venerdì 26 aprile 2013

- Le "SCELTE" giuste ...



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Le    SCELTE   "giuste" ...


nterrompere un rapporto in crisi o tenere duro? Coi familiari, essere severi o tolleranti? Cambiare attività o “restare lì”? In amore, in ufficio, con i figli, di fronte a situazioni più o meno complicate, volenti o nolenti, scegliere tra diverse linee di condotta è inevitabile. Nessuna persona, sana o bloccata che sia, può sottrarsi al processo decisionale. Tutti i giorni la vita impone la necessità di compiere delle scelte. La scelta, comunque la si veda, è sempre espressione di libertà. Ogni decisione può risultare faticosa e dolorosa: se si segue una possibilità, se ne deve abbandonare un’altra. Di solito, quando il malessere controlla la vita, si sceglie la cosa peggiore: rimandare… alle calende greche. Una vita “serena” non presuppone la capacità di non sbagliare mai, ma quella di prendere una strada anziché un’altra. In pratica, l’incapacità di scegliere non è semplicemente una disinvolta e spassionata analisi delle alternative. E’ un fenomeno che coinvolge molto di più del proprio essere, il proprio mondo emotivo; la propria capacità nel trovare delle soddisfazioni è in gioco. Nei fatti l’immagine autentica di se stessi è in ballo. Si è soddisfatti di se stessi quando si è fiduciosi, e ci si considera deboli, impotenti, e minacciati quando il potere decisionale è annullato. Spesso una quantità di seccature giunge ad infastidire il soggetto quando è dominato da questo stato di indecisione: irritabilità, insonnia e la semplice capacità di disfarsi di pochi problemi. L’opposto dell’incertezza è l’assenza di paura. Fiducia, sicurezza, certezza, convinzione non sono affatto associate con le condizione di questo turbamento emotivo. E’ il peso dell’incertezza che deteriora il proprio modo di vedere in alcune importanti biforcazioni della propria strada. Quando l’incertezza è dominante viene ostacolata non solo la crescita emotiva che porta ad innumerevoli insuccessi - soprattutto a livello interpersonale - ma crea dei presupposti per una cattiva condizione di salute psicosomatica.


pesso, la maggior parte delle vittime coinvolte in questo fenomeno non è consapevole del “veleno” in esso contenuto, anche se può essere cosciente della paralisi e dei sintomi che ne derivano. Il soggetto è calato in una dimensione di estraneità e di incertezza, ha la sensazione di essere fuori luogo, ma soprattutto, di essere perennemente a disagio, in “prestito”, in “affitto” in casa sua. Un atteggiamento di “stallo” determina sempre sentimenti di impotenza, frustrazione, rabbia, amarezza e disperazione senza rimedio. Certe scelte, senza rendersene conto, oltre a non far dormire, possono complicare in maniera esagerata la vita (la morale condiziona…mentre i preconcetti rallentano, bloccano, deviano). Ancor più difficile è fare delle scelte solide e positive in uno stato di disperazione, tensione o di grande agitazione. Ci sono situazioni, poi, in cui si deve agire con la massima solerzia e con coraggio perché non c’è molto tempo, ma anche “riposarsi sopra”, quando si devono prendere decisioni importanti, non è del tutto sbagliato. Decisioni come ad esempio matrimonio, convivere o rompere un rapporto devono essere sempre ponderate: l’arte di conoscere le persone e se stessi in relazione con gli altri richiede più tempo e molta attenzione (… soprattutto se si è confusi). Il successo in ogni settore teso verso conquiste che partono da scelte libere - in linea con la propria natura - che riflettono quello che l’individuo effettivamente è, i suoi valori reali, è un buon punto di partenza per rendere la vita più soddisfacente. Battaglie vinte in sintonia con la propria vera natura sono un terreno fertile per giungere alla felicità e farsi una “flebo” di autostima. Al contrario, conquiste derivanti puramente da un atteggiamento di aggressività compulsiva (bisogno di dominare gli altri), dall’obbedienza conformista ai dettami culturali e sociali, o da un bisogno di trionfo vendicativo (sentimento di vendetta… la testa piena di rancori rende confusi, produce incertezza e la sensazione di sbagliare sempre tutto) lasciano un senso di vuoto, di sbandamento, di tristezza e di povertà interiore, nonostante l’apparente grandezza della conquista.


a perché è così difficile decidere, trovare le risposte? Sembra facile, ma come si fa a decidere? Quale “oracolo” ascoltare? Di fronte a certe situazioni complicate qual è la vera strada? All’origine di tale fenomeno ci possono essere molte cause come la paura di sbagliare, una importante fragilità emotiva, la mancanza di fiducia e conoscenza di se stessi, l’ansia, lo stress e, soprattutto, la bassa autostima (quella purtroppo è come il prezzemolo, non manca mai!). Queste condizioni emotive avvolgono e permeano quasi tutti gli aspetti della vita, ma sono particolarmente deleteri nel processo decisionale. Come per tutti i malesseri di natura psicosomatica, la diagnosi è di primaria importanza, e questo è particolarmente valido nel caso dell’indecisione. Conoscere, individuare e capire perché si rimane al “palo” è fondamentale per vincere la battaglia contro l’indecisione e realizzare se stessi; è del tutto impossibile, infatti, combattere un nemico che non si vede e, ancor peggio, che non si conosce (non comprendere le origini, le cause e le declinazioni concrete di un fenomeno, non solo rende impotenti a livello risolutivo ma si amplifica nel tempo la produzione e la dimensione).

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COSA FARE.  Saper fare delle “buone” scelte può davvero cambiare la vita e farle sicuramente bene; è una qualità che si impara nel tempo “allenandosi” ad evitare gli errori più comuni. E’ molto importante - per ripulire il cervello da dubbi e indecisioni - comprendere la differenza che esiste tra scelte false e quelle vere. Ogni volta che ci si trova davanti ad una decisione, piccola o grande che sia, e non si sa bene come affrontarla sarà importante ridurre le parole e i pensieri: evitare la tentazione di parlare con il primo che si incontra. Evitare, insomma, di addentrarsi in un labirinto di dubbi e di pensieri: la mente nitida e leggera è sempre più efficace. In questo modo, “spurgando” il cervello da tutti quei pensieri inutili, che non servono assolutamente a nulla (mettendo a tacere interferenze interne ed esterne), la scelta giusta può prendere forma. No diventare pesanti e lamentosi, parlare poco e con una persona fidata (che sa ascoltare, non da consigli e non giudica… perché l’unica cosa di cui si ha realmente bisogno è di fare chiarezza dentro se stessi) è la cosa più saggia che si possa fare in questi frangenti. Per rendersi, poi, più liberi, autonomi ed efficaci nel decidere ci vuole sicuramente un buon addestramento. Molto spesso si fatica a fare scelte giuste perché si è terrorizzati che possa spiacere a qualcun altro. In questi particolari momenti risulta fondamentale rispolverare un “sano egoismo”. Se non si è allenati a questo amore per se stessi, cioè la capacità di tenere in primo piano le proprie esigenze, diventerà sempre più difficile prendere decisione giuste ed in linea con la propria natura.


i sarà sempre in balia dei giudizi della gente e non si sarà mai in grado di dire di “no” a tutti coloro che sono abituati a raggirare, a calpestare la libertà altrui o, ancor peggio, ad usare gli altri. Uno sguardo, poi, distaccato e un po’ più neutro, da soli o con l’aiuto di un esperto se il quadro clinico è complesso oppure quando ostacola completamente la vita, aiuterà a purificare la mente, ad essere più obiettivi, a ridurre l’ansia. Se sono ben chiari gli obiettivi si riuscirà a prendere decisioni vincenti … favorire soluzioni nuove, inaspettate e originali. Riassumendo. Ma sempre, comunque … al di là di “Cosa fare” è fondamentale fermarsi un attimo e con consapevolezza formulare questo pensiero: “E adesso tocca proprio a me”. È un pensiero un po’ fantasioso ma che porta al centro di se stessi. Una espressione che rappresenta la propria unicità perché, non dimentichiamolo mai, la vita è nostra (non degli altri), la felicità da conquistare dipende solo da noi. Saper fare scelte giuste può davvero cambiare la vita e farle bene. Altro non è che sapersi offrire il lato migliore delle cose, quindi una vita migliore. E’ umano quando non riusciamo a levare un ragno dal buco, non saper cosa fare, lasciarsi abbattere dallo sconforto, dal dubbio. Allora ogni volta che si pone una difficoltà, piccola o grande che sia, e non si sa come affrontarla è fondamentale ricordarsi di alcune strategie per attivare strumenti semplici e concreti attraverso i quali ci si avvicina in un modo nuovo al mondo delle soluzioni: Ridurre parole e pensieri. 


rima di tutto evitare di addentrarsi in un labirinto di dubbi e pensieri. La mente leggera è decisamente più risolutiva ed efficace. No a lamenti, parlare poco e solo con una persona fidata, il cui ruolo è fare “da specchio”: mentre si parla, le parole aiuteranno a rappresentare la situazione in ogni prospettiva. Non è di un consiglio che si ha bisogno, ma di lasciar emergere le parole evitando che i dubbi ridondino in testa. Diventare spettatori. Un’altra strategia efficace è quella di guardare se stessi come uno spettatore e non come un attore sul palcoscenico. Per fare la scelta giusta occorre per un po’… non decidere (a tutti i costi). Si è più lucidi quando si osserva un evento senza essere coinvolti in prima persona. Anche questa mossa sarà molto utile al conseguimento del risultato finale. Far parlare l’interiorità. Il terzo intervento colpisce il centro o, meglio, per usare un semplice eufemismo va dritto al “cuore” del problema. E’ il cuore, non la testa, che sa cosa serve alla propria felicità, che conosce il percorso giusto, la propria autorealizzazione. Il cuore, centro degli affetti, non può essere condizionato come la mente, lui batte al suo ritmo e non si è in grado di modificarlo. Pensare con il cuore significa far decidere a lui. Nutrire la propria autostima. Per rendersi più liberi, più autonomi ed efficaci nelle scelte ci vuole un po’ di allenamento. Spesso si è disorientati perché si teme che qualcuno, in base ad una eventuale scelta, possa essere ferito. In questi casi è utile riesumare un pizzico di egoismo: è un’ottima mossa per formare e nutrire le proprie decisioni rendendole sempre più lucide e autonome.

...  è   lo   stupore    che   ci   ricarica!!!


ccanto alla LIBERTA’, però, ci deve essere sempre la RESPONSABILITA’, non in senso moralistico ma semplicemente imparare a decidere autonomamente, gestire il proprio benessere, essere attore principale della propria evoluzione (non mettere in mano la propria vita a qualcuno e qualcosa di esterno): la capacità di determinarsi … RICORDA, tutti abbiamo delle imperfezioni e ognuno, in maniera singolare, possiede contemporaneamente - con elementi più o meno dominanti - diversi tratti di personalità, non è necessario indossare l’abito in voga al momento, basta sfoggiare quello che hai nel tuo guardaroba, quello reale, più semplice, naturale e pieno di risorse …  la CONSAPEVOLEZZA altro non è che essere coscienti delle cose che fanno sentire “sfasati” e quali, invece, nutrono l’autostima, fanno sentire bene, stimolano ad incontrare il mondo …  ti aiutano a SEGUIRE, sempre, un ideale di AUTONOMIA.


ICORDA, come la mucca caccia via istintivamente con la coda la mosca sulla sua schiena, anche tu hai il diritto di opporti a tutte quelle aspettative altrui che non ti appartengono e che spesso ti senti costretto a seguire, quei vincoli che non fanno per te … quelle cose che ti spingono a sacrificare le tue inclinazioni naturali, le tue vere esigenze: prenditi il tuo spazio, segui i tuoi progetti, le tue priorità, esprimi le tue passioni … la tua unicità (non è difficile, con l’allenamento emergerà un senso di soddisfazione, di piacere e di libertà).


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
 
 Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
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