martedì 9 marzo 2021

 

Stress: un “compagno” di viaggio scomodo.


e ragioni del malessere o del benessere quotidiano sono riconducibili al vissuto di ogni singolo individuo. Ogni evento della vita di ciascuno di noi può essere, infatti, interpretato come il risultato della propria storia individuale, familiare, sociale, ambientale e culturale. Il senso di soddisfazione soggettivo è uno dei principali obiettivi dell’uomo e la gestione individuale dello stress rappresenta il più importate nodo da sciogliere per raggiungerlo. Stare bene, comunque, non vuol dire che tutto procede a gonfie vele, non avere assolutamente nulla, ma significa semplicemente ricerca continua di una condizione di soddisfazione … un impegno persistente per raggiungere e conservare una stato profondo di vigore e prosperità. L’uomo “sano” non vuole solo vegetare, ma essere parte attiva nel suo mondo … per i più “forti” è un modo creativo, libero e divertente rivolto ad organizzare, progettare e gestire la vita. Il suo comportamento, il suo stile di vita, le sue gratificazioni, l’immagine che ha di se stesso, dipendono dal modo in cui si inserisce con la propria capacità di progettare e realizzare l'esistenza … guai lasciarsi influenzare passivamente dal mondo esterno, che sia la vita a comandare, ma crearla con le proprie mani. 


a vita è trasformazione è dinamismo: un processo conoscitivo che inizia alla nascita e termina alla morte. Il mondo dell’uomo non è statico, non lo è la realtà in cui è inserito, non può esserlo il suo vissuto esistenziale. L’uomo deve, quindi, anche nei momenti più difficili, adattarsi, conservare il proprio equilibrio interiore e essere in grado di affrontare la realtà in modo adeguato: controllare le diverse circostanze della vita. In teoria la capacità dell’uomo di adattarsi spiritualmente e psichicamente è quasi illimitata, proprio perché egli riesce a progettare, a organizzarsi, a superare molto spesso - a volte con grande soddisfazione - le difficoltà che ogni giorno si presentano ... a utilizzare al meglio le risorse di cui dispone. Ha la consapevolezza, comunque, che a volte, lottare contro lo stress è veramente un’impresa difficile. E’ mia convinzione che quanto più parleremo semplicemente di noi stessi, in modo “costruttivo”, tanto più ci sarà facile agire secondo ciò che diciamo in modo più coerente possibile. Psicologicamente, siamo tutti dei giganti - spesso, purtroppo, con i piedi di argilla - che dormono. Siamo in grado di capire i nostri bambini meglio di quanto sappiamo trattarli. 


volte, presuntuosamente, siamo perfino in grado di comprendere noi stessi meglio di quanto sappiamo trattarci. La difficoltà sta nel fatto che eccediamo nell’esercitare l’intelletto, anziché sentire ed agire … comprendere e conoscere intimamente le proprie fantastiche e preziose sensazioni. Comprendiamo quanto apprendiamo, ma ciò che "conosciamo", il più delle volte, ci rimane ossessivamente nella mente, più come rifiuto tossico, che tradursi in un comportamento gioioso e soddisfacente (un esempio concreto si verifica quando affrontiamo lo stress). La cosa fondamentale è che, per poter raggiungere il potere di azione, la nostra introspezione deve essere condotta da svariate angolazioni … guardare la realtà da prospettive diverse. Lo scopo di questi “articoli”, quindi, è quello di offrire - senza “insegnare” niente a nessuno - un piccolo stimolo per riflettere e fare qualcosa di “importante” su noi stessi; fare qualcosa e farlo i modo vario ma, soprattutto, attraverso il contributo di diverse “conoscenze” e appropriate strategie.


eniamo al “cuore” dell'articolo, ma cos’è realmente lo stress.

La chiave per comprendere che cosa sia lo stress è il concetto di “adattamento”. Questo concetto è la risposta che l’organismo adotta quando si trova di fronte ad una novità. Che la qualità dello stimolo sia piacevole o spiacevole è indifferente: l’effetto stress è relativo al grado di novità che rappresenta per l’individuo e ai conseguenti meccanismi fisiologici che vengono messi in atto per adattarsi alla nuova situazione. La notizia di aver vinto qualche milione di € genera infatti nella persona lo stesso grado di stress della notizia di essere licenziati ... lo stesso bombardamento biochimico. In un primo momento questo può sembrare paradossale, ma se riflettiamo meglio ci accorgiamo che entrambi i fatti modificano profondamente la realtà fisiologica dell’individuo costringendolo a un notevole cambiamento delle sue abitudini di vita. Le condizioni di vita e i progetti per il futuro devono essere modificati per rispondere alla nuova realtà. 


ertamente non tutti gli stimoli sono uguali: vincere dei soldi non è come essere licenziati, e innamorarsi non è come scoprire di avere una malattia, anche se all’inizio questi fatti producono effetti simili (se proviamo a riflettere sono tutte cose che a livello biochimico impegnano in maniera esagerata corpo e mente … sono fenomeni estremamente stressante). Gli studiosi infatti distinguono tra eustress (eu = buono) e distress (dis = negativo, distruttivo per l’esistenza). In entrambi i casi però lo stress è rappresentato da quella sorta di fissazione, di non riuscire a pensare a qualcosa di diverso, ad altro che caratterizza questa esperienza. Possiamo dire, quindi, che le occasioni di stress sono molteplici, sia che si tratti di avvenimenti positivi sia che si tratti di avvenimenti negativi. 


o stress, comunque, non è di per sé né positivo, né negativo: la vita con il suo procedere costante costringe l’uomo a un processo di adattamento continuo a tutte le novità e ai vari cambiamenti che via via si presentano. Non solo, ma una totale mancanza di stress è dannosa per l’essere umano. Un individuo, ad esempio, posto in una cella di isolamento, separato completamente dal mondo reale, non solo sarà disorientato, ma vivrà dei momenti di inquietudine di natura fisica e psichica, sperimenterà un diffuso senso di amarezza e sconforto, ansia e profonda angoscia a non finire. 


ualsiasi persona, più o meno libera, privata di alcune stimolazioni sensoriali quotidiane come tatto, olfatto, gusto, vista o udito, sarà spaventata, disorientata, vivrà momenti di esasperazione e di impotenza : una notevole difficoltà a relazionarsi con se stessa e gli altri; una condizione psicologica che colpisce in maniera devastante la sfera emotiva e comportamentale, sarà sempre, per chiunque, una limitazione, una tribolazione, un vivere a metà, difficile e scadente in ogni settore della vita. Lo stress è, quindi, anche il sale della vita: un giusto dosaggio di questo ingrediente “chimico” rende più saporito il menù quotidiano. Ma un eccesso di stress, protratto nel tempo, è particolarmente nocivo all'organismo, alla salute fisica e mentale in generale. I nostri parametri fisiologici, infatti, sono “progettati” in modo tale da fornirci, attraverso delle sostanze ormonali, quelle energie extra che potrebbero esserci utili nel caso che la novità entrata nel campo della coscienza, improvvisamente, si possa rivelare pericolosa, se non dannosa. Per comprendere questo meccanismo immaginiamo per un attimo che nel nostro cervello ci sia un guardiano che controlli scrupolosamente l'ambiente circostante; un lavoratore zelante e preciso, attento che ogni cosa vada per il verso giusto, tutto sia normale, sereno e tranquillo. Il suo compito consiste nel fare scattare l’allarme ogniqualvolta nota qualcosa di estraneo, di sconosciuto, di non ben identificato, tutto ciò che crea inquietudine, mette turbamento, apprensione e timore; al minimo sentore di pericolo si organizza per “vincere” qualsiasi battaglia, anche solo pensata e, quindi, non del tutto concreto e reale


mmediatamente il brillante e attento guardiano attiva, con la massima solerzia, la scarica degli ormoni preposti a fornire energia extra, avvia un progetto di contenimento all’eventuale minaccia. Con lo stato di allerta si produce tensione in tutto il corpo, si crea un bombardamento biochimico (ansia = adrenalina) simile a un gatto quando lo vediamo immobile ma teso, pronto a scattare al momento opportuno sulla preda. In breve, si ha una immediata risposta biologica a qualsiasi stimolo personale o richiesta ambientale (secrezione ritmata dei neurotrasmettitori cerebrali). Dal punto di vista fisiologico possiamo dire che la gestione dello stress è sotto il controllo del sistema endocrino: è l’ipofisi che comanda, che regola il funzionamento della ghiandola tiroidea e delle surrenali. Una risposta fisica esagerata allo stress avrà ripercussioni non solo sul corpo, ma anche su una mente che si arrovella senza sosta ... una continua tensione creata da un eccesso di richieste fisiche, mentali o emotive, soprattutto quando non è necessario ‘lottare’perché ogni battaglia o strategia combattiva adottata è solo pensato, frutto di uno stato d'animo inquieto o ansioso.


iò che oggettivamente percepiamo, quando questo accade, è accelerazione del respiro, aumento della sudorazione e aumento del battito cardiaco. Siamo pronti cioè a reagire al pericolo che ci assale o vissuto come “minaccia”. Quando l’allarme è finito cessa anche la produzione di questi ormoni che vengono poi pian piano smaltiti dall’organismo. Ma immaginiamo ora che l’allarme venga attivato in modo continuativo: un sorpasso pericoloso, un ritardo che ci costringe a correre, immagini emozionanti di un film che ci turbano e così via; a ogni allarme un po’ di quegli ormoni verranno messi in circolo, ma data la frequenza con cui questo accade l’organismo non riuscirà più a smaltirli, ad eliminarli dal flusso sanguigno completamente. In breve, ci troveremo, di conseguenza, sovreccitati e pronti a scattare anche quando non sia necessario … siamo di front ad un'azione esagerata e sproporzionata alla situazione reale. Essendo, quindi, sempre eccitati, perennemente in tensione, avremo poi difficoltà nel riuscire ad addormentarci, a digerire bene, a sederci un momento a riposare e a riflettere.


i entra in una specie di circolo vizioso in cui l’eccitazione ci impedisce di riposare e ci porta all’azione, e l’azione a sua volta ad altro movimento inutile, ad altro stress e, quindi, ad ulteriore confusione ed eccitazione. Comunemente chiamata “risposta di lotta o fuga”, la reazione del corpo alla sfida o al pericolo, consiste in una complessa catena di cambiamenti fisici e biochimici che riguardano l’interazione tra cervello, sistema nervoso e numerosi ormoni. Come risultato il corpo è in possesso di tutta l’energia disponibile per rispondere alla situazione. Importa davvero poco che si tratti di un pericolo mortale, della partecipazione a una gara o del dover affrontare una scadenza del mutuo; in risposta allo stress, l’adrenalina (l’ormone secreto dalle ghiandole surrenali che agisce sulla circolazione, sulla respirazione e sul metabolismo), l’aumento della pressione sanguigna, del ritmo cardiaco e dell’immissione di ossigeno nel sangue che fluisce verso i muscoli, si combinano in modo da fornirci la forza, l’energia e la lucidità mentale di cui abbiamo bisogno per dare il meglio di noi stessi. Anche altre parti del corpo sono coinvolte nella risposta. Il sistema digestivo si blocca (e questo spiega perché lo stress può provocare l’ulcera), la pelle suda, i muscoli si tendono per prepararsi all’azione. Inizialmente l’eccitazione scatta nell’ipotalamo (un minuscolo grappolo di cellule alla base del cervelletto che controlla tutte le funzioni automatiche del corpo). Qui una complessa catena di reazioni nervose e di impulsi chimici attiva il sistema simpatico, che provoca un certo numero di alterazioni in tutto il corpo. Ricerche recenti sull’interazione tra mente e corpo hanno dimostrato che il nostro corpo può entrare in uno stato di allarme in modo a noi del tutto sconosciuto (inconscio), a causa del nostro atteggiamento psicologico ed emotivo nei confronti dello stress. Emozioni anticipatorie, come impazienza, gelosia, ansia, collera e paura, possono produrre gli stessi impulsi nervosi e le stesse reazioni chimiche prodotte da una situazione concreta e drammatica. L’ipotalamo riceve e smista i messaggi da varie parti del cervello, così esso continua a preparare il corpo all’azione, anche se quest’azione non avrà mai luogo, consentendo quindi l’accumulo della tensione muscolare e delle sostanze chimiche non scaricate. 


segnali dello stress

Riflessi nervosi. Mangiarsi le unghie, stringere i pugni, serrare le mascelle, digrignare i denti, assumere una posizione curva, torturare la pelle del viso o tormentare le cuticole (pellicine attorno alle unghie), toccarsi velocemente con una certa insistenza i capelli.

Malattie legate allo stress. Asma, mal di schiena, disordini digestivi, mal di testa emicranie, disturbi del sonno, dolori muscolari diffusi, disordini sessuali, eruzioni cutanee.

Cambiamenti d’umore. Ansia, depressione, frustrazione, senso di impotenza, collera e ostilità abituali, sensazione di non farcela e di non avere più niente davanti a sé, impazienza, irritabilità, irrequietezza.

Comportamento. Aggressività, fare diverse cose contemporaneamente, impressionanti esplosioni emotive, non terminare le attività iniziate, lasciare i lavori incompiuti, reazioni - verso se stessi e a tutto ciò che sta intorno - sproporzionate, parlare eccessivamente forte o troppo velocemente.

Hai … fretta! Ecco una serie di domande alle quali è bene rispondere attentamente per comprendere questo fenomeno psicofisico piuttosto insidioso ed invalidante. I quesiti servono, infatti, a stimolare in chi legge un'approfondita e una proficua riflessione sul proprio stato di frenesia, di confusa ed esagerata “accelerazione” esistenziale:


i accorgi di parlare troppo velocemente? Metti fretta agli altri mentre parlano, interrompendoli di frequente con frasi del tipo “Certamente”, “Certo che sì”, “Bene, bene”, “Mmmmm, io ...” o completando in anticipo le loro frasi?; Sei infastidito dal dover fare la fila?; Pensi di aver abbastanza tempo per fare tutto?; Non sopporti di perdere tempo?; Consumi i pasti troppo in fretta?; Ti accorgi di correre troppo con l’auto?; Tenti di fare più di una cosa alla volta?; Ti rende nervoso vedere una persona che lavora al rallentatore, con eccessiva lentezza, che gira apparentemente a vuoto?; Ti sembra di aver poco tempo per rilassarti e goderti una giornata in santa pace?; Ti consideri troppo impegnato?; Batti i piedi ritmicamente o tamburelli con una certa insistenza le dita su ogni cosa che incontri?; Mentre parli pensi ad altre cose?; Detesti oziare dopo i pasti?; Cammini con passo veloce, sguardo acuto, penetrante e indagatore?; Ti irriti se ti fanno aspettare?; Detesti perdere tempo negli sport e nei giochi? Ti rendi conto di stare con i pugni chiusi o con le mascelle e il collo contratti?; Ti accorgi che stai facendo piani per l’attività futura?; Sei una persona competitiva?


e fasi dello stress


Lo stress, come abbiamo evidenziato più volte, è la risposta che l’organismo adotta quando si trova di fronte a qualche novità più o meno complessa; situazione che deve improvvisamente gestire e, quindi, adattarsi con una certa solerzia. Tale adattamento si sviluppa in tre fasi: reazione di allarme, fase di resistenza e fase di esaurimento.

    1. Reazione di allarme. In questa fase cominciano ad apparire alcune alterazione fisiologiche (sudorazione, alterazione del battito cardiaco e del respiro), nello stesso tempo si ha una diminuzione delle difese generali dell’organismo in conseguenza delle quali l’organismo è più facilmente vulnerabile, aggredibile dallo stress e, quindi, dalle malattie; in questo caso possiamo ben dire, affermare con certezza che in tale situazione specifica, “se si chiude una porta non si apre certamente nemmeno un piccolo portoncino”: la situazione fisiologica mette a dura prova, cellula dopo cellula e, così, l'intero organismo. La fase di allarme, quindi, corrisponde ai processi psicosomatici attivati in anticipo per far fronte a stimoli stressanti (interni: valutazione soggettiva di pericolo; esterni: condizioni ambientali, di lavoro, cambiamenti affettivi e sociali, malattie). In questo frangente, l’attenzione, la memoria e la concentrazione sono stimolate per far fronte, in maniera più adeguata possibile, alla situazione problematica: cominciano ad alterarsi in questa fase specifica, alcune funzioni fisiologiche: battito cardiaco, respirazione e tensione muscolare. L’organismo è esposto ad uno stimolo rispetto al quale non si è ancora adattato e continua a lottare.

    2. Fase di resistenza. In questa fase i segni caratteristici dell’allarme scompaiono e le difese corporee accelerano, aumentano notevolmente. Il corpo, in quel preciso frangente, mette in campo tutte le risorse disponibili, togliendole magari a funzioni più importanti: lotta per riportare e mantenere un giusto equilibrio metabolico; se nonostante ciò l’individuo non riesce a trovare il proprio equilibrio e ad adattarsi alla situazione, passa alla terza fase, a quella più “spiacevole” caratterizzata da frenesia, esaurimento e debolezza diffusa. Bisogna fare in fretta, direbbero ancora una volta gli stressati! Nella fase di resistenza il sollievo al malessere in atto, diventato insopportabile, deve essere immediato; spesso, però, il tormento e la frenesia fanno prendere “scorciatoie” confuse ed inappropriate; per smorzare gli animi turbolenti, infatti, si ricorre facilmente al famoso “bicchierino” che dopo un breve “sollievo” crea ulteriore agitazione (l'alcol etilico stimola le ghiandole surrenali a produrre adrenalina … è come la parabola del cagnolino: più cerca di prendersi la coda, più gira a vuoto!). Non bisogna sottovalutare che nella gestione di questa condizione di allerta psicofisica - dei problemi di stress, ansia e depressione connessi - c'è parecchia improvvisazione ed eccessiva stravaganza ... “strategie” poco lusinghiere e per nulla efficaci ... il tutto riservato ad anestetizzanti facilmente reperibili e a basso costo; si “spegne” in tal modo l'eccessiva vitalità attraverso il ricorso di alcolici, fumo e farmaci fai da te … per molti è la strada più breve, semplice e comoda, ma nel tempo sono sempre metodi “alternativi” inopportuni, controproducenti, poco incisivi e davvero parecchio dannosi.

    3. Fase di esaurimento. Le difese generali si fanno nuovamente molto basse e se non intervengono meccanismi di recupero o se l’agente stressante continua imperterrito la propria azione con una certa spavalderia (si aggiungono altri motivi di stress), l’organismo può soccombere. E’ in questa fase che si sviluppano fastidiosi meccanismi patologici: malattie funzionali che, spesso, si intrecciano o sono confuse con quelle organiche serie e difficili da diagnosticare.


ome si può notare non ci esauriamo in un solo giorno e, comunque, senza emozioni la vita non avrebbe proprio senso; il rischia maggiore è quando l'individuo in questione non riesce a calibrare, non è in grado di gestire il flusso costante e “minaccioso” di quel tessuto emotivo invadente ed insistente, interno ed esterno. Senza controllo e pianificazione, si è completamente sballottati da ogni parte, fra delicati e rischiosi estremi: piacere e frustrazione possono dominare la scena. Senza una solida “manovra” si è incapaci di gestire la propria esistenza, perché questa perde di valore, importanza e significato. Il soggetto, in quelle importanti situazioni stressanti, senza soluzioni, può trovarsi, a lungo andare, senza saperlo in seri guai, in battaglie inutili e controproducenti per il suo benessere quotidiano. Il nostro organismo, comunque, sempre “astuto” ed intelligente, invia continuamente segnali rilevanti da decodificare: manifesta sia a livello fisiologico sia a livello mentale che qualcosa non va per il verso giusto; ciò che si deve fare, quindi, è interpretarli correttamente e, soprattutto, non girarsi dall'altra parte … guai giustificarli, ignorarli, sottovalutarli completamente! Superato il livello di guardia lo stress si trasforma da positivo, eccitante e salva vita, in un insidioso nemico che può condurci a sviluppare un’ulcera gastrica (produzione eccessiva di acido cloridrico), un attacco cardiaco o uno stato di insonnia grave. Possiamo identificare il momento del rischio prima che sia troppo tardi? Possiamo sapere quali sono i limiti della nostra resistenza per non oltrepassarli?


on solo durante il percorso evolutivo, ma anche nella ricerca di una vita serena ed equilibrata, dobbiamo inevitabilmente “scontrarci’, fare i conti con dei “partner” davvero inquietanti, scomodi e pericolosi come ansia e stress. Alle radici di queste condizioni di malessere, che possono sfociare anche in serie patologie, di solito vi è la convinzione di non essere in grado di guardare con fiducia i rapporti e il mondo circostante; incapacità personale di affrontare con decisione e serenità le situazioni della vita: di gestire con una certa spontaneità, sicurezza ed equilibrio i vari cambiamenti che il quotidiano ci impone. Presi dall'incertezza e sconforto si tende a credere di essere di fronte al “bicchiere mezzo vuoto” … a riflettere su ogni cosa con uno sguardo monocolore … in bianco e nero. E’ il passaggio - attraverso un cambiamento ritmico ormonale - da una condizione di tensione a uno stato di rilassamento che snerva completamente l'organismo, che mette in pericolo le difese immunitarie; con questo continuo e singolare logorio si consuma eccessivamente ogni risorsa fisiologica … viene scardinata e indebolita - fino all'esaurimento - ogni struttura funzionale. A lungo andare gli effetti sul rendimento, sull’umore, sulla salute, ma anche sui rapporti sociali, lavorativi e sulle relazioni familiari possono diventare difficili, tesi, se non gravi. Per molte malattie è sufficiente fare gli esami del sangue per sapere se soffriamo o meno di quella particolare disfunzione reale o immaginaria ... magari solo temuta o pensata. Per quel che riguarda lo stress, purtroppo, la cosa a livello diagnostico è un po’ più complicata, leggermente più complessa, difficile da concretizzare. Ecco, di seguito, un quadro generale di alcune situazioni tipo che possono dare l’idea di qualche disfunzione … di una eventuale complessa sintomatologia in atto.


TTENZIONE, sotto stress l’apparato digerente si blocca, si fermano le secrezioni dello stomaco e dell’intestino: si tenta di ‘evacuare’ la zavorra superflua per essere più resistenti, “forti” e attivi (feci, urina). Mangiare in un momento di stress, proprio per il fatto che il sangue è dirottato in altre parti del corpo, si creano gonfiori, crampi e nausea; in una fase di stress acuta, proprio perché lo stomaco è chiuso’, si immette nel circolo sanguigno - per aiutare anche gli zuccheri nella produzione di energia - un eccesso di colesterolo prodotto dal fegato. Durante una situazione di stress piuttosto “severa”, dovendo agire rapidamente ai cambiamenti, il cuore batte più in fretta, pompa più sangue per portare una maggiore quantità di ossigeno ai muscoli e ai polmoni; sotto “pressione” (stress) il sangue coagula più in fretta per evitare l’emorragia se eventualmente ci si ferisce. I sintomi, comunque, sono sempre il risultato di disturbi funzionali e variano in ciascuno di noi a seconda dei nostri stili di vita, condizionamenti, convinzioni e timori ... dei nostri punti deboli reali. In ogni caso i segnali, se ben decodificati, avvertono che bisogna “svoltare” ... è l’ora di fermarsi e di riflettere sulla situazione problematica in atto. È possibile tuttavia raccoglierli in tre gruppi (è chiaro che la sintomatologia deve essere continuativa e non episodica):


1 - Lo stato di irritabilità si manifesta con una marcata ipereccitazione dell’umore. Si è sempre “su di giri”, con tendenza a muoversi continuamente, senza sosta, e ad agitarsi senza ragione, con un senso di paura che non si riesce a spiegare, a descrivere, a comprendere completamente … un fenomeno, per chiunque, davvero inspiegabile in tutti i sensi. Si soffre di insonnia senza alcuna ragione fisica; i disturbi del sonno non sono solo passeggeri, ma si fanno decisamente cronici. L’individuo è in continuo stato di allarme, pronto a sussultare per qualunque cosa. La difficoltà di concentrazione è disturbata, con scadimento del lavoro a livello sia di prestigio sia di qualità e, soprattutto, da non sottovalutare mai, si attiva una notevole predisposizione agli incidenti nell'ambito dell'attività lavorativa. Si fumano più sigarette del solito e si è anche maggiormente inclini all’uso di alcol, di psicofarmaci, di droghe ed anestetici di scarsa qualità; si cerca sollievo, senza sosta, al tormento e ai propri affanni piuttosto diffusi ed invalidanti ... importa poco la sostanza utilizzata, quello che conta è sopravvivereun atteggiamento nell'affrontare ogni situazione, comunque, sempre confuso, sbagliato e del tutto inappropriato.


2 - La depressione si manifesta con un senso continuo di stanchezza, di perdita della gioia di vivere. Sono molti oggi a provare la fatica ancor prima di iniziare la giornata; impegni reali o ipotizzati che impediscono di tirare avanti; un senso di resa e sconfitta che si avverte anche nei piccoli gesti, già al momento di alzarsi al mattino mettendo giù il primo piede dal letto. Non si vorrebbe mai cominciare la giornata, si è già stanchi ancor prima di iniziare, da una parte perché si è bloccati di fronte al nuovo, terrorizzati dai cambiamenti e, soprattutto, manca un certo interesse per le cose da fare, non c'è nessuna certezza di incontrare qualcosa di eccitante e piacevole, non ci sono cose entusiasmanti da realizzare nel quotidiano, dall'altra non ci si sente pronti ad affrontare musi lunghi, scontri, problemi e responsabilità.


3 - Le somatizzazioni. E' uno stato di sofferenza persistente caratterizzato da palpitazioni cardiache, sudorazioni abbondanti, frequente bisogno di urinare, emicrania, dolori al collo e alla schiena, generalmente dovuti alla tensione muscolare, disturbi gastrici e intestinali, perdita o eccesso di appetito con conseguente alterazione del peso corporeo.


otto stress ‘negativo’ (distress), a lungo termine, come sopra descritto, ovvero quello cronico che fa ammalare, l’ormone tiroideo accelera il metabolismo: il corpo brucia velocemente le sostanze per produrre più energia. Nel contempo si è agitati, esauriti, scossi per un non nulla e intolleranti ai cambiamenti di temperatura … al caldo. Si tende a perdere peso oppure a ingrassare se si carica eccessivamente la tiroide di troppe calorie e l’insonnia fa improvvisamente la sua comparsa … si fa a pugni tutta la notte con il cuscino fino alle prime luci dell'alba … sino allo sfinimento. Vivere continuamente in uno stato ansioso, inoltre, la ghiandole surrenali rilasciano non solo adrenalina ma anche il cortisone (ormone endogeno a base di grassi e precursore della molecola del cortisolo) che stimola il pancreas alla produzione di insulina: aumenta il livello di zucchero nel sangue per avere a disposizione più energia. Il cortisone prodotto in maniera eccessiva può ‘inguaiare’ ulteriormente le difese dell’organismomettere completamente in difficoltà le preziose difese immunitarie. Le ghiandole linfatiche perdono la loro funzionalità: diminuisce la risposta immunologica. La resistenza e la capacità di fare a ‘botte’ con il “nemico”, notturno o diurno, si riduce di parecchio. Troppo cortisone, inoltre, a lungo andare, abbassa notevolmente la resistenza dello stomaco alla sua stessa indispensabile produzione chimica: l’acido cloridrico. Per portare, poi, più rapidamente lo zucchero ai muscoli, l’adrenalina aumenta la pressione sanguigna predisponendo a disturbi cardiaci. L’organismo funziona al massimo, migliora per certi versi, nell'immediato, la prestazione mentale; infatti, si è più attenti, sempre all'erta, perennemente sul chi va là, aumenta concentrazione e lucidità, ci si prepara a rispondere ad uno stimolo reale o immaginario fino all'esaurimento; si mettono in moto tutte le strategie ormonali in possesso, alcune funzioni biologiche al massimo; si invia il sangue dall’apparato digerente ai muscoli, aumentano zuccheri e grassi nel circolo sanguigno, viene incrementata la pressione sanguigna (il fegato converte in proteine il glucosio)ogni situazione nuova o temuta, non lascia scampo, richiede sempre una ulteriore grande iniezione di energia.


ICORDA, anche i rapporti insoddisfacenti, paure e preoccupazioni sono stimoli stressogeni, portano all'ansia e fanno scivolare lentamente nella depressione: ad una insistente ed insana ‘pressione’.

essere umano si sente cosciente principalmente del suo pensiero e, soprattutto, delle sue azioni. Quando è tutto indaffarato a meditare, osservare, decidere ed agire, tende a dimenticare che una parte di lui continua - con un codice biologico straordinario - a lavorare bene senza sosta, a far funzionare il cuore con estrema precisione, a far crescere le unghie e i capelli seguendo le più importanti e sofisticate leggi dell'armonia, a digerire i cibi con cura e sapienza, a rendere possibile il movimento attraverso un complesso e perfetto sistema di coordinamento muscolare. Molto raramente, e in genere solo quando esercitiamo un controllo volontario, abbiamo consapevolezza delle nostre masse muscolari, del respiro o del battito del cuore, oppure del fenomeno, più o meno gradevole, di termoregolazione che viene percepito come caldo o freddo. La produzione degli ormoni, il riprodursi delle nostre cellule, la sottile corrente elettrica che viene prodotta dal nostro cervello sono completamente inconsci e per nulla raggiungibili dalla coscienza, se non attraverso sensazioni di “pesantezza”, gonfiori e formicolio (ogni cellula ha, ad esempio, pur lavorando in sinergia, una propria funzione e durata: i globuli rossi vengono sostituiti ogni 120 gg, le cellule della pelle dopo 20 gg, globuli bianchi dopo 2 gg, mentre le cellule dell'intestino dopo 7 gg). E’ però possibile giungere in via intuitiva - senza percorrere rigorosamente il cammino scientifico che altrimenti ci condurrebbe ad appesantire, a rendere eccessivamente complessa l'esposizione e le finalità di quanto in questa sede ci si propone di fare attraverso la stesura di questi articoli - ad esaminare in profondità i meccanismi fisiologici del nostro organismo, a comprendere quanto in realtà le nostre emozioni avvengano contemporaneamente sia nella mente sia nel corpo. Un corpo a volte impacciato, a volte perfetto e meraviglioso nello stesso tempo; un insieme di alta ingegneria e dettagli speciali da non trascurare mai … guai non essere 'connessi'!!! 


mmaginiamo ad esempio di sentire il bisogno di piangere, il petto si contrae per emettere un singhiozzo persistente, la bocca dello stomaco si chiude, anche i muscoli del volto si predispongono ad affrontare la nuova situazione, si attivano immediatamente per coordinare e gestire al meglio tale turbamento. Ipotizziamo ora di volerci controllare, trattenere durante una situazione di disagio, con tutta la forza possibile; contemporaneamente altre parti della nostra muscolatura entrano in azione per inibire il nostro singhiozzo, la gola si contrae sino a chiudersi, il volto si colora, cambia espressione. Così accade anche per ciò che riguarda la rabbia: il nostro pugno si stringe, un complesso meccanismo articolare entra in azione, siamo pronti a sferrare un attacco che serva ad aver ragione sul nostro avversario scomodo ma, alla fine, fortunatamente, quasi sempre, per ragioni civili e sociali, non passiamo all'azione vera e propria … ci “controlliamo”!!! Ecco giungere in aiuto altre masse muscolari che servono ad inibire l’impulso che si vuole controllare. Normalmente chiamiamo tutte queste sensazioni con il nome di emozioni, sentimenti che in realtà riescono a distinguere la maggior parte delle nostre reazioni fisiche e mentali; se il cuore batte all'impazzata e sentiamo delle vampate di calore di fronte alla persona che amiamo affermiamo di essere innamorati e non di avere la tachicardia o la pressione alta; se ci tremano le gambe dalla paura, non pensiamo che le nostre gambe si stiano ammalando … che siamo alle prese con una malattia degenerativa, magari la SLA (se poi in famiglia si hanno dei casi di decessi relativi a questa patologia, la situazione non solo crea allarmismo, ma diventa drammatica e distruttiva a livello fisico e mentale). La somatizzazione accade quando si vuole negare il sentimento corrispondente! 


e per esempio la persona che sta cenando con me è sgradevole, insopportabile, invadente, completamente negativa nel relazionarsi, molto probabilmente quella cena mi “starà sullo stomaco”. In realtà, se io negherò che quella persona o quella situazione mi mettono a disagio, mi fanno stare male, mi bloccano la digestione, molto probabilmente preferirò pensare che il “pesce” mangiato in quel locale, con quella cattiva compagnia, mi ha fatto male. Il corpo, quindi, pieno di rabbia e rancore, verrà vissuto, etichettato come traditore, estraneo, malato, mentre di fatto siamo noi a volerci nascondere un vissuto tormentato, poco sereno, per nulla spontaneo, colmo di imbarazzo, di insoddisfazione ed impazienza: espellerà velocemente, quella esperienza negativa ed infelice - se va bene - con una bella scarica diarroica. Il giorno dopo, il medico di base, non potrà fare altro che confermare la mia diagnosi pasticciata … alleviarmi quella singolare “indigestione” prodotta invece solo da troppo buonismo, da quella situazione spiacevole in cui non sono riuscito ad allontanarmi per tempo. La cosa, se analizzata attentamente appare semplice e ben chiara. L'intestino - quella parte del tubo digerente che parte dal duodeno e termina con l'ano - ha una sua funzione, un ruolo ben preciso, coinvolge le nostre convinzioni, la nostra capacità di trattenere (assorbire cibi, i vari nutrienti, ma anche “situazioni” attraverso un cambiamento specifico, più o meno idoneo, a livello di secrezioni ormonali) o di lasciare andare. Quell'esperienza “indigesta” e “tossica” al ristorante, pertanto, rifiutata e, quindi, non “assimilata”, verrà eliminata velocemente, con tutti gli elementi parzialmente “interi”, così come sono entrati ... non “digeriti” completamente per un coinvolgimento “difettoso”, un “cattivo” funzionamento del pancreas e della bile.


on bisogna mai dimenticare che la struttura mentale può influenzare enormemente il metabolismo, la salute, il senso di soddisfazione e il benessere generale. Ricordarsi, inoltre, che ogni individuo è il miglior laboratorio fisiologico di se stesso. Prestare sempre attenzione, quindi, a come si reagisce agli eventi ed alle circostanze! Alcune metodiche distensive psicosomatiche (ipnosi, meditazione, massaggio), inoltre, non solo svolgono una azione di equilibrio neurofisiologico, di benessere diffuso, ma riducono efficacemente la possibilità di malattie cardiovascolari (ricerche effettuate non da birbaccioni estemporanei, ma dal prestigioso American Medical Association). L’organismo si mobilita completamente per affrontare la situazione “pericolosa” con l'armamento meraviglioso che ha in dotazione: cervello (aumenta vigilanza e diminuisce il senso di dolore), occhi (per migliorare la visione le pupille si dilatano), polmoni (per fornire più ossigeno accelerano la respirazione), cuore (per portare più sangue nei muscoli aumenta la pressione), ghiandole surrenali (producono adrenalina e noradrenalina, ormoni che possono accelerare il metabolismo … anche quello intestinale!), intestino (viene rallentata la digestione in modo tale che il sangue sia deviato in maniera più copiosa ad altre parti del corpo indispensabili per reagire prontamente a quel particolare evento: ai muscoli) e fegato (liberando più zucchero fornisce più energia). 


ICORDIAMOLO, ancora una volta, il malato porta con sé - in ogni patologia e cambiamento fisiologico - non solo le sue convinzioni, la sua “sofferenza” e i suoi stili di vita, ma anche i suoi amori, i suoi rancori, le sue amarezze e le sue angosce più profonde. In tutti i malesseri, purtroppo, vi è sempre un dimenticare di se stessi e della propria autostima, delle proprie passioni … del proprio valore reale. Se vuoi un cervello felice e giovane non bloccarlo, non accontentarti mai, fallo ridere, divertire senza sosta: rinforzalo con le novità, nutrilo di passione, curiosità e avventura … se ti riesce, quando ti trovi in cattive acque, svolta velocemente, cambia modo di agire!!! Se sei più “flessibile”, puoi trovare le tue reali e inesauribili risorse, eviti rimpianti, paure e depressione … sarai sempre in “forma”, anche per i momenti più difficili e, soprattutto, nelle notti più ostili


Cosa possiamo fare?


a risposta appare più che ovvia: rallentare e, se possibile, fare inversione di marcia. Anche in assenza di un moderno e sofisticato ”navigatore” di bordo, che ci possa condurre a cambiare “velocemente” rotta, possiamo iniziare ad impegnarci, da soli o sempre con l'aiuto di un professionista qualificato, ad interrompere, con le mosse giuste, questo pericoloso e devastante meccanismo psicofisico. RICORDA, se ti impegni, cambi sguardo, non ti sforzi, non vedi nemici ovunque e non reciti la parte di altri, la tua vita può cambiare “velocemente”, in un attimo, superare brillantemente, da solo, alcuni momenti di sconforto, magari risolvere brillantemente relazioni complicate, eventuali conflitti difficili … il rischio maggiore che puoi correre è quello di diventare “semplicemente” unico e completo. Con questo modo di fare, tutti i tormenti, accompagnati da un perenne ed inutile rimuginare sui problemi senza risolverli, insieme a giudizi di valore e auto condanna possono svanire completamente, sbloccare l'anima, far riscoprire quel personaggio vivace che è in te, forse da da troppo tempo oscurato o completamente dimenticato … questo modo nuovo di guardare la vita, senza resistenza, altro non fa che aiutarti a risolvere spontaneamente e realisticamente i problemi; in questo modo non solo puoi riscoprire nuove risorse psicofisiche e, soprattutto, fare posto ad una autentica calma interiore, ma conoscere anche nuovi lati di te importanti, scoprire indicazioni, “documenti” preziosi che ti indicano la meta, la tua via maestra da seguire, trovare la strada giusta da percorrere nel tuo quotidiano … un sollievo che ti condurrà dritto dritto ad una svolta reale, a quella meta tanto desiderata … ti porterà finalmente nella tua vera casa. 


e viaggiando di notte, ad esempio, esausti per il sonno, la stanchezza e l'aggiunta di qualche bicchierino, ci accorgiamo improvvisamente di sbandare, ci viene facile concludere che è meglio fermarci e concederci un po’ di riposo. Non è altrettanto facile avere la mente sgombra da insistenti influenze fisiologiche; arrestarci, di colpo, quando abbiamo superato il nostro livello di guardia in fatto di stress. La tensione accumulata nell’organismo, infatti, è tale da offuscare ogni cosa; un fenomeno che spinge direttamente all'agitazione, a girare a vuoto, a rendere particolarmente difficoltoso anche quel tanto sospirato momento di riposo: il sonno. In queste alternanze di disagi, timori e ansie che creano confusione e tensione, diviene quasi impossibile sostare; con tutto quello che abbiamo accumulato nel corpo a livello ormonale, è davvero difficile fermarsi, riflettere, riposare o rilassarsi. Non è per niente vantaggioso ricorrere ad ansiolitici di qualunque tipo e contenuto siano, dal momento che, un poco alla volta, questi finiscono per diseducare la persona a trovare la soluzione in modo autonomo, secondo le sue reali capacità, le sue risorse personali, attivare strategie e risorse biochimiche più idonee … le sue importanti e preziose potenzialità all’interno di sé … gestire in prima persona con maggiore autonomia il tormento, disagio, malessere e sofferenza. Per uscire da questa situazione è fondamentale scoprire “quello che abbiamo dentro”, riconoscerlo e saperlo utilizzare in pieno per il nostro benessere e il giusto equilibrio. 


ltrimenti, si può creare una fastidiosa dipendenza dalla compressa, convinti che essa possa aiutare - senza nessun effetto collaterale - a prendere le distanze dal frastuono diurno, bloccare o gestire al meglio Morfeo nelle notti turbolenti ... dormire serenamente tra due guanciali come un pupo; il rischio è sempre grande: spegnersi, diventare incompleti, isolamento e, soprattutto, di vivere ogni cosa a velocità ridotta.. Dare credito ad una sostanza che si pensa possa donare momenti di gloria, ma che, alla fin fine, regala solo attimi confusi ed illusori di un qualcosa tanto desiderato e che mai si raggiungerà in breve tempo, significa rinunciare completamente a quelle risorse personali indispensabili per gestire o modificare, in maniera permanente, il malessere in atto. In realtà, allontanandosi da se stessi, tale assunzione - chimica o “naturale” - può innescare, con il suo cambiamento biochimico aggiunto, un pericoloso stato ansiogeno e, quindi, un ulteriore fastidioso stress. Mai affidare all'esterno la soluzione dei propri problemi e dei disagi connessi a chi è troppo coinvolto o non è in buona fede, perché tale scelta costituisce non solo una evidente rinuncia personale a modificare la situazione in atto, ma delega l'altro a gestire la vita altrui … ma che ne sanno gli altri di noi, della nostra reale sofferenza? Ciò che è importante fare innanzi tutto è rieducarci gradualmente alla distensione psicofisica. Stabilire i momenti dedicati al riposo e quelli dedicati all’azione; imparare a “staccare” la spina con delle piccole pause di “leggerezza”, di svago piacevole, concederci il più spesso possibile dei momenti di quiete, di calma, di serena tranquillità; tutto ciò deve divenire la parola d’ordine di un processo educativo, o meglio rieducativo, che ci porti serenità e, soprattutto, aiutare a riequilibrare quel processo fisiologico “complesso” chiamato tensione - distensione


a quale può essere il mezzo, la strategia, la tecnica, la modalità vincente che ci può condurre pian piano al nostro tanto sospirato benessere? La risposta non è lontana da noi, viene proprio dal corpo; l’ascolto dei suoi ritmi, delle sue pulsazioni, del fluire degli umori, è la mossa iniziale che, nel tempo, sarà vincente se non risolutiva … raggiungere finalmente una condizione di benessere, un muoversi attraverso sensazioni di entusiasmo ed euforia. Quando cominci a guardare le cose in modo diverso, spuntano soluzioni brillanti e, soprattutto, impensabili … emerge veramente la saggezza dell'anima che ti conduce fuori dal grigiore quotidiano, dalla prigione, dalla gabbia del “sissignore” e dalle convenzioni che ostacolano sempre il vivere libero e spontaneo. Gli occhi puntati su noi stessi, l’osservazione senza giudizi di valore degli stati d’animo che in noi si succedono e l'assumere il punto di vista neutro di chi distaccato osserva, esalta, gode ed è soddisfatto del suo corpo, producono un certo stato di equilibrio, tranquillità, rallentamento, armonia, distensione, rilassamento e soprattutto, “saggezza”. E' come, ad esempio, ricordare un nome dimenticato; più ci sforziamo di rievocare quella “cosa”, più immettiamo nel circolo sanguigno una enorme quantità di “eccitanti” i quali, anziché venire in soccorso alla memoria, confondono, disorientano e allontano sempre più dalla concentrazione, da ciò che vogliamo realmente rammentare. Fermiamoci un attimo. Dopo un po', quando non si è più in battaglia, cioè meno tesi, possiamo provare, con piccole associazioni, a pescare nel serbatoio della memoria quel nome tanto sospirato … chissà, forse senza sforzo, si avrà soddisfazione e si potrà nominare finalmente ciò che era stato oscurato … riaffiorerà senza alcuna fatica.


e riflettiamo bene, comunque, il linguaggio del corpo è il più antico di qualunque altra modalità espressiva; quando veniamo al mondo la nostra consapevolezza, la coscienza delle cose intorno a noi è limitata esclusivamente ad alcuni fondamentali bisogni del corpo. Nella percezione del neonato si alternano principalmente alcune profonde sensazioni, certi vissuti piacevoli o spiacevoli: fame, sonno, caldo e freddo. Il corpo si configura nella coscienza … una realtà oggettiva impressa nella memoria, ben salda nel corpo e nella mente. Nei primi stadi della nostra esistenza la scoperta del corpo costituisce una delle principali fonti di interesse; ci applichiamo così, con costante attenzione e una giusta dose di curiosità, alla scoperta e all’acquisizione di nuove conoscenze, sfoderando talento, abilità e, soprattutto, se incontriamo interlocutori 'saggi', sperimentiamo profonda soddisfazione nel portare a termine i compiti assegnati … nel gestire e conquistare il mondo! La realtà esterna in cui il bambino si evolve, sollecita e stimola a sviluppare determinate competenze piuttosto che altre: chi nasce in campagna svilupperà un corpo più agile e forte, ma avrà delle difficoltà rispetto al bambino di città nel riconoscere e utilizzare tutti gli stimoli acustici e visivi che abbondano in questo luogo … non si tratta di essere più intelligenti, di migliori o peggiori, ma semplicemente di un inizio del viaggio esistenziale con stimoli diversi, calpestare sentieri esperienziali che possono rendere il percorso quotidiano più semplice, scorrevole e, quindi, meno complicato, contorto e difficile.


llo stesso modo l’organismo si organizzerà o si svilupperà in modo diverso a seconda dell’atmosfera psicologica presente nel nucleo sociale e delle richieste poste; un piccolo, ad esempio, per compiacere ad un genitore che ama metterà in atto modi di fare aggraziati ed eleganti, la bambina invece può, pian piano, snellirsi, forgiarsi” un corpo armonioso, morbido e con movenze flessuose. Un collo molto teso e rigido può essere conseguenza di un bambino che voleva a tutti i costi dimostrarsi un eroe di fronte alla figura di riferimento: sicuro, deciso e “forte” con il padre; una schiena troppo arcuata può rivelare un desiderio di essere seducenti mettendo in risalto le rotondità posteriori o, al contrario, le spalle curve indicano magari la passata vergogna di esibire “qualità” troppo floride. In poche parole posiamo concludere che “forzando” il corpo ad assumere - a seconda delle situazioni da gestire - determinate posizioni ed atteggiamenti, l'intera struttura può prendere in consegna i vari sentimenti indigesti corrispondenti: “cristallizzare” stati d’animo intensi (nascondere - evidenziare). Può così accadere che la nostra fragile ballerina di ieri, oggi digrigni e arroti i denti la notte scaricando così la sua inespressa voglia di imporsi, e che il nostro eroe impettito di qualche tempo fa soffra oggi di un doloroso mal di schiena che lo rende completamente goffo, curvo e impacciato. Benché lo stress sia uno dei principali responsabile di tutti i nostri segnali d'allarme più volte evidenziati, in ognuno di noi l’espressione, le modalità, la “scelta” del sintomo resta sempre un linguaggio simbolico poco chiaro, una strada sempre aperta ad infinite interpretazioni … assume sempre caratteristiche uniche, singolari, soggettive. Di fronte al medesimo conflitto ogni individuo risponderà in modo sorprendentemente diverso ed originale. Essendo il vissuto di ciascuno di noi esclusivo, la soluzione ai singoli problemi dovrà essere, quindi, non solo rispettosa per quella personalità unica ed irripetibile, ma anche rigorosamente personalizzata. Il soggetto in questione dovrà scoprire in sé stesso le risorse più idonee per modificare, con il proprio atteggiamento, la situazione di disagio in atto.


o stress può essere quindi definito come un tentativo di “adattamento” all'ambiente circostante; è la risposta che l’organismo adotta di fronte ad una situazione nuova e a responsabilità più o meno impegnative; quando ci si trova ad affrontare compiti semplici - a liberarsi da innocui doveri imposti del vivere civile e quotidiano, alle prese con responsabilità vere o immaginarie - si attivano immediatamente meccanismi fisiologici sofisticati a dir poco straordinari … di grande prestigio “artistico”. Che la qualità del segnale sia piacevole o spiacevole è indifferente; l’effetto stress è relativo al nuovo, al grado di novità che rappresenta quel particolare stimolo per l’individuo alle prese con qualcosa di diverso dal solito, e ai conseguenti meccanismi fisiologici che vengono messi in atto per adattarsi alla nuova situazione. Il nostro senso di soddisfazione, di realizzazione e di autostima, dunque, è connesso a questo stato psicofisico di “assestamento” non sempre ben riuscito. Il cervello di fronte a nuovi “incontri”, in base alle sue funzioni e condizioni reali, non necessariamente di grande complessità, può alterare la trasmissione degli impulsi nervosi e bloccare un certo vigore fisiologico; l'energia biochimica allora inizia a ristagnare provocando stanchezza, disagio, confusione mentale, malessere diffuso e disturbi vari. Come abbiamo potuto capire dai vari articoli, sia l’ansia sia lo stress possono avere anche un effetto positivo per l’intero organismo. Non è possibile una vita senza queste due componenti che, se sono di intensità “gradevole”, in molte situazioni, si rivelano elementi psicologici propulsivi indispensabili. E’ bene, pertanto, saper affrontare da soli o con l'aiuto di professionisti qualificati tutti i momenti difficili e, nel contempo, imparare a "sfruttare”, la componente positiva evitando di “inciampare” in alcuni tranelli, in ricadute negative … essere travolti dalla bufera emotiva eccessiva attivata dall'ansia o dallo stress. Questa condizione psicosomatica caratterizza - entro i limiti della sopportazione propria di ogni singolo individuo - l’esperienza vitale di tutti gli essere viventi tanto da essere definita con quella famosa locuzione: Il sale della vita. Ma può anche diventare, in modalità esagerate, una reazione d’allarme che si manifesta con particolari attivazioni biologiche, atteggiamenti e comportamenti reattivi specifici invalidanti; aumenta e raggiunge il suo picco biochimico nel tempo fagocitando progressivamente ogni cosa … tutto ciò che incontra senza guardare in faccia a nessuno. Lo stress significa letteralmente pressione o sforzo


uando parliamo di stress indichiamo sempre la “fatica” cui il nostro organismo è sottoposto, deve compiere per far fronte a richieste interne ed esterne, a cose nuove, diverse dal solito, a tutti quegli eventi che si presentano improvvisamente e, soprattutto, se non vuole uscirne con le ossa rotte, deve adattarsi velocemente a tali cambiamenti rapidi, improvvisi, inaspettati; diventa patologico quando non si è capaci di gestire o accogliere il cambiamento, di viverlo nel modo in cui si presenta in tutte le sue forme. Un fidanzamento, un matrimonio, la nascita di un figlio, ad esempio, anche se sono eccitanti e piacevoli, sono infatti tutti eventi esterni che, cozzando con i nostri stati d'animo interni, possono diventare a livello gestionale, davvero impegnativi e problematici … essere fonte di stress ingestibile. Le ragioni dell'inquietudine o del benessere quotidiano, pertanto, sono sempre riconducibili al vissuto di ogni singolo individuo. Ogni evento della vita di ciascuno di noi può essere interpretato come il risultato della propria storia personale, in funzione della vita familiare, sociale e culturale. Il benessere soggettivo è - a prescindere da ogni situazione o periodo complicato e difficile - uno dei principali obiettivi dell’uomo e la gestione individuale dello stress rappresenta il più importate nodo da sciogliere per raggiungerlo. Stare bene, comunque, non vuol dire non avere niente, ma significa semplicemente ricerca continua di una condizione di benessere psicofisico. L’uomo “sano” non vuole solo vegetare, ma essere parte attiva nel suo mondo. Il suo comportamento, il suo stile di vita, le sue gratificazioni, l’immagine che ha di se stesso, dipendono dal modo in cui affronta le situazioni, da come si inserisce nelle pieghe del vivere quotidiano, dalle sue capacità di progettare e realizzare la vita. La vita è continuamente trasformazione, è soprattutto dinamismo. 


l mondo dell’uomo non è statico, non lo è la realtà in cui è inserito, non può esserlo il suo vissuto esistenziale. L’uomo deve, quindi, adattarsi, conservare il proprio equilibrio interiore e essere in grado di affrontare in modo adeguato le diverse circostanze della vita. In teoria la capacità dell’uomo di adattarsi psichicamente, emotivamente e spiritualmente è quasi illimitata, proprio perché - nei suoi momenti di grande lucidità - egli riesce a progettare, a organizzare, a superare, il più delle volte, le difficoltà che ogni giorno si presentano, a utilizzare al meglio le risorse di cui dispone. Ha la consapevolezza, comunque, che a volte, lottare contro i momenti difficili, lo stress, è veramente un’impresa difficile e, quindi, sa perfettamente che può agire esclusivamente solo su quelle cose di sua competenza: che è in grado di gestire o modificare con una certa solerzia e un inequivocabile grado di soddisfazione. Studi approfonditi insegnano, comunque, che stimoli dotati della stessa carica energetica (stressante) provocano reazioni profondamente diverse nei vari individui. Questo è un fenomeno che può essere determinato, come più volte accennato, non solo da cambiamenti negativi, ma anche da eventi positivi: è il cambiamento in sé che, interrompendo le nostre abitudini, mette in crisi le certezze e le sicurezze quotidiane, diminuisce il grado di controllo sulla situazione circostante. Tra i fattori che possono incrementare il livello di stress è bene ricordare anche l’assunzione di alcolici, farmaci, fumo e caffè (stimolano le ghiandole surrenali a produrre adrenalina e cortisolo), e da non sottovalutare mai una alimentazione sbagliata: mono colore, poco varia, sempre uguale. La biochimica del cervello affonda le sue radici nella biochimica del corpo. Ma è un percorso a doppio senso: il metabolismo del corpo è influenzato dal contenuto biochimico del cervello. Tra le due realtà esiste un fenomeno di retroazione ed è per questo che quello che pensiamo è importante quanto quello che mangiamo; per contrastare lo stress o per essere veramente in salute occorre lavorare su entrambi i fronti. In termini molto semplici, questo - per alcuni come al solito forse troppo semplicistico e banale - significa che se ingeriamo buoni alimenti è possibile produrre pensieri lucidi, con contenuti discreti, inaspettati se non “geniali” ... di buona qualità. 


na alimentazione corretta, quindi, può essere utile a migliorare o stabilizzare l'umore e, nel contempo, a procurare un generale benessere in tutto l'organismo: fisico e mentale … una cattiva alimentazione, basata su una cottura nei grassi e di patatine fritte, non solo fa saltare i bottoni, ma è sicuramente dannosa sia per il corpo sia per la mente. Il cibo, comunque, si sa da tempo, anche se la scienza spesso fa confusione, è uno degli strumenti più potenti per mantenere il corpo in salute, in condizioni davvero ottimali. Al di là dei vari interessi culturali (economici) e dall'imposizione concettuale delle varie scuole di pensiero, ci sono però alcune interessanti raccomandazioni chiare e trasparenti indispensabili per la nostra salute psicosomatica. Mangia almeno qualche noce al giorno (frutta secca, nocciole); un frutto che non solo costituisce una fonte di acidi grassi benefici per la nostra salute, ma anche importanti flavonoidi (antiossidanti). I flavonoidi, se assunti con continuità, contenuti nelle noci, alcuni tè, uva, arance, mirtillo rosso, pomodori e cipolle, sono sostanze antiossidanti e antiinfiammatorie fondamentali per l'organismo. I grassi monoinsaturi, essenziali, omega 3 (omega 6, olio di oliva) aiutano ad alzare il livello di colesterolo HDL (buono) e a tenere pulite le arterie mentre procedono col flusso sanguigno. Mangia almeno tre volte la settimana il pesce, specialmente quelli grassi come salmone, merluzzo, branzino e pesce azzurro, i quali ricchi di omega 3 portano al corpo importanti benefici (riducono l'irregolarità del battito cardiaco, la formazione di coaguli attraverso la fluidità delle piastrine, abbassano i livelli di trigliceridi responsabili della formazione di placche nelle arterie). Non dobbiamo dimenticare che lo stress non solo è connesso a stati d'animo negativi, ma è legato anche a infezioni e a un invecchiamento generale precoce. Ognuno comunque sceglie la sua strada per ridurre lo stress: ad alcuni piace correre, fare massaggi, mangiare bene, ad altri ascoltare Beethoven o immedesimarsi nella musica dei Metallica. 

'è sempre, comunque, almeno una scelta, una cosa che possiamo fare di fronte a questo sgradevole compagno di viaggio: allontanarsi immediatamente dalla situazione complicata, sia facendo una camminata sostenuta nel parco sia spostandosi in un ambiente diverso, più “areato” e distensivo … riposare, riposare e ancora riposare aiuterà i linfociti T (tipo di globuli bianchi specializzati nel riconoscimento delle cellule infettate) e B (cellule del sistema immunitario deputate alla produzione di anticorpi contro uno specifico antigene) a diventare più forti e resistenti ... prepararsi per una eventuale battaglia armati fino ai denti. Un'altra cosa da dire importante è che piangere fa bene. Le lacrime, infatti, prodotte nei momenti di dolore intenso, trasportano gli ormoni dello stress; attraverso il pianto si elimina infatti la prolattina (ormone prodotto dall'ipofisi). Sebbene non siamo abituati a piangere, magari alcuni si sentono strani o in imbarazzo, è sempre un segnale di un livello di stress eccessivo … che il secchio ormai è traboccante. 

o stress, comunque, soprattutto quello cattivo, influenza sempre negativamente la vita, le attività quotidiane, il rapporto con se stessi e gli altri; a volte ostacola persino una normale conversazione, mette sulla difensiva e rende inspiegabilmente ostili. Appare talmente spiacevole, capriccioso e distruttivo da interrompere o disattivare qualsiasi iniziativa, da demolire addirittura le cose buone costruite nel tempo, da cambiare non solo un certo modo di fare e di pensare, uno stile di vita “ben” consolidato, ma anche radere al suolo un ambiente circostante importante, annullare completamente tutto ciò che sta intorno e che potrebbe sostenere a livello relazionale nei momenti difficili. La reazione soggettiva a questo fenomeno - affrontare la situazione in modo ‘appropriato’ o mostrare sintomi preoccupanti - è sicuramente in funzione delle condizioni metaboliche vitali di base di ognuno di noi, ma dipende anche dall’interazione tra caratteristiche personali, natura dell’evento “disturbante”, da supporti solidi, sinceri e concreti di chi ci sta a fianco. RICORDA, una carezza pur lieve, ma sincera, fornisce una prospettiva, una visione nuova e rigenerante delle cose, diventa un potenziale incredibile per qualsiasi iniziativa … per affrontare con poco sforzo i cambiamenti, certe crisi e difficoltà. Bisogna tenere nella giusta considerazione, inoltre, che il nostro sistema nervoso centrale e periferico, man mano che passa il tempo, essendo più “lento”, reagisce in modo meno efficace allo stress … la chimica cerebrale diventa meno reattiva … qualcuno direbbe che comincia a “darsi una calmata” nel vero senso della parola; si inizia, allora, per alcuni, facilitati da questo cambiamento biochimico, ad essere meno dispersivi, fare delle scelte lavorative e sociali più vantaggiose, eliminare i rami secchi, scoprire nuovi interessi, trovare le vere passioni che animano e rallegrano lo spirito, creano vivacità e rendono piacevole ogni momento trascorso da soli o con gli altri … una condizione psicosomatica che mantiene viva la speranza e fa bene all'umore. 

on si può rispondere comunque a tutto questo con una espressione Mondainiana: “Uffa che barba, che noia”, ancora una volta con questo ritornello! Bisogna cominciare, invece, da subito, a fare qualcosa, riprendere in mano antichi progetti, accantonati da tempo, decidere finalmente da che parte stare, semplificare, ottimizzare, eliminare le cose superflue!!! Senza insegnare niente a nessuno, le cose che ci interessano veramente vanno realizzate, guai ignorarle, metterle sempre all'ultimo posto! E' stato ampiamente descritto dalla letteratura scientifica il legame tra stress e una serie di disturbi fisici ed emotivi. Le “uscite” dal palcoscenico della vita, ad esempio, accumulate e mal gestite nel tempo - pensionamento, isolamento sociale forzato, solitudine, perdita di prestigio professionale, sensazione di essere ripetutamente ignorati, di ricevere poca considerazione, figli che escono di casa perché ormai adulti e lutti improvvisi - influiscono pesantemente sui problemi fisici … fanno scivolare in tratti depressivi piuttosto marcati, magari senza nemmeno accorgersene

hi è smarrito e demoralizzato, avrà disperatamente bisogno di attenzione di una buona e sincera considerazione, avere ben presente un chiaro ed inequivocabile senso di identità e di far parte con un certo valore a quel gruppo sociale specifico. Spesso, non solo chi è calato in questa dimensione o ha imparato negli anni a soffocare l'aggressività, cercherà in tutti modi di sottrarsi ad ogni coinvolgimento emotivo, ma anche chi è abituato a reagire in modo eccessivo al “pericolo” avrà, purtroppo, le sue pene, non si renderà conto della tensione reale in atto, non sarà - perché sempre più tormentato e confuso - in grado di distinguere una minaccia vera da quella falsa … l'impatto oggettivo che lo stress esercita sulla sua vita; l'orgoglio, il bisogno di essere forti per compensare i “fallimenti emotivi o gli eventi sopra descritti, assieme alla difficoltà di mettere a fuoco il vero stato psicofisico, allontanano poi il soggetto dalla possibilità di prendere le dovute precauzioni, apportare cambiamenti consapevoli e veloci ai vari ostacoli e conflitti. La rabbia, inoltre, trattenuta o repressa non solo è dannosa, ma è fortemente associata ad un sentimento di impotenza e sconfitta … alla sensazione di non avere nessuna possibilità di fare qualcosa di utile e di importante per migliorare le proprie condizioni. Il tutto viene registrato, non passa mai inosservato, lascia lentamente un marchio, un segno il più delle volte indelebile


appiamo, infatti, che un'ondata violenta ed inaspettata di adrenalina, prodotta dalla tensione o da una visione distorta della situazione, aumenta la pressione, altera il ritmo cardiaco, accelera il polso, può costringere il cuore a perdere colpi e a produrre leggere aritmie; aumenta, inoltre, anche per un cattivo funzionamento della ghiandola epatica, non sempre rispettata, il colesterolo nel sangue e rende le arterie più reattive a spasmi che possono aumentare il rischio di infarto ... piccole” anomalie, impercettibili ed inevitabili direbbe qualcuno, ma a tutti coloro che sono a rischio di malattie cardiovascolari, che sono “deboli” di cuore, cosa può accadere se tale situazione fisiologica si presenta con una certa insistenza e continuità? Non bisogna mai dimenticare che lo stress - accompagnato da quella invadente, sgradevole e fastidiosa sensazione quotidiana di non essere mai all'altezza delle situazioni o di non aver nessun controllo sulle cose - può velocizzare non solo l'invecchiamento, ma anche il decadimento progressivo dell'efficienza sia sul piano fisico sia su quello psichico … una reazione mentale che può favorire una rottura, un danno anche grave nel punto più sensibile e debole del corpo. Fortunatamente, molti dei conflitti più comuni rispondono meglio a “semplici” strategie e a modesti aggiustamenti dello stile di vita. Modi di fare che, come vedremo in seguito, consentiranno di migliorare o proteggere direttamente il sistema immunitario: creare una difesa più efficace per gestire lo stress e le insolite aggressioni da parte di un ambiente “inquinato”


uando una patologia persiste o si ripresenta con una certa insistenza, è segno che qualcosa non va per il verso giusto; significa che le difese dell'organismo stanno lottando o sono in una fase di stallo: un segnale inequivocabile che dovrebbe spingere a fare qualcosa, rimuovere gli ostacoli e gli stili di vita malsani. Alcuni studi hanno dimostrato che molti stati emozionali, come ad esempio collera, rancore e una carenza affettiva lasciati fermentare dentro di noi, potrebbero pesare parecchio sul decorso di una malattia … alterare non solo alcune funzioni mentale, ma modificare chimicamente l'intera struttura fisica di un essere umano. Per farla breve, una mobilitazione eccessiva e cronica di alcuni neurotrasmettitori prodotti dallo stress, alterando alcune funzioni importanti, possono nuocere in profondità la salute; in questo modo si compromettono le difese immunitarie, si altera l'apparato cardiocircolatorio e si aumentano in modo esagerato i radicali liberi (si abbassano maniera considerevole i linfociti B e T). Quindi, un'improvvisa perdita di autostima e di valore non solo hanno un impatto profondo sulla qualità della vita, ma anche il sistema ormonale sarà ridotto, funzionerà a tratti, mai con la velocità voluta e nel modo efficiente desiderato.


lcuni individui, proprio per i loro tratti personali - sempre unici ed originali - sono più resistenti allo stress di altri e si riprendono dopo qualche momento difficile velocemente, come se nulla fosse accaduto, anche diverse volte. Altri, invece, più vulnerabili e sensibili, percepiscono in modo minaccioso e poco rassicurante anche piccole ed insignificanti “variazioni” legate a qualcosa di comune, prestabilito o consueto … alla normale routine quotidiana. Maturando la convinzione di non avere valore e di non essere abbastanza forti per affrontare la vita così come si presenta, anche nella sua forma più scorrevole possibile, rimangono completamente paralizzati di fronte a piccoli cambiamenti; si sottovalutano e rimangono “impantanati” in situazioni banali, superficiali o di basso impatto conflittuale. La personalità svolge sempre un ruolo fondamentale in qualsiasi processo adattivo. Risulta facile intuire, quindi, che un individuo ansioso, un soggetto pronto sempre a criticare, a drammatizzare ogni cosa o magari un impulsivo che si altera per un nonnulla, alla minima e banale frustrazione, siano persone poco adatte a gestire una vicenda quotidiana diversa dal solito, di proporzioni spesso ridotte, a volte persino “ridicole”. E’ anche vero però che alcuni eventi stressanti creano difficoltà maggiori di altri. Spesso la gravità dello stress, la sua imprevedibilità e durata, la convinzione di non saperlo gestire, condizionano la capacità del soggetto di superare facilmente un momento complicato e “difficile”



a convinzione realistica di gestire la situazione e la presenza di un adeguato supporto ambientale hanno sempre un ruolo determinante nella soluzione “vittoriosa” o nell'uscita da qualsiasi situazione ordinaria; fare parte di una vasta rete sociale di amici, familiari e colleghi “comprensivi” può essere di grande aiuto per affrontare stati emotivi importanti e prolungati, rendere più scorrevoli i rapporti umani difficili, soprattutto per chi accetta benevolmente l’aiuto degli altri in caso di necessità (ovviamente senza consegnare ad altri le chiavi di casa per la gestione della propria vita). Lo stesso evento stressogeno può avere effetti molto disparati su persone diverse, a seconda di come viene percepito, affrontato e vissuto. Certe persone, bravissime nel gestire ogni tipo di relazione complicata e questioni lavorative di rilievo, sono messe in grave crisi dalla fine di una banale relazione sentimentale, ad altre invece accade completamente il contrario. Chi non è particolarmente contento del lavoro, ma non è abbastanza motivato a cambiarlo, reagirà di fronte ad una sospensione temporanea (calo della produzione, cassa integrazione), in modo meno drammatico, diversamente comunque da chi è costretto a rinunciare a un’attività che rappresenta la massima aspirazione della sua vita; per gli ossessivi – compulsivi, infatti, perdere il lavoro, a differenza di altri quadri clinici, tale cambiamento risulta devastante, fa crollare completamente ogni “difesa”, il senso di sicurezza, autostima e fiducia nella vita. Le persone affrontano meglio lo stress se hanno già vissuto in precedenza esperienze analoghe. 


l grado di controllo sulla situazione è un altro fattore determinante: è più facile accettare un divorzio a lungo ponderato e desiderato, soprattutto per chi ha preso parte alla decisione, alla soluzione di qualche conflittoavuto un ruolo dominante nella gestione della separazione. A volte un evento stressante può essere quella famosa “goccia che fa traboccare il vaso”; una persona che ha affrontato tante difficoltà e vive perennemente disagi di ogni tipo, che tiene duro, sempre rigido ed inflessibile su ogni cosa, sempre in bilico a livello emotivo, può crollare in occasione di una lite banale con il partner, a seguito di un normale controllo fiscale o di un semplice conflitto con un collega di lavoro. Lo stress da cui può avere origine un disturbo dell’adattamento può essere conseguenza di un fatto acuto o di un problema cronico che getta un’ombra sull’esistenza per molti anniIl licenziamento, l’inizio o la fine della scuola, il fidanzamento, una delusione d’amore possono diventare fenomeni “acuti”. Quando il fattore stressogeno è così insistente e preciso, esiste un limite temporale di qualche mese oltre il quale, se i sintomi persistono, difficilmente sono riconducibili a quell’evento. Se una persona è ancora molto depressa due anni dopo la fine di un rapporto affettivo, è poco probabile che la rottura di quel legame sia stata causata dalla “depressione reattiva”, mentre è possibile che ci sia un disagio emotivo concomitante, per esempio un tratto “borderline” ben radicato. A volte è davvero difficile delimitare uno “sforzo”, dire quando termina un evento stressante; fattori stressogeni persistenti sono gli abusi fisici e psicologici perpetrati regolarmente da un partner violento, un lavoro poco gratificante, rapporti affettivi al capolinea e malattie cronicheAlcuni eventi stressanti, pur essendo limitati nel tempo, hanno ripercussioni durature; ne sono esempi le privazioni sensoriali, le difficoltà economiche, lo stato relazionale che segue un divorzio o la perdita di lavoro. Lo sappiamo, nessuno sfugge allo stress, perché tale fenomeno fa parte della vita. Può essere “positivo” quando l'energia promuove o stimola una buona intelligenza, crea un pensiero creativo, ma diventa nocivo quando esaurisce completamente ed inutilmente le nostre preziose risorse psicofisiche. L'esperienza accumulata, inoltre, permetterà di individuare o meglio scegliere i comportamenti più adeguati alle situazioni in atto. Questo discernimento, se lucido, conserva un buon serbatoio di energia grazie a scelte mirate e strategie più efficaci … meno polverone si solleva, più si ha la capacità - non disperdendo energie inutilmente - di gestire bene lo stress. La vita difficilmente è un corso d'acqua calmo, sereno e tranquillo: le occasioni di stress sono infinite; nessuno è immune ad alcuni malesseri e timori vari come ad esempio malattie, conflitti lavorativi, lutti e separazioni … stati emotivi che non mancano quasi mai nella vita di ciascuno di noi


el quotidiano, comunque, lo sappiamo da tempo, ci sono cose che non possiamo controllare completamente, ma anche tante altre situazioni che possiamo tenere d'occhio, sotto controllo, o gestirle in maniera sapiente e vincente con un approccio curioso, deciso, determinante e soprattutto con quella voglia di prendere in mano la nostra salute; un atteggiamento utile non solo per avere consapevolezza delle nostre responsabilità, scoprire tutti i misteri racchiusi nel nostro meraviglioso corpo, ma anche conoscere finalmente la magia dei rapporti interpersonali, essere parte attiva in quel fantastico e magico mondo chiamato vitala salute, comunque, al di là dei vari aiuti esterni, è e deve restare sempre nelle nostre mani. Rispettarsi o volersi bene non significa certo dire di esporsi a egoismi, a un fare saccente o corrispondere a un personaggio stravagante, ma è l'inizio di un profondo rispetto e amore verso e oltre se stessi. Solo in questo modo si ha il potere di rendere il proprio involucro più forte, combattivo e giovanile. Non lasciamo mai che lo stress ci divori lentamente come un avvoltoio, “dentro” e “fuori”. Tutti noi abbiamo una personalità e un carattere ben precisi, e il modo in cui li esprimiamo non viene determinato alla nascita; i tratti di personalità li sviluppiamo nel tempo, attraverso una potente spinta evolutiva, tra incontri e scontri, gioie e dispiaceri, vittorie e sconfitte … un continuo alternarsi di piacere e dolore. Non possiamo rimanere vincolati a questi “atteggiamenti” accumulati nel tempo per sempre, ma possiamo renderli unici, trasformarli secondo i nostri reali desideri e bisogni attuali … utilizziamoli per acquisire una chiara visione della nostra vera identità, per migliorare i rapporti con noi stessi e gli altri, per trasformare finalmente le nostre limitazioni in preziosi punti forza. Uno nella vita può fare quello che vuole, ma chi è distratto o ignora i principi di una esistenza il più possibile “sana” e “spontanea”, prima o poi dovrà fare i conti con il mondo interno ed esterno, scontrarsi con la realtà ... quanto prima, pagherà “dazio” con tutti gli interessi!!!


iamo invece in presenza di un disturbo dell’adattamento cronico quando la reazione disadattiva nei confronti di una situazione di stress è persistente, dura da lungo tempo e la persona non sviluppa una sintomatologia conclamata compatibile con un altro disagio emotivo: disturbo nevrotico o psicoticoQuando queste reazioni sfuggono al controllo siamo in presenza di un disturbo post – traumatico da stress (PTSD). Si tratta di una forma grave e cronica di quella che all’origine era una funzionale reazione di adattamento messa in atto per gestire o evitare il pericolo. Ricordare poi l’evento rischioso non ha più il significato di un utile avvertimento, ma diventa un elemento disturbante e, soprattutto, onnipresente, ossessivo … un tarlo che, inesorabilmente, scava in profondità. In ogni situazione, quello che creava fiducia si trasforma, improvvisamente, in una potenziale minaccia. E’ a questo punto che l’organismo si mobilita, con tutte le sue risorse energetiche, alla ricerca di nuove condizioni di equilibrio. Lo stress non solo è capace di influenzare lo stato psicologico di chiunque, ma può anche minare completamente il metabolismo, tutto il corpo in ogni suo punto più delicato: nuoce alla salute ed è potenzialmente, per alcuni studiosi, all’origine di ‘tutte’ le malattie … con pessime “barricate” il nemico può entrare più facilmente nel “castello”, senza nemmeno combattere! Alcune attendibili ricerche scientifiche affermano che, abbassando le difese immunitarie, può scatenare persino il cancro o essere più esposti a varie patologie anche serie … il disagio interiore manda silenziosamente e lentamente in frantumi le difese, la centralina dei comandi superiori. Se il processo ormonale va in tilt significa che l’orologio biologico interno si è inceppato e che qualcosa, nel nostro modo di vivere, provoca tensione e mette a rischio il nostro equilibrio fisico e mentale. 


o stress comunque non dipende sempre dal troppo lavoro, dalle tasse da pagare, dai figli, dai ritmi frenetici, dalla comunicazione difficile, ma fa la sua comparsa e diventa pericoloso quando facciamo cose che non ci interessano più, siamo lontani mille miglia dai nostri reali obiettivi, inseguiamo una vita diversa da quello che si desidera veramente, non siamo più protagonisti della nostra vita e nemmeno padroni in casa nostra; siamo in compagnia di un'esistenza colma di atteggiamenti sbagliati, fatta di gesti distratti, più vuoti del solito, caratterizzata da sforzi inutili ed eccessivo perfezionismo … tutte cose che non danno felicità ma, lentamente, ci allontanano da un vivere sereno e tranquillo … le luci colorate si spengono, cala il sipario su ogni iniziativa, lo spettacolo della vita con tutte le sue bellezze si oscura, si interrompe improvvisamente ... tutto si ferma!!! Le reazioni più comuni in caso di stress sono accompagnate da depressione, ansia, manifestazioni di sintomi fisici fastidiosi, modificazioni del comportamento o da una combinazione di tutti questi elementi. Come è stato più volte sottolineato, inoltre, molti sono i guai che lo stress può provocare a livello fisico e, quindi, vere e proprie “disfunzioni” organiche sono associate a tale fenomeno. Il rischio di somatizzare è davvero alto per una struttura psicosomatica debilitata, completamente in avaria e, quindi, i seguenti distretti corporei diventano vulnerabili, facile bersaglio di un blackout generale:

al di testa

Perché. Si blocca una testa che “pensa troppo” … tiene sotto controllo un mondo emotivo irrequieto, impaziente, che vorrebbe esprimersi, ritornare ad essere parte attiva, protagonista, prima donna e non più comparsa ... preme per uscire da un “ambiente” freddo e tossico, pieno di cianfrusaglie inutili (iperattività di pensiero) … segnala timori, paura e terrore di non riuscire a controllare una certa situazione;

nfarto e ipertensione

Perché. Altera la circolazione arteriosa; un continuo stato di allerta sia a livello emotivo sia a livello fisico per tenere sotto controllo un mondo considerato pericoloso … un ritmo di vita agitato, davvero frenetico.

al di stomaco

Perché. Difficoltà di accettare e “digerire” certe cose, situazioni e persone (vedasi l'esempio della cena al ristorante) … difficoltà ad adattarsi, resistere, opporsi al nuovo, al cambiamento, alle idee … senso di colpa perché si teme di aver creato una situazione ingiusta.

olite

Perché. Sensibilità alla contrarietà, alle critiche e al rifiuto da parte di altri … incapacità di trattenere e 'assorbire' le cose positive … confronti che creano insicurezza … le contrarietà sono difficili da “digerire” …sempre  alle prese con un senso di rinuncia, oppressione e di disfatta.

al di schiena

Perché. E' la struttura portante,  di sostegno e di supporto che segnala come affrontiamo la vita, in che modo facciamo fronte alle avversità … la schiena si blocca quando il peso della vita diventa difficile da sostenere … diventa complicato farsi carico delle responsabilità, troppo impegnativo far fronte alle traversie della vita.

nsonnia

Perché. Non lasciarsi andare, non riuscire a staccare dal quotidiano, dai pensieri che ronzano continuamente in testa … tensione,  senso di colpa radicato in profondità … non sentirsi mai a “posto”. Non essere felici: necessita' di cambiare qualcosa di importante e, soprattutto, di sciogliere il CONTROLLO psicofisico. Una vita stressata, un problema che non si riesce a risolvere. Una routine quotidiana insulsa, sempre uguale e banale. Difficoltà di abbandonare la giornata appena trascorsa. Soffocare o sopportare aspetti importanti del quotidiano.


a reazione a fattori ansiogeni varia comunque a seconda dell'età e in funzione della personalità dei diversi soggetti. A incidere sono le esperienze vissute, alcuni elementi ereditari, lo stato di salute, le relazioni sociali, l’ambiente facile o difficile di cui si dispone … ozio e pigrizia possono peggiorare la situazione. Questo fenomeno, in alcuni casi, porta ad uno stato di profonda sofferenza psicologica. Tale malessere, se non “curato” in modo adeguato e con mezzi appropriati, può compromettere le capacità lavorative, i rapporti sociali, l’efficienza, la creatività e avere effetti negativi sulle possibilità di una brillante carriera … decide sempre per noi. In ogni caso quando l’ansia e lo stress prendono il sopravvento, il lavoro - anziché arricchire, rendere autonomi e far evolvere serenamente - perde la sua positività e si trasforma in un peso esistenziale che non solo opprime, ma uccide ogni speranza. No resistere, lottare e sforzarsi all’inverosimile per superare la crisi. Al posto di arrabbiarsi, per trovare una soluzione a problemi quasi irrisolvibili, è importante “fermarsi” e riflettere sul da farsi, magari cercare di lasciare in sospeso il problema, dedicandosi a qualcosa d’altro davvero più interessante, stimolante e che fa star bene. 

sempre possibile comunque imbrigliare il “nemico”, adattarsi facilmente con poca fatica alle nuove situazioni: tener testa ai suoi cambiamenti improvvisi. Evitare che prenda - con le mosse giuste - il sopravvento e il controllo del potere decisionale; mettere definitivamente al tappeto questo scomodo compagno di viaggio che, quando si mette di traverso, tende non solo ad immobilizzare i rapporti, ma compromette anche ogni cosa vitale, valori e futuro: felicità compresa; annulla la capacità di scegliere e, soprattutto, di decidere ... allontana dalla possibilità di cogliere le vere opportunità della vita! Meglio correre subito ai ripari, prevenire situazioni di rischio evitando di giungere ai limiti della tensione, arrivare allo sfinimento … alla rottura, dichiarare guerra al mondo intero. In ogni caso, anche quando il disturbo ha fatto la sua comparsa, esistono sempre valide terapie che, realizzate con costanza, continuità ed impegno, consentono nell'ipotesi migliore di tornare alla normalità. La risposta, quindi, a “cosa fare”, cosa possiamo fare, al di là delle varie strategie adottate, messe in atto con attenzione e buoni propositi, appare più che ovvia: “rallentare”, cambiare se possibile rotta e concedersi una piccola “pausa” salutare ... riflettere, prendere le distanze da quello che non interessa. Ciò che è quindi importante fare innanzi tutto è rieducarci gradualmente alla distensione psicofisica. Stabilire i momenti dedicati al riposo e quelli dedicati all’azione, imparare a “staccare” con delle piccole pause di svago, concederci dei momenti di calma, di serena tranquillità; questo atteggiamento, però, deve divenire un modus operandi continuativo, mai episodico; i parametri metabolici raggiunti - attraverso precise metodiche terapeutiche - devono diventare permanenti in modo tale che siano in grado di affrontare le burrasche biochimiche improvvise prodotte dallo “sforzo”, tenere in equilibrio sia il corpo sia la mente anche nei momenti più insidiosi e difficili; un corpo, quindi in forma e in buona salute che non sarà più colto alla sprovvista, di sorpresa, ma che sarà in grado di far fronte e gestire ogni situazione complicata, senza lasciarsi sconvolgere o sopraffare anche nei momenti più disperati. 


n questo stato di benessere psicofisico posso dire finalmente che, quel nemico minaccioso, non è più in grado di smantellare bruscamente le mie certezze e corrodere le mie sicurezze … posso affermare con saldo convincimento che “quella singolare circostanza, finalmente, non mi ha 'affondato', sconvolto completamente, ma solo 'sfiorato', sono rimasto in piedi, pronto di nuovo a combattere con tante risorse” ... il mio organismo, non essendo sfinito, è di nuovo pronto a ricaricarsi velocemente, far fronte e neutralizzare nuovi attacchi, distribuire ancora tanta e tanta energia! Deve diventare la parola d’ordine di un processo educativo, o meglio rieducativo, che ci porti con una certa solerzia, a “neutralizzare” i pensieri spazzatura e, soprattutto, a riequilibrare quei meccanismi destabilizzanti responsabili della tensione muscolare, fino a raggiungere una corretta tranquillità psicofisica. Anche se ci sono tantissime strategie utili per ridurre i fattori di rischio che conducono allo stress, il programma terapeutico - proprio per evitare di appesantire ulteriormente il carico psicosomatico - deve sempre basarsi su semplici regole comportamentali, una corretta attività ginnica (movimento senza sforzo), uno stile di vita libero, naturale, idoneo e vantaggioso per conservare e contenere al massimo tutte le risorse energetiche. Spesso, però, per molti, attivare certe metodiche terapeutiche, anche le più semplici, può diventare un problema in quanto si vorrebbe bruciare di colpo le tappe richieste dal protocollo di intervento, eliminare immediatamente quel fastidioso stato ansiogeno, migliorare le cose velocemente senza portare un minimo cambiamento al proprio modo di fare. Le situazioni stressanti, lo sappiamo da tempo, determinano nell’organismo un accumulo di energie che vengono predisposte e attivate per rispondere nel modo più efficace a una situazione giudicata di pericolo o di minaccia reale o immaginaria. Quando però non è possibile reagire immediatamente e utilizzare questa carica energetica (ad esempio perché quello che possiamo definire "aggressore" è un superiore, un cliente, rappresenta un importante affetto o magari una situazione solo pensata) nell’organismo si accumulano tensioni, reazioni biochimiche che se non eliminate lo aggrediscono nei punti più deboli. 


er una persona sarà lo stomaco, per un’altra ancora sarà il cuore oppure per alcuni la pelle (vedasi dermatiti, acne vulgaris, orticaria, infiammazioni, gonfiori). Benché lo stress, in eccesso, sia il principale responsabile di tutti i nostri “guai”, in ognuno di noi le modalità espressive, la scelta del linguaggio, del sintomo, restano sempre un incognita … un percorso spesso senza bussola che parla delle nostre emozioni, del nostro modo di comprendere e affrontare il mondo. Di fronte al medesimo conflitto ogni individuo, infatti, reagirà secondo il suo singolare stile di vita, risponderà sempre in modo sorprendentemente originale. Essendo il vissuto di ciascuno di noi diverso, la soluzione ai singoli problemi dovrà essere, quindi, rigorosamente personalizzata. I gesti poi fatti per inerzia, per soddisfare o compiacere gli altri, per “tamponare” cose di cui non siamo assolutamente responsabili, causano stress cattivo e, soprattutto, sono sempre insidiosi e difficili da mettere a fuoco … da smascherare, identificare, stabilire un legame fra più elementi responsabili. La soluzione che dobbiamo mettere in atto quando abbiamo a che fare con il “mostro”, quindi, appare più che evidente, non deve mai essere una fuga, ma la giusta attività! Se soffri non rimandare, non rinviare un affettuoso e genuino sostegno: l’aiuto deve essere chiesto al momento giusto, quando serve realmente! … altrimenti puoi cronicizzare e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari. 


ICORDA, tale richiesta non è mai un gesto di debolezza, ma di grande forza e coraggio. Il cambiamento lo sappiamo, richiede adattamento, impegno, tempo, costanza e fa percepire la realtà a volte diversa di come la si pensava ma, soprattutto, rende momentaneamente inquieti perché si è abituati a vivere in maniera "diversa", a volte sottotono o, in casi gravi, in forma poco equilibrata e, quindi, essendo abituati a funzionare in un certo modo, anche se a velocità ridotta, i cambiamenti possono al momento confondere, impressionare, disorientare, se non allarmare. Queste stranezze, timori e difficoltà legati al cambiamento richiedono un “onesto” e sano allenamento, non bisogna mai biasimarsi perché anche nel nuovo viene richiesto un certo grado di adattamento; ogni cambiamento iniziale porta sempre squilibrio, un nuovo assestamento in qualsiasi settore della vita: sociale, lavorativo, culturale e affettivo. Man mano che passa il tempo l’individuo, sperimentando alcune metodiche terapeutiche sempre più vantaggiose e armoniose per l’unità psicosomatica, potrà appropriarsi di vigore, energia, sicurezza, spontaneità e autonomia davvero interessante finalmente è possibile scordare un passato “imperfetto” e tormentato, abbandonare le abitudini negative che consumano inutilmente energia … lasciare alle spalle tutte quelle cose che intralciano, non contano più e soprattutto chiudere definitivamente con i pensieri vampiro che sfibrano, tolgono forza e spezzano la vita. Rispettare il ritmo sonno – veglia, inoltre, è decisamente un’ottima prevenzione dello stress: risulta più facile adattarsi alle situazioni quando si è più lucidi, energici e riposati.


o stress si insinua più facilmente quando si è sfiniti, non si è in grado di individuare le priorità e si agisce in condizione di urgenza. Il successo dipende sempre da cosa realmente, portiamo a letto, vogliamo fare, mettere in campo: desiderio, impegno e dai mezzi che forniamo a noi stessi. Dobbiamo sempre prendere delle posizioni, decidere noi, perché non esistono in nessun campo rimedi miracolosi … soprattutto se offerti da altri che non ci “conoscono” a fondo. Tale processo all'inizio richiederà un po' di tempo, a volte qualche giorno ad alcune persone, diversi mesi ad altri per chi soffre di disturbi più seri. Non ci resta che mettere in pratica alcuni buoni propositi, per esempio mangiare le cose giuste, una buona igiene di vita associata a qualche regola di respirazione e di rilassamento: a volte basta davvero poco per essere in forma e dormire bene.


n buon sonno notturno, oltre ad essere il più prezioso dei piaceri naturali che la vita ci possa offrire, è fondamentale ed indispensabile per il nostro equilibrio psicofisico. Non a caso, nei tempi antichi, la deprivazione sensoriale del sonno veniva inflitta come sottile e raffinata tortura sui prigionieri. Mentre dormiamo, nel nostro corpo si svolgono i più svariati processi chimici ed ormonali. Tali cambiamenti chimici hanno a che fare, soprattutto, con il riequilibrio e il recupero delle funzioni corporee. Quando dormiamo, il corpo riposa e riacquista freschezza ... se il sonno è di buona qualità ci si ricarica e la stanchezza, come d'incanto, scompare. Ma a cosa serve realmente il sonno? Che cos’è il sonno? Che cosa controlla questo ciclo universale che è così naturale come il fatto che la notte segue il giorno? Perché una persona dorme come un “ghiro” mentre un'altra fa a pugni con il cuscino fino al mattino, si gira nel letto per tutta la notte? Le domande ovviamente sono tante. Sembrano tutte domande scontate, banali, sciocche, inutili, eppure una risposta chiara, univoca e scientifica ancora non c’è. Il sonno è anche correlato all’età, si sa che un anziano dorme meno di un giovane e che il bambino ha bisogno di molto più sonno di un adulto, per non parlare poi dei neonati che, per un certo tempo, trascorrono la loro esistenza alternando al sonno solo il breve tempo del pasto. Ma di quante ore di sonno, in realtà, abbiamo bisogno? 

a quantità di sonno necessaria varia enormemente da individuo ad individuo. In alcune culture pare sia diffusa la credenza che otto ore siano la norma, ma è abbastanza facile trovare accezioni positive del “non dormire”, quasi che dedicare alla veglia quanto più tempo possibile e, soprattutto, farlo fruttare in senso produttivo rappresenti una nota di merito mentre, allo stesso tempo, lasciare spazio al mondo onirico viene considerato quasi una perdita di tempo, se non una cattiva abitudine … non si dice forse “Nam qui dormiunt libenter, sine lucro et cum malo quiescunt”: “Chi volentieri sta in letto, ci sta senza guadagno e con suo scapito” (Chi dorme non piglia pesci: ovvero, dico io, se non si è attivi e non ci si impegna a fare qualcosa è impossibile riuscire ad ottenere discreti risultati). La difficoltà di dormire è uno dei disturbi più diffusi del mondo moderno. Una vita senza un sonno adeguato può sfuggire al controllo per l’insorgere di instabilità emozionale, sintomi debilitanti, menomazione del giudizio, indebolimento delle idee e delle motivazioni … porta a un deterioramento progressivo delle funzioni mentali, a importanti disturbi cognitivi (attenzione, memoria, percezione, ragionamento). Il sonno è legato a ogni aspetto della vita quotidiana. Influenza la salute, il benessere in generale, l’umore e il comportamento, l’energia e le emozioni, la vita matrimoniale e il lavoro ... la felicità! Tutti noi dedichiamo al sonno, ogni notte, buona parte della nostra vita (circa un terzo della vita dell’uomo viene trascorso dormendo), eppure la maggior parte di noi ne sa pochissimo.

n passato si pensava al sonno solo come un recupero energetico, a un periodo di quiete e di inattività. Ma durante il sonno si verificano molte “reazioni” fisiologiche complesse, sia nel cervello sia in tutto il corpo. Il sonno, infatti, non blocca le reazioni chimiche e, soprattutto, non spegne la produzione dei vari ormoni del nostro corpo; in realtà, alcuni di essi sono più attivi durante il sonno che durante la veglia: alcuni disturbi clinici si verificano soltanto durante il sonno e scompaiono quando ci si sveglia (apnea, terrori notturni, sonnambulismo, polluzioni). Qualunque sia la causa dell’insonnia, escludendo ovviamente un danno organico, il fatto di non riuscire a dormire è quasi sempre un sintomo di una mancanza di armonia nella vita quotidiana. Questa disarmonia può essere mentale, emotiva, fisica o ambientale, oppure può essere il risultato di una o più combinazione di questi fattori: cattive abitudini alimentari, mancanza di attività fisica, stress, ansia, depressione. L’ansia determina nella persona uno stato di allarme e di tensione, una singolare attivazione somatica che si accompagna ad ipervigilanza ed iperattività, rendendo difficile l’addormentamento. Negli individui ansiosi può essere causa di un accumulo di “debito di sonno”, senza la possibilità di soddisfarlo, nonostante che il soggetto - se giovane - avverta la necessità di dormire durante il giorno. La difficoltà di addormentamento è responsabile, molto spesso, della messa in atto di vari comportamenti il cui scopo è di tentare di superare il problema insonnia (mangiare, guardare spettacoli che anziché favorire un buon rilassamento agitano ancora di più, ginnastica intensa, bere alcolici). In realtà, il significato di questi tentativi è quello di distrarsi per evitare di cadere nella paura di non addormentarsi. L’esito di essi, generalmente fallimentare, oltre a scoraggiare, porta il soggetto a sviluppare sintomi di ansia anticipatoria che tendono ad aumentare tale sindrome piuttosto allarmante e fastidiosa. Alcuni addirittura hanno scritto che l’insonnia è un disagio inevitabile ed appartenente a questo periodo storico, alla civiltà, frutto cioè di quei fattori che tengono “allerta”, su di giri l’uomo: stress, inquinamento sonoro, violenza, traffico. Tutto ciò creerebbe una situazione ansiogena in cui l’individuo sarebbe incapace di “lasciarsi andare”

er addormentarsi, infatti, un individuo dovrebbe “staccare” la sua attenzione cosciente dall’ambiente circostante, smettere di pensare alle cose della giornata e spontaneamente sviluppare una distensione psicofisica. E’ evidente, pertanto, che di qualsiasi cosa si tratti, deve essere affrontata durante il giorno, perché nel momento in cui ci si appresta a dormire è già troppo tardi per trovare qualche “soluzione”. L’insonne, frequentemente, ha atteggiamenti psicofisici che danno ragione delle sue difficoltà a incontrare il sonno, la notte e la passività. Cerca in qualche modo di controllare ogni cosa, lotta per non lasciarsi sopraffare da qualche evento temuto o, magari, desiderato. Infatti, non appena ci si addormenta si perde il controllo, scompaiono le difese e, quindi, si teme il proprio vissuto emotivo, quello che “fermenta” dentro di noi: “l’ignoto” e il “buio”. Questo porta a cercare di “prolungare” la veglia per far fronte a quella insoddisfazione presente nella propria vita attiva. L’insonnia, quando è protratta nel tempo, raramente rappresenta un malessere specifico: esprime un disagio generale dell’individuo e può essere un’avvisaglia di un disturbo molto più delicato e profondo. L’insonnia, quando le cause non sono di natura organica, può esprimersi in vari modi: con disturbi della fase di addormentamento (difficoltà di addormentarsi), con numerosi e protratti risvegli notturni (risvegli a tutte le ore) oppure con anticipazione del risveglio (risveglio precoce).


Vediamo, di seguito, i vari tipi di insonnia più comuni:
La difficoltà di addormentarsi

uesta modalità è solitamente collegabile ad uno stato d’animo ansioso, il più delle volte inconsapevole, in previsione di un impegno complesso da affrontare, di un possibile pericolo, reale o immaginario. La “minaccia”, molto spesso, consiste solo nel timore di “lasciarsi andare” al sonno e all’incoscienza: di perdere il controllo vigile, terrore di rinunciare, in breve, alla gestione delle attività razionali riscontrabili nel quotidiano ... di essere in balia del mondo notturno (non è mai possibile sapere in anticipo e con certezza cosa si incontra nell’addormentarsi: incubi, immagini terrificanti, angoscia). Non a caso, nell’antica mitologia greca, il sonno veniva definito fratello della morte. Questo indica che nel sonno la nostra personalità, il nostro sé (identità) si dissolvono come se durante tale attività non esistesse coscienza di controllo … il potere di opporsi a qualcosa! In chiave simbolica, la perdita di coscienza viene vissuta e collegata all’impossibilità di muoversi, di agire, di decidere … di difendersi. Sono persone che trovano intollerabile non poter conoscere, osservare, gestire e, soprattutto, controllare tutto ciò che accade attorno a loro. Trovano molto difficile accettare situazioni che esulano da quanto è noto e segue una logica razionale: si rifiuta ciò che è riconducibile alla sfera dell’istintualità e dell’intuizione. Nella vita diurna essi hanno, ad esempio, un atteggiamento di generale diffidenza verso gli altri e difficoltà ad essere spontanei e lasciarsi andare. Frequentemente questa particolare tipologia di insonnia si accompagna a disturbi fisici quali: cefalea, ipertensione, frigidità, vaginismo, eiaculazione precoce.


Nei risvegli a tutte le ore


ualcosa ha turbato lo svolgersi regolare del sonno. Questa modalità con cui l’insonnia si manifesta, indica la difficoltà, il timore, la resistenza ad incontrare alcune aree significative della propria personalità che hanno a che fare con il territorio del mistero, con quel mondo interiore tenebroso, completamente sconosciuto (l’inconscio) e, soprattutto, con gli istinti. La parte percepita come “pericolosa” viene accuratamente evitata svegliando l’individuo ogni volta che un contenuto inconscio tenta di emergere allo stato cosciente, esprimersi, di manifestarsi nella sfera del conscio (ad esempio, attraverso i sogni), rischiando di mettere in crisi il proprio stile di vita, il proprio modo di pensare, di “essere tutti d’un pezzo” … minare e mettere in pericolo il proprio valore morale. L’irruzione di uno stato di vigilanza al mondo notturno - popolato da immagini e situazioni inaccettabili nella realtà (istinti aggressivi e sessuali) - rappresenta, spesso, una modalità per essere al sicuro, tenere il tutto a “debita distanza”. Questa necessità di allontanare il proprio mondo sommerso, interrompendo il riposo, scaturisce dal fatto che durante il sonno in noi diminuiscono o sono meno attivi i meccanismi di difesa razionali presenti durante la veglia. Siamo dunque un po’ più fragili, meno preparati ad accogliere ed elaborare quanto viene proposto e offerto dal nostro inconsciodal nostro mondo istintuale ed emotivo. Il distacco da questi contenuti emotivi, da queste tematiche soggettive profonde può, purtroppo, portare ad una insoddisfazione generale, mancanza di entusiasmo e rigidità nei rapporti interpersonali.

Il risveglio precoce

a tendenza al risveglio anticipato, prima del suono della sveglia, richiama molto spesso uno stato d’animo depressivo, in cui sono evidenti segni di profonda tristezza, di rinuncia e di privazione. Quando questa esperienza ci affligge tutte le mattine, significa che siamo incapaci di toglierci dalla mente impegni, timori e problemi quotidiani. In chiave simbolica potrebbe richiamare la paura di cambiare. Infatti, se riflettiamo su alcuni modi di dire, non è poi così fantasiosa questa interpretazione: “Un buon sonno mi fa rinascere”, “Dopo un buon sonno ti svegli che sei completamente un altro”, “Dopo aver dormito ci si sveglia rigenerati”. Quindi, se sarò rigenerato, diverso, sarò in grado, saprò affrontare le problematiche quotidiane in maniera differente? Una delle più importanti intuizioni recenti della psicosomatica è quella secondo la quale non è solo lo stress o il troppo lavoro (troppi impegni) a darci problemi, quanto piuttosto trovarci in una situazione sulla quale non esercitiamo alcun controllo. Sono la frustrazione, l’ansia e la tensione dovute all’impossibilità di fare qualcosa per una certa situazione che devono essere modificate. Le persone che non riescono a dormire in genere hanno problemi familiari o professionali sui quali sentono di non avere controllo. Ma spesso esiste un modo di risolvere quei problemi, se soltanto ci si dà il tempo per ragionare e rifletterci logicamente. Al di la delle varie interpretazioni, una cosa è certa: dormire è vivere, e un buon sonno è semplicemente vita. 

Lo sport, inoltre, non è una moda e non deve assolutamente essere uno sforzo, il troppo se continuato - alcuni studi lo confermano - può diminuire la densità ossea … guai al superallenamento, soprattutto per chi ha una certa età!!! L’esercizio fisico, realizzato con moderazione, oltre a produrre le famose endorfine, che agiscono positivamente sull’umore e aiutano a mantenersi in forma, è fondamentale per distendersi ed eliminare in profondità le tensioni muscolari. Attenzione al soprappeso che aiuta sempre a coprire altri stati emozionali. Non esiste una dieta antistress, ma una alimentazione sana e corretta ... indispensabile per una buona qualità di vita. Una corretta e sana alimentazione, in grado di fornire le quantità appropriate di vitamine e minerali all’organismo, è sicuramente un buon inizio, le fondamenta, la base per raggiungere un buon equilibrio e una discreta salute sia fisica sia mentale. Una corretta alimentazione a base di triptofano - precursore della serotonina - è sicuramente importante per contrastare efficacemente stati emozionali non significativi ma altrettanto fastidiosi. Mantenersi in forma è quindi anche una questione di tempo, metodi e regole. Il rilassamento inoltre è utile per calmare mente e corpo. Attraverso tale metodica è infatti possibile coniugare la concentrazione mentale con la distensione muscolare. Lo stress si riflette regolarmente in un eccesso di tensione dei muscoli del collo e delle spalle e, quindi, in tremori, rigidità, cefalea e ulteriori dolori muscolari - articolari. Spesso è un fattore precipitante nei malesseri ricorrenti, perché rende deboli e crea squilibrio cellulare. Per interrompere questo circolo vizioso è utile praticare delicatamente, quando ci si sente particolarmente tesi, un buon massaggio psicosomatico per sciogliere la contrazione e bloccarla ancora prima che inizi. 

Le tecniche di rilassamento sono davvero importanti e soprattutto indicate per: favorire il sonno, attenuare la tensione e l’ansia, rasserenare, migliorare la circolazione, le capacità cognitive e fisiche ... è comunque senza effetti collaterali (la cosa più grave che può succedere è quella di rilassarsi!); è in grado di portare equilibrio biochimico all’intera unità psicosomatica, combatte la stanchezza e favorisce la concentrazione. Un buon aiuto, anche se non è facile orientarsi tra tante scuole di pensiero, metodiche terapeutiche e altrettanti birbaccioni pronti a pensare esclusivamente alle loro tasche, può venire dall’utilizzo di alcuni importanti prodotti antistress come oligoterapia, fitoterapia, omeopatia, moxa. ATTENZIONE, alle allettanti offerte che vantano guarigioni straordinarie in un solo incontro o di tecniche miracolose nei media … il birbone si nasconde ovunque! Non è un insistente ritornello per la vendita di una batteria di pentole, ma se soffri non rimandare, non rinviare un affettuoso, sincero e genuino sostegno: l'aiuto deve essere chiesto al momento giusto, quando serve realmente! … altrimenti puoi cronicizzare, soffrire inutilmente in silenzio, ogni pena dell'inferno da solo. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di dire basta, farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari … non è mai un gesto di debolezza ma di grande forza!!! Alla larga di chi dice … fatti coraggio … tanto prima o poi tutto passerà! Sappiamo da tempo che contro la "biochimica" cerebrale la forza di volontà non ha alcuna presa anzi, se si caricano eccessivamente i “piani alti” di tarli mentali o cianfrusaglie emotive, la situazione può peggiorare, far aumentare il malessere, scatenare una vera e propria crisi neurovegetativa.


ella quotidianità nessuno, come abbiamo già visto nei vari riassunti precedenti, è al di fuori della portata di questo invadente e capriccioso fenomeno psicofisico che, a lungo andare, può sopprimere ogni espressione creativa, produrre seri problemi a livello relazionale, sociale e lavorativo; nessuno è immunizzato completamente verso una società “difficile” e pretenziosa, ma nemmeno in quella più semplice e scorrevole si è comunque con le spalle al sicuro … non teme né cultura né età!!! Tutti devono, pertanto, chi più chi meno, fare i conti in qualche modo con le sue manifestazioni complesse ed “indigeste”. Vi sono però risorse o fattori personali che potrebbero essere utili a gestire brillantemente tale malessere o, meglio, aiutare a superare con un certo senso di soddisfazione gli effetti negativi dei vari “impicci” quotidiani ... gestire, per lo meno, ogni conflitto con successo. Si tratta di accorgimenti naturali, semplici che tutti possono adottare, mettere in atto piano piano, e che fanno riferimento ad uno stile di vita sano ed equilibrato … che trovano le loro profonde radici nell'individuo stesso. Il primo segreto è quello di porsi degli obiettivi di vita, di lavoro ed economici realistici … 
quello che si può fare o non fare concretamente nell'immediato, senza volere a tutti i costi scalare l'Everest, ma secondo quello che si ha in “riserva”, a disposizione nel proprio bagaglio “culturale”, a portata di mano, ben accatastato in “cantiere”, nella propria oscura “cantina”: vere capacità creative e buone risorse energetiche. Una tale scelta eviterà quella situazione stressante che deriva dall’eccessivo distacco tra la realtà e quanto desiderato; il sonno, inoltre, come abbiamo già visto, deve essere sufficiente e di buona qualità … da riposati i conflitti si affrontano meglio … si è più decisi e sicuri, si va in battaglia anche con un “temperino”, dico sempre io!
ei momenti di maggiore tensione possono risultare sicuramente utili, per l’equilibrio biochimico, alcune tecniche di rilassamento, da realizzare con una certa continuità ed impegno (progressivo, Jacobson, ipnosi, visualizzazioni, massaggio psicosomatico). E’ importante avere buoni rapporti sociali e disporre di alcuni amici fidati per confrontarsi in maniera naturale, libera e spontanea (no saccenti! … alla larga dai presuntuosi, dai tuttologi, sempre pronti ad elargire consigli solo per evidenziare i loro contenuti “intelligenti”, per sentirsi importanti, di valore e al di sopra di tutti). Anche un’alimentazione sana contribuirà a mantenere una adeguata forma fisica; rifornirsi di buone cose (antiossidanti, flavonoidi) per combattere lo stress ossidativo che danneggia i neuroni va sempre preso in considerazione; in assenza di problemi organici, chi ha imparato a controllare lo stress, inoltre, non ha problemi di peso, perché sa ascoltare molto bene il suo involucro, riconoscere le sue vere emozioni e reagirvi con prontezza e in maniera brillante; gli esperti in questo settore suggeriscono pochi grassi e da evitare assolutamente alcuni zuccheri raffinati; invitano ad integrare l'alimentazione con molte vitamine; meglio scegliere il cosiddetto piatto unico ben combinato e assortito con cibi integrali, verdura fresca di stagione (no carboidrati e proteine insieme, però) la frutta va consumata sempre lontano dai pasti (purché non si abbia il diabete).


rutta e dolci non vanno mai ingeriti a fine pasto, anche se mela e ananas fanno eccezione: aiutano la digestione delle proteine. Guai mescolare pasta, carne, frutta e dolce, perché si impenna l'insulina e cresce poco la somatotropina (regola il metabolismo dell'organismo); questo ormone interviene direttamente sui tessuti producendo effetti metabolici quali l'aumento dei trigliceridi e del glucosio; il tutto, oltre che a danneggiare le pareti delle arterie, espone al rischio di aterosclerosi e di infarto. Separare i carboidrati dalle proteine, infatti, è sempre una buona scelta per mantenersi giovani e in forza; tale affermazione non è sicuramente una fake news, ma affonda le sue radici in valide ricerche scientifiche realizzate tanto tempo fa ... e ancora valide con il consenso di tutti!!! Un pasto solo a base di carboidrati, ad esempio, fa aumentare la sintesi cerebrale della serotonina, quel neurotrasmettitore la cui carenza è alla base della depressione.



a spiegazione di questa singolare scoperta è che, quando si mescolano carboidrati e proteine, il triptofano (precursore della serotonina) passa in scarsa quantità nel cervello perché ci sono altre sostanze che entrano in competizione e, quindi, ostacolano il passaggio dei nutrienti dalla sostanza ematica al cervello. Di fianco al sostegno psicologico, tre sono gli strumenti per mettere a tappeto la depressione da stress: cibo (sempre fresco, di stagione e di buona qualità), sole (luce naturale) e attività fisica. Gli alimenti ricchi di serotonina sono: noci, prugne, melanzane, pomodori, ananas, banane, kiwi, avocado, arachidi. Non bisogna dimenticare poi che la quantità di triptofano e serotonina presente nel nostro organismo è diffusa soprattutto nell'intestino, la stitichezza, pertanto, non favorisce il miglior utilizzo del neurotrasmettitore appena citato a livello cerebrale. La sintesi di serotonina riceve una potente spinta a seconda dell'intensità della luce; tale neurotrasmettitore, infatti, viene sintetizzato durante il giorno, mentre di notte funge da precursore per la sintesi della melanina (lmelanina è sostanzialmente quell'elemento che conferisce alla pelle, ai capelli e anche all'iride degli occhi il loro colore naturale). 

' per questo che ci sono individui che con l'accorciarsi della giornata (autunno, inizio inverno) sono vulnerabili alla minore sintesi di serotonina e sono presi da una forma più o meno grave di depressione stagionale. Fare il pieno di luce naturale e non artificiale anche d'inverno è quindi una buona regola da praticare ogni volta che sia possibile. Mangiare bene e privilegiare i cibi “protettivi”, cioè mettere in tavola sostanze antiossidanti, non è solo una buona abitudine dietetica, ma fondamentale per il benessere generale: aiuta, stimolando i sensi, a prendersi cura di se stessi e diminuire la produzione dei radicali liberi. Molte patologie comuni rispondono bene alla somministrazione di una corretta e semplice “terapia” alimentare, perché il cibo giusto, se assunto con una certa continuità, arriva direttamente alle radici causali della disfunzione in atto. Non è sempre facile, considerata la complessità sinergica dei vari nutrienti, padroneggiare perfettamente tutti gli elementi della nutrizione preventiva. Il ruolo di una alimentazione preventiva è, dunque, sempre quello di mettere in atto risorse “naturali” o meglio favorire le scelte dietetiche che permettono di disporre della miglior protezione possibile. 


na cosa è sicuramente vera: “Siamo ciò che mangiamo”. Certo, non ci sono dubbi che i tratti genetici sono importanti, ma è anche vero che tutto il cibo che entra in noi, se è quello buono, non solo viene utilizzato dall'organismo giorno dopo giorno per migliorare molto la qualità e la durata della vita, ma può modificare, nel bene o nel male, anche la sua struttura biologica, quindi, non perdiamo tempo, bisogna agire ora, subito, in fretta, con il giusto impegno!!! RICORDA, a prescindere dai vari orientamenti scientifici, la nutrizione non è solo uno strumento biologico formidabile a livello energetico, per mantenersi in buona salute, ma è un'alleata indispensabile per la nostra “bellezza” e longevità … per restare giovani e in perfetta forma. Cosa molto importante quando si prende in esame il rapporto tra cibo e salute è non sottovalutare mai le entrate e le uscite, e soprattutto mettere a fuoco un'altra tipologia di fame, quella ansiosa, da noradrenalina; un importante neurotrasmettitore che, in certi momenti, può gestire completamente la pancia, e mandare tutto in “ciccia”. Guai ignorare, quindi, il rapporto esistente tra sistema nervoso centrale e apparato digerente: il collegamento stretto tra cervello e pancia … la bramosia che porta all'abbuffata! Quando si è sotto stress, la noradrenalina o norepinefrina viene prodotta in quantità eccessiva sia dal cervello sia dalle ghiandole surrenali (sistema nervoso centrale SNC e periferico SNP).


uesto neurotrasmettitore (noradrenalina), coinvolto nella risposta allo stress, se viene prodotto in quantità superiore al normale, inibisce la liberazione di un ormone regolatore della sazietà chiamato corticotropina; tale situazione ormonale, quindi, anziché rendere sazi e rilassati, accantonando il regolatore connesso alla sazietà, scatena una sensazione di vuoto nello stomaco: sollecita una improvvisa, invadente ed incontrollabile fame nervosa. Non allarmiamoci, il nostro corpo è saggio, non ci abbandona mai, se si trova in buono stato non lascia le cose a metà!!! Il fenomeno, pertanto, non finisce qui. Esiste sempre una soluzione a tale fastidiosa ed improvvisa voracità. Abbiamo infatti un antagonista amico, quieto e tranquillo che, se sappiamo coltivarlo, produce serenità a tutto ciò; una sostanza meravigliosa, prodotta direttamente dal cervello, che placa e diffonde armonia in tutto l'organismo: la serotonina. Quest'ultima - al contrario della noradrenalina che inibisce - stimola la produzione della corticotropina (messaggero della fame e della sazietà) e, quindi, dovrebbe, nel giusto dosaggio, favorire il senso di sazietà … togliere il cibo dal piatto, calmare finalmente l'appetito senza tanta fatica. Un occhio di riguardo deve essere riservato anche a quei comportamenti che, attraverso atteggiamenti adeguati e stimoli appropriati, facilitano il processo di apprendimento e la crescita autonoma in modo suggestivo ed equilibrato. E’ importante svolgere con impegno anche attività alternative a quelle vissute come troppo “sicure” … quelle che, ad esempio, di solito stimolano la concentrazione e procurano la giusta attenzione ... un un po' di stress salutare. Queste attività alternative devono essere moderatamente stressanti, nel senso che da esse si deve ricavare solo quei “benefici” che sono stati definiti "buoni", stimolanti e creativi. In questo modo ci si allenerà a distogliere la mente dai soliti problemi invalidanti ricavandone un effetto più che “equilibrato” e positivo per mezzo di sostanze chimiche fabbricate dal soggetto stesso: un modo di agire più determinato e vincente. Tieni presente, inoltre, che il cambiamento più significativo da mettere in atto nei confronti della salute in generale è prendersi cura di se stessi o, meglio risvegliare i propri sensi … sempre poco coinvolti, lasciati inattivi per troppo tempo, a lungo a fermentare, abbandonati in uno stato di torpore


er farlo, è necessario cominciare a “sentire” tutto ciò che si realizza in modo autentico, essere presenti a se stessi, orientarsi verso uno stile di vita più congeniale e soddisfacente. Ciò consentirà di essere a casa propria e al sicuro, sentirsi davvero bene nell'anima … pronti a combattere!!! Quando si è in armonia, in equilibrio e in pace con se stessi, ogni singola cellula dell'organismo ne trae beneficio, facendo sì che ci si senta veramente dei “giganti” e pieni di vita. Avere cura di se stessi significa anche liberarsi di tanta zavorra inutile: emozioni trattenute, atteggiamenti pregiudizievoli o convinzioni limitative acquisite nel tempo, ruoli e modi di fare non corrispondenti alla propria vera natura, rimanere legati a figure ingombranti e forze dominanti piuttosto negative che remano contro, che rendono ogni cosa impossibile … in breve, spogliarsi di inutili ruoli ed esteriorità fasulle … interrompere tale schema, non lasciare che gli altri ci mettano i piedi in testa!!! A pari merito - utile per mettere a fuoco le proprie potenzialità e prendere in mano la propria vita - si trova il nostro modo di pensare e di vedere le cose circostanti; dobbiamo “indagare”, sintonizzarci su come ci si sente realmente, riflettere su alcuni elementi reattivi: scoprire veramente cosa si vuole, quali sono i valori essenziali della vita perseguiti (interessi, scopi), consapevolezza di tutti quei canali appropriati per esprimere se stessi in maniera più vantaggiosa possibile (rapporti, atteggiamenti, lavoro) … puoi girarla come vuoi, ma è sempre lo spirito che fa la differenza!!! 


on avere fretta. Stabilire un sano rapporto con se stessi richiede tempo ed è un progetto a lungo termine: i cambiamenti vanno introdotti a poco a poco. GUAI modificare in blocco le proprie abitudini; il rischio è davvero grande, non solo avere la peggio, ma anche lasciar perdere prima ancora di iniziare. RICORDA, cerca di essere un po’ più “egoista”, prendi tutto ciò che puoi dalla tua vita, senza naturalmente essere lesivo verso altri … cerca di essere naturale, spontaneo e senza maschera, evita di vivere in funzione di qualcosa o di qualcuno perché primo o poi paghi ‘dazio’. PRENDI ogni cosa “bella” fin che puoi, divertiti, mangia cibi “buoni” e “sani”, gustati  se lo desideri, da solo o in buona compagnia, a cena o in un momento di relax, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di vino, qualunque cosa che ti piaccia veramente, che ti fa sentire bene e a casa tua ... impara - senza mai esagerare - a rendere ogni gesto un rituale meraviglioso!!! Smetti di sottovalutarti; la propria “altezza” non si misura con il metro, ma attraverso le cose che si realizzano … messe in campo con gioia, interesse e passione … è la voglia di vivere che ti guida!!! Cerca di essere orgoglioso del tuo corpo, riconosci il suo valore gratificandolo con calorosi contatti, piacevoli sapori, gradevoli suoni, eccitanti visioni e intensi profuminon smettere mai di “studiare”, INFORMATI continuamente, SAPPILO, noi impariamo anche dalle persone antipatiche ed odiose, prendi da loro quello che ti fa star bene e ricambiale con la tua naturalezza e spontaneità senza esprimere o perderti in giudizi di valore verso te stesso o verso lorogoditi e riscopri le cose intorno, gustale lentamente attraverso i tuoi sensirendi ogni momento una festa, il più bello della tua vita!!! NON TEMERE, sono le sensazioni forti che ti mettono sulla strada giusta, ti permettono di scegliere, di decidere, di agire, di sentirti bene, in buona e solida salute: di vivere più a lungo … non lasciarti sfuggire niente, ‘INVESTI’ sulla tua felicità personale, sulla salute, sul lavoro e, perché no, anche su una 'discreta' situazione finanziaria che meglio si confà con le tue reali possibilità, col tuo normale stile di vita. 



on ascoltare chi dice “Sono tutte baggianate, suggerimenti per invorniti, consigli per sognatori e sprovveduti, trucchetti per gestire sempliciotti e ammanettare il libero pensiero”. Non ti preoccupare. A volte la gente dice sciocchezze. Non lo fa apposta. Ma non sa proprio quello che dice! RICORDA sempre che ognuno di noi è unico, inimitabile ed irripetibile!!! Quello che dice l'altro non è detto che sia sempre fuorviante o sbagliato, ma non può certamente corrispondere al nostro stile di vita, al nostro pensiero … al nostro modo di vedere le cose, di vivere. Al di là comunque di quello che diranno e al fatto che non sempre tutto fila liscio nella nostra esistenza, ogni gesto d'amore che facciamo per noi è sempre una mossa giusta, che ci rende “saggi” e “forti”, una strategia vincente e un'impronta indelebile in ogni settore della nostra vita!!! Partecipa attivamente al tuo benessere, NON lasciare la gestione della tua vita in mano alla ‘fortuna’ o alle ‘stelle’, puoi giocarci se vuoi, ma guai tirare i remi in barca, credere che “l'erba del vicino sia sempre più verde”; NON avere paura, affronta anche le cose difficili, non temere le sfide complesse ed impegnative, perché nel tuo arsenale fisiologico e psichico, se vuoi, hai uno zainetto pieno di risorse, un curriculum emotivo solido e ben strutturato che ti consente di riprendere in mano la situazione persino in quelle più complesse; buone riserve energetiche da spendere in qualsiasi momento, parecchie armi potenti in grado di rispondere con tempestività e saggezza a quel compagno di viaggio che quando insiste diventa scomodo e alquanto bizzarro. 


lla fine i risultati saranno davvero sorprendenti, ti sbalordiranno; non potrai fare altro che scoprire di possedere buoni contenuti mentali e, con stupore, possedere una grande intelligenza, una preziosa e fervida immaginazione (l’insicuro impiegherà un po’ di più di tempo a conoscere certe buone qualità, queste sue eccellenti, uniche e rare doti latenti, ma con un costante allenamento raggiungerà un soddisfacente traguardo)non lasciare MAI il compito di ‘aggiustare’ la tua esistenza ad altri; la posta in gioco è davvero alta: la tua felicità! RICORDA, con un discreto divertimento, una giusta attenzione e una buona concentrazione non solo puoi raggiungere la massima efficienza, ma è anche possibile, con le mosse giuste, far pendere la bilancia verso la tua felicità, CREDIMI, non è difficile influenzare le avversità a tuo vantaggio. Non bisogna mai dimenticare che una buona “fetta” del nostro “destino”, della nostra felicità, compresa la potente impronta genetica, è nelle nostre mani: la genetica propone e l'ambiente dispone sempre!!! Non giochiamo all'eroe o al “campione” a tutti i costi, ma nemmeno trascurare la nostra reale missione di vita: creare il nostro benessere e la nostra vera felicità!!!


o stress è spesso uno sforzo esagerato e, soprattutto, continuativo: un mettere troppa carne sul fuoco, un eccessivo impegno nel realizzare cose semplici che, alla fine della corsa, dovrebbero essere messe in atto con un normale automatismo; costringe ad irrigidire e a contrarre la “corazza” muscolare in ogni sua piccola parte. Un esempio banale, per comprendere meglio quanto appena affermato, è il seguente; se ci concentriamo al massimo su una situazione vedremo immediatamente che tutto si amplifica in un attimo; se ci sforziamo, ad esempio, di pronunciare una parola in maniera rigorosamente impeccabile, in modo più che corretto, il pericolo maggiore è quello di inciampare nella balbuzie: correre il rischio di incespicare la lingua nei denti. Per rendere ancora più semplice la cosa basta pensare ad un millepiedi; se avesse la minima capacità razionale e cominciasse a pensare di far funzionare in modo armonioso tutti i suoi ”piedini”, inciamperebbe immediatamente al primo passo; oppure, più semplicemente, se un abile pianista cominciasse a pensare a come muovere bene le dita, correrebbe il rischio di stonare. Molti di noi, in quasi tutte le attività quotidiane, consapevoli o non, procedono a denti stretti: i freni sono i timori di sbagliare, di fare brutta figura, di essere presi per i fondelli … si mette troppa “testa” e poco “cuore”, direbbero alcuni!!! 

ale fenomeno, accompagnato sempre dai nervi tesi, è talmente consolidato, sia nel lavoro sia nel divertimento, che ci sembra una cosa più che normale; non ci rendiamo conto di avanzare con il pugno chiuso e il petto “impettito”, di trattenere il respiro, di contrarre anche la più piccola fibra nervosa. Eppure, l'insofferenza, la stanchezza che ne risulta consuma completamente vitalità e preziose energie; influisce sfavorevolmente sulle nostre capacità cognitive e offusca perfino la visione del mondo circostante. La maggior parte di noi pone eccessivo rigore e controllo sul fare, troppo impegno in ciò che deve realizzare ... tutto ciò per evitare eventualmente derisioni, richiami e squalifiche varie. Il tessuto muscolare, lo sappiamo per esperienza diretta, lavora meglio se siamo tranquilli, diamo i comandi con calma, anziché impartirgli ordini gridando o peggio ancora urlando. Per vedere in modo nitido, ad esempio, gli occhi devono compiere numerosi movimenti in breve tempo, scrutando ed esplorando a fondo l'oggetto sotto osservazione. Questa “perlustrazione” è un riflesso automatico, è una modalità autonoma, un automatismo come il battito del cuore; ma se si guarda in modo attivo e rigoroso, cioè se si fa consapevolmente uno sforzo eccessivo per percepire velocemente il mondo circostante, gli occhi si contraggono e l'esplorazione non si compie in modo normale, anzi la percezione visiva ne soffre, può apparire difettosa … si fa meno chiara e nitida. Attenzione, il “danno” causato dalla tensione non si limita solo al corpo; quando i muscoli sono contratti senza alcuna ragione, si trasmette alla mente un senso di confusione, diffidenza e incertezza … a volte di smarrimento


erché quello studente “prodigio”, pieno di belle idee e di saggezza classica, si sente d'improvviso la mente vuota davanti ad una semplice interrogazione ed un tranquillo professore? Semplice, perché la tensione prolungata ed eccessiva che risulta nel compiere un gesto sia fisico sia cognitivo, ha inceppato l'attività psichica attraverso l'auto produzione di sostanze energizzanti (vedasi i vari neurotrasmettitori più volte citati)il reale meccanismo psicomotorio. La tensione col tempo tende a diventare un modo di fare “automatico”, un'abitudine inconscia … nel contempo, però, il tessuto muscolare diventa “acciaio” e i neuroni vanno in cortocircuito. Come possiamo, dunque, renderci conto della situazione contratta? Come possiamo invertire tale meccanismo o meglio rilassarci? Cominciando, anzitutto, col rilevare lo stato di tensione dei vari distretti corporei. Per esempio, è probabile che in quel determinato frangente nessuno si accorga di avere la fronte contratta o magari la mano stretta a pugno. Per averne consapevolezza, basta semplicemente aggrottare la fronte ancora di più: si noterà immediatamente la tensione reale di tale zona. Esercitiamoci, quindi, a percepire la tensione provocata in quella particolare zona o distretto corporeo in modo cosciente. Una volta imparata la lezione, a percepire la tensione, ci si può allenare a raggiungere uno stato di quiete, a rilassare l'intero organismo. Per farlo cominciamo col contrarre i muscoli tesi ancora di più, al massimo, e poi lasciarli andare … nel nostro corpo non possono coesistere contemporaneamente tensione e distensione, o c'è l'una o c'è l'altra!!! I muscoli nella prossimità degli occhi e quelli della fronte richiedono sempre speciale attenzione, perché sono strettamente connessi con l'ansietà e il turbamento emotivo in generale. Con le sopracciglia rilassate è quasi impossibile sentirsi preoccupati o “sospettosi”. Le mascelle, inoltre, sono una delle zone visive più espressive del nostro corpo. Digrigniamo i denti per rancore e rabbia; li “serriamo” quando prendiamo delle posizioni, per risolvere situazioni importanti e difficili. Se le mascelle cono contratte, i piani alti (cervello) che ricevono di continuo comunicazioni dai muscoli attraverso le terminazioni nervose, ragionano pressapoco in questo modo: “Siamo in difficoltà, la situazione che ci sta davanti deve essere complessa o terribile”. E' proprio in questo momento che ci si accorge della reale tensione. Appena è passata la bufera, le mascelle si rilassano, il cervello senza parlare, attraverso solo delle sensazioni viene rassicurato e dice: “Bene quel conflitto, quella difficoltà improvvisa è solo un ricordo, è stata superata alla grande”, e così si ha un senso di fermezza, sicurezza e fiducia. Le mani poi, che sono i principali strumenti esecutivi dell'intero organismo, hanno un ruolo determinante in tutto ciò che facciamo o sentiamo: le alziamo nella disperazione, facciamo volteggiare i pugni negli impeti d'ira; quando le mani sono tese, tutto il corpo è pronto ad intervenire, ad agire con determinazione. Sembra strano e banale, ma imparare ad allentare i muscoli delle mani quando ci si trova in un momento difficile o durante una arrabbiatura, allenterà anche la tensione nervosa, e ci si sentirà nuovamente padroni della situazione. 


e uno è in attesa di un violento colpo mancino alla bocca dello stomaco, per difendersi, irrigidisce, immediatamente d'istinto, i muscoli addominali; ma anche quando abitualmente si vive sulla difensiva, si verifica la stessa cosa, lo stesso tipo di tensione: i muscoli dello stomaco appaiono contratti, pronti ad affrontare quella situazione magari solo pensata. In questo modo si verifica un altro circolo vizioso: il cervello riceve avvertimenti difensivi dai muscoli addominali e questo crea apprensione, profonda contrazione ... si è perennemente sulle spine. Imparare a spezzare questo circolo vizioso diventa indispensabile; quando ci si sente ansiosi e preoccupati, fermiamoci e rilassiamo quel fastidioso distretto corporeo. Se si cerca di controllare con la forza di volontà, dominare mentalmente l'ansietà, probabilmente si riuscirà solo ad aumentare lo stato di agitazione e tensione; se i muscoli principali coinvolti, invece, sono individuati e benevolmente accolti senza sforzi e sacrifici inutili è possibile, con un buon allenamento e le mosse giuste, distenderli completamente … farseli amici, renderli produttivi e più utili!!! Lo stress è, quindi, secondo il nostro orientamento scientifico, un fenomeno psicosomatico che, quando si presenta in modo esagerato e non del tutto identificato, può essere non solo fastidioso, ma anche nocivo per la salute, distruggere la “giovinezza” e accelerare l'invecchiamento. Ma al di là delle belle parole e delle varie raccomandazioni, dei rischi e dei dati 'drammatici' fin qui descritti, può essere per alcuni anche un buon compagno di viaggio, un alleato prezioso che spinge ad adattarsi ad eventi insoliti, imprevisti, stimolando in tal modo lo spirito di iniziativa, la fantasia e la virtù creativa. Poiché non sempre siamo in grado di evitarlo, impariamo a sfruttarlo, ad utilizzarlo quindi a nostro vantaggio. 


o stress, purtroppo, è un ingrediente sempre presente nello stile di vita moderno; non solo intasa l'organismo di cortisolo e sovraccarica la mente di cianfrusaglie inutili, ma crea anche confusione, incertezza, un ingorgo mentale che sfinisce, indebolisce, fa girare a vuoto e rende infelici; si arriva ad un punto in cui ogni cosa da affrontare, anche la più banale, viene vissuta come gravosa e logorante. Colpisce il più delle volte soggetti che hanno compiti di responsabilità a livello lavorativo o sociale (reali o immaginari), che tengono sempre duro, appaiono dei giganti (magari con i piedi d'argilla e il petto gonfio), resistono ad ogni costo, non cedono mai e rimandano continuamente i momenti di felicità, spesso ad un domani irraggiungibile, ad un futuro che forse non arriverà mai: non si gode più, il viso si fa cupo, si cancella completamente il sorriso … distrugge la fantasia, corrode lo spirito di iniziativa e spegne la creatività; si presenta con stanchezza diffusa, diffidenza, sguardo guardingo, scoraggiamento di fronte agli impegni giornalieri, rende difficile la concentrazione e fa dimenticare le gioie quotidiane; si diventa sospettosi, meno efficienti, in balia dell'atmosfera quotidiana e dei gesti altrui, dominati da piccoli eventi negativi, influenzati persino da frivole e banali contrarietà. Non bisogna mai sottovalutare, inoltre, che alcuni sentimenti, più che umani, come l’aggressività, l’impazienza, la collera, l’ansia e la paura possano diventare notevoli fonti di stress, provocare una risposta fisiologica esagerata. In realtà, ogni occasione costituisce, per alcuni, - sempre a seconda di come la si “legge” e la si guarda - una potenziale fonte di stress. Il permettere ad una determinata situazione di condizionarci e di influenzarci in modo negativo dipende sempre dalla valutazione che ne diamo e, ovviamente, dalla nostra consapevolezza di poterla gestire. 
Gli atteggiamenti inflessibili, il rimuginare continuo, l’aderenza eccessiva alla routine, la paura delle situazioni sconosciute possono generare “sfinimento”, rendere ogni cosa complicata, spiacevole e dolorosa … la mente in quelle condizioni non potrà mai riprendersi, rifiorire con tutti quegli assillanti, contorti e brutti pensieri; in dosi sproporzionate, quindi, quando il cambiamento mette di fronte a dei rischi ben precisi e richiede un tempestivo senso di adattamento, si entra in confusione, il mondo diventa estraneo, indigesto, ingestibile, si fa serio, si capovolge, l'anima si blocca, si perde la bussola, tutto improvvisamente perde valore e il dolore prende forma ... cronicizza


l corpo scoppia, brucia, dentro c'è l'inferno, si lasciano i comandi in mano ad un demone inquietante, senza regole e morale; un organismo martoriato, che preso dallo sconforto, altro non può fare che lasciare il controllo ad un insistente stato di allarme, all'imbarazzo e alla confusione mentale: “inventarsi” su due piedi un pittoresco, bizzarro e drammatico attacco di panico. Le emozioni negative anticipatorie possono prolungare o amplificare una risposta eccitatoria causata dalle situazioni non sempre reali ... generare uno stato di perenne attesa, di situazioni che non si verificheranno mai!!! La mancanza di stimoli piacevoli o di interesse nel lavoro, la disoccupazione, la cassa integrazione, il raggiungimento dell’età pensionabile possono generare depressione, apatia e stress. Il dubbio oppure l’incertezza relativa al fatto di non essere più necessari, importanti o di riconoscersi di poco valore può condurre a una immagine negativa di sé e ad un senso di alienazione, di fallimento … ad una profonda disistima! Lo stress può nascere nelle varie attività lavorative, in casa, nei rapporti interpersonali, da conflitti emotivi interni, dall’ambiente, da una salute malferma, da problemi economici. Chi ha affrontato contemporaneamente fattori di profondo cambiamento nella vita, come divorzio, un lutto, un mutamento di attività lavorativa o cassa integrazione, vede aumentare il rischio dell’insorgere di una malattia: lo stress abbrevia l’esistenza e crea sempre un clima negativo dentro e fuori a chi lo patisce. E’ stressante comunque ogni situazione che viene percepita o immaginata come tale. Ci sono persone infatti che si trovano benissimo e progrediscono in una determinata situazione mentre altre vivono la stessa situazione in uno stato di malessere, tensione e paura. 


ale fenomeno diventa dannoso solo quando non si riesce a gestire e controllare la reazione a esso: riconoscere questo nemico costituisce il primo passo per ridurne i suoi effetti dannosi. Qualunque sia la causa scatenante, lo stress - quello forte e insistente - è accompagnato da precise reazioni psicosomatiche: abbassa le difese immunitarie, scatena allergie, provoca gastrite, vertigini, palpitazioni, ipocondria, aumenta la pressione sanguigna, le ghiandole surrenali rilasciato il cortisone, aumenta l’ormone tiroideo nel sangue e accelera il metabolismo per produrre un supplemento di energia, viene ridotta “solo” la produzione di ormoni sessuali perché, in quel preciso frangente, si ha ben altro a cui pensare; il fiato si fa corto, aumenta la fame d'aria senza un motivo apparente, un senso di peso sul torace crea apprensione, ecco improvvisamente il terrore di un infarto, tutto diventa complicato e ingestibile, cosi piano, piano, i timori prendono “corpo”, il malessere non tarda a farsi sentire attraverso i suoi canali più idonei: asma, mal di schiena, insonnia, mal di testa, dolore e indolenzimento ai muscoli, disturbi sessuali, ansia, depressione, collera e ostilità, impazienza, irritabilità, aggressività, fare diverse cose contemporaneamente, esplosioni emotive improvvise, lasciare il lavoro incompiuto, reazioni sproporzionate, parlare troppo forte o troppo velocemente, il respiro diventa più rapido, la mente acquista una maggior capacità di concentrazione e anche i sensi si fanno più acuti in senso negativo … ogni cosa diventa assordante ed allarmante!!! L’accumulo di stress, come abbiamo appena visto, può portare a conseguenze negative sia a livello fisico sia a livello psichico: agisce sulle cellule del sistema nervoso centrale iniziando a “deformare” le aree dove i pensieri e le emozioni vengono elaborati e trasformati in energia (altera gli impulsi neuronali). ATTENTO, lo stress non è l’unico ‘nemico’ da neutralizzare e metabolizzare, ci sono tantissimi modi di fare, sguardi, comportamenti, schemi mentali e atteggiamenti quotidiani che, silenziosamente, inquinano, intossicano e appesantiscono la dimensione psicosomatica: non solo il cervello ma ogni organo del corpo. Mai comunque “sottomettersi” ciecamente al primo arrivato, a tutte quelle forze che distruggono completamente creatività, annullano ogni risorsa energetica fisica e psichica, azzerano la capacità di lottare, di prendere in mano la propria vita … di sentirsi bene e a proprio agio. 

l bisogno della tranquillità emotiva, cioè della buona salute psicofisica, non dovrebbe essere prerogativa di pochi, ma un benessere comune che appartiene a tutti. Eppure pochi di noi hanno avuto la possibilità o la fortuna di averla incontrata, conosciuta da vicino; di avere le qualità interiori o di vivere in circostanze tali da assicurarsela in modo automatico e duraturo. É un po' come la vicenda di Adamo ed Eva: alcuni devono conquistarsela con il sudore della fronte! Ciò ci dovrebbe insegnare che, per raggiungere tale traguardo, dobbiamo “impegnarci” di capire bene noi stessi e meglio gli altri. Significa risolvere da noi i nostri problemi quando possiamo e di non disdegnare la possibilità di un aiuto esterno quando le cose si fanno complicate. C'è un codice fondamentale alla salute emotiva: un modo di pensare fiducioso che ci rende forti; fiducia e certezza che tanto noi quanto quelli che ci ruotano attorno possiamo migliorarci e arricchirci lo spirito. Poca diffidenza e tanta apertura, quindi, faranno superare molte delle tensioni nervose e psichiche che ci affliggono giorno per giorno che diversamente potrebbero distruggerci e annullarci lentamente. I vari specialisti inoltre dovrebbero unirsi, condividere, mettere da parte, per un attimo le distanze culturali, lavorare insieme, non per soddisfare solo alcuni dei loro bisogni “narcisistici”, ma semplicemente per informare in modo chiaro e univoco, per fornire dati sempre più precisi e aggiornati possibili, per parlare di come stanno realmente le cose. In breve formare, tra specialisti e pazienti, una forte e potente squadra, sviluppare un’atmosfera serena e una situazione di profonda stima e fiducia ... stimolare solidi obiettivi comuni, rispettando sempre e comunque la dicotomia mente – corpo. Essere a fianco di chi si sente confuso, disorientato e deluso non significa solo cercare la migliore sistemazione possibile della situazione, ma anche evitare solitudine e senso di abbandono, di scongiurare un possibile avvilimento, scoraggiamento e allontanamento da interventi mirati o, peggio ancora, l’interruzione delle terapie in corso, per affidarsi a  cure meno tradizionali … a volte strane, improvvisate e più “ciarlatanesche”.

Un aiuto “esterno” per fronteggiare e mettere a tappeto lo stress

o stress è, quindi, una condizione psicosomatica caratterizzata da un insieme di meccanismi regolatori attivati dall'individuo per salvaguardare l'integrità fisica e psichica di fronte ad una esperienza vissuta come pericolosa ... l'organismo deve gestire un'aggressione percepita come vera oppure temuta o solo pensata. Ad un “dosaggio” basso può rivelarsi un buon alleato a livello cognitivo: memoria e vigore ne traggono sempre un grande ristoro e beneficio … migliora riflessi, intuito, percezione, vitalità e concentrazione. Un eccesso, al contrario, nuoce ad alcune funzioni psichiche: la memoria si fa debole, l'organizzazione spazio – temporale perde i suoi riferimenti ben definiti, le capacità del pensiero critico sono oramai perdute e la volontà si fa da parte … il tutto introduce un diffuso senso di irrequietezza, incertezza, diffidenza e spaesamento. Diventa un fenomeno patologico quando si prolunga nel tempo, fa soffrire, disorienta, mette in crisi i rapporti, sconvolge l'anima e crea scompiglio in tutto ciò che è già stato consolidato da tempo; può lasciare, ai più fortunati, sensazioni di gioia, di sorpresa e una gran voglia di fare e di vivere; ad altri, invece, con capacità adattive più lente, distrae, crea allucinazioni percettive e anomalie visive, produce imbarazzo, confusione e profonda tristezza; si diventa campioni nel gestire lo 'scontro', nel mettere all'angolo gli affetti e, soprattutto, “neutralizzare” gli altri: i rapporti si bloccano, gli amori sono congelati, la dolcezza, la tenerezza e la gioia corrono oramai altrove!!! I disordini dello stress, quindi, si fanno sentire sia sul corpo sia sulla psiche. I segni sono “infiniti” ed indefiniti, originali e bizzarri, diversi e difficili da decodificare nell'immediato, estremamente variabili da un individuo all'altro. 


 
primi segnali, comunque, sono solitamente di carattere psichico, relazionale o comportamentale (stanchezza, isolamento, apatia, diffidenza, litigiosità, atteggiamenti provocatori e di intollerabilità ... cercare continuamente lo scontro anche con il primo che passa). Si tratta per lo più di segni collegati al timore, all'imbarazzo relazionale, alla tensione, all'irritabilità, all'instabilità dell'umore, alla mancanza di concentrazione ... ad una certa confusione mentale ed emotiva. Un'esposizione esagerata a tale eccitazione, a lungo andare, finirà per esaurire completamente non solo le risorse energetiche fisiche, ma può indebolire completamente le difese psichiche … smantellare fermezza, sicurezza e distruggere l'autostima. In eccesso genera sempre, comunque, una serie di sensazioni sgradevoli, le cui espressioni, natura e frequenza differiscono notevolmente sempre dalla personalità del soggetto. L'effetto dello stress sul sistema immunitario potrebbe aumentare una fastidiosa infiammazione locale o diffusa, favorire la proliferazione - se non proprio nell'immediato - di qualche infezione o malattia seria nel tempo. Tale condizione psicofisica intensa e ripetuta, aggrava senza alcun dubbio, molte patologie fisiche e mentali. Non fasciamoci comunque il capo prima di essercelo rotto, perché anche l'arte di gestire, o meglio il modo di adattarsi allo stress, a seguito di recenti studi e importanti ricerche sulla psicoimmunologia, ha fatto passi da gigante; può arricchirsi costantemente di nuovi e validi metodi terapeutici, di interventi sempre più sofisticati e di numerosi approcci alternativi mirati e risolutivi; dunque, armiamoci di buoni propositi perché, anche il personaggio più “stressato”, non è privo di risorse e strumenti per combattere gli effetti negativi di questa esperienza adattiva complessa e non sempre amica; chiunque può, sicuramente, con un buon “addestramento” uscirne vincitore; alla fin fine, poi, è possibile, ironia della sorte, godere anche degli stimoli percepiti come decisamente avversi perché attraverso tale esperienza possono emergere cose che fino ad allora erano sconosciute, impensabili: buone qualità e importanti risorse personali verranno alla luce, si potranno scoprire grandi doti e, perché no, una discreta creatività. 

a prima cosa da fare è - come vedremo di seguito in maniera più dettagliata - riequilibrare la ghiandola più grande del corpo umano: il fegato. Rigenerare, disintossicare e depurare sempre, in ogni caso, con una adeguata attenzione, coerente continuità e sincero rigore, la cellula epatica. Solo allora il fegato diventerà un prezioso alleato, aiuterà a trasformare gli alimenti in energia buona, difenderà dallo stress e spazzerà via - fin che riesce e non verrà abbandonato a se stesso - le tossine estremamente dannose. E' l'organo interno più importante coinvolto nella gestione dell'intero metabolismo, regola i livelli di tutte le sostanze chimiche immesse nel circolo sanguigno, controlla le riserve dei vari nutrienti da distribuire nell'organismo e, soprattutto, garantisce - se si trova in sinergia con le sostanze giuste - una buona ricarica energetica dei vari tessuti e organi; non solo ritarda con grande saggezza l'invecchiamento, ma rende la pelle vellutata, “migliori” in tutti i sensi e più “belli” in generale!!! Proprio perché molte patologie che lo riguardano, sono in relazione con quello che mangiamo e legate anche alle varie emozioni, l'attenzione psicosomatica è senza dubbio d'obbligo. Per liberare il carico emotivo ed eventualmente apportare cambiamenti duraturi nel modo di affrontare e gestire i sentimenti che “danneggiano” l'intero organismo, potrà essere utile rivolgersi ad un vero amico, oppure, se la cosa invece è piuttosto seria - come ad esempio una dipendenza psicologica nei confronti di alcuni cibi e sostanze - bisogna ricorrere ad una forma di sostegno più qualificato, che non quello di familiari o conoscenti ... ad un professionista competente e di fiduciae se poi non ci troviamo sulla stessa lunghezza d'onda nemmeno con lui, cambiamolo, senza tanti se e senza troppi ma … cambiare quel tipo di aiuto e frequenza, quando non funziona, è un nostro diritto!!! Diamo, allora, una mano “sicura” e “intelligente” al fegato su tutti i fronti: emotivo e fisico.

on bisogna mai dimenticare che quando si comincia a modificare un certo tipo di alimentazione in modo corretto, equilibrato e leggero - anziché ingerire alimenti più “corposi”, “unti” e “sostanziosi” che solitamente producono nell'immediato solo un effetto “distensivo” ma tossico - possono emergere insolite ribellioni, si corre il rischio di essere travolti da stati emotivi fastidiosi e pungenti: sentimenti rimasti “sepolti” per anni pronti ad “aggredire”, a farsi sentire con le loro modalità ansiogene specifiche. A volte si va a rilento, altre volte risulta difficile modificare certe abitudini ed atteggiamenti; solo in questo caso sarà utile ricorrere a un buon sostegno terapeutico. Molte sostanze contenute nei cibi freschi e non trattati, possono limitare i danni causati dallo stress ossidativo nell'organismo. Le principali sostanze disponibili sono le vitamine A, C, E e il selenio. Aiutiamolo allora con una dieta drenante: Carciofo, Tarassaco e Cardo mariano (privo di tossicità, può essere assunto a tempo indeterminato, migliora e protegge le cellule epatiche da veleni esterni, utile per chi consuma molto alcol … ripristina il normale funzionamento del fegato). Guai sovraccaricare questo organo con zuccheri raffinati, cibi elaborati e troppo calorici; consuma piuttosto frutta e verdura di stagione, cereali integrali; bevi molto, assicurati un buon apporto di fibra consumando sostanze integrali … non dimenticare il moto 'gentile', camminare con calma e tranquillità è la cosa migliore: troppo esercizio può danneggiare il corpo … ricordarsi, inoltre, di “sguazzare”, almeno un paio di volte alla settimana, in acqua tiepida per far rifiorire il sistema osteomuscolare!!! 

oi, passa immediatamente a ripulire il cervello da scorie, ansia, depressione e stress con: Ginkgo biloba (non è miracoloso ma può proteggere dalle tossine ... utile per il flusso sanguigno, aumenta l'elasticità delle membrane dei globuli rossi facilitando il loro passaggio attraverso piccole arterie e capillari), Iperico (o erba di S.Giovanni, aiuta a gestire il malumore attraverso l'eliminazione dei “veleni” quotidiani, compresi alcuni tratti depressivi noiosi e Salvia (rivitalizza, ha proprietà antisettiche, antinfiammatorie e diuretiche … evitare l'assunzione in caso di epilessia o in gravidanza … il suo uso eccessivo e prolungato può aumentare il battito cardiaco, causare vertigini ... ). Attenzione, però, ai “dosaggi”, naturale non sempre è innocuo, quindi rivolgersi sempre a persone qualificate. Aiutarsi a mantenere giovane il cervello con una alimentazione corretta a base di folati è sempre un passo rispettoso e doveroso per il proprio organismo (broccoli, spinaci, asparagi, cereali, uova, fegato di vitello, fagioli rossi, arance, limoni, kiwi), vitamine B6 (banane, nocciole, semi di girasole, pollo, pomodori, lievito di birra) e B12 (salmone, tonno, latte intero, fegato di manzo ... è una mossa fondamentale per la salute in generale). Il magnesio, inoltre, è importante perché riduce la secrezione dell'adrenalina e le conseguenze che essa provoca a livello cerebrale. Lo stress provoca la fuoriuscita di magnesio dalle cellule e la sua eliminazione a livello urinario; questo si verifica indipendentemente dal tipo di “sforzo” (fisico, emotivo, intellettivo). La sua uscita cellulare provoca, automaticamente, l'entrata del calcio e, quindi, un fastidioso aumento della contrazione a livello muscolare e scheletrico (spasmi, crampi, mestruo doloroso … i due minerali, calcio – magnesio, si completano a vicenda). ATTENZIONE, se i due minerali non sono presenti in quantità sinergica, cioè in rapporto di due a uno (calcio 2 - magnesio 1), l'organismo non è in grado di assimilare il calcio, così quest'ultimo, una volta assunto, vaga nel corpo finché non raggiunge i tessuti molli, dove si deposita, dando l'avvio alla formazione di futuri calcoli; se il livello del calcio scende sotto la quantità necessaria, il corpo “intelligente” allora cerca di risolvere tale disfunzione con una certa solerzia: lo va a cercare da solo nelle ossa … questo tentativo di riequilibrare il tutto prelevando il calcio nella struttura ossea crea, però, nel tempo, diversi problemi seri come rachitismo, artrosi, osteoporosi.

' importante assicurarsi, sempre, una adeguata assimilazione giornaliera di vitamine del gruppo B. Sono indispensabili per un corretto funzionamento fisiologico di tutto il corpo, ritardano l'invecchiamento e ricaricano completamente d'energia organi e tessuti … fondamentali per cute e cervello, mettono al “sicuro” da nervosismo e insonnia, tonificano con grande saggezza fegato, cuore e reni. Le vitamine del gruppo B si trovano nelle verdure a foglia verde, nei cereali integrali, latte, uova, semi oleosi, lievito di birra, fegato e pappa reale. Il suo nemico principale è la luce che deteriora i vari enzimi; l'eccesso di antibiotici, caffè e alcol, inoltre, ne riducono l'assorbimento. Alcune, come ad esempio B6, B9 e B12, non solo sono note da tempo per le loro preziose funzioni metaboliche, ma indubbiamente fondamentali per il benessere dei vasi, dei nervi e del cervello. La B6 collabora con il magnesio ed è fondamentale per la sintesi di numerosi neurotrasmettitori come per esempio l'acido Gamma – Amminobutirrico (GABA): agisce come un “riduttore” dello stress e dell'ansia … ha una funzione inibitoria. Svolge infatti un ruolo importante per il benessere emotivo e per l'umore in generale … mette al sicuro dai rischi di una alimentazione abbondante e libertina, acquieta la mente e, soprattutto, tranquillizza l'intero cervello. I neuroni in questo caso specifico si “muovono” attraverso due neurotrasmettitori che hanno una funzione opposta: il GABA e il Glutammato. Quest'ultimo che si forma dalla digestione, al contrario del primo, ha una funzione eccitatoria. Un altro importante e celebre neurotrasmettitore di nome serotonina viene sintetizzato sia nella pancia (% alta) sia nel cervello (% bassa) con l'aiuto di un aminoacido presente nel cibo, soprattutto nella carne bianca: il triptofano (precursore della serotonina). Nell'apparato digerente la serotonina regola i movimenti intestinali (peristalsi), la sostanza, invece, viene liberata, attraverso le piastrine, con il compito di restringere i vasi (vasocostrizione), mentre nel cervello la sua principale funzione è quella di controllare l'umore, gestire la fame e preparare al sonno (aiuta ad abbandonarsi serenamente tra le braccia di Morfeo). 

uella sintetizzata nella struttura cerebrale interviene nel controllo dell'acidità gastrica, nella produzione dei succhi digestivi, dei movimenti intestinali e della circolazione del sangue ... in breve condiziona gli elementi essenziali della buona digestione. Non va dimenticato che, sotto stress, i piani alti (cervello) possono indurre un aumento dell'acido cloridrico “cento” volte superiore al normale … attenzione, quindi, a ribollire come un vulcano, perché l'ulcera peptica non la toglie nessuno!!! Il collegamento nervoso tra la struttura cervello – pancia viene assicurato e mantenuto attraverso alcuni grandi nervi cranici, tra cui fondamentale è il nervo vago.

Un po' di 'anatomia'. Il sistema nervoso dell'essere umano si divide in sistema nervoso centrale (SNC) e sistema nervoso periferico (SNP). Il SNC è composto dal cervello e dal midollo spinale. Il SNP, invece è collegato col midollo spinale ed è composto di un ampio insieme di nervi con sottili diramazioni che si diffondono in tutto il corpo. Una parte del SNP, chiamata “sistema nervoso autonomo(SNA), controlla funzioni come l'essudazione (nei processi infiammatori, il passaggio di siero, di sangue e di elementi cellulari negli spazi interstiziali dei tessuti o in certe cavità) o il battito delle palpebre. Queste funzioni sono autonome e non sono sottoposte ad una regolazione conscia; ciò è buona cosa, perché non potremmo assolutamente funzionare se dovessimo dire continuamente a noi stessi: “La temperatura è salita, forse è meglio cominciare a traspirare” oppure: “Un granello di sabbia si “dirige verso il mio occhio, sarebbe meglio se battessi le palpebre”. Invece, tutto ciò si verifica per riflesso. Il SNA è composto di due gruppi di innervazioni: il simpatico e il parasimpatico (prevalentemente costituito dalle fibre del nervo vago). Il simpatico stimola e eccita; il parasimpatico “abbassa”, tranquillizza e deprime. In uno stato di “normalità” e per il buon funzionamento psicosomatico l'uno bilancia l'altro. Il simpatico è collegato a tutti gli organi; mentre il parasimpatico è anch'esso connesso a tutti gli organi controllati dal SNA, tranne però che alle ghiandole surrenali. Così quando l'adrenalina viene attivata e immessa nel sistema circolatorio, e respiriamo più rapidamente, le pulsazioni aumentano e anche la pressione del sangue sale: appare il collo rosso sia letteralmente sia metaforicamente. In quel preciso momento non è possibile dire a se stessi: “Adesso basta, bisogna calmarsi, perché non ha alcun senso arrabbiarsi”. Non è possibile annullare immediatamente la produzione di adrenalina con la forza di volontà, semplicemente perché il parasimpatico, quello che deprime, non è connesso alle ghiandole surrenali … non c'è nessuno che può chiudere il “rubinetto”. Bisogna aspettare che si completi il ciclo, “sopportare”, agire secondo la quantità di adrenalina immessa in circolo, fino a che non si esaurisce, oppure rimanere seduti aspettando in silenzio che tutto abbia il suo corso, finisca prima possibile; il che non è molto semplice restare tranquilli quando si sente il rimbombo del cuore nel torace e nelle tempie che sembra scoppiare da un momento all'altro. In breve, non è facile gestire la situazione se siamo “pieni” di adrenalina, non è possibile opporsi ai suoi effetti con la forza di volontà, non c'è antidoto ad essa … è possibile uscirne in breve tempo solo se abbiamo un corpo rilassato, siamo in equilibrio ... possiamo reggere il confronto con la realtà solo se ci presentiamo con un organismo forte, lucido e sereno … solo in questo modo si possono abbreviare i tempi di tensione, ogni problema non lascerà alcun segno, perché con un corpo in “forma” riequilibrarsi sarà veloce e facile … il bizzarro compagno di viaggio, quindi, non potrà fare altro che cedere le armi, “sfiorarci” soltanto, saremo noi a giocare, a fare finalmente le “boccacce”!!!


itornando ancora una volta alla struttura
cervello – pancia, possiamo dire che tale collegamento viene assicurato anche grazie ad alcuni ormoni attivi sia nell'intestino tenue (stimolano la liberazione della bile e degli enzimi pancreatici) sia nel cervello (inducendo una sensazione di sazietà). La vitamina B6, quindi, è davvero preziosa, aiuta a mantenere il sorriso e la gioia dei propri gesti; sa fare anche tante altre belle cose, utili e preziose per l'intero organismo: interviene nella sintesi del progesterone, un suo calo sembra sia legato all'irritabilità del periodo che precede le mestruazioni. Una carenza di queste tre vitamine può favorire l'accumulo nei vasi di una sostanza, chiamata omocisteina, che può danneggiarli con un aumento del rischio di trombosi e aterosclerosi. Le cellule nervose sono particolarmente sensibili al cosiddetto stress ossidativo perché la loro membrana è ricchissima di acidi grassi polinsaturi (meglio conosciuti come omega-3 e omega-6. Sono contenuti in cibi piuttosto comuni: i primi nel pesce - pesce azzurro, salmone, merluzzo, trota, nei vegetali a foglia verde - ; i secondi negli oli vegetali - oliva, mais, girasole, soia, vinacciolo e nella frutta secca come mandorle, pistacchi, nocciole, arachidi). Occorre sempre potenziare le normali difese, presenti nelle cellule nervose, costituite dai sistemi antiossidanti; il modo per proteggere il tutto è quello di tenere una dieta ricca di alimenti che contengono le vitamine antiossidanti, ovvero frutta e verdura, e alcuni oli, come l'olio di oliva extravergine che contiene Vit. E.


 cibi ricchi di vitamine del gruppo B (B1,B2, B3, B5, B6, B8, B9, B12) non solo difendono dallo stress, trasformano il cibo in energia, sono utili per svolgere le varie funzioni fisiologiche e indispensabili per la salute dell'intero organismo, ma hanno un effetto miracoloso sull'apparato digerente, fegato, cuore, pelle, reni e cervello … un toccasana per bloccare ogni disfunzione del sistema nervoso centrale e periferico.


B1 - Tianina (idrosolubile): indispensabile per occhi, cuore e apparato digerente. Fondamentale per la produzione di energia, il metabolismo dei carboidrati e il buon funzionamento delle cellule nervose; una sua carenza si manifesta con stanchezza, depressione, formicolio, torpore diffuso nelle gambe; una mancanza di tale sostanza si manifesta inoltre con una sindrome da carenza di nome beriberi (carenza tiamina o B1, può danneggiare il sistema nervoso, cardiovascolare o gastrointestinale). Viene distrutta o inutilizzata dall'alcol etilico Si trova rispettivamente in: cereali integrali, alcuni tipi di fagioli, lenticchie, salmone, piselli, semi essiccati di girasole, broccoli, aglio, mandorle, nella crusca rinforza cuore e muscoli, fornisce un buon rendimento fisico!


B2 – Riboflavina (idrosolubile): importante per la produzione di energia. La sua carenza viene segnalata attraverso la screpolatura delle labbra, disturbi visivi, lingua infiammata, formazione di cataratte, senso di bruciore e prurito agli occhi, infiammazione generale alle mucose. Si trova: fegato di manzo, cavoli, verze, broccoli, mandorle, uova, nei formaggi duri, funghi, yogurt, latte intero, cereali integrali, verdure a foglia verde, soia. Viene distrutta dalla luce ma non da alte temperature fa bene agli occhi e rende una pelle elastica!


B3 - Niacina (idrosolubile). Ottima per depurare il fegato e la circolazione. I suoi enzimi sono importanti per la produzione di energia, degli ormoni sessuali e surrenali, nel metabolismo dei grassi, dei carboidrati e del colesterolo Si trova: lievito di birra, fegato di manzo, acciuga, sgombro, tonno, salmone, riso selvatico, petto di pollo, champignon, peperoncini piccanti, orzo, legumi, mandorle, lievito di birradisintossica il fegato e rende la circolazione scorrevole!


B5 - Acido pantotenico (idrosolubile, considerata vitamina antistress per il ruolo centrale nell'attività surrenale): importante per capelli, pelle e per le difese immunitarie. Aiuta a gestire stanchezza e stress. Si trova: fegato di manzo, noccioline, cocomero, tuorlo d'uovo, lievito di birra e nel grano saraceno; buone fonti vegetali sono i cereali integrali, leguminose, broccoli, cavolfiori; fondamentale non solo nell'utilizzare grassi e carboidrati, ma anche per la produzione dell'energia, nella produzione di ormoni surrenali e globuli rossi. Un derivato della vitamina B5 di nome pantenina, nella sua massima espressione, può abbassare il colesterolo ematico e i trigliceridi.


B6 - Piridossina (idrosolubile). Importante per mantenere l'equilibrio ormonale e la funzionalità immunitaria; buon antidepressivo, trasforma proteine e carboidrati. Si trova: patate, noci, cereali integrali, uova, carote, cavolfiori, peperoni, nocciole banane, cime di rapa, spinaci, cavolo … migliora l'umore, supporta l'efficienza dei neurotrasmettitori, gestisce la sintesi ormonale!

B8 - Biotina (idrosolubile): normalizza i livelli di zucchero nel sangue, rinforza i muscoli e salva la pelle. Importante perché partecipa al metabolismo proteico e alla sintesi degli acidi grassi e del glucosio. Si trova: funghi, tuorlo d'uovo, carote, spinaci, fagioli, pomodori, lenticchie, piselli, mandorle. … controlla i picchi glicemici!

B9 - Acido folico (idrosolubile): salva le cellule ed è fondamentale nella formazione dei globuli rossi. Si trova: lievito di birra, carciofi, asparagi, spinaci, agrumi, lattuga, soia, fegato di vitello.

B12 - Cobalamina (idrosolubile) … contenuta solo nei cibi di origine animale; viene distrutta dalla luce o da sostanze troppo acide o alcaline, dal fumo, dall'alcol: rivitalizza il cervello, stabilizza l'umore, rinforza l'apparato scheletrico. Agisce in sinergia con l'acido folico in molti processi organici. Una sua carenza rende difficile la funzionalità nervosa: torpore ai piedi, formicolio e senso di bruciore. Ad una sua carenza sono legati disturbi psichiatrici anche molto gravi nonché irritazioni ai nervi dell'occhio e degli arti. I segnali sono precisi: depressione o confusione mentale, lingua liscia e rosa, reazioni diarroiche e anemia. Dopo una certa età, con il calo della secrezione del fattore intrinseco nelle cellule delle pareti dello stomaco, si riduce la capacità di assorbimento di questa vitamina, Si trova: salmone, tonno, ostriche, sardine, mozzarella, pesce spada, fegato di manzo, uova, latte intero, emmental protegge le cellule nervose, il sistema nervoso periferico, mantiene sani e attivi i neuroni … svolge un'azione rivitalizzante sul cervello!


TTENZIONE, una loro carenza può causare non solo sintomi fisici fastidiosi, ma anche importanti alterazioni di alcune funzioni fisiologiche; tale carenza non passa mai inosservata, si fa sentire immediatamente a livello energetico; un'assunzione corretta difende dallo stress negativo e spazza via ogni tossina dagli organi emuntori ... garantisce la fisiologica funzionalità dell'intero organismo; “occhio” quindi, a questi segnali: stanchezza, inappetenza, dolori diffusi, umore ballerino, crampi addominali e muscolari … aumenta il tuo benessere con i cibi giusti, fanne scorta con una corretta alimentazione privilegiando sempre i prodotti di stagione! RICORDA, evita caffè e alcol perché provocano una eliminazione esagerata di magnesio e, soprattutto, riducono l'assorbimento di molte vitamine (il troppo stroppia sempre!). Anche se il vino rosso è ricco di bioflavonoidi, come il resveratrolo che proteggono i vasi sanguigni, va sempre assunto con moderazione perché danneggia soprattutto il fegato: gradazione moderata e al massimo mezzo litro al giorno bevuto ai pasti. Cerca di assumere, piuttosto, acqua ricca di magnesio e mangia con una certa continuità riso integrale, ortaggi verdi, fagioli e banane (da evitare in caso di insufficienza renale seria). Il composto nutrizionale specifico per un affaticamento diffuso, oltre al magnesio, è la vitamina C (agisce sulle difese e favorisce l'utilizzo dell'energia a livello cellulare) e la vitamina B1 (trasforma gli zuccheri e i grassi in energia … la sua attività è resa possibile dal magnesio).


li effetti benefici della Vit. C sono noti da tempo: protegge i fagociti contro lo stress ossidativo (squilibrio fisiologico tra assimilazione ed eliminazione di sostanze chimiche ossidanti). Ogni trattamento deve sempre essere in funzione delle caratteristiche del soggetto e adeguato all'intensità dello stress. Mai dimenticare l'assunzione di cibi specifici che tengono in forma il cervello: pesce azzurro, avocado, curry, barbabietola, uovo, frutti di bosco, kiwi, broccoli, pomodori. Attenzione invece agli alimenti ricchi di tiramina che, stimolando la secrezione di catecolamine (dopamina, adrenalina, noradrenalina), possono scatenare una vera e propria crisi neurovegetativa, colpire con scariche piuttosto violente il cervello (formaggi stagionati, vino rosso, patate, cavoli, uva, tonno … alimenti che fan bene ad altri organi, ma poco - se in eccesso - all'apparato cerebrale). 
Mangia sempre cibi con proprietà “potenti”, ma soprattutto perché hai fame, per sentirti meglio, per nutrirti, per aiutare il metabolismo ad elaborare estrogeni, per far funzionare il tuo corpo alla perfezione, per regolare gli ormoni che ti fanno sentire forte, bene ora, adesso e domani, non per riempire dei vuoti esistenziali, perché sei annoiato o stressato.!!! Una cosa comunque è certa che una alimentazione “sobria” riduce lo stress ossidativo diminuendo non solo la produzione di radicali liberi, ma anche la loro eliminazione enzimatica. Attenzione, nei periodi di forte stress è possibile cadere nella tentazione di modificare le proprie abitudini alimentari a vantaggio di certi zuccheri semplici che vengono assorbiti più velocemente causando fastidiosi e dannosi picchi glicemici. Anche se alcune sostanze danno una soddisfazione nell'immediato, prima o poi ti tireranno per la “cinghia”, “lieviteranno” in ogni punto del corpo stressandoti … l'ago della bilancia, allora, non avrà nessun riguardo, ti chiederà il conto con tutti i sospesi!!!


e emozioni controllano i vari ormoni attraverso cambiamenti biochimici nel sistema nervoso centrale e periferico. Lo stress, per esempio, è accompagnato dalla produzione di sostanze chimiche cerebrali che possono metterci in allerta o, a seconda dei casi, prepararci alla fuga, mentre il piacere ne libera altre che ci tranquillizzano e ci calmano (vedasi rispettivamente cortisolo, adrenalina, serotonina, dopamina, ossitocina, estrogeni). Per assicurarsi un certo benessere generale, però, non è sufficiente sperare di ricevere qualche “pacca occasionale sulle spalle”, ingurgitare un “integratore”  consigliato, mangiare di tanto in tanto in modo sano, fare sport solo perché non si vuole più la pancetta. La salute è sempre influenzata da molti fattori: geni, atteggiamenti, modi di fare, stili di vita, condizioni ambientali ed economiche … caratteristiche e qualità che possono essere facilmente intaccate dallo stress. Non dobbiamo mai scordare che per chi lotta, da tempo, contro uno stress serio (cronico) gli riesce più facile trasformarsi in un perfetto pessimista riguardo la soluzione dei suoi conflitti in generale, boicottare o "accelerare" il percorso terapeutico, scegliere di pasticciare ogni cosa per uscire più velocemente dal tunnel della sofferenza… la luce, purtroppo, non è mai nitida o troppo vicina per chi vede il bicchiere sempre mezzo vuoto. Ogni cosa utilizzata per far fronte a tale esperienza deve essere messa in campo con una certa malleabilità e onestà, con profondo interesse, rispetto e continuità. Fare più movimento, come abbiamo più volte sottolineato e documentato scientificamente, è un'altra strategia vincente per rigenerarsi. Qualunque tipo di esercizio fisico, se realizzato con una certa costanza e continuità, aiuta a sentirsi meglio. L'esercizio normale, quello senza fatica, rinforza il cuore, abbassa il ritmo cardiaco, tonifica i muscoli, stimola la circolazione corporea e cerebrale, aumenta il metabolismo e brucia le calorie. Sono proprio queste le cose che ci fanno sentire e apparire al meglio. Non barare e non cercare scorciatoie!!! 


l tipo di esercizio fisico deve essere scelto in base alle proprie risorse, capacità e condizioni fisiche … mai essere impulsivi o troppo competitivi. All'inizio ogni esercizio, non essendo abituati, richiede impegno e un nuovo adattamento fisiologico … sarà percepito, quindi, come una cosa impegnativa, diversa dal solito, strana, difficile e faticosa da realizzare. Per essere efficace l'esercizio fisico deve essere ripetuto più volte alla settimana. La parola d'ordine, comunque, è sempre quella: allentare ogni tensione e imboccare il vicolo del buon umore ... un vivere “felice” e meno tormentato ... faccio una cosa per me, solo per me! Oltre all'esercizio e all'alimentazione sana, esistono alcune mosse vincenti, vecchie e nuove, che non solo possono ridurre lo stress, ma anche renderci più rilassati e felici: dormire a sufficienza, eliminare i cibi non sani, avere un animale domestico e una “tana” tutta colorata con tante piante verdi o fiorite, circondarsi di persone che, senza chiederci lo “scontrino”, ci incoraggiano a dare il meglio di noi stessi, ci aiutano a limitare l'esposizione agli agenti intossicanti e, soprattutto, stimolano a divertirci … godere delle cose più semplici. Un “minuto” al giorno può aiutarci a diminuire lo stress. La respirazione profonda, ad esempio, può essere praticata ovunque, a casa in ufficio, per strada, e ogni volta che si avverte il bisogno di calmarsi e di ritrovare il proprio equilibrio. Ecco come fare: inspirare profondamente dal naso, trattenere il respiro per circa 3 secondi, quindi espirare dalla bocca, soffiando con decisione come se si volesse spegnere una candela.


ipetere finché ce n'è bisogno … finché l'apparato respiratorio si allenta, quel parametro fisiologico diventa permanente!!! Si ricorda che la respirazione profonda, oltre a rinforzare alcune funzioni fisiologiche, distoglie l'attenzione della persona dal rimuginare continuo ed inutile, e da qualsiasi situazione stressante, attirandola appunto su una funzione automatica … sul respiro. Questo tipo di respirazione non è solo piacevole (perché ritmica), ma anche capace di ricaricare nel tempo l'intero organismo e di alleviare due sintomi temporanei di stress, come l'accelerazione del battito cardiaco e l'affanno respiratorio. Non vano sottovalutati le passioni e gli hobby, come ad esempio l'esercizio del giardinaggio; non è solo un'attività fisica salutare che unisce alla natura, ma ricambia con importanti soddisfazioni coltivando qualche prodotto gustoso, fresco e incontaminato in proprio, magari sul davanzale o, per i più fortunati, sul balcone … si possono scoprire un'infinità di segreti importanti … riflettere sui ritmi e relativi cambiamenti che accompagnano la “vita” stessa. Anche se si vive in un appartamento, documentandosi, si possono coltivare profumate erbe aromatiche e saporiti pomodori. Un allenamento che ci consente di affrontare, attraverso specifiche conoscenze, le sfide stagionali e, soprattutto, contenere i piccoli stress quotidiani. Nei primi tempi forse la produzione, per mancanza di esperienza, sarà scadente, ma nel tempo, facendo tesoro dell'esperienza direttamente sul "campo", potrà essere soddisfacente e, magari, sufficiente per un consumo familiare.


Oligoelementi


li oligoelementi - minerali contenuti in minime quantità nel corpo se usati nel modo adeguato - svolgono una funzione fondamentale per il nostro organismo: contribuiscono al corretto sviluppo, alla crescita, contrastano disfunzioni fisiologiche e umorali. Essi sono elementi chimici presenti in piccolissime quantità nel nostro organismo, diversamente da altri che sono presenti invece in quantità elevatissime all’interno dell'intera struttura corporea. Sono importanti, fondamentali per lo sviluppo e la crescita del nostro organismo; riequilibrano - se presi con una certa continuità - molte delle funzioni basilari, oltre a contrastare anomalie fisiologiche e umorali (min. 2 mesi e, se necessario, integrarli con altri elementi in modo da sviluppare una corretta sinergia). Gli oligoelementi hanno la funzione di attivare alcuni processi metabolici, quindi di favorire o migliorare lo stato di salute quando questo è compromesso dal cattivo funzionamento di organi che, per una qualsiasi ragione, non siano più in grado di svolgere in maniera normale alcune funzioni importanti. Se un organo presenta solo anormalità funzionale e, quindi, non è danneggiato, ma semplicemente “rallentato” da un cattivo equilibrio, l’assunzione di piccolissime quantità di microelementi può migliorare sensibilmente la sua funzionalità, risolvere completamente il problema in atto … migliorare lo stato di salute dell'intera struttura psicosomatica in maniera continuativa se non definitiva. Non bisogna dimenticare che il nostro organismo, per 'digerire' i radicali liberi (i radicali liberi provocano mutazioni genetiche, alterano il metabolismo, ostacolano la diffusione delle sostanze nutritive nei tessuti ... sono, a dir poco, un veleno invisibile e gettano scompiglio ovunque vengano prodotti), man mano che questi vengono prodotti, magari da una alimentazione scorretta, deve attivare alcuni oligoelementi come il selenio, lo zinco, il rame, il manganese. Questi preziosi minerali, hanno dunque un ruolo importante nel limitare le lesioni ossidative.

Rame – Oro – Argento (aiuta il sistema immunitario … ad uscire dalla convalescenza, dall'astenia … a rimettersi in carreggiata).

Manganese – Cobalto – Litio – Fosforo – Magnesio (antispasmodico … calmante … diuretico … utile per attacchi di panico e tratti depressivi).

Integratori

Magnesio (migliora l’umore e riduce lo stress … vedere la sinergia);

Vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6, B8, B9, B12: proteggono il sistema nervoso e contrastano gli effetti dello stress).


Fitoterapia

Ficus carica (MG): utile in tutte le manifestazioni caratterizzate dal fenomeno ritmico (sonno-veglia, anoressia-bulimia, tachicardia, crampi muscolari, sindrome premestruale … disagio psichico);

Betulla verrucosa (MG semi): stanchezza e stress mentale;

Prugnolo (MG): tonico, stimola il sistema immunitario e rinforza quello nervoso.

Eleutherococcus S. (TM) (astenia fisica, psichica, intellettiva e sessuale).


Omeopatia

Nux vomica (se il fenomeno stressogeno si manifesta con rabbia ed irritabilità ... affaticamento psico - fisico);

Coffea (se è presente l’insonnia).

Lycopodium (quando manca la fiducia).


TTENZIONE, sotto stress ‘negativo’, a lungo termine, ovvero quello cronico che fa ammalare, l’omone tiroideo accelera il metabolismo: il corpo brucia velocemente le sostanze per produrre più energia. Nel contempo si è agitati, esauriti, scossi per un non nulla e intolleranti al caldo. Si tende a perdere peso oppure a ingrassare se si carica eccessivamente la tiroide di troppe calorie e l’insonnia fa la sua comparsa.

NON UTILIZZARE QUESTE SOSTANZE SENZA UNA DIAGNOSI PRECISA O IL PARERE DI UN PROFESSIONISTA QUALIFICATO. QUESTI ESEMPI RIENTRANO - COME TUTTI GLI ALTRI ARTICOLI PUBBLICATI - IN UN PROGRAMMA INFORMATIVO ED EDUCATIVO, NON PRESCRITTIVO … per chi è curioso e vuole liberamente approfondire, di volta in volta, i vari argomenti trattati ... TALE ELENCO, INFATTI, PER NIENTE ESAUSTIVO, E' RIVOLTO A STIMOLARE ULTERIORE CONOSCENZA, AD ESSERE - SE LO SI VUOLE - PIU' PREPARATI, CONSAPEVOLI, RESPONSABILI E, SOPRATTUTTO, ATTIVI NEL GESTIRE LA PROPRIA SALUTE … SAPERE COSA SI VUOLE E, SOPRATTUTTO, FAVORIRE IL DIALOGO CON LO SPECIALISTA IN MANIERA APPROPRIATA E PIU' VANTAGGIOSA POSSIBILE PER ENTRAMBI.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore informativo ed educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
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