e stili di vita sani … garantiscono longevità e una discreta qualità di vita). Anche nei detti popolari troviamo, ancora una volta, tantissimi riferimenti e modi di pensare legati più all'aspetto emotivo che fisico: “”"Ascoltare la voce del cuore, Sentirsi stringere il cuore, Avere il cuore in gola, Sentire un tuffo nel cuore, Quella vicenda mi sta molto a cuore, Prendersi a cuore qualcosa, Quell'individuo ha il cuore di pietra, Un uomo senza cuore, Sentirsi allargare il cuore, Fare un gesto di tutto cuore, Togliersi un peso dal cuore, Rubare il cuore di qualcuno, Il cuore che si stringe d'angoscia, Certi pensieri imprigionano il cuore"””… citiamo ora una recente frase di un “personaggio” importante ed insospettabile: “Un cuore chiuso diventa duro come una pietra” … e, ancora, non possiamo dimenticare la famosa canzone “Il giudice” di De Andrè: “E' una carogna di sicuro perché ha il cuore troppo vicino al buco del ….”. Ma torniamo ancora una volta alla narrazione vera e propria. Quando il cuore si "arrabbia" significa che si ha qualche difficoltà a gestire alcuni sentimenti impetuosi, i quali non solo hanno la propensione “naturale” a dominare, ad avere su ogni cosa il sopravvento o prendersi lo spazio che spetta loro di diritto, ma sono anche in grado di gestire e condizionare completamente l'esistenza. Un corpo che segnala - attraverso il suo linguaggio sottile e delicato - non solo la tendenza a tenersi tutto dentro, ma anche la voglia di farsi "sentire”, “difendersi”, “sconfinare” e sentirsi liberi … una lotta continua contro la routine che "spegne" e toglie il "ritmo" giusto!!! Anche quando la lotta si colora di tinte troppo accese e scure - cioè si ricorre ad emozioni forti per sentirsi in qualche modo vivi - il ritmo del cuore finisce per perdere il suo equilibrio; il cuore allora salta in piedi, "esplode", urla a squarciagola!!! Forti stati emotivi improvvisi e contrastanti sono nocivi per il cuore, al punto da determinare un invecchiamento psicosomatico veloce. 



ale condizione psicofisica accelerata può causare un aumento della pressione, come pure condizionare il normale ed immediato funzionamento del meccanismo di riparazione; restringerà, inoltre, i vasi sanguigni, rendendo problematico il passaggio della quantità di sangue necessaria (fondamentale) per mantenere in salute l'intero organismo … un nutrimento continuo e speciale per rendere “frizzante”, “felice” e far “sorridere” ogni organo emuntore!!! Uno stato emotivo più passivo, continuativo, apatico e caratterizzato da pochi interessi, invece, come ad esempio la depressione, pare sia associato solitamente a malattie cardiache abbastanza serie; tale disturbo, infatti, facilita l'aggregazione delle piastrine, esponendo il soggetto a formazione di trombi nelle arterie. In effetti, le persone con tratti depressivi marcati e a lungo termine corrono il rischio di avere un attacco di cuore maggiore rispetto a coloro che non sono in questa condizione emotiva; un senso di impotenza prolungato, inoltre, indebolisce il sistema immunitario e fa invecchiare più velocemente ogni apparato: digerente, uro – genitale, tegumentario, respiratorio e locomotore. Seguendo lo spirito di questi articoli non dovrebbe più meravigliare il lettore attento, quindi, queste piccole perle di “saggezza” espresse in queste brevi esposizioni settimanali, ovvero che le emozioni, il modo in cui si affrontano gli aspetti non razionali della propria esistenza, possano avere un impatto più o meno “violento” e “severo” - spesso “inconsapevole” - sul funzionamento del corpo. Lo stesso fenomeno che porta all'occlusione delle coronarie si può manifestare con le arterie che portano il sangue agli arti inferiori (stenosi). Il risultato? Prima, dolori alle gambe quando si cammina poi, tutto il resto lo sappiamo già (varici). Guai, quindi, bloccare l'istinto, il tuo potenziale vitale, rimetti finalmente in circolo la spontaneità e una giusta dose di passione, solo così puoi ritornare in equilibrio e gestire la tua “pressione” (fisica - mentale). Diceva Shakespeare, in ogni occasione, con grande saggezza, equilibrio e prudenza: “Il cuore si ammala per ciò che non si dice mai”. Attenti, quindi, se non si prende in considerazione il mondo dei sentimenti, esamina in profondità i turbamenti di natura emotiva e cambiamenti fisici in cui si è coinvolti, ogni intervento “terapeutico” sarà “parziale” ed “incompleto”, procederà su un sentiero sterrato; un terreno disagiato e difficile che imboccherà un percorso terapeutico poco chiaro e pericoloso, tanto da cambiare il corso della vita ... costringerà a rinunciare alle cose più preziose e belle del quotidiano … allontanarsi da se stessi, dalla felicità, dalla libertà, dall'autonomia, dalla propria semplice, unica e speciale indole. Anche dare eccessiva importanza alle proprie sensazioni fisiologiche, essere travolti da una paura esagerata, la convinzione o la preoccupazione di avere una malattia incurabile, spesso, può sconvolgere e stravolgere, come è già stato sottolineato varie volte, il più semplice metabolismo o alcune funzioni somatiche normali: battito cardiaco, la sudorazione, sbalzi di temperatura, digestione lenta, oppure qualche fastidiosa alterazione fisica anche se di scarsa importanza come, ad esempio, un banale raffreddore. Possiamo dire, comunque, che molti dei nostri disturbi nelle forme più semplici sono, senza dubbio, esagerati ed immaginari; ogni individuo, proprio perché il suo sviluppo psico - fisico deve percorrere e superare, volenti o nolenti, una serie di fasi evolutive difficili e complesse da comprendere, può guardare fin da quei momenti con sospetto ed allarmismo, ogni cambiamento, fissarsi su alcune innocue, banali e naturali alterazioni fisiologiche: manifestare nel corso della sua vita tali disagi e preoccupazioni in modo esagerato ... ovvero mantenere tratti “ipocondriaci” invalidanti!!! Ogni individuo, infatti, se non “supera” tali momenti evolutivi in maniera armoniosa ed equilibrata, senza ricorrere a sofisticati meccanismi di difesa irrazionali e troppo primitivi per gestire, calmare, compensare la tensione interiore e i conflitti esistenziali, può rimanere imprigionato, intrappolato in importanti dinamiche emotive conflittuali, ancorato, bloccato in fantasie che non hanno niente a che fare con la realtà fisiologica, ma solo con modi di fare puerili, improntati sempre sulla difesa e sul sospetto, a stadi affettivi infantili, non raggiungere mai la vera maturità emotiva che gli permetta di vivere in maniera libera, indipendente e serena la sua vita … interpretare correttamente tali segnali (la condanna è quella di non diventare mai 'adulti' a livello affettivo ed emotivo). E' stato sottolineato più volte che il cuore, fin dall'antichità, era considerato il centro delle emozioni, la sede indiscussa delle passioni e dell'amore: un prezioso punto di raccolta e di smistamento della vita affettiva. Alcune culture, ancora oggi, lo definiscono l'alfiere degli stati d'animo più misterioso e recondito dell'essere umano. Secondo l'antica medicina greca, invece, chi non riusciva ad esprimere il proprio mondo emozionale, rischiava davvero parecchio: sensazione di disagio o, nei peggiori dei casi, ammalare seriamente quell'organo davvero unico e pregiato. 


nche il cinema non è rimasto in disparte. Non a caso il famoso “Uomo di Latta”, personaggio della meravigliosa fiaba “Il Mago di Oz” - dopo averlo perso (cuore) a seguito di un maleficio inflittogli dalla strega dell'Est - lo reclama intensamente come simbolo di bontà, felicità, amore, forza e coraggio. Desiderava ritornare ad assaporare la sua vita intensamente, nella sua interezza e lasciarsi andare a quei momenti di profonda eccitazione vissuta prima dell'incantesimo: coinvolgere ed avvolgere completamente da quei meravigliosi stati d'animo sperimentati in passato con la sua bellissima amata proveniente dal paese dei Munchkins. Voleva semplicemente rivivere quell'esperienza con la sua amata ancora una volta … sperimentare nuovamente un cuore vivace, colorato, rosso, pulsante ed eccitato come la prima volta ... quando il sangue gli scorreva intensamente nelle sue vene con tanta passione, tenerezza e sensibilità. Dialogando con i compagni di viaggio (Dorothy, Spaventapasseri e il Leone codardo) era solito lamentarsi delle sue attuali carenze passionali, delle sue infelici condizioni affettive, del suo misero e mediocre stato emotivo; sottolineava ed affermava che per uno come lui - uomo di “metallo” - il destino era già scritto da tempo, già segnato ... ne sono certo, diceva con una certa insistenza, in ogni suo discorso ... non c'è possibilità di appello che tenga, continuava a dire!!! La vita per me non potrà mai diventare una storia a lieto fine perché il mio mondo affettivo, completamente “arrugginito”, sarà come un bosco in pieno inverno, bloccato, completamente ghiacciato, arido, gelato per l'eternità. In realtà, diceva che il lieto fine non poteva esistere per un uomo senza cuore e, quindi, senza sentimenti; non potrebbe mai abbandonarsi alla spensieratezza dell'età, alla leggerezza della vita, alla passione e alla 'follia' dell'amore. Ai compagni di viaggio ripeteva: “Capisco il vostro tentativo di sollevarmi, di “rincuorarmi”, ma pensate davvero che, in questa condizione, possano esistere ancora, dentro di me, lacrime da versare?” Così l'uomo di latta si struggeva perché, senza eccitazione e passione, si sentiva perso, confuso e vuoto; sospirava pensando a quante belle cose poteva fare - con la sua irresistibile amata - se solo avesse una minima parte di quel suo vecchio cuore tanto agognato, vivace e pulsante ... poteva dimostrare, trasmettere ancora una volta, affetto e tanta passione alla sua dolce amata. Un film che insegna a credere e a far la pace con se stessi ed il mondo intero. ll cuore dell'Uomo di Latta è, secondo la mia visione, simbolo della “competenza emotiva”, quell’insieme di abilità che mettono in risalto la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di amare, di motivare se stessi e di gestire positivamente le proprie emozioni, sia interiormente, sia nelle relazioni sociali … lui desiderava solo riprovare intensamente amore ed emozioni … esprimeva nostalgia per un cuore vero, di carne!!! Parole bellissime che toccano ... il cuore!!! Ma ora torniamo a noi, ai nostri giorni. Al “cuore” dei fanciulli, ad esempio, i quali sono molto più semplici, diretti ed istintivi degli 'attempati' (senior); per gli adolescenti, questa viva affezione appare più genuina, semplice, chiara, naturale e spontanea: loro sì che in questo campo la sanno davvero lunga, non hanno perplessità, esitazione, ostacoli e freni (passione, amore … sempre rispettosi però). Quando sono alle prese con le prime esplosioni ormonali - i primi innamoramenti - lasciano il loro inconfondibile segno, un loro profondo messaggio, la loro inequivocabile impronta, il loro marchio indelebile ovunque ... mettono nero su bianco, scrivono questa loro frenesia, mescolata a tormento, pena e “strazio” d'amore su ogni cosa, senza nessun ritegno e paura; riempiono il diario scolastico di fiamme, di cuori stilizzati, colorati e pulsanti; se nutrono una vera passione, una profonda simpatia verso un compagno non disegnano uno stomaco, un intestino o un polmone accanto al nome dell'innamorato, ma un cuore vivo, rosso e ben infiammato ... trafitto dalle frecce con le punte d'oro di Cupido … una descrizione ricca, appunto, di ardore, calore, gioia e sentimento. Con grande semplicità loro sì che, in quell'atmosfera di profondo entusiasmo ed eccitazione, lo sanno “far battere bene e a tempo”, senza esitazione e nessuna remora … quello vivo, vero e naturale!!! Attenzione, però, devono sempre e, ancora, sempre avere rispetto dell'altro. Solo recentemente alcune scuole di pensiero si sono interessate - con metodo scientifico - a studiare questa condizione, ad approfondire la complessità della dimensione emotiva nella crescita e nell'evoluzione dell’essere umano, rilevando quanto essa sia importante per un sano e completo sviluppo dell'intero organismo (fisico - psichico - sociale). Oggi si riconosce alle emozioni un impatto significativo non solo su tutto il corpo, ma anche sul comportamento umano … la costruzione della personalità e di un quadro clinico più o meno complesso; un fenomeno capace di influire significativamente sull'intero metabolismo e su tutti i meccanismi di apprendimento, sia a livello biologico e sociale sia sulle funzioni cognitive. Chi è alle prese con un “petto lacerato”, spezzato dall'emozione, che ha sofferto di problemi di cuore (mal d'amore), spesso per paura di ricaderci rinuncia ad ogni eventuale esperienza affettiva, di lasciarsi avvolgere e coinvolgere dalle emozioni di ogni giorno ... niente di più sbagliato, perché il cuore è ben più del simbolo della vita - è la vita - si nutre della vita e di ciò che essa offre. Il cuore - se non è tormentato da pensieri spazzatura, contorti e bizzarri - ha fame di cose “buone” (nuove), si ciba di più affetti e si sazia solo di passioni: ecco i veri e profondi segreti di questo organo, davvero grandioso in ogni suo aspetto. ATTENTO, però, questa struttura non si alimenta di costrizioni, rinunce e divieti, ma di eterna “leggerezza” … e, per i più audaci, di qualche “capriccio” in più.


ICORDA, più si introducono cose belle nella vita, più si solleva lo spirito!!! Il cuore si 'ammala' per troppe limitazioni, eccessive forzature ed esagerate censure, per tutto ciò che non dice mai apertamente! Silvia, ad esempio, delusa e sfiduciata da un rapporto oramai logoro e al capolinea, finito in malo modo, per mesi e mesi mi raccontava, tra lacrime e singhiozzi, che non si sarebbe mai più lasciata coinvolgere dalle sciocchezze irrazionali di questa pulsione, nemmeno ingabbiare da questa debolezza assurda, mai più esposta a questa perdita di tempo, a questi sentimenti infantili, inutili e fuorvianti; “””dottore, lei mi è testimone, lo giuro fin da ora, manterrò per sempre questa promessa ... mai più, nessuno farà breccia nel mio cuore”””. Ma non più tardi di un semestre, appena messo un po' di ordine nella sua mente, sgombrate le cianfrusaglie inutili, fatto un po' di spazio dentro se stessa, il suo cuore si scaldò, letteralmente prese fuoco, si infiammò, cominciò a battere più forte di prima, con più energia, entusiasmo, gioia e passione; lasciò aperta finalmente la saracinesca del suo cuore, fece posto ad un'altra relazione importante; al suo amato Giulio che ancora oggi, dopo tanto tempo, frequenta con assiduità e con grande trasporto affettivo. Prima di accomiatarsi, mi disse: “””Sa dottore, aveva ragione, il cuore ringiovanisce, guarisce ogni male e fa fare proprio cose pazze!!!””” BASTA confronti, ogni esperienza è unica, non si ripeterà mai nello stesso modo, ogni evento è sempre, comunque, completamente diverso da quello precedente, perché siamo in continua crescita, evoluzione sia fisica sia psichica … ogni attimo trascorso, seppur impercettibile, è diverso da quello precedente per aspetto e per contenuto. Silvia, aprendo il suo cuore a nuovi entusiasmi, senza timore di ripetere ancora quella “brutta” esperienza, si innamorò nuovamente in modo del tutto naturale e spontaneo; accantonati i pregiudizi, aveva ancora molte cose da raccontare e, soprattutto, pronta a ricevere e dare ancora; ogni avvicinamento amoroso, per mesi e mesi, era boicottato ed ostacolato da disistima, da un modo di pensare diffidente e “bizzarro”, continui lamenti e da ragionamenti contorti: ”A questa età nessuno mi vorrà più, Non me ne va mai bene una, Non valgo nulla, Sono invecchiata, Non sono più quella di prima, Sono fuori dal giro oramai da troppo tempo, Non sopporto questa nuova generazione, non mi ci trovo proprio”vittima - a suo dire - di trame avverse!!! E così, alla fine, con poche pretese, non mettendo in cantiere progetti grandiosi e aspettative fiabesche, superando alcuni blocchi mentali, ha potuto vivere questo nuovo incontro nel tempo presente, con grande gioia e piacere, riscoprendo attrazioni magiche ed eccitazioni travolgenti … attualmente, vive ogni attimo con entusiasmo, minuto dopo minuto con bramosia, ora dopo ora con profonda curiosità e continua eccitazione. Tante belle cose Silvia e Giulio. Si sa ormai con certezza che anche un episodio emotivo singolo, banale e protratto nel tempo non solo modifica l'attività cardiaca, ma vi introduce condizioni speciali a cui corrispondono modificazioni circolatorie intense e, il più delle volte, distruttive. Non bisogna mai dimenticare che quando si esercita un costante e minuzioso controllo su ogni evento della vita, si sviluppa un'attività mentale parallela, la quale - col suo continuo rimuginare - oltre a far 'avvitare” su se stessi, crea una tensione profonda e, soprattutto, se duratura, davvero sconvolgente per tutto l'organismo … apporta danni non solo disastrosi per l'intera struttura, ma spesso anche difficili da recuperare nel tempo; questo stato di eccitazione o di violenta agitazione, a lungo andare, può quindi mettere in crisi un intero sistema biochimico ben organizzato, alterare la pressione e creare seri danni alla salute. Quando ci si focalizza su pensieri giudicanti, svalutativi e persecutori, il corpo si allarma, va in apprensione, comincia a “bollire”: la mente e il cuore “mormorano”, alzano la voce per difendersi da attacchi e minacce con contenuti del tutto inappropriati. Si rischia parecchio quando si scappa dalle passioni ardenti, importanti ed eccitanti … da quelle vere, forti, coinvolgenti e, soprattutto, che “turbano” ed infiammano profondamente alla radice!!! Anche le cose non dette o zittite per il quieto vivere, possono far male, creare compromessi pericolosi, accendere gli animi, agitare la mente e fermentare la sostanza ematica: condurre dritti, dritti ad esagerati ed ingestibili scatti d'ira; meglio esprimere in ogni circostanza il proprio carico emotivo o disagio mentale senza timori: liberarsi dai fardelli silenziosi ed inutili fa sempre buon “sangue”. Basta un minimo di affaticamento mentale o un ancor più blando stimolo emotivo, quale ad esempio uno spavento provocato per burla, per registrare evidenti e significative variazioni della funzionalità cardiocircolatoria … provare per credere!!! Esiste sempre una netta correlazione tra la frequenza cardiaca e lo stato ansiogeno … SEMPRE, anche per i più scettici e quelli davvero “tosti” … la 'giustizia' è uguale per tutti, sia per i detrattori sia per i sostenitori di questo pensiero scientifico!!! 


' stato dimostrato che violente emozioni negative hanno, quindi, un chiaro effetto psicosomatico patogeno su questo organo, fino alle estreme conseguenze; ogni organo emuntore, comunque, può essere preso di mira in funzione alle sue reali condizioni … influenzato da una sua carente o eccessiva stimolazione emotiva. I rapporti tra emozioni e funzione cardiaca sono talmente evidenti ad ognuno di noi, da costituire non solo l'esempio più banale per comprendere il meccanismo della somatizzazione, ma anche per diventare - nel tempo - grandi esperti in grado di comprendere questa affascinante, meravigliosa e misteriosa materia piuttosto complessa … ma sempre univoca, diretta, onesta ed efficace, che non mente mai (vedasi tachicardia da spavento e ipertensione arteriosa secondo la medicina psicosomatica). Un cuore negato e pietrificato - con pochi sentimenti ed emozioni - si ammala modificando il suo “ritmo”; un cuore “testardo”, “ostinato” e “frettoloso” - con un severo giudizio di risolutezza - che non si innamora, non si lascia andare e non conosce il piacere, invece, blocca ogni coinvolgimento e pulsione possibile: il libero fluire delle passioni e dell’erotismo. IMPARIAMO ad ascoltarlo, ogni alterazione cardiaca segnala un modo di essere che, quasi sempre, non ci appartiene. La pressione arteriosa, infatti, regolata dal sistema nervoso simpatico (SNS: attivo in situazioni di emergenza reale o immaginaria ... interviene nelle situazioni di pericolo), aumenta quando l'organismo reagisce a particolari situazioni ambientali complesse da gestire oppure ostili, assumendo un atteggiamento di lotta o di contrasto attivo (il sistema nervoso periferico simpatico ha una funzione stimolante, eccitante, contraente: attiva il meccanismo lotta o fuggi; mentre il sistema nervoso parasimpatico (SNP): attivo durante la digestione, rilassamento, difese immunitarie, immagazzinamento dell'energia … agisce nei momenti di quiete) ha una funzione distensiva, conservativa e di ripristino … ecco perché una buona seduta ipnotica, equilibrando i due sistemi, ci mette sulla corsia preferenziale: quella del benessere!!!. L'attivazione del sistema nervoso simpatico - SNS - è legata all'ansia cronica, allo stress e al temperamento collerico (Dati tecnici. SNS: mette in circolo le catecolamine da parte della midollare del surrene; la noradrenalina e l'adrenalina nel circolo sanguigno determinano numerosi effetti tra cui la liberazione di CRH - corticotropina - da parte dell'ipotalamo. Il CRH determina il rilascio di ACTH - adrenocorticotropo - da parte dell'adenoipofosi che stimola la zona fascicolata a mettere in circolo il cortisolo, ormone essenziale per l'adattamento allo stress). Il controllo parasimpatico è, invece, caratteristico dei soggetti aperti, calmi e disposti a cedere; è importante che ognuno di noi abbia piena consapevolezza di questi fattori a prescindere dal livello di colesterolo che si ha nel sangue. Per questi motivi, piuttosto validi (biochimici, ormonali ...), lo stato emotivo viene, come più volte evidenziato, associato al cuore; alcuni quando sperimentano forti emozioni avvertono un vero e proprio dolore o quantomeno un disagio allo sterno. E' innegabile, pertanto, che i sentimenti interagiscono con il cuore attraverso complessi sistemi comunicativi nervosi ed ormonali ... possono influire sulle condizioni delle arterie coronarie (vasi arteriosi). 

er sostenere, ad esempio, una discussione animata, durante una situazione che tiene in angoscia o in allarme - di fronte ad un evento che mette in pericolo il prestigio che l'individuo nel tempo ha saputo conquistarsi nel proprio ambiente - l'organismo immediatamente si attiva attraverso i suoi neurotrasmettitori rilasciandoli nel circolo sanguigno (adrenalina, noradrenalina, cortisolo); alcuni diranno: uffa, ancora con questa storia; certo, ad ognuno il suo lamento, ma rimane pur sempre il nostro grandioso, meraviglioso ed impareggiabile sistema neuroendocrino, e non possiamo cambiarlo o gestirlo con due giri di mestolo … il nostro sistema nervoso (Centrale e Periferico) funziona in questo modo, dobbiamo coccolarlo, viziarlo, sempre rispettarlo e amarlo, mai “boicottarlo” … non si merita disattenzione, ma attenta considerazione attimo dopo attimo … altrimenti distrugge, silenziosamente, passo dopo passo, il sistema immunitario, si mette automaticamente al servizio dello psichismo e si prepara, con i propri 'strumenti' estemporanei ad una grande battaglia: lotta, fuga o congelamento (legge dello stress) … fattori che condizionano sempre la salute del cuore … ed il resto!!! Ogni stato psicofisico resta efficiente ed attivo fino a che mantiene in equilibrio alcune precise funzioni fisiologiche e, nel contempo, elimina i vari prodotti “tossici” dello stress; se l'impulso nervoso è di breve durata, la condizione di eccitamento si conclude senza provocare modificazioni significative o danni importanti; il pericolo è passato e tutto finisce con un forte senso di sollievo, rilassamento e, a volte, di profonda soddisfazione; in breve, il processo si è concluso positivamente ed è stata finalmente “sfogata” la tensione accumulata ... è terminata solo, comunque, la produzione, ma non il trasporto cellulare di alcune molecole e proteine prodotte dalle ghiandole endocrine; tale fenomeno, infatti,, come più volte ricordato, non si esaurisce immediatamente e completamente, con grande rapidità; le catecolamine come l'adrenalina, la noradrenalina e la dopamina, infatti, rimangono nei muscoli e nel circolo sanguigno per molto tempo alterando, nel bene o nel male, il metabolismo; alcuni pazienti, spesso, mi dicono: “””Sa dottore, lei a volte non me la racconta mica giusta perché da stamattina ho il cuore che “scalpita” e io le posso assicurare che sono 'calmissimo', 'tranquillissimo' e 'sereno' ... da dove viene, allora, tutto questo turbamento? Chi produce questi sentimenti inquietanti? Qual è la causa, allora, di questo mio stato di agitazione e malessere psicofisico diffuso ed invalidante?””” … oramai la “risposta” dovrebbe essere - dopo la “ripetizione” continua di questi argomenti - chiara a molti lettori, se non a tutti; ma questa notte cosa le è successo o magari il giorno prima con chi ha “baruffato”? ... si ricorda cosa bolliva in pentola? Cosa succede a tutti coloro che sono continuamente alle prese con tormenti silenziosi, costretti a mandare giù bocconi amari e fanno finta di farsi scivolare addosso le varie contrarietà? ... non hanno scampo, somatizzano ogni cosa!!! E' meglio lo sappiano subito che rischiano davvero parecchio: diventano, a loro insaputa, i futuri candidati cardiopatici e non solo ... vanno sicuramente oltre!!! In quel frangente non solo sono coinvolte alterazione metaboliche importanti, ma anche altri apparati essenziali sono solidali e impeccabili nel collaborare: chiamati in causa a gestire la situazione complessa o problematica (tieni ben presente che tutti gli apparati lavorano - se non sono presenti importanti disfunzioni - in sinergia per consentire un perfetto equilibrio all'intero organismo … niente viene escluso o si isola!!! … se questo avviene è perché qualcosa non funziona per il verso giusto). In realtà, anche un semplice pensiero critico apre i “rubinetti” ormonali; si continua a produrre non solo quei neurotrasmettitori che eccitano in silenzio e alterano la funzionalità dei vari organi che regolano il metabolismo, ma essi rimangono nel circolo sanguigno per qualche tempo … e la tensione reale è sempre in funzione del quantitativo chimico versato e rimasto nel “torrente”. RICORDA, ogni giorno accumuliamo pressioni mentali, zavorre e pesi emotivi che, volenti o nolenti, non riusciamo a gestire, a “buttar fuori” completamente e che, purtroppo, si riversano pesantemente sul cuore e sull'intero apparato cardiocircolatorio. L'iperteso non solo si priva di piccole emozioni quotidiane, ma è costantemente su di giri, in allarme, inflessibile, permaloso, rancoroso, pronto cioè in ogni momento a manifestare la sua aggressività colpendo all'impazzata, per imporsi spesso su “bersagli” di poco valore, sproporzionati e, a volte, solo per motivi futili: un personaggio apparentemente “impeccabile”, che offre un'immagine esagerata di 'perfezione' ma che, sotto, sotto, nasconde insicurezza e fragilità … come dire, il suo umore può cambiare velocemente come il cielo di Edimburgo!!! Odia completamente le sorprese e gli imprevisti perché rappresentano un attentato ai suoi schemi mentali lineari, fissi e ben ordinati … il suo perenne autocontrollo rischia di aprire una falla emotiva difficile da gestire o “chiudere” completamente; le emozioni sono, infatti, vissute in maniera pericolosa, come una minaccia all'immagine, perdita di equilibrio, sicurezza e stabilità … pare che la terra si sgretoli, manchi sotto i piedi!!! 

embra una pentola a pressione, che bolle continuamente, un “vulcano” nella sua piena espressione ed attività; non è difficile associare sintomi o disagi fastidiosi ed intensi a tali atteggiamenti come ad esempio: vampate di calore, ronzii auricolari, acufeni, visione offuscata, cefalea, agitazione psichica e motoria … se non vuoi esplodere libera le emozioni, lasciati andare, sfogati finalmente, ma veramente in modo spontaneo e sano … sempre, però, ma sempre e ancora sempre nel rispetto di te stesso e degli altri!!! Un personaggio che incessantemente lotta non solo verso pressioni ambientali, ma - il più delle volte - sente il bisogno di difendersi dalla sua aggressività pulsionale oppure dalle “ombre” confuse impresse sui muri (rabbia, sessualità, collera, paura). Con troppi freni le emozioni non circolano più … se 'abbattiamo' controllo, rigidità e tensioni ritroveremo ogni giorno la pressione 'giusta'!!! Un soggetto che per mascherare la sua fragilità ed insicurezza diventa frenetico ed iperattivo; uno stile di vita eccessivamente convulso, continuamente “sfasato” e su di giri; una tendenza all'azione che segnala da una parte un profondo senso del dovere e dall'altra un tentativo maldestro di allontanarsi dai conflitti emotivi … non lasciarsi coinvolgere mai da ansia generalizzata che potrebbe compromettere il suo equilibrio emotivo. RICORDA, ancora una volta, che questi atteggiamenti non devono mai essere osservati attraverso la lente del giudizio di valore, vissuti come patologie o difetti, tantomeno additati come qualcosa di riprovevole, ma visti semplicemente come modalità reattive, meccanismi di difesa, strategie utilizzate - anche se poco efficaci - per interpretare e gestire la realtà … sempre, comunque, per 'salvarsi' dalle “incomprensioni” e dai “pericoli” del mondo circostante ... tentativi, comunque, anche se poco risolutivi, rivolti a portare il “giusto” equilibrio psicosomatico. La famiglia, i valori tradizionali e i suoi pregiudizi sono, poi, vissuti sempre come 'rassicuranti', ma possono “disorientare”, confondere e far perdere la sua unicità; da una parte rappresentano un binario sicuro da seguire, ma dall'altro un limite, se non un vero e proprio ostacolo, una sorta di obbligo e di dovere morale che condizionano pesantemente ogni scelta e decisione. Prigioniero di tradizioni e valori “obsoleti”, offre un'immagine perenne di 'impeccabilità', sempre vigile ed attento, non si fida di nessuno, controlla continuamente ogni reazione e tutti i programmi di chi vive sotto la sua “protezione”, esige in maniera esagerata il massimo rispetto (vincoli e certezze che, a suo dire, non vanno mai messi in discussione … anche quando sono “nocivi” o difficili da gestire … poco funzionali) … guai sgarrare o perdersi in leggerezze; non sopporta di essere messo da parte, giudicato, richiamato, trascurato o dimenticato … per lui conta più l'apparenza che la sostanza; è eternamente in battaglia, in contrasto tra l'affettività esteriore e quella interiore (gentilezza, cortesia esagerata); frenato dalle convenienze ogni impulso istintivo, viene facilmente identificato con una esagerata cura dell'esteriorità e dei propri successi professionali (indossa vestiti di buona stoffa e fattura più per far “colpo” che per comodità o godere di un tessuto pratico, fresco, comodo e funzionale). Ne deriva un tale inaridimento dell'affettività che è capace, di compromettere, da solo, la serenità di una coabitazione e della stessa vita familiare. I pensieri influenzano, notevolmente, non solo l'apparato cardiocircolatorio in maniera persistente, ma creano, per alcuni, anche una profonda inquietudine e forte apprensione: ipertensione ed emozioni sono intimamente legate, strettamente intrecciate tra loro … un composto omogeneo straordinario ed indissolubile che non è possibile separare nemmeno per un attimo. Alcuni atteggiamenti del “vero” iperteso come, ad esempio, la “supervalutazione” di se stesso e la voglia di “strafare” in ogni momento, sono elementi che non solo possono rinforzare il suo “potere” d'azione e di “controllo” su ogni cosa che tocca, ma influenzare negativamente anche i suoi valori pressori in modo permanente; una strategia comportamentale e ben orchestrata, per sentirsi psicologicamente al sicuro e a proprio agio, sia a livello sociale, sia a livello affettivo; una smania d'agire e di un muoversi frenetico che, spesso, non porta da nessuna parte ... il suo credo è, dunque, affaccendarsi, “strafare” e produrre ... deve fare sempre di più del necessario!!! Lo scopo prevalente di questa frenesia d'azione è quello di farsi notare, mettersi in bella mostra e sottolineare i suoi “successi”: ci sono e, quindi, valgo, sono considerato!!! Tutti possono vedere, attraverso i suoi “sacrifici” e l'eccessivo zelo, un personaggio “determinato,” “di un pezzo unico”, “duro”, “fermo”, “onesto”, “impeccabile”, “inflessibile” ed “autonomo”: non ha bisogno di nessuno … ma chi è costui un egocentrico smisurato oppure un narcisista insicuro? Attenzione, però, non andiamo alla ricerca di personaggi incivili, squallidi, asociali e diabolici; questi soggetti per relazionarsi con gli altri e raggiungere i loro obiettivi quotidiani, diventano scaltri e furbi perché devono gestire uno stato di allerta costante ed un'ansia troppo forte ... si sentono continuamente sotto scacco e coinvolti in giudizi di valore piuttosto severi; hanno una loro tattica precisa, un modo di agire macchinoso, impegnativo e ben definito: evitante, diretto, deciso e determinato; sono atteggiamenti difficili da trovare tutti insieme, in un unico comportamento e, quindi, insoliti da scovare ... spesso sono segnali inviati attraverso una condotta confusa e mascherata, di cui si ha solo un vago sentore ... il tutto percepito di sfuggita, in stile “bon ton”; possono essere espressi, però, singolarmente, a volte con moderazione e sfumature diverse, altre volte invece con un modo di fare fermo, risoluto ed intransigente … quasi fastidioso, invadente, arrogante ed autoritario. Guai colpevolizzare e far sentire in colpa questi soggetti dei loro gesti estremi perché quei tratti, appena accennati, appartengono - volenti o nolenti - in modo diverso, magari più diluiti e meno marcati, ad ognuno di noi. E' facile scoprire che, in certe occasioni, non siamo, poi, così diversi dagli altri!!! 

a nostra è una iniziativa culturale che non ha scopi “denigratori”, ma solo l'ambizione di fornire elementi “educativi” e costruttivi … promuovere e favorire modelli mentali ordinati, armoniosi, liberi e solidi per il proprio benessere!!! E' convinto, quasi sempre, di essere dalla parte giusta e, pare, non conosca nessun tipo di vulnerabilità … crede di avere il pieno “controllo” di ogni situazione … nei suoi rapporti quotidiani ci sono sempre troppi torti da castigare, punire e riscattare tramite un profondo spirito di rivalsa!!! Con questa corazza emotiva così “rigida” e “robusta” non ammetterà mai di essere in difetto, che possa, eventualmente, sbagliare su qualche dettaglio relazionale o lavorativo ... deve muoversi sempre secondo la propria volontà interiore rigida e, soprattutto, in un'atmosfera di certezza, “grandiosità” e sicurezza: essere considerato e rispettato in ogni angolo del mondo!!! … diventa un vulcano che erutta al solo sentore di essere frainteso, trascurato, disubbidito e poco considerato!!! ATTENZIONE, però, il fenomeno deve essere sempre visto come modalità difensiva e non come atteggiamento fanfaronesco!!! Questa è l'unica modalità reattiva che ha imparato, nel tempo, per gestire il suo mondo affettivo e sociale … nel suo cammino non è riuscito a mettere in atto abilità cognitive e strategie comportamentali più “economiche” e vantaggiose per la sua psiche. Non va etichettato, tantomeno isolato o escluso dalla vita sociale, ma solo “educato”, invitato al rispetto di se stesso e dell'altro … guai assecondarlo o giustificarlo, ma promuovere uno scambio verbale chiaro, sincero e spontaneo ... un dialogo costruttivo vantaggioso per entrambi, rispettando sempre le proprie esigenze soggettive … salvaguardando, in ogni caso, idee e sentimenti personali!!! Egli è convinto che quando qualcuno non esegue alla lettera i suoi ordini e i suoi consigli non solo è un ingrato ed insolente, ma lo considera anche un eventuale manipolatore, un perfetto guastafeste perché, prima o poi, tenterà in qualche modo di boicottarlo … in breve, rema contro, potrebbe diventare un potenziale rivale e un possibile nemico … un probabile giudice severo e astuto denigratore!!! Deve sempre offrire, secondo la sua singolare unità di misura, un'immagine di coerenza, perfezione e, soprattutto, di alta rettitudine morale. Ma che fatica sollevare, sostenere e portare avanti un “peso” del genere!!! E' un soggetto contraddistinto da iperemotività, sempre alle prese con la gestione di un carico emotivo pesante e caratterizzato da pensieri che si intrecciano in modo disordinato e categorico: si mette, il più delle volte, in una posizione critica e di sotto pressione … ha a che fare con impegni esagerati e scadenze improvvise le quali impongono un faticoso ed eccessivo ritmo di vita: sempre in “last moment” direbbe ancora qualcuno … solo in questo modo può “evitare” disgregazione emotiva, incomprensione, attrito e scontro!!! Una figura sempre ipercontrollata, che nega il suo reale stato emozionale … gestisce il tutto con un attivismo continuo, “perfetto”, frenetico e smisurato; è sempre alle prese con un rimuginare incessante ... pensa ancor prima di sentire!!! Rievoca continuamente ferite affettive non risolte o per nulla metabolizzate, magari solo pensate, non reali, come ad esempio offese, umiliazione, rifiuto, ingiustizia e tradimento … alle prese perennemente con emozioni negative di lunga data, spesso di poco conto, legate a sentimenti di rabbia, collera, rancore e paura … non riesce proprio a lasciare il passato nel passato!!! Si ricorda, ancora una volta, che ogni tipo di tensione provoca inevitabilmente un aumento, più o meno intenso, del tono ortosimpatico e dei livelli di sostanze ormonali nel liquido ematico come le catecolamine circolanti in tutto il corpo (Dati tecnici. Ortosimpatico detto anche simpatico: ha varie funzioni legate alla generica reazione di attacco o fuga mediata da due neurotrasmettitori importanti come acetilcolina e noradrenalina). Sarebbe come voler chiudere le porte all'istinto sessuale. Impossibile, perché tale fenomeno ha una componente non solo culturale – sociale, ma soprattutto un contenuto ormonale che preme, vuole esprimersi, fare il suo corso, realizzare la sua vera natura attraverso i vari neurotrasmettitori: testosterone, estrogeni, dopamina, ossitocina e vasopressina (ormoni dell'amore). Il ruolo biologico non può essere “cancellato”, ma “incanalato”, convogliato e gestito nel rispetto del proprio benessere e degli altri … bisogna imparare a “giocare” sia con l'emotività sia con l'energia a disposizione. Gli atteggiamenti manifestati dal soggetto iperteso, come ad esempio negazione dell'evidenza, timore continuo di lasciarsi andare, non voler rinunciare a certe caparbietà, evitare di entrare in contatto con l'interiorità cronicizzata, aumentano le tensioni nell'organismo e, quindi, creano rigidità nei muscoli striati e lisci: induriscono le arterie e, a lungo andare, anche l'animo!!! Si sa da tempo che l'individuo “predisposto” al “mal di cuore” è, di solito, dinamico, ambizioso, di indole battagliera e sempre in lotta con il mondo intero; tali caratteristiche comportamentali, accompagnate da una forte agitazione in continua ascesa, accelerano - all'improvviso senza alcuna ragione ed apparente necessità - alcune funzioni cardiache specifiche; le extrasistoli, infatti, si fanno sentire alterando la frequenza e il ritmo cardiaco; il cuore corre, batte forte, si contrae, si ha la sensazione di averlo in gola e non non solo lì!!! I “guai” sono vicini; non pompando il sangue in maniera efficace, tutti gli organi non ricevono il giusto dosaggio di ossigeno: il senso di svenimento, in quel contesto, si fa forte, diventa intenso e rende deboli. 

n personaggio che, quindi, obbligandosi a lavorare intensamente, a svolgere attività che superano di gran lunga le sue normali capacità, trascura, poi, ogni basilare principio di prudenza ed “igiene” … semplici norme per prevenire patologie sia fisiche sia mentali … portato, senza se e senza ma, ad una rigorosa ed eccessiva autodisciplina … un personaggio a cui non piace perdere e, soprattutto, detesta “sciupare” il tempo!!! Dovrebbe imparare, invece, per uscire da questo stallo, attesa forzata ed invalidante confusione, a “decelerare”, a differire e delegare ad altri un po' di compiti quotidiani: lasciarsi andare qualche volta in più alle emozioni!!! Questa strategia potrebbe, se ben consapevole e continuativa, aiutare a ridurre la tensione senza rinunciare ad importanti soddisfazioni creative della vita quotidiana. Bisogna fermarsi sempre prima che sia troppo tardi!!! Una discreta passività ed inversione di rotta della propria condotta, può far “guadagnare” non pochi millimetri di mercurio nei valori della pressione. Lo so sono noioso, banale e fastidioso, a menzionare sempre con insistenza questi suoi gesti “esagerati”, ma allo stato attuale - stando alle più recenti ed accreditate ricerche - sono e rimangono uno dei principali fattori che ci fanno “partire” alla svelta ... molto tempo prima del previsto: accorciano la vita!!! Tieni presente che i nostri atteggiamenti singolari, stili di vita originali e le “confuse” emozioni sono strettamente connessi con i disturbi cardiaci, ogni turbamento affettivo non è sicuramente meno importante di altre cattive abitudini o problemi clinici ben evidenti, come obesità, fumo, alcol alimentazione, ereditarietà e sedentarietà. L'equazione che faccio spesso è fin troppo semplice; ovvero, abbiamo un “pensiero” in atto, vissuto come minaccioso o pericoloso, le ghiandole surrenali vengono in soccorso producendo adrenalina, la quale, immessa nel circolo sanguigno, agita completamente il “circuito” contraendo le piccole arterie. Il cuore che è un muscolo “perfetto”, non vuole - in quel frangente - “aiutanti” improvvisati, estemporanei e poco qualificati nella gestione delle sue funzioni e, quindi, cerca sempre, in qualche modo, di gestire e raggiungere il suo obiettivo metabolico a modo suo, attivando gli strumenti in dotazione: aumentando il ritmo delle pulsazioni cerca di mantenere il sangue scorrevole e costante; il tutto viene avvertito, però, da un “segnale”, a volte doloroso, chiamato angina pectoris. La cosa poi non finisce qui. Un'emozione che “spezza” il cuore non solo accelera l'azione di ristringimento delle arterie coronariche, ma tale processo interferisce anche nel metabolismo dei grassi: sovraccarica il plasma di colesterolo, il quale, altro non fa che ispessire le arterie e renderle ruvide, creare ateromi. Ricordiamolo ancora una volta che il colesterolo è, nel sangue, un elemento essenziale per un corretto funzionamento dell'organismo (agisce sugli ormoni steroidei, costituisce la buona funzionalità e la corretta riparazione della membrana cellulare, partecipa alla sintesi della vit. D; un colesterolo basso determina stanchezza, debolezza muscolare e problemi cognitivi; alto invece stipsi, stanchezza mentale, dolore agli arti, occhi stanchi ed infossati; è prodotto nel fegato (controlla il livello) e non si trova nella frutta, verdure e cereali; il pesce e la carne bianca ne contengono piccole quantità … c'è sempre un rapporto significativo tra alimentazione ricca di colesterolo e una elevata mortalità per disturbi delle coronarie). Si ricorda che l'alimentazione è - con le sue specifiche sinergie - un problema complesso e che i bisogni individuali variano parecchio da persona a persona, ma anche la tensione emotiva può - pur mangiando in modo sano, mantenendo una dieta povera di grassi e svolgendo un moderato esercizio fisico - creare le sue “vittime”: provocare improvvisamente un aumento notevole del tasso di colesterolo nel sangue.



l colesterolo ha due funzioni precise: esogena ed endogena. Quello endogeno proviene da una reazione biochimica realizzata dal fegato, mentre quello esogeno deriva dai vari alimenti, in particolar modo da: tuorlo d'uovo, formaggi, latte e grassi animali. Quello alimentare viene assorbito dall'intestino ed eliminato, nella maggior parte dei casi, attraverso la bile; come sopra si sottolineava, è davvero importante per le sue preziose funzioni: influisce sul meccanismo che regola la permeabilità delle membrane cellulari, interviene nell'assorbimento e nel trasporto dei grassi, blocca alcune sostanze tossiche (lisocitina, lisocefalina), partecipa inoltre alla formazione di numerosi ormoni, fra cui quelli sessuali. Il valore accettabile della sua concentrazione nel plasma è di 180 – 200 mg%; valori più alti (ipercolesterolemia) non sempre indicano una vera patologia, ma in alcuni casi una dislipidemia familiare. Ricordiamo ancora una volta che l'adrenalina non è un castigo venuto del cielo ma, in certe situazioni, di grande aiuto per affrontare minacce e risolvere i vari problemi, in quanto, ci dà, nel giusto dosaggio, energia, vigore e prontezza di riflessi … diventa un guaio solo quando non c'è nessun “drago” da sconfiggere oppure è solo nella nostra mente!!! Un cuore estraneo alle emozioni che non è in grado di “assorbire” e “allontanare”, tanto meno di adattarsi e, quindi, far fronte a situazioni estreme, altro non può fare che alzare la voce: aritmia e tachicardia sono le prime cose a portata di 'cuore'!!! Un “atleta”, per fortuna, perennemente in “pista” che non riesce proprio a stare in silenzio, zitto e a mettersi in disparte: un organo che quando è messo all'angolo vuol dire sempre la sua … a volte, purtroppo, anche l'ultima!!! RICORDA, per avere un quadro ipertensivo a lungo termine non basta sperimentare singoli episodi di frustrazione o piccole istanze aggressive trattenute, bisogna che tale tendenza psichica divenga un tratto permanente, stabile e rigido della personalità. Quando i momenti di stress sono episodici e brevi non si avrà una vera e propria 'somatizzazione' cioè una modificazione energetica, ormonale e tessutale a carico del corpo in modo stabile; la reazione non ha avuto il tempo di trasformare o alterare organi o apparati; il rischio che ciò accada, comunque, è statisticamente sempre elevato; non bisogna mai dimenticare, inoltre, altri elementi importanti che entrano in gioco e possono aggravare la situazione cardiocircolatoria come l'età del soggetto, la sua reale situazione sociale, fumo, alcol, sedentarietà e, soprattutto, l'alimentazione … giocano sempre un ruolo determinante!!! Se quei tratti di personalità e il suo correlato somatico permangono, è possibile che si passi in modo rapido allo stadio successivo: allo sviluppo di quelle malattie per le quali l'ipertensione è “fattore di rischio” (infarto, ictus)Ogni fattore di rischio cardiovascolare può essere interpretato, pertanto, nel seguente modo; vi è una funzione fisiologica normale e sempre attiva che appartiene al patrimonio genetico, espressivo ed assertivo di ogni individuo e, dunque, anche al suo psichismo che, a seguito di vicende esistenziali e relazionali complesse, potrebbe manifestarsi, a livello fisiologico, in modo eccessivo, poco equilibrato e “fuori” tempo, creando scompiglio all'intera struttura in questione. Questo meccanismo neurobiologico, si manifesta perché il soggetto, improvvisamente, gestisce i rapporti sociali e lavorativi, con atteggiamenti estremi e, quindi, influenza - con i suoi comportamenti oppositivi - l'attività ormonale … un personaggio che nelle relazioni può essere completamente riservato, chiuso a riccio, con una forte tendenza all'introversione oppure eccessivamente aperto su tutto, perdendo il tal modo la capacità di assegnare alle cose il giusto valore; oltre ad aver “perso” il suo giudizio critico, agisce attraverso meccanismi mentali rigidi, estremi ed ipercritici. Tale reazione psico – fisica attivata, in quella circostanza particolare, non può essere “annullata” all'istante perché è tenuta in “vita” dalla saggezza dei flussi energetici del corpo che “comunicano” solo ed esclusivamente attraverso un loro inconfondibile e singolare “linguaggio”: elettrico e biochimico; un processo fisiologico che funziona per mezzo di un suo codice specifico e può essere tratto in “inganno” da stimoli sensoriali confusi e pensieri allarmanti; non è possibile invertire immediatamente la “rotta, annullare all'istante il quantitativo ormonale presente nel plasma; non ci sono “strategie” risolutive istantanee, per renderlo inefficace in tempo reale, se non “fermarsi”, respirare lentamente e profondamente, bere acqua naturale (introdurre ossigeno) … bisogna “sedersi”, interrompere tale produzione ormonale e aspettare che il tutto - con le mosse giuste - si esaurisca il prima possibile … una reazione che se non viene messa a tacere con le dovute “correzioni”, si “interrompe” in ritardo e con qualche grattacapo!!! 


nostri fedeli e preziosi ormoni – neurotrasmettitori, quelli che eccitano per intenderci, rimangono attivi, nel circolo sanguigno, per sostenerci e supportarci al meglio nei momenti percepiti come difficili. Se il processo reattivo è frutto di stimoli ambivalenti e, quindi, produce in modo improprio i suoi prodotti biochimici, esso prenderà la strada più lunga e contorta: si trasformerà in un sintomo fastidioso ... un fenomeno patologico con sintomi psichici ben precisi (ansia o depressione ...) oppure verrà - a livello più profondo di negazione - “scaricato” sotto forma di un disagio corporeo che, però, nella forma del suo manifestarsi, a livello somatico, richiamerà analogicamente quella motivazione psicologica bloccata, che non ha avuto il suo corso naturale, la sua normale e regolare conclusione; così si crea uno squilibrio psicosomatico che innesca un aumento della pressione sanguigna accompagnata da altri seri problemi: ictus, aneurisma e serie difficoltà renali (controllare la tiroide è sempre una mossa giusta ... gli ormoni tiroidei influenzano la frequenza cardiaca; produzione alta produce tachicardia, bassa invece un battito lento - bradicardia - e dispnea). La terapia medica dell'ipertensione da sola - sempre fondamentale e da effettuare con la massima solerzia - se non vengono presi in considerazione gli aspetti emotivi più volte citati, non può “bastare” in modo definitivo. Se non viene gettato uno sguardo anche sui tratti psicologici in atto e sulle situazioni relazionali conflittuali o frustranti che si sono scaricate nel sintomo ipertensivo, due pericoli sono in agguato. Il primo elemento è che la terapia farmacologica non funzioni adeguatamente, in maniera risolutiva, e quindi eluda il suo vero scopo di controllare gli allarmanti ed improvvisi sbalzi pressori. Il secondo rischio è che si sia abbassata la pressione, ma il soggetto sviluppi dei sintomi di natura psichica, come ad esempio un quadro clinico depressivo abbastanza serio e persistente. In realtà, il sintomo è stato eliminato, ma il modo di fare e, quindi, la motivazione psicologica che rimaneva nascosta dietro di esso non è stata in alcun modo interpretata, compresa, soddisfatta o risolta completamente; in questa prospettiva avremo un ex iperteso che non corre più il rischio di infarto o ictus, ma si trova stanco, deluso, apatico, insoddisfatto, astenico e facilmente irritabile … in balia di un devastante ed invalidante “umore nero”. L'ipertensione, quindi, potrà essere espressione di una forte repressione aggressiva o di desideri rimossi, ma anche un segnale della presenza di un'intensità di tali motivazioni, così forte da mettere a dura prova le risorse profonde del futuro paziente. Il corpo allora con il suo singolare “tam tam”, si fa sentire e dice: calmati, rallenta, fermati e critica di meno. Un soggetto che dal punto di vista sociale appare di solito adeguatamente adattato e ben inserito ... a dire il vero, in alcuni ambienti lavorativi è anche particolarmente ricercato ed apprezzato per la sua disponibilità ed affidabilità; in realtà, però, il più delle volte, non riesce ad esprimersi in maniera corretta e stabilire un accettabile rapporto con la propria aggressività creando situazioni imbarazzanti a livello relazionale e lavorativo … viene visto, per la sua inflessibilità e durezza, con “sospetto e diffidenza”; in tal modo non riesce ad adottare né comportamenti di fuga, né comportamenti di lotta (vedasi meccanismo sistema nervoso periferico simpatico – parasimpatico). Questo blocco cronico dei sentimenti ostili, affonda le radici in una insoddisfacente gestione delle esperienze aggressive: un modo di reagire che appartiene alla storia familiare ... riguarda il “passato”, l'identità (infanzia). E' chiaro che se un conflitto psichico crea confusione e blocca l'azione, ovvero la corrente energetica (attivazione chimica, ormonale), impedendo a questa di accedere ad una dimensione comportamentale “normale”, l'iperattivazione “simpatica” (adrenalina, cortisolo) produrrà un eccesso di “combustibile” e, quindi un mal – funzionamento fisiologico … queste sostanze prodotte eccessivamente ed erroneamente, anziché sostenere e proteggere il soggetto, lo agiteranno e lo angosceranno ancora di più. Tale reazione, creando una improvvisa somatizzazione del conflitto stesso, farà aumentare la pressione arteriosa. Saper comprendere i propri stati emotivi e comunicarli agli altri, saper riconoscere ed identificarsi negli stati affettivi delle persone con cui interagiamo, saper accettare e gestire in modo efficace le emozioni avverse è un’insieme di abilità fondamentali ed indispensabili che fanno bene non soltanto ai vari rapporti, alla vita professionale e sociale, ma anche alla salute in generale. 


itornando a noi, possiamo dire che il cuore è un organo che, in realtà, “pulsa”, agisce come una pompa instancabile; più che battere, si restringe e si dilata, un incessante movimento di contrazione (sistole) e rilasciamento (diastole); rappresenta l'elemento principale del nostro impianto idraulico, ci accompagna e segnala, sempre con molta discrezione, la sua presenza (carenza, eccesso, passione, gioia, collera). A volte diventa un importante campanello di allarme che avverte dei pericoli per il corpo provenienti sia dall'esterno sia dall'interno (rifiuti tossici, alimentazione, stile di vita, schemi mentali): un muscolo intelligente ed impareggiabile che si restringe e si dilata, sente e registra ogni cosa … se non lo “bastoniamo” è sempre naturale e spontaneo in ogni sua funzione!!! Un po' di anatomia, fisiologia … e piccole curiosità. L'apparato cardiocircolatorio è costituito da tre preziosi elementi: sangue, vasi sanguigni e cuore. Il cuore è una pompa a pressione che spinge il sangue, con il suo carico di ossigeno, in ogni parte del corpo … un liquido pieno di sostanze nutritive, ma anche di rifiuti. I quattro o sei litri di sangue che, in media, sono presenti nel corpo umano, spinti appunto dal cuore, se non trovano ostacoli, realizzano un giro completo ogni minuto circa. In una giornata il cuore riceve e mette in circolo, senza arrestarsi neppure un momento, circa 9.000 litri di sangue. Qualsiasi muscolo, comunque, anche il più perfetto, non può resistere senza un discreto “riposo”. Le pause fra un “tic” e il successivo “tac”, per quanto brevi, rappresentano un “affidabile” riposo (ciclo cardiaco: sistole – diastole). La sua dimensione è all'incirca come un normale pugno (270 gr.) ed è comodamente protetto da una resistente membrana chiamata pericardio. La sua attività spontanea e ritmica, in uno stato di riposo è, circa, 72 battiti al minuto, fino a 100 – 140 durante uno sforzo, più o meno 50 durante il sonno. Queste pulsazioni non sono percepite solo nel cuore, ma anche in corrispondenza di un'arteria superficiale perché le contrazione dei ventricoli si trasmettono alle arterie (polso - radiale; tempia - temporale). Il cuore è attaccato al corpo per mezzo di grossi vasi sanguigni che escono dalla parte inferiore; è appeso dentro il torace e rivolto diagonalmente all'ingiù verso la parte sinistra. Il suo compito è, dunque, quello di pompare il sangue nell'intero organismo percorrendo un sistema di canali chiusi. E' composto essenzialmente da tessuto muscolare (miocardio) e da tessuto connettivo e fibroso (tessuto di sostegno, valvole). All'interno ci sono quattro cavità: le due superiori sono denominati “atri”, mentre le due inferiori “ventricoli”. Ogni atrio è in comunicazione con il ventricolo sottostante per mezzo di un'apertura (ostio atrio – ventricolare) che si chiude attraverso una valvola. Dal ventricolo sinistro con le sistole viene fatta uscire la quantità di sangue sufficiente per tutte le reali necessità dell'organismo. Le sue due parti destra (contiene il sangue venoso: con poco ossigeno - tranne le vene polmonari che trasportano il sangue ossigenato - ma carico di anidride carbonica e prodotti di scarto … colore rosso scuro) e sinistra (arterioso, ossigenato … colore rosso vivo) sono divise da una parete stagna; il setto verticale che divide le due parti impedisce che il sangue di un “sito” (sx) vada nell'altro (dx); ognuna delle due metà è ulteriormente suddivisa, da una membrana perforata, in una cavità superiore detta “atrio” e una inferiore detta “ventricolo”. Si hanno così un ventricolo destro e un ventricolo sinistro. Queste valvole consentono il passaggio del sangue solo dall'alto verso il basso. Il sangue ossigenato o arterioso, proveniente dai polmoni, penetra nell'atrio sinistro attraverso le vene polmonari. Poi passa nel ventricolo sinistro che lo immette nell'arteria aorta, il vaso più grosso del corpo umano. Dopo aver scaricato l'ossigeno, il sangue, carico di anidride carbonica entra nell'atrio destro attraverso la vena cava superiore e la vena cava inferiore. Scende nel ventricolo corrispondente ed infine, tramite l'arteria polmonare, ritorna ai polmoni per ossigenarsi nuovamente. Il lavoro del cuore è simile a quello di una pompa che, dilatandosi, aspira (diastole) il sangue proveniente dalle vene e lo preme (sistole) nelle arterie contraendosi … durante l'azione sistole, i ventricoli si contraggono e spingono fuori il sangue dal cuore, nella diastole, invece, i ventricoli si riposano e, nel contempo, si riempiono di sangue. 


a pressione del sangue è la misura della tensione dei vasi sanguigni che si dilatano in proporzione della spinta della sistole e ritornano al loro normale calibro con la diastole. Ad ogni sistole la pressione raggiunge i valori massimi (pressione massima) a ogni diastole quelli minimi (pressione minima). Abbiamo visto che nella parte sinistra del cuore circola il sangue arterioso (ricco di ossigeno) mentre nella parte destra circola il sangue venoso deossigenato. I muscoli specifici di questo organo sono così saggiamente disposti ed intrecciati che possono contrarsi, attorcigliarsi e spingere fuori il contenuto delle loro camere nella fase chiamata sistole. Ma cosa attiva realmente il cuore? Un “quadro” elettrico, chiamato “nodo atrioventricolare”, produce normalmente, più o meno, una settantina di volte al minuto, un piccolo impulso elettrico, che si dirama in tutte le fibre del muscolo cardiaco, determinando la relativa contrazione. Il cuore ha, dunque, il compito di mantenere il sangue in circolazione in due ben precisi circuiti. Uno, che parte dal “vano” sinistro dell'organo in questione - il famoso “grande circolo” - porta il sangue in tutto il corpo per la manutenzione dei vari tessuti. L'altro circuito, indipendente e relativamente più ridotto, va dal “vano” destro del cuore direttamente ai polmoni, per permettere al sangue di eliminare il suo gas tossico (anidride carbonica), ma soprattutto ricaricarsi di ossigeno (circolo polmonare). Il sangue venoso - scuro, carico di gas tossico e di materiale di rifiuto - raccolto, nel suo regolare percorso, attraverso le vene, è aspirato nell'atrio destro nel momento in cui esso si trova nella fase di rilassamento (diastole). Quando l'atrio è pieno di sangue, la valvola collocata sul fondo dell'atrio stesso si apre per far passare il sangue nel ventricolo sottostante; appena il ventricolo è pieno, la forza pressoria della pompa chiude la valvola, che si gonfia a mo di paracadute. La stessa “spinta” “apre”, nel contempo, un'altra serie di valvole e fa uscire il sangue dal ventricolo immettendolo nell'arteria che porta direttamente ai polmoni. Nei polmoni il sangue venoso si pulisce, sostituendo l'anidride carbonica con l'ossigeno tratto dall'ambiente circostante (operazione che si conclude in circa dieci secondi). Così “bonificato” e rinfrescato, il sangue ritorna al cuore di un bel colore rosso vivo. Nel frattempo, il “vano” sinistro del muscolo, più potente di quello destro, procede con la fase successiva in sintonia con la prima: il sangue arriva, fresco dai polmoni, nell'atrio sinistro. Quando quest'ultimo è pieno, la valvola si apre e il ventricolo inizia a riempirsi. In breve tempo il ventricolo si contrae, spingendo il liquido nell'aorta, la grande arteria che parte dalla base del cuore. Quanto la pressione nell'aorta è maggiore che nel ventricolo, le valvole situate tra il ventricolo e l'aorta si chiudono. Da questo grande vaso arterioso, parte il sangue di un bel colore rosso (ossigenato) e ramificandosi, lentamente, attraverso arterie, arteriole e piccoli capillari, raggiunge ogni piccola cellula del corpo … nutrendola e proteggendola. Il cuore ripete, pertanto, questo meccanismo di contrazione e rilassamento - in termini più scientifici sistole e diastole - giorno dopo giorno, mese dopo mese, all'infinito … sia in salute sia in malattia … nella gioia e nel dolore … con una grandiosa efficienza davvero invidiabile. Allora non “deludiamolo”: rendiamolo felice. La miglior difesa che possiamo attivare contro i vari attentati cardiaci è mantenere una certa serenità d'animo. Esprimersi senza eccedere, non soltanto diminuisce il pericolo di una costante tensione interna, ma rende meno necessaria, a portata di “cuore”, una rabbia aggressiva e violenta. Il sangue, dunque, viene spinto dal cuore nell'albero arterioso che lo porta in periferia per nutrire ed ossigenare gli organi ed i tessuti, poi ritorna al cuore attraverso la rete venosa. Perché il circolo sanguigno possa mantenersi è necessario che vi sia nell'albero circolatorio un'adeguata “spinta” (pressione). Una pressione troppo bassa provoca una insufficiente ossigenazione dei tessuti, con sintomi piuttosto fastidiosi, quali debolezza, pallore e capogiri. Una pressione troppo alta, invece, può dare qualche volta dei sintomi disturbanti, pericolosi e particolarmente invalidanti (cefalea, ronzii alle orecchie, epistassi …). ATTENZIONE, però, tale condizione fisiologica, più frequentemente, non dà alcun sintomo e viene “scoperta” nel corso di un banale esame medico, eseguito per altri motivi, durante il quale la misurazione della pressione rivela valori superiori alla media. Una pressione troppo alta, quindi, sottopone il cuore ad uno sforzo eccessivo e può portare, nel tempo, a patologie diverse e piuttosto gravi come infarto, ictus, malattie a carico del rene, retina ed altri organi importanti. L'ipertensione arteriosa non è, dunque, a rigore, una vera e propria malattia, quanto un fattore di rischio per altre patologie. Il cuore, essendo un muscolo involontario, funziona al di fuori della nostra consapevolezza. Tale fenomeno può - lo sanno bene gli ansiosi durante un importante squilibrio neurovegetativo - spiegare e chiarire l'influenza di semplici stati emozionali sul ritmo cardiaco: rallentare o diventare frenetico, essere in balia delle emozioni, ma anche un organo che si allarga e si gonfia dalla gioia. 


a struttura delle arterie, infatti, è composta da tre importanti tipi di tessuti. La parte più interna è a contatto con il sangue e non deve creare attrito, deve mantenere, però, la sua natura scivolosa perché il sangue possa scorrere velocemente e senza “ostacoli" … una meravigliosa tunica elastica interna perennemente in contatto con il liquido ematico; la parte intermedia, invece, è un tessuto muscolare ed è collegato con quello che succede soprattutto nella “testa”: si contrae quando si è depressi o ansiosi, e si apre quando si fa attività ginnica per permettere il passaggio di una quantità maggiore di sangue, per rifornire direttamente organi e muscoli di ossigeno; la parte esterna, elastica e di composizione connettivale, tiene unita l'arteria e la protegge dall'esterno. Considerando la vasta e complessa rete nervosa del cuore, è stata dimostrata scientificamente, come più volte sottolineato in questa iniziativa culturale - attraverso studi recentissimi ed accreditati - una stretta correlazione tra attività cardiaca ed esperienza emotiva: una stretta correlazione fra salute e stili di vita. I tratti caratteristici e significativi di quando il muscolo si "arrabbia" sono: aumento della frequenza del battito cardiaco e della pressione sanguigna, vertigini, sensazione di debolezza, abbondante sudorazione. Sappiamo da tempo che un'emozione "mal controllata" può radicarsi in qualsiasi parte del corpo, ma quando essa ristagna nel cuore significa che tale fenomeno coinvolge la nostra identità, va in profondità, tocca l'interiorità e la gioia di vivere; non esistono piaceri - se non quelli estremi o eccessivi - che indeboliscono le energie del cuore, anzi la felicità rende tale organo piuttosto brillante, vivace e, soprattutto, giovane e sano: un impianto idraulico che tiene accesa la vita. Se "raffreddiamo", invece, lo stato affettivo anche il sangue, in balia dei neurotrasmettitori ed ormoni, si altera, non circola più come si deve. Il distacco esagerato dalla sfera affettiva è dunque indice di poco equilibrio esistenziale; l'atmosfera emotiva e i rapporti familiari in cui si è immersi giocano sempre un ruolo fondamentale su questo muscolo intelligente e davvero unico (la coppia felice, che coltiva le proprie passioni in maniera libera, autonoma, naturale e spontanea, pare sia meno a rischio di “rotture” e malattie varie … si ammala di meno). Il soggetto rigido, inflessibile, tutto di un pezzo, non solo tende a bloccare le emozioni, ma gli risulta difficile anche gestire il proprio mondo affettivo. Se si coltivano stati emotivi negativi, prima o poi, questi, saranno distribuiti all'interno del corpo nello stesso modo. Tale mondo affettivo, allora, altro non può fare che esprimersi attraverso l'azione, la fuga da un qualcosa che nemmeno il soggetto sa: sempre di corsa, non si ferma nemmeno per un attimo … sia con la carne sia con la parola!!! Ma la paura di restare un momento da soli - faccia a faccia con emozioni e sentimenti - prima o poi bussa alla porta per incassare i “sospesi”far finta di nulla prima o poi si paga dazio!!! Il cuore segnala, quindi, un modo di essere, esprime i desideri e i progetti di ogni persona. Con il cuore a “posto” si vive in piena armonia, nella gioia e nell'amore. Quando il cuore si "arrabbia" significa che ci sono difficoltà a gestire sentimenti ed emozioni … uno stato emotivo da cui si prendono le distanze perché, coinvolgendo giudizi di valore, crea imbarazzo ... si teme un giudizio negativo … un fenomeno che, silenziosamente, prende il sopravvento e, quindi, gestisce e condiziona completamente l'esistenza; un corpo che non solo segnala - attraverso il suo linguaggio sottile - la tendenza a tenersi tutto dentro, ma anche la voglia di farsi "sentire": una lotta continua contro la routine che "spegne" la vita e toglie il "ritmo" giusto. Quando la lotta, infatti, si colora di tinte troppo accese, cioè si ricorre a emozioni forti per sentirsi vivi, il ritmo del cuore finisce per perdere il suo equilibrio: il cuore "esplode". Forti stati emotivi improvvisi sono nocivi per il cuore, al punto da determinare un invecchiamento fisico veloce (ecco perché alcuni cardiologi suggeriscono, dopo un lieve infarto, di fare sesso non con partner occasionali, ma con quello abituale … se fatto con “gentilezza” diventa un buon allenamento che non presenta rischi e pericoli ma, soprattutto, “rinforza”). Alcune condizioni emotive possono determinare un aumento della pressione, come pure condizionare il regolare funzionamento del meccanismo di riparazione e far restringere i vasi sanguigni, rendendo problematico il passaggio della quantità di sangue necessaria (sfrega, sfrega, prima o poi ...)



no stato emotivo più passivo e continuativo è, come ad esempio la depressione, associato solitamente a malattie cardiache (facilita l'aggregazione delle piastrine, esponendo il soggetto a formazione di trombi nelle arterie …). In effetti, le persone con profondi tratti depressivi continuativi e stabili, corrono il rischio di avere un attacco di cuore maggiore rispetto a coloro che non sono depressi; un senso di impotenza prolungato indebolisce, inoltre, il sistema immunitario, fa invecchiare velocemente e ammalare più facilmente. Lo stesso fenomeno che porta all'occlusione delle coronarie (stenosi), si può manifestare con le arterie che portano il sangue agli arti inferiori. Il risultato? Dolori alle gambe quando si cammina. Le patologie cardiovascolari oggi, ormai detto in tutte le salse, sono le più diffuse: il 50% delle persone muore in seguito ad infarto, arteriosclerosi, congestione, trombosi (fonti OMS). Le cause fisiche, psichiche o alimentari, e spesso tutte e tre insieme, solo l’origine di queste malattie. Abbiamo una buona circolazione attraverso le vene, i capillari e le arterie, quando il sangue spinto attraverso il cuore porta gli “elementi” necessari alla nostra vita e drena le scorie dei vari metabolismi. Tra le cause fisiche delle malattie vascolari vi sono le aggressioni permanenti (stress), la perdita di equilibrio tra i cicli naturali, la mancanza d’esercizio giornaliero o gli esercizi troppo violenti a carattere episodico, gli ambienti inquinati, gli squilibri alimentari e sessuali (difetto/eccesso … non si rischia con il partner storico ma con quelli occasionali, nuovi … quando non si è proprio in forma può essere pericoloso). Non dovrebbe più meravigliare, quindi, che le emozioni, in particolare il modo in cui si affrontano gli aspetti non razionali della propria esistenza, possano avere un impatto più o meno violento sul funzionamento del corpo. Fare o non fare, soffocare o esprimere le emozioni, tenere a freno o in bella vista la lingua… ma quanto è difficile lasciarsi andare e far “circolare” ogni cosa! Lasciare libero sfogo al malumore e all’ira sempre con moderazione e rispetto dell'interlocutore ... il bon ton, le regole sociali però impongono freno e autocontrollo, ma che fatica. Essere flessibili, lasciarsi andare, ecco il vero segreto del cuore: è lui che tiene accesa la vita. E’ indispensabile ascoltarlo perché, come già sottolineato più volte, una sua alterazione segnala un modo di essere che non ci appartiene … crea instabilità e ci fa “sbandare”. La tachicardia colpisce chi “scappa” dalle passioni forti. Se il suo “pulsare” si fa troppo protagonista può confondere, allarmare, stressare e creare problemi psicofisici importanti. Le cose appaiono, a volte, normali e al posto giusto ma, all’improvviso, una leggera emicrania, una fastidiosa debolezza muscolare, una momentanea assenza mentale, un leggero formicolio al braccio sx e il viso completamente rosso, segnalano una brusca impennata dei valori pressori ... una chiara, preoccupante e pericolosa crisi ipertensiva!!! 


però, non mente mai ed esprime, in tempo reale, ogni suo contenuto attraverso un singolare linguaggio simbolico (vedasi linguaggio del corpo). Questi individui possono essere paragonati a vulcani pronti ad eruttare che, il più delle volte, non riescono a raggiungere la loro vera funzione … si infiammano improvvisamente, ma esplodono in ritardo!!! Poiché si “incendiano” facilmente e si sentono particolarmente vulnerabili dal punto di vista affettivo e morale, cercheranno di evitare situazioni conflittuali, rifiutandosi di prenderne atto. La personalità di questi soggetti, con queste singolari caratteristiche emotive - affettive, viene fatta risalire a conflitti nel periodo evolutivo denominato stadio anale (*): impulsi aggressivi da un lato e sentimento di dipendenza dall’altro. Caratteristiche comportamentali. Attenzione eccessiva per l'ordine, pensieri invadenti, assurdi ed inquietanti, ripetizioni mentali per tranquillizzarsi, atteggiamento svalutante, controllo, perfezionismo, dipendenza, gelosia ... Sono caratterizzati da una grave inibizione emotiva che spesso li spinge ad apparire molto arrendevoli, calmi e perfino imperturbabili agli occhi degli altri. Il quadro completo della personalità contiene, però, un’ostilità nascosta e rimossa che, prima o poi, viene alla luce rivelando, q
uando l’autocontrollo batte l’istinto, la parte più vitale che scorre nell’organismo (sangue), si “ribella”: sale immediatamente alla testa. L'ipertensione, sempre silenziosa e spesso invisibile, esprime il tentativo di controllare, resistere e mantenersi lucidi nei confronti di impulsi vissuti come esplosivi o percepiti in modo drammatico; un fenomeno che potrebbe, all'improvviso, disorientare e sconvolgere completamente il soggetto … un segnale che qualcosa non va per il verso giusto; si tenta allora di arginare, controllare tutti quei sentimenti legati alla sessualità o all'affettività, vissuti come potenzialmente pericolosi o trasgressivi … in grado, però, di scardinare o rimuovere i freni inibitori; un fenomeno da tenere rigorosamente sotto stretto controllo ... da allontanare il prima possibile dalla coscienza. Non dobbiamo dimenticare che la frequenza dei battiti cardiaci aumenta in seguito ad angoscia e ad uno stato di rabbia … a situazioni percepite come minacciose o ingiuste (vedasi il cortisolo, l'ormone dello stress). I parametri cardiovascolari sono influenzati anche da: provocazioni mentali, anticipazione di pensieri “tossici”, argomenti conflittuali e atteggiamenti oppositivi. Nella nostra cultura il cuore ha una posizione di rispetto, assume un ruolo privilegiato: rappresenta, come è stato sottolineato in premessa, il lato affettivo dell’uomo, la sede del coraggio e dell'apertura al mondo; è l’organo dei sentimenti … se non vengono espressi si ammala!!! L’emozione può essere, a seconda dei singoli casi specifici, più o meno, accantonata, lasciata in disparte o, in fretta e furia, velocemente procrastinata; il corpo,  esagerati scoppi di aggressività.



ati tecnici. Fasi evolutive: indicano le tappe di sviluppo del bambino. Le diverse fasi in cui si costruisce la personalità non rappresentano solo dei punti di riferimento, ma corrispondono anche a delle crisi, a rapidi cambiamenti nei rapporti del bambino con il mondo circostante. In ogni fase sono acquisite specifiche abilità e competenze cognitive, fondamentali per raggiungere una discreta autonomia, libertà ed un adeguato sviluppo psico – fisico. Le fasi principali sono quattro: orale, anale, genitale e fallica.


a fase orale è - risalente al primo anno di vita - caratterizzata dal piacere che il piccolo prova a succhiare il seno della madre o le proprie dita (sensazioni “piacevoli” prodotte dal “calore” umano e da una corretta alimentazione). Questa piacere – soddisfazione, che il bambino sperimenta, tramite il suo corpo, viene definito autoerotico. I primi rapporti del bambino con il mondo esterno avvengono, quindi, attraverso il piacere della suzione, della presenza costante materna che lo rassicura e lo aiuta ad affrontare la vita con risolutezza. Lo sviluppo psichico ed affettivo armonioso è favorito da protezione, un buon accudimento, una alimentazione equilibrata, non troppo rigida né troppo compiacente e, soprattutto, da uno svezzamento progressivo; il tutto deve procedere, se si vuole accedere alla fase evolutiva successiva in maniera sana, rispettosa, equilibrata, senza troppi conflitti e nessuna umiliazione … mai adottare, però, atteggiamenti di eccessivo permissivismo … si educa con rispetto, ma sempre con fermezza; solo in questo modo si evitano “bocchi” o, meglio ancora, per usare un termine tecnico, fissazioni …atto quest'ultimo che potrebbe creare disordine affettivo e tratti patologici invalidanti: rievocare, più tardi, disagi psicologici connessi a quella fase non superata completamente. Il malessere emotivo si sviluppa, infatti, quando non si supera “felicemente” una fase evolutiva … non superando completamente un percorso psico - affettivo, si arriva alla fase successiva in “pessime” condizioni, con pochi strumenti psicologici e, quindi, con una profonda incertezza nell'affrontare le nuove sfide: culturali, sociali e psichiche; il piccolo, allora, rimane fissato o regredisce alla fase precedente perché considerata, anche se non superata completamente e con poche abilità, meno problematica in quanto già sperimentata; vincolato ad una fase precedente gli riesce difficile accedere a nuove esperienze, conoscenze e ad uno sviluppo affettivo previsto in quel periodo evolutivo indispensabile per la sua formazione psichica, culturale e sociale; i quadri clinici isterico e depressivo prendono forma in questa fase. Può accadere, quindi, che un individuo si scontri con con un mondo insensibile e non riesca a superare la propria fase evolutiva, in questo caso specifico rischia allora di regredire ad una fase anteriore. Se non riesce a gestire il suo mondo affettivo cercherà di tornare il bambino di un tempo (fase precedente). Si metterà su un percorso che lo condurrà sia alla regressione completa (perversione), sia a manifestazioni nevrotiche o, peggio ancora, psicotiche.

(*) La fase anale è, più tardi, legata all'interesse che il bambino dimostra per le funzioni della defecazione (espulsione - ritenzione, dare - ricevere). Corrisponde al fenomeno connesso alla pulizia. Si tratta della seconda tappa nell'organizzazione dell'affettività e succede alla fase orale. L'apprendimento della pulizia fa scoprire al bambino le difficoltà dell'educazione, ma anche il suo potere sull'adulto. La defecazione rappresenta metaforicamente un'arma, una moneta di scambio, con la quale può dare o non dare (primi abbozzi di autonomia) … dimostrare il suo attaccamento o la sua aggressività. Nello stesso tempo si va formando il linguaggio con le sue nozioni del bene e del male. Una fissazione a questa fase può provocare in seguito complessi(**) di tipo sadico o masochistico ... questo apprendimento è decisivo nella formazione del carattere del bambino e al suo quadro clinico adulto chiamato ossessivo – compulsivo.

La fase fallica, invece, attorno i quattro – cinque anni, il bambino comincia ad esplorare il proprio corpo scoprendo il piacere che può offrire; oltre ad avere un comportamento esibizionista, sviluppa il Super – Io (rappresenta il mondo dei divieti e la morale). Periodo caratterizzato dall'interesse che il bambino rivolge agli organi genitori ed alla differenza tra i due sessi, ma soprattutto dall'importanza che egli attribuisce al “membro” (fallo) come simbolo di “potenza”. Il rapporto affettivo viene instaurato in particolare col padre, mentre nella fase precedente era stabilito soprattutto con la madre. Ma è un rapporto ambiguo, perché il padre, con la sua “virilità” e autorità, assume la figura del rivale. I problemi in questa fase producono una personalità esibizionista.

Fase genitale - pubertà - è l'ultimo periodo ed è caratterizzata dalla procreazione.

(**) Complesso. Insieme di sentimenti più o meno contraddittori, rimossi nell'inconscio. Si riferiscono ad un'idea, ad un ricordo, la cui comparsa nel mondo cosciente (Io) provocherebbe un conflitto. Un insieme di atteggiamenti contraddittori di tipo affettivo (ad esempio amore ed odio) del quale il soggetto non può liberarsi senza compromettere la personalità stessa. Esso descrive i vari conflitti emersi durante il percorso evolutivo (svezzamento, pulizia …), in seguito i complessi possono essere “risolti” e scompaiono, oppure sono rimossi. In quest'ultimo caso, essi tenderanno a riapparire più tardi, particolarmente sotto forma di disagio emotivo … un malessere che si manifesterà sotto forma di pensieri, comportamenti ed atteggiamenti confusi e bizzarri ... creeranno persone sole ed infelici.


a ricordato che la genetica - sempre per un buon 20% - una cattiva alimentazione, un clima familiare conflittuale, adattamento sociale infelice e personalità fragile, sono tutti fattori responsabili, chi più chi meno, a seconda del loro valore dominante, della nostra salute … in breve, possiamo dire che la genetica propone e l'ambiente dispone!!! Il benessere non è mai una casualità, ma appartiene sempre al mondo della sincronicità e del buon “senso”!!! (Sincronicità: ciò che è presente nella mente lo troviamo nel corpo e viceversa). Le patologie cardiovascolari oggi, più gravi e diffuse, sono: angina pectoris (oppressione e costrizione al torace oppure forte dolore a livello dello sterno … il tutto si diffonde al collo, braccio e spalla sx), infarto miocardico (occlusione alle coronarie, causando necrosi ad una porzione del muscolo cardiaco) e insufficienza cardiaca (perdita della capacità di pompare il sangue nelle arterie, il sangue ristagnando nel cuore si dilata creando scompenso cardiaco). L'infarto e l'angina possono essere scatenati da pasti abbondanti particolarmente saporiti ed elaborati, da un eccessivo esercizio fisico ed un'esposizione protratta a temperature basse; non bisogna mai dimenticare e tantomeno sottovalutare che il 50% delle persone muore in seguito ad infarto miocardico, arteriosclerosi, congestione e trombosi. Una alimentazione sbagliata (abuso di alcool, tabacco, vita sedentaria ...), accompagnata sempre da uno stato emotivo ballerino, spesso intrecciandosi tra di loro, sono l’origine di queste patologie, se non mortali, decisamente serie ed invalidanti. Abbiamo una buona circolazione attraverso le vene, i capillari e le arterie, quando il sangue, spinto attraverso il cuore, porta gli elementi nutritivi, in tutto l'organismo, necessari e fondamentali per la nostra vita, e drena le scorie dei vari metabolismi … elimina i veleni del corpo!!!. Tra le cause fisiche delle malattie vascolari vi sono le aggressioni improvvise e continuative (stress), come le preoccupazioni permanenti, le inquietudini e la mancanza d’esercizio fisico giornaliero; anche gli esercizi troppo violenti a carattere episodico, gli ambienti inquinati e gli squilibri della vita sessuale possono creare la differenza (in eccesso si “sfrutta” l'organismo, mentre in difetto non vengono prodotti gli ormoni della “felicità”). Una discreta attività fisica regolare non solo è fondamentale perché favorisce la circolazione sanguigna, ma può contrastare anche due fattori responsabili delle malattie cardiovascolari: i Kg di troppo e il diabete di tipo 2 (mellito). Non va dimenticato che l'aumento di peso aumenta in modo esagerato il lavoro cardiaco … urge provvedere immediatamente perché non solo “boicotta” l'attività cardiaca, ma soprattutto limita una salutare ed indispensabile attività fisica … in quelle condizioni si sottopone il muscolo ad un spiacevole sovraccarico di lavoro!!! E’ la secrezione della ghiandola tiroidea (tiroxina FT3) che controlla il ritmo dei battiti del cuore (vedasi articolo apparato endocrino). In caso di eccesso di questo ormone, si avrà tachicardia più o meno importante. Sapendo che uno degli effetti dell’aceto di vino è quello di assorbire il fosforo e stimolare la tiroide, è facile intuire le conseguenze di una forte assunzione di questo liquido acido (il condimento di mele, invece, in dosi ragionevoli, può aiutare il fegato a regolarizzare l'insulina; ha, inoltre, un effetto importante sull'equilibrio acido – basico dell'organismo). Nell’alimentazione, sappiamo che alcuni grassi animali sono all’origine delle malattie cardiovascolari. Gli acidi grassi saturi non si sciolgono e, mescolati al colesterolo (LDL … quello cattivo), si fissano sulle pareti arteriose, e possono arrivare addirittura ad ostruire le arterie. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che i chili in eccesso sono, il più delle volte, dovuti a squilibri alimentari i quali, spesso, sono responsabili di un aumento elevato di colesterolo; anche la “malnutrizione”, ovvero la mancata assunzione di elementi nutritivi indispensabile per essere attivi e in discrete condizioni di salute, crea gli stessi problemi; tale alimentazione difettosa è dovuta, spesso, a stati emotivi particolari: solitudine e depressione; il tabacco poi non è da meno, perché distrugge la vitamina C, toglie ossigeno al sangue e facilita la formazione di placche aterosclerotiche; una condizione fisica che, oltre a ridurre l'afflusso di sangue ai vari organi, crea problemi cardiovascolari pericolosi come ictus ed infarto (fenomeni diversi, ma strettamente correlati). Riguardo al consumo di grassi e olio, se moderato, va bene (meno del 10% delle calorie al giorno); dobbiamo tener presente che essi, normalmente, non rappresentano un pericolo per il cuore, perché il corpo li tiene come riserva sotto forma di grasso. Dati tecnici. I grassi detti anche lipidi, si dividono in tre gruppi: saturi, monoinsaturi e polinsaturi. Saturi, possono essere di natura animale o vegetale: burro, fritture, carni grasse, formaggi, insaccati e vari prodotti industriali; Monoinsaturi, si trovano nelle noci, avocado, olio di oliva e vari semi. Polinsaturi, si trovano nei pesci grassi e negli oli vegetali (una discreta assunzione di grassi polinsaturi riduce i livelli di colesterolo). 


disturbi intervengono solo quando i grassi non sono naturali o sono alterati dal riscaldamento (olio scaldato troppo a lungo, carni bruciate o cotte con il burro, strutto, panna)bisogna ridurre sempre e comunque l'eccesso di grassi saturi nell'alimentazione!!! Non dimentichiamo mai di ridurre l'assunzione di zuccheri semplici, alcol e tabacco … si rischia davvero tanto, di sviluppare problemi cardiaci 5 – 6 volte in più rispetto a quelli che non fumano e non bevono. Un'alimentazione eccessiva, ricca di acidi saturi può creare tumori e serie malattie cardiache (salsiccia, crema di formaggio, insaccati vari, olive ...). Un giusto dosaggio di acidi saturi è “essenziale” al nostro organismo sia per l'energia sia per mantenere in salute le cellule nervose. I grassi insaturi o oli (buoni), invece, aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo nel sangue e sono contenuti in molti alimenti vegetali ed animali: olio di oliva, frutta secca, salmone, pesce azzurro. Le buone regole alimentari devono essere rigorosamente seguite, soprattutto, quando si arriva ad una certa età (presenile, vecchiaia); con l'aumentare degli anni, tuttavia, il cibo e le calorie devono diminuire. Non troppe calorie, ma nemmeno poche (1800 calorie ca. ... sempre in funzione della costituzione fisica); i nutrienti come proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali devono essere assunti in maniera equilibrata … presenti nell'alimentazione quotidiana nelle giuste proporzioni. Le proteine vanno, ad una certa età, tenute sotto controllo: ogni giorno 1 gr per ogni kg di peso (persona di 80 kg dovrebbe consumare mediamente 80 gr di proteine); per l'olio di oliva, invece, non si dovrebbe superare due cucchiai al giorno; i carboidrati dovrebbero essere integrali. La vitamina C è fondamentale: mantiene in buona salute le arterie, rinforza i vasi capillari e ripara i vari tessuti; anche la Vit. B6, assieme al ferro, è importante: serve a stimolare la produzione dei globuli rossi e l'attività cerebrale. Il Calcio, inoltre, contribuisce a controllare il battito cardiaco ed è utile per l'equilibrio acido – basico. Il colesterolo è, nella giusta misura, necessario alla lubrificazione delle arterie e protegge le cellule delle pareti vascolari. Quando le cellule sono consumate, vengono “rigettate” con il loro colesterolo nella circolazione e altre cellule riassorbono il colesterolo del sangue fresco (ogni unità biologica si rinnova ripetutamente ... apparato scheletrico, organi e tessuti vivono, infatti, una propria “vita”). Se questo processo naturale viene turbato, la distruzione delle cellule arteriose è più rapida della costruzione di nuove cellule. Con questo tipo di metabolismo, la concentrazione del colesterolo aumenta nel sangue e si verifica una vera ipercolesterolemia; solo i grassi alterati e in eccesso sono nocivi, perché rendono difficile la fabbricazione di un colesterolo di qualità accettabile, e ostacolano una buona lubrificazione delle arterie, cosa che accelera l’usura delle cellule. Il cuore, quando è presente un eccesso di colesterolo, non ricevendo abbastanza sangue ricco di ossigeno, entra in una condizione di sofferenza durante la quale possono svilupparsi vari problemi cardiaci, come l'angina pectoris (dolori allo sterno, braccia, schiena e gola ... scarsa distribuzione di ossigeno a seguito di sforzi eccessivi) o l'insufficienza cardiaca, caratterizzati dall'incapacità di questo organo di svolgere normalmente le proprie funzioni, i propri compiti specifici. Anche l'ictus è indirettamente un rischio per chi ha il circolo appesantito dal colesterolo, soprattutto se ci si trova in piena ipertensione. Quando il sangue, infatti, non riesce a trasportare correttamente le tossine - le sostanze di scarto verso gli organi emuntori che dovrebbero eliminarle - queste si accumulano all'interno dell'organismo, soprattutto nel “centro” di determinati organi bersaglio, come intestino, reni, occhi, cistifellea oppure buona parte delle cellule dei vasi sanguigni. L'accumulo delle tossine si traduce in un vero e proprio avvelenamento dell'organo, che si sviluppa in costipazione, infezioni pericolose, mal di testa e problemi dermatologici. Livello eccessivo di colesterolo e pressione alta sono un'accoppiata pericolosa su cui agire con la massima solerzia, prima che arrivino i killer silenziosi e senza scrupoli: infarto e ictus. Il sangue ha bisogno non solo di controllo di grassi almeno due volte l'anno, ma anche di un metodo alimentare giusto: di alcuni periodi di depurazione adeguati dell'intero organismo. E’, dunque, necessario, attraverso regolari fasi di depurazione, lasciare il tempo all’organismo e al sangue di purificarsi per evitare spiacevoli incidenti infiammatori e problemi circolatori. Un regime alimentare mirato ed uno stile di vita attivo, più salutare, non solo aiutano a prevenire e attenuare malesseri generali, ma soprattutto risolvere problemi cardiovascolari seri. 



er l'ipertensione saranno utili, ad esempio, i seguenti alimenti, senza troppo esagerare: consumare molta frutta e verdura cruda (verdure a foglia verde, noci, miele, cereali integrali: alimenti ricchi di magnesio; … arance, banane, uva, fragole, pomodori cavolfiori, carciofi: alimenti ricchi di potassio … agrumi, kiwi, broccoli, albicocche, peperoni, patate, prezzemolo: ricchi di vit. C … “aumentare”, senza mai eccedere, il consumo di calcio con yogurt e mandorle), preferire il pesce alla carne (ricco di acidi grassi insaturi) e, soprattutto, bere acqua “buona” nell'arco della giornata, possibilmente lontano dai pasti per l'iperteso … l'olio evo aiuta a mantenere elastiche le arterie. Evitare zuccheri semplici, alcolici, nicotina, caffè, tè e sale da tavola, perché possono creare una crisi pressoria. Non dimentichiamo, inoltre, di mantenere il giusto peso corporeo, in quanto il sovrappeso può aggravare la pressione e non solo (crea difficoltà respiratorie, problemi articolari, diabete) … anche uno sport moderato e costante può aiutare ad abbassarla. Una giusta alimentazione può diventare, quindi, nel tempo, un prezioso alleato che aiuta non solo a prevenire il processo di invecchiamento, ma anche curare alcune patologie cardiovascolari importanti; mai comunque esagerare, sempre pasti ridotti e in un'atmosfera distensiva, in caso contrario concentrarsi su un moderato spuntino rinviando il “grande” pasto. Non devono mancare, pertanto, sulla nostra tavola alcune sostanze in grado di neutralizzare l'effetto tossico dei radicali liberi (antiossidanti): Vit. E, C e betacarotene. Qualora si manifestasse una grave insufficienza cardiaca è necessario ridurre i liquidi (1 litro al giorno ca. … sentire sempre il parere di una persona qualificata, ricordando che ognuno di noi è unico ed irripetibile). Una corretta alimentazione, prevalentemente di origine vegetale, dovrebbe includere, cereali integrali (riso, avena, farro, mais, orzo, pane, pasta), carni bianche (pollo, coniglio, tacchino … riducono i livelli di colesterolo), pesce (salmone, tonno, sardina, aringa ... abbassano, con i loro omega 3, il colesterolo, i trigliceridi e migliora la circolazione), verdura e frutta fresche (cavoli, zucchine, finocchi, rucola, spinaci, agrumi, mele, kiwi, ananas, melone, uva ... hanno un'azione antiossidante, contrastano l'indurimento e l'invecchiamento delle arterie), legumi (lenticchie, fagioli, ceci, piselli, fave ... riducono in modo importante colesterolo e trigliceridi), frutta secca e semi oleosi (noci, nocciole, arachidi … senza esagerare max 15 gr al giorno ... gestiscono la pressione e aiutano a ripulire le arterie dal colesterolo cattivo). Alcuni vegetali come aglio (principi attivi: solforato, fitormoni e allicina … Vit. A, B1, B2, PP e C) e cipolla (principi attivi: flavonoidi, acidi fenolici, steroli, saponine, pectine) non solo facilitano una buona circolazione sanguigna, ma favoriscono l'abbassamento della pressione, il livello di colesterolo, riducono il rischio di trombosi rallentano l'aggregazione delle piastrine e, soprattutto, mantengono fluido il sangue … favoriscono il benessere del cuore e delle coronarie!!! Alimenti da assumere con cautela o, in alcuni casi da evitare completamente per il loro contenuto eccessivo di colesterolo o sale: insaccati, carni grasse, formaggi grassi, latte intero, burro, panna, lardo, zuccheri semplici, sodio (quest'ultimo non più di 5 gr al dì) … non abbuffarsi ed evitare fritti. Come si visualizza un corpo intossicato: viso congestionato, rossori pronunciati al di sopra della sopracciglia, lobi degli orecchi rossi e gonfi, traspirazione sotto labiale, viso caldo e umido (tachicardia); colorazione bianca al di sopra delle sopracciglia e delle labbra (bradicardia: battito lento o irregolare). Le cose più nocive sono: alimentazione prevalentemente a base di lipidi, stress, niente movimento, attività sportive particolarmente violente e troppo sale. Alimenti naturali consigliati: aglio, limone, prezzemolo, segale (disturbi circolazione); cipolle, sedano - rapa, uva (cuore affaticato); se il sangue diventa troppo acido gli scambi non avvengono più in modo perfetto e si sviluppa gonfiore (Ph: < 7 soluzione acida; > 7 soluzione basica). Per renderlo più alcalino: cipolle, fragole, pesche, pomodori, uva; aglio limone, pere, prezzemolo, ribes nero, riso non brillato, segale (ipertensione); asparagi, carciofi, limoni, ravanelli, sedano - rapa, zucca (depurazione). Il momento energetico più espressivo di questo muscolo è dalle ore 11 alle ore 13. 


l massaggio per mantenere l’armonia e la salute del cuore avverrà sulla vertebra dorsale 5 (D5: utile per cattiva circolazione, dolori alle articolazioni della spalla e del gomito, congestione del volto). Le vene trasportano il sangue drenato dai vari tessuti del corpo; conducono il liquido (venoso), povero di ossigeno, al cuore (atrio dx), poi inviato ai polmoni per pulirlo dall’anidride carbonica ... per ridargli nuovamente un'altra vita; in breve, consentono, al plasma, di “ritornare” al punto di partenza: alla stazione centrale. Le arterie, invece, trasportano il sangue ossigenato e ricco di sostanze nutritive espulso dal cuore ai vari organi. L'analogia circolatoria ci riporta a certi atteggiamenti e relazioni interpersonali di “scambio”: del dare e del ricevere, anche a livello affettivo … dinamiche relazionali con se stessi e gli altri: sensibilità emotiva nei rapporti interpersonali … fenomeno legato all'autostima e alla capacità di mettere a fuoco le proprie necessità (non bisogna dimenticare che il sangue circola dentro un tessuto muscolare - arterie – collegato al sistema nervoso simpatico e, quindi, in stretto rapporto con lo stato emotivo). Un problema alle vene testimonia, secondo la medicina psicosomatica, una difficoltà ad eludere certe questioni che creano tensione e conflitti … un fenomeno emozionale che segnala la perdita di gioia ed entusiasmo, non si vive più nell’armonia desiderata … significa essere bloccati, stare fermi, non essere in grado di far fronte alle difficoltà: sensazione di essere imprigionati in uno o più problemi che sembrano, al momento, irrisolvibili … aspettative deluse, perché magari ci si attendeva un riconoscimento diverso in base a quello che si è dato o fatto … la tensione spinge, in quel preciso distretto corporeo, il sangue sulle pareti delle vene dilatandole (varici: arti inferiori). Quando le gambe “pesano” diventa difficile avanzare, relazionarsi, andare verso le cose!!! Non usiamo forse l'espressione “non sono in vena” quando non si ha voglia di fare qualcosa? La presenza di vene varicose o varici indica che qualcosa sta “crollando” o meglio “cedendo” spesso a causa di uno stile di vita eccessivo, cioè troppo attivo ed eccessivamente controllato. In questo caso a livello simbolico il cedimento rappresenta un recupero inconscio, un “ritorno” a quei tratti rigidi trascurati della personalità: incapacità di sperimentare cedevolezza, elasticità, disponibilità e passività. In altri casi compaiono dopo una forte delusione affettiva … indicano un qualcosa che “ristagna”, come ad esempio emozioni complesse da cui è difficile uscirne. Alcune piante come, ad esempio, l'ippocastano rende più malleabili, elastici e resistenti i vasi venosi e i capillari, aumenta la vaso costrizione venosa senza interferire con quella arteriosa … alcune gocce possono essere utili ad un cuore troppo carico di responsabilità. Una sostanza che non crea sorprese: può essere utilizzata anche dagli ipertesi. Sapevate che per mantenere stabile il colesterolo HDL (buono) e contrastare il colesterolo LDL (cattivo) è “sufficiente” sedersi a tavola e mangiare cereali integrali (fare un pieno, senza esagerare, di: zinco, rame, manganese, selenio, magnesio, fosforo, Vit. E) e legumi (ricchi di: ferro, Vit. C e del gruppo B)non dimenticate il movimento e mai il parere di un professionista competente e, soprattutto, con esperienza in questo settore!!! Tutte iniziative sotto stretto controllo di professionisti specializzati in questo settore e, soprattutto, con lunga esperienza… ognuno di noi è sempre unico ed a modo suo.


ngina pectoris. Apporto insufficiente di ossigeno al miocardio durante uno sforzo fisico o una situazione di stress; senso di soffocamento, di pesantezza e di dolore acuto che si irradia in tutto il braccio (schiena, collo, mascella). Sono soggetti privi di energia, angosciati al solo pensiero di dover fare qualcosa o di perdere ciò che hanno ... di sottoporsi a sforzi voluti da altri. Segnala una certa rigidità sul modo di vedere le cose, due stili di vita opposti che si scontrano: un alternarsi di freddezza - durezza da una parte e affettività - emotività dall'altra ... il mondo degli affetti circola a singhiozzo, ecco allora la tensione cardiaca, uno spasmo doloroso che all'improvviso ribalta la situazione.
nfarto. Mancanza di irrorazione sanguigna al muscolo cardiaco (trombosi, un coagulo che ostruisce un'arteria indurita). Alcuni tratti socio - psicologici intrecciandosi con fattori fisici come colesterolo, diabete, fumo, obesità, scarso esercizio fanno aumentano il rischio di infarto. Anche questa patologia ruota attorno al tema della difficoltà a vivere le emozioni e gli affetti: un cuore inaridito dalle delusioni … scontro tra aspettative e desideri. L'ostilità come l'amore sono sentimenti non accettati e, quindi, il soggetto avendo ristretto le proprie emozioni “obbliga” il sangue a passare in canali troppo angusti. Le persone a rischio di infarto non godono certamente di equilibrio psicologico, hanno sviluppato nel tempo uno stile di vita rigido, un atteggiamento di eccessivo adattamento a una società sempre più concentrata sull'efficienza e perfezione. Individui incapaci di mettere in funzione gli aspetti gioiosi della loro vita. Ricorda, quando la vita si spegne anche il cuore perde i colpi ... “muore”!!! I sintomi cardiaci costringono l'uomo a dare di nuovo ascolto all'interiorità, al proprio cuore dimenticato e sacrificato al mito del successo, del calcolo, dell'eccessiva attività lavorativa. Se sei aggressivo, particolarmente impaziente, fortemente competitivo e avido di popolarità, hai probabilità decisamente elevate di essere ricoverato in un'unità coronarica. Individui depressi, inoltre, che vengono colpiti di infarto hanno un più alto rischio di morte rispetto a quelli non depressi. Ipotensione … e il suo linguaggio simbolico. Diminuzione della pressione arteriosa. In molti casi è un soggetto passivo, disfattista, debole e triste: si sente continuamente sopraffatto dalle vicende quotidiane .. l'umore è basso. Ha la sensazione di essere sempre un perdente, di essere sconfitto in anticipo: i "battiti" della vita sono deboli!!! Poiché si scoraggia sempre e si arrende troppo facilmente di fronte agli avvenimenti della vita, crede che la partita sia persa ancora prima di cominciarla. Convinto di essere un incapace e di non poter reggere la "pressione" esistenziale affronta la vita con uno stile di vita da perdente. Pur non presentando problemi ormonali o del sistema nervoso, può essere un fenomeno costituzionale, connessa, ad esempio, al periodo del ciclo mestruale. La testa è “leggera”, vuota, manca l'energia e la concentrazione, tutto gira attorno, le emozioni dominano i pensieri e i mancamenti sono frequenti … un modo di fare che non solo chiude agli altri, ci porta altrove con la testa e, quindi, fa prestare poca attenzione a se stessi, ma può influenzare negativamente anche idee, scelte ed azioni.

pertensione … e il suo linguaggio simbolico. Aumento della pressione arteriosa ... controllo delle emozioni. Persona caratterizzata da iperemotività, sempre alle prese con la gestione di un carico emotivo molto forte ... pensieri che non solo travolgono come uno tsunami, ma esauriscono ogni risorsa … un personaggio che, neanche a dirlo, si mette sempre sotto “pressione”, alle prese continuamente con impegni e scadenze … ha un ritmo di vita intenso e, soprattutto, faticoso: non si ferma mai!!! Sempre ipercontrollato, nega il suo stato emozionale, gestendolo con un attivismo continuo e frenetico. Rievoca ferite affettive non metabolizzate, non risolte completamente ... emozioni negative di lunga data, legate a sentimenti di rabbia, collera e paura!!! La paura continua di lasciarsi andare, di commuoversi e di entrare in contatto con l'interiorità cronicizzata, indurisce le arterie aumentando in tal modo il fenomeno della tensione. Il corpo dice: calmati, critica di meno e alleggerisce la tua esistenza!!!


lebite … e il suo linguaggio simbolico. Fenomeno infiammatorio in cui è presente un coagulo nella parete venosa. Indica una situazione di stallo, di incertezza, di gioia bloccata che ristagna ... non c'è più la voglia di continuare!!! Una vita monocolore senza alcun momento di felicità. Sono persone tormentate, deluse, agitate, orgogliose, senza passione e gioia. Il fatto di attribuire sempre l'infelicità e la gioia bloccata agli altri determina uno stato di collera e di frustrazione ... un senso di impotenza e forzatura ad accettare le cose a cui la vena, per sua natura, si ribella per questo non cedere … obbliga in qualche modo la persona a fermarsi, ad essere più cedevole.

achicardia … e il suo linguaggio simbolico. Accelerazione del ritmo del battito cardiaco. Fenomeno presente in persone tormentate da emozioni che premono per riaffiorare, essere protagoniste e raggiungere un equilibrio ... un mondo affettivo nascosto e trattenuto che ha voglia di farsi sentire attraverso il cuore in gola. Sono soggetti caratterizzati da una grave inibizione emotiva che spesso li fa apparire molto arrendevoli e calmi ma con un'ostilità nascosta che viene alla luce attraverso scoppi di aggressività ... è la ribellione del cuore, che con i suoi strani sbalzi vuole far vivere un ritmo affettivo diverso … se ti sei fermato lui “corre” perché vuol vivere la vita ad un’altra velocità, con più batticuore: ti chiede di cambiare ritmo, stile di vita ... di emozionarti di più!!!

rombosi … e il suo linguaggio simbolico. Formazione di un coagulo, un grumo di sangue nell'apparato circolatorio. Un fenomeno che colpisce soggetti che vivono in solitudine; non sentendosi apprezzati come persone di valore si chiudono completamente a riccio, su se stesse ... hanno spento il piacere e bloccato la gioia di vivere.


ritmia cardiaca … e il suo linguaggio simbolico. Esprime la necessità di vivere ritmi giornalieri diversi da quelli imposti, forse troppo regolari, una parte profonda che non vuol farsi domare tanto meno controllare: desidera emozionarsi di più … parallelamente a questo fenomeno si associano pensieri veloci e vita frenetica. Un aiuto naturale: Crataegus oxyacantha MG, Ficus carica MG e Tilia tormentosa MG.

ericardite … e il suo linguaggio simbolico (infiammazione della membrana che avviluppa il cuore: pericardio). Incapacità di gestire i troppi impegni quotidiani, lo stress: un cuore soffocato da una collera rimossa che non gode più della vita affettiva … una persona troppo impegnata, frenetica, iperattiva (produce un dannoso stress) in ambito sociale, familiare e lavorativo che non lascia spazio al mondo emozionale. Un aiuti naturale: Crataegus oxyacantha MG, Tilia tormentosa MG (non usare queste sostanze senza il parere del proprio medico … ricorda, le sostanze che fanno bene possono, se non usate in modo appropriato, far male … bisogna tenere sempre conto la diversità individuale: giovani, anziani, atleti, sedentari, pensionati, malati … è fondamentale considerare la condizione di salute e il relativo stile di vita … i miglioramenti avvengono sempre attraverso la vera saggezza).

ngina pectoris … e il suo linguaggio simbolico (Angor: insufficiente apporto di sangue al cuore) … persone sempre sotto pressione, stressate, si sentono continuamente oppresse, sole e in difficoltà nell’affrontare gli sforzi loro assegnati, hanno la sensazione di aver perso lo spazio di libero movimento, il proprio territorio (familiari, lavorativi, sociali): perdita della gioia per troppa “serietà”!!! Si ricorda che il linguaggio simbolico non è frutto di una mente balzana e fantasiosa, ma di un sottile legame tra mente e corpo: stile di vita e sistema nervoso periferico sono strettamente collegati … se non sono “alterati”, vanno felicemente a braccetto!!!


EGENDA. Pressione max: forza con cui il sangue spinge sulle pareti delle arterie (sistole); pressione min: momento in cui il cuore si rilassa (diastole); arteriosclerosi: indurimento delle arterie (ispessimento e perdita di elasticità); angina pectoris: sensazione di peso, di oppressione o di dolore al torace, accompagnata da senso di soffocamento; aritmia: anomalia del ritmo e della frequenza del battito del cuore; cardiopalmo: sensazione soggettiva spiacevole che riguarda il battito del cuore (irregolarità, rallentamento, accelerazione); infarto: lesione cellulare irreversibile e circoscritta cui va incontro un tessuto, un organo o una parte di questi per insufficiente irrorazione sanguigna (ischemia). Gli organi facilmente suscettibili a questo fenomeno sono: cuore, rene, cervello, intestino, polmoni; ictus (emorragico, ischemico): diminuzione del normale apporto di sangue in un certo distretto dell’organismo. 



are o non fare, soffocare o esprimere le emozioni, tenere a freno o in piena libertà il dono della “favella” … ma quanto è difficile lasciarsi andare e far circolare con serenità ogni parola attraverso la punta della lingua!!! Vorrei lasciare libero sfogo al malumore e all’ira, ma le regole sociali e il buonismo, mi impongono di smussare gli angoli: tenere sotto controllo il “mondo” intero … devo piacere, essere buono “per forza”, frenarmi, autocontrollarmi, giustificare, rendere la comunicazione più facile e scorrevole, avere buone maniere e comportamenti educati: ogni azione diventa, in quel frangente, uno sforzo fisico e mentale intenso!!! Questa maschera grottesca, però, altro non fa che covare dentro se stessi una profonda rabbia ed aggressività ... fenomeno che spinge, poi, ad esplodere in momenti insospettabili; reazioni esagerate rispetto alla situazione reale: si scarica con prepotenza, qua e là, il proprio disagio e malumore; trasferire i propri sentimenti negativi, da una persona all'altra, diventa l'unico modo “originale” per scaricare la propria rabbia e tensione. Essere flessibili, lasciarsi andare, ecco il vero segreto che non fa ammalare e crea gioia in fondo al cuore; in breve, si deve comunicare in modo spontaneo ed assertivo: esprimere pensieri ed emozioni in maniera autentica e diretta; vivere felici, coltivare buone relazioni senza forzature e usare meno “devo” e molti più “voglio”, sempre ovviamente nel rispetto di se stessi e degli altri: accompagnati continuamente da un senso di soddisfazione e di benessere … esprimersi all'interno del proprio ambiente in modo chiaro, appropriato e, soprattutto, rispettoso!!! E' lui che, senza tante pretese, ci può svegliare bene, in armonia e di buon umore al mattino: tiene viva la curiosità, accesi gli interessi e rende più interessante la vita. E’ indispensabile ascoltarlo perché ogni sbalzo emotivo potrebbe infuriarlo, disorientarlo e “spezzarlo”; è sempre solerte ed onesto, comunque, a segnalarci in ogni momento del giorno, che certe reazioni eccessive non solo ci allontanano completamente da noi stessi, ma soprattutto diventano dannose per il nostro benessere fisico e mentale. La tachicardia colpisce chi scappa, l'abbiamo sottolineato più volte, dalle passioni importanti e a tinte “forti”. Se il suo “pulsare” si fa troppo insistente e domina la scena come protagonista, può far ammalare seriamente all’improvviso. E così sembra che al momento sia tutto a posto ... tutto bene, tutto bene direbbe ancora una volta il “salapuzio”; ma ecco che, all’improvviso, una leggera emicrania, una fastidiosa debolezza, un leggero formicolio alle dita e il viso completamente rosso, segnalano una brusca impennata dei valori pressori: una chiara reazione ipertensiva … un brusco rialzo pressorio pericoloso!!! Quando l’autocontrollo batte l’istinto, si scontra inevitabilmente con la naturalezza e la parte più vitale che scorre dentro di noi (sangue); è proprio in quel frangente che l’organismo si ribella e chiede aiuto, il “liquido”, allora, vuol dire la sua: sale immediatamente alla testa!!! L'ipertensione, silenziosa e quasi invisibile, esprime il tentativo di controllare, resistere e mantenersi, con ogni sforzo possibile, completamente “lucidi” nei confronti dell’irruzione di “impulsi intensivi” che potrebbero essere percepiti come pericolosi o piuttosto sconvolgenti. Non dobbiamo mai dimenticare che la frequenza dei battiti cardiaci aumenta in seguito ad angoscia, frustrazione, stress e ad uno stato profondo di rabbia. Anche una scorretta alimentazione può avere un suo peso rilevante (ad esempio, troppi zuccheri possono creare infiammazione cronica e non solo a livello cardiaco, ma anche in ogni cellula di quel distretto corporeo più vulnerabile ... coinvolge, inoltre, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale e periferico … le scelte giuste, uno stile di vita corretto ed abitudini sane, invece, rinforzano, fanno vivere con entusiasmo, soddisfazione e serenità ogni cosa che si presenta davanti … aiuta ad affrontare le battaglie della vita con uno spirito più lucido, deciso e costruttivo). 

parametri cardiovascolari sono influenzati anche da: anticipazione di argomenti conflittuali, senso di colpa, profondo rammarico, insoddisfazione, rassegnazione ed un continuo rimuginare … fattori che influenzano, dunque, senza ombra di dubbio, anche la nostra condizione ormonale ed i vari messaggeri chimici (neurotrasmettitori)!!! Nella nostra cultura il cuore assume un ruolo privilegiato: rappresenta il lato affettivo dell’uomo, è l’organo dei sentimenti … se non vengono espressi si ammala!!! L’emozione può essere, a secondo della personalità dei soggetti coinvolti in questo disagio, accantonata o gestita magari in modo pasticciato, frettoloso ed inadeguato; ne deriva un prodotto che risulta, spesso, incomprensibile al personaggio stesso e può esprimersi attraverso un marcato valore simbolico (linguaggio del corpo). Questi individui possono essere paragonati ad un vulcano ribollente prima dell’eruzione che, però, pur essendo sempre attivo, non raggiunge mai la sua vera espressione. Poiché si sentono vulnerabili, cercheranno di evitare i conflitti aggressivi e relazionali “complicati”, rifiutandosi di prenderne atto. La personalità di questi soggetti viene fatta risalire ad una vecchia storia, ai loro vissuti, al periodo evolutivo denominato stadio anale; durante tale processo adattivo ed educativo, sperimentano impulsi aggressivi da un lato e sentimenti di dipendenza dall’altro. Sono soggetti caratterizzati da una grave inibizione emotiva che spesso li spinge ad apparire molto arrendevoli, calmi e perfino imperturbabili agli occhi della gente. Il quadro completo della personalità, però, contiene un’ostilità nascosta e rimossa che prima o poi viene alla luce rivelando occasionali scoppi d'ira ed una brutale aggressività. Esiste una forte correlazione tra stato emotivo e metabolismo dei carboidrati e dei grassi (glucidi – lipidi); persino il binomio stress elevato e ansia prolungata possono, assieme ad una ostinata e cattiva alimentazione, influenzare - creando seri problemi epatici - il livello di colesterolo nel sangue; tale configurazione psicofisica non altera solo alcune funzioni metaboliche attraverso squilibri ormonali, ma può causare danni talmente gravi difficili da ripristinare o riparare: una condizione biochimica pericolosa e deleteria per la salute fisica e spirituale; aumenta drasticamente il rischio di patologie “invisibili”, subdole e del tutto silenziose: cardiovascolari e metaboliche (ipertensione, diabete, ictus ...) … il tutto spinto, governato e ben confezionato da infiammazioni croniche!!! Le abitudini alimentari rispecchiano e determinano, quindi, non solo la salute mentale e fisica di ogni soggetto, ma anche e, soprattutto, bisogni affettivi fondamentali per il benessere psicologico; esigenze di natura mentale legate a sicurezza, rapporti, stabilità emotiva, cura e accettazione di se stessi … c'è uno scambio ormonale continuo ed “instancabile” tra l'intestino e il sistema nervoso centrale ... un perfetto processo omeostatico costante e dinamico per far funzionare al meglio ogni struttura … un insistente “dialogo” tra “visceri” e la preziosa, sofisticata ed “instancabile” centralina di comando: il cervello!!!


n base a quello che si mangia è possibile inibire o agevolare - modulando le trasmissioni sinaptiche - alcuni importanti neurotrasmettitori (alterare lo scambio metabolico tra cellula - cellula ed ambiente extracellulare); il “rischio disfunzionale” è quello di impedire che essi svolgano i loro sofisticati segnali convertiti da elettrici in chimici e, nel contempo, ostacolare direttamente la trasmissione delle informazione nel tessuto nervoso; una reazione all'interno del corpo che, nel tempo, crea seri squilibri ormonali; un fenomeno che innalza il senso di stanchezza, produce svogliatezza e causa importanti danni alla cellula rendendola più vulnerabile (sistema immunitario compreso): un fastidioso “guasto” all'intera struttura psicosomatica, un profondo malessere intenso e duraturo davvero invalidante; questi segnali modificati - attraverso una scarsa fluidità e poco ricettiva membrana cellulare - possono attivare pensieri pessimistici, malinconici e, quindi, “minare” il potere decisionale, la sicurezza, la volontà e la reale stabilità emotiva: indebolisce il soggetto in modo silenzioso, graduale ed ingannevole … distrae dalla riflessione interiore, impedisce di essere concentrati ed allontana dalla consapevolezza del momento presente … fa perdere lucidità e spegne l'attenzione su ciò che di importante ci circonda!!! Ma ecco che, improvvisamente, una diffusa irritabilità immotivata e fuori controllo, domina i rapporti interpersonali rendendoli sempre più insoddisfacenti, difficili e confusi (noradrenalina, adrenalina e cortisolo … questi ormoni in eccesso giocano un ruolo fondamentale nella risposta bio chimica cellulare … aumentano la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna); i nutrienti non hanno solo un forte impatto sui messaggeri chimici, ma possono influenzare direttamente, nel bene o nel male, la complessa interazione tra struttura fisica ed ambiente psichico; questo stretto rapporto - anche se nessuno di questi mondi ha il primato sull'altro nella gestione fisiologica - influenza direttamente comportamenti, relazioni e salute psicosomatica!!!. Non va dimenticato che l'uomo mangia anche senza un vero bisogno nutrizionale, per fame emotiva: puro piacere, consolazione e per riempire dei vuoti esistenziali ... in alcuni casi anche per dipendenza da cibo (quadro ossessivo compulsivo) o per il binge eating (compensare ansia, depressone, disistima, stress, insoddisfazione) e, quindi, causare parallelamente complicati disturbi fisici come ipertensione, diabete e malattie cardiovascolari!!! Ricordiamo che spesso il cibo è identificato con il mondo affettivo; c’è una certa verità, infatti, nel detto: “La via che porta al cuore di un uomo, passa prima attraverso lo stomaco”. Diciamo anche di essere “affamati d’amore” e la bocca è per tutta la vita un mezzo per esprimere sensibilità, tenerezza e amore. Questo legame tra affettività e cibo è, che lo si voglia o no, il prodotto di vecchie esperienze ed abitudini apprese nel passato; risale a “stadi” precoci di sviluppo dell’essere umano: un fenomeno retroattivo che ha plasmato - nel bene o nel male - la nostra mente; un percorso evolutivo che ha influenzato volontà, condotta, scelte e, soprattutto, il modo attuale di relazionarci con gli altri e noi stessi!!! Ritornando al nostro tema principale, ovvero alla corretta, controllata e non eccessiva alimentazione, a base di pochi cereali e legumi, affiancata da attività fisica giornaliera, aggiungendo un giusto dosaggio di lipidi e una buona dose di buonumore quotidiano, possiamo dire che questa sensibilità non solo ci “salva” il corpo e la mente, ma ci rende anche energici, forti, sicuri, determinati e felici … si sa quello che si vuole realmente a livello di potere decisionale!!! Ogni nutriente in perfetta sinergia alimentare, nella corretta percentuale con altri, non solo può migliorare il processo fisiologico in generale, ma far bene anche al sistema cardiocircolatorio ... può ripristinare l'integrità cellulare e, soprattutto è utile per mantenersi freschi, attivi e giovani!!! 


orrelazione viso - apparato cardiocircolatorio: piccole curiosità. Le condizioni del cuore sono rispecchiate e proiettate sull’intero volto. Se il viso si colora di rosso o risulta gonfio, significa che anche il cuore è dilatato ed ingrossato. Se invece ha un colore pallido vuol dire che la circolazione in tale organo è scarsa (non sufficientemente irrorato). Un volto con pelle grassa e untuosa può significare che il cuore è avvolto da depositi adiposi. La punta del naso indica le condizioni del sistema circolatorio e in particolare del cuore: le parti sx e dx del naso corrispondono rispettivamente il lato sx e dx del cuore. Se il lato sx del naso è più duro del dx, a causa di depositi adiposi, ciò significa che anche nel lato sx del cuore le tossine sono presenti in maniera maggiore. Un naso molto ingrossato segnala che il cuore è ingrossato, mentre un naso “sodo” rivela delle condizioni di sovraffaticamento cardiaco con conseguenti irregolarità a livello pressorio. Anche una piccola “fessura” al centro della punta del naso può segnalare un soffio al cuore (pare indichi che il lato sx e quello dx del cuore non si sono mai saldati correttamente, con la conseguente irregolarità del suo battito). Il punto al centro dello sterno e la gabbia toracica può essere utilizzato per controllare lo stato del cuore: se alla pressione si avverte dolore significa che l’organo è ingrossato. SAPEVATE che la vitamina E può “dimezzare” il rischio di infarto. La vitamina B3, B6 e l'Inositolo possono, nel giusto dosaggio e in modo responsabile, abbassare un tasso troppo alto di colesterolo nel sangue. Il Calcio può essere utile nella pressione alta … il Magnesio nelle patologie cardiache … il Potassio nel ritmo cardiaco, ipertensione ... omega 3 (EPA) nelle malattie cardio – circolatorie. Alla tavola ci si deve avvicinare sempre con buon senso, moderazione e “criterio”: un viaggio “brioso” tra cultura, tradizione, sapori audaci e profumi intensi; ogni portata deve diventare una festa, un capolavoro, un momento davvero unico e speciale: un'opera d'arte gustativa, piena di fantasia e colore; una vocazione che stimola l'immaginazione, racconta storie, valori e tratti personali esclusivi; un'avventura semplice, naturale, spontanea, curiosa e stimolante che trasmette serenità e buon umore ... un invidiabile stato d'animo allegro e sereno!!! Una “pratica” spinta ed alimentata da una forte capacità immaginativa a cui non deve mai mancare la voglia di imparare, conoscere, approfondire e scoprire nuovi orizzonti sensoriali; un'azione dal contesto simbolico che aiuta ad aprire la mente, riscoprire il proprio talento e, soprattutto, sperimentare direttamente alla pari il vasto, complesso, meraviglioso regno culinario e mondo sociale … un evento che oltre a rinfrescare il cervello, ampliare e sollecitare i poteri gustativi, rende attivi, creativi, gioiosi e spensierati!!!


er i nostri banchetti “unici” e “speciali” non ci servono raccomandazioni culinarie particolari, linee guida sofisticate del bon ton o scomodare insolite, strane e bizzarre regole del galateo perché, tali norme, non solo “confondono” e “soffocano” i nostri veri “saperi”, gusti e desideri ma, soprattutto, “ingessano” creatività, autonomia e libertà d'azione. In questo contesto i nostri piccoli momenti felici, caratterizzati da mosse semplici, preziose ed autentiche, passerebbero ad altra gestione ed identità; vivendo in base ai dettami altrui saremo costretti, quindi, ad abbandonare ciò che da sapore all'esistenza e la rende preziosa: rinunciare alle proprie “responsabilità individuali” che ridanno la giusta “sapidità” alla vita … piccoli progetti originali che gratificano e ci danno salute … obiettivi che non boicottano le nostre vere, discrete ed inconfondibili qualità “artistiche” … permettono di dare libero sfogo e lustro alla nostra esclusiva e fantastica personalità!!! In breve, lasciando la “cultura” gastronomica in mano ad altri, si rinuncia al proprio estro e spazio di libero movimento: al benessere fisico, mentale, emotivo e sociale ... si rischia, inoltre, di rendere ogni cerimonia banale, innaturale e per nulla spontanea … quello che conta veramente è, anche in questo settore, “personalizzare” ogni gesto, creare progetti, aprirsi alla voglia di conoscere e ampliare le relazioni importanti … aumentare la rete di contatti!!! Non bisogna mai stancarsi di cercare nuovi stimoli ed obiettivi, scoprire la genuinità delle cose, voler bene al proprio corpo, rispettare se stessi e gli altri commensali; un fenomeno che deve, comunque, coinvolgere contemporaneamente - nel tempo presente - gusto, vista ed olfatto (le terminazioni nervose olfattive sono connesse direttamente al sistema limbico ed ipotalamico e questo collegamento è fondamentale per la nostra esperienza olfattiva che risveglia, in tempo reale, comportamenti, emozioni e memoria … immediatamente, senza ritardo); in breve, un meccanismo psicofisico che aiuta ad alleggerire il “brusio” mentale, far felice il “corpo” e, nel contempo, deliziare il palato!!! Ogni volta che ci avviciniamo alla tavola deve essere una festa, quel cibo sapientemente preparato con attenzione ed “abilità”, deve essere non solo un momento creativo, ma un vero e proprio “capolavoro” gastronomico; in questo rituale il senso raffinato di godimento deve essere - oltre a portare una profonda leggerezza diffusa - sempre il nostro primo obiettivo; una componente emotiva che stimola a prendersi cura del corpo nel modo più semplice e salutare possibile, rispettare necessità fisiologiche, aiutare a coltivare l'autostima, avere fiducia nelle proprie azioni e capacità … soddisfa voglie ed alcuni bisogni sociali fondamentali dell'individuo!!! 


n modo corretto di alimentarsi può aiutarci, oltre a rallegrarci e a rendere più piacevole la vita, a tenere bassa la pressione, allontanare malattie infiammatorie, renderci più energici, forti e felici … mangiare di tutto, ma sempre con moderazione e possibilmente prodotti di buona qualità … un intervallo più o meno “lungo” tra un pasto e l'altro può, inoltre, aiutare ad evitare i picchi glicemici!!! Per il nostro scopo, potranno essere efficaci, ad esempio, le giuste porzioni di: frutta (max 1-2 frutto al giorno), verdura (cavoli, broccoli, zucca, asparagi, aglio), condisci il tutto - senza esagerare - con un buon olio di oliva evo spremuto a freddo (grazie ai grassi insaturi, antiossidanti fa bene al cuore e alla salute vascolare: riduce ictus, trombosi, infarti ...) carne magra (pollo, tacchino, coniglio) e, più spesso, pesce (salmone, orata, trota, branzino, sogliola) … inserisci nella dieta - senza esagerare - legumi integrali … bevande come il tè verde deteinato pare abbia, nel giusto dosaggio, un buon effetto protettivo, oltre a prevenire l’arteriosclerosi, anche per l’intero apparato cardiocircolatorio … POCO o NIENTE insaccati e carni trattate industrialmente o processate (meglio di no) … bisogna mangiare di “tutto” con moderazione, rispettando le varie sinergie degli ingredienti e, soprattutto, secondo le recenti ricerche scientifiche e tecnologiche (pochi carboidrati)!!! Attenzione alle abbuffate e al sale (senza bandirlo completamente). Rallegriamoci, inoltre - sempre affiancati da un “bravo” nutrizionista non di “parte” ovviamente - con pochi pasti leggeri quotidiani (in modo da gestire e limitare l'assunzione di glucosio: il vero responsabile delle infiammazioni croniche). Porta allora in tavolo gli alimenti che equilibrano e prevengono l'eccesso di grassi nel sangue, fai il “pieno” sempre con moderazione di: frutti di bosco, fragole, limoni e kiwi (frutta altamente antiossidante … sempre un frutto max due al dì); carote, pomodori, insalata verde e peperoni (ortaggi antiossidanti che contrastano efficacemente l'ipercolesterolemia); fagioli (legumi che riducono il colesterolo cattivo); riso integrale, orzo e avena (cereali che combattono il colesterolo … non bisogna mai eccedere con i cereali perché, anche se sono integrali, possono, abusandone - essendo carboidrati e, quindi, contenere una buona % di glucosio - non solo produrre infiammazioni croniche silenziose, ma possono inibire anche l'assorbimento di alcuni minerali importanti come il ferro e lo zinco). La convivialità, inoltre, non è solo una buona compagna di “viaggio”, ma è legata ad un rituale straordinario e a norme sociali benefiche … una sensazione di piacere condiviso che si amplifica quando la sperimentiamo insieme ad altre persone con cui siamo in sintonia!!! Una buona azione dal contenuto simbolico e felice: apertura, amore, rispetto e una sana percezione di se stessi; un modo di vivere insieme che stimola coinvolgimento, curiosità e, soprattutto, un momento di gioia nel condividere qualcosa insieme … può essere un gesto semplice e, soprattutto, senza tanta fatica: metti una tovaglia colorata, piatti decorati, qualche composizione floreale vivace e se decidi di bere un buon “goccio” di vino versalo in un bicchiere di cristallo fine … forse apprezzerai con spirito diverso questo momento sociale in modo davvero speciale e gratificante: un attimo di spensieratezza, condivisione ed in piena allegria!!! 


n pranzo o una cena non devono mai essere banali, avere solo una connotazione nutritiva, ma anche un momento gioioso e creativo in cui liberiamo la nostra vera creatività e fantasia … aiuta a far pace con la propria anima!!! Gestire “autonomamente” e in modo responsabile una corretta alimentazione orienta alla praticità, concretezza, consapevolezza, responsabilità e, soprattutto, si guadagna in salute … facciamo prevenzione sia mentale sia fisica!!! Non lasciamo mai la nostra vita in mano a qualche “saccente” di turno, ad attività lobbistiche di parte o a continue, martellanti ed intense pressioni economiche … personaggi, spesso, interessati solo ad ottenere il massimo profitto da certi stili di vita … informiamoci, informiamoci e ancora informiamoci sulle nuove scoperte scientifiche e attuali tecnologie moderne … ci aiutano a vivere meglio e, sicuramente, possono renderci più liberi, autonomi, sani, felici … e mantenere giovani!!! Anche la “fisiologia vegetale”, inoltre, ci può dare una piccola mano. I fiori di biancospino, ad esempio, sono i “custodi” dell'apparato cardiocircolatorio, perché rinforzano i vasi, abbassano la pressione arteriosa e, soprattutto, sfiammano vene ed arterie. Alcune parti di questa pianta, pare, vantano un'azione diuretica che se associata a quella di altre piante depurative, ha un effetto sfiammante sui capillari, facilita la rimozione delle tossine e delle scorie che creano fastidiosi edemi, in particolar modo agli arti inferiori. Ricorda, anche se le nostre Università non preparano in maniera adeguata i futuri “professionisti della salute” sulla “corretta” alimentazione (qualche esame … spesso facoltativo), i nutrienti sono, comunque, “farmaci” importanti: forniscono equilibrio, energia riparano i tessuti, svolgono funzioni vitali per l'intero organismo … allungano la vita!!! Attenzione, però, tutti questi comportamenti alimentari devono sempre essere suggeriti e seguiti da professionisti qualificati ed aggiornati … mai e poi mai lasciati all'improvvisazione e al fai da te!!! Definizioni e piccole curiosità. Ipertensione. L’ipertensione arteriosa è - comunemente chiamata pressione alta - un aumento oltre la media della “forza” con cui il cuore pompa il sangue nell’aorta e di conseguenza in tutto l’organismo (circa 5 – 5,5 litri in un individuo adulto e sano … composizione del sangue: globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Lo smistamento di questo tessuto connettivo liquido viene effettuato, in un modo preciso, accurato, scrupoloso ed impeccabile, da un muscolo potente ed instancabile: questo eroe si chiama cuore. Per la cultura popolare, poi, non esiste nessun altro organo del corpo umano a cui non siano state attribuite così tante narrazioni curiose: miti e leggende fantastiche esaltano la sua anima ... un organo che spazia imperterrito, senza sosta, nel bene e nel male, tra romanzi, fantasia e realtà!!! Il cuore ha sempre avuto, infatti, una corsia preferenziale nella mente dei filosofi, scrittori e poeti; anche noi semplici mortali, comunque, non siamo da meno, abbiamo pronto in tasca alcune definizioni “originali” e sorprendenti per raccontare e descrivere questa precisa, meravigliosa ed instancabile “pompa” del sistema cardiovascolare; molti sono i “cuori” che possiamo incontrare in giro quotidianamente: gentile, eroico, d'oro, orgoglioso, di pietra, d'acciaio, quercia, solido, resistente, grande grande, generoso, insensibile, freddo, arido … in balia del vento oppure che non si potrà mai scalfire!!! Anche il sangue ha i suoi seguaci ed i suoi fedelissimi sostenitori: sempre circondato da un'atmosfera carica di magia, di strane credenze, di miti curiosi e di leggende fantastiche … sempre avvolto da un clima di mistero, tenerezza ed incanto!!! Nel mondo cinematografico Dracula, ad esempio, con il suo potere di mutarsi e di contaminare la gente, ha impressionato intere generazioni … che dire del sangue caldo per segnalare la passionalità, quello “blu” (condizione di nobiltà) e “puro” (integro, immacolato) … e dei rituali religiosi: “questo è il sangue di Cristo” (morte sacrificale e redenzione … amore che viene donato e che circolerà nel corpo dei devoti)!!! Il sangue non solo è il simbolo della vita e della morte, ma anche l'elemento corporeo più legato a reazioni emotive e fisiologiche: visto il più delle volte con timore e sospetto … uno stato d'animo caratterizzato da inquietudine e trepidazione!!! Un semplice atteggiamento di cautela, sfiducia o di diffidenza stimola, infatti, alcuni ormoni che automaticamente fanno aumentare il battito cardiaco e la pressione del sangue.


ale stato emotivo ha scarse conseguente quando si è fanciulli - serve ad allenare ed irrobustire - ma ad una età avanzata “indebolisce”, può rappresentare problemi seri se non pericolosi. Questa sostanza è sempre legata ad uno stato di emergenza impressionante, soprattutto quando la vediamo uscire copiosamente da piccole ferite. E' composto da cellule e liquidi. La parte liquida (circa il 90% di acqua) - chiamata plasma - si presenta con un colore paglierino (plasma: acqua, proteine, sali minerali). Le cellule sono la parte solida del sangue: globuli rossi (trasportati dal sangue vivono circa 120 gg.), globuli bianchi (autonomi nel movimento vivono: granulociti qualche ora, i leucociti circa 2 gg. ... i monociti si trasformano in macrofagi, i primi campano circa qualche ora i secondi diversi mesi), mentre le piastrine (trombociti … si trovano in quantità minore rispetto ai g.rossi) - prodotte nel midollo osseo - sono elementi cellulari che, assieme ad altri fattori, svolgono un lavoro fondamentale nella coagulazione del sangue (la coagulazione arresta il sanguinamento e forma una specie di “barriera” su cui verrà costruito il nuovo tessuto: epiteliale, connettivo, nervoso e muscolare … il sangue coagula grazie ad una sostanza detta fibrinogeno; l'emofilia è una malattia ereditaria caratterizzata da emorragie infrenabili, interne o esterne, ed è presente solo nei maschi); i globuli rossi trasportano l'ossigeno; queste cellule, prodotte anch'esse nel midollo osseo, contengono un pigmento detto emoglobina (Anemia perniciosa: il livello di emoglobina è scarso; la quantità di g.rossi che trasportano l'ossigeno è insufficiente … una condizione dovuta ad un assorbimento difettoso della vit. B12 per mancanza del fattore intrinseco prodotto nello stomaco); tale “colorante”, oltre a trasportare l'ossigeno dai polmoni cedendolo - man mano che scorre silenziosamente - a ogni cellula del corpo per mantenerla in vita e in salute, conferisce al sangue il suo colore particolare; il processo di ossigenazione è di vitale importanza in quanto ogni tessuto senza questo elemento chimico morirebbe rapidamente (Ischemia: quando il distretto corporeo è privato di sangue per un ateroma e, quindi, dell'ossigeno, il tessuto muore  ... ateroma: patologia degenerativa delle arterie, col tempo il loro interno si ricopre di placche … un fenomeno che aumenta il rischio di una veloce e totale occlusione di tale condotto: trombosi)… nel contempo si possono indebolire le pareti determinando una protuberanza in tale tessuto (estroflessioni – aneurismi) ed eventualmente una rottura … un problema che va ad alterare l'apporto di sangue ad organi vitali come cuore, reni e cervello … gli sbalzi pressori certamente non facilitano il processo di buona ossigenazione!!! Una piccola goccia di sangue contiene circa cinque milioni di globuli rossi … la loro produzione è facilitata da un adeguato apporto di ferro e da due fondamentali vitamine: Acido folico e B12. I globuli bianchi o leucociti rappresentano per il corpo una barriera contro le infezioni; esistono diversi tipi di globuli bianchi ed ognuno ha il suo compito specifico (Leucemia: produzione eccessiva di g.bianchi, immaturi e non funzionanti; una patologia che impedisce la produzione da parte del midollo osseo di g.rossi e piastrine). Il sangue viene spinto dal cuore nell’albero arterioso che lo porta in periferia per nutrire ed ossigenare i relativi organi e tessuti, poi ritorna al cuore attraverso la rete venosa. La regolazione pressoria avviene attraverso un complesso gioco d’insieme che coinvolge il cuore, la fluidità del sangue, i vasi e gli ormoni. Ripetiamolo ancora una volta che l'ipertensione non è un maleficio divino o qualcosa al di fuori dalle nostre competenze e responsabilità; età, stili di vita poco salutari, fumo, alcol, sedentarietà ed alimentazione possono influenzare notevolmente tale condizione. In questo periodo storico, poi, caratterizzato dal tutto e subito, sembra davvero impossibile “rilassarsi”; preoccupazioni, sforzo continuo ed ossessivo di “presentabilità”, pretendere un'immagine di sé sempre splendida ed in prima fila, testardaggine e poca elasticità, desiderio sfrenato di successo, conquistare posizione sociali esagerate e voler raggiungere la perfezione fanno il resto; questi atteggiamenti rendono tutto più complicato e difficile; aggravano le cose lentamente e silenziosamente generando scompensi cardiaci devastanti!!! La pressione arteriosa, diminuisce a riposo ma aumenta in caso di sforzo fisico e mentale. 


TTENZIONE, i farmaci antipertensivi possono aiutare a gestire la pressione e, quindi, contenere lo sforzo del cuore e delle arterie … il più delle volte ci salvano la vita; questo tipo di farmaco va sempre prese in modo corretto e continuativo, anche nei momenti di benessere, secondo le prescrizioni mediche, in quanto esso non cura la pressione alta, ma la tiene solo sotto controllo (abbassare, stabilizzare) … la condizione sottostante, quindi, può persistere. Quando l’ipertensione non è connessa ad una causa organica apparente (forma primaria) è definita essenziale, mentre è chiamata secondaria se trova la sua origine in svariate altre patologie, quali nefropatia (malattia che colpisce i reni causando lesioni o alterazioni cellulari) ed endocrinopatia (patologie o problemi nel funzionamento delle ghiandole endocrine), può derivare, inoltre, da disturbi del sistema nervoso, da arteriti, dall’assunzione di farmaci - analgesici, antinfiammatori, antipiretici, antidolorifici - oppure può manifestarsi durante una “semplice” gravidanza; anche una alimentazione “scorretta” - come abbiamo sottolineato più volte in questa iniziativa culturale - non passa inosservata: il suo impatto sarà, nel tempo, sfavorevole per la salute dell'intero organismo; farà aumentare non solo patologie croniche serie come diabete, obesità e “drammi” cardiocircolatori, ma può causare nell'immediato insonnia, difficoltà di concentrazione, affaticamento, spossatezza e mancanza di energia ... il benessere psicologico e la salute mentale sono in pericolo!!! Siamo di fronte ad uno stato precario, il senso di benessere costantemente in bilico: le giornate sono caratterizzate da un umore instabile e di incertezza; i fastidi gastrointestinali continui, poi, non lasciano scampo: stipsi, infiammazioni, calo delle difese immunitarie, crampi e gonfiori fanno il bello e cattivo tempo; un processo fisiologico che fa la sua parte, ma sempre in modo negativo e, con effetti indesiderati e dannosi: crea “programmi” diversi dai veri obiettivi fisiologici cui è stato “progettato”!!! L'alimentazione è fondamentale anche per mantenere in equilibrio il meccanismo acido – basico (ph del sangue): processo fondamentale per il metabolismo e l'ossigenazione del corpo. La capacità funzionale di ogni organismo è, infatti, strettamente correlata al suo equilibrio acido-basico. Il ritmo della vita, lo stress, l'alimentazione disordinata, la carenza di elementi nutritivi essenziali (vitamine e minerali), ma anche l'intensa attività sportiva o la sedentarietà, spostano inevitabilmente il ph tissutale verso valori acidi, rompendo così questo prezioso equilibrio. Alcuni segni caratteristici di una iperacidificazione tissutale sono: affaticabilità, pallore, salute precaria, ipertensione, emicrania, turbe dell'appetito, coliti, gastriti, ansia, irritabilità, insonnia, carie, gengiviti, artriti, artrosi, crampi e reumatismi. L'organismo umano per vivere bene deve mantenere il proprio ph entro dei limiti ben precisi. Un organismo in equilibrio è per l’80% alcalino e il 20% acido (Valori acidi: da 0 a 7,0 Valori neutri: 7,0 – 7,6; Valori basici o alcalini: da 7,07 a 14,14 ... tutte le sostanze con un ph sotto i 7.0 ca. sono acide, mentre quelle sopra sono alcaline). Solo all'interno dello stomaco troviamo un ph basso, attorno all'1,5 circa. Il ph sanguigno, invece, rientra nella norma quando è mantenuto entro i valori 7,35 – 7,45. Il valore ideale per la saliva e l'urina, invece, è 6,0 - 6,8. L’assunzione in maniera continuativa di carne e zucchero semplice determina nel sangue una condizione di forte acidità mettendo in atto un processo che crea un consumo eccessivo di minerali immagazzinati nell’organismo. Il consumo di carne e zucchero, infatti, provoca una condizione di acidosi che viene neutralizzata grazie a minerali come il calcio e il rame, ed alla fine eliminata dall’organismo sotto forma di biossido di carbonio e acqua. 


li zuccheri semplici determinano una reazione acida nel sangue, e questo - proprio perché l’organismo funziona su base alcalina - esige che i minerali presenti nel corpo mantengano una sana condizione alcalina del sangue. Un calo del calcio nelle ossa e nei denti è il risultato di questo squilibrio … causando nel tempo carie dentaria e osteoporosi. Alcuni studi hanno messo in evidenza che una alimentazione tendenzialmente alcalina non solo fa migliorare alla grande questi malesseri (mantiene in salute), ma ha un effetto positivo generale sull’intero psicosoma (predispone alla calma, vitalità, ottimismo e stabilità emotiva … equilibrio sia nel corpo sia nella mente). I cibi mangiati, per poterli assimilare, vengono trasformati dall’organismo; a seconda delle sostanze contenute negli alimenti rimane un residuo con un effetto acido oppure alcalino. Una alimentazione sana o equilibrata (ph 7,4 ca.) determina effetti davvero positivi su l’intero organismo (compresi i problemi cardiovascolari). Anche il fumo ha, senza dubbio, le sue responsabilità, gravi conseguenze per il benessere psicofisico: aumenta, in silenzio, il rischio delle malattie cardio – coronariche anche senza manifestare sintomi iniziali chiari ed univoci. Questa affezione cardiocircolatoria se non trattata adeguatamente può comportare lesioni vascolari al cuore, al cervello, al rene e all’occhio. L’ipertensione tende, comunque, ad aumentare gradualmente nel tempo per un processo di invecchiamento naturale … un “crollo” psicofisico che, spesso, viene accelerato da cattive abitudini: pelle e cervello sono i primi a farne le spese; un “naturale” processo di declino dei vari organi e tessuti è, purtroppo, inevitabile; quasi sempre, però, siamo sorpresi, disorientati e sbalorditi da tale condizione patologica improvvisa ed inaspettata, anche se “attiva” da tempo, in quanto il più delle volte, nelle fasi iniziali, non presenta indicatori “importanti” o sintomi fisici estremamente visibili e tangibili ... un fenomeno che ci trova “spiazzati” perché non ci sono elementi decisamente invalidanti!!! Nella fase avanzata, invece, si esprime attraverso mal di testa persistente, disturbi visivi, fiato corto, vertigini, acufeni, cardiopalmo, tachicardia, irrequietezza, eritrosi al viso ed insonnia. Valori pressori troppo bassi, invece, provocano un’insufficiente ossigenazione dei tessuti, con sintomi quali debolezza, stanchezza, pallore, affaticabilità, stordimento e capogiri. Chi non ha provveduto alla soluzione della precitata sintomatologia vive, se non a stenti, in maniera faticosa ed alquanto pericolosa; segnali che, spesso, per fortuna, se sappiamo attentamente ascoltarli sono sempre in qualche modo “rumorosi” e, quindi, difficilmente ignorati anche dalla persona più distratta … se i sintomi fisici sono confusi ed intermittenti sarà il forte impatto emotivo a risvegliarci dal torpore attraverso un forte stato d'ansia, una diffusa agitazione, un intenso allarmismo e persistente preoccupazione … pensieri tristi, senso di mancamento e di testa vuota diventano segnali preziosi, interpretabili ed inequivocabili … dettano legge, indicano che qualcosa nel corpo e nella mente non va per il verso giusto!!! Perdere i contatti con i propri sintomi corporei non solo può essere pericoloso, ma letale ... senza una vera consapevolezza del proprio corpo ci si muove senza “mappa” e “controllore”: un impaccio motorio che crea imprecisione e disarmonia … i movimenti diventano goffi, lenti, impacciati ed inconcludenti!!! Il tutto comincia con una evidente difficoltà respiratoria e la perdita di gestione motoria; così, piano, piano nei vasi del cuore, della testa, dei reni, del bacino e delle gambe ha inizio un processo degenerativo e, a volte, per i più sfortunati, complicazioni fatali (si inizia in quel preciso distretto corporeo con tensione, contrazione, infiammazione ed infine lesione). LE CAUSE. Le cause di tali sintomi sono complesse e molteplici: sempre interrelati e non facili da decodificare. 


ra i fattori scatenanti si possono enumerare: età (con gli anni, le pareti delle arterie non solo si induriscono e perdono elasticità, ma vediamo “irrigidita” anche la personalità: spariscono adattabilità e flessibilità sia nel fisico sia nella mente … man mano che si procede con gli anni il relazionarsi con se stessi e gli altri, fissandosi su certi comportamenti e schemi mentali rigidi, opponendosi con forza ai cambiamenti magari più vantaggiosi, diventa un carico di lavoro fisico e mentale eccessivo da gestire), obesità, le scorrette abitudini alimentari, alta lipidemia, eccesso di grassi, scorpacciate di zucchero e sale (zucchero: crea infiammazioni; il sodio fa aumentare la pressione mentre il potassio, il calcio e il magnesio aiutano a farla abbassare), collera, preoccupazioni, dispiaceri, depressione mascherata, agitazione, stile di vita, ansia, autocontrollo, ostilità (elementi che possono causare la contrazione dei vasi sanguigni), la mancanza di esercizio fisico (oppure eccessivo), l’abuso di alcol e di fumo sono tutte mine vaganti ... sono i principali fattori di rischio per le malattie cardio - coronariche!!! La predisposizione familiare, come dimostrano alcuni studi recenti, non basta da sola a determinare automaticamente la malattia. LA LETTURA PSICOSOMATICA. “Ma alla fine della corsa”, cosa ci vuole mai comunicare, trasmettere o insegnare l’ipertensione? Qual è il suo significato e come possiamo leggere questo fattore di rischio che aumenta la possibilità di sviluppare “affezioni gravi” o generare una condizione di vita sociale difficile, di paura ed isolamento? Problemi di salute importanti che, precisiamolo ancora una volta, non sono solo di natura fisica, ma possono avere, nell'immediato, conseguenze drammatiche sulla qualità della vita stessa: relazionale, sociale e lavorativa. L’iperteso può essere paragonato ad un vulcano ribollente sempre “attivo” e pronto a colpire col suo materiale incandescente; perennemente su di giri, in uno stato di “bollore” persistente e prolungato prima di “liberarsi” o riversare su qualcuno il suo intenso e spettacolare “sfogo” ... un personaggio perennemente dominato da uno stato di eccessiva energia, eccitazione, agitazione, persistente inquietudine ed irrequietezza continua: niente lo calma e nulla lo tranquillizza … una categoria di individui aggressivi, indaffarati, ostili, frustrati o “arrabbiati a senso unico” ... un modo di fare in continua evoluzione che chiude le porte a nuove esperienze, informazioni e punti di vista differenti: movimento unidirezionale che ostacola approcci mentali diversi e prospettive altrui … refrattario e resistente al cambiamento, restio a modificare le proprie opinioni e comportamenti in base a nuovi dati e conoscenze … manifesta uno spirito di rivolta o di opposizione sia in contesti sociali sia in quelli personali ... animato da un risentimento profondo nell'anima, spinto da una tensione intensa ed incontrollata che, però, paradossalmente, non avrà mai il suo corso naturale. Poiché ha la convinzione di essere vulnerabile ed esposto all'umiliazione, l'iperteso cerca di evitare i conflitti aggressivi rifiutandosi di prenderne atto. L'ipertensione, essendo considerata la malattia dello stress per eccellenza (forma primaria), può essere connessa, infatti, ad un’emozione intensa o magari ad un turbamento irrisolto di lunga data. Colpisce soprattutto chi reprime le emozioni o chi è detentore di un doloroso “segreto”, un senso di colpa o di rancore (lotta aperta tra ragione e passione). L’iperteso non solo evita i conflitti, ma sposta la sua attenzione “astutamente” dalla situazione conflittuale su uno stile di vita caratterizzato da dinamismo ed iperattività. In breve, si rifugia nell’azione: “mette le mani in avanti”anticipa “scaltramente” critiche o eventuali accuse inesistenti, cercando in qualche modo di interpretare o giustificare con estrema solerzia qualcosa che “potrebbe” ferirlo … in breve, evitare il sentore di critiche o rimproveri!!! 


hi ha problemi di pressione alta tende a reprimere slanci spontanei, congelare i sentimenti attraverso il ragionamento e, soprattutto, con estrema destrezza non lascia trapelare le sue emozioni (prima sente poi magari pensa …). I familiari o gli amici solitamente lo descrivono come un personaggio freddo, distaccato ed insensibile, incredibilmente padrone della situazione … tutto di un pezzo!!! Spesso, però, dietro un’immagine di forte equilibrio si nascondono tratti di personalità di insicurezza e di fragilità che tendono ad implodere dentro: un gigante con i piedi di argilla direbbe qualcuno!!! L’iperteso, a livello sociale, appare di solito adeguatamente adattato e ben inserito, in realtà, però, non riesce a stabilire un accettabile rapporto con la propria aggressività; in questo modo non riesce ad adattarsi e mettere in atto comportamenti di lotta o di fuga in tempo reale (meccanismo di reazione allo stress attacca o fuggi: risposta psicofisica automatica messa in atto dal soggetto quando percepisce una “aggressione”, spesso inesistente)un motore che gira ad alta velocità ma, spesso, a vuoto!!! A volte gli ipertesi possono essere estroversi e comunicativi, espressivi e ben disposti al dialogo, altre volte, invece, si mostrano taciturni ed inquieti, decisamente restii ed infastiditi a parlare di loro. Entrambe le modalità comunicative segnalano, comunque, una grande difficoltà: entrare in “contatto” con l’altro. Non esistono momenti morti (inoperosi) nella giornata dell’iperteso in quanto odia l’ozio ed è sempre pronto ad inventarsi qualcosa da fare; è sempre in movimento, indaffarato, pieno di impegni e, soprattutto, di doveri ... è tormentato e terrorizzato dall’imprevisto!!! E' sempre concentrato e fermo su un'attivismo continuo, impegni costanti e duraturi, “fisso” con un'attenzione selettiva intensa, eccessiva e costante … appare a suo agio solo quando è in piena attività ... con una vita giocosa inesistente ... è proprio il momento del relax e dell’inattività a procurargli seri problemi!!! Modificare un certo stile di vita non è mai facile, ma per la nostra salute bisogna avere una buona capacità decisionale: prendere posizione, correggere il modo di pensare e di agire … essere consapevoli di avere un problema serio, che va controllato e monitorato costantemente. Con la descrizione dei vari atteggiamenti dell'iperteso, non si vuole evidenziare comportamenti difettosi, patologici o mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma sottolineare che ogni processo educativo può, se mal riposto, condizionare o manipolare la personalità di ognuno di noi; un percorso educativo di crescita e di sviluppo individuale che tutti devono affrontare e gestire secondo certe richieste sociali e culturali ... affrontare il proprio mondo circostante e mantenersi in buona salute con gli strumenti appresi o inculcati i quali influenzano il nostro modo di pensare, di agire e di interagire con noi stessi e gli altri. Nessuno ha colpa, tantomeno si è migliori o peggiori dell'altro: siamo sempre noi nel bene o nel male con il nostro bagaglio culturale ed esperienze sociali … con le nostre macerie morali, vittorie e successi personali … visioni, principi, insiemi di valori discreti, buoni, danneggiati o compromessi!!! Non è facile rispondere alla domanda che molti giustamente si pongono: come uscire da queste situazioni di grande confusione e disordine? ... ma la soluzione allora qual è? Anche se la cosa è complessa bisogna fare, però, qualcosa … dobbiamo ricordare che non sono gli eventi che procurano il vero malessere fisico e mentale, ma il modo con cui li percepiamo e li affrontiamo di petto. 



ossiamo cominciare ad avere uno “scopo” reale nella vita, smetterla di sentirsi sempre sotto esame e in dovere di fare qualcosa, imprigionati dai tarli mentali, dimostrare quello che valiamo anziché valorizzare le nostre qualità e le vere potenzialità, di essere bravi, buoni ed intelligenti perché solo così ci sentiamo apprezzati e di valore ... l'unico scopo è quello di alzare l'asticella dell'autostima!!! Se non si ha una visione chiara ed ampia delle cose sarà molto difficile avere la forza necessaria per affrontare anche le cose più banali della vita. Anche parlare “bene” con se stessi può essere di grande aiuto. Il dialogo interiore può, infatti, incidere sulle scelte e la qualità della vita. Se le conversazioni sono negative ci spingeranno a pensare cose spiacevoli e ci faranno sentire in un totale “isolamento”. Dobbiamo convincerci che abbiamo delle “scelte” e le possiamo condividere con gli altri … in questo modo è più facile superare le avversità. A tutto questo non può mancare una dieta senza “stimolanti” … e smettere di fumare. Alcune ricerche sperimentali hanno messo in evidenza che l’aumento della pressione non si verifica soltanto quando ci si impegna fisicamente, ma anche quando si usa la sola immaginazione … quando si è in uno stato di attesa continuo!!! I valori pressori aumentano già se una persona durante un semplice colloquio ha il sentore o lo percepisce come una situazione conflittuale e cala, se il soggetto in questione, comincia a parlare spontaneamente del conflitto e verbalizza il suo problema. Se tale pressione quindi aumenta con la sola immaginazione di una eventuale azione di “difesa”, senza peraltro che questa azione solo pensata sia mai conclusa in attività motoria e così scaricata, si arriva letteralmente ad una pressione con irregolarità e sbalzi continui … rapide ed intense variazioni nel corso della giornata. Il soggetto iperteso produce, con la sua tendenza a rimuginare ripetutamente, un’eccitazione mentale persistente e, quindi, il sistema sanguigno, per tale processo cognitivo, si concretizza nella sola aspettativa che si arrivi ad una trasformazione del pensiero in azione … può essere paragonato ad un cavallo che scalpita per impazienza, frustrazione o disagio: non vede l'ora di fare qualcosa!!! 

e l’azione manca, la persona sta sotto pressione e cambia atteggiamento come una forte irritabilità e nervosismo, isolamento oppure difficoltà a concentrarsi; rimane in un immobilismo eccessivo, in aspettativa, nelle vicinanze di una situazione problematica senza concretizzare o arrivare ad una vera soluzione della tensione prodotta … con questo modo di reagire, il motore gira a vuoto le gambe non si muovono, sono “paralizzate”!!! Un personaggio che, pur prendendo di petto varie iniziative, difficilmente si lancia in attività sconsiderate; i suoi progetti sono, anche se eccessivi, sempre mirati, concreti e “realistici”. Per certi suoi tratti di personalità strettamente correlati, come ad esempio, “coscienziosità” e grande autocontrollo a volte attrae approfittatori e compagnie “scapestrate” (come il depresso è mosso, ad esempio, da un atteggiamento salvifico, per il bisogno di essere considerato, di sentirsi utile ed apprezzato, un nuovo impegno è, invece, per l'iperteso, essendo rigido, vulnerabile, inflessibile, “perfetto” e sempre in prima linea, un modo di fare per sentirsi importante e di valore: un meccanismo di difesa che porta al narcisismo, ad un comportamento compensatorio, iperattivo, ossessivo e ad un atteggiamento perfezionista patologico). La diffidenza nei confronti degli altri, spesso anche di se stesso, lo spinge a non fidarsi e a non delegare eventuali compiti e lavori. Qualora non fosse possibile seguire direttamente in maniera rigorosa ma, soprattutto, a modo suo gli impegni assunti, può estraniarsi o rinunciare completamente ad eventuali incarichi. L’iperteso gestisce le proprie emozioni in modo piuttosto curioso (le nasconde): “finge” con espressione neutra o in modo diverso da quelle realmente sperimentate. A volte le negano sostenendo di star bene anche quando in realtà sono in pessime condizioni, altre volte, invece, non essendo in grado di riconoscere il proprio stato emotivo (alessitimia), attribuiscono agli altri la propria ansia e disagio … hanno difficoltà a distinguere stati emotivi dalle percezioni di natura fisiologica. Anche l’attività sessuale è vissuta - poiché ha difficoltà a lasciarsi andare - in maniera rigida, controllata e senza particolari eccessi ... con poca affettuosità, calore, tenerezza nelle parole e nei gesti; si alza immediatamente dal letto per riprendere in mano la “situazione” e tornare immediatamente alla sua consueta iperattività “rassicurante”. Molti soggetti, inoltre, non credendo nell’importanza dei fattori psicologici per migliorare la qualità della loro vita, sono poco motivati a seguire un trattamento psicosomatico … a lasciarsi coinvolgere dall'aspetto emotivo della questione. Parlano poco delle loro risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita, certi atteggiamenti mentali, alcuni modi di vedere il mondo circostante e le proprie somatizzazioni … ignorano volutamente le potenti difese che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie mentali, da pensieri inutili e dispersivi, da un senso di impotenza diffuso, da una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo protratti nel tempo. 


ICORDA, un atteggiamento psichico distaccato e libero da ritmi frenetici e tarli mentali, risveglia le proprie abilità cognitive, stimola l'equilibrio interiore, fa davvero rinascere, permette di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo, disponibile e flessibili, dando priorità sempre alla propria salute sia fisica sia mentale. Ogni stato d’animo, infatti, fin dalla tenera età, influenza in modo più o meno significativo e profondo le aree del cervello che agiscono direttamente sugli ormoni e sul sistema immunitario (positivo o negativo: bloccando o favorendo il processo bio - chimico). TIENI sempre presente, che una vita piena di disagi, di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni creano condizioni psicosomatiche che non solo minacciano in profondità la propria identità più autentica e l'intera struttura fisica e mentale, ma oscurano completamente il senso profondo della vita ... insieme fanno ammalare!!! Ogni cambiamento, invece, ringiovanisce; una nuova vita basata sulla passione, interessi e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche, non solo ci allontana dallo stress, ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura per la propria persona e aiuta a manifestare tutte le emozioni represse in tempo reale … esprimere se stessi e la propria unicità!!! Esaminare attentamente il rapporto tra “malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei “veleni”, apparentemente non visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente l’organismo. COSA FARE. L’alta pressione è in relazione, oltre ad essere “frutto sociale del benessere” fra le persone che godono di tutte le comodità possibili, con la funzionalità cardiaca, la massa sanguigna, la viscosità del sangue, l’ampiezza e la restrizione dei vasi. Proprio per queste ragioni, il trattamento dovrebbe essere rivolto a “normalizzare” la composizione del sangue (caricato di sostanze estranee) con aria pura, movimento, buona digestione, adeguata ed attiva eliminazione cutanea, renale ed intestinale. Nel caso di ipertensione labile e di crisi ipertensive, inoltre, i fattori psicologici, dovrebbero essere l’oggetto di una particolare attenzione … bisogna essere sempre concentrati su di loro, mai distrarsi nemmeno per un attimo!!!. Oltre alla terapia tradizionale - che piace perché, si fa per dire, non coinvolge l’aspetto emotivo - eseguita mediante la somministrazione di farmaci specifici, è possibile influenzare positivamente la pressione arteriosa mediante metodiche terapeutiche distensive (ipnosi, training a., visualizzazioni ...) oppure tecniche psicologiche e corporee che facilitano, a livello emotivo, una maggiore “cedevolezza”, “malleabilità” ed “elasticità” nei rapporti con gli altri e nell’affrontare le situazioni che incontriamo quotidianamente nel nostro percorso esistenziale. 


risaputo, infatti, che un semplice cambio di atteggiamento può permettere di “recuperare” parecchi millimetri di mercurio nei valori pressori; in alcuni casi, questo disturbo può scomparire completamente, anche se ad una certa età appare difficile. Anche la respirazione addominale, oltre ad eliminare le tossine - per i grandi benefici di cui è portatrice, ripristinando l’ossigenazione in tutto il corpo e sviluppando l’ampiezza della gabbia toracica - tonifica e protegge tutto il sistema cardiocircolatorio. In particolare, è in grado di limitare e controllare gli effetti dello stress prolungato aumentando, nel contempo, la produzione di serotonina. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel prevenire e “tagliare” la pressione. Può essere veramente preziosa una dieta “vegetariana”, sempre senza esagerare, a base di frutta e verdure ricche di potassio, in quanto questa sostanza abbassa la pressione, bilancia il sodio e riduce l’incidenza di danni cardiaci (bisogna mangiare di tutto). Di grande utilità anche l’assunzione di crusca d’avena, aglio e cipolla, integratori quali gli acidi grassi omega - 3, il magnesio (vitamine A, C, E e selenio). Anche i massaggi, soprattutto quelli concentrati sulla pancia, hanno indubbi effetti benefici sull’ossigenazione dell’apparato circolatorio, portano ad un rilassamento generale e, quindi, un miglioramento della circolazione sanguigna. Attenzione, vivere sotto stress, in uno stato ansioso continuo, le ghiandole surrenali rilasciano non solo adrenalina ma anche il cortisone (ormone a base di grassi; con la produzione eccessiva di queste molecole l'organismo tende a trattenere i liquidi) che stimola il pancreas alla produzione di insulina: aumenta il livello di zucchero nel sangue per avere a disposizione più energia. Il cortisone prodotto in maniera eccessiva può ‘inguaiare’ le difese dell’organismo. Le ghiandole linfatiche perdono la loro funzionalità: diminuisce la risposta immunologica. La capacità di fare a ‘botte’ con il “nemico” si riduce di parecchio. Troppo cortisone, inoltre, a lungo andare, abbassa notevolmente la resistenza dello stomaco, della sua singolare e benefica produzione: l’acido cloridrico. Per portare, poi, più rapidamente lo zucchero ai muscoli, l’adrenalina aumenta la pressione sanguigna predisponendo a disturbi cardiaci. Attenzione, durante lo stress, dovendo agire rapidamente alle situazioni, il cuore batte più in fretta, pompa più sangue per portare una maggiore quantità di ossigeno ai muscoli e ai polmoni ... sotto stress il sangue coagula più in fretta per evitare l’emorragia se eventualmente ci si ferisce. Ricorda, il cibo è un mezzo potente per mantenere il corpo (cuore compreso) in condizioni ottimali. 


angia qualche nocciolina e un paio di noci durante il giorno perché contengono grandi quantità di flavonoidi e sostanze antiossidanti, soprattutto se sei avanti con l'età: costituiscono una fonte eccellente di grassi sani e di proteine utili (sono fondamentali per diminuire l’incidenza dei disturbi cardiaci) … fanno bene al cuore. L’olio di oliva contiene un buon quantitativo di grassi monoinsaturi che aiutano ad alzare il livello di colesterolo HDL (buono) ... verdure e flavonoidi (antiossidanti e antinfiammatori: noci, tè verde, uva, mirtillo rosso, arance, cipolle, pomodori, vino rosso … sempre con moderazione) contribuiscono ad aumentare il livello di HDL. Questo tipo di colesterolo aiuta a tenere pulite le arterie mentre le attraversa (tutti gli oli di oliva evo sono buoni, personalmente uso quello di Brisighella, ligure e del Lago di Garda, molto delicati; oppure quello abruzzese, calabrese e siciliano, più saporiti!). Mangia merluzzo, salmone e branzino ricchi di Omega – 3, perché sembra riducano i livelli di trigliceridi (in eccesso, è una delle cause della formazione di placca nelle arterie), stabilizzano il battito cardiaco, rendono le piastrine meno predisposte alla loro aggregazione (riducono i coaguli) e possono far abbassare la pressione. Per la salute delle arterie, vanno ridotti i grassi saturi, carne, frittura, zuccheri semplici e latticini. Per il cuore, inoltre, sono importanti: magnesio (contribuisce a mantenere stabile il ritmo cardiaco), calcio (abbassa la pressione), fondamentali per chi ha raggiunto una certa età risultano le vitamine A, B, C, D, E, (attenzione le vitamine C e E annullano l’effetto antinfiammatorio delle statine: farmaco per controllare il colesterolo). Attacco di cuore, stai attento ai seguenti segnali: dolore fastidioso al petto; male al braccio, mascella o petto; fiato corto; disturbi allo stomaco e sudori freddi; nausea e improvvisa spossatezza. ALTI livelli di trigliceridi nel sangue sono tra le cause della formazione di placca nelle arterie (grassi digeriti e assorbiti) … i grassi saturi (carni, latticini non sgrassati, fritture, cibi cotti al forno) aumentano l’infiammazione delle arterie e aggiungono altra placca alle arterie … anche gli zuccheri semplici danneggiano le pareti dei vasi sanguigni, creano infiammazione e poi lesione nel rivestimento delle arterie: favoriscono sempre la formazione di placca. Attento, forti stati emotivi sconvolgenti ed “esplosivi” - come più volte sottolineato - sono nocivi per il cuore; rabbia, ostilità’, la difficoltà di relazionarsi e interagire con gli altri, infatti, possono determinare un aumento della pressione, influenzare il regolare funzionamento dei meccanismi di “riparazione” e far restringere i vasi sanguigni, rendendo difficoltoso il passaggio della quantità di sangue necessaria; sappilo, le tecniche psicosomatiche, esercizio fisico, vari interessi quotidiani, le passioni che fanno battere il cuore e le amicizie sane ti possono aiutare a gestire i sentimenti negativi … ti aiuta entusiasmo e, per parafrasare quel famoso presentatore, abbiamo bisogno di tanta allegria … e ancora molta allegria!!! … può essere utile a livello di equilibrio generale, per gestire il “tormento” economico, anche se è solo una faccenda puramente materiale, avere nel portafoglio - senza contarci troppo o essere troppo pretenziosi - qualche “foglio” di colore verde disponibile per la propria “sicurezza” economica.



Dott. Claudio BonipozziTel. 349.1050551 
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