martedì 6 agosto 2013

-SENTIRSI BELLI


Finalmente mi  PIACCIO … adesso però!!!

Risultati immagini per narciso

a è proprio vero che piacere agli altri sia anche piacere a se stessi? Avere un fondo schiena come l’attrice del momento o possedere un “fisico bestiale” come auspica quel famoso ritornello musicale, sia davvero sufficiente?  Purtroppo, non funziona in questo modo. Sentirsi belli non è solo una questione di immagine riflessa allo specchio, ma è un qualcosa che coinvolge molti aspetti della personalità; quello che conta realmente è già dentro di noi, a volte in maniera celata, ma è sempre lì, pronto a fare la sua comparsa. Non è raro, infatti, per chi - come me - si occupa di disagi emotivi verificare, accanto ad ogni “guarigione”, un cambiamento di atteggiamento verso la propria immagine; rievocare improvvisamente quella vera, unica, quella che, inspiegabilmente, nel tempo, è stata dimenticata e sepolta. L’immagine non è mai statica, è in continua evoluzione, cambia molte volte durante l’esistenza; può essere influenzata da pensieri, emozioni e aspettative catastrofiche. Il modo di vedersi e le varie convinzioni sull’attrattività fisica costituiscono, spesso, un forte ostacolo ai rapporti sociali, tale da mettere in pericolo l’aspetto affettivo, la serenità e l’equilibrio psicofisico. Il difficile rapporto con lo specchio nasce quando l’immagine riflessa  non ha niente a che fare con la realtà. In base allo stato d’animo, infatti, lentamente prende forma - accanto ai lineamenti veri - una potente immagine di riferimento: figure idealizzate, modelle impeccabili, perfette e seducenti, quelle dei rotocalchi, della pubblicità onnipresente; modelli a dir poco “difettosi” e sempre irraggiungibili, fuori dal tempo e dallo spazio, che non tengono mai conto dell’unicità della persona. 


ale errore nasce in parte dalla visione confusa ed appannata della “bellezza”, imposta sempre da una pressante cultura consumistica, che spesso disorienta e crea - propinando modelli non del tutto disinteressati - problemi nel percepire correttamente la vera immagine, imprigionandola in un persistente vortice di infelicità, in ruoli forzati, in copioni sempre più sterili e futili. Un’immagine, secondo questa visione, che per apprezzarla bisogna essere completamente diversi da come si è; aggiungendo alla propria esistenza sempre quel fastidioso e snervante qualcosa in “più”: ma chi può stabilire realmente il limite per quel “più”? In questo modo, calandosi nel territorio dell’immagine falsificata, dell’insicurezza e sopraffatti da una persistente frustrazione, oltre a non piacersi mai abbastanza, ci si allontana dall’originalità e dalla propria identità. Quando si esibisce una bellezza estranea a se stessi, non in sintonia con il proprio stile, si è costretti ad “elemosinare” con insistenza l’attenzione della gente per verificare la gradevolezza del proprio aspetto; pareri forzati, continue conferme ed approvazioni inutili che non portano da nessuna parte (distraggono, indeboliscono e sfiniscono come un interminabile giorno di lavoro)


asta un attimo di distrazione da parte di qualcuno perché il tutto si concretizzi in una profonda angoscia, in piccoli dubbi e oscure incertezze. Non ci si sente mai abbastanza attraenti perché i “cattivi censori” (noi compresi), ci hanno inculcato che dobbiamo essere diversi da come siamo, che è fondamentale correggersi continuamente - pena l’esclusione dal “gregge” - prendendo modelli di riferimento completamente estranei e distanti dalla propria natura, che spesso si rivelano irraggiungibili e frustranti. Modelli idealizzati e seducenti, perseguiti più per farsi accettare e piacere agli altri che per il proprio benessere. Spinti sempre più dalle mode del momento, dal timore del giudizio altrui, dall’apparire sempre più giovani e avvenenti, si perde di vista la vera e propria bellezza “interiore”, quella che rende davvero soddisfatti, sicuri, liberi, felici, in pace con se stessi e con gli altri, e fa sentire bene in ogni momento della giornata.

Risultati immagini per narcisoNon quella bellezza sofisticata, instabile, affannosa, fatta di lifting e trattamenti ingannevoli, in cui basta davvero poco per sentirsi “fuori posto”. Le giornate in questo modo trascorrono svogliatamente con la convinzione di essere dei perdenti, in un clima di  sfiducia, sotto il segno dell’ inadeguatezza e avvolte da un profondo senso di fallimento; ci si sente perduti, abbandonati in un mondo - sebbene non proprio pericoloso - che appare incerto, squallido e un po’ spaventevole. Fenomeno che allontana, in maniera subdola, dalla propria “trama”, fino a perderla completamente. L’immagine non riguarda solo l’aspetto estetico, è uno stato d’animo, un fenomeno soggettivo che coinvolge altri fattori della personalità come ad esempio lo sguardo, il profumo, la naturalezza, la spontaneità, le parole, il tono di voce, il modo di parlare, di ridere e gesticolare, di accarezzarsi i capelli, il muoversi in maniera armoniosa, il look, la sicurezza, il senso di libertà, indossare “bene” un vestito. Una condizione che favorisce l’armonia psicofisica, il senso di soddisfazione, il volersi bene e, soprattutto, stimola a mettere in atto tutte quelle risorse e strategie per vivere bene nel proprio corpo. Quando ci si sente “attraenti” tutto diventa armonioso: l’unità psicosomatica, essendo in perfetto equilibrio, annulla quel senso di inadeguatezza che paralizza l’esistenza e vincola a modelli troppo distanti da se stessi. Non si dubita più del proprio aspetto perché anche quel ‘peso’, quel ‘naso’ e quell’altezza, se portati con naturalezza, senza condizionamenti, ruoli obbligati e immagini stereotipate, possono diventare un punto di forza, un qualcosa di speciale ed originale (…che attrae).


a bellezza che nasce dall’armonia mente - corpo, non ha bisogno di “trucchi”, orpelli e maschere varie perché, in ogni momento, è autentica ed è costruita su valori solidi e sicure fondamenta emotive. Vedersi più belli significa saper “giocare”, ogni giorno, con il proprio corpo, uscire allo scoperto, alla luce del sole ... non strisciare più sui muri all’imbrunire del giorno per essere ancora una volta “invisibili”, “trasparenti” e impotenti sul palcoscenico della vita, ma essere sempre protagonisti … ritornare padroni del proprio destino. Mai arrendersi ed accontentarsi, tirare i remi in barca significa lasciare le cose al caso, la bellezza, invece, va coltivata, coinvolge ogni dimensione dell’esistenza, colora ogni aspetto della vita e, soprattutto, spinge a navigare, in maniera davvero originale, nel grande mare della vita. I miglioramenti devono avvenire sempre senza sforzo ed apprensione perché, diversamente, si crea fastidio, tormento, confusione, imbarazzo, instabilità e tensione ingiustificata nel corpo. Per piacersi, quindi, sarà utile concedersi anche quei “trattamenti” che - rispettando il proprio stile - contraddistinguono e valorizzano ogni tratto della personalità. Ogni processo di “cambiamento”, perché abbia valore nel tempo, deve essere sempre firmato da un grande autore: il soggetto stesso. Non è mai vanità, ma un’attenzione particolare che va a ricomporre, unificare, riconciliare e valorizzare quelle parti profonde trascurate che - proprio perché non ascoltate  o considerate -  si fanno sentire  attraverso giudizi di valore, sfiducia, insoddisfazione e auto - commiserazione … la sensazione che manca sempre qualcosina… ancora e ancora, poi ancora di nuovo, all’infinito … risultato,  non piacersi mai.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

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