giovedì 19 marzo 2015

- DEPRESSIONE. Quando un figlio ...



Quando il FIGLIO ha un disturbo depressivo

Risultati immagini per figlio depresso


na credenza piuttosto diffusa tra gli adulti, naturalmente erronea, è che l’adolescenza sia un mondo incantato, fiabesco, al riparo dalle insidie, in cui  regna la felicità più assoluta. Purtroppo le sfide tipiche di questo periodo evolutivo - gestire e imparare a controllare i propri impulsi, apprendere infinite norme elementari di vita, separarsi dai genitori, diventare autonomi, sviluppare rapporti interpersonali - non sono facili e qualsiasi adolescente, nel gestire questi momenti critici, può manifestare sofferenza e problemi comportamentali significativi (apatia, iperattività, distraibilità, irregolarità, timidezza, ostinazione, sensibilità). La tempestività nell’individuare tali difficoltà e, quindi, un trattamento appropriato è, come per l’adulto, fondamentale nel prevenire complicazioni future e nel supportare l’adolescente nel suo percorso difficile verso l’età adulta; come negli adulti anche nei giovani un trattamento adeguato migliora il decorso. Nei bambini i tratti depressivi possono interferire con lo sviluppo della personalità e l’acquisizione delle abilità sociali fondamentali. Gli eventi negativi e la profonda sofferenza in giovane età sono in grado di influire sull’autostima, sul concetto di sé in modo tale da rendere l’adolescente più vulnerabile nei confronti della depressione per tutta la vita. 


er i genitori e gli educatori, spesso, se non hanno un’esperienza e una conoscenza diretta del fenomeno, risulta difficile collocare la sintomatologia in un preciso periodo evolutivo oppure attribuirla ad un tratto depressivo patologico. Come capita agli adulti, anche gli adolescenti non sono immuni a sbalzi d’umore. Benché alcuni sintomi depressivi, come ad esempio sentirsi tristi, malinconici e giù di morale, siano piuttosto comuni nei giovani, il vero quadro clinico depressivo è più intenso, più persistente, decisamente più invalidante e, senza dubbio, molto più grave. Questa condizione clinica ha sue modalità espressive specifiche in base all’età evolutiva: un bambino della scuola materna può perdere interesse per l’attività ludica, diventare apatico e piangere con estrema facilità, un alunno della scuola elementare può isolarsi dai familiari e dagli amici, avere difficoltà scolastiche, essere sempre triste e demoralizzato; l’adolescente, invece è scontroso e polemico con gli adulti in genere (insegnanti, genitori), rifiuta responsabilità e compiti scolastici, trascura amicizie, diserta gli sport o altre attività che prediligeva. 


ra i più piccoli, i più significativi campanelli d’allarme che preannunciano i tratti depressivi sono gli eventi negativi della vita, quali il divorzio dei genitori, deprivazioni, violenze e lutti. Mentre tra i ragazzi più grandi esiste una diversa vulnerabilità altrettanto importante: quale la capacità cognitiva di gestire ed interpretare autonomamente ciò che accade. I soggetti che tendono a colpevolizzarsi perché si ritengono stupidi (collegano il proprio profitto scolastico non all’impegno scarso ma sempre alla loro mediocre capacità, anche quando hanno un’intelligenza molto profonda) o quelli pessimisti, convinti che il futuro riserverà loro solo esperienze negative, sono destinati a sviluppare depressione. Questi soggetti, a prescindere dall’età, sono particolarmente irritabili ed estremamente autocritici. Come avviene nel mondo degli adulti, le cause depressive nei giovani sono complesse e, soprattutto, ci sono fattori diversi che esercitano una certa influenza a seconda dell’età. A volte tale disagio si manifesta in seguito a uno stress prolungato, di estrema gravità o a una perdita traumatica, esperienze che non lasciano scampo, portano a profondi sentimenti di impotenza e disperazione. 

Risultati immagini per figlio depressoLa depressione si sviluppa comunque in coloro che, sin dalla più tenera età, sono stati sotto la dipendenza degli altri; in essi predominano i successi facili perché sono sempre sotto la completa protezione di figure di riferimento. E’ un insieme di sentimenti di tristezza, disperazione, perdita nel vero senso della parola del gusto di vivere.  I depressi tentano sempre di appoggiarsi agli altri e di forzarli a sottomettersi a loro, facendo delle allusioni esagerate riguardanti la loro personale incapacità.  E’ il caso di chiedere un aiuto qualificato per il ragazzo quando sono presenti, in maniera continuativa, i seguenti atteggiamenti o comportamenti: non ha più nessun interesse per le cose che un tempo preferiva, è sempre triste, demoralizzato, annoiato e irritabile, il peso corporeo è altalenante, agitato e irrequieto, si isola, il profitto a scuola è scadente, si finge malato per non andare a scuola o a qualche attività sportiva, polemizza su tutto, piange spesso per cose futili, dorme molto più del solito e si alza stanco, manifesta frequentemente sentimenti di disperazione. 

a psicoterapia individuale rappresenta il trattamento principale della depressione nei bambini e negli adolescenti. Tale metodica terapeutica mantiene un ruolo fondamentale nell’ambito della cura non solo perché aiuta i giovani ad affrontare le eventuali problematiche psicologiche che hanno contribuito a determinare la depressione, ma anche perché insegna loro ad elaborare varie strategie per far fronte al malessere in maniera efficace. Il segreto principale in questa sofferenza e in queste dinamiche conflittuali, è che lasciarsi andare passivamente agli eventi della vita non è necessario sforzarsi, ma per riprendere il comando, per risollevarsi ci vuole invece molto impegno: questa è la differenza essenziale fra vivere e sopravvivere.
RICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, niente di interessante all’orizzonte.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento