mercoledì 30 marzo 2016

Le SCELTE sbagliate …






Le scelte  sbagliate …

                     
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Lo scopo di prendere FALSE decisioni è di “evitare”, semplicemente,  quelle concrete … VERE, vantaggiose e produttive. Possono apparire spesso come cose reali ma non lo sono mai … a lungo andare “convincono” la vittima di aver compiuto decisioni buone e reali. In realtà, ostacolano sempre un processo decisionale reale … bloccano inevitabilmente il progetto nel suo impegno vero e genuino. Ci sono molti individui che non riescono a comprendere - al di là del quadro clinico masocjhista - perché falliscono ripetutamente quando prendono decisioni. Molte delle sofferenze e infelicità della vita quotidiana derivano da questo fenomeno non riconosciuto. La paralisi, l’indebolimento dell’impegno e l’evitare sentimenti in conflitto tra loro sono tutte forme di indecisioni. Possiamo usare, con molto garbo e con grande abilità, una o più varietà di false decisioni per raggirare o schivare quelle vere. Sono davvero in molti quelli che, con grande astuzia e abilità,  le fanno apparire come decisioni reali. Blocchi e contrastanti forze affettive, fenomeno di seguito descritto, producono sempre scelte sbagliate: sostituti artificiali e scadenti delle decisioni reali.

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Il procrastinare viene spesso usato come sostituto di una attesa sana e costituisce una falsa decisione. Sappiamo quasi sempre quando abbiamo a che fare con un’attesa negativa, perché:

1.     la tattica dilatoria è usata ripetutamente occasione dopo occasione;

2.   per tutto il periodo dell’attesa non si verifica nessuna crescita, nessuna chiarificazione ulteriore o cambiamento reale;

3.     non si giunge ad una conclusione positiva;

4.   la persona che prende una falsa decisione, malgrado una certa apparenza di attività, non dà nessun contributo per fare in modo che si verifichi un cambiamento reale, ma si limita “a aspettare che qualcosa salti fuori”.


Le persone che utilizzano questo processo di false decisioni sono spesso immobili fino alla paralisi.
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Ambivalenza: l’incapacità di scegliere. L’ambivalenza va spesso di pari passo con il rinvio, e con “l’attesa che qualcosa salti fuori, come il coniglio dal cilindro del prestigiatore”. Siamo tutti ambivalenti a volte. Gran parte della nostra maturità è costituita dalla capacità di abbandonare alcuni dei nostri desideri e di assegnare una priorità in modo da portare a termine un’azione decisiva. Ma spesso utilizziamo i nostri sentimenti confusi come un sistema per evitare una scelta reale quando “svolazziamo”, come una farfalla da fiore in fiore, da una falsa decisione a un’altra, o quando ci sottraiamo del tutto alla decisione perché “tutte le possibilità sono così buone e nutrienti” o perché “nessuna di esse è abbastanza valida”.

zioni impulsive. Le “scelte” prese d’impulso non sono affatto decisioni. Esse generalmente provocano disastri più o meno grandi, a seconda del problema in questione (affettivo, lavorativo, sociale, educativo), e sono quasi sempre dei tentativi di superare uno stato di inerzia profonda. E le azioni impulsive non sono assolutamente decisioni reali perché sono l’antitesi della libera scelta. Diversamente della scelta reale esse sono sempre basate su uno stato di ansietà, abitudine, paura dell’ignoto e odio verso se stessi.
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Lasciare che decida  qualcun altro: una dipendenza impropria. La maggior parte di noi si è trovata in questa condizione, e molti vi si trovano coinvolti di frequente. Ma vi sono persone che hanno inconsapevolmente, alienato vasti settori della loro vita mediante questa forma di falsa decisione. Scambiando il diritto di fare le proprie scelte, e di affermare le proprie opinioni con una falsa “tranquillità o pace”  allenano alcuni tratti della personalità a delegare, a vivere in “scelte” sbagliate.

ndare contro corrente. Questa è un’altra forma di dipendenza, anche se si esprime in maniera più delicata, più sottile. Ci sono persone che decidono sempre di fare il contrario di quello che fanno, o sembra che facciano gli altri. Sono individui “controllati” da una forma di ribellione ossessiva, che spesso ingannano se stessi e, naturalmente, gli altri, pensando di essere in grado di prendere decisioni autonome, libere e spontanee, per il fatto che vanno sempre come il salmone contro corrente,  contro le mode del momento. Naturalmente, non sono nulla di tutto ciò: essi non riescono a prendere una decisione fino a che non lo fa qualcun altro in modo da sapere qual è la strada contraria da imboccare. Dipendono dagli altri tanto quanto il più banale conformista, e sono inoltre privi della fiducia in se stessi necessaria a mettersi in comunicazione con i propri sentimenti. La loro dipendenza sotterranea produce un gran odio di sé, e la falsa espressione di un rigido atteggiamento ribelle non è che un tentativo di eludere tale odio camuffando lo stato di dipendenza. Purtroppo l’odio verso se stessi si perpetua in questo modo, in quanto l’ostentazione ossessiva di dipendenza è di fatto soltanto un’altra forma di dipendenza. Naturalmente l’uso costruttivo delle opinioni altrui può essere prezioso, nella misura in cui  non permettiamo a noi stessi di farci sopraffare da persone troppo convincenti, o di venire persuasi a ignorare i nostri sentimenti e i nostri desideri. Se compiamo una scelta dopo un attento esame dei nostri sentimenti e priorità, così come delle opinioni altrui, probabilmente stiamo prendendo una decisione reale.

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Tenere i piedi su due staffe. L’impegno e una completa, positiva realizzazione della decisione che avete preso sono praticamente sinonimi, perché la realizzazione di un obiettivo esprime sempre un impegno autentico. Perciò, qualunque decisione che porti a tenere un piede nella stanza e uno fuori dalla porta in primo luogo non è una decisione. Cercare di soddisfare tutte le opzioni nello stesso momento senza rinunciare a nessuna di esse può sembrare una decisione, ma in realtà è un modo per evitarla.

uardarsi indietro, andare con i piedi di piombo Guardarsi indietro, andare con i piedi di piombo, o rimuginare continuamente su quello che avrebbe potuto essere se si fosse scelta un’altra strada è una caratteristica costante di un processo decisionale falso. Anche se la persona che ha preso una falsa decisione può stabilire di aver fatto il contrario e può andare avanti con questa convinzione, il rimuginio ossessivo indica una carenza fondamentale di impegno emozionale verso la decisione stessa. Gli sguardi all’indietro sono tentativi di portare altre opzioni in primo piano, in modo da annullare la decisione che si suppone di aver presa. Inoltre, guardarsi indietro e andare con i piedi di piombo sono generalmente l’attenzione di un desiderio e di una convinzione infantili per cui possiamo aver tutto quello che vogliamo, cioè che tutte le opzioni possono essere soddisfatte nello stesso momento.


utti noi, almeno in una certa misura, soffriamo del peso delle scelte sbagliate. Ogni volta, però, che compiamo una decisione reale, siamo più padroni di noi stessi. Un processo decisionale autentico produce inequivocabilmente crescita.


e decisioni reali ci mettono in contatto con le nostre risorse interiori. Esse ci coinvolgono in uno sforzo salutare che apporta un senso di soddisfazione e di maggiore stima di sé anche nel mezzo di decisioni molto difficili. Le decisioni reali hanno un profondo “effetto vincolante” che ci dà un senso di solida identità. Qualche volta una decisione autentica può aver luogo molto rapidamente, dando un’apparenza esteriore di impulsività, facendo emergere risorse importanti interiori. I segni di una decisione reale, infatti, sono interni, non esterni. 

nche se le decisioni reali producono un successo interiore, è la crescita interiore, e non il risultato della scelta, che indica la presenza di un processo decisionale effettivo. I rinunciatari e coloro che prendono false decisioni si privano della più importante libertà psicologica che esista: quella di compiere scelte e decisioni. Alcuni credono che oltrepassare le decisioni e il coinvolgimento dia loro la “libertà”, perché evitano l’impegno. Nulla, nulla, nulla e nulla di più falso. Decidere è una prerogativa esclusivamente umana. Soltanto gli esseri umani ricevono il dono della capacità di trascendere i dettami dell’istinto. 



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
  
Bonipozzi dott. Claudio E mail: bonipozzi@libero.it – Tel. 349.1050551

mercoledì 23 marzo 2016

Relazioni …



Relazioni



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a difficoltà di vivere in maniera più o meno “equilibrata” i vari rapporti interpersonali è, sicuramente, un enorme problema umano, a volte davvero invalidante … un fenomeno esistenziale che non è solo la base per una vita produttiva, ma la può rendere completamente serena e felice oppure complicata, faticosa e dolorosa. Nessuno e nessuno, purtroppo, può scappare o trascurare questa complessa situazione relazionale. Un problema umano che fa puntualmente la sua comparsa quando dobbiamo prendere decisioni per noi o per gli altri: fidanzarsi, sposarsi, separarsi, licenziarsi, convivere, scegliere un lavoro …  le occasioni conflittuali sono davvero tante. 


vere una buona consapevolezza di se stessi e saperla usare proficuamente per stabilire e mantenere qualsiasi rapporto affettivo costituisce di solito il fondamento per avere una buona autostima e per rendere efficace il processo relazionale in ogni settore della vita (sociale, lavorativo, culturale, educativo). L’assenza di consapevolezza della propria capacità o incapacità di assumersi una enorme responsabilità e enormi investimenti emotivi può portare a scelte mediocri e anche a false decisioni. Il semplice fatto di essere consapevoli delle proprie motivazioni e delle proprie scelte significa compiere un processo decisionale reale. Nel decidere, ad esempio, se convivere o nel valutare un rapporto affettivo già in atto, è fondamentale porsi alcune domande chiave.
Risultati immagini per narciso Il mettersi insieme si basa su una storia personale in cui si sono condivise liberamente e spontaneamente delle cose per un certo periodo di tempo con coinvolgimento e passione? Ognuno, in base alla propria personalità, è in grado di vivere autonomamente mantenendo la propria unicità ed originalità? O magari il rapporto si basa su una forzatura, una combinazione o su un’infatuazione che offusca completamente il proprio spazio di libero movimento, la naturalezza e la spontaneità? In realtà, se si mettono insieme due quadri clinici caratterizzati da narcisismo, il loro rapporto futuro sarà, a dir poco, un vero calvario: sono soggetti tendenzialmente incapaci di sviluppare legami emotivi importanti, poco sensibili alle esigenze e ai sentimenti del partner ... si aspettano, dagli altri, sempre cose clamorose, favori e trattamenti speciali. Necessitano di un costante bisogno di ammirazione, non sopportano le critiche e di essere messi in discussione: desiderano una costante e continua approvazione … tutto questo per mantenere la propria autostima. Entrambi vorranno essere sempre al centro dell’attenzione, occupare posizioni di prestigio e di potere, sono letteralmente dominati da manie di grandezza e di superiorità. 


TTENZIONE, in queste personalità non mancano i grandi manipolatori: sempre molto pericolosi perché tendono ad annullare l’altro. Nonostante si “muovono” con disinvoltura nel loro ambiente e appaiono socievoli ed estroversi soffrono (non sopportano) nel loro intimo un senso di isolamento angosciante (si sentono soli e depressi). Non riescono a trarre piacere dalle loro attività e sono “controllati” da sentimenti di tristezza, indifferenza e noia. Ma troveranno davvero quello che cercano in ogni relazione? Penso proprio di no! Dubito che ci possa essere un partner, se non con tratti patologici, disposto a rinunciare alle soddisfazioni e ai sogni della propria vita per assecondare tale personaggio. Se ciò dovesse accadere, due “attori” con queste stesse caratteristiche si troverebbero in ogni momento della giornata in situazioni conflittuali e altamente competitive in cui ognuno vorrà essere, a tutti i costi, al centro dell’attenzione: sarà una battaglia all’ultima goccia di sangue … si annulleranno a vicenda. La loro unione, inoltre, diventerebbe una lunga maratona per evitare qualsiasi decisione e responsabilità. Un altro problema particolarmente destabilizzante, a livello lavorativo, o per entrambi i membri di una coppia, è la decisione di “recedere” un rapporto o restare insieme. Di nuovo, risulta utile porsi ancora alcune domande: la decisione di separarsi è dettata da un impulso irrefrenabile o perché il rapporto si è spento, diventato troppo prevedibile, una banale routine, una insulsa abitudine, non diverte più?  Per il quieto vivere si rinuncia a se stessi? O il rapporto è basato su una ricerca continua di perfezione.
Risultati immagini per narcisoD’altronde se la decisione di “separarsi” viene presa dopo una lunga battaglia che mostra come di fatto non vi sia più un rapporto nel nome del dialogo, della passione, dello scambio, della novità e, soprattutto, della scoperta, vi è anche una grande mancanza di priorità comuni e un forte attrito imputabile  a una difficile combinazione di tratti di personalità di ciascun membro, si può dire che tale presa di posizione è basata su una conoscenza di sé autentica e non va mai ostacolata. Vi sono buone possibilità che i soggetti coinvolti in questo rapporto abbiano preso fin dall’inizio una “strada sbagliata”, una falsa decisione fondata su un esame inadeguato della loro relazione iniziale. E con tali presupposti, probabilmente, passata la fase iniziale, il tempo felice trascorso insieme è stato davvero poco … rompere questo “immobilismo” permette di “rinascere” ... risvegliarsi, finalmente!!!

Attenti al “lupo” … a chi si incontra sul proprio sentiero.

Dinamiche relazionali  dei vari quadri clinici

Questa non è una lunga, offensiva, esagerata ed inutile lista di “difetti” umani, ma semplicemente indicazioni utili per comprendere se stessi e chi si ha di fronte: se ci vogliono aiutare, proteggere o ingannare … se possiamo costruire insieme una vita  “importante”, spontanea, autonoma e libera … dare e ricevere.

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Schizoide (SPD). Questi soggetti sono freddi, introversi, diffidenti, distaccati, indifferenti e paurosi: la loro affettività è disturbata e piatta, non hanno amici ... fanno fatica ad entrare in contatto con le persone, si tengono costantemente a distanza di sicurezza dal resto del mondo. Tale difficoltà relazionale si è sviluppata, nel tempo, attraverso rapporti precoci gravemente inadeguati con le figure di riferimento; a volte, con una madre “assente” (senza contatto) o troppo “invadente” (non rassicurante): un’esperienza infelice perché non desiderava quella nascita. Scelgono lavori solitari, difficilmente a contatto con il pubblico. 


on hanno particolari desideri sociali e non sentono alcun bisogno di stabilire legami affettivi, compresa l’attività sessuale (cercherà un partner poco minaccioso, indefinito sessualmente, non coinvolgente dal punto di vista affettivo: masturbazione, materiale pornografico, omosessuale, trans … l’importante che non ci sia intimità, tenerezza ma solo ginnastica sessuale), non provano piacere nelle relazioni strette e non desiderano farsi una famiglia ... i loro rapporti interpersonali, proprio perché non sono mai stati amati, sono sempre superficiali, brevi e tanto meno coinvolgenti (paura di essere ancora delusi) ... un modo curioso, per questi individui, di difendersi da eventuali delusioni affettive. ATTENZIONE, si aspettano sempre dagli altri disponibilità, prestazioni e favori … non solo hanno aspettative esagerate ma pretendono che tutto sia loro dovuto ... il partner, allora, continuamente stressato, tormentato, esasperato, messo alla prova con infantili richieste e prove d’amore, non gli rimane altro che fuggire a gambe levate.


ssessivo – Compulsivo (OCPD). Gli individui con disturbo ossessivo – compulsivo di personalità sono orientati a raggiungere la perfezione … costi quel che costi. La loro esistenza è dominata da inflessibilità, regole da rispettare e, soprattutto, intransigenza … il loro unico obiettivo è tenere tutto sotto controllo, fino all’esasperazione. Disperdono inutilmente energia nel pianificare scrupolosamente ogni aspetto di un progetto, che puntualmente non viene mai “concretizzato” perché meticolosità e precisione portate all’eccesso diventano controproducenti. Passano più tempo a compilare lunghi elenchi di cose da fare che farle realmente. Prendere decisioni, anche le più semplici, è molto problematico per le personalità ossessive, che preferiscono rimandarle continuamente, con il rischio di irritare chi vive e lavora con loro. L’eccessiva prudenza e il continuo controllo alla ricerca di possibili errori causano gravi ritardi nelle consegne di lavoro, molto più dannosi di qualche piccola imperfezione. 


nflessibili in tema di etica, moralità e valori, questi individui sono del tutto privi di elasticità mentale e non ammettono le mezze misure. Questa “scrupolosità eccessiva” li porta a essere critici intransigenti verso se stessi e gli altri. Il senso del dovere esasperato lega questo soggetto al suo lavoro e lo costringe a sforzi incredibili nella speranza di fare sempre meglio. Non ha mai tempo di riposare, non fa mai le cose per il piacere di farle; tutta la sua attenzione e le sue energie vengono assorbite da uno o pochi progetti, il resto della vita professionale e personale è relegato a una posizione di secondo piano. Durante le rare vacanze che si concede, impegna ogni momento della giornata e a nessuno in famiglia è permesso riposare o perdere tempo. Le relazioni con i colleghi di lavoro sono altrettanto squilibrate perché questa personalità tende a una totale deferenza verso le figure che rappresentano l’autorità, oppure ingaggia con queste violente lotte per il potere. Sono individui inflessibili e ostinati anche nei rapporti interpersonali, pensano che il loro modo di fare sia il migliore e si aspettano obbedienza assoluta da parte di chi vive o lavora con loro. Scendere a compromessi è difficilissimo: si irritano terribilmente quando gli altri non seguono alla lettere le loro precisissime istruzioni, hanno difficoltà a delegare la responsabilità ad altri perché si considerano i soli in grado di eseguire bene il lavoro. Le relazioni sentimentali, poi, sono soggette a continue frustrazioni a causa del bisogno di controllo costante, dei continui rimproveri, dell’ingerenza, delle richieste di miglioramento e del bisogno di imporre rigide regole da seguire anche in questo campo. 


l livello di perfezione che pretende questo soggetto provoca rabbia e fa infuriare il partner che lo giudica freddo, rigido e avaro anche nell’esprimere emozioni. Gli ossessivi provano emozioni profonde che non riescono ad esprimere e probabilmente si sentono a disagio quando incontrano persone più estroverse di loro, ma esiste un mondo segreto in loro, dolce, sentimentale e nostalgico: a teatro, al cinema, leggendo un libro o ascoltando musica piangono in silenzio, ma si irrigidiscono come se fossero dietro un vetro impenetrabile quando le emozioni affiorano in superficie. Anche nelle relazioni intime sono inibiti, in qualche modo “trattenuti” e raramente si lasciano andare a complimenti, esprimono affetto, tenerezza o calore. ATTENZIONE, queste persone sono parsimoniose anche quando non è necessario, si limitano negli affetti, e senza ragione nelle spese, in ciò che decidono di dare agli altri e in ciò che permettono loro di spendere. Tutto questo deriva dal bisogno infantile di mostrarsi perfetti e meritevoli d’amore nei confronti di genitori vissuti come troppo esigenti oppure eccessivamente  lontani … un clima familiare persecutorio, colpevolizzante e  non gratificante.


strionico (HPD). Qui abbiamo a che fare con una personalità piena di entusiasmo, impulsiva (ira, pianto), espansiva, esibizionista (funzione conrodepressiva), egocentrica e apertamente seduttiva (strategie adottata fin da piccoli - quando venivano svalutati e rifiutati - per ottenere l’attenzione dell’adulto; per evitare la svalutazione), ma rischia di allontanare gli altri a causa del bisogno di dominare la scena e di essere costantemente al centro dell’attenzione. Tende a manipolare gli altri  per avere più attenzione e nel tentativo di evitare la disapprovazione sociale Nonostante tutte queste caratteristiche, temono fortemente la solitudine e sono terrorizzati di fronte ad un’eventuale separazione. Le persone con questo quadro clinico superano di gran lunga tutti gli altri nella capacità di conversare amabilmente e di avere sempre una battuta pronta, nel modo teatrale di raccontare storie, nell’essere seduttive o apertamente provocanti e nella ricerca del pericolare che dimostrano in abiti, trucco e cura della persona. Queste persone hanno una grande carica emotiva che esprimono in modo rapidamente mutevole, passando dalle emozioni più intense a quelle più fredde ... atteggiamenti rivolti sempre a controllare e soggiogare gli altri. La teatralità del loro comportamento le rende frivole e superficiali agli occhi degli altri, anche quando sono profondamente coinvolte … le loro relazioni sono precarie.


i irritano se non ricevono sufficientemente attenzione, tendono a considerare le relazioni più intime di quanto siano in realtà, familiarizzano troppo in fretta e a volte in situazioni inappropriate: considerano, ad esempio, conoscenze casuali o colleghi di lavoro come amici intimi. Il comportamento apertamente seduttivo delle personalità istrioniche ha un significato più sociale che sessuale, ma non sempre l’interlocutore coglie la differenza. Possono pensare che gli altri facciano loro delle avance quando non ne hanno nessuna intenzione, con il risultato di creare situazioni imbarazzanti o inventarsi presunte molestie sessuali. L’istrionico può avere difficoltà a stringere amicizie con persone dello stesso sesso a causa della competitività e della gelosia che sente inevitabile in ogni rapporto; il suo atteggiamento sessualmente provocatorio inoltre tiene lontano gli amici che non vogliono farlo incontrare con i propri cari. Questi individui sono facilmente eccitabili e amano le novità, si innamorano facilmente ma si annoiano altrettanto presto del partner. Bruciano in fretta relazioni appassionate per la paura di impegnarsi e per timore dell’intimità emotiva. La persona con tratti istrionici non ama la cura dei dettagli né i lavori pesanti, noiosi o ripetitivi. L’instabilità del suo carattere si riflette anche nelle scelte di lavoro: si impegna in nuovi progetti con grande entusiasmo, per poi perdere interesse velocemente. La continua ricerca di novità e fonti di eccitazione e di gratificazione immediate rende impossibile l’impegno a lungo termine nella carriera: mette più energia nel sopraffare i colleghi che ne portare a termine il lavoro.

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Dipendente (DPD).  In questi soggetti manca completamente la capacità di vivere in maniera completamente autonoma: necessitano di continue cure, approvazione, rassicurazione e supporto emotivo da parte di altri. Appaiono sempre bisognosi, sottomessi e indifesi. Fare scelte, prendere decisioni, importanti o banali, è davvero difficile per chi ha una personalità dipendente. Preferisce delegare ad altri le proprie responsabilità dato che non sa decidere nemmeno con quale partner stare, dove vivere, quale tipo di lavoro cercare, che abito indossare, cosa mangiare, come educare i figli. Demandare agli altri le proprie scelte impedisce a queste persone di prendere posizioni, di assumersi anche le responsabilità minime richieste dall’età e permette loro di continuare con atteggiamenti infantili che creano dipendenza e senso di inadeguatezza. Sono totalmente “impacciati” nell’agire in modo autonomo - sempre dominati da una profonda convinzione di disistima e incompetenza in ogni cosa che fanno - che le persone intorno sentono il dovere di forzarle ad agire.


er non creare troppo aspettative  alle persone circostanti, nascondono le proprie capacità, tendono a delegare i loro compiti. Si limitano nelle possibilità di fare carriera sul lavoro perché rifiutano ruoli che richiedono capacità decisionali e responsabilità … le loro potenzialità, e ne hanno davvero parecchie, rimangono sempre inespresse. Si accontenta di una cerchia alquanto ristretta di relazioni sociali, ma evita a tutti i costi di rimanere isolato perché da solo si sentirebbe profondamente a disagio e in ansia … limita i suoi rapporti alle poche persone da cui solitamente dipende. Questi soggetti vengono letteralmente sconvolti dalla fine di una relazione importante. La loro prima reazione potrebbe essere quella di “attaccarsi” senza riflettere al primo arrivato. Un atteggiamento simile porta a scelte sbagliate, come legarsi a persone che approfittano di questa debolezza e sono riluttanti a offrire sostegno o non ne danno affatto. Eventuali critiche nei loro confronti hanno un enorme impatto sull’autostima perché non fanno altro che confermare l’opinione già negativa che hanno di sé. Sono passivi, sottomessi, schivi e temono le separazioni più di ogni altra cosa … essere abbandonati da chi sostiene sarebbe così atroce che non si permettono nemmeno di esprimere un dissenso nei suoi confronti, anche quando sono in netto disaccordo con i suoi consigli, né si sentono liberi di esprimere la rabbia quando vengono apertamente provocati. Sono disposti a fare cose spiacevoli e degradanti, a sopportare violenze e soprusi pur di avere qualcuno che si prenda cura di loro.

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Evitante (APD). Drammatica e invalidante inibizione sociale, con sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità ai richiami e ai giudizi negativi. E’ profondamente vulnerabile, la sua sensibilità al rifiuto è estrema, il più banale rimprovero lo ferisce in profondità. Soggetti estremamente timidi, ipersensibili alla critica, temono l’umiliazione e il rifiuto: si sentono inadeguati e inibiti a causa di questo loro stato esasperato. L’idea di poter dire o fare qualcosa di sbagliato li spaventa terribilmente e, nel contempo, evidenziare la loro paura provoca un’ulteriore angoscia invalidante. Gli incontri sociali, pur desiderando di avere amici, sono  per loro incubi da evitare ad ogni costo … sono letteralmente terrorizzati al solo pensiero di incontrare gente e nel fare cose nuove. Si comportano in questo modo perché sono convinti che gli altri siano critici, esigenti, impossibili da soddisfare o accontentare. Hanno una paura esagerata di essere visti come inadeguati e nel mostrare imbarazzo: temono di non essere in grado di controllare le funzioni corporee … sperimentano un sentimento di vergogna e paura ogni volta che devono rivelare elementi intimi personali. 


n atteggiamento che questo soggetto - essendo sempre ipercritico e con bassa autostima - riserva comunque in ogni occasione a se stesso. La preoccupazione eccessiva per il proprio stato trasforma ogni piccolo contatto interpersonale in una grande sfida … appare maldestro, goffo e socialmente inetto, si sente difettoso fisicamente o mentalmente. Tutto ciò porta all’isolamento: una vita vuota e insignificante. Gli impegni scolastici e lavorativi, proprio per il timore di critiche o disapprovazione, sono insostenibili e cerca continuamente scuse per disertarli il più possibile. E’ probabile che questo tipo di soggetto instauri un legame affettivo, ma solo con familiari o quando è il partner a prendere l’iniziativa, il bisogno di autoconsapevolezza si estende fino alla preoccupazione riguardo la propria attrattiva sessuale e le prestazioni in grado di fornire: nel maschio il rischio è che si presentino problemi a livello di eccitazione sessuale o eiaculazione precoce, mentre per la femmina può essere presente la difficoltà di eccitazione … in entrambi, comunque, è presente un forte sentimento di vergogna per il proprio corpo nudo e, quindi, consolida ulteriormente la convinzione, il loro desiderio di evitare il più possibile i rapporti sessuali.

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Borderline (BPD). Instabilità nei rapporti interpersonali, mutevolezza nello sviluppo degli effetti, caoticità delle emozioni e dell’immagine di sé. Conducono una vita estremamente intensa e tumultuosa, con attimi splendidi e tremendi, con cambiamenti rapidi e drastici dell’umore e dell’atteggiamento nei confronti degli altri. Alternano momenti in cui idealizzano il loro partner ad altri in cui pensano che sia il rifiuto peggiore dell’umanità. Questo cambiamento repentino di opinione in genere segue a un comportamento del partner ritenuto deludente perché prova del fatto che i propri desideri e bisogni non sono tenuti in considerazione. Questi soggetti sono letteralmente terrorizzati dall’idea dell’abbandono, sono disposti a tutto per evitare una separazione, sono ipersensibili a ogni minimo segnale di rifiuto … conducono relazioni caotiche e contraddittorie, i sentimenti provati nei confronti delle persone significative, invece, oscillano tra totale dipendenza e profonda ostilità. Il loro terrore maggiore è quello di essere abbandonati o sopraffatti nei rapporti intimi. 


eagiscono in modo eccessivo di fronte a un cambiamento di programma inevitabile, si disperano e inveiscono con rabbia se qualcuno annulla un appuntamento o arriva con qualche minuto di ritardo. Instaurano molto in fretta relazioni troppo serie, raccontano dettagli intimi della propria vita, manifestano un rapporto di grande dipendenza persino “appiccicoso”, che spaventa il potenziale partner e porta a quel rifiuto tanto temuto. Quando sono delusi provano una rabbia intensa, si sentono inutili, vuoti, possono agire in modo impulsivo e stravagante. La dinamica relazionale, appena descritta, è messa in atto ripetutamente da questi soggetti, con il risultato di provocare una dolorosa serie di “delusioni” sentimentali, spesso seguiti da tentativi di suicidio o altri comportamenti auto o eterodistruttivi. I brevi momenti di grande felicità sono isole in un mare di tristezza, agitazione, rabbia e risentimento. I drastici cambiamenti nella percezione di sé conducono questi individui a ripensamenti continui nella carriera, nei progetti da perseguire, nei valori da rispettare e negli amici da frequentare. 


uesti soggetti tendono a sabotare il proprio successo quando è al punto di raggiungere importanti obiettivi, per esempio può abbandonare la scuola qualche mese prima del diploma o rovinare una buona relazione quando sembra possa durare nel tempo. Vanno in collera se rifiutati, poi si sentono colpevoli e provano vergogna perché questi scatti d’ira li spingono a fare del male a se stessi o alle persone che li hanno delusi. L’impulsività caratterizza ogni comportamento borderline, dall’abuso di sostanze al mangiare smodatamente, dalla promiscuità sessuale alla guida spericolata, dal gioco d’azzardo alle spese che non può permettersi. Il dolore fisico è ricercato come mezzo per distrarsi dalla sofferenza emotiva: si taglia o si procura bruciature sulle braccia nel tentativo convulso di venire a patto con la rabbia, la disperazione e la sfiducia …. si sente vuoto e annoiato, non tollera la solitudine ... personaggi spesso descritti come difficili, sgradevoli, con comportamenti autodistruttivi, considerano gli altri responsabili delle loro difficoltà, dei loro problemi. Questa grave confusione interiore diventa particolarmente acuta quando questi individui sono lasciati a se stessi, questo spiega in parte la difficoltà, se non addirittura il panico, a tollerare la solitudine, e la loro ricerca frenetica di relazioni, sulle quali, prima o poi, altro non fanno che riversare la loro angoscia e i loro conflitti … mettendo in fuga l’interlocutore.

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Antisociale (ASPD).  Inosservanza e continua violazione dei diritti altrui. Comportamento irresponsabile scarsa attenzione per i diritti degli altri. Questi soggetti hanno una vita tumultuosa con cambiamenti improvvisi nelle relazioni sentimentali e nel  lavoro … si lasciano facilmente coinvolgere in attività illecite come furto e spaccio di droga. Quando questo disturbo si trova in forma leggera può essere confuso con il quadro clinico istrionico e narcisistico. Se non ottengono quello che vogliono si irritano e diventano aggressivi, suscettibili e mostrano scarsa tolleranza alla frustrazione … non hanno paura e non temono la punizione. Un soggetto sempre indifferente e incurante della propria sicurezza e di quella degli altri., si lancia in sfide estreme, pratica sesso non protetto, anche sapendo del rischio e della pericolosità che corre in quel particolare rapporto,  fa uso di droghe pesanti e si dedica ad attività criminali pericolose. E’ spesso una figura arrogante, pensa che tutti lo considerano il “numero uno”


rende solitamente le decisione d’impulso, irresponsabili e senza tenere conto delle conseguenze. Usa fascino e carisma per manipolare, ingannare e raggirare gli altri. Si comporta in modo irresponsabile anche negli affari, compila male gli assegni, non fa fronte ai debiti, … rimane, comunque, in ogni caso, sempre indifferente alle conseguenze del suo comportamento. Avendo il sospetto o aspettandosi di essere aggredito o sfruttato dagli altri continuamente colpisce per primo per prevenire ogni eventuale mossa. Giustifica ogni sua azione con pronte razionalizzazioni, disprezza le sue vittime per essere state stupide, superficiali e indifese, sostenendo a propria giustificazione: “Stai tranquillo che se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto sicuramente un altro”. E’ come se non avesse nessuna coscienza, senso di colpa, rimorso per le sofferenze che infligge. Come i soggetti appartenenti al disturbo narcisistico, possono assumere atteggiamenti in generale offensivi nei confronti degli altri (svalutanti e denigratori), ma mentre questi ultimi difficilmente arrivano a infliggere consapevolmente sofferenza (fisica o psichica), gli antisociali manifestano comportamenti aggressivi, che determinano anche gravi atti di violenza.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

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