’uso della mano come strumento
terapeutico ha origini antichissime, quanto l’uomo. Essendo l’organo che
permette all’uomo di trasformare il mondo che lo circonda, la mano è,
intuitivamente, il mezzo terapeutico più naturale a disposizione per lenire le
sofferenze del corpo. E’ un processo spontaneo che attiva una vera e propria
relazione a mediazione corporea ed è presente in ogni terapia o trattamento
realizzato attraverso, appunto, la tattilità. L’intervento consiste nel
ripristino delle condizioni che permettono di ritrovare un equilibrio
qualitativamente migliore, favorendo i processi naturali necessari all’unità
psicofisica (corpo e mente). In quest’ottica, il protagonista principale è il
corpo con le proprie risorse naturali e capacità di autoequilibrio (omeostasi).
Si tratta di un intervento di tipo totale perché vede il corpo come un’unità in
cui ogni distretto trattato è una parte dell’insieme. E’ profondo perché
considera fondamentale il coinvolgimento della soggettività della persona
trattata, e centrale perché riconosce l’imprescindibile importanza dello schema
corporeo. Consideriamo, con un esempio, come un dolore al tratto cervicale,
causato da un’eccessiva tensione dei muscoli del collo viene affrontato dalla metodica
psicosomatica. Secondo l’approccio psicosomatico la tensione è intesa come il
mezzo attraverso il quale viene fronteggiato un “momento della vita” che
potrebbe richiedere un atteggiamento fermo e rigido. Questo bisogno viene
soddisfatto dall’unità psicofisica attraverso un insieme di soluzioni in cui i
muscoli partecipano mantenendo ferma e rigida proprio la parte del corpo che,
materialmente o simbolicamente, rappresenta il controllo: la testa. Pertanto,
la tensione è realmente la causa dei disturbi al collo ma contemporaneamente ha
una valida ragione per sussistere. La soluzione, quindi, non sarà
l’eliminazione e l’impedimento della tensione ma il ripristino della capacità
dei muscoli del collo di potersi rilasciare per poter poi continuare, quando
fosse necessario, a essere tesi. La finalità principale del massaggio
psicosomatico è quella di facilitare l’evoluzione dei processi naturali che
portano a una nuova consapevolezza di se stessi, operando sul fisico è
possibile sentirsi, ascoltarsi e abbandonarsi a quella dimensione in cui i
confini del corpo vanno ben oltre quelli definiti dalla coscienza.
l massaggio psicosomatico si
sviluppa attraverso contatti manuali denominati “tocchi”. Ogni tocco agisce
sulle quattro componenti della globalità: biologica, energetica, immaginativa e
relazionale. Attiva uno specifico livello di profondità relazionale in funzione
del tipo di via sensitiva coinvolta. Il massaggio è, quindi, relazione tra due
individui, è scambio energetico; è comprendere l’altro attraverso il linguaggio
della tattilità, è un canale nuovo di ascolto di sé e del proprio corpo. E,
soprattutto, possibilità di riportare
armonia, equilibrio e benessere all’intero psicosoma.
Gli
obiettivi
er recuperare il benessere e
l’equilibrio psicofisico è necessario ritrovare la bipolarità delle funzioni.
Ogni attività è caratterizzata dalla presenza di due poli opposti tra loro che
entrano in uno stato di squilibrio quando la loro reciproca alternanza si
riduce e viene meno. Così, ad esempio, la tensione muscolare non è in equilibrio
quando non si alterna con la distensione muscolare, come il sonno con la
veglia, la vigilanza con l’abbandono, la resistenza con la cedevolezza, la
velocità con la lentezza, il caos con l’ordine, ecc. tutte le funzioni citate
sono quelle su cui opera il massaggio psicosomatico. Lasciarsi andare alle
difficoltà e ai disagi che, inevitabilmente, insorgono quando si sperimenta il
polo opposto rispetto a quello abituale o scelto, significa rinunciare alle
consuetudini e ai propri punti di vista per scoprire parti di sé sopite o
nascoste. Questo permette di uscire dalle stereotipie che ci precludono la
possibilità di trasformarci e di favorire le naturali risorse di autoequilibrio
che sono in noi.
La via proposta è l’abbandono
dell’attività razionale: si lasciano andare sullo sfondo i pensieri mentre la
mente si orienta sul corpo e sulle sensazioni di calma e di pace che si
generano quando ci si libera dai propri giudizi, dai sentimenti e dalle
emozioni. Si tratta di ricercare la propria centralità, cioè quella parte
interiore che, istante per istante, ci rigenera e che possiamo contemplare
soltanto se perdiamo i confini del corpo, del tempo, dello spazio e di ciò che
crediamo di essere. Facilitato dai tocchi, è un lasciarsi andare nel “nulla”
dal quale originano le energie vitali.
l trattamento vero e proprio comprende la costruzione di un nuovo equilibrio e la costruzione di una relazione profonda con se stessi. I tocchi avranno come filo conduttore l’analogia di senso necessaria per concretizzarle. Ad esempio, per la prima tappa un soggetto irrequieto dovrà essere trattato con tocchi la cui analogia di senso corrisponde con l’opposto, la sosta, aspetto con il quale l’utente deve trovare l’alternanza. Così come un soggetto bloccato in uno stile statico dovrà incontrare la mutabilità, un soggetto rigido l’adattabilità, uno lasso la resistenza e l’iperdinamico la pausa. Per completare la seconda tappa l’operatore deve avvalersi del tocco che si è rivelato “chiave” e che ha permesso di accedere alla soggettività dell’utente e condurre il trattamento. All’azione dei tocchi può essere associata quella degli olii essenziali. Il massaggio psicosomatico si può effettuare in diversi momenti che caratterizzano la nostra vita:
· Permette di
recuperare la capacità di rilasciare i distretti bloccati da un’eccessiva
tensione muscolare e di recuperare l’alternanza della funzionalità muscolare.
· Per seguire
l’evoluzione della corporeità incrementando la via della consapevolezza di se
stessi attraverso il corpo.
· Per contrastare
la stereotipia e la difficoltà a sentire il proprio corpo e il mondo
circostante (nella terza età).
· Per nutrire se
stessi attraverso una via che non sia esclusivamente quella elementare (in fase
di dimagrimento).
· Quando a seguito
di malattie, interventi chirurgici o eventi traumatici una parte del corpo presenta delle difficoltà ad essere accettata e
reintegrata come parte di sé.
no degli aspetti essenziali del
massaggio è proprio quello della manipolazione. Il contatto delle mani con il
corpo ci riporta ad uno dei sensi più importanti e sviluppati fin dalla
nascita, il tatto, e ad un organo, protagonista assoluto nel neonato, la pelle.
La pelle è, dopo il cervello, l’insieme di organi più importante, senza il
quale è impossibile sopravvivere. La sensibilità cutanea è incredibile; basti
pensare che alcune zone sono in grado di percepire una pressione di soli due
millimetri. La sensibilità tattile viene provocata da un contatto leggero, che
comporta una variazione minima della pressione. Dolore e piacere sono due
sensazioni basilari che passano attraverso la pelle. La sensazione di dolore
deriva da un eccesso di stimoli e ha la funzione di segnalare al corpo uno
stato di pericolo. Le carezze, invece, provocano una vasodilatazione e un
maggior afflusso di sangue nei tessuti. Queste modificazioni suscitano una
gradevole eccitazione delle fibre nervose e una sensazione di piacere. La pelle
è però anche il primo campo d’azione in cui si struttura la nostra identità:
delimita, separa, differenzia e infine permette la relazione con il mondo.
osì
come ogni forma di contatto, ogni percezione cutanea ha una connotazione
psichica molto intensa. Una relazione tattile è al tempo stesso affettiva ma
anche molecolare. L’ipotalamo, che dopo pochi giorni risponde alle carezze della
madre, è il miglior testimone della potenzialità di un trattamento corporeo
come il massaggio psicosomatico reca in sé: il massaggio può modificare la
chimica del nostro corpo. La nostra tendenza è quella di
cercare saggezza, conoscenza, emozioni, tutto ciò che ci occorre fuori di noi
ma la vita stessa (considerata dal punto di vista della psicosomatica) dimostra
che conoscenza e benessere non dipendono dall’immersione nell’esteriorità,
dall’agire, dalla ricerca affannosa, ma dalla capacità di muoversi dolcemente
dentro sé stessi, dal ritrovare quello spazio operativo, fecondo, dove ogni
trasformazione è possibile: l’habitat originario della coscienza. Il massaggio
psicosomatico compie un’operazione estremamente importante: riattiva la nostra
energia embrionaria, quella dello stato nascente, e con essa tutte le
potenzialità trasformative, di crescita e di cambiamento che tale energia ha in
sé. Perché solo riattivando la nostra
energia più primitiva si può agire a
livello psicosomatico modificando, se è necessario, in profondità. Solo questa energia può
permetterci di ritrovare il nostro “centro”, quel punto di equilibrio dove
tutto può accadere e dove la nostra capacità creativa è massima la nostra
“unicità” si esprime totalmente.
Ma come è possibile risvegliare
forze così antiche?
Attraverso il massaggio
psicosomatico di specifici distretti corporei è possibile far tornare alla luce
energie nuove e primordiali, riattivare mondi che credevamo ormai perduti.
Il “nostro” massaggio parte, a
seconda dei casi, dalla fronte per poi ricollegarsi all’ombelico, l’obiettivo è
quello di riunire due mondi: quello viscerale, basso dove circola un’energia
più pesante, più materiale, e quello dell’intelligenza cerebrale, sede di
un’energia più sottile, rarefatta. Riunificare questi due piani, è
un’operazione molto importante, sono due ambiti che devono obbligatoriamente
coesistere integrati, il massaggio stimola un’energia particolarmente profonda,
che porta lo stesso linguaggio del cervello, un’energia primaria, di tipo
embrionale.
Il massaggio attiva tutti i
canali energetici presenti nel corpo.
rima di tutto il canale
circolatorio, fino a riattivare i canali più sottili ossia quello respiratorio
e quello nervoso, dove l’energia, sempre più rarefatta si fa coscienza,
pensiero, idee.
L’obiettivo sarà ricreare i
passaggi che caratterizzano lo stato embrionale, perché il principio creativo
che nella fecondazione si è manifestato, non è finito nel momento in cui le
cellule si sono incontrate, ma è continuamente presente: noi ci ricreiamo in
ogni momento. Ritornare allo stato embrionario significa riattivarne le
potenzialità profonde.
La fase embrionaria rappresenta
infatti il massimo dello sviluppo cellulare, il massimo della creatività e
della vita, e questo ci interessa ricreare, affinché il percorso psicosomatico
sia efficace e incisivo.
L’ombelico rappresenta il punto
d’inizio e d’arrivo, la radice di tutti i passaggi, la porta “sacra” che ci
introduce alla dimensione embrionaria.
L’ombelico rappresenta la
dimensione, il luogo dove l’energia vitale si materializza. La psicosomatica
abituata a leggere il corpo in chiave analogica vede una connessione tra
ombelico e cervello; ciò che l’intestino compie a livello più grossolano, il
cervello lo realizza a livello più sottile. Il cervello strappa le idee del
mondo alla materia, mentre l’ombelico strappa alla materia il nutrimento del
mondo. Ecco perché il massaggio simultaneo di fronte e ombelico consente di
ricollegare l’alto e il basso, il centro della coscienza con l’energia
primordiale, iniziale.
La tradizione ha sempre parlato
del cervello come di un embrione, che porta con sé il segreto della
rigenerazione dell’uomo (come un feto in gestazione). Proprio come l’embrione,
il cervello ripercorre le tappe del cammino evolutivo che ha portato le diverse
forme di vita ad evolvere fino a determinare la forma più complessa: l’uomo in
quanto essere dotato di coscienza.
La mobilitazione del cranio è un
passaggio fondamentale del massaggio psicosomatico, e sarà conseguito
gradualmente, attraverso una serie di sedute. Il cranio ha una capacità di
muoversi nello spazio praticamente illimitata, quindi l’obiettivo del massaggio
sarà renderlo completamente libero, per
abituarsi a cercare la consapevolezza in uno spazio generativo in grado di
trasformare la coscienza viscerale.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi
diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un
valore educativo, non prescrittivo.
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