lunedì 30 maggio 2022

APPARATO RESPIRATORIO

 

APPARATO   RESPIRATORIO

La vita è respiro


uesta affermazione la troviamo anche nella Genesi: E lo spirito di Dio aleggiava sull’acqua”: così ebbe inizio la vita. Dice ancora la Genesi: "Dio disse, facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza ... allora Sua Santità plasmò l'uomo con polvere e insufflò nelle sue narici un alito di vita, così egli diventò un essere vivente". La vita dell'essere umano è iniziata, quindi, dal "soffio" di Dio. Ciò ovviamente, non per scomodare il buon Dio - che ha sicuramente molte altre cose più importanti a cui pensare - ma per sottolineare che il primo respiro determina la consapevolezza di essere al mondo, segnala l’entrata sul palcoscenico della vita, di essere vivi ... mentre l'ultimo respiro spegne la vita. Il respiro nasce con noi ... con la gioia - se non subito certamente più tardi - di vivere. Dalla vita uterina alla vita autonoma: il primo respiro a volte può sembrare un dramma ... segna la separazione dalla madre … si diventa autonomi!!! Attraverso il processo della respirazione trasformiamo tutte le sostanze esterne per vivere; uno scambio incessante con la vita. I polmoni forniscono ossigeno a tutto il corpo ed eliminano l'anidride carbonica dal sangue ... sono legati all'aria, quindi, al desiderio di vivere. Sono resi vulnerabili da un vivere soffocante: pianto, tristezza, depressione, scoraggiamento e disperazione. E' in questa area che avvengono gli scambi gassosi fra aria e sangue (sangue venoso in sangue arterioso).



ette in comunicazione il mondo esterno al corpo con la parte interna, una continua relazione con l’ambiente circostante: un orifizio continuamente aperto verso l'esterno. Il controllo della respirazione può essere modulato dalla volontà ma anche in modo incosciente … va da solo, senza che qualcuno gli presti attenzione. Questo fenomeno, ripercuotendosi sulla respirazione e sugli scambi gassosi, riflette problemi sia energetici sia relazionali. Il respiro segnale il tipo di vissuto e i tratti della personalità. Un buon respiro garantisce l'elasticità, la sicurezza e la fiducia in sé ... ritrovare fiducia nella propria vita. Polmoni e pelle - respiro e tatto - sono entrambi organi che mettono in contatto con l’esterno. Questi organi rappresentano la vitalità, il bisogni di spazio di libero movimento e la libertà. In realtà, il loro linguaggio, il loro modo di comunicare, infatti, esprimono sempre qualcosa che riguarda la relazione, il rapporto con l’ambiente circostante e con gli altri. Le malattie dell'apparato respiratorio segnalano la propria difficoltà, le situazioni più o meno conflittuali con l'ambiente circostante (dare e avere). Essendo un fenomeno collegato al desiderio di vivere, quando si verificano problematiche polmonari significa che qualcosa nella vita si è "spento" o sta "soffocando"... sono persone spaventate dalla vita. Alcuni detti popolari sono davvero significativi nel sottolineare come l'apparato respiratorio possa segnalare molte emozioni: "Avere il fiato corto, Una bellezza da togliere il fiato, Concedere un po' di respiro, Mi manca l'aria, Non ho neppure tempo di respirare, Quella cosa mi blocca il respiro, Sono rimasto senza fiato, Concedere un po' di respiro". Tutte espressioni che ci parlano di situazioni, di cose, di eventi, di persone che ci mettono in difficoltà, a disagio. Il corpo, con il suo disagio, ci dice di recuperare la nostra vitalità e di superare il profondo scoraggiamento in atto ... in breve, è giunto il momento di cominciare a sentire, riprendere contatto con la vita sociale, provare nuovi desideri e gioia di vivere.


IL Polmone e le sue magie.



n prezioso stato difensivo dell’organismo dalle infezioni respiratorie. Da un punta di vista simbolico è legato alla mancanza o alla perdita della capacità di difendere le proprie idee, i propri desideri e i propri sentimenti da ingerenti “influenze” esterne in cui non si è in grado di sottrarsi: una provvisoria perdita di confini

uando non si rispetta l’equilibrio energetico si creano alterazioni organiche visibili attraverso malattie e invecchiamento veloce. Gli squilibri energetici, inoltre, si riflettono sempre sul corpo in certi punti e in zone dolorose, con eliminazioni mediante l’apparato cutaneo (sudorazione, foruncoli, pruriti, forfora) o con macchie colorate su alcune parte del volto. Una preziosa “indagine” che dà precise indicazioni sia sullo stato di salute sia sull’intervento necessario per riequilibrare il tutto e, quindi, evitare patologie più o meno serie. La disfunzione energetica del polmone si manifesta con una profonda ruga parallela al naso e che parte dagli zigomi (funzione energetica ridotta). Intorno a questo grosso “solco” appare spesso acne o qualche infezione. Se non è ben visibile per evidenziarla basta lavarsi il viso con l’acqua fredda e questa zona sarà segnata da una macchia bianca (insufficiente ossigenazione). Evitare quindi le sostanze grasse, perché la scarsità di ossigeno non riuscirà ad ossidare. Il tasso di carbonio provocherà spasmi nervosi, mal di testa e uno stato di profondo affaticamento. La funzione polmonare non è solo quella di ossigenazione e respirazione, ma ha anche il compito di eliminare le tossine del corpo, quando i reni e il fegato non sono in grado di assicurare completamente (via secondaria di espulsione delle tossine attraverso le mucose del naso e dei seni nasali).



polmoni allora avranno il compito di espellere le tossine non eliminate, caricandosi eccessivamente di tensione potranno essere in qualche modo danneggiati o irritati (bronchiti, polmoniti, asma). Le tossine responsabili dell’asma, ad esempio, sono il cloruro di sodio e i prodotti tossici dovuti all’assunzione di farinacei (eliminare dall’alimentazione cibi a base di cereali, latte, uova, cioccolato e pesci). Durante le sue crisi è necessario eliminare completamente il sale, stimolare le ghiandole surrenali e dare al fegato il minor lavoro possibile (mangiare: ortaggi verdi, cetrioli, zucchine, meloni). I raffreddori si verificano soprattutto in inverno, perché la pelle, che ha anche le sue funzioni di escrezione e di respirazione, riduce la sua attività. Inoltre si mangia di più, costringendo il fegato e i reni a una maggiore attività, cosa che di conseguenza sollecita maggiormente i polmoni, provocando infiammazioni con accumulo di catarro (eliminare farinacei, zuccheri e grassi). I sapori hanno un grande rilievo nell’alimentazione e nello stimolare energicamente gli organi: determinano la formazione degli specifici succhi gastrici che permettono la digestione e soprattutto l’assimilazione degli alimenti. Per favorire un organo il sapore corrispondente dovrà essere leggermente dominante nell’alimentazione (piccante per il polmone). Se al contrario, un sapore sarà in eccesso, l’organo al quale esso corrisponde avrà un eccesso di energia e lederà tale organo … quanto più si va alla ricerca di sapori forti tanto più l’organismo è intossicato! La genetica ci differenzia alla nascita con un aspetto morfologico e una predisposizione al proprio ciclo distruttivo. Il colore bianco a livello del viso è collegato con i polmoni (energia dominante dei polmoni). Il soggetto si presenterà con una morfologia longilinea e con il viso magro. La tristezza dominerà il suo carattere, sarà molto istintivo e con un andatura indolente. Avrà una predisposizione alle infezioni cutanee e polmonari. Nell’alimentazione, un po’ piccante, si consiglia: cavolfiore, fragole, mele, melone, ravanelli, sedano rapa (affezione polmonari); aglio, alghe, cipolla, rapa, ravanelli (affezione ai bronchi); fico, rapa (drenanti dei polmoni) … anche se è superfluo dire bisogna eliminare le sigarette. La sua massima espressione energetica è dalle 3 alle 4; se è presente una disfunzione, l’organismo manifesterà, in questo periodo della giornata, aggravamento dei sintomi. Per dare sollievo a questo organo dovrà essere massaggiata la vertebra dorsale D3 (eccessiva traspirazione del viso, dolori al gomito e alla spalla, ossigenazione insufficiente, atonia e perdita sensibilità del seno).

ASMA

 ' una malattia infiammatoria - un malessere episodico spesso notturno - con frequenza e intensità variabile, caratterizzata da crisi di dispnea acuta durante l'espirazione difficile e faticosa, mentre la fase di inspirazione risulta, il più delle volte, rapida e facile ... uno spasmo che ostacola l'emissione di aria, il polmone rimane pieno (controllo, chiusura con l'esterno). Al senso i soffocamento si accompagnano sempre dei sibili allarmanti ... "fischia" per farsi sentire, attirare quell'attenzione necessaria per vivere. Un pianto che non può essere espresso con le lacrime, in quanto - non esistendo più naturalezza e spontaneità - il canale emotivo è già stato soppresso da tempo. Il soggetto è calato in un'atmosfera relazionale carica di tensione o di delusione ... una camicia di forza in cui non solo si aspetta il rimprovero (senso di colpa) ma, soprattutto, se esce dalle regole stabilite (da altri) viene immediatamente sospesa ogni manifestazione d'amore. Un rapporto ambivalente con una figura di riferimento iperprotettiva. Ecco perché questi soggetti scelgono nella loro vita affettiva partner che possano perpetrare, far rivivere, tali dinamiche emotive: presenza stretta e costante, tolleranza e comprensione, assenza di critiche e aspettative ... un rapporto in cui non si sente amato e, spesso, ha paura di amare (amore soffocato). Non si permettono di esprimere la rabbia, il timore, le lacrime o la gioia. Sono spesso anime in pena, solitarie dominate da troppa sensibilità. Le persone depresse hanno un rischio più che doppio di ammalarsi di asma. Poiché riguarda la vita di relazione e affettiva ci sarà tensione irrisolta al quarto Chakra. La contrazione muscolare, invece, coinvolgerà il Chakra relativo al controllo, ovvero il terzo Chakra.


a persona che affronta una crisi asmatica segnala il timore che le venga a mancare il nutrimento affettivo, vuole vivere un’atmosfera carica di sentimenti e d’amore: spazio alle passioni! ... essendo il respiro e le emozioni strettamente legati è come se annusasse l’odore delle situazioni e, soprattutto, della persona con cui vive. Il polmone parla in questo modo, segnala: avversione per l'ambiente circostante, per richieste e pressioni, grande difficoltà a gestire i rapporti e le situazioni insopportabili col mondo esterno. Trattenersi sempre, non fare uscire ciò che si è realmente … sono stati banditi sogni e speranze … si è calati in un’atmosfera irrespirabile. La respirazione simboleggia contemporaneamente la possibilità di trattenere o di abbandonarsi al mondo: accogliere e condividere qualcosa con gli altri … difficoltà di scambio tra “interno” ed “esterno”.

ronchite, un modo di “filtrare” la realtà esterna - piena di insidie - spesso vissuta come troppo pericolosa e competitiva … una strategia che permette di difendersi da disagi relazionali e sensazioni spiacevoli: vietare in qualche modo di far entrare un clima conflittuale o un’atmosfera spiacevole. Un aiuto naturale: Alnus glutinosa MG.

sma, guai alle scelte, decisioni e progetti autonomi! Si teme di perdere la continuità degli affetti: la sospensione dell’amore in un’atmosfera carica di tensione che fa completamente “mancare l’aria”… si cresce in un ambiente con una figura di riferimento che non comunica direttamente la propria disapprovazione ma si presenta in maniera fredda, rigida, intransigente e colma di aspettative … i polmoni, attraverso l’asma, segnalano un forte timore - a seguito di qualche decisione o eventuale scelta - di perdere gli affetti: un fenomeno di natura conflittuale tra autonomia e paura di essere “abbandonati”. Un aiuto naturale: Ribes nigrum MG, Viburno lantana MG.

osse, azione, volontaria o riflessa, per eliminare ciò che risulta fastidioso: pensieri critici o negativi non facile da esprimere (secca), contrarietà (grassa) bisogna essere più tolleranti!

aringite, (riguarda la fonazione, l’esprimersi nelle relazioni sociali) … indecisione, insicurezza, alterazione della capacità di comunicare verbalmente, paura di dire qualcosa, di esprimersi (di non essere ascoltati, di dar dispiacere, di essere giudicati, di essere rifiutati … è meglio tenere le parole a “bada” … dentro, non farle uscire!… difficoltà ad esprimere le proprie opinioni di fronte ad una persona che rappresenta una autorità troppo “schiacciante” … ne consegue così: blocco - risentimento = infiammazione. Un aiuto naturale: Ribes nigrum MG. La faringite (infiammazione faringe), poiché coinvolge la gola, cavità che rappresenta la comunicazione e la possibilità di esprimersi, segnala un’ostilità, un sentimento di rabbia inespresso, un qualcosa che non passa, che non va davvero giù, non si è potuto reagire o rispondere adeguatamente.

leurite (infiammazione della membrana che ricopre i polmoni: pleura); grande stress fisico di natura relazionale, professionale e sociale, senso di scontentezza, delusione e di inadeguatezza … fenomeno che limita, ostacola, toglie l’ossigeno ma anche vitalità: si spengono speranze, sogni e progetti. Un aiuto naturale: Aesculus hippocastanum MG.

olmonite, persone sane che attraversano un momento di malessere generale, un periodo di profondo scoraggiamento, non riescono ad intravedere nessuna soluzione alle proprie difficoltà: sono stanche di vivere … non si sentono ripagate per niente del loro investimento affettivo, non hanno ricevuto i dovuti ringraziamenti o considerazioni per questo si sentono abbattute e disperate, da qui nasce il dilemma se continuare a “comunicare” o “chiudere” invece i rapporti.

nfisema polmonare (profonda dilatazione delle vie respiratorie): persone che si sono trattenute, non hanno vissuto completamente la loro vita per timore di deludere, temono di non essere degne … manca spazio, manca l’aria nel rapporto di coppia, famigliare e lavorativo.

ngina (infiammazione faringe) … parole trattenute, tenute dentro, che rimangono bloccate in gola, che non si dicono per timore di esprimere qualcosa di “troppo(rabbia) … incapacità di mandar giù, trangugiare qualcosa che fa provare collera, di esprimere verbalmente i propri pensieri ribelli, quello che si sente, ma anche di chiedere quello che spetta, di cui si ha bisogno.

Chakra.


l naso riguarda il primo Chakra (sicurezza, fiducia, voglia di vivere), gola, laringe e faringe sono aree connesse al quinto Chakra (esprimersi, comunicare, farsi comprendere) mentre i bronchi e i polmoni sono associati al quarto Chakra (relazioni, amare gli altri e se stessi, dare, ricevere).


BALBUZIE


a balbuzie è un’alterazione del linguaggio caratterizzata da continue ripetizioni o da blocchi che determinano una particolare rottura del ritmo e della melodia del discorso. Questa disfunzione nel corso delle interazioni orali, è spesso accompagnata a diversi movimenti motori: contrazioni del viso, tic o gesti variabili più o meno stereotipi del viso, della mano, degli arti inferiori e turbe respiratorie; sono spesso associate anche a manifestazioni emotive come ad esempio arrossamenti, disagi, sudorazione delle mani. Si devono tuttavia distinguere dalla balbuzie il farfugliamento e lo sproloquio. Chi farfuglia ha un pensiero proporzionato al linguaggio espresso, ma vuole formularlo troppo in fretta. Lo sproloquio invece contiene frasi imperfette, incoerenti nella loro sintassi, con rottura di costruzione e ripresa, ma senza alterazioni articolatorie. La balbuzie essendo uno stato psicosomatico, dove il sintomo è determinato insieme dal tipo di personalità e dalla difficoltà funzionale specifica a livello della parola, non può essere considerata fuori dal contesto comunicativo della realizzazione del linguaggio. Se è vero che può manifestarsi dopo uno shock emozionale, di solito il suo inizio, per lo più insidioso, si colloca agli esordi dell’età scolare. In seguito si evolve in maniera assai variabile, ed è influenzato dalle condizioni del dialogo, dei suoi retroscena inconsci, dallo stato emozionale e somatico del soggetto. Pur essendo un disturbo particolarmente diffuso tra i bambini (più frequente nei maschi che nelle femmine), la percentuale di balbuzienti nella popolazione adulta sarebbe di circa 1%. Le diverse ricerche neurofisiologiche non hanno evidenziato, se non in caso di patologia degenerativa, nessuna anomalia funzionale, ciò è confermato anche dalla variabilità della balbuzie da un giorno all’altro in base all’interlocutore, alla condizione affettiva del soggetto stesso ed al contenuto del suo discorso. Un gran numero di autori tendono attualmente a dare importanza soprattutto, in questi disturbi della comunicazione, alle caratteristiche del rapporto con l’adulto. 


nsistono sulla base ansiosa dell’adulto: ansioso o distante e poco caldo che può suscitare nel bambino un’aggressività ed un’ansia che sarebbero all’origine della balbuzie (modificazione dinamica dell’apparato pallido - striato); adulti che mancano di sicurezza e sono insoddisfatti, infantili e narcisisti, in cui agli atteggiamenti sono sottesi sentimenti complessi e contraddittori (attaccamento possessivo, soffocante, che si alterna a rifiuto e aggressione e che comporta una profonda insoddisfazione da entrambe le parti). La balbuzie infatti viene particolarmente accentuata quando la relazione interpersonale è in grado di scatenare un’emozione e s’attenua, o magari sparisce completamente, quando lo stato emozionale è tenuto sotto stretto controllo. Le alterazioni psico - affettive del bambino balbuziente sono talmente significative che nessuno può tentare di ignorarle. Alcuni tratti di personalità, infatti, si ritrovano con un’elevata frequenza: introversione ed ansia, passività e sottomissione, aggressività ed impulsività in quasi tutte le descrizioni; tale alterazione diviene più marcata e più intensa se il soggetto è sotto stress e non riesce ad incanalare la sua aggressività naturale. In effetti, la genesi di questo fenomeno non può essere compresa al di fuori del problema della comunicazione e della realizzazione del linguaggio: le reazioni ansiose, ostili ed aggressive di fronte ad altri sono così in grado di bloccare la spontaneità verbale e di far emergere il sintomo. Le persone che balbettano, da piccole, tendenzialmente avevano tanta paura di chiedere ed esprimere i propri desideri; da adulti, invece, hanno timore di chiunque rappresenti l’autorità, soprattutto quando hanno necessità di esprimere quello che vogliono. Arrivato all’età adulta, il balbuziente sviluppa spesso un forte timore di balbettare che lo fa tartagliare ancora di più, cosa di cui si dovrà tener conto nel programma terapeutico. Quando la balbuzie si manifesta in una situazione specifica, in presenza di determinate persone, oppure nel corso di una azione precisa, la prognosi è sicuramente positiva. Non tutti i balbuzienti balbettano nella stessa maniera e la balbuzie è differente a seconda delle situazioni. In alcuni casi esistono situazioni elettive, quali la scuola o la famiglia, e situazioni stressanti, determinate da personaggi sconosciuti o temuti, dalla valorizzazione di pensieri pericolosi, dall’ambiente circostante ansioso. Al contrario, la balbuzie è minore quando il soggetto parla da solo, quando canta o enumera operazioni aritmetiche imparate a memoria, quando recita favole e poemi: tutto ciò che impegna dà impaccio, tutto ciò che è automatico facilita; il balbuziente si trova a suo agio nel parlare ad animali familiari e potrebbe facilmente parlare ad esseri inanimati. Le emozioni agiscono su di lui come blocco quando deve parlare, ma possono talvolta facilitarlo quando “perde le staffe”. Cosa fare. Moltissimi metodi, a seconda dell’età del soggetto, sono stati proposti per il trattamento di questo disagio: tecniche ortofoniche dirette alla cura dei disturbi della parola e del linguaggio; tecniche psicomotorie ed in particolare le metodiche di rilassamento; metodo di decondizionamento e di desensibilizzazione. Il trattamento deve comunque associare una rieducazione ortofonica con una psicoterapia, la quale anche se non sopprime il sintomo, migliora però il contesto psicologico. Tecniche caratterizzate da una focalizzazione meno esclusiva sulla parola, come il rilassamento o lo psicodramma possono essere di grande utilità.

Un breve ripasso


RONCHITE. E' un'infiammazione della mucosa dei bronchi (gonfiore e muco: ostacolano l’entrata dell’aria). I bronchi avendo a che fare con il nucleo familiare segnalano, con il disturbo, problematiche in tale ambiente o in quello lavorativo (discussione, litigio, collera inespressa verso il comportamento di un membro del proprio ambiente familiare o lavorativo): un’atmosfera emozionale sgradevole ed irritante. Individui che - oltre a non sentirsi liberi - evitano il confronto, le competizioni e le sfide. A causa dei sensi di colpa non riescono a manifestare una ferma opposizione: non osano, come si suol dire, nemmeno a “fiatare”. E’ un modo di filtrare la realtà esterna … un rifiuto a mandar dentro ciò che si vive come spiacevole. E’ una condizione respiratoria legata al sentimento d'amore: richiama il tema del dare e del ricevere … un modo di tenere a debita distanza gli altri.

ISPNEA. Sintomo di una respirazione difficoltosa: fame d'aria. Fenomeno normale quando si compie uno sforzo, diventa patologico se si presenta in situazioni inaspettate (asma bronchiale, ischemia cardiaca, broncopneumopatia cronica ostruttiva). Persone ansiose che temono tutto ciò che le circonda.

ARINGITE. Infiammazione solitamente acuta della laringe... una comunicazione intensa ed alterata a livello verbale. Difficoltà, pur desiderandolo, ad esprimere le proprie opinioni e se stessi. La perdita di voce segnale una profonda paura, indecisione e insicurezza... parole che restano in gola.   



LEURITE. Infiammazione della pleura (involucro che ricopre i polmoni) ... conflitto nel campo della comunicazione ... rapporti vissuti come inadeguati, difficili e, spesso, deludenti (partner, ambiente di lavoro, amici). Per una serie di eventi (interni o esterni) il soggetto ha dovuto ridimensionare le sue ambizioni e i suoi progetti ... ha spento i suoi sogni e le sue speranze future.


OLMONITE. E' un'infezione grave caratterizzata da infiammazione acuta (focolaio o generalizzata) che colpisce il polmone. Si presenta con temperature alte, tosse, stanchezza generale, dolori muscolari, mal di testa e dolori al torace. La comparsa della malattia può manifestarsi facilmente in soggetti scoraggiati, feriti nel loro intimo, stanchi di vivere o che stanno attraversando un momento di disperazione. Persona che sta vivendo in un ambiente (familiare, lavorativo) in cui ha dato tutto se stesso e che lo ricambia con un'aria "irrespirabile" e "velenosa". Segnala una potente "esplosione", una grande tensione interna, un forte conflitto relazionale in quanto non è stato - a livello affettivo o emotivo - capito e corrisposto.


OSSE (funzionale). Espirazione forzata e rumorosa... espulsione violenta di qualcosa di irritante. Soggetti che hanno notevole difficoltà ad esprimere verbalmente alcune cose. Parole bloccate, una stizza trattenuta verso fattori irritanti o verso determinate persone ... un modo di farsi sentire, segnalare la propria presenza con rabbia. La tosse secca (non si deve espellere) è connessa al senso di critica e all'intolleranza, un modo di esprimere il proprio disappunto. La tosse con muco, invece, segnala il tentativo di allontanare da se stessi qualcosa di invivibile: un vissuto soffocante e intrusivo. Una collera che spinge fuori i torti subiti ... necessità di "sputar in faccia" al mondo intero.


INITI E SINUSITI. Infiammazione temporanea o cronica della mucosa interna del naso ... prurito, ostruzioni, starnuti a ripetizione. Le funzioni del naso sono principalmente quelle di raccogliere l'aria necessaria per la respirazione e di concedere il lasciapassare agli odori, ma anche di "fiutare" le atmosfere esistenziali e relazionali (rancori, desideri, amarezze, sentimenti di vendetta)... "annusare" i pericoli e i timori di lasciar passare sottili messaggi di natura intima. In alcuni casi può richiamare l'attenzione su uno stato di grande nervosismo, un brusco mutamento dell'ambiente vissuto come oppressivo, i rapporti con gli altri non soddisfacenti, la paura della novità e l'ansia per il futuro. Una persona che di solito non ha una buona visione della vita: sempre alle prese con uno stato interiore di confusione e di disordine ... freddezza di sentimenti. 1° Chakra.


ALLERGIE RESPIRATORIE … e il suo linguaggio simbolico


er comprendere simbolicamente le allergie respiratorie occorre innanzitutto ricordare che i sintomi manifestati sono collegati alla dimensione aerea. Infatti, chi esprime i propri disagi psicosomatici - prevalentemente attraverso l’apparato respiratorio - sovente vive calato in un mondo in cui tutto, dall’affettività al linguaggio, dal mondo emozionale agli atti fisiologici, è permeato da un che di aeriforme … ciò risulta anche dal linguaggio, spesso ricco di espressioni quali “… Qui c’è puzza di … che aria tira? ... Quella cosa mi ispira …”. L’individuo caratterizzato da disturbi asmatici e allergici vive inoltre in modo particolarmente intenso e problematico l’ambito delle relazioni interpersonali e con l’ambiente. E questo è comprensibile tenendo presente che, fisiologicamente, la comunicazione tra l’interno e l’esterno è espressa e simboleggiata proprio dalla funzione respiratoria: l’aria immessa nel proprio corpo e successivamente emessa nel mondo rappresenta infatti una modalità di comunicazione tra noi stessi e l’Universo, in un continuo processo di scambio. Cosa può significare dunque una risposta allergica che ostacola tale scambio? L’allergia, in quanto alterata reazione immunitaria a stimoli che per la maggior parte delle persone risultano innocui, può essere letta come un modo per manifestare l’intolleranza a qualcosa proveniente dall’esterno. In questo senso l’individuo allergico si caratterizza come “iper - difeso”: il suo sistema immunitario entra in azione di fronte alla probabilità di un contatto con sostanze che vengono vissute come pericolose. Ma da cosa si sente minacciato, in realtà, chi è colpito da questo disturbo, che cosa rifiuta, cosa allontana da sé? Si tratta in genere di sostanze che richiamano temi, eventi, nuclei conflittuali spesso inconsapevoli, ma che per l’individuo allergico risultano particolarmente significativi. La primavera: il risveglio sessuale della Natura. E’ noto che alcune tra le allergie respiratorie più comuni, ad esempio, compaiono nella stagione primaverile, proprio nel momento in cui la Vita torna a germogliare e a rinnovarsi; e sono in particolare gli odori e le sostanze che circolano nell’aria i messaggeri più diretti e importanti di questo risveglio carico di valenze simboliche. 


ra queste assumono particolare rilevanza gli aspetti sessuali e aggressivi, connotati tra l’altro in modo peculiare proprio dagli odori stessi. La tendenza dell’allergico di fronte a questi potenti e spesso temibili stimoli è di inconsapevole insofferenza e resistenza, e si può esprimere in particolare nei riguardi dei cambiamenti ciclici e del risveglio delle energie vitali sopite, proprio con le tipiche manifestazioni che interessano la funzione respiratoria. Le pulsioni provenienti da questi ambiti vitali vengono infatti spesso vissute dall’allergico come inconsciamente minacciose per il suo attuale assetto emotivo, tanto da provocare l’energica attivazione delle proprie difese, che può sfociare addirittura nella tipica sintomatologia che investe naso, bronchi e congiuntive. L’allergico, quindi, più che dalla sostanza allergizzante in sé, cerca di difendersi da un elemento del vissuto soggettivo a cui questa è assimilata, evocando una difesa che assume significati simbolici differenti (si vedano “i diversi aspetti delle sostanze allergizzanti”). Il polline, ad esempio, racchiude in sé tutto il potenziale creativo, la carica libidica, in un certo senso sessuale, dell’attimo fecondante. Asma: il fiato diventa corto quando respiriamo “un’aria minacciosa”. L’ambito maggiormente in gioco in questo disturbo è quello delle relazioni interpersonali, del rapporto con l’ambiente familiare, lavorativo, sociale in cui ci si muove. A differenza della rinite, però, caratterizzata da una difesa nei confronti dell’ambiente espressa prevalentemente alla superficie, e quindi in qualche modo contingente, il conflitto appare qui più profondo e durevole, investendo spesso ambiti affettivi primari: il rapporto con la madre o le principali figure di riferimento. E’ un tipo di allergia che fa di frequente la sua comparsa nei primi anni di vita, a testimoniare il rifiuto o la difesa inconscia nei confronti di legami affettivi vissuti come “a doppio taglio”, dove cioè l’ambito vitale, simboleggiato dall’aria inspirata e espirata, è sentito come soffocante e pericoloso, al punto che è necessario “chiuderlo fuori”. Vediamo ora la personalità di chi ne soffre. In molti casi può essere inconsapevolmente attribuita all’ambiente una forte aggressività, minacciosità e un’invadenza che rendono ragione del tentativo, da parte dell’organismo, di ingaggiare una strenua difesa contro i presunti “invasori”, siano essi reali, pollini, polveri e/o presenti come tali solo nel vissuto soggettivo. L’aria intrappolata nei bronchi dallo spasmo asmatico ha dentro di sé qualcosa di “nemico” (allergene): il paradosso è che si tratta di un’aria-nemica di cui non si può fare a meno per vivere. E’ questo il conflitto fondamentale in cui molte volte si dibatte chi è afflitto da questo disturbo, ovvero l’incapacità di accettare la dipendenza da qualcosa che appare temibile e comunque inaccettabile, anzi ostile. Anche un semplice cambiamento di luogo fisico - da casa a scuola, dall’ufficio all’aria aperta - può talvolta scatenare o risolvere un attacco d’asma, anche su base allergica. Questo è spiegabile tenendo conto delle valenze emotive e simboliche legate all’aria respirata (atmosfera) in questo o quell’ambiente, tra queste o quelle persone, in un certo clima affettivo e sociale. Cosa fare. Aprire gradatamente la comunicazione, prendere confidenza e approfondire gli spazi conoscitivi e relazionali può così rappresentare l’atteggiamento vincente per evitare l’insorgenza o l’estensione degli attacchi asmatici. L’asmatico cerca di stare alla larga dai suoi sentimenti, in particolar modo dalla rabbia: una grande difficoltà ad esprimere le emozioni, tirar fuori la sua aggressività, perché li considera troppo eccessivi, sempre esagerati e particolarmente distruttivi … reazioni che crede possano allontanare da lui tutte le persone con cui ha un rapporto affettivo e, quindi, teme di perdere completamente il loro affetto … la fame d’aria indica proprio il terrore di perdere l’amore … CAMBIARE aria con nuove esperienze e "personaggi" gradevoli, più coinvolgenti e aperti a livello affettivo, dare spazio alle proprie emozioni represse PUO’ essere la soluzione migliore.

Raffreddore  …  il naso si “chiude” per non lasciar entrare odori “invadenti.


a respirazione e la percezione degli odori – veicolati attraverso l’aria da particolari molecole, dette ferormoni – rappresentano una fondamentale modalità, per il corpo e per la psiche, di entrare in contatto con il mondo esterno; una modalità che nell’essere umano è passata un po’ in secondo piano, almeno razionalmente, rispetto alle altre, ma pur sempre presente e importante. Può però accadere che durante questo scambio avvenga l’incontro con cose, situazioni, persone vissute come ostili o fastidiose. Uno starnuto, ovvero la violenta espulsione dell’aria dalle narici, può stare a significare una situazione di rifiuto o di tolleranza ... starnuti o una rinite allergica, dove l’edema della mucosa nasale blocca il respiro e la percezione degli odori, può infatti manifestare il tentativo di chiudere fuori una situazione o un’aria divenute “irrespirabili”. Si tratta spesso di soggetti ipersensibili ai mutamenti ambientali, che recepiscono immediatamente “l’aria che tira”, specie sul versante dei rapporti interpersonali e affettivi. Questa stessa ipersensibilità, d’altra parte, li rende più vulnerabili e quindi maggiormente difesi nei confronti di quanto viene da loro percepito. Questo atteggiamento può però portare a disattendere o negare, ad esempio, le situazioni di conflitto, oppure coinvolgimenti emotivi quali ad esempio l’innamoramento. Anche la relativa facilità con cui i bambini e gli adolescenti, cioè individui psicologicamente ancora poco definiti e non ancora ben strutturati, vanno incontro alle allergie in genere può avere lo stesso significato di rafforzare dei confini non ancora ben saldi. Ovviamente, il contatto con l’allergene è l’evento scatenante della sintomatologia. La natura della sostanza allergizzante può però il più delle volte chiarire anche da che cosa, in realtà, ci si sta difendendo (si veda più avanti “i diversi aspetti delle sostanze allergizzanti”). E una volta allontanata la paura del contatto con quella certa pulsione simboleggiata dall’allergene, l’allergia stessa non ha più ragion d’essere. 1° Chakra (organo colpito naso: olfatto).

Congiuntivitese blocchiamo la tristezza, gli occhi “piangono” da soli.


olto spesso alla rinite allergica si associano sintomi oculari di rossore delle congiuntive, gonfiore alle palpebre, lacrimazione che attribuiscono a chi ne è affetto, sembianze di uno che sta piangendo sul serio. Ma che cosa si difende, lacrimando, l’occhio allergico? Sentimenti come il dolore, la rabbia, la disperazione, la gioia possono far piangere ma, quando sono temuti, le lacrime vengono ricacciate indietro e le emozioni che le accompagna viene negata e nascosta a se stessi e agli altri. Per riuscire allora a “buttar fuori” quel particolare, sofferto stato d’animo, possono intervenire anche in questo caso gli occhi, lacrimanti stavolta per qualcosa (l’allergene) di concreto, ma comunque altrettanto fastidioso e insidioso. Come per altre manifestazioni allergiche, il problema principale è la difesa nei confronti di stimoli emozionali vissuti come troppo coinvolgenti o preponderanti. In particolare, chi soffre sovente di oculoriniti può esprimere con la sua sintomatologia il bisogno di eliminare dalla propria vista o di liberarsi il più velocemente possibile di situazioni, cose, persone dalle quali si sente minacciato o emarginato. Se non si riesce a far fronte a queste sorgenti di sofferenze e frustrazione, e viene impedita l’espressione del proprio disagio, può subentrare insomma questa lacrimazione “forzata”, che permette di manifestare in modo innocente ad esempio il proprio vissuto depressivo, inerente una perdita, una rinuncia, un “lutto” che ha investito in particolare il proprio campo affettivo. Non sempre l’andamento della sintomatologia oculare va di pari passo con quella complessiva provocata dall’allergia: talvolta, infatti, gli occhi cominciano a lacrimare prima ancora che il naso sia otturato o che si inizi a starnutire. Può darsi infatti che la sola presenza o la vista dell’allergene, prima ancora del contatto vero e proprio, possa scatenare la lacrimazione. L’ideale prevenzione, in questo caso, passa naturalmente dall’accettazione dei propri vissuti “lacrimevoli” delle proprie parti deboli oscure.



diversi aspetti delle varie sostanze allergizzanti. Ecco allora che un’allergia a una determinata sostanza (ad esempio, il polline) può esprimere da un lato una conflittualità legata alla sessualità – intesa in particolare come riproduzione – e contemporaneamente una resistenza al rinnovamento interiore, al cambiamento sollecitato dall’ambiente nel suo naturale ciclo vitale. Anche l’allergia ai peli degli animali può indicare una difesa nei confronti della sessualità, ma in questo caso si teme, maggiormente la sua quota impulsiva, istintuale. Un’allergia ai peli di cavallo, per esempio potrà essere rappresentativa di una paura legata all’istintività propria della sessualità, mentre un’allergia ai peli del gatto potrà indicare la presenza di difese nei confronti degli aspetti femminili – di volta in volta passivi o aggressivi – della stessa. Quando l’allergia si manifesta invece per i peli del cane saranno senz’altro in gioco le componenti più aggressive della sessualità. Diversamente, l’allergia alla polvere di casa può esprimere una difesa contro lo sporco, contro ciò che l’ambiente chiuso, casalingo o familiare, propone. Così come il naso starnutisce, anche gli occhi esprimono una modalità difensiva attraverso la loro particolare forma di allergia, la congiuntivite. In questo caso, l’eccessiva lacrimazione e la produzione di materiale di scarico testimoniano, simbolicamente, la presenza di un dolore o di un sentimento di rabbia da cui l’individuo cerca di difendersi.

CONCLUSIONI  e piccole  CURIOSITA’


a funzione respiratoria viene attivata subito dopo la nascita, assicurando in tal modo l’afflusso di ossigeno all’organismo … si dà vita così a numerose modalità espressive umane: grido, sorriso, riso, singhiozzo e, poi, finalmente la parola. Il primo bisogno dopo la separazione dall’organismo materno ... il primo grido che mette fine allo stato di apnea, la prima espressione di vita indipendente. E’ il primo scambio autonomo con il mondo esterno … il primo nutrimento vitale che il mondo offre. La sua regolazione dipende sempre dalle condizioni dell’organismo, dal metabolismo e dai bisogni energetici. E’ strettamente legata alle varie organizzazioni funzionali del sistema nervoso centrale… ai vari stati psichici ed affettivi. La respirazione riflette e rivela processi emotivi e affettivi, ed è un indicatore più affidabile di qualsiasi altra funzione controllata dal sistema autonomo. La sofferenza riduce la profondità del respiro, mentre la felicità la fa aumentare… le persone ansiose hanno una respirazione corta, superficiale e irregolare. L’emozione fa mancare il respiro o ansimare, l’angoscia soffoca, l’imprevisto fa restare senza fiato, lo stato depressivo induce a sospirare, mentre la serenità si accompagna a una respirazione tranquilla. L’espirazione è un momento di riposo, l’inspirazione è un movimento attivo. Come accade con tutti i malesseri funzionali, i problemi respiratori possono dunque accompagnare le emozioni, assumendo in tal modo un carattere comunicativo. L’angoscia può così esprimersi mediante l’iperpnea accompagnata da agitazione. Durante una crisi d’angoscia infatti il soggetto segnala sensazioni di soffocamento. I sospiri convulsi, la tosse nervosa, la bolla faringea sono associati a stati affettivi, così come la sensazione di mancanza d’aria esprime una paura specifica nel fobico. L’oppressione depressiva mediante l’iperventilazione con stridore. Certi disturbi respiratori, come ad esempio gli sbadigli irrefrenabili, permettono di trasmettere contemporaneamente il sentimento di noia e l’aggressività verso l’ambiente circostante. Le turbe funzionali possono organizzarsi in sindrome, e ne è un tipico esempio il fenomeno di iperventilazione (si veda D.A.P.) crisi che rivela la presenza di un disagio emotivo molto profondo, un’organizzazione psichica comportante una tendenza all’espressività mediante un linguaggio corporeo. L’aspetto psicosomatico dell’iperventilazione, e del legame con l’angoscia, è abbastanza evidente. In certe patologie come ad esempio l’asma, il fiato diventa corto durante certe relazioni interpersonali … quando l’ambiente esterno familiare, lavorativo e sociale viene vissuto come invadente o minaccioso. Come la tosse secca e “stizzosa” che viene espressa in determinate circostanze … quando si devono affrontare situazioni nuove, parlare in pubblico, ci si sente particolarmente coinvolti. Un modo di far sentire al mondo la propria presenza perché si ha difficoltà ad esprimere la propria aggressività; in breve, affermare la propria personalità, di essere disinvolti, autonomi e spontanei. Correlazione viso - apparato respiratorio. Le condizioni dei polmoni possono essere diagnosticate premendo un dito nella zona situata al centro della gola, sotto le corde vocali: se risulta dolente questi organi hanno iniziato ad accumulare tossine che possono evolvere in qualcosa di più complicato. I polmoni, inoltre, si riflettono nelle guance, in particolar modo nel colorito. Le guance diventato di colore rossastro quando essi sono infiammati. Pustolette in questa zona segnalano la presenza di grassi o muco nei polmoni. Mentre un pallore alle guance ci parla della debolezza di tale organo.

Lo sapevate che un buon respiro nasce dopo aver consumato un buon piatto di riso, nutrienti con vitamina A, B, C, E … e per finire un buon caffè (dilata i bronchi)bandire, però, le sostanze urticanti, carne rossa, cioccolato e latte.



TANCHEZZA. Ripetitività, mancanza di stimoli e iniziative portate avanti con infiniti sforzi di volontà: è questa la condizione che solitamente predispone ad un crollo dell’energia vitale … la mancanza di progetti e la vita che non attrae fa scivolare verso la stanchezza … la vita diventa faticosa non perché facciamo troppe cose e tutte faticose ma semplicemente perché quello che facciamo sono tutte cose che non ci appartengono e starci dentro ci “stanca” oltre misura: bisogna essere vivi! dai spazio agli interessi ed accendi la vita. Si stimola, si mette in moto l’energia con un giusto atteggiamento, un buon cibo: legumi, cereali integrali e frutta, e da non dimenticare una corretta e continua attività fisica. Se si agisce solo per l’approvazione altrui, spinti solo dal dovere, si è vinti dalla stanchezza: spenti, senza interessi, appesantiti.

icorda, le allergie che riguardano i polmoni sono reazioni improvvise ed esagerate del sistema immunitario a sostanze che alla maggior parte delle persone non lasciano alcun segno, non causano assolutamente sintomi come:

Respiro corto e affannoso, tosse;

Irritazione agli occhi; 

• Eruzioni cutanee;

Naso chiusi oppure gocciolante.

aria non è importante solo perché avendo spento le candeline del tuo compleanno ti rendi conto di aver passato un altro anno sereno, ma soprattutto ti dà vita, puoi giocare e stuzzicare tuo figlio soffiando aria nei suoi capelli oppure, nei giochi erotici, sull’orecchio del tuo amore.

RINITE, certi virus trovano facile accesso quando si è più stressati, ma è anche un modo di “espellere” l’invasore: chiudere un po’ i rapporti con il mondo.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dr. Claudio Tel. 349.1050551 
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