venerdì 14 novembre 2014

-DEPRESSIONE. Il male oscuro.

DEPRESSIONE … il male oscuro

Risultati immagini per depressione nei dipinti



on la parola depressione si intende, nell’uso comune, quel particolare stato dell’umore che con varie sfumature è detto anche tristezza, abbattimento, sconforto e disperazione. Essa è senza alcun dubbio un fenomeno universale e profondamente umano. Ogni individuo, in qualche momento della sua vita, dall’infanzia fino all’età più avanzata, può sentirsi triste, privo di slancio, incapace di provare piacere, portato a ritirarsi dai rapporti interpersonali. Questo particolare stato d’animo penoso può durare un tempo breve, spesso solo poche ore, quando tale situazione si dissolve, la persona incredibilmente si sente sollevata e avverte uno stato euforico. Quando siamo depressi tendiamo a darci tanto da fare senza concludere assolutamente nulla, posiamo molte ore seduti, fissando il vuoto: siamo stanchi, abbiamo voglia di dormire, non reagiamo alle sollecitazioni dell’ambiente esterno; non notiamo le cose che ci circondano. Agiamo come se il nostro corpo fosse anestetizzato. 


uò capitare a tutti, comunque, sporadicamente di sentirsi di umore triste, abbattuti e svogliati e non sapere il perché. Molto spesso però si è depressi per qualche motivo: la separazione da una persona cara, un insuccesso scolastico o professionale, la perdita del posto di lavoro, il distacco da un luogo familiare, la perdita della stima di se stessi, la perdita del ruolo sociale, il fallimento di un progetto che da tempo si è perseguitato. Tutti questi sono avvenimenti che provocano quella reazione che il linguaggio comune chiama dolore, tristezza, avvilimento e un profondo dispiacere. La solidarietà degli altri o la partecipazione alla vita sociale aiutano a superare più attivamente questi drammatici momenti. In genere chi ha una maggiore ricchezza di interessi nella vita riesce a trovare con maggiore facilità un compenso e a riprendersi più velocemente. Nell’epoca attuale la sofferenza depressiva è estremamente diffusa. Non sempre, fortunatamente, raggiunge le forme della depressione grave, si manifesta come disagio, malessere, incapacità di provare gioia: diventiamo apatici e indolenti, siamo incapaci di fare le cose elementari di cui ci rallegriamo. 


iamo sempre tristi e scoraggiati, ci mettiamo  persino a gridare senza motivo. Privarci continuamente di ogni cosa ci deprime. Possiamo sentirci tagliati fuori dalla possibilità di una soddisfazione, e più ci sentiamo calpestati meno facciamo per ottenerla. La noia che spesso è confusa con la fatica, conduce alla depressione. Presi da una trama di inattività e di noia, cominciamo a sentire che la vita sta passando su di noi. Prestiamo meno attenzione alle cose perché, nella nostra attività sempre uguale, si richiede meno attenzione. Cominciamo a perdere di vista ciò che potrebbe darci il sentimento di soddisfazione: e così la nostra depressione aumenta. Per individuare e comprendere questo quadro clinico è consigliabile prendere familiarità con alcuni elementi psichici, psicomotori e psicosomatici, di seguito elencati, connessi con tale malessere. Sintomi psichici: umore depresso, indecisione, inibizione del pensiero, apatia o irrequietezza, ansia, ideazione depressiva, perdita dei sentimenti, vuoti interiori. Sintomi psicomotori: inibizione psicomotoria (ipocinesi, ipomimia, inibizione dell’espressione vocale); oppure agitazione psicomotoria (irrequietezza fisica, comportamento coatto, attività non necessaria). Sintomi psicosomatici: perdita di vitalità (astenia, immobilismo); disturbi vegetativi in senso stretto (vertigini, aritmia cardiaca, bocca asciutta, stipsi, disturbi respiratori); disturbi vegetativi in senso ampio (disturbi del sonno, sensazioni dolorose, di pressione e di freddo, perdita dell’appetito, perdita di peso, disturbi mestruali, impotenza).


hi soffre di questi malesseri, inoltre, è tormentato continuamente da forti sensi di colpa (la sensazione di aver commesso qualcosa di grave o di sbagliato), si rimprovera costantemente di qualcosa e cerca continuamente di “rimettere” a posto tutte le cose (vive nel passato ed è incapace di futurizzarsi). In esso l’aggressività non è rivolta all’esterno, bensì verso se stesso. Il depresso, quindi, cerca di evitare tutto ciò di cui non ha l’approvazione generale e nasconde di conseguenza i propri impulsi aggressivi attraverso una condotta “impeccabile”. Esiste, inoltre, in questo disagio un problema invalidante: quello della responsabilità. La paura di assumersi delle responsabilità (non nel senso del merito o punizione, fortuna o sfortuna, giustizia ed ingiustizia, oppure della colpa, ma semplicemente di agire liberamente, di poter scegliere e decidere in maniera autonoma) si manifesta in particolar modo quando deve affrontare una nuova fase della propria vita. Tutto ciò crea dipendenza: devono inevitabilmente appoggiarsi su altre persone. Nel disagio depressivo si è profondamente dipendenti. 


uando costruiamo la nostra stima e la nostra sicurezza su dei riferimenti esterni (famiglia, lavoro, partner, ecc.) diventa particolarmente facile sperimentare esperienze depressive quando tutto ciò viene a mancare o viene modificato.  Perché il nostro senso di fallimento, la perdita di qualcuno o di qualcosa deve affliggerci così tanto? Perché non l’indifferenza o l’ira? Perché la perdita reale è la perdita di qualcosa dentro di noi, piuttosto che qualcosa intorno a noi. Una persona illustre scrisse “chi mi ruba la borsa ruba una sciocchezza, ma chi mi priva del mio nome fa qualcosa di molto spiacevole”. Ciò è quanto accade nella depressione. La perdita reale è quella della stima di se stessi. Con la perdita del denaro, del prestigio o di una opportunità, o in ogni caso in cui venga a mancare qualcosa di importante, ci sentiamo meno adeguati. Con la perdita di una persona cara, un’importante parte di noi se ne va a causa della nostra identificazione con quella persona. Il guaio sta nel fatto che la nostra depressione spesso è sproporzionata alla perdita che ci sembra di subire. Ciò induce a credere fermamente che la stima che avevamo di noi stessi, purtroppo, non era ben radicata. 


osa fare. Un rimedio immediato e utile è quello di eliminare i due maggiori fattori che ci rendono “predisposti” alla depressione, cioè il senso di privazione continua e il senso di colpa, di cui a volte non siamo consapevoli e che abbassano la stima di noi stessi. La prima cosa che possiamo fare è quella di impegnarsi per rimanere in buona salute fisica: il malessere fisico produce depressione. Conservarsi in buona salute richiede una corretta alimentazione e, soprattutto, un’attività fisica non necessariamente pesante, ma piuttosto continuativa e regolare: passeggiare, salire le scale, fare flessione, prendere lezioni di ballo, insomma, ogni cosa che implica l’uso attivo del nostro corpo (attraverso il movimento vengono attivate le endorfine: gli ormoni che hanno la funzione di sollevare l’umore e alleviare il dolore). Siamo in grado di “evitare” la depressione anche riconoscendo il valore della varietà. Se facciamo qualcosa in continuazione, la monotonia tende a tirarci giù di morale.

Risultati immagini per depressione nei dipintiMaggiore è la monotonia minore sono le richieste di attenzione. La prima legge dell’attenzione è il movimento. Ogni cambiamento allontana dalla monotonia, dalla noia. E’ importante introdurre qualcosa di diverso nella propria vita il più spesso possibile. E’ bene ricordare, inoltre, che una delle caratteristiche principali della depressione  è il non avere speranze. Dobbiamo fare piani a lungo e breve termine: possiamo progettare un viaggio anche se non abbiamo molte speranze di riuscire a farlo. Alla fine magari ci si rallegra semplicemente a leggere cose curiose sui diversi paesi che volevamo visitare. Ogni cosa che facciamo per migliorare la nostra abilità di andare d’accordo con la gente ci aiuta a prevenire la depressione perché diminuisce la nostra ostilità e il nostro senso di colpa.. la migliore via per migliorare la propria capacità di andare d’accordo con la gente è di partire dal principio che ciascuno ha qualcosa da offrire ed è compito nostro trovare che cosa ha di “speciale”. Un modo di sicuro successo per introdursi in ogni situazione sociale è di ascoltare gli altri. Se ascoltiamo attentamente una persona sufficientemente a lungo, essa ci dirà, e ogni altro cui capiti la stessa cosa, quanto siamo intelligenti e che contenuti interessanti manifestiamo. Il fatto è che impariamo dalle altre persone, anche dalle persone noiose. Ascoltare ci aiuta a mantenere flessibile il nostro punto di vista personale. 


e siamo scivolati in un momento di pessimismo non sprechiamo energie inutilmente: l’importante è abituarsi a compiere, al mattino, una piccola operazione che porti luce nella nostra giornata. Come è stato sottolineato più volte, tristezza, malinconia, senso di solitudine e stanchezza sono gli stati d’animo che più caratterizzano i periodi depressivi che spesso esprimono un bisogno di riflessione e di ripiegamento interiore. E’ come se l’individuo sentisse la necessità di fermarsi un attimo, cercando di raccogliere così l’energia per prepararsi allo slancio necessario per affrontare un momento di crescita e di cambiamento. Quando però la scarsa vitalità e la tendenza a lasciarsi trascinare dagli eventi si presentano costantemente, per lunghi periodi di tempo e senza alcuna motivazione apparente, ci troviamo di fronte a un campanello d’allarme da non sottovalutare. Sono questi i casi in cui si può parlare più precisamente di depressione, che può anche manifestarsi attraverso il corpo, ad esempio con disturbi infiammatori a carico dell’apparato respiratorio, alterati comportamenti alimentari, disturbi sessuali e turbe del sonno.
 
Se soffri non rimandare,
non rinviare un affettuoso e genuino sostegno: 
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente!
… altrimenti puoi cronicizzate e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.

RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.


RICORDA, se non affronti i conflitti perché temi di perdere l’armonia, se inibisci continuamente l’aggressività perché ami i rapporti ‘troppo’ sereni, se continui a tacere e a sopportare ogni cosa per il quieto vivere “rischi” di inciampare nella depressione.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
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