martedì 30 settembre 2014

-STRESS pt.1



Stress

Risultati immagini per gestire lo stress


efinizione. E’ un termine inglese che, alla sua nascita, definiva un senso di privazione poi, successivamente, è stato utilizzato per indicare, forse in maniera impropria, una tensione eccessiva nei rapporti interpersonali. L’etimologia di questa parola comunque conduce al verbo latino ‘stringere’, ‘costrizione’, ‘stretto’. Con questo termine vengono definiti i meccanismi regolatori attivati dall’individuo per mantenere la propria integrità psicosomatica di fronte ad un’aggressione. Lo stress è caratterizzato da due elementi: stimolo, o agente stressante, e risposta adattiva per gestirlo (affrontarlo). E’ un fenomeno che attraverso vari stimoli improvvisi, inattesi, spiacevoli e, per molti versi, inquietanti provoca reazioni fisiche, psichiche e comportamentali. Lo stress non è il male del secolo, come molti erroneamente sostengono, ma se diventa un modus vivendi, eccessivo, non tenuto nelle dovute considerazioni (sottovalutato), oppure mal vissuto, porta dritto ad un esaurimento psicosomatico. Ma può diventare, in dosi adeguate (sollecitazioni moderate), un grande alleato in quanto permette all’individuo di essere malleabile, di adattarsi a situazioni impreviste e, nel contempo, stimolare creatività, spirito di iniziativa, favorire un discreto apprendimento e di formulare buone strategie decisionali. E’ una risposta adattiva, del tutto normale e fisiologica, con attivazione di ormoni allo scopo di migliorare le capacità di sopravvivenza dell’individuo (impulsi neuronali). Uno stress cronico si manifesta quando la mente, il corpo e l’emotività non sono in equilibrio. L’ideale in questo meccanismo, che tende a facilitare malessere o benessere, sarebbe quello di gestire sapientemente gli effetti negativi, trattenere il più possibile le caratteristiche stimolanti e le scelte che accendono la vivacità, e la vitalità di ogni essere umano. L’ansia è un fenomeno emotivo, per certi versi, molto simile al meccanismo di stress. Anche l’ansia a piccole dosi,  se non eccessiva,  può essere considerata “normale” (impegno, esame, prova) e “felice” (incontro amoroso, gita, festa, evento molto atteso), ma se supera una certa intensità può diventare devastante e negativa in quanto il soggetto appare teso, pessimista, sempre deluso, preoccupato, titubante, indeciso, timido (ansia sociale, ansia da prestazione). Può arrivare come un fulmine a ciel sereno con la sua classica sintomatologia di insonnia, irrequietezza, vertigini (il cuore batte più in fretta, i vasi sanguigni si restringono, il fegato trasforma alcune sostanze in glucosio: la parola d’ordine è quella di  fornire il più possibile ossigeno e zucchero ai muscoli per avere più energia). Essa è caratterizzata da una continua attesa, dalla percezione di un pericolo reale o immaginario; una serie di sensazioni particolarmente sgradevoli, la cui frequenza, natura e intensità variano notevolmente da persona a persona. Diventa patologica, come lo stress, quando si prolunga nel tempo, quando ostacola la realizzazione degli impegni quotidiani, turba l’esistenza e crea disagi psicosomatici (dolore alla testa, allo sterno, alla schiena; nausea, sudorazione, vomito, diarrea, minzione eccessiva). Lo stress invece è connesso sempre con una situazione e stimola una determinata risposta adattiva  per farvi fronte. Anche per lo stress le emozioni coinvolte possono essere di gioia (la vincita di una somma di denaro), di sorpresa (un incontro inaspettato) o di profonda tristezza (perdita di una persona cara). Lo stress, l’ansia e i tratti depressivi sono un’epidemia che, molto spesso, passa sotto silenzio: rende l’esistenza spenta e davvero insopportabile. Lo stress, prima di raggiungere lo stato patologico (esaurimento), passa attraverso due fasi: allarme e resistenza.  


a fase di allarme corrisponde ai processi psicosomatici attivati in anticipo per far fronte a stimoli stressanti (interni: valutazione soggettiva di pericolo; esterni: condizioni di lavoro, cambiamenti affettivi e sociali, malattie). In questo frangente, l’attenzione, la memoria e la concentrazione sono stimolate per far fronte, in maniera più adeguata possibile, alla situazione problematica: aumentano, in questa fase specifica, il battito cardiaco, la respirazione e la tensione muscolare. L’organismo è esposto ad uno stimolo rispetto al quale non si è ancora adattato e continua a lottare. L’organismo si mobilita per affrontare la situazione pericolosa: cervello (vigilanza e diminuzione del senso di dolore), occhi (per migliorare la visione le pupille si dilatano), polmoni (per fornire più ossigeno si accelera la respirazione), cuore (per portare più sangue nei muscoli aumenta la pressione), ghiandole surrenali (producono adrenalina e noradrenalina, ormoni che possono accelerare il metabolismo), intestino (viene rallentata la digestione in modo tale che il sangue sia deviato in maniera più copiosa ai muscoli), fegato (liberando più zucchero fornisce più energia).

on la fase di resistenza, invece, si ha l’adattamento dell’organismo agli stimoli cui è sottoposto. Anche in questo caso l’organismo, per potersi organizzare, mobilita nuove risorse: si produce cortisolo, il grasso comincia a trasformarsi in energia e la risposta immunitaria è calata proprio per evitare di perdere ulteriore potenza (si cerca il più possibile di evitare le dispersioni energetiche).
Se le strategie attivate dall’individuo si sono rilevate non idonee o insufficienti per tenere sotto controllo la situazione stressante si verificherà nell’organismo una specie di rottura (esaurimento): quando lo stimolo persevera e non si hanno più risorse fisiologiche adattive, inizia piano, piano, il processo patologico. In questa fase di esaurimento l’unità psicosomatica non può più reggere: l’intestino è indebolito, nel cuore e nei vasi sanguigni iniziano lesioni vascolari, il sistema immunitario è indebolito e, non meno importante a livello di equilibrio, lo stato emotivo è caratterizzato da una invalidante stanchezza, memoria inesistente, profonda angoscia e tratti depressivi.
Le conseguenze psicologiche legate allo stress sono: difficoltà di concentrazione, incapacità di esprimere un’emozione (alexitimia), irritabilità, insoddisfazione, sensazione di fallimento, rallentamento, stanchezza intellettuale, inquietudine, ipocondria, paura generale, aggressività, litigiosità.


e conseguenze fisiche, invece, connesse a fenomeni stressori sono: tensione muscolare, respirazione rapida e superficiale, debolezza o stanchezza muscolare, sonno inquieto, nausea, iperidrosi, polso rapido ed irregolare, secchezza alla bocca (anche senza l’assunzione di psicofarmaci), nodo alla gola e allo stomaco, mal di testa, urinare spesso, mal di schiena, sensazione di pizzicore, modificazione dell’appetito (iper o ipo), sensazione di oppressione allo sterno e di soffocamento.

ATTENTO, lo stress non è l’unico ‘nemico’ da 
neutralizzare e metabolizzare, ci sono tantissimi modi di vedere le cose, comportamenti, schemi mentali e atteggiamenti quotidiani che, silenziosamente, inquinano, intossicano e appesantiscono la dimensione psicosomatica: non solo il cervello ma 
ogni organo del corpo.



LOTTA   o   FUGA

Risposte fisiche allo stress: una mente che si arrovella senza sosta, una continua tensione creata da un eccesso di richieste fisiche, mentali o emotive    soprattutto quando non è necessario ‘lottare’.
(la gestione dello stress è sotto il controllo del sistema endocrino … l’ipofisi regola il funzionamento della ghiandola tiroidea, delle surrenali e sessuali).




organismo funziona al massimo, migliora la prestazione mentale, aumenta concentrazione  e lucidità, si prepara a rispondere ad uno stimolo reale o immaginario; inviando il sangue dall’apparato digerente ai muscoli, aumentando zuccheri e grassi nel circolo sanguigno (il fegato converte in proteine il glucosio), incrementando la pressione sanguigna … ogni situazione stressante richiede sempre più una grande iniezione di energia. RICORDA, anche i rapporti insoddisfacenti, disagi emotivi, paure e preoccupazioni portano a ansia e depressione: ad una continua ed insana ‘pressione’.

ATTENZIONE, sotto stress ‘negativo’, a lungo termine, ovvero quello cronico che fa ammalare, l’omone tiroideo accelera il metabolismo: il corpo brucia velocemente le sostanze per produrre più energia. Nel contempo si è agitati, esauriti, scossi per un non nulla e intolleranti al caldo. Si tende a perdere peso oppure a ingrassare se si carica eccessivamente la tiroide di troppe calorie e l’insonnia fa la sua comparsa.

ATTENZIONE, sotto stress, vivere continuamente in uno stato ansioso, la ghiandole surrenali rilasciano non solo adrenalina ma anche il cortisone (ormone a base di grassi) che stimola il pancreas alla produzione di insulina: aumenta il livello di zucchero nel sangue per avere a disposizione più energia. Il cortisone prodotto in maniera eccessiva può ‘inguaiare’ le difese dell’organismo. Le ghiandole linfatiche perdono la loro funzionalità: diminuisce la risposta immunologica. La capacità di fare a ‘botte’ con il nemico si riduce di parecchio. Troppo cortisone, inoltre, a lungo andare, abbassa notevolmente la resistenza dello stomaco alla sua stessa produzione: l’acido cloridrico. Per portare, poi, più rapidamente lo zucchero ai muscoli, l’adrenalina aumenta la pressione sanguigna predisponendo a disturbi cardiaci.

ATTENZIONE, sotto stress l’apparato digerente si blocca, si fermano le secrezioni dello stomaco e dell’intestino: si tenta di ‘evacuare’ la zavorra superflua per essere più attivi (feci, urina). Mangiare in un momento di stress, proprio per il fatto che il sangue è dirottato in altre parti del corpo, si creano gonfiori, crampi e nausea.

ATTENZIONE, in una fase di stress acuta, proprio perché lo stomaco è ‘chiuso’, si immette nel circolo sanguigno, per aiutare anche gli zuccheri nella produzione di energia, un eccesso di colesterolo prodotto dal fegato.

ATTENZIONE, durante lo stress, dovendo agire rapidamente alle situazioni, il cuore batte più in fretta, pompa più sangue per portare una maggiore quantità di ossigeno ai muscoli e ai polmoni, sotto stress il sangue coagula più in fretta per evitare l’emorragia se eventualmente ci si ferisce.


OSA FARE.  Anche se ci  sono tantissime strategie utili per ridurre i fattori che conducono allo stress, il programma terapeutico - proprio per evitare di appesantire ulteriormente il carico psicosomatico - deve sempre basarsi su semplici regole comportamentali, una giusta attività naturale e su uno stile di vita libero, idoneo e vantaggioso per contenere al massimo tutte le risorse energetiche. Molto spesso, però, per molti, attivare le metodiche terapeutiche, anche le più semplici, può diventare un problema in quanto si vorrebbe migliorare le cose senza un minimo di cambiamento. Il cambiamento lo sappiamo, richiede impegno e fa percepire la realtà così com’è ma, soprattutto, rende inquieti, perché si è abituati a vivere in maniera “diversa” anche se patologica. Questi timori e difficoltà sono sempre iniziali - in qualsiasi settore della vita: sociale, lavorativo, culturale e affettivo - man mano che passa il tempo l’unità psicosomatica, sperimentando queste metodiche terapeutiche, potrà appropriarsi di energia, sicurezza, spontaneità e autonomia. Rispettare il ritmo sonno e veglia è decisamente un’ottima prevenzione allo stress: risulta più facile adattarsi alle situazioni quando si è energici e riposati. Lo stress si insinua più facilmente quando si è sfiniti, non si è in grado di individuare le priorità e si agisce in condizione di urgenza. Lo sport, inoltre, non è una moda e non deve assolutamente essere uno sforzo. L’esercizio fisico oltre a produrre le famose endorfine, che agiscono positivamente sull’umore e aiutano a mantenersi in forma, è fondamentale per distendersi ed eliminare in profondità le tensioni. Attenzione al soprappeso che aiuta sempre a coprire altri stati emozionali. 

on esiste una dieta antistress, ma una alimentazione sana e corretta è indispensabile per una buona qualità di vita. Mantenersi in forma è anche una questione di tempo, metodi e regole. La sana alimentazione, in grado di fornire le quantità appropriate di vitamine e minerali all’organismo, è sicuramente le fondamenta della buona salute. E’ in grado di contrastare efficacemente stati emozionali non significativi ma altrettanto fastidiosi. Il rilassamento inoltre è utile per calmare mente e corpo. Attraverso tale metodica è infatti possibile coniugare la concentrazione mentale con la distensione muscolare. Le tecniche di rilassamento sono davvero importanti per: favorire il sonno, attenua la tensione e l’ansia, migliora le capacità cognitive e fisiche, è senza effetti collaterali (la cosa più grave che possa succedere è quella di rilassarsi!), è in grado di portare equilibrio biochimico all’intera unità psicosomatica, combatte la stanchezza, favorisce la concentrazione. Un buon aiuto, anche se non è facile orientarsi, può derivare dall’utilizzo di prodotti antistress come fitoterapia, omeopatia, massaggio psicosomatico, moxa.

Se soffri non rimandare,
non rinviare un affettuoso e genuino sostegno: 
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente! 
… altrimenti puoi cronicizzare e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.

Risultati immagini per stress nei dipinti


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.476055 – 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

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