martedì 3 ottobre 2017

Il quieto vivere … nuoce alla COPPIA

Il quieto vivere … nuoce alla COPPIA

pro bono pacis


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n famiglia, è noto a tutti, si sta benissimo oppure malissimo. Si sa, da tempo, che in tale struttura, spesso, sono presenti i nostri peggiori conflitti. Tale divergenza può essere affrontata di petto, a viso aperto oppure - come fa l'astuto maggiordomo Petch con la polvere - nascosta sotto il tappeto. Molte persone, spesso, confondono le relazioni felici con quelle tranquille. Il timore di battibecchi non fa bene alla coppia perché, a lungo andare, addormenta il rapporto nelle buone maniere. Per alcuni, non c’è niente di meglio che condividere - a casa o in ufficio - gli stessi principi, le stesse cose, lo stesso orientamento politico, gli stessi gusti; quella sensazione - magari più vagheggiata che reale - di pace, di sicurezza e di protezione che si può ricavare da una qualsiasi relazione “normale” ... libera, spontanea e aperta. Rinunciare ad esprimersi in maniera chiara, decisa e diretta, evitare volutamente screzi e litigi, oltre ad ostacolare la propria naturale evoluzione, rende insoddisfatti e dipendenti dagli altri. Una sana divergenza di punti di vista, invece, stimola e porta vivacità in ogni rapporto. Il confronto aperto, chiaro e dirsi ciò che si pensa nel modo giusto - senza far degenerare la discussione in un litigio sterile, violento e selvaggio - favorisce la conoscenza reciproca, può portare alla luce un dissidio che si covava da tempo, rimette in discussione le proprie priorità e fa emergere importanti esigenze nascoste che, se non direttamente espresse, potrebbero venire oscurate o, peggio ancora, ignorate (dal “buonismo” a tutti i costi!)

na buona discussione civile è sempre una scossa benefica: rompe i blocchi mentali, rigenera una mente troppo fredda, statica e banalerimette in moto la vita. Diminuendo i propri spazi di libertà e di autonomia ci si allontana da se stessi e si entra, inevitabilmente, nel tunnel della confusione, del malinteso, dell’insicurezza, dell’infelicità e della sfiducia in se stessi ... si perde completamente lucidità. Se ci si adatta ai modi di fare e alle esigenze di chi sta accanto, se ci si lascia controllare dal timore di ferire, di perdere tutto e dalla paura di restare soli, si VOLTA le spalle a se stessi, si perdono di vista le cose più preziose dell’esistenza umana: naturalezza, talento, creatività e unicità. Quando si trasforma il quotidiano in un palcoscenico in cui si recita la parte del manichino o della comparsa, con il solito ruolo di contorno, e si rinuncia a ciò che si desidera veramente, la SALUTE è a rischio: il corpo “tradisce”, inciampa, prima la schiena poi la panciama proprio perché non vogliamo farci mancare nulla anche testa e le difese immunitarie si fanno sentire. Il ruolo subordinato trasforma lentamente il soggetto in un essere debole, inutile, vuoto, goffo e inadeguato. 

na maschera grottesca che, oltre a manipolare le relazioni e soffocare ogni desiderio, nasconde una profonda e devastante aggressività rimossa. In questo modo, con l’accumulo di tensione, rancore e rabbia che acceca - spesso compressi da obblighi e da comandi non rispettosi - si rischia di annullarsi, di esplodere in questioni futili o di poco conto, sulle persone più vicine che non centrano assolutamente niente … un fenomeno gestito da modelli mentali rigidi che spengono la gioia di vivere, fanno tacere i veri desideri e spingono a svuotare di nascosto la dispensa o il frigo ogni seraDa ciò non derivano unioni solidi e felici, ma nascono discordie e contrasti insanabili: cresce per compensazione - se non si vuole “esplodere” - una gran voglia di “trasgredire” (innescando così - per i più sensibili - un ennesimo senso di colpa). Se ci si ostina, inoltre, ad adeguarsi ad uno stile di vita altrui, diventerà sempre più faticoso capire il proprio ruolo, la propria identità, quel che si è in realtà e cosa si desidera veramente per il proprio benessere … un modo di fare, uno stile di vita perdente che, nel tempo, cronicizza! Si finisce in una recita continua: “Va tutto bene, sono felice, una vita perfetta, tutto procede per il verso giusto, sorrido, tutto ok - tutto ok (come recita quel famoso ritornello)quando invece non se ne può più e nulla è perfetto! Così la vita noiosa e prevedibile, senza passione non scuote più, brucia i “sogni” e fa ammalare … il corpo modificandosi dice no, si ribella (ipotalamo e ipofisi materializzano, attraverso gli ormoni, il rancore represso … la solita zuppa: contrazione, infiammazione e lesione ... di nuovo bloccato a letto, come mai?). Lentamente la situazione sfugge al controllo e si deteriora: testa pesante, riflessi rallentati, poca memoria e umore incerto… avvolti in una specie di ottundimento emotivo niente INTERESSA e nulla ATTRAE.

e giornate sono abbastanza scontate e tendono a somigliarsi tutte. Dove è finito quel desiderio straordinario di avventura, quell’intensa smania di vivere e tutte quelle meravigliose iniziative che un tempo davano quella benefica scossa, facevano battere il cuore, rapivano, sorprendevano, sbalordivano, stupivano, riempivano la giornata di cose 'solo' belle? Mah! E così, piano piano ci si ritrova in silenzio a giustificare, a dire che sono tutte cose di altri tempi, già passate e superate. Cosa vuole mai dottore, così mi raccontava Stefano nei nostri incontri settimanali, sono tutte cose da fanciulli, da irresponsabili, spinte dalla superficialità e dettate dalla stupidità, appartengono ad un mondo antico, ad un periodo della vita di grande "spensieratezza": alla irragionevolezza giovanile. Adesso la vita è più seria, più impegnativa, non bisogna mica scherzare, si hanno altre responsabilità, altri doveri (parole sue) nessuno dice il contrario, ma il disagio, il tormento e il malessere, però, sono galantuomini, si fanno sentire, aumentano, bussano con insistenza e con una certa sfrontatezza alla porta della vita, sono sentimenti più che reali. 
una sofferenza che arriva non perché sei “sbagliato” ma semplicemente perché quella “fanciullezza” negata si fa sentire in profondità, vuole tornare in campo, non vuole più stare in panchina a guardare … ma divertirsi e giocare con la vita, essere parte attiva. Viene per distruggere quei vissuti che ormai sono diventati una gabbia, un vestito elegante, un accessorio "griffato", ma troppo “STRETTO” e, soprattutto, per portare via da quella palude biochimica cerebrale in cui ci si è impantanati: nuovi “volti” che premono, vogliono fasi sentire, spingono ad entrare in scena. Chi è calato in una dimensione di “spontaneità” - moderni studi di psiconeuroendocrinologia (PNEI) e psiconeuroimmunologia (PNI) lo confermano - percepisce più intensamente le sensazioni corporee che danno benessere e felicità, sperimenta uno stato di maggior consapevolezza delle proprie capacità … più lucido e meno influenzato dalla fatica psicofisica e dallo stress. Il quieto vivere obbligato, spesso subìto, come abbiamo visto, diminuisce la fiducia in se stessi e la possibilità di esprimersi liberamente … pian piano porta l’autostima su un binario morto. Un gesto privo di libertà e di autonomia che allontana da ciò che si prova davvero.


a mancanza di conflitti, per alcuni, non è mai un segnale di un’unione perfetta, ma solo una modalità reattiva spinta dalla paura di deludere, di ferire o di far scappare il partner (vedasi il Disturbo Dipendente di Personalità). Un’azione che non ha niente a che fare con la spontaneità e la naturalezza del vivere insieme: la sola finalità è quella di farsi accettare, far bella figura e sentirsi più “bravi” … rimanere inchiodati, vincolati a quei vissuti banali e noiosi anche se creano un senso di desolazione, di estraneità e di lontananza da se stessi ... è davvero difficile cambiare!!! Un atteggiamento rivolto più a soddisfare un bisogno di consenso che una reale volontà di dare un’impronta genuina alla propria esistenza e spessore al rapporto. Sembra proprio che la vittima, spesso intimidita, non riesca ad allontanarsi dal carnefice; pare sia fissata, concentrata sul bisogno di piacere, di essere accettata e al tempo stesso terrorizzata dal rifiuto e dal disprezzo: senza l'energia necessaria e la giusta fiducia in se stessa non riesce a prendere le dovute distanze, ad allontanarsi e a trionfare sul dittatore. Una strana, bizzarra e curiosa “intimità” mescolata ad un senso di gratitudine (bisogno di attenzione, considerazione) e profonda ansia (timore di essere abbandonati, respinti, rifiutati) che si trasforma rapidamente in umiliazione quotidiana lasciando, nella vittima, profondi e ben visibili cheloidi emotivi.
uando si chiude la vita nel recinto del “
buonismo”, i disturbi come ansia, desolazione, amarezza, tristezza, depressione, rabbia, panico, ossessioni e paure, fanno visita per aprire dei varchi in un’esistenza cieca, spenta e bloccata. Un fenomeno più vasto che va ascoltato, interpretato e capito per ritrovare un benessere psicofisico generale e inaspettato … l’emozione allora si trasforma in consapevolezza e guida l’armonia interiore. Riconoscere e prestare attenzione ai propri bisogni e desideri, con il rispetto che meritano, ricorrendo all’aiuto di un esperto qualificato quando si è disorientati e “storditi”, è sempre un investimento benefico; una medicina salutare che giova al benessere materiale e spirituale ... si diventa così, se lo si vuole, dei veri protagonisti, si vive senza mai rinunciare al proprio ruolo reale, ad essere felici … se ne esce più rafforzati.

i dice che “l'amore non è bello se non è litigarello”, ma non è necessario seguire questa locuzione alla lettera, cercando il capro espiatorio, la lite a tutti i costi al solo scopo di creare una tensione che è possibile scaricare in altre “attività” o comunque in una pace rituale. Evitare di litigare per stupidaggini, comunque, fa bene alla coppia e può favorire un rapporto vivo e frizzante ... diversamente si rovina la giornata, se non la vita, per NULLA.
ttenzione ai rapporti colmi solo di lamenti e insistenti piagnucolii: piangersi addosso continuamente si rischia di creare una “coppia sfortunata”ingessata e tormentata. L’errore imperdonabile nel rapporto è quello del confronto, del paragone e, soprattutto, di far rivivere un amore idealizzato. Alla larga dalla minestra riscaldata: può avere un buon sapore ma ha perso le sue vere caratteristiche “organolettiche”manca il gusto del nuovo, della prima volta e, soprattutto della novità. Il quieto vivere - prodotto da abitudini, luoghi comuni e modi di fare - non solo favorisce un equilibrio fermo, passivo, statico ed immobile, ma condiziona sempre la creatività, blocca energie preziose e grandi risorse interiori: tutto diventa scontato, ci si allontana dalla passione, dai piccoli piaceri: si scivola lontano dalla vita. Lo stare zitti e tutti buoni, per non scontentare nessuno, per il timore di perdere stima ed affetto di coloro che sono a fianco, non significa vivere una valida storia di amicizia o prova d’amore, ma solo rapporti striminziti, dipendenti, trattenuti e sofferenti.
on farti MAI influenzare da chi vuole spegnere il tuo entusiasmo, la tua vita, da chi vuole bloccare la tua voglia di vivere, da chi cerca di ostacolare la tua vera natura. Fai attenzione ai loro TRUCCHI, alla loro INVADENZA - non aprire le porte alle personalità “estrose”, eccessivamente gentili ed assecondanti, ai perfetti incantatori di serpenti, ai MANIPOLATORI - non cadere nella loro trappola perché ti sfruttano, ti usano, ti obbligano a fare la “crocerossina”, ti mettono fuori gioco, ti confondono, ti fanno perdere la capacità nitida, lucida e serena di valutazione, ti sfiniscono, ti indeboliscono, ti succhiano completamente tutte le energie vitali, ti fanno sentire in colpa, ti convincono che senza di loro non sai fare nulla, non fai molta strada: sei sempre un partner mignon, insicuro e bisognoso di cure … sono dei veri vampiri. ATTENTO, con la scusa di aiutarti e proteggerti ti ingabbiano, ti annullano: smantellano idee e progetti, creano dipendenza, rendono schiavi. Prendi le distanze, ALLONTANATI, perché il loro punto “forza” si basa sul ricatto affettivo; in mano a loro diventi vulnerabile, ti convincono che vali poco senza la loro presenza, chiedono sacrifici inutili e ti fanno AMMALARE! 
' facile riconoscerli o smascherarli: appaiono pieni di sogni grandiosi e con grandi idee immaginarie, si presentano come superiori, altruisti e con una buona fluidità verbale, sono bravissimi ad illudere e alleggerire la vita pesante dell’interlocutore; molti, nel tempo, diventano potenti parassiti, sono astuti nel convincere, chi è al loro fianco, che è difettoso, che è uno sbaglio ... un errore di fabbrica. Altri, invece, sono dei veri campioni nel sedurre con mille lusinghe e infinite strategie fantasiose, bizzarre e inutili. Una cosa è certa, sono bravissimi nell’individuare i punti deboli e amplificare le difficoltà altrui, usano gli altri per diventare più forti, sono davvero maestri nel compensare qualche estemporaneo vuoto emotivo. Se presti attenzione ti accorgi che il rapporto con loro è il peggior investimento della tua vita, l'incubo più grande della tua vita: sono noiosi, fastidiosi, invadenti, pedanti e soffocanti, alimentano continuamente rabbia e disagio, esasperano con il loro “saper tutto” ... incoraggiano la dipendenza e promuovono il senso di colpa. 
aper riconoscere, con una certa solerzia, la singolare astuzia, l'ingegno “meschino” e le sofisticate strategie che questi personaggi usano per controllare gli altri, permette di capire non solo l'altro, ma anche di che pasta siamo fatti noi: se siamo di quelli che crollano “sotto pressione” o di quelli che, invece, sanno affermarsisaper reagire con fermezza oppure allontanarsi con grande destrezza dai birbaccioni (la consapevolezza permette di fare delle scelte, di decidere in maniera libera ed autonoma).
sci da questo MALEFICIO, rompi questo INCANTESIMO infantile, rispolverando gli aspetti piacevoli della tua vita, risvegliando la tua emotività, dando spazio alla tua autonomia, alle tue scelte, ai tuoi entusiasmi, alle tue passioni e alle tue decisioni, SOLO così puoi delimitare il tuo spazio soggettivo, il tuo vero recinto, il tuo territorio personale: all’inizio sarà faticoso, anzi molto faticoso perché non si è abituati ad esprimersi, ma pian piano, aumentando l’autostima e la tua sicurezza, non sarai più in balia di illusionisti ed oppressori che si rinforzano solo quando hanno una platea di fronte; ma poi, finalmente, allontanerai dal tuo raggio d’azione parassiti e “vampiri” emotivi, potrai sconfiggere questi strani, curiosi e bizzarri personaggi che, anch’essi, purtroppo, per sopravvivere sono costretti a recitare questa “farsa”, questo strano copione … solo così, tornando in possesso delle tue energie profonde e risorse più autentiche, sarai immune dalla loro influenza malefica, potrai uscire da questi intricati labirinti, fitte ragnatele e rapporti veramente malsani, eviterai sofferenze inutili e, soprattutto, cosa più importante MALATTIE invalidanti; esprimendoti liberamente, comunque, non solo rompi questo meccanismo perverso di dominatori e soggiogati, non solo fai del bene a te, ma potrai aiutare l'altro ad essere se stesso, più naturale.

OMUNICARE BENE RENDE IL RAPPORTO MIGLIORE E PIU' SODDISFACENTE. Le parole sono importanti diceva quel famoso regista (Film: Palombella rossa di N. Moretti. Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti! … le parole dette con superficialità, aggiungo io, possono far bene ma anche molto male), non solo nei rapporti interpersonali, ma anche, soprattutto, nel rapporto di coppia. Anche il continuo tormentare, punzecchiare con battute al vetriolo, taglienti come una lama di coltello da macellaio, non sono da meno, sono modalità comunicative che nuocciono e fanno andare alla deriva lentamente il rapporto. Certe parole usate in maniera inopportuna - come quelle non dette fanno male dentro - possono diventare velenose, scatenare un senso di vuoto diffuso, profonde insoddisfazioni, confusione, malumore e far esplodere litigi inutili. 

ossono diventare un pretesto per aggredire, isolare e allontanare le persone, soprattutto, quando certe frasi sono concentrate sul vittimismo, sul sacrificio e sulle lamentele continue oppure possono spegnere completamente il rapporto quando le usiamo per colpevolizzare o accusare l’altro. Anche le opinioni espresse attraverso un’impronta apparentemente positiva possono diventare disastrose, far vacillare anche la relazione più solida, rendere infelici e malati, come ad esempio l’uso di certe espressioni apparentemente innocue: insieme siamo una forza invidiabile, una coppia PERFETTA, solida a qualsiasi “bufera”, andiamo sempre d’amore e d’accordo, in ogni momento della giornata siamo sempre lì, instancabilmente, a tubare cipicip, cipicip e ancora cipicip; per mettere in piedi questo rapporto ho lasciato tutto, ho rinunciato a ogni cosa, persino cambiato lavoro e città, ed ora tu non puoi mandare a ramengo tutto quello che ho fatto, i miei sacrifici, il MIO GRANDE investimento (calcolatore)

utte parole piene di amarezza, rabbia e livore che rendono gli animi tesi ed esplosivi anziché placarli; modi di pensare carichi solo di aspettative, di rinunce e di sacrifici (sempre in funzione di … mai in maniera spontanea, naturale, libera, leale) ma la coppia si nutre davvero di questo? TUTTE le cose che spengono, svalorizzano, inibiscono la coppia, vanno affrontate e dette … dirle ovviamente, nel rispetto dell’altro e con le dovute maniere … solo in questo modo ciascun membro potrà evolversi e occuparsi autonomamente dei propri bisogni … risvegliare passione, creatività e talento … tutti elementi indispensabili al funzionamento della coppia libera che sa amarsi, scegliere e decidere senza influenze esterne.
Un continuo tormento, un profondo malessere e diffusa tensione, inoltre, fanno del male solo all’amore; vivere continuamente per l’altro si perde se stessi un amore finito, se si cerca di riesumarlo, procura soltanto guai se non ha qualcosa di vivace e frizzante da proporre … “rispolverare” e “nutrire” quotidianamente il rapporto, non chiudere il partner in gabbia, essere aperti ai brividi, all’avventura e all’innamoramento permanente, rende la coppia solida e feliceRICORDA, l’amore, con i suoi mediatori chimici dopamina e serotonina, apre la mente e rende felici solitudine e senso di colpa, invece, fanno sbandare, portano spesso a scegliere “cose” non in linea con se stessi.

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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.



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