giovedì 12 giugno 2014

-PSICOSOMATICA. Acne.


Acne Vulgaris  ... il  fuoco  che  affiora


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a parola acne deriva dal greco antico akné, che significa forza e vigore. Si tratta di un’affezione infiammatoria della cute che colpisce le ghiandole sebacee e i follicoli piliferi. Insorge per lo più dopo la pubertà con la presenza di brufoli sul volto oppure sulla parte superiore del tronco (spalle, schiena, decolleté). Può comunque insorgere anche nell’adulto su una base di forte stress. Le eruzioni sono costituite da comedoni (classici punti neri), pustole, piccole cisti e lesioni cicatriziali ascrivibili ad una disfunzione della secrezione delle ghiandole sebacee. La presenza dell’acne sulle parti scoperte, proprio perché la pelle rappresenta la parte visibile del nostro corpo, quella che poniamo in relazione con gli altri (confine che delimita e fa di ogni persona un’unità individuale), sottolinea un “problema” talvolta di vecchia data, connesso all’identità e alla comunicazione. La pelle, infatti, tramite tra l’interno e l’esterno, ben si adatta ad esprimere disadattamento, timori, insicurezza, frustrazione, difficoltà nei rapporti interpersonali. La cute è il simbolo della nostra identità, l’immagine di noi stessi che presentiamo al mondo. Molto spesso troviamo questo problema nelle persone che non si amano, non sanno amarsi, che hanno scarsa autostima (i più esposti sono i timidi e gli introversi). In realtà, sono persone tendenzialmente ripiegate su se stesse: ecco perché l’acne colpisce spesso gli adolescenti troppo esigenti con se stessi e che facilmente provano sentimenti di vergogna.





oloro che soffrono di orticaria generalmente si sentono battuti e schiacciati, come se fosse stato fatto loro qualcosa e loro non avessero la possibilità di intraprendere una qualche azione produttiva in proposito … di rivalsa.  Sono stati battuti duramente, e devono incassare senza poter restituire il colpo basso. Sono facili al risentimento e richiedono una quantità notevole  di tempo e attenzione da parte degli altri.




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adolescenza, infatti, è un periodo evolutivo critico in quanto attraversa stati d’animo, evoluzioni, trasformazioni che abbracciano molti campi esistenziali: la quotidianità si dipinge di piccole sfide, drammi, grandi conquiste e amare sconfitte.
E’ in questa “stagione” che le delusioni emergono in maniera prepotente ed i piccoli intoppi di natura affettiva appaiono decisamente insormontabili (un vulcano che ribolle dentro: prezioso segnale d’un modo d’essere che non va).  Può essere un malessere frequente anche in chi continuamente si sforza di essere diverso da com’è per compiacere a qualcuno. La maschera acneica nasconde, a volte, anche una forte dipendenza. Ogni patologia che tocca questo tessuto, pertanto, segnalerà una tensione a livello della libertà di essere se stessi, oppure dello stress nell’agire il proprio potere o il proprio controllo. Per certi versi, inoltre, segnala anche quanto siamo sensibili alle personalità degli altri. La persona acneica rimane spesso compressa fra ciò che desidera e ciò che gli altri si aspettano da lei. Chi soffre di questa affezione cutanea di solito teme e trattiene dentro di sé le proprie emozioni. Quando però queste sfuggono al controllo e si “disegnano” sulla pelle, esprimono con il linguaggio del corpo tutto ciò che viene taciuto. Rispetto ad altre patologie – come ad esempio chi soffre di ulcera o di problemi cardiaci che tendono a vivere le loro difficoltà esistenziali nella propria interiorità – il soggetto con affezioni cutanee porta il suo vissuto nel sociale, ovvero la conflittualità è rivolta sempre all’altro. La cute, infatti, è da sempre un vettore indiscutibile di simboli di idee, la cui finalità è la comunicazione verso chi ci circonda. Può essere territorio di grande valore estetico e di attrazione, di un messaggio particolare oppure anche di forte “repulsione”. Una patologia cutanea, pertanto, non è un disagio che interessa esclusivamente l’aspetto materico ma, inevitabilmente, coinvolge disagi più profondi e complessi dell’individuo: capire la propria patologia cutanea significa comprendere fino in fondo i propri malesseri esistenziali (“leggere” ciò che non funziona a livello emotivo). Quindi, una preziosa spia che ci invita ad ascoltare i nostri disagi e, soprattutto, desideri prima che si incancreniscano e mettano profondi “radici”.





l taglio psicosomatico,  riportato in tutti gli articoli del Blog, serve esclusivamente ad illustrare un punto di vista diverso a proposito della malattia che può rivelarsi - al di là dei vari orientamenti scientifici - interessante e, per i più attenti, di valore forse inestimabile. Non fare altro che essere presenti a se stessi, SENTIRE, osservare attentamente la relazione esistente tra le reazioni fisiologiche, gli eventi della vita e gli alti e bassi emozionali ... gli atteggiamenti mentali adottati quando ci si ritrova a vivere una determinata malattia. Ognuno di noi è un enorme e prezioso laboratorio scientifico. RICORDIAMOLO, le nostre osservazioni a proposito di noi stessi possono fornirci importanti informazioni, fondamentali per aiutarci ad “evitare” malattie o ad affrontarle nei migliori dei modi. Tale attenzione può fornirci i mezzi per rendere la nostra esistenza più autentica, confortevole, creativa e più produttiva  … non più vittime delle circostanze ma artefici della propria vita.







oco si parla dell’interiorità, delle risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita, certi atteggiamenti mentali e alcuni modi di vedere il mondo sulle somatizzazioni … delle potenti difese che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie, da un senso di impotenza diffuso, da una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo protratti nel tempo ... RICORDA, un atteggiamento mentale distaccato e libero da ritmi frenetici risveglia le proprie risorse, fa  davvero rinascere. Ogni stato d’animo, infatti, fin dalla tenere età, influenza in modo più o meno significativo e profondo le aree del cervello che agiscono direttamente sugli ormoni e sul sistema immunitario … TIENI  sempre presente, che una vita piena di disagi, di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni sono tutte condizioni esistenziali che non solo minacciano in profondità la propria identità più autentica ma oscurano completamente il senso profondo della vita ... fanno ammalare. Ogni cambiamento ringiovanisce, una nuova vita basata sulla passione e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche non solo ci allontana dallo stress ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura per la propria persona e aiuta ad esprimere tutte le emozioni represse … esprimere se stessi, la propria unicità. Esaminare attentamente il rapporto tra “malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei veleni, apparentemente non visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente l’organismo.




OSA FARE.  Anche se può sembrare semplicistico e banale, per chi soffre di disturbi cutanei, abbracciare, solo per un attimo, diventa sicuramente un gesto fondamentale per riprendere i “rapporti” con il mondo esterno e facilitare le relazioni. Una carezza, un buon massaggio o un abbraccio affettuoso sono più efficaci di cento parole e più potenti di un ansiolitico. I cambiamenti, le novità, è risaputo, spaventano incredibilmente chiunque. Ma chi “utilizza” la cute per raccontare il proprio disagio non solo le teme, le combatte come fossero davvero un’aggressione alla propria integrità. Non è difficile, infatti, trovare patologie cutanee esplodere nei momenti di profondo cambiamento e di possibile trasformazione: cambio di lavoro, la nascita di un figlio, abbandono affettivo, un trasferimento considerato ingiusto ed improvviso, ecc. In queste particolari situazioni, sarà puntualmente l’involucro ad esprimere tutte quelle proteste che la persona stessa non ha avuto il coraggio di avanzare. Se si impara ad essere più aperti, più malleabili, anche la pelle diventerà meno reattiva e sicuramente, più elastica agli imprevisti della vita … ma soprattutto evitare di rimuginare, accumulare cose, trascurare l’aspetto fisico, colpevolizzarsi e soffrire in silenzio.




ttribuire un’eziologia psicosomatica alle malattie incontra, spesso, nel pensiero comune, molte resistenze e parecchia irritazione: difficile accettare che siamo sempre noi a generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ anche le cose più banali risultano difficili da 'neutralizzare'.





NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio   Tel. 349.1050551 - 0532.476055 
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