giovedì 14 luglio 2022

Medicina Psicosomatica

 


Medicina   Psicosomatica

(Specializzazione quadriennale conseguita nel 1982 c/o l'Istituto di Medicina Psicosomatica di Milano)


in dall'antichità si è sempre saputo che i sentimenti e le emozioni producevano una certa ripercussione sull'organismo. Questo orientamento scientifico sostiene, quindi, che la malattia nasce dal rapporto dell'individuo col suo ambiente, per cui vengono presi in considerazione tanto l'aspetto psicofisico che gli aspetti ambientali. La medicina psicosomatica afferma, dunque, che l'emozione è spesso determinante nell'eziologia della malattia. Tuttavia, è bene ricordare che una particolare situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo fisico e psichico (rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva). Se l'espressione motoria - verbale dell'aggressività o dell'angoscia - è ostacolata, bloccata, le scariche del sistema nervoso centrale verranno orientate verso il sistema vegetativo provocando disturbi patologici nella funzionalità degli organi; caratteristica presente e molto evidente anche nei quadri clinici depressivi.

. Alexander (1891-1964) psicoanalista statunitense di origine ungherese è stato il principale ideatore della medicina psicosomatica. Esso considerava la malattia come una funzione di parecchie variabili: ereditarietà, esperienze primordiali della prima infanzia, sonno, educazione, traumi affettivi e clima affettivo. In altri termini sostiene che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica propria. In questo modo si possono descrivere particolarità psicologiche dell'asmatico, dell'obeso, dell'ulceroso, del coronare, del colitico, dell'anoressico, del bulimico e di ben altri ancora, addirittura il tumore.

orpo e anima, quindi, principio vitale comune a ogni essere vivente, secondo questo orientamento scientifico non dovrebbero mai essere divisi l’uno dall’altra. E' lecito sospettare che, in determinate circostanze, alcuni fattori psichici, come sentimenti, stati d’animo e passioni, possano avere anche una certa “responsabilità” nella malattia … come dire, c'è abbastanza fumo per sospettare un grande falò!!! Il vissuto di ogni individuo è fondamentale per conoscere la malattia: vivere ad esempio in un ambiente “freddo” ed ostile, avere una madre (una figura di riferimento) “sbagliata”, gestire colpe che tormentano, affrontare paure che ingabbiano, invidia che corrode, orgoglio che svaluta all’infinito, sono tutte cose che possono determinare modelli mentali che intralciano l'esistenza e fanno soffrire; vissuti che non solo producono la sensazione diffusa di non essere amati, di non essere accettati, di non aver diritto a nessun riconoscimento, ma si legano a malattie ben precise che remano contro il benessere reale e la felicità quotidiana di ogni essere vivente. 


ncora oggi, purtroppo, chi soffre di un disagio emotivo viene considerato un malato di serie “B”, spesso, nessuno gli crede, viene guardato con sospetto e colpevolizzato, escluso dalla vita reale, spesso considerato bugiardo, cattivo, meschino… così piano piano lo sguardo su di lui si trasforma in disprezzo e la sofferenza in vergogna: in breve una persona fastidiosa a cui sono attribuite intenzioni cattive e, quindi, il minimo che si possa fare è cacciarlo dal gruppo dei "veri" malati in modo tale che non possa più tormentare le persone "perbene" che stanno intorno. Il loro segnale è sempre categorico, invadente, preciso ed inequivocabile: noi siamo i migliori, tu inferiore, un incapace, non puoi competere con noi, non sei all'altezza … vai altrove, questo non è il tuo posto!!! Ricordiamolo bene, queste persone sono il “risultato” di dinamiche strane, di cose che si portano dentro senza averne la minima idea, non sono né diaboliche, né malvagie, né cattive, né subdole: soffrono soltanto in maniera esagerata. Un malato di questo tipo non deve mai essere neutralizzato, escluso e, tanto meno, abbandonato perché è "incapace" di vivere da solo se non con grande disagio e sofferenza: la sua vita, purtroppo, se la "distrugge" già da solo!!! RICORDA, nessuno ha colpa di essere nato a Ferrara anziché a Bologna, di essere un maschio o una femmina, di essere bianco o nero ... costretto, spesso, a vivere in un nido di "vespe”. Molti sono un pò “strani”, alcuni sono perennemente "sotto tiro", “tutti” siamo inclusi nella “blacklist”, ed è un’ottima cosa perché il mondo sarebbe davvero monotono, troppo monocolore, proprio fastidioso e noioso se non esistessero così tanti quadri clinici diversi, curiosi ed originali … SEMPRE se tali tratti, ovviamente, non sono lesivi o distruttivi verso se stessi o gli altri: influenzano negativamente la propria vita affettiva, lavorativa e relazionale, il modo in cui ci si rapporta con il resto del mondo.


ttribuire comunque un’eziologia psicosomatica alle malattie comuni (e non) incontra, spesso, nel pensiero comune, molte RESISTENZE e parecchia IRRITAZIONE: difficile accettare che siamo sempre noi a “generare” il male. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi emotivi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ - dovute appunto a tutte le sostanze "tossiche ingerite contro la nostra volontà - anche le cose più banali risultano difficili da neutralizzare. Bisogna curare SEMPRE il malato non la malattia!

a malattia - in ogni caso - cerca sempre di rimediare, attivare soluzioni: guarire; ascolta cosa dice il tuo corpo, le malattie hanno un significato evolutivo, ci segnalano che qualcosa non va e cosa dobbiamo cambiare. Le metodiche terapeutiche psicosomatiche insegnano a prendersi cura di se stessi, allontanano il brusio dei pensieri spazzatura e sospendono i giudizi di valore ... aiutano a fare spazio, silenzio dentro di sé. Ricorda, nessuno può trarci d'impaccio meglio di noi stessi!!!

e facciamo attenzione ai piccoli segnali che il corpo ci invia, se siamo ottimi osservatori di noi stessi - attraverso i cinque sensi: vista, olfatto, tatto, gusto e udito - è possibile smantellare tutte le barriere con il corpo e recuperare il vero contatto “mente e cuore” - il contatto con il proprio corpo - così, oltre ad anticipare l’insorgere di molte patologie, permette di fare scelte libere, felici e giuste in qualsiasi settore della vita, possiamo “sfruttare” questi segnali in qualcosa di più vantaggioso a livello energetico, ovvero, attivare tutte quelle risorse sprecate inutilmente, mettendole in tal modo al servizio, a vantaggio, a favore del nostro benessere, prevenire pertanto parecchi disturbi, ritrovare la nostra autentica identità, essere spontanei, vivere in salute e in armonia con gli altri; conoscere questo significa correggere tutti quegli atteggiamenti e schemi mentali che rendono infelici e allontanano da se stessi: trovare il vero equilibrio psicofisico. RICORDA, cercare il SENSO e non la CAUSA è uno dei principi fondamentali della psicosomatica; attraverso il corpo - movimento, posture, disturbi, espressione, vestiario - comunichiamo agli altri, più o meno consapevolmente, come ci sentiamo, come vorremmo essere o apparire: le nostre convinzioni vere o finte che siano; gesti che ci possono rendere naturali o falsare la nostra spontaneità, la muscolatura, liscia o striata, infatti, percepisce sempre il clima, l’atmosfera dell’ambiente in cui ci si trova e segnala nell’istante qualsiasi giudizio di valore, ostilità, insicurezza, competizione: il corpo realizza ciò che la mente declina; ogni stato emotivo bloccato ci rende estranei all’organismo che altro non può fare che chiedere “aiuto” attraverso il disagio psicosomatico. 


on TEMERE, il corpo non è mai un nemico o un estraneo, ma un alleato, ti dà ogni giorno “spie” specifiche sullo stato di benessere e di salute di tutti i tuoi organi: ascoltalo con più attenzione e conta su di lui, non far finta di niente: i disagi vanno sempre ascoltati perché parlano della nostra vita. Ricordiamolo ancora una volta, più ci abbandoniamo ad un fiume di parole inutili, più ci lasciamo andare a giudizi e all’autocritica, più ci riempiamo di falsi obiettivi e di percorsi insoddisfacenti, più ci facciamo domande banali, più ripensiamo ai vari eventi passati, più si inseguono progetti sbagliati, più annulliamo i nostri desideri per compiacere gli altri, più ci “torturiamo” e “lamentiamo” di quelle cose senza senso e PIU’ le esorcizziamo, le cronicizziamo, le facciamo diventare grandi e importanti, le teniamo lì dentro di noi come un vortice paralizzante: una forza completamente seppellita nei luoghi comuni imperanti che inquinano la mente, in balia di un copione prestabilito e della recita quotidiana, tutto si trasforma in abitudini per il quieto vivere, domina i movimenti, un’energia che non scorre più, lentamente soffoca, una sofferenza che con i suoi meccanismi biochimici esaurisce, blocca, appieda ma, soprattutto, si trasforma in disturbo, in sintomi inspiegabili che fanno soffrire; così la VITA, attraverso il dolore e la malattia, altro non può fare che gridare la sua disperazione, ci chiede con grande saggezza, attraverso il suo linguaggio specifico e i suoi messaggi espliciti, di essere ASCOLTATA: fermati lì, non ingorgare il cervello di “spazzatura”, di cose che non servono nella vita, osserva, smettila di dichiararti guerra e fare confronti, basta battaglie contro i mulini a vento, non attaccarti ad eventi passati, pregiudizi, rimpianti e false idee, evita di commentare e passare a setaccio ogni cosa della tua vita, non lasciarti consumare dai pensieri in percorsi tortuosi e angusti, ma dai SPAZIO alle emozioni, alle passioni, alla creatività e ai tuoi desideri, quelli che veramente contano ma che per qualche ragione nel tempo hai soffocato, che desideri solo per te.


gni essere umano, volente o nolente, è il risultato di circostanze personali genetiche, sociali, educative e culturali, possiede una storia che non è simile a nessun altro, anche se i percorsi umani evolutivi sono quasi identici; un tragitto soggettivo in cui impara a reagire alle situazioni in maniera davvero unico ed originale (vedasi meccanismi di difesa) … un passato che, nonostante le nostre buone intenzioni, non riesce proprio a dimenticarsi di NOI!!! Non dobbiamo mai dimenticare che l’idea che abbiamo di noi stessi è stata forgiata attraverso i rapporti con le nostre figure di riferimento, ereditata dai nostri genitori e imposta dall’atmosfera sociale in cui siamo cresciuti: un modo di pensare complesso di eventi esterni attivato per controllarci nel bene e nel male, una fotocopia sbiadita delle aspettative altrui che, spesso, ostacola benessere e successo, rende difficile la scelta del proprio futuro … il corpo allora non solo avverte, ma protesta che stai “NASCONDENDO” emozioni, tensioni e stress … la sua “VOCE” ti rimette sulla strada giusta. Ogni disturbo vuol dirti qualcosa, tenta di correggere un percorso, una direzione sbagliata che stavi, “sbadatamente”, per imboccare: riporta a riflettere sui tuoi bisogni più veri … ogni emozione trattenuta ti mette con le spalle al muro, ti isola dall’organismo che, astutamente, altro non può fare che rivolgersi, chiedere aiuto ai disturbi psicosomatici. 


 disturbi, dalla testa ai piedi, si fanno portavoce, ogni volta che non li affrontiamo, dei legami sbagliati, delle cose che non vanno o che vogliamo tenere lontano da noi, così la psiche trova finalmente la sua voce: esprime il suo disappunto attraverso il corpo, ci dà precise indicazioni sullo stato di salute degli organi. ATTENZIONE, ti guida al benessere, segnala che bisogna dare spazio a qualche cambiamento e alle emozioni censurate ogni giorno che ti isolano dall’organismo: dice di cambiare qualcosa della tua vita, di eliminare quel profondo ristagno emotivo ... come realizzare la tua vera natura. RICORDA, il corpo non in linea con le emozioni è sempre il messaggero di conflitti interiori, delle incomprensioni, delle manipolazioni, della fragilità, dell’insicurezza, di tutte le cose vitali inascoltate: in breve, che stai tradendo te stesso!

iunti a questo punto è possibile "AZZARDARE", affermare con una certa sicurezza che l’intero psicosoma è in grado di guarirsi, di trarre profitto dall’esperienza, di migliorarsi e di proteggersi da minacce di ogni genere. Di provvedere, quindi, a se stesso con risorse spesso insospettate o non utilizzate nel modo giusto: un valore inestimabile, straordinariamente superiore a quanto possiamo davvero immaginare. Un’unità psicosomatica capace di costruirsi e di ripararsi, distribuire risorse e attitudini in modo tale da adattarsi perfettamente alle nuove situazioni e, nel contempo, soddisfare le varie esigenze: i fatti in sé sono innegabili (ricostruire pelle, ossa e circuiti distrutti, creare nuovi collegamenti, modificare funzioni). Le metodiche terapeutiche della medicina psicosomatica sono quelle che aiutano i processi di autoguarigione naturale del corpo. Il corpo è dotato di un vasto assortimento di meccanismi (omeostasi) capaci di proteggerci dalle malattie e di accelerare la guarigione. Questi sono tanto efficaci che, almeno nel 90% dei casi, si è perfettamente in grado di guarire senza alcuna forma di assistenza particolare. Se siamo coscienti dell’esistenza di questi meccanismi, disposti a permettere al proprio corpo di ripararsi da sé e capace di mettere in atto sistemi interni del corpo stesso, si sarà in grado di superare malattie potenzialmente pericolose senza bisogno di alcuna terapia particolare (purché ovviamente non abbia già devastato l’involucro psicosomatico). 


a cosa fondamentale è che l’individuo sia presente a se stesso, cosciente delle capacità di recupero del proprio corpo, che impari a usarle e che - contemporaneamente - impari a riconoscere quando occorre un aiuto professionale … bisogna allenarsi a sentire, sentire e sentire attraverso i propri recettori: i sensi. In quest’ultimo caso occorre rivolgersi sempre alla persona qualificata, senza MAI delegargli completamente la gestione del corpo, mantenendone invece personalmente il controllo. La medicina psicosomatica è una “filosofia”, una metodica terapeutica rivolta ad ottenere il meglio da entrambi i “mondi”: fisico ed emotivo. Intende orientare l’individuo a trarre beneficio dalla capacità che il corpo possiede di guarirsi. Facciamo un esempio. Se si ha una semplice e sporadica cefalea, e si va dal medico di base è ovvio che ci si ritroverà con un flacone di pillole; non può fare diversamente, è ciò che questa figura professionale deve fare, rientra nel suo ambito professionale. Se invece, quando si manifesta un qualsiasi malessere, attraverso i principi della psicosomatica può darsi che si è in grado di “occuparsi” da soli del piccolo fastidio cefalalgico; il "sostenitore" di questo approccio terapeutico, infatti, con tale atteggiamento porterà equilibrio - capendo il senso della contrazione - all'intero psicosoma; l'altro, invece, bloccherà il sintomo ma manterrà lo stesso squilibrio energetico. 


e non ci si riesce, allora - senza indugiare - bisogno rivolgersi a chi è preposto a curare - se è possibile - questa disfunzione. Ricordate, si ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Molti dei disturbi che ci affliggono in questo particolare periodo storico sono dovuti al fatto che il corpo “fraintende” certe condizioni ambientali e reagisce in maniera eccessiva. Spesso disturbi cardiaci, ulcere o pressione elevata insorgono per via di potenti risposte fisiologiche a pressioni esterne (Covid, guerra, problemi economici e relazionali). E’ dunque importante comprendere che i meccanismi automatici di difesa del corpo e della mente non sono da biasimare per i problemi che suscitano. L’unità mente – corpo risponde semplicemente in base alle sue possibilità ed ai suoi meccanismi naturali. Sono i modi di reagire, le pressioni ambientali cui si è esposti e le richieste implicite in cui si vive che hanno reso i meccanismi fisiologici del corpo inappropriati. Se ci si ammala a causa di una reazione eccessiva dei meccanismi di difesa del corpo e della mente, è fondamentale esporsi il meno possibile allo stress oppure di cambiare atteggiamento nei confronti delle situazioni stressanti. Intervenire sui sintomi senza affrontare il problema di base è una soluzione, nella migliore delle ipotesi, riduttiva se non nociva. Sottoposti alle stesse tensioni e pressioni, alcuni sviluppano un’ulcera, altri invece un’elevata pressione. 


i fronte agli stessi problemi, ad alcuni si sviluppa l’asma, ad altri un’erezione cutanea. L’origine di queste differenze sta nelle personalità individuali, che hanno un effetto considerevole sul tipo di disturbi cui un individuo è più predisposto. Chi riesce a riconoscere almeno alcune delle caratteristiche della propria personalità, è in grado di prevedere a quali problemi va incontro e può individuare, se particolarmente attento, le prime avvisaglie del pericolo. Se è stato costruito un “castello di sabbia” ed è stato guardato con occhio indagatore per individuare le prime crepe nella struttura portante e per proteggere i punti deboli, non si avrà difficoltà a capire che la conoscenza delle proprie difficoltà psicologiche ha un valore enorme quando si tratta di combattere lo stress e il malessere che ne consegue. Alcune patologie, infatti, hanno vecchie radici, si basano su “fondamenta” poco stabili, realizzate e costruite mattone su mattone nel tempo (personalità). Un piccolo assaggio: “””Gli asmatici, ad esempio, hanno qualcosa in comune: madri dominatrici e padri incapaci. Le madri sono solitamente iperprotettive e indulgenti (non severa, perdona facilmente). L’affanno respiratorio, sintomo precoce dell’asma, si nota solitamente più spesso nei figli unici, forse perché sono più esposti alle pressioni di questa particolare combinazione di genitori. Gli asmatici tendono ad essere bisognosi di aiuto, fatalisti e a non esprimere le proprie emozioni. Non si consentono di mostrare rabbia, il timore, le lacrime o la gioia. Sono solitamente anime solitarie, un po’ ipersensibili. Gli ulcerosiinvece tendono a essere molto dipendenti dalla madre e a “reclamare” molto affetto. A volte sono incerti di fronte alla scelta fra dipendenza e indipendenza. Sono tendenzialmente ambiziosi e grandi lavoratori. 


depressi, in cuor loro, tendono a sentirsi impotenti, inadeguati e incapaci in ogni cosa che toccano. Hanno generalmente un pessimo giudizio di sé e sono spesso intolleranti, dipendenti e privi di senso dell’umorismo. Dato il loro approccio alla vita quotidiana, trovano particolarmente difficile adattarsi a nuove circostanze e tendono ad ammalarsi particolarmente nei momenti di crisi. Per chi è aggressivo, impaziente, fortemente competitivo e avido di successo, il rischio maggiore può essere quello di essere ricoverato per problemi cardiocircolatori. Molti autori affermano che chi va soggetto ad attacchi cardiaci è in continua competizione con la figura paterna. L’individuo colpito da attacco cardiaco è generalmente maschio (forse ancora per poco) e vive costantemente sotto pressione. Di solito ha una forte spinta a competere e a raggiungere l’apice del successo. Lavora fino a tardi, trova difficile star fermo. È decisamente incapace di rilassarsi ed è perfezionista. Qualunque sia il grado di successo raggiunto, raramente è sufficiente a soddisfare le sue ambizioni. Naturalmente il senso di soddisfazione che prova non è determinato dal successo che ottiene, ma da quello che pensa di ottenere. Ci sono anche i soggetti predisposti alle malattie della pelle che tendono a essere sensibili e, come gli asmatici, a reprimere le emozioni. Quando sono presi dalla rabbia si tengono tutto dentro; quando hanno voglia di piangere si sforzano di far finta di nulla. Questi modi reattivi sono comuni fra tutti coloro che vanno soggetti ad allergie. Gli artritici tendono ad essere timidi, tesi, pavidi e insoddisfatti del proprio lavoro. Sono dei supervisori duri e severi. Spesso provengono da famiglie infelici e sovente uno dei genitori è duro, dominatore o perfino crudele. Benché spesso questi soggetti si costruiscano una facciata di forza, gli artritici sono particolarmente ossessionati da un senso di inferiorità. Amano obbedire e si sentono, per certi versi, impotenti. Anche gli artritici incontrano difficoltà nell’esprimere le proprie emozioni. L’individuo che va soggetto alla colite è frequentemente timido, dipendente, passivo e ansioso di piacere. E’ indeciso, immaturo e sempre estremamente preoccupato di evitare conflitti con gli altri. E’ generalmente brillante, sensibile ed emotivamente labile. Scoppia in lacrime facilmente. Coloro che soffrono di emicrania, invece, sono “dominati” da sensi di colpa. Si sforzano di fare ciò che è giusto e di soddisfare la propria severa coscienza. Sono perfezionisti, ambiziosi, ansiosi di offrire una buona immagine di sé e grandi lavoratori. Tendono ad essere puliti, ordinati, efficienti e sono particolarmente rispettosi per il prestigio e il successo. Spesso hanno scoppi d’ira, quando le cose non vanno per il verso giusto, ed è questo senso di frustrazione che dà luogo ai sintomi dell’emicrania.


e si impara ad ascoltare il proprio corpo, si scopre - come d’incanto - che ha davvero molte cose da dire. Alcuni piccoli disturbi, che si trattano come fastidi, spesso frettolosamente in maniera drastica, sono in realtà precoci indicazioni di qualcosa che non va … non ci si rende conto della loro importanza o magari, essendo distratti, non ci si rende conto del fenomeno in atto. I disturbi si presentano se perdiamo di vista la nostra immagine più autentica, arrivano per aiutarci a mettere a fuoco e a comprendere che certi atteggiamenti, qualche rapporto e alcuni stili di vita non ci aiutano a vivere serenamente: ostacolano spontaneità e naturalezza; in breve, c’è un “nodo” da sciogliere; senza i nostri disagi, le nostre paure, quindi, non saremo in grado di riconoscere e collegarci con la nostra autenticità più genuina, i nostri veri e profondi desideri: aiutano a percorrere la strada giusta.

l sintomo racconta la nostra vita: il modo di stare nella realtà, di vivere le emozioni e di relazionarci; esprime qualcosa della persona che ne soffre: parla di disagi, bisogni e contrarietà che a livello consapevole, non riesce a manifestare o percepire; il malessere ha sempre un senso, è una modalità espressiva in codice, messaggi scritti con un linguaggio simbolico; un messaggio che parla un linguaggio antico e indefinito, porta l’attenzione sul problema e mette in contatto con il proprio corpo; se si trascurano alcune problematiche esse si fanno corpo: una impressionante corrispondenza tra funzioni fisiologiche e dimensione mentale; l’atmosfera mentale in cui si è immersi, quindi, può influenzare la salute: ammalare o guarire. Ricordiamolo, un’emozione trattenuta - creando tensione - scoppierà primo o poi in una forma organica; bisogna ascoltare (SENTIRE) di più il corpo senza mai rimuovere e coprire: tono, energia, desideri e sintomi; se non si coglie il segnale del malessere e non si prende in mano la situazione, sarà qualcun altro a “mettere le cose a posto”: il corpo. Ricorda, c’è sempre una corrispondenza impressionante tra le funzioni corporee e quelle della dimensione psichica/mentale. In realtà, il corpo usa le malattie, e l’anima i turbamenti, per avvisare che abbiamo intrapreso un percorso esistenziale pesante e pericoloso; i sintomi, pertanto, non vanno mai ammutoliti ma ascoltati: sentire quello che hanno da dire; il malessere arriva perché svolge una funzione importantissima, vuole guarire: riportare sulla propria strada unica e soggettiva; i disagi esprimono un’atmosfera mentale, danno voce a “desideri” profondi che non sono riusciti a trovare una corsia preferenziale per uscire; le emozioni per potersi placare, devono scaricare la loro energia, fluire come un fiume liberamente: altrimenti ci sarà una grande “esplosione” nel corpo e nella mente, non bisogna mai negarle, comprimendole si prepara la loro esplosione dirompente: sono il vero carburante della felicità, ci rendono unici. 


 segnali fisici - stanchezza cronica, mal di fegato e stomaco, oppressione al torace, crampi, vampate di calore, ulcera, cefalea, mal di schiena - e psichici - frustrazione, attacchi di panico, disistima, depressione - segnalano che si sta andando contro la propria volontà; i SINTOMI indicano che siamo soffocati da obblighi e rinunce: dispiaceri e dolori diventano malattie; spesso ciò che la mente vuole il corpo nega: il corpo non si inganna mai, felicità, benessere e stati interiori esprimono immediatamente le sue preferenze. Il corpo, poi, con i suoi disturbi si fa testimone di tutte le sofferenze, di tutte le insoddisfazioni a cui spesso non si riesce a dare una risposta: si fa carico di urlare il dolore rimasto “imbavagliato”. Il corpo si ammala nel tentativo generoso di salvaguardare il benessere psichico!!! Le scelte di vita hanno sempre conseguenze positive o negative sull’organismo; i disagi emotivi e fisici se ne vanno quando non ci si fa manipolare oppure si sta viaggiando su un percorso di vita desiderato. Le emozioni di rabbia, di contrarietà e di rancore trattenute si esprimono in cefalea, gastrite e crampi addominali; quelle relative a commozione, gioia ed entusiasmo si traducono in vertigini, tensione cervicale e cefalea; invece la paura, il pianto, l’imbarazzo e la tristezza parlano attraverso colite, nevralgie e rigidità muscolare; mentre il trattenere i sentimenti e il desiderio sessuale si esprimono in tachicardia, ansia e depressione. Con la testa separata dal corpo ci si allontana dal contatto con le proprie potenzialità, si rinuncia a cosa è meglio fare per se stessi, si perdono le proprie risorse naturali rendendo così confuse e inefficaci le azioni quotidiane; il corpo è sempre nostro alleato: dobbiamo ascoltarlo… il corpo non lascia in pace perché vuole comunicare qualcosa di estremamente importante.


apita spesso a seguito di letture “illuminanti- dopo aver letto una breve introduzione di un racconto entusiasmante, qualche riga di un articolo eccitante o poche pagine di un libro a dir poco originale - di rimanere per un attimo disorientati, aver voglia di gettare tutto a mare, di cambiare completamente la propria vita, annullare ogni cosa in maniera definitiva e davvero radicale; fare scelte e prendere decisioni, a volte, in maniera confusa per aderire ad aspettative altrui. NON LO FATE, NON FATEVI INFLUENZARE dalla prima impressione, di quanto è stato scritto - qui o da altre parti - prima di "agire" LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE e poi RILEGGETE ancora il contenuto di questo piccolo o grande lavoro, a voi il responso, solo dopo averlo ”metabolizzato” e “indossato” a pennello potete fare, o non fare, la vostra scelta … ma sempre libera, autonoma, equilibrata, lucida, oculata e responsabile!!! RICORDIAMOLO, le cose che ci fanno star bene sono - senza ombra di dubbio - quelle che nascono dentro di noi naturalmente e spontaneamente, prodotte sempre senza forzature non quelle prese in prestito da scritti o da influenze strane, sofisticate, artificiali.

L’autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi solo a professionisti qualificati e accreditati in questo settore.


saminiamo, brevemente, il linguaggio simbolico di alcuni organi: ovvero, ogni sintomo un messaggio.

Articolazioni. Le persone che soffrono di dolori articolari sono quasi sempre molto esigenti nei confronti di se stessi o della propria cerchia. A volte appaiono agli altri come molto flessibili, ma la loro docilità è dettata dalla paura e da una sensazione di impotenza di fronte a figure autoritarie. Sono presenti in queste persone sentimenti di collera e da un senso di rivolta, tenuti entrambi sotto silenzio, ma inevitabilmente espressi dal corpo per mezzo di questo particolare disagio.

I reumatismi. Il corpo sembra "congelato", chiuso in un vera e propria camicia di forza. Essi possono essere la spia inequivocabile di un drammatico disagio sperimentato dal soggetto, ovvero difficoltà di adeguarsi ad una situazione vissuta come problematica. La difficoltà di movimento diventa allora una limitazione auto-imposta. I dolori possono nascere anche dalla paura per il futuro: equilibrio e stabilità sono modificati le preoccupazioni, allora, prendono il sopravvento. La cattiva alimentazione, usata per gestire le proprie tensioni, non deve mai essere sottovalutata.

Mal di schiena. Il nostro corpo, sotto l'effetto di una umiliazione, tende a "piegarsi" o meglio a "ripiegarsi" su noi stessi. La schiena ricurvata segue frequentemente profondi disagi affettivi: la sofferenza ci "piega": fardelli troppo pesanti da portare.

Cervicale. Chi soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da un'attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo dominio del "mondo" della testa (razionale) sugli istinti.

Il polso. Più di altre articolazioni, è coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la mano) e denota l'equilibrio tra rigidità e flessibilità.

Il ginocchio (condizione di inferiorità). Il dolore può esprimere il grande disagio a vivere delle situazioni "umilianti": rifiuto di sottomettersi.
(Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Scioglimento").

Apparato respiratorio (Bibbia: "E Dio soffiò nelle sue narici l'alito di vita, e l'uomo divenne un'anima vivente"). Le vie respiratorie sono le vie di comunicazione, scambio tra l'ambiente interno e l'ambiente esterno, dove entra la vita, che verrà poi distribuita dal sangue in tutto l'organismo. Le malattie degli organi della respirazione traducono gli scambi con l'ambiente circostante per quel che riguarda il nostro bisogno di "aria", spazio e autonomia. Ci possono segnalare un'assenza di gusto per la vita, la perdita di desiderio di continuare a vivere, o anche un senso di colpa devastante.


sma. Il rifiuto di prendere contatto con qualcuno o qualcosa attraverso il respiro, si esprime mediante uno spasmo respiratorio; il polmone ha una superficie interna di circa 70 metri quadrati: è il maggior organo di contatto. I modi di dire, che hanno a che fare con l'aria e la respirazione, spiegano esattamente questo concetto: "si è a corto d'aria o non si può più respirare liberamente". In questo modo inevitabilmente tocchiamo il tema della libertà e della limitazione: si comincia la vita con un respiro, terminiamo con l'ultimo. L'asmatico, quindi, utilizza i propri sintomi per esercitare un dominio sul mondo circostante. Se uno fatica a respirare si spaventa; e tutte le forti emozioni "mozzano il fiato". Quando si supera una situazione difficile la prima cosa che facciamo è respirare profondamente e, soprattutto, liberamente. Anche in questa patologia si presenta il tema della dipendenza. Un bisogno di trattenere dentro di sé un nutrimento “sottile" (aria), rimandando al mondo neonatale, quando respiro, cibo e amore materno erano tutt'uno . Nei bambini: solitamente l'ambiente familiare è decisamente opprimente e soffocante, come se vivesse in una "gabbia completamente dorata". Si sente accudito solamente "grazie" alla patologia che favorisce scambi affettivi tra lui e i familiari, altrimenti inesistenti.

Allergie (sistema immunitario che si difende a vuoto). Con l'esperienza allergica sperimentiamo una vera e propria strategia difensiva nei confronti di sostanze esterne vissute in modo estremamente pericolose e problematiche (le sostanze richiamano alla memoria eventi, atteggiamenti, ricordi carichi di conflittualità); collegamento con qualcosa che non accettiamo e che risveglia una emotività traumatica. Può essere interpretata come un timore inconscio del soggetto di venire in contatto con sostanze "non conosciute" che potrebbero modificarlo (allergie primaverili: resistenza al cambiamento ciclico della vita). Spesso gli individui che presentano questo disagio sono abitudinari, tendenzialmente rigidi e poco tolleranti. La rabbia e l'eccitazione sono sentimenti che l'allergico teme particolarmente e che, naturalmente, ritiene pericolosi. Esprimono una modalità di "sfogo" a una vita sempre più "compressa" tra lo stress da un lato e un'emotività spenta, soffocata e razionalizzata dall'altro.

Laringite (infiammazione del canale respiratorio). E' un modo di soffocare la comunicazione quando dobbiamo parlare con qualcuno che è vissuto come autorità.
(Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Ritmo").

Apparato circolatorio. Le patologie significative dell'apparato circolatorio sono collegate a un'insufficiente "circolazione" di amore e gioia nella nostra esistenza.
Cuore. Riguarda tutti gli sforzi che facciamo per riuscire a vivere e ad essere felici. Le emozioni, infatti, hanno un effetto sfavorevole sul suo buon funzionamento. Ogni volta che sperimentiamo un'emozione, creiamo un blocco nella zona del plesso solare. Ecco dunque che il cuore ci viene in soccorso, pompando sempre più forte per far circolare l'energia (paura: l'energia si blocca, il cuore pompa fortissimo, si comincia a respirare rapidamente). Tutte le emozioni, quindi, persino una gioia eccessiva possono colpire il cuore e causare malattie. La pace, la serenità, la gioia di vivere, ci garantiscono un cuore in perfetta salute. E' un'improvvisa accelerazione del ritmo cardiaco: emozioni che in qualche modo cercano di emergere di esprimersi, in pratica risalire a galla.


pertensione. L'eterno conflitto ragione - sentimento non sempre si realizza a livello fisiologico a "costo zero". Tenere sotto controllo gli impulsi e i sentimenti determina un notevole aumento dei valori pressori. Gli ipertesi hanno la tendenza a inibire le reazioni di collera, anche se a volte danno l'impressione di essere persone affabili, equilibrate e mature: non si lasciano andare a scoppi d'ira, riescono a mantenere sempre un certo grado di impeccabilità e controllo. Presentano una certa inibizione sessuale" e quando si lasciano andare a comportamenti illeciti sono presi da profondi sensi di colpa e grande ansietà. Difficilmente nel rapporto c'è un reale coinvolgimento e abbandono. Controllano continuamente la realtà circostante, sono ambiziosi e particolarmente competitivi. (Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Ruoli e Valori").

Apparato digerente. Le turbe gastrointestinali sono le patologie psicosomatiche che si verificano più di frequente. I motivi psicologici sono stati ricollegati, da alcuni autori, a parecchi fattori, in modo particolare all'importanza primaria del rapporto alimentare tra "madre" e figlio e al fatto che la "madre", fin dal primo istante, pone la massima attenzione sui problemi della nutrizione, della digestione e dell'evacuazione delle feci.
I suoi problemi, naturalmente secondo la visione psicosomatica, riguarda situazioni che non sono state "
digerite", idee, alimenti o situazioni che rifiutiamo, situazioni che troviamo ingiuste o che ci mandano in collera. Una preoccupazione che è rimasta sullo stomaco, una grossa perdita di gioia. La persona che presenta questi disturbi deve imparare a prendere coscienza dei propri sentimenti, ad elaborare consapevolmente le proprie impressioni e sensazioni. Essa, inoltre, o non esprime la propria aggressività o mostra un'aggressività esasperata. Lo stomaco assorbe tutte le impressioni che vengono dall'esterno, accoglie cioè quello che deve essere "digerito".

Gastrite (infiammazione della mucosa dello stomaco). Collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso "bruciore allo stomaco" parla della presenza di un fuoco che brucia all'interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).

Ulcera. Esprime la collera nei confronti di un evento che abbiamo trovato ingiusto, ma davanti al quale ci siamo sentiti impotenti perché non riusciamo a cambiare assolutamente nulla. La collera, pertanto, relativa a questa situazione continua a irritarci tutte le volte che si torna sull'argomento (ci rode all'interno - l'acido cloridrico - fino a determinare rancore e astio).


egato. I suoi problemi sono determinati da inquietudini, da preoccupazioni oppure da un rifiuto ad adattarsi. Si "blocca" per qualcosa che è sempre troppo: troppo grasso, troppo cibo, troppo alcool, ecc. Nell'ammalarsi, esso mostra che l'uomo ingerisce più di quanto possa elaborare, indica smoderatezza, eccessivi desideri espansionistici e ideali troppo alti. Attraverso il fegato malato si impara la moderazione, la tranquillità, la rinuncia (bere, cibo, sesso, ecc.).

Morbo di Crohn. Un profondo conflitto per aver vissuto una vigliaccata", soprattutto, "indigesta" e con la sensazione e la paura di mancare di qualcosa.

Intestino. Riguardano paure e credenze che ci inducono alla ritenzione (stipsi, gas) o alla non - accettazione, alla rivolta che ci fa respingere ogni cosa (diarrea, m.Crohn).

Reni (intuizione e ragione). Essi rappresentano la socialità - sono organi di contatto. I disturbi ai reni si presentano sempre quando sono presenti conflitti interpersonali (comunicazione disturbata col proprio ambiente).

Cistite (la rabbia trattenuta si trasforma in fuoco). E' un disagio a livello di coppia che si manifesta proprio nei momenti in cui si è sotto pressione (rapporto sessuale particolarmente problematico). Frustrazione, delusione e collera possono manifestarsi con cistiti.

Stipsi. Collegata al fatto di trattenersi. Si trattiene per paura di disturbare, per paura di non piacere a qualcuno (mi criticherà, mi rimproverà). I soggetti che soffrono di stitichezza sono chiusi, controllati, molto formali, avari e gelosi di ciò che posseggono. Offrono sempre un'immagine "pulita" caratterizzata da grandi ideali e particolare rettitudine.

Diarrea. I fattori emozionali anche qui giocano un ruolo fondamentale nel "trasformare" il colon in organo irritabile (si scaricano le tensioni a livello intestinale: diventa bersaglio di fattori psichici). Pazienti con colon irritabile (la personalità): meticolosità, pignoleria e, soprattutto, amore per l'ordine. Facilità al pianto, senso di stanchezza, insonnia, palpitazioni e depressione. L'esperienza diarroica non dolorosa (rilasciamento completo del colon) indicherebbe depressione, sfiducia, senso di incapacità nell'affrontare il problema. Nella pancia, comunque, "giacciono" le nostre emozioni più antiche. L'espressione "mal di pancia" viene usato indifferentemente sia per il disagio fisico sia per evocare qualcosa che non sopportiamo.


olite. Da bambini si manifesta quando si ha paura della reazione di uno dei genitori. Questa paura è mescolata a volte alla collera e da adulti il genitore viene sostituito da una persona che rappresenta l'autorità (coniuge, datore di lavoro). Desiderio di trasgredire, timore di prendersi le responsabilità e sentirsi particolarmente "sporchi" quando ci si arrabbia. Coliche (nei bambini): il clima familiare è ansioso, teso ed "impaziente": non rispetta i ritmi del bambino (viene scaricata notevole inquietudine su di lui). Il bambino reagisce con agitazione motoria, la madre interpreta questi segnali come richiesta di cibo: l'alimentazione sovraccarica l'apparato digerente creando la comparsa delle coliche.

Bulimia (è collegata a un profondo senso di vuoto ed alla percezione della propria "inutilità". Vi è sicuramente la tendenza a interrompere i legami con la realtà, troppo spesso dolorosa, rifugiandosi nel cibo). Danno un'impressione di forza, di indipendenza, di ambizione, di sincerità e anche di autocontrollo. Ma la loro immagine esteriore è nettamente in contrasto con quella che hanno di se stessi: di vuoto estremo e assenza di scopi (umori pessimistici e depressivi). I pazienti, con questo particolare disagio, tendono a vivere una vita felice in pubblico e una vita infelice in privato.

Obesità (si possono manifestare conflitti di svalutazione). Spesso il cibo sostituisce il bisogno di altre gratificazioni profonde, soprattutto affettive. Calmare il vuoto interiore rappresenta la valenza simbolica più significativa di questo disagio. Nascondersi, annientarsi, annullarsi, queste sono le fantasie di chi, coprendosi d'adipe, crede di nascondersi e scomparire.
(Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Pesi").


a pelle … specchio dell'anima (voglio essere in "contatto" ma non riesco, non posso). Raramente ci rendiamo conto che la pelle è l'organo più grande del corpo umano. La pelle costituisce il rivestimento esterno dell'essere umano, il suo involucro (il suo confine) ed è tramite essa che si sviluppano molti contatti, la pelle serve insomma da mezzo di comunicazione - ci permette di entrare in comunicazione con gli altri - oltre che da protezione nei confronti del mondo esterno. Infatti, i disturbi della pelle sembrano segnalare che il "confine" con il proprio ambiente non è più in equilibrio. Anche in assenza di qualsiasi condizione psicopatologica, la pelle è tra i più importanti organi di espressione emotiva. Ciò è evidente quando alcuni sentimenti o l'eccitazione provocano rossore, pallore, sudorazione, prurito e "pelle d'oca"; nessun altro organo reagisce tanto rapidamente allo stress emotivo quanto la pelle. E' anche un organo sensoriale dal quale gli stimoli ricevuti sono trasformati in sensazioni quali caldo e freddo, dolore, prurito e formicolio, risposta al contatto e sessuali. La reazione può avvenire sotto forma di alterazioni circolatorie che vanno dal rossore per la vergogna al pallore per la paura, dalla comparsa di eczema e gonfiore, alla formazione di squame. Le malattie dermatologiche indicano un disagio nascosto. Come eczema e psoriasi che segnalano una personalità vulnerabile e in crisi. Senza dubbio, comunque, essa rappresenta la nostra protezione nei confronti dell'ambiente esterno.

Pelle brufolosa (sul volto). Denota un rifiuto della nostra personalità. Ci troviamo brutti, stupidi e cattivi; sul corpo: può tradurre il desiderio di non venire toccati, che ci lascino stare.

Acne (sul corpo). Se è distribuito sulla schiena può indicare di volersi imporre una quantità di responsabilità, per paura, naturalmente, di venire rifiutati. Se non siamo in grado di assumercele, ecco che ci rifiutiamo da soli. A volte assumono un ruolo di "salvatore" nei confronti di qualcuno che ha assunto un ruolo di vittima. Non riuscire quindi ad aiutare l'altro induce a rifiutare se stessi.

Vitiligine (zone della pelle completamente bianca). Può essere collegata alla vergogna, a un proprio comportamento sessuale.

Orticaria (ponfi bianchi o rossastri con zone pruriginose; può essere localizzata o diffusa in tutto il corpo). Molto spesso è collegata ad una situazione invivibile e che non si può più sopportare, che ci pizzica (brucia), ma a cui non riusciamo trovare una soluzione soddisfacente. Forte tendenza ad atteggiamenti passivi nei contatti umani, scarsa tolleranza all'ansia; elevata vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed insicurezza nel comportamento.


czema: molto spesso è collegata alla paura, all'insicurezza, all'ansia e all'incertezza. Il punto in cui si manifesta sarà importante per comprendere il suo significato. La lesione può subentrare in seguito a un improvviso aumento dell'afflusso di sangue in determinate zone del corpo: ad esempio se il soggetto in questione è un tipo cui il sangue "va alla testa" failmente si potrà verificare un eczema al volto o al cuoio capelluto; quando prudono le mani o si teme il contatto fisico ed emotivo con gli altri, saranno interessate le mani. L'emotività ha di solito più spazio nella vita di chi è affetto di eczemi acuti rispetto a chi soffre di psoriasi, ma si tratta di emotività dalle tinte "trasgressive", interpretate magari come violente e pericolose. Molte altre malattie della pelle, oltre a quelle sopra descritte, hanno correlazioni psicosomatiche come ad es.: acne, lichen cronico, rosacea, alopecia areata e alopecia diffusa.

Psoriasi (una spessa corazza per isolarsi dal mondo). Vengono colpite, in genere, persone ipersensibili che hanno un gran bisogno dell'amore degli altri. Sono terrorizzate di venire ferite da una o più persone del loro ambiente, oppure si sentono obbligate a soddisfare le aspettative, cosa che provoca inevitabilmente irritazione. La localizzazione è importante: se si manifesta nel braccio possiamo supporre che sia in relazione con il lavoro (o attività); nelle mani, invece, indicherà una certa insicurezza nel compito che stiamo realizzando. La psoriasi pare abbia una base ereditaria ma il decorso della malattia appare influenzato da una componente emotiva. Alcune situazioni non specifiche di stress, quali la perdita dell'oggetto reale o immaginario o una minaccia alla salute o alla sicurezza sembrano coincidere spesso con un deterioramento della condizione. Si è anche osservato che i pazienti affetti da psoriasi amano mettersi in mostra in un modo o nell'altro. (Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Acqua").

Candida (causata da un fungo, è un disturbo vaginale caratterizzato da irritazione, prurito, perdite bianche, secchezza); Herpes vaginale: virus trasmesso nel rapporto sessuale. Sono presenti vescicolette pruriginose che potrebbe evolvere verso ulcere. Il bruciore dell'herpes richiama, a livello simbolico, il "fuoco" e al bisogno costante di purificazione. Per certi versi questa sintomatologia consente al soggetto di espiare certe esperienze peccaminose. Se invece l'herpes si associa anche alla Candida, il dualismo regola - trasgressione, santità - peccato viene rafforzato da un "imbianchimento" (fungo): manifestando tutto il suo "candore" come se si volesse mostrare la sua pulizia morale, a dispetto del comportamento particolarmente trasgressivo.

Balbuzie. Segnala una grande insicurezza (nell'infanzia) nei confronti di una persona che indica l'autorità. Quando si parla velocemente indica che non si è avuta la possibilità di esprimersi tranquillamente, si manifesta proprio col timore, la paura che qualcuno ci tolga la parola.


efalea. Le statistiche sostengono che il 90% dell'umanità ne soffre almeno una volta nella vita e che le donne sono colpite più frequentemente degli uomini. Noi consideriamo la testa come il luogo in cui sono localizzati intelligenza, ragione e pensieri. Con la testa, pertanto, pensiamo e decidiamo. Si dice generalmente: "chi agisce sconsideratamente, agisce senza testa"; inoltre, sentimenti come l'amore minacciano soprattutto la testa, anzi si può dire che la maggior parte delle persone addirittura la "perde". Dietro al mal di testa troviamo spesso un individuo con un grande orgoglio e mania di perfezione. La testa rappresenta "l'alto", il corpo esprime il "basso" (pensiero - sentimento). Quindi, chi accentra troppo l'attenzione nella zona della testa, cioè chi accetta e vive soltanto ciò che è razionale, ragionevole e logico, perde ben presto il suo "rapporto con la parte bassa". L'uomo in questo particolare periodo storico ha privilegiato in misura maggiore le forze celebrali a scapito, naturalmente, delle esigenze del proprio corpo (scarsa capacità di esteriorizzare le emozioni). Non è però il caso di attribuire "responsabilità" al pensiero, alla ragione e alla testa: non è sicuramente la strada che porta alla soluzione. Nessuno dei due "centri" è migliore o peggiore. L'individuo non deve scegliere tra l'uno e l'altro ma deve restare in equilibrio come infatti sostiene la medicina psicosomatica: l'uomo è una cosa unica, non è possibile scindere la mente dal corpo. A volte è particolarmente evidente che le crisi cefalalgiche sono scatenate, in determinate situazioni, da collera repressa, da aggressività, da ansia e da disagio nei rapporti interpersonali. Sembra più una "fuga" da una situazione difficile, piuttosto che un sintomo: il disturbo in chiave simbolica avrebbe solo lo scopo di rompere il controllo con una realtà carica di tensione, il malessere scatta proprio quando il soggetto involontariamente "cerca scuse": mi hai fatto venir mal di testa. Il lavoro (trattamento) è sempre quello di capire il senso; individuare, cioè, le cause che determinano una reazione psichica che si manifesta con un disturbo fisico: la cefalea. Indica chiaramente un tentativo di bloccare una "testa che pensa troppo per tenere a bada un mondo emotivo che spinge" per manifestarsi, per uscire. E' un chiaro segnale di conflitto tra ragione e istinto: tra il mondo gelato, freddo del pensiero e quello armonioso, caldo delle emozioni. Nei bambini: risultano ipersensibili, ambiziosi, paurosi, irritabili e ossessivamente ordinati. I genitori, particolarmente rigidi, apprezzano il metodo e l'impegno scolastico (il rapporto affettivo ruota esclusivamente intorno ai risultati scolastici conseguiti). E' curioso che i cefalalgici soffrono nel periodo dell'attività scolastica ma non durante i periodi di vacanza (non devono dimostrare il loro senso di responsabilità)Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Dialogo".

Eiaculazione precoce. In chiave psicosomatica questo disagio rivela una profonda paura e un'ansia incontrollata di sperimentare fino in fondo le emozioni forti a lasciarsi andare all'istinto, caratteristiche di chi vuole mantenere la "mente fredda" e il controllo razionale. Tale sintomo mima anche la "scarica incontrollata" dell'aggressività nei confronti della donna, non agita nel comportamento. Infatti, spesso alle radici di questo malessere sta proprio tanta rabbia verso la propria partner: raggiungere velocemente l'orgasmo si configura come un vero e proprio atto aggressivo, quasi una sorta di vendetta verso l'altra persona (rimane a bocca asciutta!). Quando si considera la partner come la propria madre, può indicare un profondo desiderio di opporre resistenza (moglie, fidanzata) proprio come volevano opporsi, a suo tempo, ad essa.


isturbi visivi. Anch'essi possono diventare un importante messaggio del corpo. La reazione di un preciso atteggiamento mentale che, inevitabilmente, ci induce a prendere le distanze dal mondo o, magari, ad accorciarle. A seconda della situazione. Si dice, infatti, che la rabbia offusca la vista; e, ancora, "chiudere un occhio" in certe situazioni potrebbe essere un atteggiamento particolarmente saggio; oppure "fumo negli occhi" per indicare salamelecchi e stima eccessiva. I disturbi più frequenti degli occhi sono la miopia (disturbo dell'adolescenza) e presbiopia (malessere dell'età avanzata).

Miopia (comportamento di chiusura). Gli occhi non vedono più ciò che non piace: costringe a considerare più da vicino tutto ciò che ci circonda. A volte la miopia segnala o meglio va a "sfuocare" un mondo affettivo povero o ostile.
Presbiopia (trascurare le piccolezze quotidiane). L'anziano dovrebbe aver sviluppato saggezza e, soprattutto, larghe vedute. Ma spesso questa larghezza di vedute sono solo sul piano corporeo, sotto forma di presbiopia.
Cateratta (cristallino opaco). Il futuro viene vissuto in modo triste e senza nessuna speranza di miglioramento.

Glaucoma (pressione dei liquidi intraoculari). Collegato a difficoltà di vedere la vita a seguito di un disagio emotivo di lunga durata.

Vertigini (insicurezza nei confronti di situazioni ignote). In chiave simbolica essa richiama la mancanza di punti di riferimento affettivo che ostacola la persona a strutturare un equilibrio interiore stabile: perde di vista il rapporto col mondo e si trova a "ruotare attorno a se stessa". L'equilibrio precario, quindi, conduce ad irrigidimento, a non potersi "guardare attorno". Ecco che arriva la vertigine rotatoria: tentativo di rompere la rigidità imponendo alla persona a "guardarsi attorno".


nsonnia. Solitamente è un soggetto sempre in movimento durante il giorno sempre impegnato, con notevoli difficoltà a delegare e a staccarsi da pensieri che circolano continuamente nella sua testa. L'insonne non riesce assolutamente a lasciarsi andare neppure di notte e tenta di portare con sé nel mondo del sonno, tutto quello che appartiene alla sua esistenza diurna. Ha comunque molti volti, ma esistono elementi comuni: insoddisfazione ed attese. L'insoddisfazione riguarda i problemi quotidiani, angoscia di non essere all'altezza, affetti che non "guardiamo". C'è sempre un timore a lasciarsi andare; indica debolezza e vulnerabilità (uomo); diventa sinonimo di sudditanza e prevaricazioni (donna). Nelle ore diurne sempre c'è movimento, non riesce a staccarsi dalle cose anche se sono deteriorate (rapporti sentimentali, amicizie) non perde mai il controllo (aggressività e sentimenti), rimane continuamente legato al passato. Nella difficoltà a prendere sonno una "parte di noi" (l'Io) non vuole perdere il controllo perché teme di incontrare le emozioni profonde (che durante il giorno riesce a tenere sotto controllo). Il risveglio notturno, invece, indica semplicemente che si sta realizzando quello che non si è riuscito a fare durante il giorno; rimuginare su ciò che è accaduto durante il giorno o invaso dalla tristezza, dalla rabbia e dalla paura.

Tiroide. I problemi tiroidei sono legati a un senso di dolore e tristezza profonda: non ci siamo espressi, a livello verbale, non verbale e sessuale, come volevamo.

Enuresi. Può essere una richiesta di attenzione, ma a volte segnala la paura nei confronti di uno dei genitori (autoritario o che ha grandi aspettative per il figlio). E' comunque un modo di manifestare inconsciamente il proprio bisogno di spazio. Può essere anche interpretato come un segnale di immaturità: non si riesce a rinunciare alle abitudini infantili; la possiamo collegare a sentimenti ed emozioni che durante il giorno non trovano un loro percorso espressivo. (Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Espressione").


epressione. Oltre alla "chiusura" con ogni attività, sono evidenziabili, in questo quadro clinico, una serie di disagi fisici particolarmente significativi (stanchezza, insonnia, inappetenza, stipsi, mal di testa, mestruazioni irregolari, palpitazioni) Chi soffre di questo malessere è tormentato continuamente da forti sensi di colpa, si rimprovera costantemente di qualcosa e cerca di continuo di "rimettere" a posto tutte le cose (vive nel passato ed è incapace di futurizzarsi). In esso l'aggressività non è rivolta all'esterno, ma bensì verso se stesso (dolore fisico e suicidio). Il depresso, quindi, cerca di evitare tutto ciò di cui non ha l'approvazione generale e nasconde di conseguenza i propri impulsi aggressivi attraverso una condotta di vita "impeccabile". Esiste, inoltre, in questa disagio un problema invalidante: quello della responsabilità. La paura di assumersi delle responsabilità, non nel senso del merito o punizione, fortuna e sfortuna, giustizia e ingiustizia oppure della colpa, ma semplicemente di agire liberamente, di poter scegliere, si manifesta in particolar modo quando deve affrontare una nuova fase della propria vita (e sono tante le fasi "purtroppo" di cambiamento che dobbiamo incontrare nella nostra vita). Tutto ciò crea dipendenza: devono inevitabilmente appoggiarsi su altre persone. Nel disagio depressivo si è profondamente dipendenti: teme di aggredire l'oggetto da cui dipende e quindi si vede costretto a non manifestare mai apertamente l'aggressività, per cui finisce per auto aggredirsi e, inevitabilmente, rendersi inattivo. Quando costruiamo la nostra sicurezza su dei punti di riferimento esterni (famiglia, lavoro, partner) diventa particolarmente facile sperimentare esperienze depressive quando tutto ciò viene a mancare o viene modificato. La depressione scaturisce anche da una "storia" chiusa tra noia ed infantilismo. Nella menopausa quando gli estrogeni (ormoni femminili) diminuiscono e, quindi, aumentano gli ormoni maschili (testosterone) si verifica, in chiave psicosomatica, una perdita di "territorio" e si colpevolizza. Quando, invece, c'è un aumento degli ormoni femminili rispetto a quelli maschili ci sarà una depressione maniacale o isterica. (Trattamento ipnotico: visualizzazioni "Energetiche - Guida").


el malato psicosomatico, al di là dei vari orientamenti scientifici, è stato dimostrato il ruolo significativo, nella comprensione dei disturbi, delle frustrazioni precoci per carenze affettive. I malati psicosomatici sembrano aver presentato una fragilità all'inizio del loro sviluppo, precisamente allo stadio pre - oggettuale, età pre - verbale in cui l'organico e lo psicologico, il fisiologico e il razionale sono indistinti e in cui l'indifferenziazione soggetto - oggetto rende il bambino estremamente dipendente (situazione anaclitica) dalla madre (l'unità psicosomatica è completa solo con la madre, le cui carenze o le risposte contraddittorie possono essere disorganizzanti). Nel malato psicosomatico, alcuni tipi di risposte patologiche corrispondono sia ad un desiderio di fuga per ripetizione dell'atteggiamento di dipendenza (riscontrabile nella tubercolosi), sia ad un atteggiamento di aggressività e di lutto (ipertensione arteriosa), sia ad una contraddizione tra questi due atteggiamenti (asma, ulcera gastrica). Il loro carattere psicologico, comunque, è carente di duttibilità e di adattabilità. All'apparenza ben adattati socialmente e ben considerati nel loro ambiente lavorativo, non lasciano filtrare alcuna manifestazione affettiva: la loro "freddezza" blocca l'emergere dei desideri e delle rappresentazioni. Il loro profondo bisogno di dipendenza e l'intensità dell'aggressività li mettono in pericolo se accettano l'intromissione nella loro vita cosciente delle pulsioni libidiche e aggressive. L'individuo psicosomatico è caratterizzato da una assenza di libertà immaginativa, da pochi sogni diurni e notturni, da una devitalizzazione del linguaggio privo di qualsiasi carica emotiva e da una "aridità" di relazione. Ogni cosa è riferita all'essere umano concepito nella sua totalità. Essa cerca di ricomporre quelle entità psiche - soma strettamente connesse che con il positivismo sono state considerate separatamente.

 ora a conclusione di questo breve viaggio, esaminiamo alcuni stati d'animo come ad es. l'aggressività repressa, senso di impotenza, ansia, insicurezza, paura, depressione, ed il loro corrispettivo somatico: vediamoli con serenità e, soprattutto, con grande curiosità. E' indubbio che tale "percorso", frutto di esperienza diretta, è un enorme Idra che evocherà perplessità ma, sicuramente, anche immagini fantastiche che, se vogliamo, possiamo divertirci ad individuare e a riconoscere. Senso di impotenza (caratterizzato da inadeguatezza, astenia e mancanza di forza e di energia) i suoi disturbi: Aritmia c. (battito irregolare, energia disponibile ma utilizzata male); Impotenza (l'energia non è in grado di raggiungere la sua massima espressione). L'esperienza ipnotica: "La sorgente". Aggressività repressa (l'ambiente sociale ci "consiglia" di controllarla, ma si perde la sua parte più significativa, profonda e costruttiva): i suoi corrispettivi somatici: Cefalea (quando una situazione risulta difficile da gestire si blocca lo slancio aggressivo); Crampi m. (quando l'espressione è particolarmente forte si può avere il timore di quello che si può realizzare, ecco che allora ci viene in "aiuto" il blocco paralizzante che impedisce l'azione); Eczema m. (si manifesta, in particolar modo, quando "prudono le mani" e non riusciamo ad usarle); Gastrite ( la rabbia "inespressa", a lungo trattenuta, ci corrode come fa l'acido cloridrico). Il campo di battaglia è lo stomaco. Un "fuoco" che distrugge tutto ciò che non riusciamo a controllare o contrastare con le parole. L'esperienza ipnotica: "Il rotolo". Ansia (siamo in continua attesa di qualcosa, un'improvvisa ed immotivata agitazione ci assale senza una precisa ragione) ad essa si affiancano: Palpitazione (un segnale che ci indica di investire diversamente e meglio la nostra energia)


udorazione (l'acqua rappresenta il modo di "scaricare" una buona percentuale di energia e nel contempo una sorta di isolamento - barriera nei rapporti interpersonali); Insonnia (il sonno per realizzarsi richiede sempre una buona capacità di "abbandono" ma in questo caso specifico, nella fase dell'addormentamento, il "lasciarsi andare" diventa impossibile e problematico); Eiaculazione p. (lo stato di agitazione porterà a "concludere" in fretta il rapporto mentre la donna per un disagio imprecisato - dispareunia - lo interromperà in modo repentino). L'esperienza ipnotica: "Il film". Depressione (è buio pesto; sembra che non ci sia una via di uscita, la malinconia, la solitudine e la tristezza dominano completamente il quadro) la manifestazione corporea: Sessualità (con il calo o la mancanza di "tono" l'organismo come reazione di difesa cerca il più possibile di risparmiare energia e quindi eviterà in qualche modo di realizzare investimenti di grande portata nell'ambito affettivo e sessuale); Insonnia (i risvegli notturni sono all'ordine del giorno; si gira e si rigira nel letto, da cui non ci si vuole assolutamente "staccare"; disinteresse totale per l'inizio della giornata; il passato domina la scena con pensieri pessimistici e colpevolizzanti); Disturbi respiratori (con la funzione respiratoria si mantiene la vita e il rapporto con il mondo esterno, l'infiammazione può rappresentare, quindi, la manifestazione dei sentimenti depressivi e la voglia di porre fine a questo devastante malessere). L'esperienza ipnotica "La luce". Paura (sensazione, timore, perdita, rinuncia a qualcosa di oggettivo) trova la sua corrispondenza in Colite (quando tendenzialmente si vive ogni esperienza con timore e quindi verrebbe voglia di fuggire, ma ciò non è possibile, l'intestino realizza tale "desiderio" attraverso la scarica diarroica); Calcoli renali (la medicina cinese collega le paure all'organo rene; l'accumulo di paure o pensieri duri verso se stessi o altri può manifestarsi attraverso la formazione del calcolo inteso come "punto di sostegno"). L'esperienza ipnotica "La penombra".


ra, per non stancare eccessivamente, ma con il desiderio di tornare ancora su questa ricerca, ho veramente concluso … precisando e sottolineando con doppia linea che non esiste solamente la "medicina psicosomatica" ma tanti, tanti orientamenti scientifici che meritano altrettanto attenzione, stima e considerazione. Quanto sopra descritto, comunque, anche se a volte appare animato da un linguaggio farraginoso ed esoterico, è condiviso da varie scuole di pensiero e ambienti rigorosamente scientifici, ma, soprattutto, nella stesura, nella sua realizzazione, mi ha guidato una forte sensibilità e rispetto verso tutti coloro che in questo periodo storico di grande confusione e profonda instabilità ancora soffrono e non trovano la loro pace: sono davvero tanti ... sentimento percepibile, spero, anche dal più severo e scettico lettore ... ma sempre con una grande passione e amore per questa cosa meravigliosa che è la VITA.


ICORDA, l'ipotesi che sta alla base della medicina psicosomatica è quella dell'unità funzionale di SOMA e PSICHE. La filosofia di questa terapia è, pertanto, quella di fornire informazioni utili a conoscere e colloquiare con il proprio corpo, a rilasciarlo, a scoprire i canali di comunicazione più vicini alla nostra natura: scoprire il linguaggio del proprio corpo attraverso il sintomo.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 

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